sabato 28 settembre 2024

Le anime che Dio fa giungere fin qui sono anime generose, anime splendide;

 


Cammino di perfezione 


Forse, sorelle, vi sembrerà superfluo che vi trattenga su questo argomento, perché direte che queste cose voi le sapete già tutte. Piaccia al Signore che sia così, che voi le sappiate nel modo dovuto e che le abbiate impresse nell’intimo del vostro cuore. Se, dunque, le sapete, riconoscerete che non mento nel dire che possiede tale amore chi è elevato da Dio fino a questo grado. Le anime che Dio fa giungere fin qui sono anime generose, anime splendide; non si compiacciono di amare cosa così miserevole come questi nostri corpi, per belli che siano, per molte attrattive che abbiano, anche se dilettino la vista e siano motivo per lodarne il Creatore. Ma fermarsi in questo, no. Dico fermarsi nel senso che abbiano ad amarli a causa di queste sole qualità. Sembrerebbe loro di aver cara una cosa senza alcun valore e di amare un’ombra; si vergognerebbero di se stesse e non avrebbero più il coraggio, senza sentirsi in preda a gran confusione, di dire a Dio che l’amano.


Mi direte che tali esseri non sapranno amare né ricambiare l’amore che si ha per loro. 

Per lo meno, si curano poco d’essere amati, giacché se lì per lì talvolta l’istinto li porta a rallegrarsene, riprendendo il controllo di se stessi, riconoscono che è un’insensatezza, tranne che si tratti di persone che possono trarne profitto sia per la scienza, sia per la preghiera. Ogni altra affezione li annoia, perché capiscono che non ne traggono alcun profitto e potrebbero riceverne gravi danni, anche se non mancano di esser grati a coloro che li amano e di ricambiare il loro affetto raccomandandoli a Dio. Lo accettano come cosa di cui affidare la cura al Signore, comprendendo che viene da lui, perché non sembra a tali anime di avere nulla in se stesse che meriti amore, pertanto ritengono di essere amate perché Dio le ama. Così lasciano a Sua Maestà la cura di soddisfare il loro debito di gratitudine, pregandolo vivamente di farlo, e con ciò restano libere, come se la cosa non le riguardasse più. Tutto considerato, se non si tratta di persone, ripeto, che possono aiutarci ad acquistare beni perfetti, penso a volte quale gran cecità ci induca a desiderare di essere amati.


Notate infatti che, mentre si cerca sempre, quando si desidera di essere amati da una persona, qualche interesse o soddisfazione personale, queste anime perfette invece tengono adesso sotto i piedi tutti i beni e i piaceri che il mondo può offrire. Le loro soddisfazioni sono ormai tali che, quand’anche le vogliano, per modo di dire, non possono averle se non in Dio o nel trattare di Dio. Che profitto può, dunque, venir loro dall’essere amati?

Santa Teresa d’Avila

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