venerdì 31 gennaio 2025

Commento all‟Apocalisse - L‟apertura del settimo Sigillo

 


SEZIONE PRIMA  SUL CAPITOLO OTTAVO DELL’APOCALISSE 

 I quattro primi Angeli, che suonarono la tromba. 

 

§. I.  

L‟apertura del settimo Sigillo  

Cap. VIII. v. 1-6. 


I. Con l‟apertura dei sei precedenti Sigilli fu descritto il combattimento della Chiesa contro i Giudei e i pagani. Con l‟apertura del settimo Sigillo si passa invece alla descrizione della guerra tra la Chiesa e i principali eresiarchi e i loro fautori, i quali sono tutti, fino alla fine del mondo, annoverati sotto questo ultimo Sigillo. Sotto il medesimo è anche aggiunta la breve indicazione della persecuzione di qualche tiranno, come l‟Imperatore Giuliano l‟Apostata, o quella suscitata dai discendenti di Costantino Magno. Segue quindi: 

 Vers. 1. E quando ebbe aperto il settimo Sigillo, ossia quando il Signore Dio rivelò a S. Giovanni le altre persecuzione della Chiesa che avrebbe permesso accadessero fino alla fine del mondo. Si fece silenzio nel cielo per una mezz‟ora circa. Questo silenzio simboleggia la nuova tristezza, orrore e costernazione scagliata contro la Chiesa da Giuliano l‟Apostata, ma poiché, per una singolare disposizione e protezione di Dio, questo tiranno regnò per breve tempo, si dice che il silenzio si fece per una mezz‟ora circa. L‟espressione „farsi silenzio‟ si usa quando tutti inorridiscono, tremano e sono attoniti per l‟imminenza di mali grandi e nuovi, che al tempo dell‟Imperatore Giuliano colpirono improvvisamente la Chiesa di Cristo, per questo aggiunge: si fece silenzio nel cielo, ossia nella Chiesa militante. Giuliano, infatti, dopo aver professato fino ai vent‟anni la fede cristiana, e dissimulando per dieci per timore di Costanzo, fin dal primo anno di regno, ormai liberato da ogni paura, rinnegò solennemente il Cristianesimo, e fattosi iniziare con riti nefandi al Sommo pontificato pagano (di cui fa menzione il sacerdote Prudenzio nel suo inno romano) ordinò di aprire i templi degli dei, e di compiervi sacrifici. Volle poi divenire sacerdote dei misteri eleusini. Tentò inoltre di sostenere finanziariamente la ricostruzione da parte dei Giudei del tempio di Salomone distrutto da Tito. Per contro ordinò di chiudere le chiese cristiane. Proibì che il divino ufficio vi fosse solennemente celebrato, e così si fece silenzio nel cielo. Ma Dio non tollerò a lungo questo scellerato persecutore della sua Chiesa. L‟anno 363, infatti, dopo un regno di appena un anno e sei mesi, morì per una grave ferita ricevuta durante la guerra contro i Parti. Per cui dice: per una mezz‟ora circa, poiché dopo la sua morte furono aperte le Chiese cristiane e chiusi i templi degli idoli, e la religione di Cristo cominciò a prosperare sotto i suoi successori Gioviano e Valentiniano e sotto il Sommo Pontefice S. Damaso. 

 II. Vers. 2. E vidi i sette angeli che stavano al cospetto di Dio, e furono date loro sette trombe. Di questi sette Angeli e delle loro trombe si dirà più sotto. 

Vers. 3. E un altro Angelo venne e si fermò all‟altare. Questo altro Angelo è Papa S. Damaso, che vien detto „altro‟, ossia completamente opposto ai precedenti. È posto tuttavia in mezzo agli altri, poiché alcuni dei sette Angeli lo precedettero, molti, anzi, quasi tutti vennero dopo di lui, prima son detti stare al cospetto di Dio e ricevere le trombe, solo poi invece suonarle. E un altro Angelo venne, costui è proprio S. Damaso, che fu infatti scelto per salire al Papato. E si fermò all‟altare, ovvero vi fu anche confermato e stabilito. Occorre infatti sapere che, quando S. Damaso fu eletto Papa, ebbe un competitore, tale Ursicino Diacono, che gli venne preferito nella Basilica detta di Licinio, dove molti di entrambe le fazioni vi persero la vita, poiché quella elezione fu trattata più con le armi che con i suffragi. Tuttavia, dopo poco tempo, sacerdoti e popolo si accordarono e S. Damaso fu confermata legittimo Papa, mentre il suo avversario Ursicino fu confinato nella diocesi di Napoli. Per questo qui si dice: E un altro Angelo venne e si fermò all‟altare, governando cioè la Chiesa di Dio, simboleggiata dall‟altare, dove ogni giorno nel sacrificio della Messa Gesù Cristo viene immolato, comunicato e offerto in sacrificio incruento e propiziatorio al Padre celeste. Avendo un turibolo d‟oro, ovvero una grandissima devozione, sapienza e carità, cose che sono metaforicamente simboleggiate nel fumo, oro e fuoco contenuti nel turibolo, e in cui questo Papa eccelse. Approvò infatti la traduzione della Bibbia di San Girolamo, e prescrisse che nella Messa venisse recitato il Credo Costantinopolitano al posto di quello di Nicea. Sostenne i corepiscopi, edificò nuove chiese, accrebbe il fasto del culto divino, e prescrisse che in tutte le chiese i salmi fossero cantati, notte e giorno, da cori alternati, aggiungendovi alla fine sempre un Gloria al Padre. E gli furono dati molti aromi, indica i frutti della saggezza di questo Papa, ossia il grandissimo incremento del culto divino e della religione in tutta la Chiesa di Cristo, sia tra il popolo, sia tra gli ecclesiastici. E gli furono dati molti aromi, che indica l‟aumento delle preghiere dei servi di Dio che si verificò allora nella Chiesa, giusta il Salmo 140, 2: Salga la mia preghiera come incenso al tuo cospetto. Si dice che gli furono dati, nel senso che egli ne fu il promotore, avendo ottimamente istituito con la sua autorità apostolica l‟ordine del culto divino, mediante al quale incrementarono assai in tutto l‟orbe cattolico lo spirito d‟orazione e la devozione cristiana.  Perché ne impregnasse le orazioni di tutti i santi sull‟altare d‟oro che è davanti al trono di Dio. Con tali parole si indica l‟ufficio del Sommo Pontefice, ossia promuovere e conservare il culto divino da sé e per mezzo dei suoi subordinati, e indirizzare verso Dio la devozione di tutto il popolo cristiano, essendo egli il capo della Chiesa universale. Perché ne impregnasse ecc., ossia per riferire e rappresentare l‟aumento che con la sua autorità, sapienza, e apostolica devozione al culto divino nella cristianità aggiunse per la maggior glo-ria di Dio, dopo la mala morte dell‟empio tiranno Giuliano. Sull‟altare d‟oro, che è l‟umanità di Cristo, ossia dell‟Agnello che sta al cospetto del trono, e per mezzo del quale sono offerti, esauditi e resi accetti a Dio Padre tutti i nostri meriti e le nostre preci; in Lui infatti si fondano tutti i nostri meriti e le nostre preghiere, e per il Suo tramite sono da Dio Padre accettate, e senza di Lui non hanno valore alcuno, né quella compiacenza data dall‟amicizia al fine del conseguimento della vita eterna. Per cui prosegue: 

Vers. 4. E salì il fumo degli aromi, per le orazioni dei santi, dalla mano dell‟Angelo al cospetto di Dio. Fu assai ben accetto alla divina maestà questo aumento del culto sacro, che si verificò per l‟operosità, l‟industria, la sapienza e la devozione di questo Santo Papa, il quale qui è figura della Chiesa universale. 

Vers. 5. E l‟angelo prese il turibolo e lo riempì col fuoco dell‟altare e lo gettò sulla terra, e seguirono tuoni e voci e lampi e gran terremoto. Segue la descrizione di un‟altra grande e buona opera che avvenne durante il pontificato di questo Papa, ossia il Concilio Ecumenico di Costantinopoli, nel quale centocinquanta Padri definirono la vera natura divina dello Spirito Santo contro le eresie dell‟empio Macedonio e di altri che negavano la sua divinità, come Ario in precedenza aveva negato quella di Cristo. E l‟angelo, ossia S. Damaso prese il turibolo dell‟anatema, che è il Concilio Ecumenico, dove i cuori e le volontà di tutti i Padri sentono all‟unanimità e sono moralmente un cuore solo, come è rappresentato dal turibolo sopra citato. E lo riempì col fuoco dell‟altare, della divinità dello Spirito Santo, che viene designato dal fuoco. Qui dice che lo riempì col fuoco dell‟altare, perché col consenso universale di tutta la Chiesa, di cui è simbolo l‟altare, il Pontefice, in quanto capo supremo e giudice nelle controversie di fede, dichiarò questa verità sulla vera natura divina dello Spirito Santo. E lo gettò sulla terra, lo rese pubblicò e promulgò in tutto il mondo contro Macedonio e i suoi seguaci, definendo con un pronunciamento infallibile che lo Spirito Santo è veramente Dio. E seguirono tuoni, scomuniche, e voci, dichiarazioni di fede sullo Spirito Santo, e lampi, le pene comminate agli scomunicati se avessero ancora pensato o insegnato diversamente da quanto solennemente definito; e gran terremoto, un grande turbamento e commozione riguardo a tali cose. E lo gettò sulla terra, contro gli eretici Macedoniani, i quali avevano dello Spirito Santo una concezione terrena e svilita. E seguirono tuoni, le sante predicazioni sulla vera natura dello Spirito Santo. E voci di lode divina su di Lui. E lampi, gli splendidi miracoli che avvennero per suo mezzo. Così i cuori degli uomini furono mossi a ben intendere la natura dello Spirito Santo. 

Vers. 6. E i sette angeli che avevano le sette trombe s‟accinsero a suonar le trombe. Chi e quali siano questi sette angeli sarà spiegato nel paragrafo seguente. 

Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser 

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