ESERCIZI PREPARATORI
alla Consacrazione a Maria SS.
SECONDA BEATITUDINE:
Beati i mansueti.
1. La mitezza frutto della povertà di spirito. - Giustamente ai poveri di spirito vanno uniti i mansueti perché è proprio dei poveri e degli umili l'essere miti e senza, asprezza di sorte. I ricchi, invece, come è facile che manchino sia di umiltà, che di mansuetudine! La povertà di spirito, adunque, e la mitezza di cuore sono virtù tanto vicine che possono essere chiamate parenti. Non si può essere miti di cuore senza essere prima poveri di spirito, a quello stesso modo che non è possibile sia tranquillo il mare se prima il vento non ha cessato di spirare, né che il fuoco si spenga se prima non gli si è sottratto l'alimento.
Chi vuole essere mite, dunque, si studii prima di essere veramente povero di spirito. Dove trovare infatti un animo pronto a tollerare le ingiurie, i trattamenti meno buoni che ci vengono dai tristi; che sappia con una parola, dolce e benigna spezzare l'ira del prossimo, che sia disposto ad accettare con la spogliazione dei beni anche le ingiurie stesse; che sia così generoso da rispondere bene a chi ha parlato male e pregare per quelli che ci perseguitano e calunniano ..., anzi, ci mettono in Croce? E sono questi appunto gli atti della mansuetudine cristiana alla quale in compenso sono assicurati grandi beni.
2. Possederanno la terra!... 8. – È detto che i miti possederanno la terra.
a) Questa terra è il Cielo, anzitutto, la vera terra dei viventi, secondo il detto nei Salmi in opposizione alla terra che abitiamo, la quale, con maggiore proprietà, deve essere chiamata terra dei morti.
b) Terra è ancora questa terra che abitiamo, la quale è promessa in eredità ai miti, perché essi ben più facilmente degli altri giungono, colla pratica della mitezza, a superare tutte le difficoltà e si guadagnano, col miele anziché coll'aceto, la padronanza dei cuori. Ne sia esempio per tutti il mite e umile S. Francesco di Sales. Oh, come l'ha posseduta bene la terra questo Santo dolcissimo del quale si ripeteva l'elogio della Scrittura: Dilectus Deo et hominibus, cuius memoria in benedictione est!
c) Questa terra è ancora il nostro povero cuore, tanto pieno di miserie e capace di produrre da sé soltanto triboli e spine ... e che ci sfugge ad ogni momento, solo che una creatura qualunque lo alletti ... e del quale così difficilmente ci guadagniamo l'impero! Quanto è difficile essere padroni di se stessi! Ebbene anche alla padronanza di noi medesimi ci conduce la mansuetudine, anzi, essa stessa è già un frutto di questa padronanza esercitata sopra di noi. Come regolarci infatti nei vari incontri difficili, così che la dolcezza non ci sfugga, senza aver acquistato un impero grande su noi stessi? E' proprio nella pazienza che, come è detto altrove nel Vangelo, noi diveniamo padroni di noi stessi!
Padroni del nostro cuore in grazia della mitezza cristiana, noi gli faremo produrre, mediante la grazia di Dio, quei frutti di vita. che ci dovranno alimentare in eterno nella terra dei Santi.
Infatti ciò che ci rende possessori di un terreno è appunto il diritto di coltivarlo come meglio ci piace: è il diritto ancora di godere dei suoi frutti a nostro piacimento. Così sarà della terra del nostro cuore se la possederemo con la mitezza. Saremo in grado di farle produrre, lavorando assiduamente in unione con Maria, ogni sorta di frutti di virtù. La terra del nostro cuore non sarà più la terra arida e sassosa, di cui parla la Scrittura, capace soltanto di produrre triboli e spine, immagini del peccato e delle miserie, ma sarà invece la terra che il Dio delle misericordie ha benedetto per mano di Maria.
Veda quindi l'anima di vigilare su se stessa e di padroneggiarsi così bene che, con la pratica del rinnegamento e della dipendenza continua da Maria, che è suo dovere interrogare prima di ogni sua azione, non abbia a produrre frutti di morte, ma sia feconda invece di frutti di vita sempre più abbondanti e gustosi.
d) Si può intendere finalmente, sotto il nome di terra, la stessa SS. Vergine, la Vera Terra Promessa, di cui l'antica non fu che una semplice figura. E' detto dell'antica Terra Promessa, che era irrigata da fiumi di latte e di miele. Ma quanto meglio si addicono queste immagini a Colei che fu la Terra Vergine, Immacolata in cui il novello Adamo fu formato (Tratt. n. 26).
Terra in cui il miele delle dolcezze celesti e il latte delle consolazioni materne mai non cessano di scorrere e di ristorare i fortunati che l'abitano per lavorarvi instancabilmente alla santificazione propria e altrui, alla maggior gloria di Dio!
Come è vero che i miti posseggono ben presto Maria! Oh, come è esatto il dire che la S. Schiavitù d'amore è fatta apposta per queste anime! Come è facile ad esse possedere Maria e a Maria ancora il possedere loro! Se la Vera Devozione è per tutte le anime indistintamente, è in modo tutto speciale per le anime miti che nel Cuore di Gesù e di Maria hanno l'esemplare più bello e più perfetto a cui ispirarsi in tutta la loro condotta.
Concludiamo con un Santo: «Agli umili si dà il cielo in premio, ai mansueti la terra: che cosa resterà allora per i superbi e per gli iracondi se non la miseria dell'inferno?».
Servo di Dio B. SILVIO GALLOTTI
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