Questa indagine, con la quale alcuni cercano di dimostrare l'esistenza di Dio, può forse sembrare superflua a chi afferma essere una verità per sé nota che Dio esiste, così da non potersi pensare il contrario; e che quindi è impossibile dimostrare l'esistenza di Dio. Ed ecco gli argomenti che sembrano a ciò favorevoli:
I. Sono per sé note quelle affermazioni che sono conosciute non appena se ne afferrano i termini: conosciuto, p. es., che cosa è il tutto e che cosa è la parte, subito si capisce che il tutto è maggiore della parte. Ma ciò avviene quando si fa l'affermazione: «Dio esiste». Poiché col termine Dio intendiamo la cosa di cui non si può pensare niente di più grande. Tale è il concetto che si forma in chi ascolta e comprende il termine suddetto; quindi almeno concettualmente Dio deve già esistere. Ma non può esistere solo concettualmente: perché quanto esiste e nell'intelletto e nella realtà è superiore a ciò che esiste solo nell'intelletto. Ora, nel nome stesso di Dio è incluso che non possa esserci nulla di superiore. Dunque è evidente che l'esistenza di Dio è cosa per sé nota, derivando chiaramente dallo stesso significato del termine.
2. Si può sempre pensare una cosa la quale non possa non esistere. Ma essa è evidentemente superiore a ciò che può pensar si inesistente. Perciò si potrebbe pensare qualche cosa di superiore a Dio, se si potesse pensare che Dio non esiste. Ma questo è contro il significato del termine. Dunque rimane evidente che l'esistenza di Dio è una verità per sé nota.
3. Sono necessariamente notissime le proposizioni in cui una cosa viene predicata di se stessa, come: «L'uomo è l'uomo»; oppure quelle il cui predicato è incluso nel soggetto, come: «L'uomo è un animale». Ora, in Dio, e lo vedremo in seguito, a differenza delle altre cose, l'esistenza è inclusa nell'essenza, cosicché equivale per lui il problema del quid est a quello dell'an est. Perciò nell'affermazione: «Dio esiste», il predicato o s'identifica col soggetto, o per lo meno è incluso nella definizione del soggetto. Quindi che Dio esiste è una verità per sé nota.
4. Ciò che è noto per natura è conoscibile per se stesso: poiché alla sua conoscenza non si arriva mediante una ricerca o uno studio. Ora, è noto che Dio per natura è oggetto di conoscenza; essendo Dio l'ultimo fine a cui tende per natura il desiderio dell'uomo, come vedremo [lib. III, c. 25]. Dunque che Dio esiste è una verità per sé nota.
5. Bisogna che sia per sé noto ciò che costituisce il principio per conoscere ogni altra cosa. Ebbene, Dio è precisamente codesto principio. Infatti, come la luce del sole è principio di ogni percezione visiva, così la luce di Dio è principio di ogni cognizione intellettiva: essendo egli l'essere in cui radicalmente e in sommo grado si riscontra la luce intellettuale. Quindi che Dio esiste è una cosa per sé nota.
Per codesti argomenti e per altri con simili alcuni pensano essere talmente evidente per se stesso che Dio esiste, da non potersi pensare mentalmente il contrario.
SAN TOMMASO D’AQUINO
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