venerdì 5 agosto 2022

GLORIA ALLA SANTA CROCE

 


(Vol. 3°, 2 Marzo 1900) 

Questa mattina, avendo fatto la santa Comunione, il mio dolce Gesù si è fatto vedere  crocifisso ed internamente mi sono sentita tirata a specchiarmi in Lui, per potermi  rassomigliare a Lui, e Gesù si specchiava in me, per tirarmi alla sua somiglianza.  

Mentre così faceva, io mi sentivo infondere in me i dolori del mio crocifisso  Signore, che con tutta bontà mi ha detto: “Il tuo alimento voglio che sia il patire, non  come solo patire, ma come frutto della mia Volontà. Il bacio più sincero che lega più  forte la nostra amicizia è l’unione dei nostri voleri, e il nodo indissolubile che ci  stringerà in continui abbracci sarà il continuo patire”.   

Mentre ciò diceva, il benedetto Gesù si è schiodato, ha preso la sua croce e l’ha  distesa nell’interno del mio corpo, ed io sono rimasta pure tanto distesa che mi sono  sentita slogare le ossa; per di più, una mano, ma non so dire certo di chi fosse, mi ha  trapassato le mani e i piedi, e Gesù che stava seduto sulla croce distesa nel mio interno,  tutto si compiaceva del mio patire e di colui che mi trapassava le mani, e ha soggiunto: 

“Adesso mi posso riposare tranquillamente, non ho da prendermi neppure il fastidio  di crocifiggerti, perché l’ubbidienza vuole operare tutto essa, ed Io liberamente ti  lascio nelle mani dell’ubbidienza”.  

E sfuggendo da sopra la croce, si è messo sopra il mio cuore per riposarsi. Chi può  dire quanto sono rimasta sofferente, stando in quella posizione? Dopo essere stata per  lungo tempo, Gesù non si brigava di sollevarmi come le altre volte, per farmi ritornare  nello stato mio naturale. Quella mano che mi aveva messo sulla croce non la vedevo  più. Lo dicevo a Gesù, che mi rispondeva: “Chi ti ha messo sulla croce? Sono stato  forse Io?  È stata l’ubbidienza, e l’ubbidienza ti deve togliere”.   

Pare che questa volta avesse voglia di scherzare e di somma grazia ho ottenuto che il benedetto Gesù mi liberasse. 


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