sabato 13 febbraio 2021

Lettere di Sant'Agostino

 


LETTERA 9 

Scritta dopo la precedente. 

A. risponde alla precedente lettera di Nebridio dicendo che gli amici  sono vicendevolmente presenti nello spirito (n. 1); egli accennerà  solo qualche argomento per risolvere la difficile questione sui sogni  inviati dalle potenze superiori (n. 2): che ciò sia possibile si  dimostra con l'esempio delle passioni dell'anima, come l'ira, che  traspaiono nel corpo (n. 3-4), infine esorta Nebridio a rileggere  attentamente l'Ep. 7 ch'egli non ha capito (n. 5). 


AGOSTINO A NEBRIDIO 

Gli amici sono vicendevolmente presenti nello spirito. 

1. Sebbene tu conosca il mio animo, tuttavia forse non sai quanto  vorrei godere della tua presenza. Ma un giorno o l'altro Dio mi  concederà questo privilegio così grande. Ho letto la tua lettera,  giustificatissima, in cui ti lamenti della solitudine e di un certo  abbandono da parte dei tuoi familiari, con cui la vita è dolcissima.  Ma che altro potrei dirti a questo proposito se non quello che sono  convinto che fai? Rifugiati nella tua anima e innalzala a Dio per  quanto puoi. Là infatti tu trovi più sicuramente anche noi, non  attraverso immagini corporee, di.cui ora dobbiamo far uso nel  nostro ricordo, ma mediante pensiero, per cui tu capisci che non è il  vivere nello stesso luogo quello che ci unisce. 

Una difficile questione. 

2. Esaminando le tue lettere alle cui domande impegnative ho dato  risposte non dubbie, mi ha assai spaventato quella in cui mi  domandi come avvenga che dalle potenze superiori o dai demoni  vengano immessi in noi dei pensieri e dei sogni. È infatti una cosa  importante, alla quale anche tu per la tua esperienza ben vedi che  si dovrebbe rispondere non con una lettera, ma o di presenza con  una conversazione oppure con un trattato. Cercherò tuttavia, ben  conoscendo il tuo ingegno, di dare qualche chiarimento preliminare  su tale questione, affìnché o tu stesso possa inserire da solo il resto  oppure non abbia affatto a disperare che si possa giungere ad una  spiegazione probabile di un problema tanto importante. 

Le passioni traspaiono nel corpo. 

3. Ritengo infatti che ogni moto dell'animo produca qualche effetto  sul corpo, e che esso giunga fino ai nostri sensi, così ottusi e lenti,  quando più intensi sono i moti dell'animo: ad esempio quando ci  adiriamo oppure siamo tristi o gioiosi. Da ciò è lecito arguire che  anche quando noi facciamo qualche pensiero ed esso non si palesa  a noi nel nostro corpo, può tuttavia palesarsi agli esseri viventi  dell'aria o dell'etere, i cui sensi sono acutissimi e a confronto dei  quali i nostri non si devono neppure considerare dei sensi. Quindi le  impronte, per così dire, del proprio moto che l'animo stampa nel  corpo, possono persistere e dare luogo quasi ad una caratteristica  permanente; e quando esse siano state inconsciamente agitate e  rimescolate, secondo la volontà di colui che le agita e le rimescola,  suscitano in noi pensieri e sogni: e questo avviene con mirabile  facilità. Se infatti è evidente che gli esercizi dei nostri corpi terreni e  tardissimi (usando gli strumenti musicali o nei giochi dei funamboli  e in tutti gli altri innumerevoli spettacoli di tal genere), sono giunti  a dei risultati incredibili, non è per nulla assurdo che coloro, i quali  per mezzo d'un corpo aereo o etereo agiscono in qualche modo nei  corpi in cui penetrano senza violare l'ordine naturale, godano di una  facilità di gran lunga maggiore per muovere tutto ciò che vogliono  senza che noi ce ne accorgiamo e tuttavia subendo qualche effetto  a seguito di tale azione. Infatti non ci accorgiamo nemmeno in che  modo l'abbondanza del fiele ci spinga a scatti d'ira più frequenti, e  tuttavia ci spinge, sebbene questa stessa abbondanza che ho detto  si sia formata mentre noi ci adiravamo. 

Che cos'è l'ira. 

4. Ma tuttavia, se non vuoi accettare da me questo paragone alla  leggera, esaminalo facendolo oggetto per quanto puoi della tua  riflessione. Infatti se nell'animo si manifesta continuamente qualche  difficoltà nell'agire e nel realizzare ciò che desidera, esso  continuamente si adira. E l'ira, secondo la mia opinione, è il  desiderio turbolento di togliere di mezzo le cose che impediscono la  facilità della azione. Per questo nello scrivere di solito ci adiriamo  non soltanto con gli uomini, ma con la penna e la urtiamo con  violenza e la rompiamo; e i giocatori si adirano coi dadi e i pittori  col pennello e chiunque con ogni strumento per colpa del quale  crede di trovarsi in difficoltà. Ed anche i medici affermano che per  questo continuo adirarsi la bile cresce. Per l'accrescimento della  bile, poi, di nuovo e facilmente e quasi senza che esista alcuna ragione ci adiriamo. Così quello che l'animo ha provocato nel corpo  col suo movimento, sarà in grado di agitarlo nuovamente. 

Nebridio rimediti l'Ep. 7. 

5. Questi fenomeni si potrebbero trattare con grande ampiezza e  portare ad una conoscenza più sicura e più piena con testimonianze  di molti fatti. Ma a questa lettera tu aggiungi quella sulle  immaginazioni e sulla memoria, che ti ho mandato di recente, ed  esaminala con maggiore attenzione; giacché dalla tua risposta m'è  parso che tu non l'abbia compresa pienamente. Quando dunque a  questa, che leggi adesso, avrai aggiunto dall'altra ciò che è stato  detto là su una certa facoltà naturale dell'anima che diminuisce ed  aumenta col pensiero qualsiasi cosa, forse non ti stupirà più perché  avvenga che, pensando o sognando, possano delinearsi in noi  anche le forme dei corpi che non abbiamo mai visti. 

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