venerdì 5 agosto 2022

GLORIA ALLA SANTA CROCE

 


(Vol. 3°, 2 Marzo 1900) 

Questa mattina, avendo fatto la santa Comunione, il mio dolce Gesù si è fatto vedere  crocifisso ed internamente mi sono sentita tirata a specchiarmi in Lui, per potermi  rassomigliare a Lui, e Gesù si specchiava in me, per tirarmi alla sua somiglianza.  

Mentre così faceva, io mi sentivo infondere in me i dolori del mio crocifisso  Signore, che con tutta bontà mi ha detto: “Il tuo alimento voglio che sia il patire, non  come solo patire, ma come frutto della mia Volontà. Il bacio più sincero che lega più  forte la nostra amicizia è l’unione dei nostri voleri, e il nodo indissolubile che ci  stringerà in continui abbracci sarà il continuo patire”.   

Mentre ciò diceva, il benedetto Gesù si è schiodato, ha preso la sua croce e l’ha  distesa nell’interno del mio corpo, ed io sono rimasta pure tanto distesa che mi sono  sentita slogare le ossa; per di più, una mano, ma non so dire certo di chi fosse, mi ha  trapassato le mani e i piedi, e Gesù che stava seduto sulla croce distesa nel mio interno,  tutto si compiaceva del mio patire e di colui che mi trapassava le mani, e ha soggiunto: 

“Adesso mi posso riposare tranquillamente, non ho da prendermi neppure il fastidio  di crocifiggerti, perché l’ubbidienza vuole operare tutto essa, ed Io liberamente ti  lascio nelle mani dell’ubbidienza”.  

E sfuggendo da sopra la croce, si è messo sopra il mio cuore per riposarsi. Chi può  dire quanto sono rimasta sofferente, stando in quella posizione? Dopo essere stata per  lungo tempo, Gesù non si brigava di sollevarmi come le altre volte, per farmi ritornare  nello stato mio naturale. Quella mano che mi aveva messo sulla croce non la vedevo  più. Lo dicevo a Gesù, che mi rispondeva: “Chi ti ha messo sulla croce? Sono stato  forse Io?  È stata l’ubbidienza, e l’ubbidienza ti deve togliere”.   

Pare che questa volta avesse voglia di scherzare e di somma grazia ho ottenuto che il benedetto Gesù mi liberasse. 


Dio parla e tu ascolterai

 


5-31-07 A.M. 

Figlio mio, scrivi queste parole. Mi ripeto, perché sono un Dio di misericordia e di perdono. Non ti ingannare. Dio non si fa beffe. Io sono il vostro creatore e non mi farò prendere in giro ancora a lungo dal mio popolo. Prendete sul serio le parole della mia Madre, il tempo è estremamente breve. 


Vi prendete gioco di me quando negate la mia presenza nelle mie chiese. 

Vi prendete gioco di me quando vi impegnate nel peccato mortale. 

Vi prendete gioco di me quando fate la Comunione in stato di peccato mortale. Vi fate beffe di me quando l'uomo cerca di cambiare la mia creazione a sua immagine e somiglianza. Io ho creato tutti i miei figli a mia immagine e somiglianza secondo il mio progetto, non quello dell'uomo o di Satana. 

Vi prendete gioco di me quando negate la mia esistenza. 

Vi prendete gioco di me quando fate la vostra volontà, e non la mia, per la vostra vita. Vi fate beffe di me attraverso l'omicidio, l'aborto e le molte forme di violenza nel mio mondo. 

Vi prendete gioco di me quando vi impegnate nei peccati della carne. 

Vi prendete gioco di me quando mostrate di approvare il peccato, anche se non lo commettete.  

Vi prendete gioco di me quando cercate di cambiare la mia istituzione del matrimonio, permettendo che omosessualità, divorzio e fornicazione di governare la vostra vita. 

Vi prendete gioco di me quando non onorate la mia Madre come vostra Madre. 

Vi fate beffe di me quando cercate di cambiare la mia Chiesa e i miei comandamenti.  

Vi prendete gioco di me quando vivete come se il peccato fosse irrilevante e foste padroni del vostro destino e della vostra vita. 

Vi prendete gioco di me con la tiepidezza delle mie chiese. 

Mi prendete in giro in molti altri modi. Ma mi prendete in giro soprattutto quando rifiutate il mio amore e la mia misericordia. È questo rifiuto finale di me che vi getterà nella punizione eterna.  


Sono un Dio di misericordia, ma sono anche un Dio di giustizia. Aprite gli occhi! Siete così ingannati e ciechi da non vedere i segni che vi circondano? Scuoterò di nuovo i cieli e la terra. Il mio popolo deve pentirsi e cambiare le sue vie malvagie o affronterà la mia giustizia. Se continuate a raccogliere per la carne, potreste raccogliere per sempre la vostra anima nella punizione eterna con Satana e i suoi angeli caduti. Se accetterete la mia misericordia e il mio perdono, perdonerò i vostri peccati e potrete trascorrere l'eternità con il vostro Signore e Dio nella beatitudine eterna. La scelta è vostra; non mi farò prendere in giro ancora a lungo. Amen. 

 


IL LIBRO DI ENOCH


Enoch slavo 22  

Vidi il Signore, il suo volto potente e gloriosissimo e terribile. Chi sono io per raccontare  l'estensione dell'essenza del Signore e il suo volto potente e assai terribile e il suo coro  dai molti occhi e dalle molte voci e il trono grandissimo, fatto senza mani, del Signore o  coloro che stanno intorno a lui, la milizia dei Cherubini e dei Serafini o l'immutabile e  indicibile  suo glorioso servizio che non tace?  Caddi prono e adorai il Signore.  Il  Signore mi chiamò con la sua bocca: "Coraggio, Enoc, non temere, alzati e sta davanti al  mio volto nei secoli".  Michele, il grande arcangelo del Signore mi rialzò e mi condusse  davanti al volto del Signore. 

Il Signore mise alla prova i suoi servi e disse loro: "Enoc salga per stare davanti al mio  volto nei secoli".  I Gloriosi s'inchinarono e dissero: "Salga!".  Il Signore disse a Michele:  "Prendi Enoc e spoglialo delle vesti terrene e ungilo di olio benedetto e rivestilo di vesti  di gloria".  Michele mi spogliò delle mie vesti e mi unse di olio benedetto. L'aspetto  dell'olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento (era) come una rugiada  benefica, il suo profumo come di mirra e i suoi raggi come quelli del sole. Guardai me  stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c'era differenza d'aspetto.  

Il Signore chiamò Vereveil uno dei suoi arcangeli che era abile a scrivere tutte le opere  del Signore.  Il Signore disse a Vereveil: "Prendi dei libri dai depositi e consegna un  calamo a Enoc e dettagli i libri 10". Vereveil si affrettò e mi portò dei libri screziati di  smirnio e mi consegnò un calamo dalla sua mano. 


Enoch slavo 23  

Mi diceva tutte le opere del cielo e della terra e del mare e i movimenti e le vite di tutti gli  elementi e il cambiamento degli anni e i movimenti e le modificazioni dei giorni e i  comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e le salite delle nubi e le uscite dei  venti  e ogni lingua dei canti delle milizie armate. Tutto ciò che conviene imparare. 

Vereveil me l'espose in trenta giorni e in trenta notti e la sua bocca non tacque di parlare.  Io non mi riposai trenta giorni e trenta notti, scrivendo tutti i segni  e quando ebbi finito,  Vereveil mi disse: "Siediti, scrivi tutto ciò che ti ho esposto".  Mi sedetti il doppio di  trenta giorni e trenta notti e scrissi (tutto) esattamente e composi 360 libri. 


Enoch slavo 24 

Il Signore mi chiamò e mi mise alla sua sinistra più vicino di Gabriele e io adorai il  Signore.  Il Signore mi disse: "Tutto ciò che hai visto, o Enoc, (ciò) che sta (fermo) e che  si muove e che é stato compiuto da me, io te lo spiegherò prima che tutto (ciò) fosse  all'inizio, tutto ciò che ho creato dal non essere all'essere e dall'invisibile al visibile.   Neppure ai miei angeli ho spiegato il mio segreto, n‚ ho raccontato loro la loro  composizione‚ hanno conosciuto la mia creazione infinita e inconoscibile e io a te la  spiego oggi.  Prima che fossero tutte le cose visibili, si aprì la luce e io in mezzo alla luce  passavo come uno degli invisibili, come il sole (che) va dall'oriente all'occidente e  dall'occidente all'oriente.  Il sole troverà riposo, ma io non trovai riposo, perché tutte le  cose erano senza formazione. Avendo meditato di porre un fondamento per fare una  creazione visibile. 

 

Enoch slavo 25  

diedi ordine nelle profondità che una delle cose invisibili salisse visibile. Uscì Adoil,  grandissimo assai e lo guardai ed eccolo che aveva nel ventre il grande secolo. Io gli  dissi: "Liberati, Adoil, e sia visibile ciò che nasce da te". Egli si liberò  e da lui uscì il  gran secolo, così portando tutta la creazione che io volevo fare. Vidi che (era) bene  e  posi per me un trono e mi sedetti su di esso. Alla luce dissi: "Tu sali più in alto e  solidificati, sii il fondamento delle cose dell'alto"  e al di sopra della luce non c'é  nient'altro. Alzatomi dal mio trono guardai. 

 

Enoch slavo 26  

e chiamai una seconda volta nelle profondità e dissi: "Esca fuori, visibile, una cosa dura  dalle cose invisibili". Uscì Aruchaz, duro, pesante e molto nero.  Vidi che era adatto  e gli  dissi: "Tu scendi in basso e solidificati e diventa la fondazione delle cose del basso". Scese e si solidificò e divenne il fondamento delle cose del basso. Non c'é sotto la tenebra  nient'altro.


 Enoch slavo 27  

Avvolto l'etere di luce,  l'addensai  e l'estesi al di sopra della tenebra. 

(Parte mancante tradotta del spagnole, Enoc eslavo 27).  

E ho comandato che fosse preso dalla luce e dalle tenebre, e ho detto: diventa solido e  così è stato fatto, e l'ho disperso con la luce, e divenne acqua e l'ho dispersa nell'oscurità  sotto la luce, poi l'ho fatto firmare l'acqua, cioè senza fondo, e ho fatto un fondamento di  luce intorno all'acqua e ne ho creato sette cerchi all'interno, e immagino l'acqua come un  vetro bagnato e sEcco vale a dire il vetro, e la circoncisione delle acque e gli altri  elementi, e ho dato a ciascuno la sua strada, e le sette stelle ciascuna nel suo cielo, e che  erano così, e ho visto che ciò che era stato creato era buono. E mi sono separato tra, la  luce e tra le tenebre, cioè, in tutto il centro dell'acqua, qua e là, e ho detto alla luce, che  doveva essere il giorno e l'oscurità, che sarebbe stata la notte e c'era anche il pomeriggio  e anche l'alba il primo giorno. 

 

Enoch slavo 28 

Dalle acque consolidai grandi pietre, alle onde dell'abisso ordinai di seccare sulla terra  ferma  e chiamai abisso ciò che ricadde.  Raccolto il mare in un solo luogo, lo legai con  un giogo. Diedi tra la terra e il mare un confine eterno: non sarà spezzato dalle acque.  Fissai il firmamento e lo fondai al di sopra delle acque. 

 

(Parte mancante tradotta del spagnole, Enoc eslavo 28).  

Poi ho affermato il cerchio celeste e ho reso le acque che si trovano sotto il cielo che si  univano insieme, in uno spazio unico e profondo, che il caos si è fatto secco e così è stato  fatto. Tra le onde ho creato una roccia grande e dura e dalla roccia ho accumulato la parte  secca, e la parte secca ho chiamato terra, e il centro della terra l'ho chiamato abisso,  questo significa l'infinito, e ho raccolto il mare in uno sito e ho legato tutto con un giogo.  E dissi al mare: "Osserva, ti do il limite eterno, e non lo romperesti svincolandolo dalle  parti dei tuoi componenti". Stando così le cose, ho reso il firmamento veloce. Questo  giorno ho chiamato il primo creato. 


Enoch slavo 29 

Per tutte le milizie celesti formai dalla grande luce il sole e lo posi nel cielo affinché  risplenda sulla terra.  Per tutte le milizie celesti formai una natura di fuoco. Il mio occhio guardò verso  la pietra dura e molto rude e dal lampo del mio occhio la folgore ricevette una natura acquosa e fuoco  nell'acqua e acqua nel fuoco  né questa spegne quello né quello secca questa. Per questo la folgore é più  penetrante e più brillante dello splendore del sole, e acqua molle é più dura della pietra rude. Il mio occhio:  acqua e fuoco convivono nella folgore che si produsse dallo sguardo di Dio rivolto verso ciò che é duro.. 

Dalle pietre feci scaturire un gran fuoco e dal fuoco creai tutte le milizie incorporee e  tutte le milizie delle stelle e i Cherubini e i Serafini e gli Ofanim e tutto questo lo feci  scaturire dal fuoco. 

 

(Parte mancante tradotta del spagnole, Enoc eslavo 29). 

E attraverso tutto l'esercito celeste ho immaginato l'immagine e l'essenza del fuoco, e il  mio occhio ha guardato la roccia dura, solida, e dal bagliore dei miei occhi il raggio ha  ricevuto il suo naturale prodigio, che sono entrambi fuoco nell'acqua e l'acqua nel fuoco,  e nessuno dei due può spostare l'altro, e nessuno dei due può asciugare l'altro, quindi, il  raggio è più luminoso del Sole, più morbido dell'acqua e più solido dell'hard rock. E dalla  roccia ho tagliato del tutto un grande fuoco, e dal fuoco ho creato gli ordini delle dieci  schiere incorporee di angeli, e le loro armi sono infuocate e le loro vesti una fiamma  ardente e ho ordinato che ognuno di loro in piedi rimanesse in il tuo ordine Qui Satana  con i suoi angeli fu lanciato dall'alto. Ed era uno degli ordini degli angeli che, partendo  con l'ordine che era sotto il suo comando, concepì un'idea impossibile: mettere il suo  trono più in alto delle nuvole sulla terra in modo che potesse diventare uguale al mio  potere. E l'ho buttato dall'alto con i suoi angeli e lui volava continuamente nell'aria, sopra  l'abisso. 

 

Enoch slavo 30 

Alla terra ordinai di far crescere ogni albero e ogni monte e ogni erba che fa seme e ogni  seme seminato. Prima di creare le anime viventi, avevo preparato loro il cibo.  Al mare  comandai di far nascere i suoi pesci e ogni rettile che striscia sulla terra e ogni uccello  che vola.  Quando ebbi finito tutto, comandai alla mia Sapienza di creare l'uomo. 

 

(Parte mancante tradotta del spagnole, Enoc eslavo 30). 

Il terzo giorno ho comandato la terra per far crescere alberi e colline grandi e fecondi e  semi per la semina, e piantato Paradiso, e io circondare e installato come angeli armati,  fiammeggiante custodi e quindi ho creato il rinnovo. Poi venne la notte e tornò l'alba del  quarto giorno. Il quarto giorno ho ordinato che ci fossero grandi luci nei cerchi celesti. E  nei primi e più alti circoli ho messo le stelle, Kruno; la seconda Aphrodit; nel terzo Aris,  il quinto Zeus; nel sesto Ermis; in settima minore, la luna e guarnire con stelle più  piccole. E nel posto più basso il Sole per l'illuminazione del giorno e la luna per  l'illuminazione della notte. Il Sole, che dovrebbe andare in base ad ogni animale in questo  caso sono dodici, e ho assegnato il corso dei mesi ed i loro nomi e le vite, la loro  notorietà e ore marcato e il modo in cui deve riuscire l'un l'altro. Poi venne la notte e  apparve la mattina del quinto giorno. Il quinto giorno ho comandato il mare, che era  quello di portare i pesci e gli uccelli piumati di molte varietà, e tutti i tipi di animali  arrastrasen sulla terra e coloro che sono a terra a quattro zampe, e quelli Si alzano  nell'aria, maschio e femmina, e ogni anima che respira lo spirito della vita.  

E la notte tornò e la mattina tornò, il sesto giorno. Il sesto giorno ordino la mia saggezza  per creare l'uomo dalle sette consistenze: la sua carne dalla terra; il suo sangue dalla  rugiada; i tuoi occhi dalla luce del sole; le sue ossa, dalla pietra; la tua intelligenza della  rapidità di angeli e nuvole; le sue vene e i suoi capelli dall'erba della terra; la tua anima, il  mio respiro e il vento. E ho dato a lui sette nature: l'audizione carne, gli occhi per vedere,  l'odore dell'anima, le vene, il tatto, il sangue per il gusto, le ossa per la forza e  l'intelligenza rapida , divertiti E ho concepito un sottile detto da dire; Credo che l'uomo  dall'invisibile e dalla natura visibile, sia dalla sua morte sia dalla sua vita e immagine,  conosca il linguaggio come una cosa creata; piccolo nella grandezza e grande ancora  nella piccolezza. E metterlo a terra come un secondo angelo, onorevole, grande e  glorioso, e gli ho nominato come righello per governare sulla terra e ho avuto la mia  saggezza, e non c'era nessuno (sulla terra) più grande di tutta la mia creature esistenti. E  gli ho dato un nome delle quattro parti componenti, est, ovest, sud e decreto per le quattro  stelle speciali, e ho chiamato il suo nome, Adam, e gli ho mostrato i due percorsi, quello  di Luce e quello dell'oscurità. E io gli dissi: Questo è bello, questo è male, così proverei  se lui avesse davvero avuto amore per me o odiassi, e chiarì chi era colui che mi amava  della sua razza. Perché avevo visto la sua natura, ma non aveva ancora visto la sua, in  questo modo, dato che non riusciva a vedere attraverso se stesso, sapevo che avrebbe  peccato di male in peggio. Allora mi sono detto: "Dopo aver peccato, cosa rimane della  morte?" E l'ho messo a dormire e si è addormentato. E gli ho preso una costola e l'ho  creato una moglie, così che la morte verrà da lui dalla sua stessa moglie. E prendo la tua  ultima parola e la chiamo, madre, che significa Eva. 


Enoc slavo 31 

(capitolo mancante tradotta del spagnole, Enoc eslavo 31) 

Adamo verso la sua vita sulla terra, e ho creato un giardino nell'Eden ad est, in modo che  egli osservasse il testamento e mantenesse il comando: ho fatto aprire i cieli per lui, in  modo che potesse vedere gli angeli cantare il inno alla vittoria e alla luce in ombra. Ed  era continuamente in Paradiso, e il demone capì che volevo creare un altro mondo, perché  Adamo era il signore in terra, per comandarlo e controllarlo. Il diavolo è lo spirito  malvagio dei luoghi inferiori, come un angelo fuggitivo di luce ha creato Sotona dal cielo  nel modo in cui il suo nome era Satana, quindi era diverso dagli altri angeli, ma il suo  naturale non ha cambiato il suo intelligenza più là della sua comprensione della ragione e  delle cose peccaminose. E capì la sua condanna e il peccato che aveva commesso in  precedenza, quindi, concepì un'idea contro Adamo, in modo tale che entrò in Paradiso e  sedusse Eva, ma non toccò Adamo. Quindi ho maledetto l'ignoranza; ma quello che ho  benedetto in precedenza, cioè, non maledico. Perciò non maledico l'uomo, né la terra, né  le altre creature, ma dell'uomo il suo frutto cattivo e le sue opere. 

 

Enoc slavo 32 

(capitolo mancante tradotta del spagnole, Enoc eslavo 32) 

E io gli dissi: "Tu sei la Terra, e alla terra dove ti prendo, devi tornare, non ti rovinerò ma  ti rispedirò nel luogo in cui ti prendo" Poi potrò di nuovo riceverti alla mia seconda  venuta. E benedico tutte le mie creature visibili e invisibili. E Adam aveva cinque ore e  mezza in paradiso. E benedissi il settimo giorno, che è il Sabbath, in cui si riposò da tutte  le sue opere. 


Enoch slavo 33 

Ora Enoc, tutto ciò che ti ho spiegato e tutto ciò che hai visto nei cieli e tutto ciò che hai  visto sulla terra e tutto ciò che hai scritto nei libri, tutto questo ho escogitato di crearlo  con la mia sapienza. L'ho creato dal fondamento in basso fino a quello in alto e fino alla  loro fine.  Non c'é consigliere n‚ continuatore, (sono) io solo eterno, non creato con le  mani; il mio pensiero immutabile é il mio consigliere, la mia parola é atto e i miei occhi  contemplano tutto. Se guardo il tutto, allora é stabile, ma se volgo via il mio volto, allora  tutto si distrugge.  

Presta attenzione, Enoc, e conosci chi ti parla. Prendi i libri che hai scritto,  io ti do  Semeil e Rasuil che ti hanno fatto salire da me e scendi sulla terra e spiega ai tuoi figli  tutto ciò che ti ho detto e tutto ciò che hai visto dal cielo più basso fino al mio trono.   Tutte le milizie sono io che le ho create, non c'é chi si opponga a me o che non si  sottometta e tutti si sottomettono alla mia autocrazia e servono il mio unico potere.   Consegna loro i libri scritti dalla tua mano ed essi li leggeranno e conosceranno il  creatore di tutte le cose e comprenderanno essi pure che non c'é un altro all'infuori di me   e distribuiranno i libri scritti dalla tua mano ai figli e i figli ai figli e da parente a parente e  da generazione a generazione.  Poiché io ti darò un intercessore, Enoc, il mio arcistratega  Michele; perché lo scritto della tua mano e lo scritto della mano dei tuoi padri, Adamo e  Seth  non saranno distrutti fino al secolo ultimo, perché io ho comandato ai miei angeli  Arioch e Marioch,  che ho posto sulla terra per custodirla e comandare alle cose  temporali, di conservare lo scritto della mano dei tuoi padri affinché non perisca  nel  diluvio futuro che io farò nella tua stirpe. 

 

Enoch slavo 34 

Io conosco la malvagità degli uomini (so) che non sopporteranno di prendere il giogo e  che non seminano i semi che ho dato loro, ma che hanno rifiutato il mio giogo e che  prenderanno un altro giogo e semineranno semi vuoti e adoreranno déi vani e rifiuteranno  la mia autocrazia e che tutta la terra sarà gravata di iniquità e di ingiustizie e  di adulterii  e di idolatrie.  Allora porterò il diluvio sulla terra e la terra stessa sarà distrutta in un  grande pantano. 


Enoch slavo 35 

Lascerò un uomo giusto della tua tribù con tutta la sua casa, che agirà secondo la mia  volontà e dal loro seme nascerà un'altra generazione in seguito, numerosa e molto  insaziabile. Allora nel corso di questa generazione appariranno i libri scritti dalla mano  tua e (da quella) dei tuoi padri, perché i guardiani della terra li mostreranno agli uomini di  fede  ed essi li spiegheranno a questa generazione ed essi saranno glorificati in sèguito  più che prima. 

 

Enoch slavo 36 

Ora Enoc, ti do un termine di attesa, trenta giorni da passare nella tua casa per parlare ai  tuoi figli da parte mia e ai tuoi familiari; e tutti quelli che conservano il loro cuore,  leggano e comprendano che non c'é un altro all'infuori di me. Tra trenta giorni manderò  gli angeli da te ed essi ti prenderanno dalla terra e dai tuoi figli (per portarti) da me e tutto  ciò che é secondo la volontà del Signore. 


IL CIELO PARLA A COLORO CHE VIVONO UNA TRAGEDIA - 5

 


Madre benedetta

Povero piccolo figlio mio, quanto soffri. Ci sono momenti in cui la sofferenza è così grande che un piccolo non può nemmeno sentire il conforto che gli viene elargito. Ora è così per te. Nel tuo dolore, barcolli, ma sei sostenuto. So che non sempre sentite questo sostegno. Lo accettiamo.  Più tardi, quando arriverete in Paradiso, vi meraviglierete della generosità del Cielo quando capirete le grandi cose che il Cielo ha fatto per sostenervi in questa tragedia. Caro amato figlio del Padre, riposa nella tua piccola anima. Sei come un ferito che ha bisogno di essere curato dal cielo. Noi ti cureremo. Io veglierò attentamente e coglierò ogni occasione per inviarti esempi della tenera cura che il Cielo ha per te. Dio ha un piano e voi siete parte di quel piano, proprio come io ero parte del piano di Dio. Ora sto facendo la mia parte nel piano di Dio pronunciando queste parole per voi. Perché usiamo le parole? Figliola, usiamo le parole per comunicare la verità perché siamo anime sante, piene dell'integrità di Dio. Queste parole rappresentano la verità di Dio. Se una persona invia una lettera, piena di amore, si può dire che la persona ha inviato delle parole? Non è forse più corretto dire che la persona ha inviato amore e gentilezza che portano anche incoraggiamento? 

Sulla Terra, nella visione limitata di chi non vive ancora il Paradiso, forse è vero che una parola è semplicemente una parola, che rappresenta un concetto. In Cielo, da dove parliamo, una parola è molto di più. Queste parole portano con sé grazie celestiali di verità, di conforto e di gioia. Il mio amore per voi, che è parte dell'amore di Dio per voi, sgorga da questa pagina al vostro cuore. La mia intercessione per voi ha luogo mentre leggete queste parole. Il cielo è con voi, ve lo prometto. Io sono tua madre e tu sei il mio amato bambino. Volgi il tuo volto verso di me e io ti darò un conforto celeste che non può essere visto né compreso. Saprai che sono con te dalle grazie calmanti che mi accompagnano ovunque io vada. Sono calma perché vedo il piano di Dio. Vi darò questa calma e vi aiuterò a vedere, come minimo, che Dio ha un piano per voi e che include questa tragedia. Sono con te, piccola colomba. Il tuo dolore non sarà senza valore e ogni lacrima che piangerai sarà una lacrima notata dal Cielo. Pace ora, mentre camminiamo con te in questo momento di dolore. Ti daremo le grazie di cui hai bisogno per affrontare oggi e per crescere in santità domani. Tutto va bene. Il cielo vi circonda.

dato a Anne

UN PERCORSO DI SANTITÀ. - 5 - LA SANTITÀ

 


La Vergine Maria parla 


Prima di entrare nella Quinta Camera, nel passaggio tra la Quarta e la Quinta, si sperimenta un deserto spirituale che ogni anima sperimenta prima di raggiungere la santità. È un sentimento di abbandono e desolazione da parte di Dio, in cui l'anima sperimenta la solitudine che Gesù Cristo ha provato poco prima di morire. Quando ha detto: "Padre, perché mi hai abbandonato", ha detto: "Padre, perché mi hai abbandonato". 

Questa stessa solitudine è sperimentata dall'anima ed è perché deve vivere la morte e la risurrezione di Gesù Cristo nella sua anima. Deve morire a se stesso per risorgere come Gesù Cristo e raggiungere la santità.

Questo deserto è molto arido, l'anima sente il desiderio di lasciare tutto, di tornare al mondo, perché l'oblio che sente da parte di Dio è così grande. Per questo, uscendo dal deserto, risorge e nasce a una vita piena di santità. 

Quando si raggiunge la quinta camera, e dopo aver attraversato il deserto, il cuore dell'anima si fonde con il cuore di mio Figlio Gesù Cristo, in modo che siano una cosa sola. Questa unione porta con sé esperienze mistiche molto elevate come le stimmate, la bilocazione, la levitazione, poiché l'infusione dello Spirito Santo è totalmente completa nell'anima e già si forma un unico cuore con quello di Gesù Cristo. 

Quando si tratta di santità, vissuta da ogni anima come un'esperienza unica e incomparabile, e diversa per ciascuno, questa esperienza porta con sé una gioia indescrivibile. La vera felicità, basata sulle beatitudini. Dove la sofferenza per Cristo porta gioia e letizia all'anima, perché non cerca se stessa ma Gesù Cristo. Perciò vuole imitarlo in tutti i sensi. 

La sofferenza esalta l'anima e la sofferenza per Gesù Cristo è la sua più grande gioia. L'anima pensa di impazzire d'amore per Gesù Cristo. Si comporta in modo diverso dagli altri, perché si è unita a Gesù Cristo. Perciò non vive più, ma è abitata da Gesù Cristo, che le ha prestato il suo corpo, la sua mente e la sua anima. E nella fusione tra l'anima e Gesù Cristo, lo spirito raggiunge finalmente la santità. 

La santità tanto desiderata da ogni anima che cerca Gesù Cristo diventa una realtà, e l'anima salta di gioia e di allegria. Una gioia così immensa che supera l'intero Universo, fondendosi in un cuore che batte all'unisono. Una canzone d'amore dei due innamorati. L'amato e l'amata si dichiareranno amore perpetuo l'uno per l'altra. Si fondono in una sola cosa portando felicità e gioia nei cuori. 

Questa è la gioia più sublime che ci sia per raggiungere la tanto desiderata felicità attraverso la santità. La riempie e la riempie di gioia. Per lei raggiungere la quinta Camera è il livello più alto prima di sperimentare la Nuova Gerusalemme nel suo cuore. 

Questa quinta Camera è molto difficile da raggiungere e sono poche le anime che la raggiungono. 

In questa quinta Camera l'anima vive esperienze mistiche molto forti. È molto rafforzata e la sua fiducia in Dio è completa. Queste anime beate danno al mondo una bellissima eredità attraverso le loro esperienze e le loro vite. Il mondo li vede come esseri caduti nella follia, perché sono così radicali, stravagante e sensibile. Fanno cose incredibili per il mondo. Come, ad esempio, Madre Teresa di Calcutta, che si occupava dei mendicanti, dei malati e dei lebbrosi, cosa che quasi nessun altro fa. Eppure lo faceva con tanto amore che era felice di fare la volontà di Dio. 

Ecco perché queste anime sono una grande eredità per l'umanità. Uomini coraggiosi che danno la loro vita per Cristo, dimenticando completamente l'io mondano per vivere pienamente il loro io divino, unito all'io di Gesù Cristo, formando un solo corpo, una sola mente, una sola anima. Perché non sono più loro a vivere, ma è Gesù Cristo che vive in loro. 

Non c'è grazia più sublime che raggiungere questa bellissima Camera, dove l'anima sviluppa in pienezza tutte le virtù teologali e cardinali e tutti i doni e le grazie che lo Spirito Santo può dare a un'anima, infiammandola di amore a tal punto da farla esplodere di gioia e felicità nel compiere la sua missione e la volontà di Dio nella sua vita. 

Sono pochissimi gli eletti da Dio che possono vivere nella sesta Camera, alla quale tutti sono invitati. Ma è solo per grazia di Dio che si può entrare nella Sesta Camera. Lo spieghiamo di seguito. 

Dettato a Lorena

CONSIGLIO A UN RELIGIOSO PER RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE

 


1. Jesus Mariae Filius. La vostra santa carità mi ha chiesto molto in poche parole, per le quali sono stati necessari molto tempo e carta. Vedendo che mi mancavano tutte queste cose, ho cercato di riassumermi e di mettere solo alcuni punti o avvertimenti, che in sintesi contengono molto e che chi li osserva perfettamente otterrà molta perfezione. Chi vuole essere un vero religioso e realizzare lo stato promesso a Dio, e trarre profitto nelle virtù e godere delle consolazioni e delle dolcezze dello Spirito Santo, non potrà farlo se non cerca di esercitare con grande cura le quattro avvertenze seguenti, che sono: rassegnazione, mortificazione, esercizio delle virtù, solitudine corporale e spirituale.

2. Per mantenere la prima, che è la rassegnazione, deve vivere nel monastero come se qualcun altro non ci vivesse. E così non deve mai immischiarsi, né con le parole né con i pensieri, nelle cose che accadono nella comunità o nei particolari, non volendo notare i loro beni, i loro mali o le loro condizioni; e anche se il mondo sta affondando, non deve voler notare o immischiarsi in esso, per mantenere la pace della sua anima; ricordando la moglie di Lot, che, per aver girato la testa a vedere le grida e il rumore di coloro che stavano perendo, si trasformò in una pietra dura (Gen. 19:26).

Questo deve essere mantenuto con grande forza, perché con esso sarà liberato da molti peccati e imperfezioni e manterrà la pace e la tranquillità della sua anima, con molto profitto davanti a Dio e agli uomini.

E questo è molto importante, perché è così importante che, poiché molti religiosi non lo mantengono, non solo le altre opere di virtù e di religione non brillano, ma vanno sempre indietro di male in peggio.

3. Per fare la seconda e trarne profitto, che è la mortificazione, è molto importante che si metta in cuore questa verità, cioè che è venuto in convento solo per essere lavorato ed esercitato nella virtù, e che è come una pietra, che deve essere levigata e lavorata prima di essere collocata nell'edificio.

E così deve capire che tutti coloro che sono nel convento non sono altro che funzionari che Dio ha messo lì solo per lavorare e lucidare lui nella mortificazione, e che alcuni lo lavorano con le parole, dicendogli ciò che non vorrebbe sentire; altri con le azioni, facendo contro di lui ciò che non vorrebbe subire; altri con la condizione, essendo fastidiosi e pesanti in se stessi e nel loro modo di procedere; altri con i pensieri, sentendo in loro o pensando in loro che non lo stimano o lo amano.

E tutte queste mortificazioni e disagi deve sopportarli con pazienza interiore, tacendo per amore di Dio, comprendendo che è venuto alla religione per nient'altro che per essere affaticato in questo modo e per essere degno del cielo. Infatti, se non fosse per questo, non ci sarebbe motivo di avvicinarsi alla religione, ma di rimanere nel mondo alla ricerca del suo benessere, del suo onore e del suo credito, del suo pane e del suo burro. 4. Questo secondo avvertimento è assolutamente necessario al religioso per realizzare il suo stato e trovare la vera umiltà, la quiete interiore e la gioia nello Spirito Santo. E se non la esercita in questo modo, non sa come essere un religioso, e nemmeno per cosa è venuto in Religione; non sa come cercare Cristo, ma solo se stesso; non troverà pace nella sua anima, né cesserà di peccare e di essere turbato molte volte.

Infatti, le occasioni non devono mai mancare nella religione, né Dio vuole che manchino, perché, come vi porta le anime per essere provate e purificate, come l'oro con il fuoco e il martello (Eccl. 2, 5), così è giusto che non manchino le prove e le tentazioni degli uomini e dei demoni, il fuoco delle angosce e dei disagi.

In queste cose il religioso deve esercitarsi, cercando sempre di sopportarle con pazienza e in conformità alla volontà di Dio, e non sopportarle in modo tale che, invece di essere beneficiato da Dio nella prova, gli venga rimproverato di non aver voluto portare la croce di Cristo con pazienza.

Perché molti religiosi che sono arrivati a questo non capiscono, soffrono male gli altri, e al momento del resoconto saranno molto confusi e derisi.

5. Per operare la terza cosa, che è l'esercizio delle virtù, è bene che abbia costanza nell'operare le cose della sua religione e obbedienza, senza alcun rispetto per il mondo, ma solo per Dio. E per farlo in questo modo e senza inganno, non deve mai guardare al piacere o al dispiacere che gli viene offerto nell'opera per farla o non farla, ma al motivo che c'è per farla per Dio. Quindi, deve fare tutte le cose, siano esse gustose o sgradevoli, al solo scopo di servire Dio con esse.

6. E per lavorare sodo e con questa costanza e per uscire presto con le virtù, stia sempre attento a inclinarsi più verso ciò che è difficile che verso ciò che è facile, verso ciò che è duro che verso ciò che è morbido, e verso ciò che è difficile e sgradevole che verso ciò che è gustoso e saporito, e non vada a scegliere ciò che è meno di una croce, perché è un peso leggero (Mt 11,30); e quanto più pesante è il peso, tanto più leggero è quello portato da Dio. Inoltre, faccia sempre in modo che i suoi fratelli siano preferiti a lui in tutte le comodità, mettendosi sempre al posto più basso, e questo molto volentieri, perché questo è il modo per essere più grandi nelle cose spirituali, come Dio ci dice nel suo Vangelo: Qui se humiliaverit, exaltabitur (Lc. 14, 11).

7. Per operare la quarta cosa, che è la solitudine, è bene che consideri tutte le cose del mondo come finite, in modo che quando non è più in grado di occuparsene, possa farlo con la stessa rapidità con cui lo farebbe se non ci fossero.

8. E delle cose di là non tenga conto, perché Dio ti ha già preso e trascurato da esse. Non si occupi di nessun affare che possa essere trattato da una terza persona, perché è molto vantaggioso per voi non voler vedere nessuno, né volere che qualcuno vi veda.
E sia ben chiaro che se Dio chiederà conto a qualsiasi fedele di una parola oziosa (Mt 12,26), quanto più al religioso, che ha consacrato a Dio tutta la sua vita e le sue opere e le chiederà tutte nel giorno del suo rendiconto.

9. Con questo non intendo dire che debba smettere di fare l'ufficio che ha, e ogni altro che l'obbedienza gli comanda, con tutta la diligenza possibile e necessaria, ma che debba farlo in modo tale che non vi sia nulla di colpevole, perché questo non è voluto da Dio o dall'obbedienza.
A tal fine, siate sempre in preghiera e non abbandonatela durante gli esercizi corporei. Sia che mangi, sia che beva, sia che parli, sia che abbia a che fare con i non addetti ai lavori, sia che faccia qualsiasi altra cosa, deve sempre andare a desiderare Dio e ad affezionare il suo cuore a Lui, cosa molto necessaria per la solitudine interiore, nella quale è necessario che l'anima non fermi alcun pensiero che non sia rivolto a Dio e nella dimenticanza di tutte le cose che sono e accadono in questa misera e breve vita.
Non vuole sapere nulla, ma solo come servire meglio Dio e come conservare meglio le cose del suo istituto.

10. Se si tiene a queste quattro cose con cura, sarà presto perfetto; esse si aiutano a vicenda in modo tale che, se manca in una di esse, ciò che guadagna e trae profitto dalle altre, lo perde da quella in cui manca. 

GRADI DI PERFEZIONE

1. Non commettere alcun peccato, per quanto esiste al mondo, né commettere consapevolmente alcun peccato veniale, né alcuna imperfezione nota.

2. Sforzarsi di camminare sempre alla presenza di Dio, sia essa reale, immaginaria o unitiva, secondo le proprie azioni, secondo la propria compassione.

3. Non fare nulla o dire alcuna parola degna di nota che Cristo non avrebbe detto o fatto se si fosse trovato nello stesso stato in cui mi trovo io e se avesse avuto l'età e la salute che ho io.

4. Cercare in ogni cosa il maggior onore e la gloria di Dio.

5. Non rinunciate mai alla preghiera mentale, che è il nutrimento dell'anima.

6. Non trascurate l'esame di coscienza a causa delle occupazioni, e per ogni colpa fate un po' di penitenza.

7. Avere un grande dolore per il tempo perso o trascorso senza amare Dio. 

8. In tutte le cose alte e basse abbia Dio come fine, altrimenti non crescerà in perfezione e merito.

9. Non venite mai meno alla preghiera, e quando avete aridità e difficoltà, allo stesso modo perseverate in essa, perché Dio spesso vuole vedere cosa ha nella vostra anima, che non si dimostra nella facilità e nel gusto.

10. Del cielo e della terra sempre il luogo e l'ufficio più basso e infimo.

11. Non immischiatevi mai in nulla che non gli sia stato comandato, né confidate in nulla, anche se è lui ad avere ragione. E in ciò che gli viene comandato, se gli danno il piede (come si dice), non prenda la mano, perché alcuni si ingannano in questo, intendendo che sono obbligati a fare ciò che non sono obbligati a fare, se guardano bene.

12. Non badate mai alle cose degli altri, buone o cattive che siano, perché, oltre al pericolo di peccare, è causa di distrazione e di abbattimento del morale.

13. Cercherà sempre di confessarsi con una grande consapevolezza della sua miseria e con chiarezza e purezza.

14. Anche se le cose del suo dovere e del suo ufficio diventano difficili e dure per lui, non si perda d'animo in esse, perché non sarà sempre così, e Dio, che prova l'anima fingendo fatica nel precetto (Sal. 93:20), di tanto in tanto gli farà sentire il bene e il profitto.

15. Che si ricordi sempre che tutto ciò che passa attraverso di lui, sia che sia prospero o avverso, viene da Dio, in modo da non essere orgoglioso nell'uno o nell'altro caso, né perdersi d'animo nell'altro.

16. Che si ricordi sempre che è venuto solo per essere santo, e che quindi non regni nella sua anima nulla che non porti alla santità.

17. Sia sempre più amico degli altri che di se stesso, in modo da non essere invidioso del suo prossimo e da non essere geloso dei suoi beni. Questo va inteso in tutto ciò che è secondo la perfezione, perché Dio è molto adirato con coloro che non antepongono ciò che gli piace al bene degli uomini. Soli Deo honor et gloria.

Come comportarsi con le difficoltà finanziarie

 


AMORE DI DIO 

Mia amata figlia prediletta, è Mio desiderio che inizi ora a digiunare almeno un giorno alla settimana, perché così facendo Mi compiaci grandemente. Questo sacrificio rafforzerà la tua purezza d‟animo e ti condurrà più vicino al Mio Sacratissimo Cuore. 

I Miei figli nel mondo affrontano numerose sfide in questi tempi. Sfide con le quali non hanno mai avuto a che fare prima. La sfida più grande, adesso, è occuparsi del modo in cui il denaro sta diventando scarso. Questo è molto spaventoso per molti che hanno bisogno di esso per mantenere le loro case e sfamare le loro famiglie. La seconda difficoltà è la mancanza di una guida spirituale significativa nella loro vita che era stata, fino ad ora considerata importante. 

Perdete il vostro reddito e perderete le vostre aspirazioni ai beni di lusso del mondo. A cosa serve un‟auto di lusso quando non è possibile nutrire la vostra famiglia? A che serve un bel vestito quando non è possibile tenervi in caldo in una casa che non potete permettervi di riscaldare adeguatamente? E‟ solo quando i Miei figli si trovano privi degli eccessi a cui erano abituati che capiscono la realtà in cui  sono stati immersi. 

Oggi i bisogni primari devono essere la vostra priorità. Dopo  di ciò dovete chiedervi che cosa è importante? Una volta che siete nutriti e vestiti, che cosa allora? Voler fare meglio degli altri non è più importante quando si sta cercando di sopravvivere alle cose essenziali. L‟invidia della ricchezza del prossimo e il suo stato non contano più. E‟ solo allora che ricercherete il benessere spirituale che è scomparso da tanto tempo dalla vostra vita. 

Nella vostra ricerca di trovare conforto nell‟animo, tornate a Me e al Mio Eterno Padre, il Dio Creatore di tutte le cose .Non siate tentati di ricercare rimedi presso guaritori spirituali, a meno che non Mi rappresentino. Non cercate sollievi artificiali in stimolanti per alleviare il vostro dolore e la vostra tristezza. L‟unico modo per liberarsi della preoccupazione e dell‟angoscia è rivolgersi a Me, Gesù Cristo il Salvatore. 

Sto aspettando ora. Chiedetemi di aiutarvi e Io vi fornirò i bisogni primari. Io vi fornirò sempre quello che volete. Ma dovete prima chiedermelo. Non tenete mai le vostre preoccupazioni per voi. Condividetele con Me. Consegnatemi tutte le vostre preoccupazioni. Risponderò immediatamente. Perché Mi riempie di gioia quando vi fidate di Me completamente. Vi amo tutti. 

Il vostro devoto Salvatore Gesù Cristo, 

Re di Misericordia e di Compassione. 

26 Maggio 2011

La santità sacerdotale

 


1. Gli obblighi del chierico

I chierici potrebbero inorgoglirsi di questa funzione sublime data loro da Dio. Partecipare al Sacerdozio di Nostro Signore Gesù Cristo, che elevazione, che sublimità, che grandezza! Allora la Chiesa ricorda a quelli che diventano chierici quali sono i loro obblighi41.

Gli obblighi del chierico42 si riassumono nella necessità di tendere alla perfezione. La Chiesa perciò gli chiede la pietà, l’obbedienza, la scienza, la castità e un modo di vivere conforme al proprio stato.

Che obblighi ha il chierico di fronte alla santità, al cammino della perfezione? E’ più o meno avanzato nella via della santità di coloro che fondano una famiglia cristiana e che restano nelle varie religioni43 senza diventare sacerdoti?

Io penso che questo obbligo di santità sia maggiore44, per il semplice fatto di entrare nel chiericato e voler diventare sacerdoti45.

 Dopo i privilegi dei chierici, il diritto canonico parla dei loro obblighi. E’ molto esplicito e molto preciso. Ecco il primo canone, il canone 124: “I chierici devono coltivare una vita interiore ed esteriore più santa dei laici, in modo tale da mostrare l’esempio delle loro virtù nella pratica.” E’ molto breve, ma, in due righe, la Chiesa esprime la sua idea di chierico. Perché il diritto canonico è un libro giuridico, si crede che non ci sia nulla di adatto ad elevare le anime, è assolutamente falso! Si sarebbe potuto evitare questo canone, ma la Chiesa, attraverso il diritto, interviene per aiutare il chierico ad acquisire la santità46. 

Il cristiano che non entra nel chiericato ha già un obbligo di perseguire la santità, in qualità di battezzato, di cresimato. Deve compiere le promesse del proprio battesimo: “Io rinuncio a Satana, ai suoi scandali, ai suoi peccati, e mi lego a Gesù Cristo per sempre.” Non è una promessa vana, è seria! Il sacerdote, mettendo al tempo stesso il velo bianco sulla testa del bambino e consegnandogli il cero tramite il padrino e la madrina, dice: “Osserva i comandamenti di Dio, e allora avrai la vita eterna. Conserva intatta la purezza della tua anima come questo telo di cui sei ricoperto.” Ecco l’obbligo che il cristiano assume per tutta la vita, ovunque vada e, di conseguenza, anche se resta in quel che chiamiamo il mondo. Egli è nel mondo, ma non deve essere del mondo. Quindi ha l’obbligo di andare ad offrirsi al Santo Sacrificio della Messa, ma lo fa mediante il ministero dei sacerdoti47. Non può salire lui stesso all’altare per offrire il Sacrificio e fare l’oblazione della sua famiglia e di tutto quello che ha. Dio ha voluto che ci fossero dei sacerdoti che partecipino al suo Sacerdozio e siano gli intermediari tra Lui e il popolo fedele. 

I religiosi, pronunciando i voti, s’impegnano ad essere santi ancora più solennemente dei semplici fedeli. Davanti a Dio, davanti alla Chiesa, essi pronunciano i loro voti di religione per legarsi alla santità, pubblicamente e ufficialmente, con i tre voti di povertà, di castità e d’obbedienza. Ma, anche se l’obbligo assunto dal religioso che pronuncia questi voti è serio, è importante davanti alla Chiesa, davanti a Dio, tuttavia, come il semplice fedele, egli non può salire all’altare ad offrire il Sacrificio perché non è chierico, perché non è sacerdote. Egli non partecipa al Sacerdozio di Nostro Signore Gesù Cristo. Mentre il chierico, che s’impegna a partecipare al Sacerdozio di Nostro Signore Gesù Cristo, con la sua funzione s’impegna alla santità. Non s’impegna soltanto con una promessa fatta davanti a Dio, davanti agli eletti del Cielo, davanti alla Chiesa. La sua propria funzione è una funzione santa perché egli partecipa al Sacerdozio di Nostro Signore Gesù Cristo. Essere sacerdote e non cercare la santità, è una contraddizione in termini. Il sacerdote deve essere santo essenzialmente per l’Ordine che riceve48

Padre Emmanuel parla della Chiesa e della santità. Fa delle riflessioni bellissime sul potere delle anime sante. Cita le parole di sant’Agostino: “ ‘Colui che può capire in che modo Dio, autore di tutte le creature, le governi per intercessione delle anime sante, di cui fa i suoi ministri in Cielo e sulla terra (perché è Lui che fa sì che lo siano e, nella creazione, esse occupano il primo posto); colui che può capirlo, lo capisca, ed entri così nella gioia del suo Signore49.’ Con queste parole magnifiche, il gran dottore ci apre la porta, e c’introduce egli stesso nella gioia del Signore.(…) Dunque nella Chiesa c’è una gerarchia visibile; ma questa gerarchia è dipendente dalla misteriosa gerarchia delle anime sante50.”

Per diritto, sono i vescovi, i sacerdoti e tutti quelli che sono negli ordini a dover essere più vicini a Dio ma, in effetti, ce ne sono altri, sono le anime sante. Allora quelle anime, Dio le considera con amore, con misericordia, a tal punto che esse sono i parafulmini della giustizia di Dio e sono all’origine delle numerose grazie concesse ai fedeli, alla Chiesa ed a tutte le anime.

Ma è più che normale che quelli che sono chiamati a dare le grazie con i sacramenti, con il Santo Sacrificio della Messa, attirino ugualmente le grazie del buon Dio con la loro preghiera, con la loro santità. 

La Chiesa chiede che i suoi sacerdoti cerchino di essere più santi dei laici, poiché sono sempre in mezzo alle cose sacre. Il sacerdote, sacerdos, è chiamato a dare le cose sacre, sacramenta, e a fare delle cose sacre, sacrificio. Il sacerdote è sempre nelle cose sacre. Che sono le cose sacre? Sono delle cose divine, che avvicinano a Dio, che uniscono a Dio. Il sacerdote è sempre in quel contesto lì. E potrebbe non avere in sé le virtù del sacro? Potrebbero le virtù di Dio non risplendere in lui? 

E’ per questo che lo spirito di dissacrazione, di laicizzazione, di profanazione, che è comparso dopo il concilio ed anche prima del concilio, è una cosa terribile. E’ veramente l’abbandono di Dio da parte dei sacerdoti, non essendo più essi degli uomini di Dio, delle persone sacre. E’ tristissimo per i fedeli. Allora, il sacerdote deve più che mai capire la sua vocazione alla santità51

Quali sono i mezzi che la Chiesa chiede di usare ai chierici per vivere più santamente dei laici? La Chiesa chiede la pietà, l’obbedienza, la scienza, la castità ed una vita decente secondo il loro stato di chierici. Ecco le cinque cose che annota la Chiesa nella sua legge perché i chierici siano veramente degni di ricevere le funzioni che vanno ad esercitare. Questo riveste un’importanza considerevole per la santità della Chiesa52.

Canone 125: “Gli ordinari dei luoghi53[cioè i vescovi e quelli che hanno la responsabilità dei chierici] devono vigilare a che i chierici accedano frequentemente al sacramento della penitenza.” Frequentemente: alcuni dicono ogni settimana, altri reputano che basterebbe la confessione mensile. Penso che si possa fare la media e dire almeno ogni quindici giorni. D’altronde, è ciò che in genere è necessario per lucrare le indulgenze in modo regolare. 

Inoltre, “che gli ordinari vigilino a che tutti i chierici facciano almeno per un po’ l’orazione mentale ogni giorno”. Che significa “per un po’”? L’autore dice una mezz’ora, “una mezz’ora d’orazione mentale, tutti i giorni”. E’ praticamente quello che facciamo noi. 

“Che visitino il Santo Sacramento”. Se i sacerdoti osservassero solo il diritto canonico, essi si santificherebbero certamente e santificherebbero gli altri, perché non c’è niente di più edificante per i fedeli di una parrocchia del vedere il parroco, il vicario, trascorrere un po’ di tempo in orazione in cappella, nella parrocchia, anche se è solo. Vedendolo, i fedeli si dicono: Almeno, quel sacerdote lì, ci crede! Mentre quando vedono il sacerdote nella propria chiesa solo per svolgere il suo compito (dire Messa, confessare, battezzare, predicare...) un po’ come un funzionario che va in ufficio, non è normale. Il sacerdote il cui presbiterio, come capita spesso, comunica direttamente con la chiesa, e che non va mai a fare una visita al Santo Sacramento, né un’orazione mentale, non obbedisce al diritto canonico: “Che visitino il Santo Sacramento.” 

Il canone continua: “Che recitino il rosario, che dicano la corona, che facciano il loro esame di coscienza.” Tutto questo è nel diritto. 

Canone 126: “Tutti i sacerdoti secolari [a maggior ragione i sacerdoti che, come voi, fanno parte di una società clericale ed hanno quindi un dovere ancora maggiore di santificarsi] devono fare il loro ritiro ogni tre anni.” Tuttavia, la frequenza deve essere stabilita dall’ordinario. Così, il vescovo può domandare ai sacerdoti di fare il ritiro ogni anno. Qualche volta è un po’ più difficile, allora il vescovo suddivide il proprio clero per fare i ritiri sacerdotali. In generale, un tempo era osservato in modo molto rigoroso. 

“Nessuno può essere esentato da tale obbligo se non chi abbia ricevuto un’esenzione speciale dal proprio vescovo o superiore.” Più tardi, sarete invitati al ritiro dei sacerdoti che ha luogo ogni anno a Ėcône, prima del rientro dei seminaristi. 

Canone 135: “I chierici che sono negli ordini maggiori sono tenuti all’obbligo quotidiano della recita integrale delle ore canoniche.” Voi sapete come stanno le cose attualmente. Ho avuto tra le mani il nuovo breviario. Quando leggiamo le considerazioni all’inizio del nuovo breviario, detto la “liturgia delle ore”, naturalmente tutto in francese, constatiamo che praticamente non c’è più obbligo sotto pena di peccato grave e che, per la minima ragione, ci si può dispensare dal breviario. E’ assolutamente contrario al diritto. Attualmente non resta più granché degli obblighi dei chierici. 

 Il canone 127 stipula che al di fuori dell’obbligo comune che incombe a tutti i fedeli, “i chierici, ed in particolare i sacerdoti, sono tenuti da un obbligo speciale a mostrare reverenza ed obbedienza ai loro superiori ed ai loro ordinari”.

Gli ordinari, sono a un tempo i vescovi, gli abati delle abbazie per esempio, i vicari apostolici, i prefetti apostolici nelle missioni e poi anche i superiori di congregazioni religiose che sono approvate da Roma.

Canone 128: “Il chierico che ha un incarico conferitogli dal suo ordinario, deve svolgerlo in modo che convenga ai fedeli.” Per esempio, un chierico non può rifiutare di predicare dicendo: Io, ho paura di predicare, non riesco a predicare, non posso… 

Canone 130: “Normalmente i chierici dovrebbero ancora sostenere degli esami almeno qualche tempo dopo aver ricevuto il sacerdozio.” E’ previsto dal diritto. Per obbligare i giovani sacerdoti a proseguire gli studi, i vescovi dovrebbero organizzare degli esami ogni anno, per tre anni dopo l’ordinazione sacerdotale, nelle varie discipline delle scienze sacre. Così, un sacerdote non potrebbe dire: Adesso, basta, non apro più un libro. Ho una bella biblioteca…ma è coperta di polvere! 

Canone 132: “I chierici che sono negli Ordini maggiori non possono contrarre matrimonio e sono tenuti a conservare la virtù di castità. Essi devono sapere che, quando peccano gravemente contro la castità, contemporaneamente commettono sacrilegio.” Guardate com’è considerato il chierico. La Chiesa parla di sacrilegio per il peccato contro la castità a causa dell’offesa che questo peccato reca al carattere sacro. Il secondo paragrafo precisa che i chierici che sono negli Ordini minori, se si sposano, perdono per il fatto stesso lo statuto clericale.

Il canone 133 tratta delle relazioni con le donne, in modo generale, nei presbiteri: “Che i chierici badino a che le donne che potrebbero tenere nel presbiterio non possano essere oggetto di alcun sospetto.” 

Si aggiunge, molto più chiaramente, che non si devono tenere nel presbiterio donne di dubbia reputazione o che non siano esemplari. I chierici, infine, possono tenere a casa loro solo quelle aventi una relazione naturale tale che non si possa sospettare un male qualsiasi come la madre, la sorella, la zia, o quelle che hanno un’onestà conosciuta da tutti, o di età avanzata. Evidentemente, è riservato al vescovo giudicare se tale persona possa abitare nel presbiterio o no.

 Vedete, il diritto è severo. Dice che, se dei chierici abitano con delle persone per cui sussista qualche dubbio e non obbediscono alle prescrizioni del loro vescovo, sono presunti concubinari. La Chiesa con questo vuole proteggere la virtù del sacerdote e la reputazione della Chiesa.

Canone 134: “La vita comune tra i chierici è un’abitudine lodevole e, laddove esista in una diocesi, bisogna conservarla il più possibile.” Dunque la Chiesa auspica che i sacerdoti vivano in comune. Questo non è stato sempre possibile, perché hanno talmente moltiplicato le parrocchie che i sacerdoti la maggior parte del tempo si sono trovati soli. Questa non è stata una cosa molto buona.

Vedete che sono stati i vescovi a cercare di dare ai loro sacerdoti una vita comune. Sant’Agostino è stato uno dei primi per il suo clero. Ha avuto prima una specie di piccola comunità intorno a lui, che hanno definito i canonici regolari. I canonici regolari sono quelli che seguono un regolamento comune. Canonico, in latino canonicus, viene dal greco κανόνας, che vuol dire canone, cioè regola. Dunque, i canonici regolari di sant’Agostino hanno dato vita a delle congregazioni e, più tardi, hanno fondato differenti collegiate. Una collegiata era una parrocchia di cui s’incaricava un collegio di canonici che avevano una vita in comune e regolare, pur essendo secolari. I canonici non erano dei religiosi, ma dei sacerdoti secolari. Così, per molto tempo, questo costume di sant’Agostino nell’organizzare i chierici si è diffuso in tutta Europa. San Francesco di Sales ha fatto la stessa cosa. Ha istituito una specie di regolamento per i suoi sacerdoti, dei sacerdoti secolari che vivevano in comune. 

La collegiata era una parrocchia importante e, da essa, i canonici servivano i paesi limitrofi. E’ un po’ così che attualmente sono organizzati i nostri priorati. Noi abbiamo il priorato in cui i sacerdoti pregano insieme, si ritrovano insieme. Noi oggi rifacciamo ciò che i vescovi hanno fatto fin dalle origini del cristianesimo. Per secoli, le cose sono andate in questo modo. Non è che alla lunga che, a causa dell’aumento del numero dei sacerdoti, si è finito per moltiplicare le parrocchie e disperdere i sacerdoti. 

E poi i vescovi non sono riusciti a conservare questa struttura, perché c’erano già dei canonici che chiedevano l’autorizzazione per avere la loro piccola casa privata e cominciavano ad avere una certa indipendenza. E’ così che, in molti vecchi paesi, possiamo osservare una via detta “via dei Canonici”, perché i canonici non vivevano già più in comune ma in piccole case individuali, le une accanto alle altre. Così, piano piano, i legami tra sacerdoti si sono allentati, a tal punto che ognuno ha vissuto nella propria casa. Questa non è stata una buona cosa, e oggi si possono vedere i risultati generati da tale situazione.

Notate quindi come il diritto canonico incoraggi per i chierici la vita comune. 

Vedete allora come, a maggior ragione, noi la possiamo raccomandare ad una società di chierici come la nostra. In effetti, una delle ragioni d’essere della Fraternità sacerdotale San Pio X, è di aiutare i sacerdoti secolari che non sono membri della Fraternità a vivere santamente il loro sacerdozio. Ecco perché è importante dare l’esempio di una vita sacerdotale regolare, in cui si prega, si vive in comune e si ha una vita al tempo stesso fervente e povera. Anche se non facciamo voto di povertà, noi facciamo comunque delle promesse di povertà. Credo che dobbiamo manifestare anche questa virtù. E desideriamo che quei sacerdoti, che sono vicini a noi, possano venire nei nostri priorati a fare dei ritiri per ritrovarvi l’aiuto spirituale di cui hanno bisogno, loro che sono spesso talmente isolati54.

Mons. Marcel Lefebvre


Non smettere di amarmi

 


Mi attendi così da sempre, ancora, ogni volta. 

Non vedi niente di brutto in me, niente di male.

 Mi aspetti per sorridermi 

ed aprire le braccia e sussurrarmi: 

“Porta tutto a me: la tua paura, 

la tua solitudine, 

la tua ferita, il tuo dolore!

Vieni, fermati, lascia tutto qui!”.

E continui a guardarmi e mi ami.

Ami questa tua creatura imperfetta

che implora calore e bontà

 dalla tua perfezione.

Ami la tua canna al vento che non si spezza

 grazie alle radici ed alla linfa 

che vuoi ancora darle.

Ami questo scrigno gelato dall’errore, 

dalla diffidenza, dalla resa, dalla confusione

e lo rendi vivo, caldo e forse capace 

di gioire e di amare.

Ti prego, non smettere di amarmi. Amen.


PRESTO RAPIRÒ I MIEI FIGLI, LI RICOLMERÒ DELLA MIA GRAZIA.

 


Carbonia 03.08.2022  (*009 ap. 03-08-22)

Presto rapirò i miei figli, li ricolmerò della mia grazia.

Amore e pace a voi figli miei adorati.

Ecco, il tempo è giunto per il nostro incontro, tutto è pronto, preparate i vostri cuori, siano essi nella purezza perché Io li possa riconoscere e sollevare subito a Me.

Il cataclisma è in atto: … un fuoco divamperà, la Terra brucerà e nulla resterà in piedi di ciò che non Mi appartiene.

Presto rapirò i miei figli, li ricolmerò della mia grazia, molti li rimanderò nel mondo a recuperare le anime di coloro che Mi rifiuteranno ancora, nonostante i segni che vedranno.

Questa stagione andrà, il nuovo tempo verrà.

Amati del vostro Signore, opererò i miei miracoli su di voi, sarete le mie mani, i miei piedi, la mia voce, urlerete la mia santa Parola, istruirete nella Mia Dottrina, Io Dio, attraverso i miei eletti farò miracoli infiniti di guarigione e liberazione.

Non sprecate i vostri giorni in bagordi e ubriachezze o genti tutte, … il Giorno del Signore arriverà all’improvviso. Provvedete ora alla vostra conversione, non rimandate a domani perché tutto è compiuto, non c’è più tempo.

Il tuono sta per essere avvertito su tutta la Terra, questa Umanità scellerata piangerà per la sua stoltezza, per non aver preso in considerazioni gli appelli del Cielo, per non aver chiesto perdono per le proprie colpe: … il peccato è il male che vi trascinerà alla grande sofferenza, o uomini.

Tutto è per succedere, convertitevi in fretta, prima che il cielo diventi incandescente e la luna si tinga di sangue.

Salvate la vostra anima! Pietà di voi o uomini, pietà!

Ecco, Dio ha parlato!