domenica 7 agosto 2022

L’UOMO VOLGE IL SUO CUORE AL DEMONIO, SI È PRIVATO DEL SUO DIO CREATORE PER SEGUIRE LUCIFERO!

 


Carbonia 06.08.2022 ore 16.37

L’uomo volge il suo cuore al Demonio,
si è privato del suo Dio Creatore per seguire Lucifero!

Dio Padre, l’Onnipotente Jahwè dice:

Miei amati e devoti figli, a voi, con tutto il mio Amore vengo a donarvi di Me, il vostro Dio vi ama infinitamente e vi benedice.
Mentre voi che vi siete inginocchiati a Satana sarete destinati a seguirlo all’Inferno.

Ecco, sono giunti i giorni predetti dall’Apocalisse: la guerra, la schiavitù, la fame e le malattie impereranno su questa Umanità caduta nelle miserie del Demonio.

L’ira di Dio Padre è prossima! L’uomo volge il suo cuore al Demonio, si è privato del suo Dio Creatore per seguire Lucifero, … brucerà all’Inferno!

Rullano i tamburi a morte, se non vi ravvedrete in tempo, segnerete la vostra fine.

Una stella verrà giù dal cielo e colpirà la Terra, il frastuono sarà terribile, gli occhi degli uomini urleranno la fine!

Sto per colpire l’America attraverso i suoi nemici, questo popolo un tempo a Me fedele Mi ha voltato le spalle, si è messo contro di Me, ha celebrato un patto con Satana, è caduto nella sua rete mortale. Salverò solo coloro che si sono rifugiati in Me, quei pochi che sono rimasti fedeli a Me, loro Dio Creatore.

Pioggia e grandine verranno giù dal cielo come saette, … distruggeranno le colture, questa Umanità patirà molto.

I fiumi esonderanno, i mari s’innalzeranno e si abbatteranno sulle coste; … temporali mai visti!

Nelle città si udranno i boati delle esplosioni dei combustibili, la gente impazzirà dalla paura.

Avete sfidato il vostro Dio o uomini! Vi siete alleati con il suo nemico!
Pianto e stridore di denti per voi!

Il peccato dei nostri primi genitori - Ven. Anne Catherine Emmerick

 




VECCHIO TESTAMENTO 

Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


Il peccato dei nostri primi genitori 

Ho visto come Adamo ed Eva hanno attraversato per la prima volta il Paradiso terrestre. Gli animali li hanno incontrati e li hanno serviti e accompagnati. 

Ho visto che avevano più a che fare con Eva che con Adamo. Mi è sembrato che Eva avesse più a che fare con la terra e con le creature della natura; guardava più in basso e intorno a sé ed era più curiosa e indagatrice. Adamo era più silenzioso e più rivolto a Dio, il suo Creatore, che alle creature.  

Tra tutte le creature ce n'era una che, più delle altre, aveva preso in simpatia Eva. Era un animaletto indicibilmente piacevole, amichevole e lusinghiero.  Non conosco nessun altro animale in natura che possa essere paragonato a lui.  Era completamente liscio, di corpo snello, sembrava non avere ossa; le sue zampe posteriori erano corte e correva in piedi su di esse3. Aveva una coda che terminava a punta, che arrivava e si allungava sul terreno, e in cima, vicino alla testa, aveva anche due piccole zampe molto corte. La testa era rotonda e dall'aspetto cauto e talvolta mostrava una lingua molto mobile. Il colore del ventre, del petto e del collo era bianco-giallastro, mentre la parte superiore era più scura, quasi come un'anguilla. La sua altezza, in posizione eretta, era come quella di un bambino di dieci anni. Era sempre intorno a Eva, ed era così lusinghiero e civettuolo, così mobile e interessato a mostrare e circondare Eva, che lei trovava grande piacere nella sua compagnia. Eppure c'era qualcosa di misteriosamente spaventoso in questo piccolo animale per me, e ce l'ho ancora davanti agli occhi. Non ho visto né Adamo né Eva toccarlo. Prima della caduta, infatti, c'era una grande distanza tra l'uomo e gli animali. Anche i primi uomini del mondo non li ho visti toccare gli animali, e anche quando gli animali erano addomesticati e più affini agli uomini, erano tenuti molto lontani l'uno dall'altro. 

Quando Adamo ed Eva tornarono in quel luogo splendente, apparve davanti a loro un volto luminoso, come quello di un uomo nobile e severo, con capelli bianchi e luminosi, e mi sembrò che, indicando loro tutta la natura, la donasse e che qualcosa, in cambio, comandasse loro di osservare. Non si sentivano a disagio in sua presenza e lo ascoltavano senza paura. Quando questo Essere è scomparso, mi è sembrato che fossero ancora più felici, più gioiosi, e che capissero di più e trovassero più ordine in tutto ciò che vedevano nella natura. Sentivano un grande desiderio di essere grati, e questo sentimento era maggiore in Adamo che in Eva, la quale trovava più soddisfazione nella sua felicità e guardava più alle cose che al ringraziamento a Dio.  Non era così presa da Dio come Adamo; aveva più anima nella natura. Credo che abbiano attraversato il Paradiso terrestre tre volte. Ho visto Adamo ringraziare e meravigliarsi della bellezza della creazione, sulla piccola collina luminosa dove era stato immerso nel sonno e nelle visioni, per mano di Dio, quando Eva fu creata e tolta dal suo fianco. Adam era solo sotto gli alberi.

Ho visto Eva avvicinarsi all'albero della scienza come se volesse passare oltre. L'animaletto era di nuovo con lei e mi sembrava ancora più lusinghiero, affettuoso e mobile. Eva era entusiasta del piccolo animale e provava un grande piacere a stare in sua compagnia. L'animale si arrampicò sull'albero così in alto che la sua testa raggiunse quella di Eva; si aggrappò all'albero con le zampe.  Girò la testa verso Eve e parlò. Diceva che se avessero mangiato del frutto dell'albero sarebbero stati liberi e non più schiavi, e che avrebbero saputo come sarebbe stata la forma della loro prole. Sapevano già che avrebbero avuto una discendenza; ma ho capito che non sapevano ancora come Dio voleva, e che se lo avessero saputo avrebbero comunque peccato, la redenzione non sarebbe stata possibile. Eva divenne sempre più curiosa delle cose che il serpente le diceva. Qualcosa l'ha colpita e l'ha fatta sprofondare nell'oscurità. Ho tremato per lei. Guardò verso Adam, che era assorto sotto gli alberi. Lei lo ha chiamato e lui è venuto a chiamarla. Eva gli andò incontro e poi si allontanò. C'era un'esitazione, un'inquietudine in lei. Si voltò indietro come se volesse oltrepassare il luogo dell'albero; ma si avvicinò dal lato sinistro e si fermò dietro di esso coperto dalle lunghe foglie cadenti. L'albero era più largo in cima che in fondo e le foglie pendevano pesantemente al suolo. Sul lato dove si trovava Eva era appeso anche un frutto particolarmente bello. Quando Adamo giunse sul posto, Eva lo prese per un braccio e gli indicò l'animale che tirava, e anche Adamo ascoltò le sue parole. Quando lo prese per il braccio, era la prima volta che lo faceva. Adam non l'ha toccata e ho visto che c'era già l'oscurità. Vidi che il serpente indicò il frutto, ma non osò coglierlo per Eva.  Ma non appena Eva espresse il desiderio di avere il frutto, il serpente lo colse e lo porse a Eva. Era il frutto più bello al centro di un grappolo di cinque frutti appesi all'albero. Ho visto che Eva si avvicinò ad Adamo con il frutto e glielo diede, perché senza il suo consenso la colpa e il peccato non si sarebbero realizzati prima. Ho visto come il frutto si sia rotto nelle mani di Adamo e che egli abbia visto delle figure all'interno.  Sembrava che fossero venuti a conoscenza di ciò che era bene per loro ignorare. L'interno del frutto era attraversato da vene color sangue. Li ho visti oscurarsi, perdendo lo splendore che li avvolgeva, e i loro volti hanno perso la serenità. Mi sembrava che anche il sole si stesse ritirando. Il serpente scese dall'albero e fuggì a quattro zampe. 

Non l'ho visto mangiare il frutto, come si fa attualmente, con la bocca; ma il frutto è scomparso tra le sue mani. Ho capito che Eva aveva già peccato quando il serpente era sull'albero, poiché la volontà di Eva era già con il serpente. Poi ho capito qualcosa che ora non riesco a spiegare bene. Era come se il serpente fosse la figura e la rappresentazione esteriore della volontà di Eva, come di un essere con il quale potevano fare e ottenere tutto. In questa volontà (in figura) entrò Satana. 

Con l'assaggio del frutto proibito il peccato non era ancora completo; ma questo frutto di un tale albero, che getta i suoi rami nella terra e riproduce nuove piante dello stesso tipo, che poi fanno la stessa cosa quando affondano nel terreno, ha in sé il significato di un trapianto e di una riproduzione della propria potenza, e questa riproduzione è come un trapianto peccaminoso, separato da Dio. In questo modo, la separazione della creatura dal suo Dio e la riproduzione in sé e per sé, e l'amore per sé, nella natura umana si sono realizzati attraverso la disobbedienza e la degustazione del frutto. L'assaggio del frutto, che aveva in sé questo significato e questo concetto, ha comportato un'inversione, un ritorno indietro nella natura, e ha portato il peccato e la morte. La benedizione di una discendenza santa e pura in Dio e da Dio, che Adamo aveva ricevuto dopo la creazione di Eva, gli fu tolta dopo aver assaggiato il frutto. Ho visto come, mentre Adamo lasciava il suo posto sulla collinetta per andare da Eva, che lo chiamava, il Signore si avvicinò dietro di lui e prese qualcosa dal suo corpo. Ero convinto che la salute del mondo dovesse venirne fuori. Una volta, durante la festa dell'Immacolata Concezione di Maria, ho avuto una visione di Dio su questo mistero. Ho visto che in Adamo Eva racchiudeva la vita corporea e spirituale di tutti gli uomini, e come con il peccato e la caduta questa vita si sia corrotta e mescolata, e come gli angeli caduti abbiano poi acquisito potere sugli uomini. In questa visione ho visto come la seconda Persona della Santa Trinità sia scesa su Adamo e con una specie di coltello ritorto gli abbia tolto la benedizione prima che egli acconsentisse al peccato. Nello stesso momento vidi la Vergine Immacolata uscire, come dal fianco di Adamo, da dove gli era stata tolta la benedizione, e librarsi come una nuvoletta luminosa verso Dio nella sua gloria4. 

Assaggiando il frutto proibito Adamo ed Eva si trovarono per così dire intossicati e, acconsentendo al peccato, operarono in loro un cambiamento molto grande. C'era poi il serpente in mezzo a loro. Furono come penetrati dall'essenza di quell'essere e la zizzania fu vista tra il buon grano. La circoncisione fu istituita come penitenza e castigo. Come si pota la vite perché il frutto, il vino, non sia selvatico e la pianta sterile, così si doveva fare con l'uomo perché fosse di nuovo nobilitato. 

Una volta, quando mi è stata mostrata in visione la riparazione della colpa, ho visto un'immagine in cui Eva usciva dal fianco di Adamo e stava già allungando il collo verso il frutto proibito, correndo in fretta e abbracciando l'albero. E poi ho visto un'altra immagine in cui, al contrario, Gesù, nato dalla Vergine Immacolata, correva verso l'albero della croce e lo abbracciava. In questa occasione vidi che la progenie di Eva, oscurata dal peccato, fu purificata dalle sofferenze di Gesù, e capii che il piacere proibito deve essere strappato dalla carne dell'uomo con il dolore della penitenza. Le parole dell'Epistola (Gal. IV, 30-31) in cui si dice che il figlio della schiava non deve essere un erede, le ho sempre intese nel senso che sotto il nome di schiava si intendeva la carne e la sottomissione della carne. Il matrimonio è uno stato di penitenza e richiede abnegazione, preghiera, digiuno, necessità di elemosinare e l'intenzione di accrescere il regno di Dio con i figli. 


Sembra che ci si rivolga a Dio con una risoluta ed audace parola: “Vattene!”

 


Mai, in nessuna epoca storica non si è visto un tale innalzamento di scudi contro Dio, mai nessuna generazione non ha sciolto in modo così assoluto, ogni patto con il cielo. Sembra che ci si rivolga a Dio con una risoluta ed audace parola: “Vattene!” Ma sappiate che non si costruisce nulla di solido senza dare a Dio il posto che gli spetta di diritto.  

Il mondo moderno grida facilmente “Dio e la preghiera sono cose del passato, oggi i tempi sono cambiati e viviamo  la  nostra  epoca”.  E  così  si  ricercano i soldi, il piacere e i godimenti. 

Si i tempi sono forse cambiati, ma Dio che è Legge e Giudice, non cambia.


Quante anime finiscono nell’inferno per mancanza di umiltà. Vorrebbero essere in primo piano, glorificate, ammirate come degli dei sulla terra: non stancarti di pregare e di supplicare per i poveri peccatori.


L’orgoglio genera nell’uomo il disgusto, il ribrezzo per le cose di Dio, la preghiera e paralizza in particolare ogni sviluppo di vita interiore della grazia, annebbia lo spirito, indebolisce la volontà, portando all’indebolimento dell’anima, che poco per volta cade in un crescente rovinoso distacco da Dio ed un immediato attaccamento ai beni terreni ed ai piaceri della carne. L’anima diventa allora impegnata, come in una paurosa morsa, in un concetto puramente materialista della vita. 


DOGMA E DOTTRINA CATTOLICA INFALLIBILE CHE DEVE CONOSCERE

 


CONTRO GLI ERETICI E DI PREGARE IN COMUNIONE CON GLI ERETICI


ST. TOMMASO CONTRO LA COMUNIONE CON GLI ERETICI

Vediamo ora cosa dice San Tommaso sugli eretici.

San Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, Tertia Pars, Questione 82, Art.  9: "Rispondo che, come è stato detto sopra, i sacerdoti eretici, scismatici, scomunicati o anche peccatori, pur avendo il potere di consacrare l'Eucaristia, non ne fanno un uso appropriato; al contrario, peccano usandola. Ma chi si comunica con un altro che è in peccato, diventa partecipe del suo peccato". Innanzitutto, voglio chiarire che la seconda parte di questa citazione di San Tommaso (che è stata estrapolata dal contesto da alcuni individui) sarà trattata a breve nella sezione delle principali obiezioni. Tuttavia, San Tommaso sta chiaramente insegnando (in accordo con i Papi) che chi frequenta consapevolmente le chiese di eretici, scismatici o persino sacerdoti peccatori (scomunicati), diventa partecipe del loro peccato. E sebbene si possa avvicinare lecitamente un sacerdote peccatore fino a quando la Chiesa non avrà emesso la sua sentenza su di lui, non si può tuttavia avvicinare un sacerdote notoriamente o notoriamente eretico o scismatico, anche se non dichiarato, poiché non è cattolico.

Un esempio di sacerdote noto e famigerato che deve essere evitato è il seguente: anche se un sacerdote l'eresia o lo scisma di un sacerdote fosse nascosto alla maggior parte delle persone e voi foste forse gli unici a saperlo dopo aver parlato con lui e quindi sapeste che è eretico, allora dovete evitarlo come eretico e non potete avvicinarlo per ricevere i sacramenti. Se, invece, scegliete colpevolmente o consapevolmente di andare da un tale sacerdote eretico, allora state effettivamente contribuendo alle azioni malvagie e peccaminose di questo sacerdote, dal momento che, ricevendo i sacramenti da lui, lo aiutate a commettere peccati mortali e sacrilegi contro nostro Signore; e dal momento che, mostrando comunione esterna con lui, professate a tutti i presenti di avere la sua stessa fede. (Tra l'altro, la maggior parte, se non tutti, i sacerdoti eretici di oggi non sono semplicemente eretici occulti, ma sono di fatto conosciuti come eretici dalle persone che sostengono tutti (o la maggior parte) dei dogmi, cioè nessun battesimo di desiderio, nessuna salvezza al di fuori della Chiesa). Un sacerdote eretico o scismatico pecca mortalmente quando usa i sacramenti, e quindi attira su di sé e su coloro che inganna una fiamma di fuoco eterna che non si spegnerà mai. Quindi, entrando nelle "Chiese" degli eretici si mostra chiaramente a tutti i presenti che si è in comunione con questa persona e che si è d'accordo con le sue eresie. Questo dovrebbe essere assolutamente chiaro a qualsiasi persona onesta.


IMPORRE O MENO

Alcuni obietteranno a questo dicendo: "Posso andare da un sacerdote eretico (ma validamente ordinato) lecitamente per la messa e i sacramenti, purché non imponga la sua eresia o predichi l'eresia dal pulpito".

Risposta: Non importa che il sacerdote imponga la sua eresia o che la predichi dal pulpito, come credono alcuni ingannati. Dimmi, caro lettore. Un eretico è membro della Chiesa anche se non predica la sua eresia dal pulpito e non si impone su di essa? E se un "Papa" diventasse eretico, ma non imponesse le sue eresie, lo considerereste come Papa o andreste da lui per i sacramenti? Secondo queste persone, questo "papa" eretico deve essere un papa valido, o almeno una persona a cui ci si può avvicinare lecitamente per i sacramenti, purché non imponga le sue eresie... Ma è davvero così? Chi mai affermerebbe una simile assurdità? No, in verità, si risponderebbe che non sarebbe un membro della Chiesa, poiché tutti gli eretici sono separati dalla Chiesa, e che quindi consacrerebbe i sacramenti in modo illecito. Quindi, la stessa logica segue qui con i sacerdoti eretici, che siano imponenti o meno, o che predichino l'eresia dal pulpito o meno. Sono tutti da evitare in quanto odiosi eretici che minano la Fede cattolica. (Papa Leone X, Quinto Concilio Lateranense, Sessione 8, ex cathedra).

Papa Leone XIII, Satis Cognitum (n. 9), 29 giugno 1896: "... può essere lecito a qualcuno rifiutare una qualsiasi di queste verità senza per questo cadere nell'eresia? - senza separarsi dalla Chiesa? - senza ripudiare con un solo atto l'intero insegnamento cristiano? Perché tale è la natura della fede che nulla può essere più assurdo che accettare alcune cose e rifiutarne altre... Ma chi dissente anche in un solo punto dalla verità divinamente rivelata rifiuta in modo assoluto tutta la fede, poiché con ciò rifiuta di onorare Dio come suprema verità e motivo formale della fede".

Papa Leone XIII, Satis Cognitum (n. 9), 29 giugno 1896: "La prassi della Chiesa è sempre stata la stessa, come dimostra l'insegnamento unanime dei Padri, che erano soliti ritenere fuori dalla comunione cattolica, ed estraneo alla Chiesa, chiunque si allontanasse minimamente da qualsiasi punto di dottrina proposto dal suo autorevole Magistero".


ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


La Scienza, senza Sapienza, porta al 'nulla'.

Jean Guitton, nel suo saggio in precedenza citato, sostiene al fine di aver quasi voglia di dar ragione ai filosofi Bergson e Teilhard de Chardin e credere - alla luce delle scoperte di questo inizio secolo sulla teoria quantistica - che la materia sia fatta di... spiritualità. 

Le teorie più recenti sulla composizione della materia sembrano - dice Guitton - condurre scientificamente verso lo 'spirito'. 

É un fatto che le distanze fra gli elettroni ed il nucleo dell'atomo sono enormi, che protoni e neutroni sono di una piccolezza straordinaria (10a -15 metri), ma gli adroni sono ancora più piccoli e sono a loro volta composti di 'quarks', 'entità' infinitesimali che raggiungono la misura di 10a -18 metri e che sembrano per ora rappresentare il 'muro' dimensionale in quanto pare che non esista alcuna grandezza fisica più piccola. 

Ci penso sopra e concludo che non è poi tanto spericolato abbinare il concetto di materia a quello di 'spirito', vista l'impalpabilità della materia, anzi visto il 'vuoto' che esiste al suo interno fra le stesse infinitesimali particelle che la costituiscono. 

Bah. Decido di chiudere il 'saggio' di Guitton perché se vado avanti su questa strada non ci capisco più nulla. Nulla! 

 

Luce: 

Vedi a cosa porta la ‘scienza’? Al Nulla! 

Cerca, cerca, scopre molecole, atomi, protoni, neutroni, elettroni, adroni, quarks e poi scopre che in realtà la materia è 'vuoto' e, dopo i quarks... il 'nulla': perché scienza umana e non Sapienza. 

Ma cosa c'è di più semplice di Dio? 

Non basta sapere che la sua natura è spirituale, che voi siete spiriti perché anime spirituali così da lui create? Non basta sapere che Dio è Padre del vostro spirito e voi figli del Padre? Che il Padre vi ama e voi figli dovete contraccambiare amando Lui ed il prossimo nel quale Lui è, come in voi è, essendo tutti figli e fratelli? 

 Perché affannarsi a capire che Dio è soprattutto 'intelligenza suprema' quando invece basta accettare semplicemente quello che Io dico, e cioè che Dio è soprattutto Amore, soprattutto Carità? 

Quel tipo di ricerca scientifica porta non solo alla scoperta del vuoto nella materia ma alla scoperta del vuoto in se stessi perché ci si ritrova privi di ancoraggi, di certezze esistenziali, di riferimenti affettivi di fronte alle amarezze della vita, ci si ritrova infine disperatamente infelici, soli nel mondo dove tutti sono nemici e dove gli amici, i cari, a poco a poco scompaiono inghiottiti dalla materia che si autodistrugge. 

Vedi dove porta la scienza senza Sapienza? Al vuoto esistenziale. Alla disperazione e quindi alla ricerca disperata di surrogati 'affettivi' nelle cose del mondo. Ed allora l'uomo 'scientifico' si abbandona al Mondo, con tutte le sue lusinghe, i suoi miti, i suoi falsi dei: Ricchezza, Potenza, Senso, Satana. 

Ecco dove porta questo tipo di scienza non illuminata da Sapienza: alla perdita dei valori importanti sostituiti da quelli fallaci. 

E la scienza, divulgata dai mass-media, volgarizzata, trascina in questa concezione miriadi di figli, che credono acriticamente a quanto sentono perché nessuno, pochi, si preoccupano di aprire loro gli occhi, pochi si preoccupano di aprire loro le orecchie, quelle del corpo come dello spirito. 

Ecco la necessità dell'apostolato, di questo tipo di tuo apostolato. Devi parlare a quelli come te, che sono come tu eri, parlare loro il tuo linguaggio, il loro linguaggio, e mostrare quindi loro la vera strada: la mia. 

Di che ti preoccupi? Ti manca il coraggio? Te lo darò Io. 

Ti mancano le forze? Te le darò Io. 

Ti manca la volontà? Quella non te la posso dare perché è giusto - ed Io son Giustizia - che dipenda dal tuo libero arbitrio, senza il quale non avresti merito. 

Non ho bisogno di automi ma di coadiutori, coadiutori nella redenzione: perché la Redenzione del Calvario ancora continua e continuerà nei secoli fino alla Fine, continua come Redenzione Eucaristica, continua come corredenzione dei miei eletti che Io chiamo a speciale santa vocazione. 

Perché te? Che importa? Che sai tu dei ' perché' di Dio? 

Comunque anche perché tu puoi, e non devi quindi sciupare i tuoi 'talenti' come faresti se non li usassi. 

Amore per te, quindi, ma amore anche per gli altri che possono essere aiutati da te come altri aiutarono te. 

Vedi che catena? Non catena di 'aminoacidi' ma catena di 'santi' che tutti cooperano nel corpo mistico del Cristo, nella Comunione dei santi. 

Studia pure la scienza, spiegala pure agli altri, ma illuminala della luce della Sapienza, facendo tutti certi dell'unica grande verità: quella della grandezza e dell'amore di Dio, ed allora fai comprendere il senso dell'abbandono fiducioso, il senso della accettazione dei dolori della vita che è solo passaggio e prova, il senso dell'essenza spirituale dell'uomo che deve tornare a Dio. 

Non sono i quarks, non è la materia: spirituale! É la vostra Anima: spirituale! Ed è quella, quella, che dovete salvaguardare e salvare. 

E vedrai allora quanta serenità, come le gioie e soprattutto i dolori verranno filtrati dall'Amore soprannaturale di Dio per essere offerti, nel giorno del Giudizio, sul vostro altare a testificare la vostra figliolanza di intenti: perché saranno gli intenti - perché Io mi accontento delle vostre povere forze, delle vostre povere intenzioni - che vi renderanno meritevoli, nonostante le colpe, del Regno dei Cieli. 

(J. Guitton - G. Bogdanov - I. Bogdanov: 'Dio e la Scienza', Bompiani Editore) 


Guido Landolina 

IL CUORE DEL PADRE

 


Il dramma del peccato e l'amore del Padre

Non é facile per noi rinunciare al sogno di un'umanità e di un universo sviluppatisi in perfetta armonia, in una felicità senza nubi e in un'unione senza conflitti. Ci sembra invece che questo sogno, impossibile a realizzarsi da parte nostra, poiché dobbiamo accettare la situazione creata da un pesante passato, sarebbe stato alla portata del Padre nell'istante in cui il suo sguardo si era creato l'immagine del nostro mondo. Viene istintivo chiedersi perché in quell'immagine il male era previsto. L'amore del Padre per noi non sarebbe stato più grande se subito ci avesse posto al riparo dal peccato, risparmiando all'umanità quelle deviazioni morali di cui abbiamo ancora sotto gli occhi tristi esempi? Dovrebbe essere compito del padre procurare ai suoi figli tutta la felicità possibile e preservarli dal pericolo. Ora, nessun ostacolo poneva dei limiti al Padre: egli poteva formare l'uomo a suo piacimento. Perché, dunque, egli, bontà infinita, non ha escluso il male nella sua creatura?

Il problema si pone in modo tanto più impérioso in quanto il Padre vedeva perfettamente. che cosa il peccato significasse. E' difficile, per noi, rappresentarci la grandezza del peccato, la profondità del male che esso implica. Riusciamo tuttavia a scorgere l'aspetto orribile di certi peccati e sappiamo che la storia umana conta molte cose mostruose. Ma il Padre vedeva bene fin dal principio e la gravità di ogni peccato e l'immensità dei delitti e delle colpe dell'umanità intera. Ora, l'orrore di un tale spettacolo non avrebbe dovuto indurre il suo cuore paterno a non ammetterne la possibilità? Indubbiamente é l'uomo responsabile del proprio peccato, poiché é libero di non commetterlo, e avrebbe potuto evitarlo. Ma perché il Padre ha esposto la sua creatura al rischio della tentazione e perché non ha protetto l'uomo contro se stesso, rendendolo incapace di fare il male?

È la prima obiezione mossa a Dio sull'universo quale egli lo ha creato. Si sa che essa ricorre spesso nel pensiero degli uomini, ed é più frequentemente rivolta a Dio in generale, senza chiamare in causa particolarmente la persona del Padre. Eppure il rimprovero é diretto in modo cuore del Padre, perché pone in discussione la bontà paterna di Dio.

Una seconda obiezione è suggerita dalle conseguenze derivanti dal peccato di Adamo ed Eva. Ci si stupisce della gravità del castigo che seguì a quel peccato, innanzi tutto per coloro che lo avevano commesso e in seguito per tutta la loro discendenza. Non si può non rilevare la sproporzione tra una colpa, la cui gravità è innegabile, ma che sembra compiuta per debolezza, e una punizione che provoca una decadenza radicale per tutta l'umana generazione, condannandola al dolore e alla morte. Anche qui è propriamente il cuore del Padre che è messo in causa. Non è proprio della bontà paterna perdonare gli sbagli dei figli? Grazie all'onnipotenza della sua bontà, il Padre non avrebbe potuto assolvere dalla loro colpa i nostri progenitori, risparmiare loro il castigo di cui erano stati minacciati e, soprattutto, preservare la loro discendenza, che non condivideva la responsabilità del primo peccato? Un atto di perdono immediato e completo non sarebbe stato degno della grandezza del cuore del Padre? Quante sventure e quante miserie sarebbero state eliminate dalla vita terrena! E quante ribellioni segrete delle anime sarebbero state evitate, tutte le ribellioni provocate dal dolore e dalla disperazione! Molti uomini, infatti, non riescono a comprendere come le sventure che li colpiscono possano conciliarsi con la bontà divina e si considerano vittime di un castigo immeritato. Perché il Padre si è attenuto con tanto rigore alla risoluzione di punire severamente la colpa della prima coppia umana?

Vi è infine una terza obiezione, che si ricollega al, dramma stesso della redenzione. In questo dramma noi rileviamo innanzi tutto l'amore che ci ha testimoniato il nostro Salvatore: sacrificando la sua vita per noi, egli ci ha dimostrato come quest'amore arrivasse al limite estremo. Nessuno può negare che nel sacrificio del Calvario non vi sia un dono totale, un eroismo perfetto. La simpatia di Cristo per la nostra sorte, la sua solidarietà con la nostra umana miseria ci appaiono con un'evidenza innegabile; e la sua sofferenza e la sua morte non cesseranno mai di commuoverci e di convincerci. Ma non è altrettanto facile per noi vedere un amore simile nel Padre.

Da parte del Padre non vi è forse una manifestazione d'ira, una vendetta, che per voler abbattersi sul peccato colpisce Cristo? Ricordiamo il ritratto impressionante fatto da Bossuet della vendetta divina che si compiva sul Golgota. Egli descrive con grande efficacia « l'estrema desolazione in cui l'uomo Gesù Cristo è caduto sotto i colpi ripetuti e moltiplicati della vendetta divina ». Dopo aver citato la parola che Dio pronuncia nella Scrittura: « A me la vendetta », soggiunge: « Era dunque necessario, fratelli miei, che egli stesso venisse contro il Figlio suo con tutti i suoi fulmini; e poiché aveva posto in lui i nostri peccati, egli doveva porvi anche la sua giusta vendetta. E lo ha fatto, cristiani: non dubitiamone ». Lo ha fatto in maniera tale che, « non contento di averlo dato in balia della volontà dei suoi nemici, egli stesso, volendo essere della partita, lo ha spezzato e percosso con la sua mano onnipotente ».

Bossuet si appoggia all'autorità di san Paolo, nel quale trova « l'idea terribile » di Gesù Cristo divenuto peccato per noi e fatto per noi maledizione. « Eccolo dunque maledetto da Dio ». Perciò Dio guarda suo Figlio « come un peccatore e muove contro di lui con tutto l'apparato della sua giustizia. Mio Dio, perché vedo rivolto contro di me quel volto con cui sorprendi i reprobi? Volto del Padre mio, dove sei? volto dolce e paterno, io non vedo più nessuno dei tuoi tratti, vedo solo un Dio irritato: Deus, Deus meus! O bontà, o misericordia. Ah, come ti sei ritirato lontano da me Deus, Deus mens, ut quid dereliquisti me? ».

Questo quadro che ci mostra la maledizione di Dio che si abbatte su Cristo e penetra nel fondo della sua anima è terrificante. E come potrebbe darci un'idea attraente del Padre? L'opposizione tra il suo modo d'agire e quello di Cristo è troppo marcata. Mentre tutto è amore in Cristo, che si offre per noi alle peggiori sofferenze, l'atteggiamento del Padre assomiglia troppo alla crudeltà, per non provocare in noi una certa resistenza. Davanti a una tale divergenza di condotta non si potrebbe più dire: tale il padre, tale il figlio. Tra la dolcezza del Figlio e l'ira del Padre il contrasto è estremo: se la prima ci attira e ci seduce, la seconda non può che metterci a disagio. Il fatto che il Padre è onnipotente, sovrano assoluto e non deve rendere conto a nessuno della sua condotta, non basta a far comprendere e accettare un accesso di furore che aveva come oggetto Gesù. L'obiezione contro il cuore del Padre è forse formulata nelle parole che Bossuet mette in bocca a Cristo: « Volto del Padre mio, dove sei? Volto dolce e paterno, io non vedo più nessuno dei tuoi tratti, vedo solo un Dio irritato ». Come ha potuto, il Padre, perdere ad un tratto il suo volto paterno, e perderlo proprio di fronte al suo Figlio diletto?

È in nome della giustizia che si tenta di difendere la condotta del Padre nel dramma di sangue del Calvario. Si fa notare che Dio non è soltanto bontà e misericordia e che egli è tenuto di fronte a se stesso ad agire secondo i principi della giustizia. Ora, la giustizia richiedeva una sanzione contro i peccati degli uomini, una sanzione che doveva avere esecuzione: e fu Cristo a patirla. Così il supplizio del Colgota è stato il risultato di una conciliazione tra la misericordia divina che voleva perdonare agli uomini e la giustizia divina che non poteva concedere quel perdono se non con la punizione del peccato commesso.

Ma con ciò non abbiamo risolto la difficoltà. Innanzi tutto non si comprende bene come si possa qualificare giusta la decisione di applicare a un innocente la sanzione che avrebbe dovuto essere inflitta ai colpevoli. Se la giustizia esige una punizione del peccato, essa la esige esclusivamente per colui che l'ha commesso e vieta di trasferirla su dì un altro.

Considerare un atto di giustizia il supplizio inflitto a Cristo sarebbe dunque una mostruosità, in cui non soltanto la bontà del Padre scompare, ma anche la sua equità; mentre nell'opera della redenzione noi vorremmo trovare ad un tempo la giustizia del Padre e la sua bontà. Quando avessimo spiegato che la sua azione non lede in nulla la giustizia, resterebbe da dimostrare che essa è il frutto del suo amore; ma l'impressione che se ne riceve di primo acchito è contraria. Anche non volendo attribuire al Padre né ira né vendetta alcuna, dobbiamo riconoscergli la posizione di colui che reclama riparazione o soddisfazione per l'offesa sofferta; ed è una posizione assai meno attraente, ai nostri occhi, di quella di Cristo. Mentre il Figlio si offre e si dà sino all'estremo per soddisfare il Padre e salvare gli uomini, il Padre sembra pensare più a se stesso, esigendo un omaggio alla propria persona, un sacrificio in suo onore. Per questo il Padre, a differenza di Cristo, sembra presentarsi a noi sotto un aspetto che non è quello del puro amore.

Tali sono le obiezioni suggerite dal dramma del peccato e della redenzione, obiezioni che tormentano molti spiriti e che possono sfociare in un apprezzamento non del tutto favorevole della bontà del Padre, apparendo questi piuttosto come un essere freddo o incutente timore. Anche inchinandosi davanti a lui, anche accettando la sua volontà, si ha qualche difficoltà a riconoscere il suo amore paterno; e seppure lo si considera Padre, si guarda a lui come a un Padre severo che infligge castighi, e si conserva l'impressione fondamentale che il Padre ci abbia amato meno di quanto ci abbia amato Cristo.

Prima di rispondere a queste obiezioni diciamo subito che in realtà il dramma del peccato e della redenzione, quando sia giustamente compreso, si rivela un'attestazione commovente dell'amore del Padre e che il suo cuore vi figura mosso unicamente dalla bontà. Non vi può essere un'inferiorità del Padre di fronte al Figlio; se tutto é amore in Cristo che ci riscatta, non meno lo è nel Padre che ci salva per mezzo del Figlio suo.

Ma forse é necessaria una maggior riflessione per discernere l'amore del Padre. Il volto amoroso di Cristo é più concreto, più immediatamente accessibile, e la sua bontà, messa in luce dal Vangelo, ci appare con evidenza. L'amore del Padre, invece, si nasconde sotto apparenze che possono dar luogo a interpretazioni errate. Cerchiamo dunque di analizzarlo in rapporto al peccato e nell'opera di redenzione.

Di Jean Galot s. j.


La paura non è per i figli di Dio, la paura è per coloro che hanno seguito satana, perché dovranno affrontare la sua realtà.

 


Rosario - Messaggio ÚNICO


Messaggio di Dio Padre a J. V.


Parla Dio Padre.

Figlioli, che cosa temete di tutto ciò che vi è stato annunciato? Certo, la Purificazione deve avvenire,  per il bene di coloro che hanno svolto il loro compito, con coloro che sono stati veri servitori della Nostra Santissima Trinità.

Se state facendo ciò che dovete fare, cosa temete? Se vi è stata promessa la piena protezione su di voi, anche se, in effetti, come vi è stato detto, dovete soffrire un po', per la vostra purificazione, per godere delle bellezze che abbiamo preparato per il vostro godimento, perché siete stati fedeli nel servizio del vostro Dio.

La paura non è per i figli di Dio, la paura è per coloro che hanno seguito satana, perché affronteranno la loro realtà, affronteranno la loro mancata donazione ai Nostri Mandati, a ciò che siete venuti a fare sulla Terra, che non avete portato a termine con la perfezione con cui avreste dovuto agire, ma soprattutto con l'Amore verso di Noi, che vi abbiamo dato la vita, affinché, essendo servi della Santissima Trinità, vi rallegraste di essere venuti a servirci.

Vi è stato detto molto che il dono della vita non è stato dato a tutte le anime, siete stati scelti per una grande missione, che avete sprecato e, ripeto ancora una volta, avete sprecato una Grazia immensa, con la quale avreste potuto far bella figura davanti a Noi e avreste ottenuto un posto più grande, più bello, più pieno di vita spirituale nel Regno dei Cieli per tutta l'eternità. E, al contrario, tradendo Noi, tradendo i Nostri Ordini, i Nostri Desideri, voi, essendo meno di una formica, meno di un verme, credendovi superiori a Me, il vostro Dio, avete preso l'orgoglio di satana, avete preferito il male, e con esso avete preparato il vostro ritorno, dopo la vostra morte davanti a Me, ma non per godere eternamente, bensì per soffrire eternamente, per il tradimento e il male che avete commesso durante la vostra esistenza sulla Terra.

Voi che avete realizzato, voi che avete goduto lavorando per il vostro Dio, nella nostra Santissima Trinità, la vostra gioia sarà immensa. Vedete, vedete la nostra grandezza, come vi ponete di fronte alla nostra grandezza? Non siete nulla, ma vi abbiamo scelto per essere qualcuno ai nostri occhi e agli occhi dei vostri fratelli, sarete grandi perché avete accettato la vostra missione e ne godrete portandola a termine. Lavorare per Me, il vostro Dio, è un dono immenso per le anime.

Sentite, (lingue...) sentite questa Forza, questo Potere Divino davanti a voi, questi Raggi di Luce così potenti che non potete nemmeno vederci perché la Nostra Forza Divina è così forte davanti a voi.

Guai a quelle anime che hanno preferito seguire l'ingannatore, si perderanno un'eternità di gioia. Perciò, ripeto ancora una volta, Miei piccoli, non temete, non temete, voi che avete obbedito, voi che avete goduto di lavorare per Noi per il bene dei vostri fratelli, per la loro salvezza, la vostra Fede vi assicurerà una gioia eterna, andate avanti, Miei piccoli, Miei piccoli, andate avanti e godete, godete, godete del fatto che siamo felici del vostro lavoro, perché quando arriverete davanti a Noi, è allora che capirete la gioia che abbiamo e la gioia che proverete nel vivere eternamente nel Regno dei Cieli.

Grazie, Miei piccoli.


Apparizioni Mariane

 


Apparizioni Mariane


Marienfried

Il 13 maggio 1940 apparve a Marienfried, Ulm, in Germania, a Barbara Ruess, una giovane di 22 anni che si sposerà e diventerà madre di cinque figli. Maria le insegna a recitare il rosario dell’Immacolata”. Il 25 maggio Maria le dice: «Io sono la mediatrice di tutte le grazie. Così come nessuno può incontrare la Misericordia del Padre, se non tramite il sacrificio di Gesù, così voi non potete essere ascoltati da mio Figlio se non tramite la mia intercessione. Cristo è poco conosciuto perché io sono poco conosciuta ed amata».

La Chiesa ha autorizzato il culto ed il vescovo consacrò il nuovo santuario il 23 luglio 1972.

 

Canada

Maria apparve in Canada nel 1949 ad un’anima straordinaria, che non ha voluto essere conosciuta. Queste apparizioni ed i suoi messaggi furono pubblicati da mons. Breynat († 1954), suo direttore spirituale, nel suo libro “Cinquanta anni nel paese della neve”. Maria parla di un cataclisma che minaccia le nazioni.

«Infelici quelli che rimangono sordi nell’indurimento del loro cuore, ma confidate nel mio Cuore Immacolato e non vi lasciate intimorire. è un colpo dell’inferno che non potrà far male alcuno alle anime giuste e sacrificate. Offrite sacrifici per i poveri peccatori, per i sacerdoti traviati, per le anime che si fecero prendere dalla disperazione». Il 26 novembre 1949 la veggente scrive: «Mentre la Madonna piangeva, mi disse: Solo per un filo sottile posso trattenere la giustizia offesa del Padre celeste. Verranno inondazioni, carestie, terremoti, malattie peggiori della lebbra. Ci sono apostati in questo tempo! Il sangue correrà a fiumi».

Il 27 novembre 1949: «Il rimedio contro questi mali è una conversione radicale di vita. Per il mio Cuore Immacolato, il Cuore di Gesù vuole dare ai poveri peccatori e al mondo il dono della pace. Egli attende una fiducia illimitata nella bontà del suo Cuore divino; bisogna amarlo per mezzo del mio Cuore Immacolato».

Il 14 dicembre 1949: «Se gli uomini non si convertono, arriverà un castigo mondiale».

E mons. Breynat aggiunge: «Il cataclisma spaventoso, che minaccia le nazioni, porta Maria a fare un ultimo sforzo, angustiata davanti alla catastrofe imminente di perdere i suoi figli, riscattati dal sangue del suo Figlio divino».

 

Amsterdam

Tra gli anni 1945 e 1959 la Madonna apparve a Ida Peerdemann ad Amsterdam (Olanda).

Si presenta come Signora di tutte le nazioni e parla di un nuovo dogma mariano: Maria corredentrice, mediatrice ed avvocata di tutte le grazie. Chiede molta preghiera, penitenza e conversione. Le apparizioni ebbero luogo nella sua casa e ne fu testimone il suo direttore spirituale, padre Frehe domenicano.

La prima apparizione avvenne il 25 marzo 1945. Maria le mostrò il rosario e la invitò a recitarlo senza sosta. Vi furono 56 apparizioni, nell’ultima delle quali il 31 maggio 1959, la Madonna le mostrò il globo terrestre, nel quale si vedevano numerosi visi umani di tutte le razze. L’apparizione si concluse con una visione dell’ostia consacrata che irradiava una grande luce, mentre una voce diceva: «Chi mi mangia e mi beve, ottiene la vita eterna».

La veggente aveva esperienze eucaristiche, quando si comunicava. Il vescovo di Haarlem, mons. Bomers, il 31 maggio 1996 autorizzò il culto a Nostra Signora di tutte le nazioni. 

Padre Angel Peña


Vivere nella Divina Misericordia

 


"Gesù mio, questa tua figlia vuole fare con te un patto, sicura che tu l'accetterai volentieri, nonostante le mie molte miserie e debolezze. Io N.N. di nuovo oggi ti dono il mio cuore senza alcuna riserva, per possedere il tuo e poter così esaurire tutte le mie forze nell'amarti, dimenticando me stessa, lavorando sempre unicamente per te e secondo il tuo piacimento".

Serva di Dio Madre Speranza di Gesù




NATI PER ESSERE LIBERI

 


Signore Gesù, grazie per la tua presenza oggi. So che mi ami e mi stai chiamando con il mio nome. Sei venuto per liberare i prigionieri. Grazie per il Tuo amore e la Tua pietà che mi liberano costantemente dai legami e mi riempiono della Tua vita abbondante. Vi lodo, vi benedico e vi adoro. Mi pongo sotto la tua protezione, Signore, e mi copro con il Tuo Preziosissimo Sangue e chiedo agli Angeli, ai santi e alla Tua Beata Madre di intercedere per me.

"Egli vi libera dal vincolo del cacciatore che cerca di distruggervi; ti copre con le sue ali e il suo piumaggio sarà il tuo rifugio" (Salmi 91:3-4)

ANCHE SE MI HAI FERITO: Signore, mi immergo nel perdono profondo per purificarmi da ogni radice di amarezza o risentimento. Ora concentro la mia preghiera sulla persona che mi ha infastidito di più nell'ultima settimana. Perdono quella persona dal profondo del mio cuore e benedico quella persona. Assolvo ogni persona che mi ha ferito nell'ultimo mese da ogni colpa. Gesù, poiché ti amo, dico a queste persone: "Anche se mi hanno fatto del male, non farò loro del male. Li do a Gesù, li perdono, li accetto e li amo così come sono". Con un atto di volontà, perdono tutti coloro che mi hanno ferito dall'inizio di quest'anno. Gesù, benedicili.

"Sradicate tra di voi i disgusti, le esplosioni, la rabbia, le urla e ogni sorta di male. Al contrario, siate buoni e comprensivi gli uni degli altri, perdonandovi l'un l'altro, come Dio vi ha perdonato in Cristo. (Ef 4:31–32)

PER COLUI CHE MI HA FERITO DI PIÙ: Signore, ora prego per la persona che mi ha fatto più male nella vita, colei che è come la fonte di tutto il mio dolore. Io elevo questa persona a Te, affinché riceva la Tua benedizione.

"Comportatevi e perdonatevi l'un l'altro, se uno ha motivo di lamentarsi contro un altro". (Col 3,13)

MI PERDONO: Signore Gesù, Ti chiedo la grazia di perdonarmi veramente per il mio più grande peccato, per la più grande mancanza di fede nel mio rapporto con Te. Mi perdono per questo, Signore. Tu mi hai perdonato e ora ricevo da Te la grazia di perdonarmi veramente.

"La pace di Cristo regni nei vostri cuori" (Cor 3,15)

SIGNORE, TI CHIEDO PERDONO PER LORO: Signore, mi metto alla Tua presenza e prego per tutti coloro che portano il Mio sangue, che non sono perfettamente uniti a Te. Signore, Ti chiedo perdono per i loro difetti. Mi unisco alla preghiera di Daniele quando intercede per il suo popolo e dico: "Signore, Dio grande e temibile, che tu attenda l'alleanza e l'amore a coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti. Abbiamo peccato, siamo stati ingiusti e ribelli e ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi" (Dn 9,4-5). "... poiché ci siamo ribellati contro Yahweh. Da Lui ci aspettiamo solo perdono e misericordia" (versetti 8–8). "Ora, dunque, o nostro Dio, ascolta le preghiere e le suppliche del tuo servo e, per amore di te stesso, fai risplendere il Tuo Volto sul tuo santuario devastato. Mio Dio, piega le orecchie e ascolta. Aprite gli occhi e vedete come ha rovinato la città su cui è stato pronunciato il vostro Nome. Non ci affidiamo alle nostre buone opere, ma riversiamo le nostre suppliche davanti a te, fiduciosi nella tua grande misericordia. Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, partecipa. Opera, mio Dio, non tardare più, per amore di Te stesso, perché il Tuo Nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo". (vs. 17 – 19)

"Siate costanti nella preghiera..." (Col 4,2)

Padre Robert De Grandis


(Io sono Gesù di Nazaret, voglio che siate vigili perché tutto cadrà)

 


Messaggio ricevuto il 2 agosto 2022

Mia cara figlia scrivi a tutta l'umanità, Io Sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore Paterno per darvi un altro messaggio che vi viene dato da cuore a cuore. Tutti dovranno ascoltare questi messaggi che vi vengono dati con molto amore e affetto. Nulla viene che non provenga dallo Spirito Santo, e tutti dovranno prestare attenzione alla Mia chiamata perché tutto potrebbe scomparire senza che tu te lo aspetti. Sono venuto a parlare a tutti, non importa a chi fa male, perché tutto deve essere detto, e voi dovrete ascoltare. Il Padre parla a tutti coloro che ascoltano bene, perché dopo non potrete fare nulla per impedire ciò che sta arrivando a tutta l'umanità. Non stanno ascoltando ciò che sto dicendo, e il mondo sta cadendo.

Sto parlando e loro non stanno prestando attenzione alle cose che stanno arrivando, sarà una grande tragedia. Ti sto avvertendo attraverso questi messaggi, non devi trovare scuse su come non lo sapevi, perché ho i miei eletti (come Maria). Perché tutti coloro che desiderano ascoltare devono ascoltare, questi messaggi sono per tutti, perché molti ascoltano solo ciò che li interessa e ciò che è importante viene lasciato indietro, perché non vogliono sapere di ciò che sto dicendo a tutti. Ho invitato tutti ad ascoltare tutto con attenzione, su come la Mia Chiesa chiuderà le sue porte, ma coloro che stanno ascoltando non vogliono sapere, stanno scommettendo tutto dalla parte opposta. È più facile in questo modo, ma sta arrivando una sorpresa e quindi non sarai in grado di fare nulla.

Ho invitato tutti a prepararsi, perché tutto sta per accadere. Se succede come ai tempi di Noè, nessuno sopravviverà, solo quelli che Mi ascoltano, ma sono pochi perché gli altri sono dalla parte di chi dice di essere Mio amico (il Papa?) e non c'è nulla che Io possa fare, perché tiene la maggioranza nelle sue mani. Oh voi figli ingrati, dov'è la vostra devozione? Come potete ascoltare tutto ciò che dice, tutto ciò di cui parla, quando tutto è arretrato e blasfemo, quando nulla ha a che fare con le Mie cose? Vi ho invitato a prepararvi, perché stanno arrivando cose molto brutte, ma non sentite quello che sto dicendo. Non sto scherzando, sono Gesù di Nazaret, voglio che siate vigili perché tutto cadrà.

Non ti sei nemmeno reso conto che tutto è sparito, hai pensato a dove sarebbero finite le tue anime? Questo è il motivo per cui ho chiamato ancora una volta questa figlia, a parlare della verità, perché molti hanno messaggi, ma non dicono quello che voglio e poi non posso, non posso aggiungere o togliere, perché ognuno ha la propria missione. Tutto viene dal Mio Spirito Santo.

Io Sono Ciò Che Sono, Padre, Figlio e Spirito Santo, Amen.

Maria De Jesus Coelho

 


sabato 6 agosto 2022

ANGELI IN AZIONE

 


Nella vita di San Felipe Benicio (1233-1285), priore generale dell’ordine dei Servi di Maria, si racconta che il 2 giugno 1259, mentre stava celebrando la sua prima messa, nel momento dell’elevazione del corpo di Cristo, tutti i presenti udirono un canto tanto bello e sublime che furono profondamente scossi dall’emozione, poiché sembrava che un coro invisibile di angeli intonasse il Santo, Santo, Santo...

In questo modo il cielo avallava la decisione presa dai suoi superiori di ordinarlo sacerdote, nonostante le riserve di taluni che lo ritenevano alquanto insignificante, umanamente parlando, per diventare sacerdote.

 

Sant’Angela da Foligno (1248-1300) nutriva un profondo amore per il suo angelo custode. Scrisse: Il giorno della festa d’Ognissanti ero malata, costretta a letto, e desideravo molto ricevere la comunione, ma non c’era nessuno che me la potesse portare sino a casa. Improvvisamente udii la lode che gli angeli rivolgono a Dio e l’aiuto che danno agli uomini. Mi si presentò una moltitudine di angeli che mi condussero spiritualmente all’altare di una chiesa e mi dissero: “Questo è l’altare degli angeli”.

Dall’altare potei apprezzare le lodi che rivolgevano a Gesù Sacramentato. E mi dissero: “Preparati a riceverlo. Tu sei sua sposa. Ora Gesù vuole stringere con te una nuova e più profonda unione”. Non posso esprimere la gioia che provai in quel momento(20).

 

Santa Francesca Romana (1384-1440) vedeva continuamente il suo angelo. Lo vedeva alla sua destra. Se qualcuno agiva in malo modo in sua presenza, Francesca vedeva l’angelo coprirsi il volto con le mani. A volte attenuava il suo splendore in modo che potesse contemplarlo e Francesca lo guardava con tenerezza e non aveva timore a posare la mano sulla testa del suo celestiale compagno. 


San Francesco de Regis (1597-1640) era molto devoto agli angeli e, in particolare, al suo angelo custode, al quale affidava tutte le sue buone opere affinché le presentasse a Dio. Non passava mai vicino ad una chiesa senza invocare l’angelo custode della chiesa stessa o della parrocchia e gli angeli dei suoi abitanti. Allo stesso modo, quando passava vicino ad un cimitero, si affidava a tutti i defunti lì sepolti e pregava per loro, mandando loro la sua benedizione sacerdotale.

Un giorno, mentre passava per una via, sentì che una mano invisibile lo tratteneva e non riusciva più a camminare. In quel momento dalla finestra di una casa vicina si levarono delle grida affinché salisse, poiché vi era una persona moribonda. Egli entrò nella casa ed ascoltò la confessione di questo moribondo e gli impartì gli ultimi sacramenti. Egli non dubitò mai che a trattenerlo fosse stato il suo angelo custode, di modo che potesse aiutare quell’uomo infermo a morire bene. 

Padre ángel Peña O.A.R.


«Non temete… Non siate come gli antichi rabbini… Riconoscete i precursori del Cristo nel suo secondo avvento, poiché le forze dell’Anticristo sono in marcia…»

 


Dice Gesù:  

«… Io ho detto: “Non temete. Alzatevi. Andiamo. Andiamo fra gli uomini perché sono venuto per stare con essi. Siate santi, forti e fedeli per ricordo di quest’ora.” Lo dico anche a te e a tutti i miei prediletti fra gli uomini, a quelli che mi hanno in maniera speciale. 

Non temete di Me. Mi mostro per elevarvi, non per incenerirvi. 

Alzatevi: la gioia del dono vi dia vigoria e non vi ottunda nel sopore del quietismo, credendovi già salvi  perché vi ho mostrato il Cielo. 

Andiamo insieme fra gli uomini. Vi ho invitati a sovrumane opera con sovrumane visioni e lezioni  perché possiate essermi di maggior aiuto. Vi associo alla mia opera. Ma Io non ho conosciuto e non  conosco riposo. Perché il Male non riposa mai e il Bene deve essere sempre attivo per annullare il più che si può l’opera del Nemico. Riposeremo quando il Tempo sarà compiuto. Ora occorre andare instancabilmente, operare continuamente, consumarsi indefessamente per la messe di Dio. Il mio  contatto continuo vi santifichi, la mia lezione continua vi fortifichi, il mio amore di predilezione vi faccia  fedeli contro ogni insidia. 

11Non siate come gli antichi rabbini che insegnavano la Rivelazione e poi non le credevano al punto  di non riconoscere i segni dei tempi e i messi di Dio. Riconoscete i precursori del Cristo nel suo secondo  avvento, poiché le forze dell’Anticristo sono in marcia e, facendo eccezione alla misura che mi sono imposta - perché conosco che bevete a certe verità non per spirito soprannaturale ma per sete di curiosità  umana - vi dico in verità che quello che molti crederanno vittoria sull’Anticristo, la pace ormai prossima, non sarà che sosta per dare tempo al Nemico del Cristo di ritemprarsi, medicarsi delle ferite, riunire il suo  esercito per una più crudele lotta. 

Riconoscete, voi che siete le “voci” di questo vostro Gesù, del Re dei re, del Fedele e Verace che giudica e combatte con giustizia e sarà il Vincitore della Bestia e dei suoi servi e profeti, riconoscete il  vostro Bene e seguitelo sempre. Nessun bugiardo aspetto vi seduca e nessuna persecuzione vi atterri. La vostra “voce” dica le mie parole. La vostra vita sia per questa opera. 

E se avrete sorte, sulla terra, comune al Cristo, al suo Precursore e ad Elia12, sorte cruenta o sorte  tormentata da sevizie morali, sorridete alla vostra sorte futura e sicura che avrete comune con Cristo, con  il suo Precursore, col suo Profeta. Pari nel lavoro, nel dolore, e nella gloria. Qui, Io Maestro ed Esempio.  Là, Io premio e Re. Avermi sarà la vostra beatitudine. Sarà dimenticare il dolore. Sarà quanto ogni  rivelazione è ancora insufficiente a farvi capire, perché troppo superiore è la gioia della vita futura alla  possibilità di immaginare della creatura ancora unita alla carne.» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

Se il mondo non ha voluto la Mia Croce, se il mondo ha rifiutato la Mia Croce, oggi vengo Io Stesso a piantarla…

 


È con la Croce che Io vi ho salvati. È con la Croce che vincerò ! I Miei nemici sono oggi ancora più numerosi del tempo della Mia Prima Venuta e più feroci nei loro spiriti, dominati dal Male.  Se il mondo non ha voluto la Mia Croce, se il mondo ha rifiutato la Mia Croce, oggi vengo Io Stesso a piantarla… 

    Arriva il giorno in cui il Mondo vedrà ciò che non vuol vedere, ciò che non vuol credere.  

    Anche coloro che Mi dicono : « Signore, Signore » non sono pronti, non perché sono prudenti, ma perché non ci credono. Allora Io mostrerò anche ai ciechinati la « Mia Luce », perché Dio è visibile dall’interno fino all’esterno, e brilla come un Faro che risplende anche nella notte, nera di tenebre dense come la fuliggine, affinché già Mi comprendiate meglio e per non dire che non lo sapevate e che la vostra innocenza è perdonabile.