mercoledì 30 luglio 2025

DELL'APPARIZIONE DELLA S. CROCE NEL CIELO

 


INTERPRETAZIONI DI DIEGO TASI 

sul significato profetico della Croce apparsa in Narni nel 1837. 


Nel 1837 fu scritto in varii luoghi e ad alcune persone tenute in concetto di santità, onde avere su di ciò un'adeguata spiegazione; ma tutte furono concordi in rispondere che per allora voleva Iddio tenerne occulto il significato. Essendo già passati 25 anni da che fu veduta la croce, e sembrandomi che il Signore omai in oggi permetta che si penetri il senso dei simboli annessi a detta croce, mi accingo ad esporre il significato dietro il lume che mi somministrarono varie profezie contenute nella Raccolta intitolata: I Futuri Destini degli Stati e delle Nazioni ecc. 

Dal complesso delle suddette profezie si rileva che Dio prima della rinnovazione della Chiesa scatenerà dall'inferno il demonio (V. I Futuri Destini, 5° ediz., specialmente a pag. 195 e 196 ), onde metta sossopra il mondo, susciti guerre, ecc., ecc. – Quindi si rileva pure che la Chiesa dovrà essere orribilmente perseguitata dagli increduli, dagli eretici e dagli infedeli colla perdita de' suoi beni temporali ; e che finalmente verso la fine di questo secolo trionferà di tutti i suoi nemici per un soccorso venutole dal cielo, e che Dio, mosso dalle preghiere dei giusti, donerà ai fedeli una bella pace non mai vista ed un Pontefice santo che farà santi quasi tutti gli uomini, rilegando allora di nuovo Satana nell'inferno, acciò non seduca più le genti, e non conturbi così bella pace fino ad un tempo da lui stabilito. 

Ciò premesso, si conosce che la Chiesa, fidente nelle parole del Redentore, per mezzo del suo esercito dei Crociferi, che avrà negli stendardi la croce, riporterà il gran trionfo (indicato dalle tre parole T. S. C. Triumphus Sanctae Crucis) per un prodigio o soccorso venuto dall'alto, il quale è molto probabile che consista in questo. – Quando Lucifero alla testa di tutte le sue legioni di angioli rubelli e di tutti gli uomini perversi si crederà omai vincitore di una gran battaglia contro la Chiesa e crederà esser giunto il momento di annientar per sempre la Sposa di G. C., e dai Crociferi scoraggiati si griderà tutto è perduto, sarà allora che Gesù Cristo per il potere datogli dal Padre (omnia tradita sunt milli etc.) spedirà dal cielo una legione d'angioli (forse in modo visibile) avente alla testa l'arcangelo Michele, il quale colle parole: Quis ut Deus ? colle quali un giorno discacciò i ribelli dalle regioni celesti, li scaccierà anche questa volta dalla terra (vedi la figura del mondo sotto la croce) e i nemici di Cristo rimarran nello stesso tempo vinti e conquisi dall'esercito detto della Chiesa coll' aiuto delle angeliche spade. Dopo tale trionfo la Chiesa godrà di una profonda pace nella contemplazione dell'amore e, della passione di Gesù Cristo e non sarà più infestata da guerre nè contraddetta da Re o Imperatori tiranni, perchè (come si vede dalla figura ecc.) il demonio porta con sè le corone dei regni e degli imperi che avranno resistito a Gesù, gli allori delle repubbliche, le spade, le bandiere, aste, ed altri strumenti di cui si sarà servito contro la Chiesa Santa. Il capo dell'esercito della Chiesa che riporterà sì segnalato trionfo, per cui i popoli ne andranno stupefatti, sarà un discendente del sangue di Pepino e vincerà nel segno della croce, come avvenne a Costantino il Grande, di cui era la figura, il quale prima della battaglia vide in cielo una croce con queste parole: In hoc signo vinces, e la vide appunto sulle Alpi Cozie tra la Francia e Italia mentre di costà scendeva per combattere l'emulo suo, il tiranno Massenzio, cui conquise. 

La stella scintillante e la tiara che si scorgon sopra la croce trionfale, significano che allora i fedeli avranno per Pontefice un uomo che colla sua dottrina e santità illuminerà tutto il mondo e coll'aiuto della grazia, cui spanderanno ovunque gli amanti e appassionati cuori di Gesù e di Maria (come si scorge dal cuor di Gesù coronato di spine e piagato, e dal cuor di Maria inghirlandato di rose, i quali tramandan raggi sul sottoposto mondo riformato e purgato dall'iniquità), gli verrà fatto di unire la Chiesa greca alla latina, di convertir tutti gli eretici, i peccatori e gli infedeli, i quali si sottometteranno di buona voglia al giogo soave di Cristo e con giocondità porteranno il suo peso leggiero, gridando spesso: Vivat Jesus Christus bene dictus! Gli emblemi della passione uniti alla croce trionfale significano che allora i cristiani, tornati alla primiera disciplina, ameranno di meditare e contemplare spesso la passione di G. C. Le chiavi unite alla croce forse indicheranno che la Chiesa, allora assistita in modo efficacissimo dal grande Monarca, potrà saziare la sua carità nell'attendere sovratutto allo spirituale ravvedimento dei peccatori ed eretici, valendosi del potere delle somme chiavi per aprire loro la porta alla penitenza, e tirando ai piedi della santa croce gl'infedeli e gl'idolatri, e così non più formare di tutti i popoli della terra che un solo ovile. Quando il santo Pontefice, dopo tante fatiche, avrà veduto il pieno adempimento del gran vaticinio del Redentore: et ego si ea altatus fuero a terra, omnia traham ad me ipsum, Joan. XII, v. 32, e se io verrò esaltato dalla terra (in sulla Croce), trarrò a me ogni cosa, allora forse canterà (V. i Futuri De stini degli Stati e delle Nazioni, ediz. 5°, pag. 245, pro fezia XLIv, dell'abate Eugenio Pecchi): Nunc dimittis ser vum tuum, Domine, secundum verbum tuum in pace, quia oculi mei viderunt UNUM ovile.


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