domenica 9 febbraio 2020

Il Legame del Cielo …. con la Terra



Una soave Poesia

     Ora voi pure offrite in sacrificio a Me





“IL CIELO E LA TERRA SONO CONGIUNTI”
(2 - Gennaio)
1. “Cosa significa ciò?” – Vedete, le spiegazioni in proposito sono parecchie. Io voglio indicarvene alcune, e perciò ascoltate: “Che cosa è il Cielo? Forse il firmamento il quale allieta sempre lo sguardo di chiunque sia buono?” – Oh, no! Bensì l’immedesimarsi nel Buono e nel Vero, il destarsi dell’Amore, l’accoglimento della Sapienza e della percezione superiore e divina che ne deriva, entro il cuore dell’uomo. - Questo è il Cielo.
2. Non è per voi un senso di beatitudine quando percepite che Io, il Padre, ho preso col Mio Amore possesso dei vostri cuori, e vi ho fatto il Mio ingresso per dimorarvi sì a lungo quanto sarà la vita vostra? Vedete, nessuno si scioglie da Me quando a Me si è abbandonato; e nessuno vuol lasciarMi una volta che Mi abbia riconosciuto per il vero ed autentico Consolatore e Donatore. Non si è forse in questo caso congiunto il “Cielo con la Terra” ovvero con la carne?
3. Ma ecco ancora un esempio: - Sulle montagne, dove la vegetazione è rappresentata soltanto molto scarsamente e dove l’aria è più pura a motivo della diminuita popolazione animale, lassù di rado giunge l’uomo, perché di solito la via che vi conduce è molto ripida e faticosa. Ma se qualcuno proprio brama di salirvi per godere del magnifico panorama (Io non parlo già dei fanatici che si dedicano alla montagna per bravata), si può essere certi che un tale, arrivato in alto, si sentirà molto più libero e leggero, per la ragione che si sarà sottratto alla pressione che l’aria della pianura esercita su di lui.
4. In questo suo stato di leggerezza e di libertà egli, allora, anche se non è ancora destato nello spirito, sente o presente benissimo che vi deve essere un Ente superiore, ed involontariamente il suo pensiero si rivolge a Me ed alla Mia bontà, la quale ha fatto la Terra tanto bella da sollevare, beatificare e rendere estatico il cuore e l’occhio. DiteMi dunque: “Non si congiunge anche qui il mondano nell’uomo col Padre celeste?”.
(3 - Gennaio)
5. Quando un figliolo della vostra Terra va in cerca di verità e di chiarezza, ma non la può trovare fra coloro che gli son vicini, poiché egli è circondato da ciechi nello spirito, egli viene trascinato fra gli errori e le confusioni del mondo fino a tanto che non ha imparato a conoscere l’immondizia e le scorie del mondo stesso.
6. Egli allora si rivolge con orrore dal mondo, ed apparentemente resta così, abbandonato; però a questo punto egli è maturo a ricevere la Parola spirituale. Soltanto ora gli viene offerto il Calice della Verità e dello spirituale puro. Egli accoglie amorosamente il Padre nel proprio cuore, e poi resta per l’eternità congiunto a Lui. Ma, in tal modo, resta un tale figliolo escluso dal Legame col Cielo? – Certamente no!
7. In un angolo della Terra, lontano dalla vostra dimora, giornalmente sale un cantico di lode a Me, il Padre di tutti, da parte di più di mille volte mille anime. Anch’esse Mi conoscono quale Padre, Maestro, Guida, Dio e Signore. Allo stesso modo esse sono a cognizione del tempo della Mia vita e delle Mie sofferenze. Questi figlioli sono il punto centrale intorno al quale si gira la Terra, vale a dire l’elemento spirituale della stessa.
8. In mezzo a loro, esse hanno un grande maestro. Io l’ho mandato affinché dichiari loro ciò che avrà da accadere nel tempo nel quale Io intendo di condurre insieme a loro la piccola schiera dei Miei cari. – Essi sono pronti alla partenza ed attendono gli avvenimenti e la chiamata che Io, il Signore, lancerò loro. E come un giorno Io comandai al popolo d’Israele che togliesse da sé il pane azzimo, cioè che lasciasse indietro ogni scoria, così sono pure i Miei figlioli pronti per il viaggio nel paese che Io Mi riservo di indicar loro. Dite, non Mi sono Io, così, congiunto con i Miei figlioli, per salvar voi, ovvero la carne di questa Terra? - “Credete, Io tutti vi salvo”.

Un dettato ricevuto a mezzo di M. Sp. a G. nell’anno (1886

LA PERSECUZIONE CONTRO LA CHIESA



La gloria del martirio

Il giorno 11 gennaio 1815 la mattina, nelle tre ore di orazione che soglio fare subito levata, passai circa un’ora e mezza senza poter raccogliere lo spirito. Finalmente ad un tratto fui sopraffatta da interna quiete, fu al momento trasportato il mio spirito in luogo ameno e magnifico. Trovai questo luogo ripieno di splendida luce, mi intesi rapire lo spirito, penetro dunque la luce, mi inoltro, e mi fu manifestata in questo luogo la gloria grande che gode un religioso spagnolo, fratello del mio confessore, morto fucilato per sostenere i diritti della Chiesa cattolica.
Il mio confessore mi aveva detto di fare alla suddetta anima qualche suffragio. Quando lo vidi apparire, cinto di luce risplendente assai più del sole, con ricca palma in mano, corteggiato da molti angeli e dai suoi confratelli religiosi, lo vidi occupare un posto bene alto, vicino all’augusto trono di Dio.
Oh quanto mai mi rallegrò il mio spirito nel vedere anima tanto gloriosa, mi congratulai con lui per vederlo tanto glorioso. Allora mi pregò di unire i miei ringraziamenti ai suoi, per rendere così grazie a Dio per averlo sublimato a gloria sì grande.
Mi fu mostrato ancora il posto che Dio tiene preparato a un certo religioso a me cognito, e questo mi fu mostrato dal santo martire religioso suddetto. Mi dette a conoscere ancora quanto grande era il suo desiderio di vedere occupato quel nobile posto dal religioso suddetto a me cognito.
La povera anima mia fu sopraffatta dalla gioia e dal gaudio, per la compiacenza che prese il mio spirito nel conoscere quanto è propenso Dio nell’amare l’accennato religioso.

Beata Elisabetta Canori Mora

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



 DUE ASPETTI DELLA DIVINITÀ 

l due aspetti della divinità sono: 

1) l'aspetto di Ente supremo, purissimo spirito, infinito, eterno, Creatore e Signore dell'universo; 
) l'aspetto di "natura trinitaria", rivelata da Gesù  Cristo, e manifestata agli uomini con l'Incarnazione di Nostro Signore. 

1 Aspetto: "Ente supremo": 
Sotto l'aspetto di Ente supremo è evidente che Dio è il  Creatore e Signore di tutti gli uomini, nonostante tutti gli  "errori" che le false religioni contengono; errori grossolani e  aberranti intorno al culto e alla morale che ne deriva. 
Ma è solo in questo senso che i monoteisti possono dire di  avere lo stesso Dio. (purché non lo intendano come "idolo"!).  Tuttavia, questo cambia radicalmente quando si considera la  Divinità alla luce del dogma della SS. Trinità nella sua mani­ festazione, specie nel Verbo Incarnato. 
Ora, la dottrina della Chiesa intorno alla Divinità, come ci fu  rivelata da Dio stesso e insegnata dalla Chiesa cattolica, è  questa: che la natura divina trinitaria, ossia: vi è un Dio solo  ma in tre Persone, uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito  Santo. Distinte, perché sono tre Persone, ma non separate.  Certo, è un mistero che, anche dopo la Rivelazione, la  ragione umana non è in grado di arrivare ad una intrinseca  conoscenza. C'è sempre il velo della Fede! Tuttavia, la ragione  ha la capacità di intendere ed esporre il vero senso del  dogma. 
Ebbene, la dottrina cattolica è magistralmente presentata da  Sant'Atanasio nel suo magnifico "Simbolo", che riporto, qui,  quasi integralmente, almeno nella prima parte, in cui vi è  descritta la natura trinitaria di Dio. Tale conoscenza della SS.  Trinità è una premessa indispensabile per comprendere Gesù  Cristo come Dio, ben di verso, quindi, da quella degli Ebrei e dei  Musulmani! 

IL SIMBOLO ATANASIANO  

"Chiunque voglia salvarsi, innanzitutto gli è necessario conservare la fede cattolica: se non la conserverà integra ed inviolata, senza  dubbio perirà in eterno". (Parole chiare e  tremende, che dovrebbero far riflettere i pro­ gressisti innovatori !). 
"La fede cattolica è questa: che sia venerato  l'unico Dio nella Trinità, e la Trinità nel­ l'Unità, senza confondere le Persone (che sono distinte) e senza separarne la natura (che è una per tutte e tre)". 
"Altra è la persona del Padre; altra, del Fi­glio; altra, dello Spirito Santo. Ma, sia del  Padre, come del Figlio, come dello Spirito  Santo, una è la divinità, uguale la gloria, coeterna la maestà". 
"Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo". 
"lncreato il Padre, in creato il Figlio, in creato lo Spirito Santo". 
"Immenso il Padre, immenso il Figlio, im­ menso lo Spirito Santo". 
"Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo  Spirito Santo". 
"E tuttavia, non tre eterni, ma uno eterno.  Come non tre increati, né tre immensi, ma uno increato e uno immenso". 
"Allo stesso modo, onnipotente il Padre, on­ nipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito  Santo; e tuttavia non tre onnipotenti, ma uno onnipotente". 
"Dio il Padre, Dio il Figlio, Dio lo Spirito  Santo", ma non tre Dei, bensì un solo Dio".  "Signore il Padre, Signore il Figlio, Signore lo Spirito Santo, ma non tre Signori, bensì uno è il Signore". 
"Infatti, come la verità cristiana ci obbliga a  credere Dio e Signore singolarmente ciascu­na delle tre persone, così la religione catto­lica ci proibisce di considerarle tre Dei e  Signori". 
"Il Padre non è stato né creato né generato. 
Il Figlio non è stato creato, ma solo generato dal Padre, (una generazione eterna, senza  principio e senza fine). Lo Spirito Santo, né  creato, né generato, ma procedente dal Padre e dal Figlio .•. ". "E in questa Trinità, nessuno viene prima e nessuno viene dopo; nessuno è  maggiore e nessuno è minore, ma tutte e tre le  Persone sono coeterne e coeguali, così che, come si è già detto, sia venerata l'Unità nella  Trinità e la Trinità nell'Unità". 
"Chi, dunque, vuole essere salvo, così deve  credere della Trinità". 
Come si vede, il santo Dottore, dopo aver descritto la natura  trinitaria di Dio, parla dell'Incarnazione del Verbo, unico vero  Dio insieme col Padre e con lo Spirito Santo. 
Quindi, Gesù, incarnandosi, ha assunto, sì, la natura umana,  ma senza lasciare la Sua natura divina; cioè, si è fatto Uomo  restando Dio! 
Ora, poiché le due nature sono inseparabili, riconoscendo e  adorando Gesù-Uomo, noi riconosciamo e adoriamo anche Gesù-Dio. Di conseguenza, chi non riconosce né adora Cristo  come Dio, ma Lo riconosce solo come Uomo, non ha lo stesso  nostro Dio. 
Per la stessa ragione, Gesù, essendo stato ucciso dai Giudei  come Uomo, è stato ucciso anche come Dio. Per questo, l'ucci­ sione di Gesù Cristo è stata, teologicamente, un vero "deicidio"! 
***
sac. Luigi Villa

sabato 8 febbraio 2020

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



La visione di S. Giovanni Bosco 

S. Giovanni Bosco nacque a Castelnuovo d'Asti il 16 agosto 1815, e morì il 31 gennaio 1888. È da tutti conosciuto il suo straordinario carisma di educatore dei giovani per i quali istituì pure l'Ordine dei Salesiani. Anch'egli ebbe una visione dell'inferno che egli stesso raccontò ai giovani. "Mi trovai con la mia guida (l'Angelo Custode), infondo ad un precipizio che finiva in una valle oscura. Ed ecco comparire un edificio immenso, avente una porta altissima, serrata. Toccammo il fondo del precipizio; un caldo soffocante mi opprimeva, un fumo grasso, quasi verde, s'innalzava sui muraglioni dell'edificio e guizze di fiamme sanguigne. Domandai: Dove ci troviamo? Leggi, mi rispose la guida, l'iscrizione che è sulla porta! C'era scritto: Ubi non est redemptio! cioè: dove non c'è redenzione. Intanto vidi precipitare dentro quel baratro... prima un giovane, poi un altro ed in seguito altri ancora; tutti avevano scritto in fronte il proprio peccato. Esclamò la guida: Ecco la causa precipua di queste dannazioni: i compagni, i libri cattivi e le perverse abitudini. Gli infelici erano giovani da me conosciuti. Domandai: Ma dunque è inutile che si lavori tra i giovani, se tanti fanno questa fine? Come impedire tanta rovina? Coloro che hai visto, sono ancora in vita; questo però è il loro stato attuale e se morissero, verrebbero senz'altro qui! Dopo entrammo nell'edificio; si correva con la rapidità del baleno. Lessi questa iscrizione: Ibunt impii in ignem aeternum! Cioè: Gli empi andranno nel fuoco eterno! Vieni con me! - soggiunse la guida -. Mi prese per una mano e mi condusse davanti ad uno sportello, che aperse. Mi si presentò allo sguardo una specie d'immensa caverna, piena di fuoco. Certamente quel fuoco sorpassava mille e mille gradi di calore. Io questa spelonca non ve la posso descrivere in tutta la sua spaventosa realtà Intanto, all'improvviso, vedevo cadere dei giovani nella caverna ardente. La guida disse: 'La trasgressione del sesto comandamento è la causa della rovina eterna di tanti giovani'. `Ma se hanno peccato, si sono però confessati'. 'Si sono confessati, ma le colpe contro la virtù della purezza le hanno confessate male o taciute affatto. Ad es., uno aveva commesso quattro o cinque di questi peccati, ma ne disse solo due o tre. Vi sono di quelli, che ne hanno commesso uno nella fanciullezza ed ebbero sempre vergogna di confessarlo, oppure l'hanno confessato male e non hanno detto tutto. Altri non ebbero il dolore e il proponimento; anzi, taluni, invece di fare l'esame di coscienza, studiavano il modo di ingannare il confessore. E chi muore con tale risoluzione, risolve di essere nel numero dei reprobi e così sarà per tutta l'eternità... Ed ora vuoi vedere perché la misericordia di Dio qui ti ha condotto? La guida sollevò un velo e vidi un gruppo di giovani di questo Oratorio, che io tutti conoscevo, condannati per questa colpa. Fra essi vi erano di quelli che in apparenza tengono buona condotta. Continuò la guida: Predica dappertutto contro l'immodestia! - Poi parlammo per circa mezz'ora sulle condizioni necessarie per fare una buona confessione e si concluse: Mutare vita!... Mutare vita! 
Ora, soggiunse l'amico, che hai visto i tormenti dei dannati, bisogna che provi anche tu un poco di inferno! Usciti dall'orribile edificio, la guida afferrò la mia mano e toccò l'ultimo muro esterno; io emisi un grido... Cessata la visione, osservai che la mia mano era realmente gonfia e per una settimana portai la fasciatura". In questo sogno di Don Bosco c'è da rilevare, tra l'altro, quanto segue: 

a) L'inferno appare come un'immensa caverna piena di fuoco, racchiusa come in un immenso edificio con porta altissima serrata, sulla quale si legge l'iscrizione: ubi non est redemptio (dove non c'è redenzione). Caverna impossibile a descriversi in tutta la sua spaventosa realtà. 

b) Nell'inferno non c'è redenzione e cioè non c'è più alcuna possibilità di salvezza. Satana con i suoi angeli e i dannati, sono ormai perduti per sempre. 

c) I dannati sono condannati al fuoco eterno (Ibunt impii in ignem aeternum!) che sorpassa mille e mille gradi di calore, tanto che Don Bosco, pur stando ancora fuori, è oppresso da un caldo soffocante, e vede che un fumo grasso, quasi verde, s'innalza sui muraglioni dell'edificio con guizze di fiamme sanguigne. 

d) Le anime si dannano soprattutto per peccati impuri e le immodestie: peccati magari confessati pure, ma non assolti perché non confessati bene, o non confessati tutti o taciuti in confessione, o confessati senza vero dolore e proponimento. 

e) Tutti avevano scritto in fronte il proprio peccato. In effetti è il peccato che danna l'anima. La visione di D. Bosco vuol dire pure forse che ognuno si può dannare anche per un solo peccato mortale, se la morte dovesse accadere senza aver potuto liberarsi da tale stato. Ma generalmente ci si danna soprattutto per un peccato predominante nella vita terrena, dal quale proliferano tante altre male erbe. Don Bosco è invitato dalla guida che l'ha condotto all'inferno a predicare dappertutto contro l'immodestia. Il sogno viene a ribadire quanto continuamente si insegna e si predica dalla Chiesa e dai sacerdoti, tra l'irrisione magari di spiriti evoluti e cattivi: il peccato e specialmente il peccato impuro, con le mode invereconde e le immodestie che lo fomentano in tutti i sensi apre la via alla dannazione eterna. 

Padre Antonio Maria Di Monda

Al di là della sofferenza



Signore, ora che sono infermo, 
lascia che il mio cuore ti cerchi
e si sfoghi con te.
Scendi con il tuo amore fino alle mie paure,
le mie oscurità, 
i miei dubbi.

Riempi con la tua presenza 
i miei silenzi vuoti. 
Rianima la mia speranza sfiorita,
aiutami ad abbandonarmi a te,
e a ringraziarti in ogni momento.

Signore, ora che vivo nell’avversità,
fa’ che i miei occhi non cessino di mirarti,
poiché nella croce troverò le forze 
per continuare ad amarti 
al di là della sofferenza.

Signore, che il tuo amore mi inondi
e la tua luce mi illumini,
per continuare a sperare contro ogni speranza
in questo lungo cammino della mia infermità.
Amen.


..Padre Angel Peña

Geremia



La vita di Geremia è un segno per il popolo

1Il Signore mi disse ancora: 2'Non devi prendere moglie e avere figli in questo paese. 3Voglio confidarti che cosa accadrà ai bambini che nascono in questo luogo e ai genitori che hanno dato loro la vita: 4moriranno tutti straziati da mali orribili; resteranno senza funerali e senza sepoltura; saranno come concime nei campi; saranno uccisi in guerra o moriranno di fame; i loro cadaveri verranno lasciati in pasto agli uccelli rapaci e alle bestie selvatiche. 5'È inutile che tu entri in una casa dove si fa lutto per unirti ai pianti o per portare conforto: perché io ho ritirato da questo popolo la prosperità che gli avevo dato. Non lo amo più, non ne ho compassione. 6In questo paese moriranno tutti, senza distinzione, e non saranno rimpianti né sepolti. Nessuno si graffierà per la disperazione o si taglierà i capelli in segno di lutto. 7Nessuno andrà a mangiare e a bere con chi è afflitto per consolarlo della morte di persone care, nemmeno se si tratta del padre o della madre. 8'Non entrare in una casa dove c'è un pranzo di nozze, non fermarti a mangiare e a bere con gli invitati. 9Voglio confidarti che cosa accadrà fra poco, e tutti ne saranno testimoni: farò cessare in questo luogo i canti di gioia e di allegria, la voce dello sposo e della sposa. Lo dico io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele. 10'Quando riferirai alla gente tutte queste cose, essi ti domanderanno perché ho deciso di punirli così duramente. Vorranno sapere quali colpe hanno commesso, quali peccati hanno fatto contro il Signore loro Dio. 11Allora tu dirai queste mie parole: I vostri padri si sono allontanati da me per andare dietro ad altre divinità, le hanno adorate e si sono inginocchiati davanti ad esse; mi hanno abbandonato e non hanno seguito i miei insegnamenti. 12Ma voi vi siete comportati anche peggio. Ognuno di voi si è ostinato nel seguire i suggerimenti del suo animo malvagio e rifiuta di ubbidirmi. 13Perciò vi scaccerò da questa vostra terra e vi farò andare in una regione che non conoscete. Nemmeno i vostri padri ne hanno mai sentito parlare. Laggiù servirete divinità straniere giorno e notte, perché io non avrò più misericordia di voi'.

LE OPERE FATTE PER AMORE



Non si deve fare alcun male, per nessuna cosa al mondo né per compiacenza verso chicchessia; talora, invece, per giovare a uno che ne ha bisogno, si deve senza esitazione lasciare una cosa buona che si sta facendo, o sostituirla con una ancora più buona: in tal modo non si distrugge l'opera buona, ma soltanto la si trasforma in meglio. 

A nulla giova un'azione esterna compiuta senza amore; invece, qualunque cosa, per quanto piccola e disprezzata essa sia, se fatta con amore, diventa tutta piena di frutti. In verità Iddio non tiene conto dell'azione umana in sé e per sé, ma dei moventi di ciascuno. Opera grandemente colui che agisce con rettitudine; opera lodevolmente colui che si pone al servizio della comunità, più che del suo capriccio. Accade spesso che ci sembri amore ciò che è piuttosto attaccamento carnale; giacché è raro che, sotto le nostre azioni, non ci siano l'inclinazione naturale, il nostro gusto, la speranza di una ricompensa, il desiderio del nostro comodo. Chi ha un amore vero e perfetto non cerca se stesso, in alcuna sua azione, ma desidera solamente che in ogni cosa si realizzi la gloria di Dio. Di nessuno è invidioso colui che non tende al proprio godimento, né vuole personali soddisfazioni, desiderando, al di là di ogni bene, di avere beatitudine in Dio. Costui non attribuisce alcunché di buono a nessuno, ma riporta il bene totalmente a Dio; dal quale ogni cosa procede, come dalla sua fonte e, nel quale, alla fine, tutti i santi godono pace. Oh, chi avesse anche una sola scintilla di vera carità, per certo capirebbe che tutto ciò che è di questa terra è pieno di vanità. 

L'Imitazione di Cristo

Le ultime sette parole. - Oggi sarai con me nel paradiso



La Seconda Parola 

Oggi sarai con me nel paradiso 

Secondo una leggenda, durante la fuga in Egitto per sfuggire all’ira di Erode, Giuseppe e Maria, con il fanciullo divino, si fermarono in una sperduta locanda. La Vergine Madre chiese alla padrona della locanda dell’acqua per lavare il bambino. La donna allora le chiese di poter bagnare il proprio figlioletto, che era lebbroso, con l’acqua in cui aveva lavato Gesù. Appena il piccolo lebbroso toccò l’acqua che era stata battezzata dalla presenza divina, fu guarito. Il piccolo crebbe, ma divenne un ladro. Il suo nome era Dimas e fu crocifisso a lato del Signore. 

Non sappiamo se durante l’agonia sulla croce Dimas ricordò questa storia della sua infanzia, raccontatagli probabilmente da sua madre, e se questo lo portò a guardare Gesù con favore. Forse il suo primo incontro con il Signore risaliva a quel giorno in cui il suo cuore si era riempito di pentimento nell’ascoltare la storia di un certo uomo che, venendo da Gerico, era stato assalito da malfattori. Oppure possiamo supporre che si rese conto di stare patendo a lato del Redentore quando, voltando il capo, lesse l’iscrizione che portava quel nome: «Gesù», la sua provenienza: «Nazaret», il suo crimine: «Re dei Giudei». 

Comunque siano andate le cose, ora, sull’altare del suo cuore, si era accumulato sufficiente combustibile tanto da trasformarsi in una fiaccola ardente di fede non appena una scintilla cadde su di esso dalla croce di Gesù. Dimas vede una croce, ma l’adora come un trono; vede un uomo condannato a morte, ma lo invoca come un re: «Signore, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Il Signore era stato finalmente riconosciuto per ciò che era! Fra il clamore della folla delirante e il tetro sibilo del peccato universale, in quella terribile e folle rivolta dell’uomo contro Dio, nessuna voce si era elevata in riconoscimento e lode, ad eccezione di quella di un condannato a morte. Era un grido di fede in colui che era stato abbandonato da tutti, ed era solo la testimonianza di un ladro. Se il figlio della vedova di Naim, che era stato risuscitato dai morti, avesse gridato una parola di fede nel Regno di colui che tale Regno stava apparentemente perdendo; se Pietro, che aveva visto il suo volto risplendere come il sole e le sue vesti biancheggiare come la neve sul monte della Trasfigurazione, lo avesse confessato come Signore; se il cieco di Gerico, che aveva riavuto la vista, avesse proclamato la sua divinità, non ne saremmo sorpresi. Perché se solo uno di essi avesse gridato la sua fede, forse i suoi timidi discepoli e i suoi amici si sarebbero rianimati, forse gli scribi e farisei gli avrebbero creduto! Ma in quel momento, quando la morte era ormai prossima e la sconfitta sembrava palese, l’unico, al di fuori del piccolo gruppo ai piedi della croce, che lo riconobbe come Signore del Regno e Capitano delle anime, era un ladro crocifisso alla sua destra. 

Nel momento in cui fu data la testimonianza del ladro, il Signore stava vincendo la più grande battaglia che possa essere vinta e stava emanando da se stesso un’energia molto più grande di quella prodotta da una potente cascata d’acqua; stava infatti perdendo la sua vita e salvando un’anima. In questo giorno, in cui nemmeno Erode, con tutta la sua corte, era riuscito a farlo parlare, né le potenze di Gerusalemme erano riuscite a farlo scendere dalla croce, né le ingiuste accuse in tribunale erano riuscite a fargli rompere il silenzio, in cui nemmeno la folla che lo scherniva dicendo: «Hai salvato gli altri, ora salva te stesso!» era stata capace di ottenere una risposta da quelle labbra di fuoco, ora egli rompe il silenzio volgendosi a quella vita trepidante a suo fianco, e salva un ladro: «Oggi sarai con me nel paradiso». Nessuno prima di lui aveva ricevuto una tale promessa, nemmeno Mosè o Giovanni o Maddalena, nemmeno Maria. 

Era l’ultima preghiera di un ladro, e forse anche la prima . Bussò una sola volta, una sola volta cercò e chiese, ma quell’unica volta mise tutto in gioco per questo, in un’unica volta ottenne tutto. Quando i nostri spiriti si affiancano a Giovanni sull’isola di Patmos, possiamo vedere le bianche schiere delle milizie celesti seguire Cristo nella sua vittoria; quando ci affianchiamo a Luca sul Calvario, vediamo colui che fu il primo di quel corteo trionfante. Cristo, che era povero, morì ricco. Le sue mani furono inchiodate alla croce, eppure fu capace di aprire le porte del cielo e trionfare su di un’anima. Cristo fu scortato al cielo da un ladro. Possiamo veramente dire che questo ladro morì da ladro: rubò infatti il paradiso! 

Dove potremmo trovare una dimostrazione più eloquente della misericordia di Dio? La pecorella perduta, il figliol prodigo, la Maddalena pentita, i ladroni perdonati! Questo è il rosario della misericordia divina. La nostra salvezza preme più a Dio che a noi stessi.  

Un giorno il Signore apparve a san Girolamo e gli disse: «Girolamo, vorrei la cosa a cui tie.ni di più». Allora Girolamo rispose: «Signore, ti darò tutti i miei scritti». Ma il Signore rispose: «Non mi basta». «Ti darò la mia vita di sacrifici e mortificazioni», replicò, ma ancora una volta il Signore rispose: «Non mi basta, Girolamo». «Cos’altro mi rimane da darti, Signore?», si spazientì Girolamo. Allora il Signore gli disse: «Girolamo, dammi i tuoi peccati!». 

Preghiera 

O Gesù! La tua misericordia per il ladrone pentito mi fa ricordare quelle parole dell’Antico Testamento: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana» (Is 1,18). Dalle tue parole al buon ladrone ho capito cosa intendevi dire quando dicesti: «Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori... Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati... Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione». Ora capisco perché Pietro sia stato fatto tuo vicario sulla terra solo dopo essere caduto per tre volte: affinché la Chiesa, di cui è il capo, potesse capire cosa sono la misericordia e il perdono. Gesù, comincio a comprendere che se non avessi mai peccato, non avrei mai potuto invocarti come «Salvatore». Il ladro non è l’unico peccatore. Anch’io lo sono! Ma l’unico Salvatore sei tu. 

Mons. Fulton John Seen

LETTERE D'UN EREMITA


di J. E. DE CAMILLE

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A LUZ DE MARIA 6 FEBBRAIO 2020



FIGLI DEL NOSTRO RE E SIGNORE GESÙ CRISTO!

L’inesorabile trascorrere del tempo sta accelerando le profezie.
Tra l’umanità si sta percependo il contagio del demonio che non si ferma nel suo agire e, mentre i figli di Dio stanno dormendo, il male non dorme, bensì agisce in modo feroce ed attacca senza pietà.

PER QUESTO VI INVITO A CONTINUARE A STARE ATTENTI A QUELLE DECISIONI CHE CALPESTANO LA PAROLA DIVINA, CHE STANNO PORTANDO GLI UOMINI FUORI STRADA E CHE LI FANNO E LI FARANNO AGIRE E COMPORTARE CONTRO LA VOLONTÀ DIVINA.

La confusione nel Corpo Mistico di Cristo ha aperto la strada allo scisma, nel quale sfocerà la Chiesa del Nostro Re e Signore Gesù Cristo.

Siate fedeli, siate persone che si alimentano del Corpo e del Sangue del Nostro Re e Signore Gesù Cristo e che nella Sacra Eucaristia trovano la forza per quello che vi riserverà il futuro. (Cfr. Gv 6, 55-57)
Da ogni Eucaristia ricevuta, sempre e quando l’abbiate ricevuta nelle condizioni spirituali necessarie, godrete del frutto del quale avrete bisogno quando non potrete ricevere la Comunione Sacramentale, cosicché non abbiate a patire la fame spirituale.

Pregate in ogni momento (Cfr. 1 Tes 5,17), la preghiera permanente, l’unità con il vostro Re e Signore Gesù Cristo, sono imprescindibili perché possiate essere ricolmi della speranza necessaria per andare avanti senza fermarvi.

CONTINUATE A STARE ATTENTI, MOLTO ATTENTI ALLE NOVITÀ CHE INDEBOLISCANO LA PAROLA DIVINA ESPRESSA NELLA SACRA SCRITTURA!

Grandi prove si stanno abbattendo sulla Chiesa del Nostro Re e Signore Gesù Cristo. Cambiamenti ingiustificati, stanno portando sciagure spirituali che permettono ai demoni di entrare nelle persone.

Guai a coloro che con il loro permissivismo, asseconderanno la caduta dei figli dell’Altissimo!

Grandi catastrofi incombono sulla terra intera: l’uomo non troverà riparo né sulle montagne, né nelle praterie, né nelle città, perché è arrivato ad obiettare contro il Suo Re e Signore.

L’essere umano si è svincolato dal Suo Re e Suo Signore, per darsi ai bassi istinti, a un livello tale, che gli stessi demoni faranno festa quando gli uomini si scaglieranno contro gli stessi uomini, in un modo peggiore di quello delle bestie.

Sarà allora che tutto il creato si stupirà e si vergognerà dell’uomo e di come si stia comportando sulla terra e gemerà nel subire tanto abominio.

I terremoti aumenteranno la loro intensità, che supererà quella di questo momento, i mari saranno agitati a causa dei movimenti che nasceranno dalle profondità della terra e da quelle dei mari.

Gli eco-sistemi, compromessi dalla mano dell’uomo, obbligheranno gli insetti a cercare cibo in altri habitat e le città saranno invase da locuste, da cavallette e da “saltamartino”, che lasceranno l’uomo senza cibo.

Vi manca l’umiltà per elevare preghiere alla vostra Regina e Madre di tutti gli uomini.

Il Nostro Re e Signore Gesù Cristo non respinge chi si rivolge a Sua Madre perché interceda.

Pregate tutti, pregate. Le pestilenze stanno avanzando in silenzio, alcune nascono davanti agli occhi degli uomini, altre sono causate dalla scienza
mal utilizzata.

Pregate tutti, pregate. Di fronte alla verità che sta venendo silenziata, siate prudenti, non esponetevi alle malattie che percorreranno la terra.

Pregate tutti, pregate. Vari paesi patiranno a causa di grandi terremoti che colpiranno la terra, tra i quali: il Centro America, il Cile, l’Equador, l’Indonesia, il Giappone, il Messico, Porto Rico.
Lo Stato della California e la città di San Francisco si muoveranno con grande forza. L’Argentina tremerà.

Grandi vulcani entreranno in attività e la maggioranza degli uomini lo ignoreranno fino a quando non saranno loro stessi a subirne le conseguenze.

Questa è la grande ignoranza degli uomini che seguono gli idoli della musica, dello sport, ma degli annunci del Cielo non sanno nulla e ignorano quello su cui il Cielo li sta avvisando.

Voi, Popolo di Dio. Popolo orante e praticante della Legge di Dio e timorosi di offenderlo, PREGATE, NON SOLO CON LA PAROLA, MA SVEGLIANDO I VOSTRI FRATELLI CHE SONO ADDORMENTATI.

Vi chiedo di non vacillare, di rimanere saldi nella Fede, vi chiedo di essere veramente fratelli.

Noi, gli Eserciti Celesti, vi custodiamo. Invocateci affinché vi possiamo assistere, non dimenticatevi di avere gli Angeli Custodi: invocateli, parlate con Loro, date Loro il permesso di intervenire e di non lasciarvi andare sulla cattiva strada.

Popolo di Dio, dovrete affrontare delle prove, ma affinché possiate godere del Cielo anticipato, dovete anche camminare verso la META restando uniti al vostro Re e Signore Gesù Cristo, tenendo per Mano la vostra Regina e Madre.

Non temete, siate amore! Siate umiltà, siate carità ed il resto lo riceverete in sovrappiù!

IN ONORE AL NOSTRO RE E SIGNORE DEI CIELI E DELLA TERRA.
UNITI NELL’AMORE DELLA TRINITÀ SACROSANTA.

CHI È COME DIO?
NESSUNO È COME DIO!


San Michele Arcangelo

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Ancora una volta San Michele Arcangelo ci invita alla preghiera attiva. Ci chiama e ci sollecita perché in quanto figli di Dio siamo anche figli della nostra Madre Santissima, che intercede per l’umanità.

Siamo avviati alle prove che sapevamo sarebbero arrivate, quindi comportiamoci conseguentemente, rispondendo con rettitudine e con amore nei confronti di Dio Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

venerdì 7 febbraio 2020

Un monito del Padre celeste ai Suoi figli



Così parlò il Signore a me e in me  per ciascuno, e ciò è vero, fedele e sicuro:

1. «Chi vuol parlare con Me, costui venga a Me, ed Io gli metterò la risposta nel cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore è pieno di umiltà, percepiranno il suono della Mia Voce.

2. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenera sposa ama il suo sposo, con costui Io voglio camminare a braccetto. Egli sempre Mi vedrà come un fratello vede l’altro fratello, e come Io lo vedevo fin dall’eternità, prima ancora che egli fosse.

3. Dì però agli ammalati, che essi non devono affliggersi nella loro malattia, ma devono rivolgersi seriamente a Me e fidarsi assolutamente di Me. Io li consolerò, ed un fiume del balsamo più prezioso si riverserà nel loro cuore, e la sorgente dell’eterna Vita si rivelerà in essi, inesauribile; essi guariranno e saranno ristorati, come l’erba dopo una pioggia a dirotto.

4. A coloro che Mi cercano, dì loro: “Io sono il ‘Vero dappertutto, e il ‘Vero da nessuna parte’. Sono dappertutto dove Mi si ama e si osservano i Miei Comandamenti, da nessuna parte, invece, dove Mi si adora e Mi si venera soltanto”. Non è dunque l’amore più che la preghiera, e l’osservanza dei Comandamenti più che la venerazione? In verità, in verità Io ti dico: “Chi Mi ama, costui Mi adora in spirito, e chi osserva i Miei Comandamenti, costui è colui che mi venera nella verità!”. I Miei Comandamenti però nessuno può osservarli se non colui che Mi ama; ma chi Mi ama non ha più alcun comandamento che questo: e cioè di amare Me e la Mia Parola viva, che è la vera, eterna Vita.

5Ai deboli annuncia dalla Mia bocca: “Io sono un Dio forte. Essi devono tutti rivolgersi a Me, ed Io li completerò. Da un acchiappa-mosche voglio fare un domatore di leoni, e i timorosi debbono distruggere il mondo, e i forti della Terra devono essere dispersi come pula”.

6Ai danzatori e alle danzatrici dì, senza timidezza, che essi sono tutti quanti burattini manovrati da Satana. Egli infatti li afferra tutti quanti per i piedi e gira attorno con loro velocemente in un vortice, affinché essi siano in tal modo completamente storditi da non poter né stare, né andare, né sedere, né dormire, né sostare, né vedere, né udire, né tastare, né odorare, né gustare, né percepire; essi infatti sono come morti, per cui non si può né consigliarli né aiutarli. E se ancora volessero volgersi a Me, si sentirebbero come uno che una persona robusta prendesse per i piedi e facesse girare in circolo attorno a sé; anche se costui guardasse su al cielo, non vedrebbe il sole, ma solo una striscia luminosa che lo accecherebbe, così che poi vorrebbe chiudere gli occhi e non vedere più nulla del tutto.

7. Colui in cui l’occhio del corpo è cieco, a costui sta ancora aperta la vista dello spirito; ma chi diventa cieco nello spirito, costui rimane cieco eternamente!

8Ai giocatori puoi dire che essi giocando perdono per prima cosa la loro vita, e poi tutto ciò che fu dato loro per questa stessa vita. Il gioco infatti è una fonte piena di velenoso sudiciume; i giocatori però credono che sia una fonte d’oro nascosta. Perciò essi frugano giornalmente in questa immondizia, assimilano nelle narici l’alito pestilenziale, si avvelenano fin nelle più intime fibre e, al posto del presunto oro, trovano l’eterna morte dello spirito.

9Coloro che possiedono la Scrittura e non la leggonoassomigliano a un assetato alla fontana in cui vi è acqua pura, che essi però non vogliono bere. Agiscono così o per una certa idrofobia spirituale, a somiglianza dei cani rabbiosi i quali, per calmare la sete bruciante, mordono le pietre più dure anziché cacciare il muso nell’acqua e guarire; oppure anche, il più delle volte, essi agiscono così per una certa indifferente pigrizia, e preferiscono perciò farsi offrire da certuni indolenti servitori, per calmare la loro sete, del fango puzzolente dalla più vicina pozzanghera, per poi perire malamente tutti quanti.

10. Ma ai fornicatori e alle fornicatrici dì questo: “Chi cammina nella carne, cammina nella morte, e il suo piacere sarà presto trasformato in cibo per i vermi. Solo chi cammina nello spirito, arriva alla Luce, la Sorgente di ogni Vita; la sua parte sussisterà in eterno e si moltiplicherà”.

11. Ai patiti dell’abbigliamento lussuoso e della moda dì seriamente che essi stanno nudi davanti al loro giustissimo Giudice. Il loro lusso passerà come una schiuma; la loro sete di potere ed il lusso saranno tramutati nella più bassa schiavitù, ed essi dovranno vergognarsi eternamente della loro stoltezza. Non è dunque un grande stolto colui che si propone di dorare un mucchio di immondizia, ed invece fa incastonare le pietre preziose nel più sudicio escremento anziché nell’oro? Oh, ma quanti, quanti ce ne sono di pazzi ora a questo mondo! La luce la prendono per tenebra, e la tenebra per luce!

12. Già sta una stella nell’est, che aprirà la via ad Orione, e il fuoco del Grande Cane tutti li consumerà; e Io voglio scagliarne in grande quantità di stelle dal Cielo sulla Terra, affinché tutti i malvagi periscano e la Mia luce brilli ovunque.

13. Io, Jehova, Dio dall’eternità, il Veritiero e il Fedele, come ultimo avvertimento! Amen!

14. A te, che hai scritto questo malamente sotto dettatura, ciò vale per primo, poi però per tutti gli altri! Amen! Questo dice il Primo e l’Ultimo! Amen!».

(Jakob Lorber)