giovedì 10 giugno 2021

Un Mondo secondo il Cuore di Dio

 


***

Lo spirito del mondo ha tanti aspetti! A volte crediamo di conoscerli tutti, mentre in realtà ci manca la conoscenza di quelli che più ci interessano. Dobbiamo tener presente che lo spirito del mondo lavora in diverse zone nello stesso tempo: da ciò che è puramente materiale, fino a portare la confusione nei valori spirituali. Quello spirito non è altro che il prolunga- mento dell’azione del demonio, allo scopo di ottenere ciò che questi non ha potuto. Nella vita di Gesù, ad esempio, il demonio tenta di allontanarlo dalla via della Volontà del Padre. Non ci riesce e allora lo tenta costantemente coi suoi seguaci per mezzo dello spirito del mondo, presentandosi sotto l’aspetto del “ragionevole”. Per altro verso, ciò che è di Dio lo fa vedere “ragionevolmente esagerato”. 

È un impegno costante da parte di questo spirito far sì che gli uomini vivano confortevolmente in questo mondo, nella misura che possono, prescindendo da Dio. E si dice “nella misura che possono” perché in fondo, mancando Dio, gli uomini non possono essere felici. Questo scopo lo raggiunge nelle zone inferiori dell’uomo: dai sensi fino a certa parte della ragione. Ma quando la ragione approfondisce, si incontra con la menzogna dello spirito del mondo. Esso non è ragionevole, è sofistico, perché pretende che l’uomo dimentichi quell’aspirazione profonda che costantemente tende a spuntare nella sua anima: Dio. 

Questo dimenticare Dio riveste molte forme, ma sempre porta l’impronta del “ragionevole”: dal materialismo ateo fino alla religione che pretende, nella pratica, di venire a patti con lo spirito del mondo. È certo che il materialismo ateo si appoggia su ragioni materiali ed economiche per prescindere da Dio. È una ragione “cieca”, come la materia in cui si appoggia, giacché si pretende di prescindere da Dio quando la materia stessa è stata fatta da Dio. Con ciò si agisce “senza ragione”, al prescindere da Dio, quando si tratta di impiantare una giustizia sociale. Ciononostante, per essi il prescindere da Dio è qualcosa di ragionevole: l’hanno forse visto i loro occhi? Allora non esiste. Questo è un ragionamento che potrebbe fare un animale con un minimo di ragione: è una semplice illazione dai sensi. 

È così vario e diverso lo spirito del mondo, come sono diversi i tipi di demoni. Non abbiamo forse detto che lo spirito del mondo è il prolungamento nascosto della influenza del demonio? I demoni sono molteplici. Quell’indemoniato del Vangelo disse che il suo nome era “legione”. Anche lo spirito del mondo è “legione” e mancante di unità. 

È ragionevole una cosa?... Allora Dio la vuole. Così pensa lo “spirito del mondo”, che si oppone energicamente alle esigenze di una fede che chiede a volte il sacrificio della propria ragione per sottomettersi incondizionatamente alla Ragione suprema. Ricordiamo il caso di Saul: fu l’uomo che operò sempre su impulso della ragione. Un potente esercito è in procinto di distruggere Israele; questi si sbanda e Samuele non arriva. Di fronte alla urgenza del momento, a Saul sembra “ragionevole” di dover offrire lui l’olocausto. Appena ebbe finito di offrire l’olocausto giunse Samuele e gli disse: Che hai fatto?. Le parole di Saul sono molto ragionevoli, ma Samuele gli risponde: «Hai agito da stolto». Ciò che è “ragionevole” per Saul, è una “stoltezza” per l’uomo di Dio. Saul e Samuele furono due uomini animati da spiriti diversi. Non ci fu mai una mutua compenetrazione, nonostante che le loro vite fossero così in relazione. 

Non c’è dubbio che nell’uomo c’è una tendenza ad operare ed a giudicare nello stesso modo di Saul. Il “ragionevole” ci va allontanando poco a poco dalla Volontà espressa di Dio, come successe a Saul. Dio gli comanda tramite il suo profeta Samuele di sterminare totalmente Amalek. Ma Saul torna ad affondare nella sua ragione, ribelle al comando di Dio. Non stermina totalmente Amalek e permette che il popolo risparmi alcuni animali per offrirli a Colui che gli ha comandato di sterminarli. Ecco il punto critico della ragione; si oppone al comando di Dio in un modo ragionevole: «Migliore dello sterminio è l’offerta». La ragione fa dimenticare a Saul l’obbedienza e la sottomissione a Dio che comportavano quello sterminio. Così l’uomo di Dio gli dice: «L’ubbidire va più del sacrificio... La ribellione è un peccato come la superstizione e malizia di idolatria è la resistenza a lui. Poiché tu hai rigettato il comando di Dio, Egli ti ha rigettato come re» . 

Quel che fece Samuele col re di Amalek ferisce la nostra sensibilità mondana; essa vorrebbe protestare di fronte a qualcosa che sembra crudele. Ma Samuele preferisce che gli uomini lo giudichino così, piuttosto che disobbedire all’ordine del Signore: «Conducetemi Agag, re di Amalek... Come la tua spada ha privato di figli le donne, così sarà privata di suo figlio tra le donne tua madre. Poi Samuele trafisse Agag davanti al Signore in Gàlgala». 

Questo fatto storico ci porta ad analizzare le pretese del mondo, ciò che esso pretende dagli uomini di Dio. Lo spirito del mondo è riuscito a convincere gli uomini che le anime sante, gli eletti di Dio, devono essere persone inoffensive: non dovete temerli, sembra dire loro; quando non saranno d’accordo col vostro parere, taceranno. Sono tanto buoni e comprensivi! Inoltre lo spirito del mondo spinge i suoi seguaci a collaborare con le anime buone perché così, in qualche modo, tiene anch’esse nelle sue reti. Le anime semplici, desiderose di una maggiore perfezione, le ha convinte che non devono cambiare le cose; che esse non sono state chiamate a quella via di perfezione, la quale non è per tutti; pertanto non devono molestare gli altri, perché sarebbe mancanza di carità e di pazienza, non sapendo sopportare i “fratelli”. È il demonio stesso che suggerisce ciò a queste anime, per poter egli lavorare meglio nel mondo. 

***

JOSÉ BARRIUSO 

MARIA DEBELLATRICE DELLE ERESIE

 


Il trionfo di Maria 

    E' certo che Maria SS. ma, più che opera dell'uomo, deve dirsi opera tutta propria della SS.  ma Trinità. In lei, nella esenzione del peccato originale, operò l'Onnipotenza del Padre. Era  prescritto che tutti i discendenti di Adamo partecipassero della colpa del progenitore; ma  quando giunse il momento della creazione di Maria, che doveva essere la Madre del Verbo  Divino, Iddio sospese, per un singolare privilegio, il corso di questa legge, e parve dicesse:  «Questa legge, o Maria, non è per te...». Così Maria, pur essendo figlia di Adamo, è senza la  colpa di Adamo; figlia di Adamo, sì, ma unica che porti l'intelletto scevro da ogni errore, la  volontà non congiunta a debolezza, il cuore non agitato da sregolate passioni, unica che  conservi integra la bella immagine del Creatore, unica che possa presentarsi a Dio ed in cui  Dio trovi le sue delizie. 

    In Maria operò la Sapienza del Figlio. Il Sangue di Gesù, che un giorno si sarebbe versato  sul Calvario per la salvezza di tutti gli uomini, ci addita in Maria il primo trionfo della  Redenzione. Se quel Sangue Divino ebbe la virtù di risanare noi dalla colpa, ebbe pure quella  più grande di preservare Maria dall'infezione della colpa. 

   In Maria spiegò pure il suo amore lo Spirito Santo, che, vedendola Figlia prediletta del  Padre, già impreziosita dal Sangue della Redenzione, la riempì di tale abbondanza di doni e  grazie, da non trovare confronti se non con l'Autore stesso della grazia. 

Il demonio quindi non ebbe parte alcuna in Maria. E' questo il trionfo per eccellenza che la  Vergine Immacolata riportò sul serpente infernale. 

    Ecco come l'Evangelista S. Giovanni, nel suo libro dell'Apocalisse, descrive questa vittoria  di Maria. «Un grande prodigio apparve in cielo: una donna vestita di sole, e la luna era sotto  ai suoi piedi, e sopra la testa una corona di dodici stelle. Essa era incinta e travagliata dai  dolori del parto. Ed apparve un altro prodigio nel cielo: un drago rosso con sette teste e dieci  corna; e su queste sette teste, sette diademi... E il drago si rizzò di fronte alla donna che  doveva partorire, per divorare il figlio appena lo avesse dato alla luce. Ed ella diede alla luce  un bimbo che doveva governare tutte le nazioni con una verga di ferro; e il bimbo fu rapito e  portato verso Dio e verso il suo trono. Ed avvenne un grande combattimento in cielo: Michele  e i suoi Angeli combatterono contro il drago. E questo drago, l'antico serpente che è chiamato  diavolo e satana, fu precipitato e i suoi angeli con lui. E quando il drago si vide precipitare a  terra, inseguì la donna che aveva dato alla luce il bimbo. E il drago si irritò contro la donna e  andò a fare la guerra al resto della di lei discendenza». (Apocal. 12. 3). 

Nella donna vista da S. Giovanni viene riconosciuta Maria; nel bimbo si deve riconoscere  Gesù, il Figlio di Dio, che regge tutte le nazioni con verga di ferro, ed infine il ritorno al Padre,  con la sua gloriosa Ascensione. Il drago è l'antico serpente che insidia la donna (Maria) per  conquistarla, ma da lei vinto, continua la guerra contro gli altri suoi figli, cioè gli uomini  redenti. Cosa è questo se non il trionfo di Maria SS. ma sul demonio? Chi non vede qui la  realizzazione di ciò che disse Iddio al serpente nella caduta dei nostri progenitori: «Inimicitias  ponam inter te et mulierem, inter semen tuum et semen illius...?». (Gen. 3. 15). 

Se il demonio avesse potuto anche per un istante solo mettere in cuore a Maria un solo  peccato, sarebbe stato il più gran trionfo del principe del male; ma non vi riuscì! La  Beatissima Vergine Maria, corrispondendo ai privilegi ricevuti da Dio, vinse la lotta contro il  serpente infernale e gli schiacciò la testa: e questo fu il più bel trionfo di colei che doveva  essere la Madre di Dio. 

Ma sarà proprio vero che S. Giovanni, nella descrizione della visione, parli proprio di Maria SS. ma? Non parlerà invece della Chiesa, come affermano i Santi Padri? 

Non neghiamo che S. Giovanni parli della Chiesa, solo diciamo che parla anche di Maria,  figura della Chiesa. 

Ce lo dice S. Agostino. Commentando egli ciò che S. Giovanni scrisse, dice: «Nell'Apocalisse  dell'Apostolo S. Giovanni è scritto che il drago si rizzava di fronte alla donna che doveva  partorire, per divorare il suo bimbo, appena fosse nato. Nessuno di voi ignora che questo  drago è il demonio; e che questa donna significa la Vergine Maria. Essa Immacolata generò il  nostro capo Immacolato (Gesù); ed ha dimostrato nella donna la figura della Chiesa,  imperocchè come Ella dando alla luce il bimbo, rimase Vergine, così la Chiesa, generando le  membra di questo capo, non perde la sua verginità». (Compas. Virgin.). 

Quindi, secondo S. Agostino, l'Evangelista S. Giovanni parla direttamente di Maria,  indirettamente della Chiesa. 

Il drago, vinto dalla donna (Maria), che sola fu in grado di poter dire al serpente: Neppure per  un istante sono stata a te soggetta, si rivolse ad insidiare la di lei discendenza. E chi è mai  questa discendenza? Dopo Gesù, sono tutti i cristiani divenuti, per la Redenzione, fratelli di  Gesù Cristo, e quindi figli di Maria. 

Il demonio, irritato contro Gesù Cristo, sconfitto da Maria Vergine, in tutti i tempi si è  adoperato, e si adopera tuttora in mille modi a strappare le anime dalla fede, specialmente  con le eresie diffuse sino dal principio del cristianesimo, e continua anche oggi a spargere  zizzania in mezzo agli uomini. Ma l'Immacolata Madre di Dio, come in passato, manderà a  vuoto anche i tanti errori dei nostri tempi, e la Chiesa potrà sempre esclamare: «Gaude,  Maria Virgo, cunctas haerese sola interemisti in universo mundo». 

P. AMADIO M. TINTI DEI SERVI DI MARIA

 


Essere Chiesa oggi significa essere Cristo, vivere in Cristo, stare in comunione con Cristo, significa avere – come ha detto Gesù – sete di salvare anime.

 


Madre della Pietà a Piedade dos Gerais (MG – Brasile)


03.06.2021

Cari figli,
con grande pace e sapienza, chiediamo allo Spirito Santo di illuminare i nostri cuori in questo giorno così santo, così speciale. Oggi è un giorno di ringraziamento a Gesù Eucaristico, alla Santa Eucarestia. Come è bella la ricchezza che ha il tuo cuore, la tua anima, nel ricevere Gesù Eucaristico! La gioia trabocca dai tuoi occhi, dalle tue parole, dai tuoi gesti. Perché Gesù è tutto per noi. Oggi devi dire con gioia: “Gesù è tutto per me!”. Per la famiglia, per la comunità, per la Santa Chiesa. Oggi per il cristiano è una festa, perché Gesù ha voluto essere l’Alimento speciale di tutti gli uomini.

E oggi in questo messaggio, in questo tempo di lotta, in questo tempo di giustizia, in questo tempo di battaglia, vogliamo innanzitutto fare un atto di ringraziamento a Gesù, tutti noi. Ognuno, nel silenzio del proprio cuore, ringrazi Gesù per l’Eucarestia, per il Santissimo Sacramento, per il Corpo e Sangue di Gesù. E ringraziando Gesù lo preghiamo per il mondo, per la guarigione dei cuori. La maggiore infermità è il peccato e chi guarisce è Gesù. Colui che può portare la liberazione, il perdono, il sollievo a questo dolore che porti, a questa sofferenza che senti, è Gesù.

Allora chiediamo a Gesù la guarigione di tutti i cuori oggi qui presenti, la guarigione delle famiglie, la guarigione delle malattie del corpo ma anche delle malattie dello spirito, dell’anima. Soprattutto oggi quando manca nel mondo l’essenza maggiore, che è il timore di Dio, l’essere timorati di Dio. Oggi l’umanità non teme più Dio, non ha quel timore buono nei confronti di Dio. Ecco perché oggi c’è tanta mancanza di rispetto: mancanza di rispetto verso i bambini, verso i giovani, verso le famiglie. Se l’umanità avesse più timore di Dio essa sarebbe più sapiente, evangelizzerebbe con più responsabilità. Perché l’evangelizzazione è donazione.

Quando parliamo dell’Eucarestia, parliamo di Gesù che si dona a noi, che diventa Alimento per tutti. Dalla sua morte sulla croce fino al giorno di oggi, Gesù continua ad essere per noi intera donazione. Egli si dona per essere l’Alimento maggiore dei nostri cuori. Allora servire Dio oggi è una donazione.

In un tempo in cui l’umanità avrebbe bisogno di vivere maggiormente la fede, l’umanità vive senza fede. Dovrebbe esserci più fede, ma in questo tempo la fede dell’umanità è molto fredda. Quindi il mondo – l’umanità, i figli di Dio – corre un grande pericolo, se lascia morire questa fede. La nostra fede dev’essere sempre viva, vera, coerente agli eventi del momento presente. Dobbiamo essere consapevoli che questo tempo presente sulla Terra, in tutta l’umanità, non solo nel vostro paese ma nel mondo intero, è un tempo di fede. Oggi stesso, quando supplicavo Gesù per voi – perché io intercedo sempre presso Gesù per voi, per le vostre richieste, per le vostre necessità – gli ho chiesto in modo molto speciale [di dare] una fede viva ai cuori dei figli. Una fede autentica, una fede responsabile. Perché se l’uomo continua ad avere questa fede fredda, il mondo soffrirà tantissimo. Come conseguenza del tempo attuale – tempo di giustizia divina – si verificherà molta sofferenza. Essa arriverà onda dopo onda, turbolenza dopo turbolenza.

Allora l’umanità deve avere una fede fondata su Gesù. Cos’è la fede fondata su Gesù? Abbandono totale, donazione completa, servire Dio. Se oggi – in questo giorno santo, eucaristico – ti metti davanti a Dio, davanti a Gesù Eucaristico, cosa vuole Egli da te? Come salvare le anime? Salverai forse le anime con la divisione? Con la persecuzione? Mettiti davanti a Gesù, non davanti al prossimo, ma davanti a Gesù. Perché davanti al prossimo spesso porti indifferenza, gelosia, invidia, menzogna – che sono peccati gravi. Ma davanti a Gesù devi essere vero. Sarà che Gesù vuole che tu evangelizzi le anime con l’aspetto fisico? No.

Quando Gesù ti ha dato la vita, è morto sulla croce perché ti ama. Quando Gesù è diventato l’Eucarestia, l’Alimento, lo ha fatto perché Egli desidera vivere in te. Allora è donazione. Essere Chiesa oggi significa essere Cristo, vivere in Cristo, stare in comunione con Cristo, significa avere – come ha detto Gesù – sete di salvare anime. Se ti metti davanti a Gesù nel modo in cui la maggior parte delle persone sta facendo, non consolerai Gesù e non sarai gradito al suo Cuore. Devi essere un’anima consolatrice, un’anima che conforti Gesù per le innumerevoli offese che oggi sono commesse contro il suo Sacro Cuore. Sono tante, le offese.

Allora se oggi ti presenti davanti a Gesù Eucaristico per salvare anime, tu hai una missione che è seria, che è fortissima. Le anime non si salvano nel modo in cui pensi, ma nel modo in cui devi essere: abbandono totale, donazione totale a Dio. Ascoltare l’altro, amare l’altro, anche con le sue indifferenze, perché nessuno è perfetto, figli. Perfetto è Dio. I figli di Dio hanno le loro battaglie, le loro paure, le loro ansie, le loro tribolazioni, hanno momenti di sofferenza, ma se tu ti presenti davanti a Gesù come un servo di Gesù che vuole salvare anime – soprattutto adesso che state vivendo un tempo di paura, un tempo che nel quale vi sembra di essere in un deserto, soli – devi seguire Gesù, devi seguire le orme di Gesù, in modo Egli che ti tiri fuori da questo deserto solitario.

Allora è un grande impegno di fede, un grande impegno di essere realmente Chiesa viva, missionaria, che accende una fiamma che si chiama fede, una fede che non sia una fede fredda ma una fede fervorosa, ardente. Quanti di voi in questo pomeriggio state soffrendo per il dolore di aver perso qualcuno che amavate immensamente, e avete dovuto dire “Padre, siamo tuoi”. Perché arriva il giorno in cui diventi consapevoli che qui sulla Terra è un passaggio. Dio ti ha fatto dono della famiglia, del padre, della madre, che oggi forse sono già uniti al Padre, e tu sai che tutto è di Dio: i tuoi figli, la tua casa, il tuo lavoro, i tuoi doni. Tutto è di Dio! Per questo Dio vivo è diventato l’Eucarestia, è diventato l’Alimento maggiore.

E se oggi vogliamo salvare vite, se vogliamo salvare anime, se vogliamo essere un popolo di Dio evangelizzatore, dobbiamo presentarci davanti a Gesù come Gesù Cristo è. Perché Gesù è diverso, è diverso da tutto quello che pensate. Gesù è il vino migliore, è l’Agnello di Dio. Oggi abbiamo bisogno del Sangue di Gesù, il mondo ha bisogno di questo Sangue. Le famiglie, le madri, le donne che desiderano diventare madri, coloro che hanno bisogno di guarigione, di liberazione, coloro che hanno bisogno di essere esorcizzati, tutte le famiglie che hanno bisogno di pace, di questa pace che non si può acquistare con i tesori della Terra, questa pace che è Dio. La pace che l’oro non compra, ma che l’amore costruisce. Gesù ha costruito questa pace. Per questo ha detto: “Io sono la pace”. La brezza leggera, soave e mite, è la pace di Dio.

E oggi siamo qui per ricevere questa pace di Gesù. Oggi, nella celebrazione santa di questo giorno, riceveremo la pace di Gesù. Anche se non puoi stare davanti a Lui, a motivo delle battaglie oggi presenti, tu sei alla presenza di Gesù ed Egli ti ricolmerà di questa pace. Sarai molto più felice, perché Dio ti ricolmerà di questa pace che Dio stesso è per la tua vita, per la tua comunità, per la vita dei giovani.

Oggi avete già pregato per i giovani? Essere giovani nel tempo di oggi è una grande sfida, figli. Avete già pregato oggi per coloro che hanno bisogno di essere e devono essere la pace nel mondo, la speranza di un mondo nuovo, rinnovato? Pregate di più per i giovani, perché voi che oggi siete maturi siete l’esempio che essi vogliono seguire. E pregate anche per i bambini, che oggi vengono aggrediti in modo così brutale. I bambini così piccoli, così innocenti, anch’essi vivono in un tempo difficile, perché l’umanità vive oggi eventi profondamente grandiosi e vivranno sempre più questi eventi celesti. La Parola di Dio si rende viva in mezzo a noi. Allora in tutto quello che vedi oggi, che si sta verificando oggi, Gesù ti parla. Egli non ti nasconde la verità. Tutti sono consapevoli che il tempo oggi è un tempo di giustizia di Dio. Dio ha sete di fare di questo mondo un mondo nuovo, un mondo giusto, un mondo migliore.

Oggi avete un profondo bisogno di abbracciare Gesù Eucaristico. Forse Gesù non è mai stato così vicino a te. Oggi forse pensi di essere lontano da Gesù – tanti non hanno accesso alla presenza di Gesù a motivo delle battaglie vissute sulla Terra – ma Gesù ti mostra che sta con te, che vive in te. Gesù vuole realmente vivere e regnare nel tuo cuore. Allora Egli non è mai stato tanto presente nella tua vita come adesso. Questo tempo di adesso è un tempo in cui avere una grande intimità con Dio. Allora approfitta delle grazie!

Quest’anno è dedicato a San Giuseppe. Oggi hai già ringraziato San Giuseppe? San Giuseppe è il protettore di questa bellissima famiglia di Dio, che è la Chiesa. È il padre spirituale delle vocazioni, delle famiglie, della vita missionaria, un uomo che ha servito Dio con tanto fervore e abbandono.

[L’abbandono è] quello che stai vivendo nel messaggio di oggi. Spesso vuoi una risposta ma non vuoi vivere la risposta. Dio ti sta rispondendo: è tempo di lotta, è tempo di battaglia, è tempo di fede! Vivi questa risposta di Dio per te. Presentati davanti a Gesù come Gesù sta alla tua presenza, non nasconderti da Lui, non fare del mondo il tuo stesso purgatorio: un mondo di divisioni, di giudizi. Fai del tuo mondo il cielo, un cielo di grazie, sii benedetto per portare grazie, per seminare la grazia in mezzo a tante paure, in mezzo a tanta disperazione, in mezzo a tanto dolore. Molte sono oggi le famiglie che piangono, che consegnano a Dio la vita di coloro che tanto amavano, tanti sono quelli che stanno ringraziando Dio per la nascita di qualcuno, per il compleanno di qualcuno, per il matrimonio di qualcuno, ma c’è anche tanto dolore nelle famiglie, in Brasile e nel mondo, ecco perché abbiamo bisogno di questa presenza di Dio in noi.

Ed Egli è vicino a noi. In questi momenti di preghiera potete sentire il Cielo che tocca la Terra. In questa Terra ci siete voi, Dio tocca i suoi figli. Allora comprendi questo, abbi questa bella percezione di quanto lo Spirito Santo ti muove, di quanto lo Spirito Santo ti illumina. Se oggi sei qui è perché Dio ha voluto che tu fossi qui. Niente avviene per caso, figli. Soprattutto quando percorriamo il cammino del Signore. Il Signore è alla guida e noi seguiamo le sue orme. Anche se stiamo attraversando il deserto, Gesù Eucaristico è davanti a noi e con Lui possiamo dire: “Vittoria, tu regnerai per sempre!”.

Con grande affetto, voglio darvi la mia benedizione.

in questo momento la Madonna benedice tutti

Cari figli,
benedirvi è una benedizione per la Madre, la Madre che tanto ama i figli qui presenti. La più grande ricchezza di una Madre è poter dire: “Figli, siate benedetti da Dio. Che Dio benedica e protegga tutti voi”. È questo che chiedo a Gesù Eucaristico oggi in questa celebrazione del Corpo e Sangue di Gesù Cristo, nella quale Egli si rende tanto presente in mezzo a noi, in unità con la Santissima Trinità – in quest’anno bellissimo dedicato a San Giuseppe – e in unità ai cuori che Egli tanto ama, che sono i vostri cuori. Allora poter dire: “Dio vi benedica” è un dono per la Madre di Dio e questo dono è un dono di Dio, è l’amore di Dio in noi.

In questo messaggio di oggi, se chiudete gli occhi sentirete che Gesù è qui con noi tutto il tempo, sentirete che è molto presente in mezzo a noi. Nella sofferenza presente sulla Terra, Gesù non ci abbandona, Egli sarà con noi anche nelle traversie di questo deserto. Arriveranno battaglie e arriveranno sofferenze, ma Gesù starà con noi sempre. Non dimenticate mai che Egli è la Via, la Verità e la Vita. Gesù Eucaristico è la Via, la Verità e la Vita. Vita piena.

Ho benedetto le famiglie che anno avuto il dolore di consegnare a Dio le persone amate. Siamo del Padre.
Ho benedetto le famiglie che stanno ringraziando per i bambini e consacrando oggi i bambini al mio Cuore e al Cuore di Gesù.
Ho benedetto i figli che compiono gli anni e i figli che sono venuti a sentire questa pace di Dio qui in questa Valle benedetta dal Cielo, dalla Santissima Trinità.

Che Dio dia molta fortezza ai vostri cuori. In questo tempo di battaglia non possiamo indebolirci, dobbiamo essere forti come ci ha insegnato Gesù. Che la nostra fede sia fortissima, capace di ottenere il miracolo più grande, che è la Resurrezione. Cristo è la Resurrezione. Niente si perde, tutto si trasforma. La morte non è la fine, in verità significa rinascere per la vita gloriosa in Dio.

I fiori sono stati benedetti per la guarigione e liberazione dei malati nel corpo e nell’anima.

Ecco la Serva di Dio, Maria l’Immacolata Concezione, Madre della Pietà. Il Signore mi chiama.


 

mercoledì 9 giugno 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Gli anni 2000: il controllo dei media aiuta a mantenere  i cittadini in uno stato di ignoranza condizionata 

È proprio questo tipo di cittadinanza, all’erta e ben informato, ad  essere ormai una rarità in quei paesi dove la censura e la disinformazione  ufficiale mantengono le masse in uno stato di ignoranza condizionata,  impedendo loro di esercitare il proprio potere sovrano di autogoverno  e rovesciando quindi de facto il potere repubblicano, riducendolo ad un  mero regime burocratico e dittatoriale.

Fu proprio all’indomani degli attacchi dell’11 settembre che il  governo Americano, guidato da George W. Bush424 membro di alto grado di una setta segreta, fece sapere – grazie alla grancassa della  stampa asservita – che d’allora in avanti i cittadini degli Stati Uniti, una  nazione fondata su principi di libertà ed uguaglianza, avrebbero dovuto rinunciare ad alcune delle proprie libertà per la salvaguardia  della sicurezza nazionale. In questo modo, la sovranità di una  nazione governata dai propri cittadini venne svenduta alle varie agenzie  governative che li avrebbero ridotti al rango di soggetti inermi, al fine  di ‘proteggerli’ dai ‘terroristi’. 

Il governo Federale ha continuato incessantemente a ripetere  questo mantra per tutti i 10 anni successivi agli attacchi terroristici,  e nel frattempo ha aumentato costantemente la morsa oppressiva  della ‘sicurezza’ attorno al collo dei cittadini, al punto da rendere gli  Stati Uniti d’America – fino ad allora un simbolo di libertà – uno degli  stati di polizia più burocraticamente repressivi al mondo. E oggi, sotto  l’amministrazione del massone di alto grado Barack H. Obama (tra  l’altro lontano parente sia di Bush che di Cheney), questo stato di cose  è stato ulteriormente esacerbato. 

Per ridurre i cittadini degli Stati Uniti ad un’accettazione passiva  di qualsiasi politica imposta dal governo, e per far credere loro che  un simile stato di cose sia stato deciso a loro interesse e beneficio, è  indispensabile esercitare un controllo sui sui mezzi di comunicazione  di massa controllati dalle banche e dalle grandi imprese, in modo che  essi nascondano volontariamente i gravi crimini commessi dal governo  e le vere motivazioni delle guerre da esso scatenate (che in realtà  vengono portate contro quegli stessi cittadini che il governo dovrebbe  teoricamente proteggere). Un’altra funzione propria degli organi  d’informazione asserviti al potere è quella di sviare e reindirizzare  l’attenzione ed i sospetti della gente verso certi gruppi ed individui,  indicati dal governo. Nel fare tutto questo, la stampa al servizio delle  grandi imprese si comporta esattamente come il “Ministero della Verità”  descritto da Orwell. 

Padre Paul Kramer

Vorrei che tutti i miei figli prediletti possano stare vicini per aiutarsi l’uno con l’altro per quando arriverà il momento e voglio mettervi insieme per combattere l’ultima battaglia.

 


Trevignano Romano, 8 giugno 2021

Cari figli, grazie per essere qui nella preghiera. Figli amati, vi chiedo spesso di essere fiamme accese per il mondo, ma a volte siete indifferenti. Figli, come disse Gesù ai suoi apostoli: che il vostro parlare sia si si, no no; il di più viene dal maligno. Convertitevi e fatevi trovare pronti per ciò che sta per arrivare. Figli amati,  non ragionate quando siete nella fede,  il ragionamento umano non arriverà  mai a capire ciò che Dio ha preparato per voi, a volte vi guardo mentre cercate date e tempi che solo Dio conosce, ma una cosa voglio svelarla: guardatevi  intorno, anche se a voi sembra un caso,  Io sto provvedendo ad avvicinarvi tutti, ricordate che non è una vostra decisione, ma la Mia. Vorrei che tutti i miei figli prediletti possano stare vicini per aiutarsi l’uno con l’altro per quando arriverà il momento e voglio mettervi insieme per combattere l’ultima battaglia. Figli miei, Dio ha preparato tutto per voi, nuovi cieli e nuova terra, dove ci sarà serenità e gioia, spariranno malattie e lamenti e tutto sarà preghiera e amore per Dio. Ora vi lascio con la mia santa benedizione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen.

(Il linguaggio ambiguo ci rende scuri, infatti più ci si avvicina alla luce più l’ombra diventa grande, ma quando saremo noi luce, allora le tenebre spariranno completamente, questo fa comprendere come le parole hanno un peso grande)

LA PIA PRATICA DELLA GRANDE PROMESSA TUTTI IN PARADISO

 


ALCUNI ESEMPI 

Perché crediamo nella presenza reale del Corpo e del Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie eucaristiche? Soltanto perché Gesù ce lo ha rivelato. Ci conforta però il sapere, che il Redentore divino si è degnato di fare molti miracoli eucaristici in Italia e all'estero. Questi miracoli non creano la fede nell'Eucaristia; non crediamo perché sono avvenuti questi miracoli, crederemmo egualmente senza di loro, come credettero gli Apostoli e i primi cristiani; pure essi fortificano la nostra fede, e giovano moltissimo per condurre gli erranti e dubbiosi alla divina Eucaristia.  

[44] Allo stesso modo Noi crediamo nella Grande Promessa, perché l'amabilissimo Signore la fece alla sua serva, Santa Margherita Maria Alacoque, e perché il Pontefice Benedetto XV la riconobbe autentica; né dubitiamo che Gesù la manterrà, perché Egli è fedele e mantiene sempre le sue promesse. Pure godiamo delle molte prove che Gesù ha dato di mantenere la Grande Promessa e delle molte grazie e dei molti favori spirituali che Egli ha concesso ai devoti del suo Cuore adorabile; grazie e favori che ci assicurano che Egli manterrà anche verso di noi la Grande Promessa, se gli offriremo le nove Comunioni.

Ecco alcuni di questi prodigi, pochissimi, raccolti tra i molti registrati in numerosi libri e riviste.   

Il massone Gian Battista Ferrari di Ventimiglia era stato da giovanetto molto pio; educato dai Gesuiti nel loro celebre Collegio di Monaco (Principato), aveva fatto più volte con grande devozione la pia pratica dei nove primi Venerdì del mese.  

Uscito dal collegio passò al Liceo di San Remo, dove si lasciò adescare da cattivi compagni, abbandonò la Chiesa, non frequentò più i Sacramenti. Si ascrisse, negli anni di Università, alla massoneria. Combatté i [45] principi religiosi, pur non potendosi liberare da continui, persistenti rimorsi di coscienza.  

Rimase ostile alla Chiesa fino a trentatré anni; fu allora, nel 1905, che la grazia riportò il primo trionfo sul suo cuore; egli fece la confessione generale al Vescovo di Ventimiglia e uscì dalla massoneria. Tre anni più tardi, il 6 maggio 1908, mentre difendeva alla Corte d'Assise un imputato, ebbe un primo sbocco di sangue. Lo portarono in un sanatorio, dove dette mirabili esempi di rassegnazione e di pazienza. Pregava continuamente il S. Cuore di Gesù, ed accettava, quelle pene, quei dolori, in sconto dei suoi peccati e per riparare in qualche modo, col buon esempio, per tutto il male che aveva fatto.   

Morì il 14 aprile 1909, a soli 34 anni, nella natia Ventimiglia, colle immagini dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria tra le mani.  

Il Cuor di Gesù aveva mantenuto così la sua Grande Promessa.   

Riprende la conoscenza e la parola per poter ricevere gli ultimi Sacramenti. - Il signor Giovanni Maiorana, Marchese di Leomaga, colpito da emorragia cerebrale; era agonizzante nella sua abitazione in Palermo. La famiglia, che era consacrata al Sacro [46] Cuore, pregava e lacrimava, addolorata sopra tutto per la impossibilità di far ricevere all'infermo i santi Sacramenti.  

Ma il Cuor di Gesù mantiene la su promessa. Una zelatrice, entrata il 13 febbraio 1928 nella stanza dell'infermo, gli presentò un quadro del S. Cuore, gli disse ad alta voce: «Ecco il Cuore di Gesù!» ed incominciò a recitare la preghiera degli ascritti all'Apostolato.  

Appena terminata la recita dell'Offerta quotidiana si notò, qualche cosa d'insolito nel morente: i suoi occhi incominciarono a versare copiose lacrime e il suo volto si rasserenò. I cuori dei congiunti si animarono a sperare e furono intensificate le preghiere, per ottenere dal divin Cuore la grazia di far riacquistare all'infermo la conoscenza e la parola, almeno per il tempo necessario per ricevere i santi Sacramenti.  

Verso sera il Canonico Gioacchino Bibbia gli amministrò l'Estrema Unzione, e poco dopo l'infermo cominciò a parlare, e fece tali progressi, che l'indomani lo stesso canonico lo poté confessare e amministrargli la santa Comunione sotto forma di Viatico. Dopò di aver ricevuto la sacra Particola il morente si assopì di nuovo, come prima. Visse ancora sette giorni, senza poter [47] proferire parola alcuna; ma dal suo volto traspariva, con consolazione di tutti, la tranquillità della sua anima. Rese il suo spirito a Dio il 21 febbraio 1928, lasciò a tutti colla sua morte il soave ricordo della misericordiosa bontà del S. Cuore di Gesù.  

Date fiori a Gesù . - L'ingegnere Ettore Sarrocci, di Barbara (Ancona), straziato da parecchio tempo da un male terribile, che lo conduceva inesorabilmente al sepolcro, aveva perduto da anni la fede della sua infanzia e parlava di suicidarsi, per mettere fine alle sue sofferenze. Si pregò molto il Sacro Cuore di Gesù; finalmente, commosso da un sogno della nipote, che aveva veduto Santa Teresina del Bambin Gesù, la quale le aveva assicurata la salvezza dell'anima dello zio, risolutamente accettò di ricevere i santi Sacramenti e aggiunse che nulla voleva fare di nascosto; anzi, desiderava che Gesù Sacramento entrasse trionfalmente in casa sua.  

Questo avveniva il 20 luglio 1928. Fu subito chiamato telegraficamente il P. Luigi Rinaldi della Compagnia di Gesù, che immediatamente accorse, confessò l'infermo e gli portò il Viatico in forma solenne, prendendovi parte tutta la cittadinanza, edificata e profondamente commossa. Visse ancora 25 giorni, ricevette tre volte ancora, con rinnovato [48] fervore, Gesù sotto le eucaristiche specie, e l'ultima volta che lo ricevette esclamò: Fiori, date fiori a Gesù Sacramentato!  

Morì interamente conquistato alla grazia, confortato dalla benedizione papale; un grande graziato dal Cuore di Gesù.  

Oh sì, tanto volentieri ! - Teresa Golia ­Cappello di Verona, aveva fatto con tutta la famiglia più volte la pratica dei primi nove venerdì del mese. Il Sacro cuore di Gesù le fece la prima grazia concedendole la consolazione di assistere alla prima Messa di suo figlio Giuseppe, gesuita.  

Durante la guerra, schiacciata dalla fatica e accasciata da pensieri e affanni per i figli che aveva sotto le armi, venne colpita da una grave spinite, che le tolse la conoscenza, facendola passare di delirio in delirio. I membri della sua famiglia erano addoloratissimi al pensiero che la buona donna sarebbe morta senza ricevere i santi sacramenti. Si rivolsero perciò al Cuore di Gesù, ricordandogli la sua grande promessa; e il terzo giorno di un triduo di preghiere, fatto con questa intenzione, nella vigilia della festa del Sacro Cuore di Gesù del 1916, il sacerdote che l'assisteva chiedendole se desiderasse confessarsi, ebbe con generale sorpresa la risposta: «Oh! sì, tanto volentieri!».  

[49] Da quell'istante ritornò pienamente in sé, contro ogni umana speranza; ricevette con piena lucidità di mente quella sera il Viatico e l'indomani festa del Sacro Cuore, di nuovo la santa Comunione. Chiese a Gesù come specialissima grazia di poter morire in quel giorno, consacrato al suo Cuore adorabile, e Gesù la esaudì. Trovandosi circondata, in quel giorno, dai suoi cari, alzò gli occhi al cielo, e mentre le sue labbra, movendosi lievemente, recitavano un'ultima preghiera, Gesù la chiamava a sé.  

Ritorna subito ! - Giuseppina Vasile, di Bivonal (Agrigento), si recò il 15 gennaio 1929 in una bella giornata, in una sua piccola tenuta, non molto lontana dall'abitato. Verso le undici, mentre il cielo era sereno, sentì una voce che le diceva: «Ritorna subito a casa tua!». Girati gli occhi non vide nessuno e ritenendo che quella fosse un'allucinazione continuò a raccogliere le ortaglie; ma la voce facendosi sentire con insistenza, finì per ritornare nella borgata.  

Appena entrata nella casetta, si scatenò un temporale fortissimo accompagnato da scariche elettriche. «Ora comprendo l'origine di quella voce. Era il Cuore di Gesù che mi voleva salva», disse la Vasile. E fu salvata veramente dal S. Cuore, perché, durante [50] quell'uragano: un fulmine schiantò l’ulivo sotto il quale la donna ordinariamente sostava per riposarsi e deponeva le ortaglie che aveva raccolto, e si sarebbe certo rifugiata se l'uragano l'avesse colta all'aperto. Quando vide l'albero schiantato comprese la fine che avrebbe fatto, se il S. Cuore non fosse intervenuto.  

La Vasile stava compiendo allora la devota pratica dei primi nove venerdì del mese. Aveva già fatte otto Comunioni; e fece il primo venerdì di febbraio la nona ed ultima con un senso speciale di pietà e riconoscenza verso il divin Cuore di Gesù, che l'aveva [51] scampata dalla morte per darle occasione di compiere la pia pratica e garantirsi il Paradiso.  

Cecchino . - Nel novembre del 1926 moriva in una città delle Marche (così il Messaggero del S. Cuore del novembre 1928) il giovanetto F. Z. chiamato Cecchino. La sua morte serena e tranquilla mostrò come muoiono santamente coloro, che hanno compiuta la pia pratica dei nove primi venerdì.  

Cecchino era un caro fanciullo. Era ascritto nell' Apostolato della Preghiera e recitava tutti i giorni l'Offerta quotidiana. Quando sentì parlare della Grande Promessa del S. Cuore volle subito praticarla, per assicurarsi la bella grazia di non morire senza i santi Sacramenti. Aveva poi così bene compreso lo spirito di questa pia pratica, che dopo di aver finita la prima serie di Comunioni ne aveva incominciata subito un'altra; ma una malattia venne a interrompere questo novello turno.  

Dopo due mesi di malattia il medico ritenne che il ragazzo corresse il rischio di venir colpito da meningite. La terribile malattia facendo perdere la conoscenza ed essendo generalmente mortale, occorreva dare al ragazzo quanto prima i conforti religiosi. I parenti, afflittissimi per lo stato del [52] piccolo ammalato, non osarono chiamare sacerdote al suo capezzale e temporeggiarono, per il solito sciocco timore di spaventar l'infermo, consigliandolo a ricevere i santi Sacramenti.  

Una zelatrice del S. Cuore, visitando il caro fanciullo, gli suggerì più volte di ricevere Gesù nella S. Comunione, assicurandolo che il Medico divino ne avrebbe alleggerito i dolori; ma Cecchino, ignaro della gravità del suo stato, rispondeva invariabilmente: «Sì, sì, lo farò, ma quando mi sentirò meglio. Ora soffro troppo».  

«Non c'è che fare. Bisogna che intervenga il Sacro Cuore», disse la buona zelatrice, e senz'altro si rivolse a Lui, pregandolo di manifestare anche in questo caso come sia fedele nel mantenere le sue promesse. Né la grazia si fece attendere.  

L'ammalato ricordò improvvisamente i primi venerdì del mese, quando si recava in chiesa e riceveva con tanto fervore Gesù; sentì vivo dispiacere di non poterlo ricevere ora, perché inchiodato al suo letto; ricordò però che quando non possiamo andare da Gesù, Gesù è così buono di venire da noi, purché lo domandiamo, e chiese spontaneamente il santo Viatico.  

La visita di Gesù lo consolò molto, e per [53] meglio santificare gli ultimi giorni della sua vita offrì al Cuore di Gesù i suoi patimenti secondo l'intenzione del mese, che era quella di pregare perché il clero indigeno crescesse di numero, e pregò Gesù di concedere la vocazione sacerdotale a qualche moretto.  

Con questo ideale nobilissimo, veramente apostolico, che gl'irradiava la mente, passò gli ultimi giorni della sua vita; e dopo di aver ricevuta l'Estrema Unzione, assistito fino all'ultimo dal sacerdote, volò al cielo.  

La sua bella morte ci prova quanto sia grata a Gesù la pia pratica dei nove primi venerdì.  

Trionfo completo . - A Roma (così riporta il Messaggero del S. Cuore del 1° gennaio. 1932) un uomo ancora, giovane lottava colla morte in una corsia di ospedale: La malattia faceva rapidi progressi e il malato rifiutava i conforti religiosi. Lo venne a sapere una zelatrice e giacché lo conosceva corse al suo capezzale, lo confortò, lo incoraggiò, e gli disse con dolcezza: «Ti ricordi quando ogni primo venerdì del mese per nove mesi continui facevi la S. Comunione; ed ora»?. Ma non poté continuare, perché in quel momento era entrata una donna ... e si avanzava verso il letto dell'infermo. La zelatrice [54] corse da lei, la condusse in disparte e la giurò di lasciare morire l'infermo in pace. Le sue parole dolci e forti nel medesimo tempo, fecero una profonda impressione sul cuore di quella disgraziata, che rivolse un ultimo sguardo all'infermo e si allontanò.  

La zelatrice sapeva che il giovane era ammogliato, ma la sua povera moglie trovandosi nel manicomio egli si era lasciato trascinare da un altro affetto. La grazia non si fece attendere: l'infermo chiese l'indomani i santi Sacramenti e spirò dopo una settimana serenamente, confortato dal dolce Cuore di Gesù, che aveva mantenuto così la Grande Promessa; ed anche la donna, alla quale egli si era illecitamente unito, ritornò al Signore e diventò una cristiana fervente.  

Erano quarant'anni . - Il Messaggero del luglio 1926 ha da Verona: «Incontravo spesso alla Messa, anche durante la settimana, un mio caro amico, e sapevo pure che era molto lontano dai Sacramenti. Un giorno venne da me a raccomandarsi per avere un posto. L'occasione era propizia, e lo invitai ad un corso di ritiri operai a San Floriano. «Verrò, mi disse, ma prima devi trovarmi un posto». - «Non si può, soggiunse, né si deve ricattare il buon Dio in questo modo». Passarono alcuni mesi, ma per quanto [55] ritornassi alla carica per ritiri operai, tutto era inutile.  

Incontratolo alla metà di marzo u. s. gli chiesi se aveva letto il fogliettino «La Grande Promessa», che gli avevo donato qualche giorno prima. Alla sua risposta affermativa gli dissi: «Il prossimo 3 aprile scade per me il nono venerdì». «E per me sarà il primo», rispose. Feci una smorfia perché mi sembrava una cosa troppo straordinaria. Ma il fatto dimostrò che il Cuor di Gesù aveva già concesso la grazia.  

Il 3 aprile, alle ore 9, l'amico mi aspettava a casa mia per venire alla chiesa del Cimitero, [56] luogo favorito per le grandi risoluzioni, e alle 10,30 tutto era fatto con immensa gioia dell'amico, che abbracciandomi commosso mi disse: «Ti prometto, sai, che mi comunicherò a V. anche negli otto prossimi primo venerdì del mese». «Come a V.? ». «Mi ci reco perché il S. Cuore di Gesù mi ha trovato un buon posto colà. Ed ora indovina quanti anni sono passati da che non mi confessavo». «Dieci!». «Di più», «Venti? ». «Il doppio. Quaranta: cioè quattro anni prima del mio matrimonio».  

La grazia, fatta a quest'anima nel primo dei nove venerdì santificati in onore del S. Cuore è davvero meravigliosa. 

RABBUNI’ GESU’ IL MAESTRO INTERIORE

 


LA NOSTRA VITA SENSITIVA E IL NOSTRO MAESTRO INTERIORE

Come per la vita vegetativa noi siamo simili alle piante, così per la nostra vita sensitiva siamo simili agli animali; e come per la prima noi facciamo esperienza del nostro bene e del nostro male fisico, così nella seconda potremo far esperienza del nostro bene e del nostro male morale.

Infatti, la nostra vita sensitiva è come il campo dove nascono, crescono e agiscono le nostre passioni, le quali per se stesse sono un bene, ma per colpa nostra, potrebbero diventare un male. Avvertiamo, dunque, che qui ci troviamo di fronte ad una seconda e assai più grave conseguenza del peccato originale; perciò sarà più che mai necessaria la presenza del Maestro interiore.

Tuttavia, prima di entrare direttamente nell'argomento, è necessario far chiarezza circa un paio di errori assai diffusi. Il primo: quello di confondere la tentazione con il peccato. Ci sono infatti molte anime che, non appena si sentono assalite da certe tentazioni che possono turbare alquanto la loro serenità interiore, subito pensano di essere colpevoli di colpe gravi e come tali corrono a confessarsi; altre pensano addirittura ad infestazioni diaboliche, etc... Tutto ciò costituisce un grave errore, perché il peccato è sempre opera non di ciò che si sente, ma di ciò che si vuole con volontà consapevole e libera.

Riguardo poi a Satana, bisogna sapere che non può niente contro di noi, se non in quella misura che gli è consentita da Dio; del resto, egli è sempre un cane legato: può abbaiare, certo, ma non mordere se non chi volutamente gli si avvicina.

Un secondo errore: credere che la tentazione sia un male in se stessa, mentre essa è un vero bene. Anche le mamme tentano i loro bambini quando, dopo averli a lungo sostenuti nei loro primi passi, alla fine li tentano, cioè provano a lasciarli soli.

Anche il maestro, dopo aver spiegato bene la lezione, tenta i suoi discepoli impegnandoli in un compito con le opportune difficoltà.

Soprattutto, Dio stesso tenta, come dimostra tutta la Sacra Scrittura! Basta qui ricordare Sir 2, 1 - 34, 2: `Figlio, quando vuoi presentarti a Dio, preparati alla tentazione. Chi non è tentato, cosa può mai sapere? Non può sapere nemmeno chi lui sia".

Ecco: chi non è tentato, è uno che non conosce se stesso. È con questo avvertimento che possiamo entrare nel vivo del nostro argomento.

Se, infatti, colui che non è tentato è uno che non conosce se stesso, ciò vuol dire che lui vive credendo di essere ciò che in realtà non è: cioè vive presumendo di sé, vive di superbia, intendendo per superbia sia quella che esalta e si esprime anche attraverso i vizi capitali della lussuria, dell'ira e della gola, sia quella che deprime, e si esprime anche attraverso gli altri vizi dell'avarizia, dell'invidia e dell'accidia.

Nel caso poi di uno che non solo non sia tentato, ma non sopporti di esserlo perché ritiene la tentazione una diavoleria, allora, oltre che di superbia, vivrà di impostura, la quale è la più nera menzogna, cioè il segno più evidente del graffio velenoso di Satana nel peccato originale, e spiega poi anche l'avversione alla tentazione.

Entrando ora nella scuola del nostro Maestro interiore, avvertiamo anzitutto la difficoltà che egli potrà trovare riguardo ai discepoli che non capiscono la tentazione: sappiamo infatti che la tattica del suo insegnamento consiste nel guarire le ferite causate in noi dal peccato originale proprio servendosi di quelle ferite, cioè mostrandocele per mezzo della tentazione; ma se noi quella tentazione non la vorremo? Perciò la necessità di entrare nella sua scuola, armati non solo di una sicura fede nella sua presenza in noi e nel dono di amore che è il suo insegnamento, ma armati altresì di un vero coraggio e di una vera voglia di conoscere la nostra verità, quale Lui vorrà farcela vedere e sentire attraverso la tentazione, comunque sia.

Ecco: Lui è li, dentro di noi, nel profondo di noi stessi, e vuole anzitutto rassicurarci, dicendo, come nel libro dell'Imitazione di Cristo: "Io sono solito visitare i miei amici in due modi: con la tentazione e con la consolazione.". Egli è li, e ha davanti a sé tutto il panorama delle nostre miserie dalle quali vuol guarirci. Dispone anche di una macchina fotografica impareggiabile: ci si offre per un servizio gratuito: scatterà di qua e di là, e poi, attraverso la tentazione, ci manderà su i risultati... perché noi abbiamo a vedere e a sentire cosa siamo... e vedendo e sentendo cosa siamo, abbiamo a provare una salutare vergogna e rimorso... Vergogna e rimorso che non devono risolversi in forme di avvilimento, ma in una coraggiosa accettazione della nostra verità... e la verità accettata si farà subito libertà di figli, donde il desiderio del perdono, la voglia di umiltà e di ringraziamento.

È vero che la nostra fede ci dice quale sia la nostra verità in due sole parole: l'uomo è niente e peccato; tuttavia, perché tale verità venga recepita e poi vissuta da ciascuno di noi, sarà necessario che il nostro Maestro interiore si affatichi, e non poco, a farci vedere e sentire, attraverso le più ripugnanti tentazioni, gli aspetti almeno più comuni di questo nostro essere niente e peccato; perciò tutte le nostre connivenze con i sette vizi capitali, tutte le nostre viltà nella pratica delle diverse virtù, tutte le nostre indifferenze e reticenze nel riguardo dei comandamenti, etc...

Bisognerà, dunque, aver costanza, e soprattutto una fede sicura circa la presenza in noi del nostro Maestro interiore e circa il vero, grande amore che Lo porta a prestarci quel servizio in vista della nostra liberazione dalla falsità che sta al fondo di noi.

Non dimentichiamo che tutti i santi hanno fatto questo cammino, e lo hanno fatto tanto più in fretta quanto prima hanno saputo avvertire il dono della verità e libertà che ne veniva loro; alcuni, addirittura, hanno fatto urgenza al Signore perché mostrasse loro, in un'unica sequenza, tutta la storia delle loro nefandezze; ma, non appena il Signore provò a sollevare il coperchio di quel loro pozzo di nefandezze, subito, sorpresi da una sconvolgente tentazione di disperazione, hanno gridato al Signore che chiudesse. Comunque, i loro esempi ci sono di gran conforto in questa ricerca della nostra verità sulla via scomoda della tentazione.

Pensiamo, ad esempio, a Santa Caterina da Siena, la quale, durante i due giorni di pieno carnevale della sua città, mentre tutti quelli di casa sua erano usciti per godersi il divertimento, volle restare sola in casa, e il Signore ne approfittò per provarla con una spaventosa tentazione: la privò anzitutto della sua dolce presenza, e la lasciò poi, sola, in balìa. delle più violente tentazioni di sensualità.

Ella, che aveva diciotto anni, con tutta la forza della sua giovinezza, lottò come poté per superare quella prova. Alla fine dei due giorni, il Signore le apparve, ed ella si lamentò perché l'aveva lasciata così sola, e Lui le disse: `Ti sono rimasto sempre vicino!".

Possiamo pensare anche a San Luigi Gonzaga, il quale, ancora ragazzetto, tentato di alcune birichinate della sua età, ignaro ancora della presenza del Maestro interiore, fu vinto dalla tentazione e cedette alle sue furberie. Tuttavia, dopo la colpa, sorpreso del male che aveva fatto, e più ancora della tentazione che l'aveva ingannato, subito, a quella sua età, si impose una severa vita di mortificazioni e penitenze che poi gli fu sempre compagna.

Tuttavia, questo caso di San Luigi Gonzaga ci avverte che la tentazione, oltre che risolversi nel senso finora considerato, può risolversi anche in tutt'altro modo e cioè con il peccato.

Ora, questo può avvenire quando uno si imbatte in essa, ignorando del tutto la realtà del Maestro interiore, oppure totalmente dimentico di essa; allora, infatti, la tentazione, non essendo voluta se non forse indirettamente dal divino Maestro, è conseguenza o di una istigazione del Maligno, assecondata da colui che la soffre, o di una sua personale cattiva inclinazione; porta dunque già in se stessa la forza verso il peccato.

Ma anche davanti a questa triste conclusione, il Maestro interiore non si renderà estraneo; infatti, se a quel peccato seguirà il pentimento, ciò sarà il segno della sua presenza; da quel pentimento infatti Egli, il divino Maestro, saprà ricavare per quell'anima non solo una nuova esperienza e conoscenza di un Dio Padre che perdona, ma insieme, una nuova esperienza e conoscenza di se stessa come di una povera creatura di peccato: molto di più, dunque, di quello che avrebbe ricavato da una semplice tentazione al peccato.

Sappiamo infatti dalla storia della santità, che diversi santi, e non dei minori, Egli li ha potuti avere per sé solo dopo una loro lunga e penosa esperienza di peccato.

Quindi anche il peccato, che è il capolavoro del demonio, nelle mani del Maestro interiore può diventare lo strumento della vittoria sul demonio; come la stessa nostra morte, che può esser considerata il trionfo del demonio, se guidata dalla stessa mano, può rivelarsi - come dice Osea (14, 13) - come la morte della Morte: cioè di tutto il progetto di Satana.

Alla fine non possiamo dimenticare che l'azione del Maestro interiore, riguardo alla nostra vita sensitiva, non si limita al settore delle passioni, con tutte le loro implicazioni morali, ma si estende anche in alcune altre forme di vita che appartengono pure al mondo della sensibilità, anche se sembrano travalicare in quello della psicologia, e sono: la vita emotiva, la vita psicosomatica e altre simili. Queste forme di vita, sul piano del comportamento, possono determinare spesso disturbi assai gravi, per rimediare ai quali non si teme di affrontare spese ingenti, sia in visite specialistiche, sia in cure interminabili a base di psicofarmaci. Ma questi disturbi, forse, non fanno parte anch'essi di quei tanti movimenti naturali e spontanei dei quali è interessato il nostro Maestro interiore?

Dunque, dovremo anche qui guardare a Lui, ricordando che gli stessi psichiatri, quando sono uomini di fede, nel caso che lo stesso cliente che va da loro per i detti disturbi sia pure lui un credente, non mancano di dirgli: `Lei è fortunato perché ha fede la fede, infatti, potrà aiutarla a guarire più di tutti i rimedi che io potrò darle.': Infatti, fra i tanti disturbi che quelle forme di vita causano, ce n'è uno che è, poi, la causa di tutti, cioè: colui che ne è colpito, da quei disturbi, presto prova l'impressione di essere diventato un diverso, un isolato socialmente, quasi un fastidio per tutti.

Ora, in simili frangenti, qual cosa potrebbe costituire per lui un pronto, efficace rimedio, quanto quello di poter subito guardare dentro di sé e incontrare, proprio li dentro, un volto, un volto amico, un volto divino che lo assicura del suo amore e della sua comprensione, e che tutto ciò che gli sta succedendo, sia dentro che fuori, è tutto disposto proprio da Lui, per il suo bene e anche per il bene di quanti lui conosce?

Tutto ciò non sarà ancora la guarigione da quel disturbo, ma gli procurerà un modo nuovo di vederlo, per cui esso non sarà più una minaccia, ma una via; una via in salita, sì, ma perciò un'occasione, anzi, un invito a salire più alto! Questi sono i miracoli del Maestro interiore.

 

"Gesù Cristo è venuto ad accecare coloro che vedono bene e a dare la vista ai ciechi" (Blaise Pascal)


PADRE VIRGINIO CARLO BODEI C. D.

 


L’ORA TUONA NELLA DISPERAZIONE IN QUESTO TEMPO PER CHI SI È ALLONTANATO DA ME.

 


Carbonia 05-06-2021  –  ore 16.47  – (seconda locuzione).
Al Colle del Buon Pastore con un gruppo di pellegrini siciliani.

Nel nome del Padre del Figlio dello Spirito Santo. Amen
Come con i miei primi apostoli, così con voi!
Vi accompagno in questa via dolorosa e vi porto alla risurrezione e alla vita eterna, vi insegno le Cose di Dio, vi unisco a Me e vi consegno le chiavi del Cielo.

Benedetti figli, oh voi che Mi seguite con tanto amore, in verità vi dico: grazie perché i vostri cuori sono toccati da Me, dal vostro Dio Amore, dal vostro Salvatore.

Siate gioiosi, il vostro tempo terreno si conclude qui, a breve entrerete nella vita nuova, in una dimensione di amore e felicità eterna, avrete abbondanza di tutto e sarete nelle grazie di Dio. Dio stesso vi accompagnerà in questo cammino e abiterà con voi, vi ricolmerà di Sé, vi nutrirà di Sé e vi donerà di Sé.

Amati figli, oh voi che siete qui presenti, e voi che Mi ascoltate attraverso i media, siete tutti tra le mie braccia, tutti voi che ascoltate la mia Parola nel mondo, la gradite, e ne fate dono ai vostri fratelli e alle vostre famiglie, Io vi benedico nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, vi elevo a Me e vi consegno una vita nuova, una vita meravigliosa tra le mie braccia.

L’ora tuona nella disperazione in questo tempo per chi si è allontanato da Me, per chi non vuole tornare al suo Dio Creatore preferendo così le cose di questo mondo, organizzandosi per un futuro su questa Terra, un futuro che non verrà mai figli miei, nulla tornerà indietro, nulla sarà più come prima, tutto sarà nel disastro assoluto, l’uomo perderà ogni cosa e perderà ogni potere, perderà, se non torna al suo Dio anche all’ultimo momento che Io gli concederò, perderà la sua vita per sempre.

L’uragano della morte è in atto, tutto procede secondo i piani del nemico infernale, ma, hanno fatto i conti senza l’oste, Dio è pronto ad intervenire con il suo braccio, con il suo potere di Dio unico dell’Universo, a sterminare ogni cosa che a Lui non appartiene.

State nella preghiera, state uniti in famiglia, amatevi gli uni gli altri, chiedete le grazie a Dio consegnandovi a Dio nell’amore, nella verità. Condividete ogni cosa figli miei, condividete con i vostri fratelli, la terra a breve non produrrà più nulla, tutto verrà a mancare, fate provviste di cibo e di acqua, abbiate nelle vostre case candele benedette, fiammiferi benedetti, olio esorcizzato, tutti i sacramentali teneteli a portata di mano perché l’ora è per suonare, tutto sarà all’improvviso, lo sconvolgimento sarà totale.

Dio ama tutti i suoi figli e tutti li attende a Sé, tutti li vuole posare nel suo Cuore, tutti li vuole riportare alla sua Casa da dove sono venuti. Sono stati posati su questa Terra per fare un cammino nuovo nella battaglia contro il nemico infernale, per concludere il disegno di salvezza e tornare poi a Casa felici, veri soldati di Dio.

Avanti figli miei, la lotta è dura ma voi ce la farete se starete al fianco di Maria Corredentrice, perché Lei vi porterà a Me, suo figlio Gesù, vittoriosi, puri e immacolati nell’amore.

Sto per intervenire figli miei, preparate le vostre case: …ci sia un altarino, ci siano tutti i sacramentali, e ci sia la vera fede in voi per accogliere Maria e per accogliere Gesù vostro Fratello maggiore, vostro Amico, vostro Dio Creatore, non solo Salvatore.

Siamo agli ultimi istanti, credete in ciò che Io vi dico e state pronti perché il tuono sta per essere avvertito, sarà una cosa terribile per chi non si sarà preparato perché si troverà spiazzato e morirà di dolore.

Sono con voi, sono con voi in questo Colle, sono con voi nelle vostre case, sono con voi tutti che Mi ascoltate, con voi tutti che celebrate nei vostri cuori il vostro Dio Amore. Non abbiate paura di nulla, andate avanti figli miei, sbaragliate il mondo, rivestitevi di Luce, …solo di Luce, e pregate per i vostri fratelli, per coloro che sono lontani.

Ho desiderio di avervi tutti tra le mie braccia, ho desiderio di camminare con voi sulla nuova Terra, ho desiderio di mettere i miei piedi nudi sui nuovi prati verdi, insieme ai vostri piedi figli miei, vorrò vedervi correre, danzare, gioire in questa vita nuova, in questo mondo che Dio ha preparato per i suoi figli fin dall’inizio.

Questa è l’Opera di Dio, la nuova Creazione per i suoi figli, la nuova vita in amore e felicità per sempre.

Avanti concedetemi il vostro cuore, adoperatevi per le Cose di Dio, rinunciate alle cose del mondo, provvedete a farvi tutto ciò di cui Io vi ho parlato.

Siate santi figli miei, il tempo è per venire nuovo per i figli di Dio. Amen

Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Siano lodati i SS. Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe. Ora e sempre.