La gloria del martirio
Il giorno 11 gennaio 1815 la mattina, nelle tre ore di orazione che soglio fare subito levata, passai circa un’ora e mezza senza poter raccogliere lo spirito. Finalmente ad un tratto fui sopraffatta da interna quiete, fu al momento trasportato il mio spirito in luogo ameno e magnifico. Trovai questo luogo ripieno di splendida luce, mi intesi rapire lo spirito, penetro dunque la luce, mi inoltro, e mi fu manifestata in questo luogo la gloria grande che gode un religioso spagnolo, fratello del mio confessore, morto fucilato per sostenere i diritti della Chiesa cattolica.
Il mio confessore mi aveva detto di fare alla suddetta anima qualche suffragio. Quando lo vidi apparire, cinto di luce risplendente assai più del sole, con ricca palma in mano, corteggiato da molti angeli e dai suoi confratelli religiosi, lo vidi occupare un posto bene alto, vicino all’augusto trono di Dio.
Oh quanto mai mi rallegrò il mio spirito nel vedere anima tanto gloriosa, mi congratulai con lui per vederlo tanto glorioso. Allora mi pregò di unire i miei ringraziamenti ai suoi, per rendere così grazie a Dio per averlo sublimato a gloria sì grande.
Mi fu mostrato ancora il posto che Dio tiene preparato a un certo religioso a me cognito, e questo mi fu mostrato dal santo martire religioso suddetto. Mi dette a conoscere ancora quanto grande era il suo desiderio di vedere occupato quel nobile posto dal religioso suddetto a me cognito.
La povera anima mia fu sopraffatta dalla gioia e dal gaudio, per la compiacenza che prese il mio spirito nel conoscere quanto è propenso Dio nell’amare l’accennato religioso.
Beata Elisabetta Canori Mora
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