venerdì 24 settembre 2021

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE

 


Gesù nel Volume 14 - Aprile 29, 1922, precisa:

 […] “… che significa vivere nel mio Volere: vivere di un palpito eterno e divino, vivere col mio alito onnipotente”.

 

E nel Volume 36 - Maggio 17, 1938, Gesù ci ricorda che dell’uomo “Tutto uscì da Noi e plasmato dalle nostre mani creatrici: l’anima ed il corpo; perciò tutto dev’essere nostro, l’uno e l’altro. Ed il Voler Divino vuole i più piccoli atti dell’uomo per far sorgere il suo sole. Ed il mio Amore vuole sempre più vincolarsi colla creatura e, come manifesta le Verità sul suo Volere Divino, così prepara lo sposalizio tra Dio e l’anima”.

[…] (Gesù a Luisa:) “Figlia mia, tutto uscì da Noi e plasmato dalle nostre mani creatrici: l’anima ed il corpo; perciò tutto dev’essere nostro, l’uno e l’altro. Anzi, fecimo del corpo l’organo, ed ogni atto che dovea fare, fatto per compiere la Divina Volontà, dovea formare un tasto, il quale dovea racchiudere tante note e concerti di musica, distinte tra loro; e l’anima dovea essere colei che con l’unione del corpo dovea formare la voce, il canto, e toccando questi tasti dovea formare le musiche più belle. […] L’anima ed il corpo: c’è tale armonia, ordine, unione, che l’uno non può fare senza dell’altro. Perciò sto attento, ti vigilo i tuoi passi, le tue parole, il muovere delle tue pupille, i tuoi più piccoli atti, acciò la mia Volontà abbia la sua vita, il suo posto.

Noi non badiamo se l’atto sia naturale o spirituale, se sia grande o piccolo, ma stiamo attenti a guardare se tutto è nostro, se il nostro Volere ha fatto sorgere il suo Sole di luce, di santità, di bellezza, d’amore, e Ce ne serviamo anche dei piccoli atti di essa per formare i nostri portenti più prodigiosi, i quali formano le scene più belle per tenerci divertiti. Non fu sul nulla che formammo le meraviglie, l’incanto di tutta la Creazione? Non fu sul nulla che formammo tante armonie, fino la nostra immagine che Ci somiglia, nella creazione dell’uomo? Figlia mia, se la creatura dovea darci ciò che solo è spirituale, poco poteva darci; invece col darci anche i suoi piccoli atti naturali, può darci sempre, stiamo in continui rapporti, l’unione tra Noi ed essa non si spezza mai; molto più che le cose piccole sono sempre fra le mani, alla portata dei piccoli e dei grandi, degli ignoranti e dei dotti: il respirare, il muoversi, servire se stessi nelle cose personali è di tutti, e non cessano mai, e [questo] fatto per amarci, per far formare la vita della Divina Volontà in essi, è il nostro trionfo, la nostra vittoria e lo scopo per cui l’abbiamo creato. Vedi dunque com’è facile il vivere nel nostro Volere: [la creatura] non deve fare cose nuove, ma quello che fa, cioè svolgere la sua vita, come [glie]l’abbiamo data, nella nostra Volontà”.

[…] “Come il sole ogni giorno semina luce, calore, dolcezza, profumi, colore, fecondità, diversità di gusti, e con ciò abbellisce tutta la terra […] così [per] chi vive nella mia Volontà, superando Essa in modo insuperabile la semina che fa il sole, semina, sopra di chi vive in Essa, luce, amore, varietà di bellezza, santità, dando a ciascun seme la fecondità divina. Ed oh, com’è bello vedere questa creatura abbellita, fecondata dalla nostra semina divina! Come resta speciosa, da formare l’incanto alle nostre pupille divine!

[…] L’anima per ricevere la semina della mia Volontà deve vivere in Essa, deve stare sempre unita, con sommo accordo, deve farsi plasmare per ricevere la nuova vita che [la mia Volontà] vuol dare, altrimenti [la mia Volontà] […] non semina, e la creatura resta sterile, senza bellezza, sotto le tenebre della sua volontà umana.

Ecco, perciò voglio l’anima a vivere nel mio Volere, non solo per seminare, ma per fare che la mia semina non vada perduta, facendomi Io stesso Coltivatore per poter produrre le più svariate bellezze”.

(E Luisa scrive ancora:)

Poi ha soggiunto con più tenerezza d’amore: “Figlia mia buona, il mio Amore vuole sempre più vincolarsi colla creatura, e quante più Verità manifesta sulla mia Volontà, tanti più vincoli d’unione metto tra Dio ed essa; e come manifesta le Verità, così prepara lo sposalizio tra Dio e l’anima, e quanto più manifesta, tanto più con pompa e con sfarzo verrà fatto lo sposalizio. Vuoi sapere? Le mie Verità serviranno come dote per potersi sposare con Dio; Lo faranno conoscere Chi è Colui che si abbassa, e che solo il suo amore Lo induce fino a vincolarsi col nodo di sposalizio. Le mie Verità toccano e ritoccano la creatura, la plasmano, le formano la nuova vita, le restituiscono ed abbelliscono la nostra immagine e somiglianza, [come] quando da Noi fu creata; [e il Creatore] le imprime il suo bacio d’unione inseparabile.

Una nostra Verità può formare un mare di prodigi e di creazioni divine in chi ha il bene d’ascoltarla; essa può cambiare un mondo intero, da perverso in buono e santo, perché è una vita nostra che viene esposta a bene di tutti e un nuovo Sole che facciamo sorgere nelle intelligenze create, il quale a via di luce e di calore si farà conoscere, per trasformare in luce e calore chi ha il bene d’ascoltarla. Perciò occultare una Verità che Noi con tanto amore usciamo fuori dal nostro Seno paterno, è il più gran delitto, e priva le umane generazioni del bene più grande.

Oltre di ciò, chi vive nel nostro Volere, sposandosi con Noi forma la festa a tutti i Santi: tutti prendono parte alle nozze divine, ed in virtù di questa [anima] hanno una festa tutta propria in Cielo e un’altra in terra. Ogni atto che fa la creatura che vive nel nostro Volere è una festa ed una mensa che bandisce alle Regioni Celesti, ed i Santi la ricambiano con nuovi doni e l’impetrano da Dio che le manifesti altre Verità per allargare sempre più i confini della dote che Dio le ha dato”.

dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta

TRATTATO DI DEMONOLOGIA

 


MARIA TIEN WEI, JUNAN, CINA 1929-1930

Documentazione

Il fatto qui narrato è ambientato nella missione cattolica di Junan e di Chumatien, provincia di  Honan, Ciiia, tenuta dai padri del Verbo Divino (S.V.D.), negli anni 1929-1930. Diversi missionari verbiti, tra i quali ricordiamo padre Kalvey, padre Heier, padre  Wittwer, a voce o per iscritto confermarono l’autenticità del racconto. Diversi articoli di riviste e di  giornali ne avevano parlato, ma sempre parzialmente, limitandosi a pochi particolari o a episodi isolati, senza mai arrivare a una esposizione completa dei fatti. Ne troviamo cenno nella  Katholische Kirchenzeitung (bollettino diocesano) di Salisburgo, Austria, nel 1929, a firma del  padre Fròwis, SVD, missionario nell’Honan per 28 anni e poi Vicario apostolico, e nel 1930 in  alcune riviste della Germania e nella rivista Our Missions, a firma del padre Heier, uscita negli Stati Uniti.

Nel 1965 padre Kalvey si incontrava con padre Benedikt Stolz, benedettino dell’abbazia della  Dormizione della Vergine in Gerusalemme e lo metteva al corrente di quanto aveva visto e  sperimentato trent’anni prima nella sua missione cinese, esprimendo nello stesso tempo il desiderio  che quelli avvenimenti fossero fatti di pubblica ragione e messi a disposizione del pubblico sia per  far conoscere meglio la presenza del demonio nel mondo e nella chiesa in un tempo in cui era  particolarmente messa in dubbio o negata, sia per far risaltare la potenza sopra il demonio di Maria,  a cui si doveva la liberazione dell’ossessa, sia infine per far conoscere al mondo incredulo che il  demonio stesso era, suo malgrado, «il nostro miglior missionario», come dicevano i missionari, «in  quanto i nostri migliori cristiani sono quelli convertiti dal demonio, ossia quei cinesi che avevano  trovato rifugio e protezione contro le vessazioni del diavolo solo nella nostra chiesa». Così avevano  detto i missionari italiani del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) di Milano che nel 1923  avevano ceduto il posto ai missionari verbiti. «Noi critici tedeschi», proseguiva padre Kalvey,  «abbiamo preso questa informazione con beneficio d’inventano senza darle troppa importanza  pensando che gli italiani fossero abbastanza creduloni e ingenui in queste cose. Ben presto però  abbiamo dovuto convincerci anche noi che era tutto vero quello che ci avevano detto».

Padre Stolz, scrittore già affermato, si disse pronto a preparare una relazione il più possibile  completa di quei fatti straordinari. La documentazione — lettere, testimonianze, scritti — che gli  aveva fornito padre Kalvcy fu ordinata nel libro Die IVIachi Maricns iiher die Diimonen (il potere  di Maria sui demoni) pubblicato nel 1972 da Miriam Verlag,Jenstetten, Germania Occidentale, pp•  105, che noi utilizziamo per un breve riassunto.

Il libro porta l’Imprimatur del patriarca latino di Gerusalemme Giacomo Giuseppe Beltritti in data  19 settembre 1972.


1. «Il diavolo è il nostro miglior missionario»

Nella Cina, come in genere in tutti i paesi di missione, i pagani hanno una grande paura del diavolo  e delle anime dei morti e credono che essi si vendichino dei torti ricevuti o se non sono loro resi i  dovuti onori. Di qui l’autorità e il prestigio che godono presso di loro le streghe e gli stregoni ai  quali spesso ricorrono per essere liberati e difesi dalle frequenti infestazioni degli spiriti maligni,  infestazioni e vessazioni che il più delle volte non sono affatto immaginarie.

I morti, nella mentalità pagana, tornano sulla terra per vendicarsi dei torti ricevuti in vita. Giudici e  magistrati che hanno dovuto condannare a morte delinquenti comuni, ricorrono a stregoni per  mettersi al riparo di eventuali vendette. I demoni, all’esistenza dei quali credono fermamente,  stanno generalmente nei templi e nelle pagode, ma anche in certi alberi e in certi animali.

I missionari verbiti, dopo il loro arrivo aJunan e a Chumatien, centro della missione, nel fondo che  avevano comperato trovarono un grosso albero che gli abitanti dicevano abitato dagli spiriti: guai se l’albero fosse abbattuto, gli spiriti si sarebbero certamente vendicati. I missionari non tennero conto  dell’avvertimento, abbatterono l’albero e non successe niente, ma tutto il villaggio era sottosopra.  Prima di allora molte donne e ragazze avevano avuto assalti diabolici che cessarono soltanto dopo  che esse frequentarono la missione e si fecero battezzare.

In un villaggio vicino, nella grande piazza dove due volte la settimana si teneva il grande mercato,  sorgeva una vecchia pianta, anche quella abitata dagli spiriti. Spesso sotto quell’albero persone  cadevano in trance e predicavano cose future o davano informazioni su cose nascoste. Un giorno,  dopo l’arrivo dei missionari, l’indovino di turno disse che da allora in poi non avrebbe predetto più  nulla finché non fosse allontanata di là «certa gente» che non gli era favorevole. E indicò alcune persone, tutte cristiane.

Anche animali sono abitati dagli spiriti. Attorno ai templi pagani e alle pagode si aggirano —  dicono — animali misteriosi e spaventosi. Le divinità stesse sono rappresentate con volti orribili a  vedersi, non certo adatti a favorire la fiducia e la devozione, volti più diabolici che umani, quasi a  indicare meglio ciò che sono e ciò che rappresentano. Anche le epidemie e le malattie degli animali  sono attribuite alla vendetta dei demoni. Il cinese in genere conosce poco del cristianesimo, della  sua dottrina e della sua morale, sa però una cosa: che i cristiani hanno un potere speciale sui  demoni. Per questo va a cercare aiuto e rifugio da essi quando si sente maggiormente in pericolo e  perseguitato.

I cristiani, se richiesti, vanno nelle case dei pagani, pregano, spargono acqua benedetta e di solito  ottengono la liberazione dagli spiriti. Di qui l’invito a farsi istruire nella religione cristiana e a farsi  battezzare, che spesso è accolto. Molte conversioni al cristianesimo in Cina e altrove hanno questa  origine. E una volta battezzato, il cristiano non ha più paura del diavolo, vive tranquillo e comunica  la sua tranquillità agli altri.

Così il diavolo diventa, suo malgrado, un efficace collaboratore del missionario cattolico.

***

Paolo Calliari


È tempo di conversione! Ho fretta! La mia chiamata alla conversione è urgente!

 


Messaggio di Nostra Signora Madre della Divina Consolazione (La Protettrice degli Afflitti)



"Cari figli,

Ecco il Serva del Signore!

Sono vostra Madre e vengo dal cielo per incontrarvi per benedirvi e dirvi che ci sarà un grande cambiamento sulla terra. Per questo vi chiedo: siate fedeli all'Amore di Dio!

Molti perderanno la fede e saranno esposti a grandi sofferenze. È in questo momento che vi chiedo di essere fedeli al Vangelo di mio Figlio Gesù. È tempo di conversione! Ho fretta! La mia chiamata alla conversione è urgente! Mai, come ora, i cuori dovrebbero essere rivolti a mio Figlio Gesù. Più si avvicina il momento della decisione, più Mi vedrete versare lacrime sulla terra. Gli ultimi momenti saranno tristi per tutti coloro che non cercano Dio in questi tempi attuali.

Che Dio vi benedica e vi conceda la Sua pace!

Ti amo! Siate tutti nel nome della Santissima Trinità".


GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


1922: prima predizione, di San Giovanni Calabria_, del progetto di Dio su don Guido  

Nel 1922, mentre ero in Seminario a Feltre, ebbi una predizione di don Giovanni Calabria.  

Accadde questo fatto: con i miei compagni di classe ritornavamo dal cortile alla sala  di studio attigua alla stanza del Rettore. Il Rettore era davanti alla sua porta e parlava  con un Sacerdote forestiero.  

Appena entrati, ci raggiunse lasciando l’uscio aperto e disse che quel Sacerdote era  don Giovanni Calabria, fondatore della Casa dei Buoni Fanciulli di Verona, un  carismatico come don Bosco, e che, guardandoci entrare, gli aveva detto che uno di noi, diventato anziano, avrebbe scritto un libro molto importante e che avrebbe dovuto  scriverlo presto. Solo io, fra i dodici compagni, chiesi:  

– Lo saprà quell’uno di noi, l’interessato, che il suo libro è  molto importante? –  Dal  corridoio mi giunse la voce di don Calabria:  – Sì, lo saprà. È proprio lui.  

– Su quale argomento? – replicai.   

– Vado a domandarglielo – rispose il Rettore.  Il Rettore uscì e parlò con don  Calabria. Rientrato disse che quello lo avrebbe saputo e che riguardava la Bibbia, la  Genesi biblica.  

Poi chiese: – Chi ha fatto quella domanda? –  

Tacqui nel timore di aver commesso un’impertinenza. Ripetè l’interrogazione. Un  compagno disse il mio nome. C’era un mio omonimo. Uno m’indicò col dito. Egli mi  guardò, poi guardò tra i banchi il mio omonimo che era il più bravo della classe. E  poiché dell’altro don Giovanni Calabria aveva predetto che avrebbe cambiato strada,  disse:  

– Ho capito. So io quale dei due. – Quello divenne il beniamino; io, secondo il  Rettore, ero quello che avrebbe cambiato strada.  

Accadde il contrario.  

Il Rettore pagò d’allora in poi per ‘l’omonimo’la retta di tasca sua. E poiché don  Calabria aveva predetto che ‘l’altro’ sarebbe uscito dal Seminario, il chierico Guido fu  trattato in seguito con molta freddezza e sufficienza.


1928: seconda predizione, di padre Matteo Crawley  

Finito il ginnasio a Feltre, il giovane Guido si trasferì, con altri Seminaristi della  provincia, al Seminario di Belluno dove vi erano solo le classi superiori.  

Passarono gli anni e Guido crebbe meditando sempre le parole di don Calabria nel suo  cuore. Leggiamo ancora quello che accadde poi:  

Nel 1928, all’inizio del secondo anno di teologia, Padre Matteo Crawley tenne un  ritiro per tutti i chierici e predisse a ciascuno, senza nominarlo ma fissandolo negli occhi,  il suo avvenire.  

Fra gli altri ricordo che disse di uno, intelligente e buono, che sarebbe salito ai più  alti gradi della gerarchia ecclesiastica. Dai brevi connotati, molti capirono, compreso  egli stesso, che si riferiva ad Albino Luciani che allora faceva la prima o la seconda  liceo. Poi, dopo una breve pausa, soggiunse: “Ooooh..! Ahimè..! Ma durerà poco!”.  

Guardò anche me e disse, fissandomi negli occhi, che uno di noi avrebbe ricevuto  una rivelazione sui punti oscuri della Genesi Biblica. Descrisse in breve la mia vita  dicendomi che avrei avuto molto da soffrire, anche per l’incomprensione dei miei  confratelli e dei miei Superiori.  

Non avevo più dubbi: il Signore, malgrado le mie molte insufficienze, mi guidava al Suo scopo.  

Padre Matteo Crawley gli preannunciò anche che avrebbe subìto un furto. A quale furto  si riferisse non lo seppe mai. Solo in vecchiaia pensò che si fosse trattato del dizionario  dei toponimi che egli aveva composto con grande fatica e che gli fu sottratto dalla sua  casa di Farra.  

Però questo vago annuncio gli diede fin da allora non poca inquietudine. Per questo  divenne un tantino sospettoso e diffidente con il prossimo.  

Il suo voler sapere sempre il come e il perché delle cose, aveva dato al giovane Guido  fama di contestatore e per gli insegnanti era un alunno scomodo.  

In un esame, presieduto dal Vescovo Cattarossi, si presentò la solita situazione di  prevenzione dell’esaminatore che, posta la domanda al giovane Guido, cominciò a parlare  senza dargli la possibilità di aprir bocca, nonostante egli cercasse con la mano di  interromperlo per esporre egli stesso.  

Il professore fece per accomiatarlo e propose un voto sufficiente, ma basso.  

Il Vescovo intervenne:  

– Ora voglio sentire lui, gli faccia un’altra domanda. –

E Guido, libero questa volta di parlare, espose bene e diffusamente l’argomento. Il  Vescovo propose un nove. Fecero media, e gli venne dato otto.  

Guido ne fu molto incoraggiato perché comprese d’essere stimato dal suo Vescovo.  

Don Guido Bortoluzzi  

Oh! quanto è insopportabile, padre mio, il dolore sofferto lontano dalla croce;

 


EPISTOLARIO

Il timore filiale di Dio contemplato così da vicino e la paura di  offenderlo, di dispiacergli e di essergli infedele e ingrato, dopo aver gustato  deliziosamente l'incontro con lui, accendono vieppiù il desiderio di sciogliere  i lacci che legano l'anima all'esilio e le impediscono di spiccare il volo verso  la patria.  

Padre Pio, come si documenterà quando tratteremo della notte oscura dello  spirito, ha frasi scultoree ed indovinate per descrivere questo stato d'animo.  Qui si riportano soltanto due brani, a mo' d'esempio, per vedere l'effetto  doloroso di quei sentimenti, cioè del filiale timore e della paura di offendere  Iddio:  

"Cosa dirvi dello stato attuale del mio spirito? La terribile crisi accennatavi  nell'altra mia si va sempre più ingrandendo. Attualmente poi l'anima è posta in  un cerchio di ferro. Teme da una parte di offendere quasi in tutte le cose Iddio  e questo le cagiona tanto terrore che solo può essere paragonato alle pene dei  dannati. Padre, non crediate che in questa mia asserzione vi sia dell'esagerato,  la cosa la sta proprio così. Il Signore mi fece proprio provare tutte le pene  che soffrono laggiù i dannati. Ma ciò che da un'altra parte più mi tormenta si è  che in questo periodo sento ingigantirsi nell'anima mia il desiderio di amare  Iddio e di corrispondere ai suoi benefici" (11 3 1915)  

"Viva Gesù, che così vuole, contro ogni mio demerito, farmi entrare a parte dei  suoi dolori! Oh! quanto è insopportabile, padre mio, il dolore sofferto lontano  dalla croce; ma come addiviene soave e soffribile se si soffre non lontano dalla  croce di Gesù! Tutto per l'anima riesce facile, pur sentendosi oppressa ed  inebbriata da ogni sorta di patimenti; e se non vi fosse in fondo, in fondo a  quest'anima quel sacro timore di poter cadere e disgustare il divino sposo, ella  sentirebbe di stare in paradiso, tanta è la dolcezza che apporta a lei si fatto  modo di soffrire" (20 5 1915).

PADRE PIO DA PIETRELCINA 

L’agire con fini umani ha svuotato di grazia i figli della Chiesa

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA


L’agire con fini umani ha svuotato di grazia i figli della Chiesa: 

“Figlia mia, le opere più sante, fatte con fin umano, sono come quei recipienti  crepati, che menandosi dentro qualunque liquore 4, a poco a poco scorre a terra, e se  si va per prendere quei recipienti nei bisogni, si trovano vuoti. Ecco perché i figli della  mia Chiesa si sono ridotti a tale stato, perché nel loro operare tutto è fine umano,  onde nei bisogni, nei pericoli, negli affronti, si son trovati vuoti di grazia e quindi  debilitati, snervati e, quasi accecati dallo spirito umano, si danno agli eccessi. Oh,  quanto avrebbero dovuto vigilare i capi della Chiesa per non farmi essere lo zimbello  e quasi il coperchio delle nefande azioni di quelli! È vero che ci sarebbe molto  scandalo se si penitenziassero, ma mi sarebbe di minore offesa coi tanti sacrilegi che  commettono. Ahi, mi è troppo duro il tollerarli! Prega, prega, figlia mia, che molte  cose tristi stanno per uscire da dentro i figli della Chiesa”. (Vol. 10°, 09.11.1910) 

Invocazione quotidiana per ottenere la protezione di Maria Regina degli Angeli e Vincitrice dell’Inferno

 


Sovrana Regina del cielo, potente Signora degli angeli, fin dal principio hai avuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa di Satana. Ti preghiamo umilmente, manda le tue legioni celesti, affinché sotto il tuo comando e con la tua potenza, perseguitino i demoni e combattano ovunque gli spiriti infernali, rintuzzino la loro temerarietà e li ricaccino nell’abisso.

Sublime Madre di Dio, manda il tuo esercito invincibile contro gli emissari dell’inferno tra gli uomini; distruggi i progetti dei senzadio e umilia tutti coloro che vogliono il male. Ottieni loro la grazia del ravvedimento e della conversione, perché diano gloria alla SS. Trinità e a te. Aiuta ovunque la vittoria della verità e della giustizia.

Potente Patrona, con i tuoi spiriti fiammeggianti, proteggi su tutta la Terra i tuoi santuari e luoghi di grazia. Sorveglia attraverso di loro le chiese e tutti i luoghi sacri, oggetti e persone, soprattutto il tuo divin Figlio nel SS. Sacramento. Impedisci che vengano disonorati, profanati, derubati, distrutti o violati. Impediscilo Signora.

Madre celeste, proteggi infine anche i nostri averi, le nostre abitazioni, le nostre famiglie, da tutte le insidie dei nemici, visibili ed invisibili. Fa governare in esse i tuoi Santi Angeli e regnare in esse la devozione, la pace ed il gaudio dello Spirito Santo.

Chi è come Dio? Chi è come Te, Maria regina degli Angeli e vincitrice dell’inferno? O buona e tenera Madre Maria, sposa illibata del Re degli Spiriti celesti nel cui aspetto essi vogliono specchiarsi, Tu rimarrai per sempre il nostro amore, la nostra speranza, il nostro rifugio e vanto! S. Michele, santi Angeli e Arcangeli, difendeteci e proteggeteci!


IL MOMENTO SI È ABBREVIATO… Le sollevazioni sociali cresceranno, il comunismo è pronto ad attaccare l’umanità e a farvi sprofondare nella guerra.

 


MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA

21 SETTEMBRE 2021


Amati figli, ricevete la Mia Benedizione. Voi siete il Mio Popolo, che Io amo.


FIGLI, ANCORA UNA VOLTA VENGO A VOI PER RICHIAMARVI
A RIPUDIARE IL PECCATO E PERCHÈ MI CONOSCIATE ADEGUATAMENTE, COSICCHÈ NON VI CONFONDANO
TANTO FACILMENTE.


Vi siete rifiutati di Conoscermi, per questo non Mi riconoscete, per questo disprezzate i Comandamenti, i Sacramenti, la Celebrazione Eucaristica e il ricevermi nel debito modo. Quest’ultimo, per la maggior parte dei Miei, è un simbolismo, una perdita di tempo e Mi ricevono per apparenza.  


State procedendo con un ego umano accresciuto dalla perversità che avete in voi, senza prestare ascolto agli Appelli della Casa Paterna.
Create leggi per favorire l’uccisione di innocenti, in aggiunta ad altre leggi che porteranno l’umanità a soffrire a causa di questo gravissimo peccato.


LA CREAZIONE VI CONSIDERA DEGLI ESTRANEI… 
QUESTA È UNA GENERAZIONE CHE SI RIBELLA CONTRO
IL SUO SIGNORE E IL SUO DIO.


Un ego umano (1) altezzoso ignora la Carità nei confronti del prossimo…
La disobbedienza è l’alimento di moltissime persone…
La lealtà è diventata un’assurdità, pertanto il Mio Popolo, a causa della mancanza di sincerità e di amore fraterno con i quali sopravvivrebbe proteggendosi a vicenda, corre un grande pericolo.


Questi sono momenti duri per il Mio Popolo, perché permettendo con estrema mansuetudine di essere portati sulla via sbagliata, gli esseri umani si sono consegnati ai lupi, come pecore senza pastore. (Mc 6,34)


Vi attendono sofferenze ancora più grandi e terribili, ci saranno crisi di ogni genere, i Miei figli saranno perseguitati, perché diversi dagli altri che si immergeranno nel peccato e nella disobbedienza.


IL MOMENTO SI È ABBREVIATO…
Le sollevazioni sociali cresceranno, il comunismo (2) è pronto ad attaccare l’umanità e a farvi sprofondare nella guerra. (3)


Vi trovate più vicini all’Avvertimento. (4)


QUELLO SU CUI LA MIA CASA VI AVEVA MESSO IN GUARDIA,
SI STA COMPIENDO SOTTO I VOSTRI OCCHI E CONTINUERÀ
A COMPIERSI.
IL GRANO SI STA SEPARANDO DALLA ZIZZANIA.
NON TUTTI QUELLI CHE SI DEFINISCONO MIEI FIGLI RAGGIUNGERANO IL FINALE.


Fate scorta di alimenti, perché scarseggeranno.
Preparate l’uva benedetta e mettete da parte del miele.
Tenete a disposizione l’Olio del Buon Samaritano e i Medicamenti che la Mia Casa vi ha fatto conoscere.


Tenete a disposizione il geranio, che i Miei figli chiamano Olio di San Michele Arcangelo, in onore del Mio amato Arcangelo.


SIETE PIÙ VICINI ALL’AVVERTIMENTO…


GLI EVENTI ATTESI E PRECEDENTI L’AVVERTIMENTO, POSSONO ACCADERE IN POCHI GIORNI.
LA MISERIA SPIRITUALE DELL’UMANITÀ VI PORTERÀ DENTRO L’ABISSO.


Moltissimi Miei figli fanno fatica a pregare, a benedire, ad essere fraterni perché hanno un cuore di pietra. 


L’AMORE SI STA ESTINGUENDO… Il demonio lo sta estinguendo perché l’umanità è vuota, carente di Me e carente di sentimenti.


I Miei figli non devono temere, la Mia Misericordia vi protegge e la Mia Madre Santissima, vi tiene coperti con il Suo Manto. 


AVANTI POPOLO MIO! Avanti con Fede, con Speranza, con la certezza di un Cielo Nuovo e di una Terra Nuova. (Ap 21,1).


IL MIO ANGELO DELLA PACE VI GUARDA COSTANTEMENTE CON INFINITO AMORE E VI STA PROTEGGENDO GIÀ DA ADESSO.


Procedete senza paura, voi siete il Mio Popolo, non fermatevi, Io vi porto nel Mio Cuore.


Con Amore Eterno,


Il vostro Gesù


AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


(2) Il Comunismo, leggere…

(3) La Guerra, leggere…

(4) L’Avvertimento, leggere…

(5) L’Uva Benedetta, leggere…

(6) I Medicamenti indicati dal Cielo, leggere…



COMMENTO DI LUZ DE MARIA


Fratelli:


Nostro Signore Gesù Cristo ha specificato che il momento ha subìto un’accelerazione.


Mi ha detto:


State entrando in un tempo di eventi che si succederanno in modo accelerato, la Fede verrà messa alla prova.
Dì loro che Io Sono Misericordia Infinita.
Dì loro che ciascuno preghi per sé stesso, senza dimenticare il prossimo.”


Amen.

TRATTATO DI SANT’AGOSTINO SU OTTO QUESTIONI DELL’ANTICO TESTAMENTO

 


Prefazione 

Non viola la giustizia generale se non chi, spinto dalla passione,  trasgredisce il contratto della convivenza umana (come per es. il  furto, la rapina, l’adulterio, l’incesto e altre simili trasgressioni),  oppure la [legge della] natura (come per es. le azioni oltraggiose, i  maltrattamenti violenti, l’omicidio, la sodomia, l’accoppiamento con  gli animali), oppure la giusta misura nelle azioni permesse (come è  lo sferzare lo schiavo o un figlio più di quanto si deve, mangiare e  bere più di quanto è necessario, giacere con la propria moglie più di  quanto è conveniente e altre simili azioni). Si comprende bene che  lo Spirito Santo concesse agli uomini per primo dono quello delle  lingue, che cominciarono a parlarsi in base alla convenzione e al  consenso degli uomini e s’impararono dall’esterno mediante i sensi  del corpo con l’abitudine di ascoltare, al fine di mostrare con quanta  facilità può rendere sapienti gli uomini grazie alla sapienza di Dio, la  quale risiede all’interno del loro animo. 

1. Parimenti la volontà del Verbo eterno è sempre immutabile  perché possiede tutto nello stesso tempo, mentre la nostra volontà  non è immutabile poiché non possiede tutto allo stesso tempo; ecco  perché ora vogliamo una cosa, ora un’altra. 

2. Analogamente nel Verbo eterno era presente tutto ciò che fu da  lui creato; anche la sua propria incarnazione gli era già nota in  antecedenza come se un pittore volesse dipingere un’intera casa e  riflette e arriva a conoscere il luogo in cui deve dipingere, possiede  tutto grazie alla sua arte non solo nell’ideare la sua opera ma anche  nel volerla eseguire, sebbene ne esegua le varie operazioni in  determinati e appropriati periodi di tempo. Così ogni creatura e l’uomo stesso che avrebbe rivestito la natura della medesima  sapienza mediante la misteriosa e inesprimibile incarnazione era  sempre nella Sapienza come nell’eterna arte di Dio, sebbene questa  Sapienza, che si estende con potenza da un estremo all’altro del  mondo e dispone tutte le cose con dolcezza 1, che immutabile in se  stessa rinnova tutte le cose 2, effettua tutte le cose [ che vuole]  ciascuna a suo tempo. 

3. E così pure, come vorrei desiderare di morire se fossi giunto a  desiderare di morire. Chi ha già una fede retta e sa il fine che deve  raggiungere, fa progressi per allontanarsi volentieri da questa vita.  Poiché non è la stessa cosa sapere il fine a cui uno deve arrivare e  anche amarlo e desiderare di trovarsi già in quel punto. Se questo  sentimento si sarà trasformato effettivamente nell’animo di uno, è  inevitabile che egli muoia volentieri. Pertanto alcuni che già  posseggono una fede sincera dicono senza ragione di non  desiderare di morire al fine di far progressi, dal momento che  proprio il loro progresso è perfetto se consiste nel fatto di  desiderare di morire. Se dunque vogliono dire la verità, non dicano:  " Non desidero morire per poter fare altri progressi ", ma: " Non  desidero morire perché ho fatto pochi progressi ". Per i fedeli quindi  quello di non desiderare di morire non è un proposito per progredire  ma è l’indizio di aver compiuto pochi progressi. Pertanto ciò che  non desiderano allo scopo di essere perfetti, cerchino di desiderarlo  e sono già perfetti. 

4. La sentenza che si trova nell’Ecclesiastico di Salomone: Il ventre  può digerire ogni sorta di cibo, eppure un cibo è migliore di un altro 

3. È come se dicesse ciò che enuncia l’Apostolo: Vagliate tutto,  attenetevi a ciò che è buono 4. Il palato distingue al gusto la  cacciagione, così il cuore assennato distingue i discorsi bugiardi 5.  Allo stesso modo che è saporosa la carne che uno è riuscito a  prendere con la fatica della caccia, così è piacevole capire e  confutare le menzogne. Il cuore perverso procurerà tristezza ma  l’uomo esperto si opporrà contro di essa 6. A questa sentenza è  simile la seguente: Dopo averlo ammonito una volta evita l’eretico,  sapendo che una persona siffatta è pervertita e continua a peccare  e si è condannata da se stessa 7. Poiché con il suo cuore perverso  oppone resistenza alla tristezza, di cui soffre per lui la carità dei  buoni. 

5. La donna accoglierà qualsiasi uomo, ma una figlia è migliore di  un’altra 8. La donna che accoglie qualsiasi uomo è intesa nel senso  di coloro che dicono: Io sono di Paolo, io invece di Apollo, un altro  al contrario dice: Io sono di Pietro 9. La figlia migliore va presa nel  senso di coloro che dicono: Io invece sono di Cristo 10. Lo stesso  tipo di donna è rappresentato nel Cantico dei cantici: La sua amata  è tra le ragazze come il giglio tra i cardi spinosi 11. 

6. Intorno alla massima espressa nei Proverbi: Figlio, se sarai  saggio, lo sarai a vantaggio tuo e dei tuoi vicini; se invece sarai  cattivo, ne riceverai danno tu solo 12. Poiché la gioia che i buoni  fratelli provano per un buon fratello è una gioia buona; ma la  tristezza che soffrono a causa di un fratello cattivo per l’amore che  gli portano, non è quella cattiva, in quanto a motivo di essa  piacciono anche a Dio. Pertanto solo chi è cattivo ne ritrarrà il male. 

7. Su ciò che sta scritto nel Deuteronomio: Se dei fratelli abitano  insieme e uno di loro muore senza lasciare discendenti, la moglie  del defunto non sposerà un estraneo, un forestiero, ma il fratello di  suo marito andrà da lei e se la sposerà e sarà sua moglie. E avverrà  che il bambino che nascerà sarà riconosciuto discendente dal nome  del fratello e così il nome di questi non sarà cancellato in Israele. 

Se invece quell’uomo non vuole prendere la moglie di suo fratello,  la donna si recherà dagli anziani della città e dirà: " Il fratello di mio  marito non vuole ravvivare il nome di suo fratello in Israele ". Allora  gli anziani della città lo convocheranno e gli diranno: " Perché non  vuoi perpetuare il nome di tuo fratello? ". Egli si alzerà in piedi e  dirà: " Non voglio sposarla ". La moglie di suo fratello allora si  avvicinerà davanti agli anziani della città, scioglierà dal piede di lui  uno dei suoi sandali e gli sputerà in faccia e in risposta gli dirà: "  Così venga trattato l’uomo che non costruirà la casa di suo fratello  ". La famiglia di lui sarà chiamata in Israele la famiglia dello  scalzato 13. La sposa del defunto è la Chiesa che Cristo lasciò con i  primi fedeli e attraverso la morte e la risurrezione ascese al Padre.  Per generare figli quella fu unita agli apostoli e ai capi delle singole  Chiese. Egli infatti nel Vangelo chiama fratelli gli apostoli i quali,  esercitando in essa il loro ministero, ravvivassero la discendenza  non per loro ma per il loro fratello defunto, dal cui nome si  sarebbero chiamati cristiani coloro che sarebbero nati avendo come  padri gli apostoli grazie alla predicazione del Vangelo. Io invece -  dice Paolo - vi ho generati in Cristo Gesù mediante il Vangelo 14.  Egli tuttavia, per serbare il nome del defunto, dice: È stato forse Paolo a esser crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati  battezzati? 15 D’altra parte chiunque si rifiuterà di compiere  quest’opera di misericordia e non vorrà costruire la casa del proprio  fratello - [casa] che il medesimo Apostolo, parlando dei fedeli,  chiama l’edificio di Dio 16 -: chi si rifiuta di compiere un’opera così  santa e imposta dall’amore che si deve a Dio e al prossimo, per il  precetto, simboleggiato da quello ricordato all’inizio, viene  disprezzato e ritenuto spregevole dalla Chiesa. Ciò è simboleggiato  dal fatto che la vedova soleva sputare in faccia all’uomo che  rifiutava di unirsi a lei in matrimonio. Quanto poi al fatto che la  vedova gli scioglieva da un piede il sandalo, questo era un gesto  simbolico con cui mostrava che quel tale non camminava unito a lei  nel vincolo della pace. Sta scritto infatti: Come sono belli i piedi di  colui che annuncia la pace, di chi annuncia il bene 17. Dice  l’Apostolo: E i piedi calzati in preparazione del vangelo della pace 18. 

8. 1. Sulla frase della Scrittura: Non cuocerai l’agnello nel latte di  sua madre 19. Non ucciderai Cristo, poiché sembra una profezia che  preavvertiva i buoni Israeliti di non unirsi ai cattivi Giudei per opera  dei quali Cristo subì la passione. Il martirio della passione infatti è  come il fuoco, e perciò sta scritto: Li ha saggiati come oro nel  crogiolo e li ha graditi come un olocausto 20. Quest’affermazione è  confermata anche dal Signore quando dice: Io devo essere  battezzato con un battesimo che voi non conoscete 21. Questo  voleva dire quando disse: Sono venuto a mettere il fuoco nel  mondo 22. Dice infatti Giovanni [il Battista]: Egli vi battezzerà con lo  Spirito Santo e con il fuoco 23, cosa questa che viene intesa non  solo nel senso della purificazione santificatrice, ma anche della  prova della tribolazione. Il senso di questo medesimo fuoco fu  indicato dallo stesso Cristo mentre era condotto alla passione,  allorquando, alle donne che piangevano per lui, disse che dovevano  piangere piuttosto per loro stesse, poiché concluse le sue parole  dicendo: Se viene trattato così il legno verde, che ne sarà di quello  secco? 24 I buoni dunque vengono ammoniti a non essere d’accordo  con i cattivi per crocifiggere Cristo. Egli infatti è chiamato l’Agnello  di Dio che prende su di sé i peccati del mondo 25; per conseguenza 

non dovrai cuocere l’agnello nel latte di sua madre 26 vuol dire: non  dovrai far subire a Cristo il fuoco della passione nel giorno in cui fu  concepito, cioè il 25 di marzo, a partire dal quale fino al 25  dicembre, in cui si afferma che nacque, si contano nove mesi con  l’inizio del decimo. Si dice poi che le mammelle delle donne si  riempiano di latte a partire dal giorno del concepimento. 

8. 2. Vi è poi un altro senso più facile a comprendersi. Non cuocere  l’agnello nel latte di sua madre 27, significa: non dovrai mettere  nella passione troppo affrettata un bambino ancora lattante - come  sono coloro ai quali l’Apostolo dice: Vi ho nutriti con il latte e non  con cibi solidi 28 - come se ciò fosse stato detto a Cristo, che  risparmiò i suoi discepoli ancora deboli, per i quali offrendo se  stesso disse: Se dunque cercate me, lasciate andar liberi costoro 29.  E affinché si capisse che essi erano ancora deboli e poco adatti ad  affrontare la passione, come agnelli nel latte della madre,  l’evangelista prosegue dicendo: In tal modo si adempiva la parola  che aveva detto: Di coloro che mi hai dato non ho perduto nessuno 

30. Da ciò risulta chiaro che, se i discepoli fossero stati sottoposti  alla passione allora, si sarebbero perduti; non soffrirono allora il  martirio che patirono in seguito, non quando erano ancora agnelli  nel latte [materno], ma in seguito, quando erano già arieti nel  gregge. 


Commento all‟Apocalisse

 


La settima ed ultima epoca della Chiesa, quella della Desolazione, che inizia con la nascita dell‟Anticristo e dura fino alla fine del mondo. 

 

Cap. III, v. 14-22. 

I. Vers. 14. E all‟Angelo della Chiesa di Laodicea, scrivi: L‟Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio. Il settimo ed ultimo stato della Chiesa inizierà con la nascita dell‟Anticristo e durerà fino alla fine del mondo. Sarà un‟epoca di desolazione, durante la quale avverrà la totale apostasia dalla fede, come predetto in San Luca, al cap. 18: Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà ancora la fede? In questo periodo si compirà l‟abominazione della desolazione descritta da S. Matteo al cap. 24, e da Daniele ai capp. 11 e 12: E si consumerà il mondo e la parola della volontà di Dio. A questa epoca si adatta il settimo Giorno della Creazione del mondo, nel quale Dio completò la sua opera e riposò in questo giorno da tutte le opere che aveva intrapreso. Cfr. Gen. Cap. 2. Così nel settimo stato della Chiesa si compirà la sua opera spirituale, che aveva stabilito di operare per mezzo del suo Figlio Gesù. E riposerà quindi in eterno con tutti i suoi Santi. Alla medesima epoca conviene il settimo dono dello Spirito Santo, ossia quello della Scienza. In quel tempo infatti si apprenderà chiaramente, dopo che l‟Anticristo sarà stato abbattuto e gettato nell‟inferno, che Gesù Cristo si era fatto Uomo, e allora i Giudei restanti faranno penitenza. Come dice Daniele, inoltre, al cap. 12, molteplice sarà allora la scienza sulla terra, quando apparirà il segno del Figlio dell‟uomo in cielo e ogni occhio lo vedrà. A questo settimo stato conviene pure la settima ed ultima età del mondo, quella in cui si avrà la fine della creazione, per cui sarà anche l‟ultima epoca della Chiesa. La figura di questo periodo è la Chiesa di Laodicea, che significa „vomito‟, e tale sarà l‟ultimo stato, perché, mentre l‟Anticristo crescerà in età, la carità andrà raffreddandosi, vi sarà la generale apostasia, si perturberanno i Regni, sconvolti dalle guerre intestine, gli uomini non ameranno altro che se stessi, saranno accidiosi, tiepidi, mentre i pastori, ossia i Prelati e i Principi, saranno mediocri, alberi autunnali, senza foglie e frutti di opere buone, erranti come le meteore, nubi senza pioggia. E allora Cristo comincerà a vomitare la sua Chiesa dalla sua bocca, e permetterà che Satana sia sciolto ovunque e che il figlio di perdizione entri nel mondo. 

II. Queste cose dice l‟Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio. Queste parole contengono quelle caratteristiche  e prerogative di Cristo, che come al solito, vi sono premesse. Queste cose dice l‟Amen. L‟Amen è un modo di dire della lingua ebraica ed altro non significa che „veramente‟, e viene attribuito a Cristo in quanto è la prima verità per la sua Divinità e la sua essenza. S. Giovanni infatti al cap. 14, scrive: Io sono la verità, la via e la vita. A nessun semplice uomo può attribuirsi questo titolo, perché ogni uomo è menzognero e solo Dio è verace. Testimone fedele e verace della paterna maestà e gloria, a cui diede testimonianza fino alla morte nella fedeltà e perfettissima divina verità, in quanto suo Figlio. Che è il principio della creazione di Dio, poiché tutte le cose furono fatte per mezzo suo, e senza di lui nulla fu fatto, S. Giovanni cap. 1. Questi attributi e divine insegne si pongono qui in principio per confermare gli animi dei suoi servi nella verità del Vangelo di Cristo contro la falsa empietà dell‟Anticristo, il quale, magnificandosi al di sopra di Dio Signore del cielo e della terra, bestemmierà terribilmente che Gesù Cristo non è Dio, non si è incarnato, e che né la sua testimonianza, né il suo Vangelo sono veri. 

Vers. 15. Io so le tue opere. Con il consueto modo di esprimersi biasima qui le opere del settimo stato, come è chiaro dalle parole che seguono: perché non sei né freddo, né caldo, ovvero non hai né timor di Dio, né fervore di carità, per il cui impulso tu possa seguire la giustizia e la verità (metaforicamente freddo e caldo significano appunto quelle due virtù), poiché negli ultimi giorni abbonderà l‟iniquità, e si raffredderà la carità di molti, come descritto in S. Matteo, cap. 24, v. 12. giustamente quindi quest‟epoca della Chiesa è definita né fredda, né calda. Oh fossi tu freddo, oppur fervente! Il modo desiderativo indica che Cristo Signore piange col suo paterno affetto questo stato della sua Chiesa, come suole un padre od una madre piangere suo figlio, e lo sposo piangere la sposa che amava. 

Vers. 16. Ma poiché sei tiepido e non fervente, né freddo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Langui e vieni meno nella fede, nella speranza e nella carità, per cui non pratichi le opere della giustizia e non osservi i miei precetti. Sto per vomitarti dalla mia bocca: quello che viene sputato dalla bocca è di solito qualcosa di schifoso e spiacevole, come soprattutto l‟acqua tiepida, a cui con bella similitudine viene paragonato il cristiano tiepido nella fede, nella speranza e nella carità, e colui che non ha altro che il nome di cristiano. Per cui segue: Sto per vomitarti dalla mia bocca, inizierò a poco a poco a gettarti lontano da me, ad abbandonarti e lasciarti cadere nell‟eresia. Sto per vomitarti dalla mia bocca, col permettere di essere conculcato dalle genti e dall‟Anticristo, come lo sputo e l‟acqua tiepida, espulsa dalla bocca, è calpestata dai piedi. Il popolo cristiano è nella bocca di Cristo per la fede alla sua parola e al Vangelo, e lo vomita, quando permette che cada nell‟eresia e nell‟apostasia per l‟insipienza delle sue abominazioni. Questo Cristo comincerà a fare sul finire della sesta epoca e continuerà nella settima, quando infatti la carità si raffredderà e l‟iniquità abbonderà, e vi sarà la generale apostasia. 

Vers. 17. Perché dici: Son ricco e mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla – e non sai che tu sei meschino e miserabile e pitocco e cieco nudo? 

Vers. 18. Ti consiglio a comprar da me oro purgato col fuoco perché tu arricchisca, e vesti bianche perché tu le indossi e non appaia la vergogna della tua nudità e collirio da ungere i tuoi occhi perché tu ci veda. Con questa paterna riprensione rivela i vizi e i difetti di quest‟epoca, dando contemporaneamente il salutare consiglio e l‟opportuno rimedio per evitarli. Il primo vizio è una certa perversa presunzione dello spirito e della propria sapienza, per cui in quei giorni gli uomini accecati non sapranno riconoscere i loro peccati ed errori, ed incalliti nei delitti, nei piaceri e nei loro errori si giustificheranno, incapaci di accogliere la sana dottrina. Per questo qui Cristo parla così: Perché dici? Perché ti vanti falsamente e male presumi, son ricco, ovvero dotato di perfette e magnifiche scienze, della giustizia e della verità, e mi sono arricchito, nella pratica e nell‟esercizio di tutte le arti ed esperienze, come mai altro secolo, e non ho bisogno di nulla, ovvero nessuno ha da insegnarmi alcuna cosa. Questo perverso spirito satanico hanno anche ai nostri giorni gli pseu- dopolitici e i falsi cristiani, i quali, disprezzata ogni vera scienza e sana dottrina, ed irrisi i pastori d‟anime, si giustificano in ogni cosa, seguendo il loro amor proprio e la loro malvagia volontà nella perdizione. Per cui segue: E non sai? Non riconosci che sei misero. Sei misero per la tua cecità e mancanza della grazia e della vera luce, per cui sei misero pure per la tua inimicizia con Dio, miseria più grande della quale non può esserci, e quindi sei ancor più misero, perché non sai, ovvero non riconosci la miseria, in cui ti trovi e non vuoi che Io, o altri, vi ponga rimedio, e sei miserabile per il reato della pena, come conseguenza di quei peccati; e pitocco, povero di meriti per i beni spirituali, che non possono acquisirsi da chi è nemico di Dio; e cieco, perché non vedi e non riconosci i tuoi difetti, i vizi, la tua povertà e miseria; e nudo, spogliato delle virtù della vera fede, della speranza, della carità, giustizia e religione, poiché l‟abito delle virtù è il vestito e l‟indumento dell‟anima. 

Il secondo vizio sarà la vana fiducia nelle ricchezze, nei tesori, nei vasi d‟oro, negli ornamenti e nelle magnifiche costruzioni dei templi, nell‟esterno splendore delle cose spirituali e temporali, le quali tutte, poiché mancheranno della carità di Dio, non piaceranno a Cristo Gesù, come i sacrifici dell‟antica legge, eseguiti senza misericordia, non furono accetti al Signore Dio. Tutte queste cose saranno preda e bottino dell‟Anticristo, che s‟impossesserà dei tesori delle Chiese, dei Re, dei Principi, dei ricchi, e conculcherà ogni cosa santa e sacra, incendierà le chiese, distruggerà dalle fondamenta i magnifici palazzi, e farà di tutte ciò un‟estrema distruzione e profanazione, quale non vi fu mai, e infine tutto brucerà col fuoco e ridurrà in cenere. Per cui segue il salutare consiglio e la soave ammonizione di Cristo: Ti consiglio in quanto già sei impegnato nel combattimento, a comprar da me al posto di tutte quelle cose oro purgato col fuoco della carità e della celeste sapienza con le opere di misericordia e le elemosine a vantaggio dei poveri e dei santi, purgato, perché il tiranno non potrà sottrarlo né alcuno potrà contraffarlo. Questo fece San Lorenzo e altri santi di Dio. Quando infatti vedevano che incombeva il combattimento della loro morte e l‟ora della prova, distribuivano ai poveri tutti i tesori della Chiesa, e si compravano l‟oro purgato dalla fiamma della carità, con la quale fervorosi andarono ad incontrare con gioia i roghi ardenti e le pene dei crudeli tiranni. Così devono fare i servi di Dio, soprattutto in quei tempi di persecuzione, poiché non vi sarà né occasione, né necessità, né alcuna possibilità d‟impiegare altrimenti l‟oro, l‟argento, i vasi, i tesori, come paternamente li esorta in questo passo Cristo;  perché tu arricchisca, tesaurizzando con queste cose caduche e presto passeggere un tesoro nei cieli, che nessuno potrà sottrarti, e non lo potrà in eterno. E vesti bianche perché tu le indossi, le vesti delle virtù e dei doni di Dio, che conseguono alle opere della carità e della misericordia; e non appaia la vergogna della tua nudità, ossia si scoprano i tuoi peccati, che sono la nudità dell‟anima, mentre la carità copre la moltitudine dei peccati. E collirio da ungere i tuoi occhi: il collirio è la medicina degli occhi, gli occhi sono la memoria e l‟intelletto dell‟anima; questi divengono ottusi e ciechi per la vista delle cose presenti. Questo collirio, che è la medicina spirituale, con cui sanare quei due occhi e preservarli da quella cecità, è la meditazione dei Novissimi, l‟investigazione delle Sacre Scritture, cose che ai soldati di Cristo in quei giorni saranno massimamente necessarie per la futura crudeltà dei tormenti, per gli errori e gli inganni dei pseudoprofeti, e per gli scandali e la generale apostasia dalla fede di Cristo. per cui qui come assai salutarmente preavvisa, dicendo: E collirio da ungere i tuoi occhi perché tu ci veda, applica gli occhi della mente, sia a ricordare sempre nel giorno della tribolazione i novissimi che ti attendono, sia a studiare le Scritture, per vedere la vanità delle cose presenti, la stabilità di quelle future, la malvagità di quel che ti promette e con cui ti blandisce il tiranno, e la falsità dei segni e dei prodigi che compirà allora. 

Vers. 19. Io quanti amo, li riprendo, come un Padre che corregge, ammonisce e punisce i suoi figli diletti dei difetti che devono emendare e dei pericoli che devono evitare. E castigo, permettendo che loro accadano in questa vita avversità, tribolazioni, disavventure, persecuzioni e che cadano in potere di uomini empi. Il Salmista dice al riguardo nel Salmo 65, v. 12: Ci hai lasciato pestare il capo dagli uomini, siam passati per il fuoco e l’acqua, poi ci hai menati fuori al refrigerio. 

III . Abbi dunque zelo e fai penitenza. Con queste parole Cristo propone ai suoi soldati che vinceranno nell‟ultima tribolazione due cose da imitare, ossia il suo esempio e far penitenza. Abbi dunque zelo, imita i buoni, i forti e sapienti miei soldati, che vinsero in una simile persecuzione sotto Diocleziano e i suoi predecessori. E fai penitenza dei tuoi peccati, pentiti, ossia sorgi presto dalle tue cadute, come fece il Papa S. Marcellino, che per paura della morte e dei tormenti aveva sacrificato agli idoli. 

Vers. 20. Ecco io sto all‟uscio e picchio: se uno ascolta la mia voce e apre l‟uscio, entrerò da lui e cenerò con lui e lui in me. Queste parole  contengono la venuta e la cena dell‟Agnello alla quale ci invita, dicendo: Ecco io sto all‟uscio e picchio. Si dice che Cristo sia all‟uscio della sua Chiesa quando è prossimo a venire per il giudizio e la rinnovazione del mondo. Picchierà in vero quando gli uomini vedranno compiuti i segni e la tribolazione predetti in San Matteo al cap. 24, do- ve aggiunge: Dall’albero del fico apprendete quindi… così anche voi quando vedrete tutte queste cose, sappiate che è vicino alle porte. Se uno ascolta la mia voce e apre l‟uscio: in quei giorni vi saranno due voci, quella vera di Cristo, e quella falsa ed empia dell‟Anticristo e dei suoi seguaci, che lo proclamerà il Messia. Contro questa voce ci avverte Cristo in San Matteo al cap. 24: Allora, se qualcuno vi dirà: Ecco qui è il Cristo, o lì, non gli credete. L‟altra voce è quella di Cristo, che si contiene nella Sacra Scrittura, che dice che lui è il vero Messia e il Figlio di Dio. Questa voce sarà fatta risuonare dalla bocca di Enoch ed Elia e degli altri servi di Dio, che resisteranno allora all‟Anticristo e predicheranno che Gesù Cristo è il vero Messia, Dio e Uomo, che si è incarnato. Di- ce quindi appropriatamente: Se uno ascolta la mia voce e apre l‟uscio del suo cuore per la fede in me, entrò in lui colla grazia della consolazione in tutti i tormenti e le avversità. Entrerò da lui e cenerò con lui e lui in me. La cena corporale è la refezione dell‟uomo prima di dormire, quella spirituale è il conforto dell‟anima prima della morte. In questo senso dice: Cenerò con lui, lo ricreerò e lo conforterò in morte con la grazia della perseveranza, e lui in me, ossia persevererà in tutti i tormenti fino al sopraggiungere della morte. 

Vers. 21. Chi vince il mondo, la carne, il diavolo e la morte, gli darò di seder con me sul mio trono, come anch‟io ho vinto e mi son seduto col Padre mio sul suo trono. Si promette con queste parole ai soldati di Cristo, che nell‟ultimo combattimento di questo mondo vinceranno il potere e la dignità di giudicare i vivi e i morti, come Cristo promise agli Apostoli in S. Matteo, cap. 19: In verità vi dico, voi che mi avete seguito nella rigenerazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici toni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Così anche qui promette ai suoi servi, a motivo della difficoltà della vittoria che conseguiranno in quella estrema persecuzione e tribolazione, la massima dignità dei cieli, che è il potere giudiziario, che viene indicata nell‟espressione „sedere sul trono‟. 

Chi ha orecchie, ascolti che cosa lo Spirito dice alle Chiese . Questo già è stato spiegato. Per cui qui finisce il Primo Libro. 

Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser 

 


I giorni della purificazione si intensificheranno e nessun mortale ne sarà esente

 



19 settembre 2021 - Appello di Gesù della Misericordia al suo popolo fedele. Messaggio a Enoc. Parrocchia di Corpus Cristi, Cali - Colombia


"La mia Pace sia con voi, Figli miei

I giorni della purificazione si intensificheranno e nessun mortale ne sarà esente; la purificazione sarà più forte per tutti quelli che non hanno liberato il loro albero genealogico, perché tutti i fardelli delle maledizioni e dei peccati ancestrali verranno liberati e purificati in ogni mortale. Il vostro albero genealogico durante la purificazione sarà liberato in modo che tutte le generazioni passate, presenti e future in voi siano libere da fardelli intergenerazionali; ricordate che nei Nuovi Cieli e nella Nuova Terra non entrerà nessuna macchia di peccato. Per questo, d'ora in poi, dovete pregare per i vostri antenati, offrendo per loro preghiere, digiuni, penitenze e Sante Messe, affinché quando giungono i giorni della grande purificazione, siate liberi dai fardelli ancestrali e non abbiate a subire questo duro processo di liberazione.

Ci sono milioni di anime dei vostri familiari e antenati defunti, che non sono stati in grado di liberarsi e sono spiritualmente legati dalla mancanza di preghiera dei loro parenti in questo mondo. Il Cielo, figli miei, ha bisogno di liberare queste anime che vagano per questo mondo o che sono sospese nello spazio, e che aspettano le vostre preghiere, digiuni, penitenze, Sante Messe e altri sacrifici e offerte che fate per essi, per liberarsi ed essere capaci di trovare la Luce che li guida all'eternità. Perciò ho bisogno che preghiate per il vostro albero genealogico paterno e materno, perché è urgente liberare queste anime affinché la vostra purificazione non sia molto dolorosa. Vi ricordo: portate Dio nel vostro cuore e i vostri antenati nelle ossa: per questo è urgente liberare il vostro albero genealogico affinché voi e i vostri antenati siate liberi e così, le generazioni future siano un frutto gradito agli occhi del Padre mio. Le anime che non hanno potuto incontrare la Luce di Dio, hanno bisogno di essere liberate per essere giudicate e portate al luogo che le corrisponde nell'eternità.

Pregate con il mio Rosario della Misericordia e donatemi il vostro albero genealogico paterno e materno, per liberarlo dalle maledizioni e dai legature ancestrali, che tengono legati anche a voi e alle vostre generazioni, materialmente, socialmente e spiritualmente. Ci sono intere generazioni che nascono e muoiono in rovina a causa delle maledizioni occulte che sono incise nel loro sangue; ci sono generazioni che trovano difficile perdonare perché hanno maledizioni di risentimento nella loro linea genetica; altri portano maledizioni nei matrimoni che finiscono nella separazione. Con questo voglio dirvi che tutti gli ostacoli e le barriere che impediscono alle generazioni di progredire materialmente, socialmente e spiritualmente, sono radicati nel campo intergenerazionale.

Ricordate che il Padre mio vi ha creati sani e vi ha benedetto per abitare la terra ed essere prosperi; ma il peccato e l'allontanamento da Dio sono da biasimare per tutte le vostre disgrazie e sventure e ciò è passato di generazione in generazione, senza che sia stato liberato; ed è a causa delle maledizioni intergenerazionali che la benedizione di Dio non vi raggiunge, perché è vincolata dai peccati dei vostri antenati. Liberate dunque, piccoli miei, il vostro albero genealogico paterno e materno, affinché possiate essere sani e prosperi.

Vi benedico: nel nome del Padre mio. Nel mio Nome e nel Nome dello Spirito Santo. Rimanete nella mia Pace.

Il vostro Maestro, Gesù dell'Infinita Misericordia.

Fate conoscere figli miei i messaggi di salvezza, a tutta l'umanità.”