sabato 30 ottobre 2021

L'aumento del peccato

 


  Figli miei, guardatevi intorno. Vedi tutta la bellezza che ho creato? Sai che ho fatto tutto per te?

   Non rimane molto tempo prima che tutto ciò che è intorno a te venga distrutto. I giudizi cadranno e inizieranno le guerre e, alla fine, rimarrà solo la distruzione.

   Ho creato ancora più bellezza qui, per farvi godere mentre trascorrete l'eternità con Me. Non piangete la perdita della terra o la sua bellezza perché avete molto di più da aspettarvi della bellezza deperibile della terra.

   Mentre il peccato continua ad aumentare nel vostro mondo, sentirete la bruttezza permeare tutto ciò che vedete. Inizierai a vederlo infiltrarsi in aree in cui non dovrebbe essere. Non rattristatevi, perché presto tornerete a casa da Me.

   Il peccato è aumentato e moltiplicato e ora lo vedete iniziare a prendere il sopravvento su tutto e su tutti intorno a voi. Quando avrà completato la sua opera, la morte e la distruzione regneranno e voi, Io e la Mia Parola non sarete i benvenuti lì. Ma non temete, figli Miei, perché ho visto tutto questo davanti alle fondamenta del mondo e voi non rimarrete in quel luogo ostile.

Romani 6:17 KJV

Ma Dio sia ringraziato, che siete stati i servi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di dottrina che vi è stata liberata.

Romani 6:18 KJV

Essendo poi resi liberi dal peccato, siete diventati i servitori della giustizia.

Romani 6:19 KJV

Parlo alla maniera degli uomini a causa dell'infermità della vostra carne, poiché come avete ceduto i vostri servitori membri all'impurità e all'iniquità fino all'iniquità; anche così ora consesete i vostri servitori membri alla rettitudine fino alla santità.

Romani 6:20 KJV

Poiché quando eravate i servitori del peccato, eravate liberi dalla giustizia.

Romani 6:21 KJV

Quale frutto avete avuto allora in quelle cose di cui ora vi vergognate? perché la fine di queste cose è la morte.

Romani 6:22 KJV

Ma ora, liberati dal peccato e diventati servi di Dio, avete il vostro frutto per la santità e la fine della vita eterna.

Romani 6:23 KJV

Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


Quest'uomo è dunque un 'convertito'. Convertito alla dottrina cristiana dopo lettura, rilettura e meditazione di un'opera come quella di Maria Valtorta. 

Padre Roschini scrisse: "Chi vuol conoscere la Madonna (una Madonna in perfetta sintonia col Magistero ecclesiastico, partico- larmente col Concilio Vaticano II, con la S. Scrittura e la Tradizione ecclesiastica) legga la Mariologia della Valtorta!...". 

Padre Gabriele M. Allegra - dopo uno studio approfondito dell'opera - ne darà questo lapidario giudizio: 

'Doni di natura e doni mistici armoniosamente congiunti spiegano questo capolavo- ro della letteratura religiosa italiana e forse dovrei dire della letteratura cristiana mondiale'. 

Anche la Valtorta ebbe i suoi 'critici', ma credo che il suggerimento più saggio lo dette veramente Papa Pio XII: 'Pubblicate questa Opera così come sta, senza pronunciarvi dell'origine straordinaria o meno di essa: chi legge, capirà...'. 

Ma il 'Gesù' della Valtorta - quello che in visione la chiama affettuosamente 'piccolo Giovanni', come l'apostolo prediletto, e le detta i suoi 'ammaestramenti - cosa dice dell'Opera? 


Dice Gesù: 

E anche il terzo anno di vita pubblica ha fine. Viene ora il periodo preparatorio alla Passione. Quello nel quale apparentemente tutto sembra limitarsi a poche azioni e a poche persone. Quasi uno sminuirsi della mia figura e della mia missione. In realtà Colui che pareva vinto e scacciato, era l'eroe che si preparava all'apoteosi e intorno a Lui non le persone, ma le passioni delle persone erano accentrate e portate ai limiti massimi. 

Tutto quanto ha preceduto, e che forse in certi episodi parve senza scopo ai lettori mal disposti o superficiali, qui si illumina della sua luce fosca e splendente. E specie le figure più importanti. Quelle che molti non vogliono riconoscere utili a conoscere, proprio perché in esse è la lezione per i presenti maestri che vanno più che mai ammaestrati per divenire veri maestri di spirito. Come ho detto a Giovanni e Mannaen, nulla è inutile di ciò che fa Dio, neppure l'esile filo d'erba. Così nulla è di superfluo in questo lavoro. Non le figure splendide e non le deboli e tenebrose. Anzi per i maestri di spirito sono di maggior utile le figure deboli e tenebrose che non le figure formate ed eroiche. 

Come dall'alto di un monte, presso la vetta, si può abbracciare tutta la conformazione del monte e la ragione di essere dei boschi, dei torrenti, dei prati e dei pendii, per giungere dalla pianura alla vetta, e si vede tutta la bellezza del panorama e più forte viene la persuasione che le opere di Dio sono tutte utili e stupende e che una serve e completa l'altra e tutte sono presenti per formare la bellezza del Creato; così, sempre per chi è di retto spirito, tutte le diverse figure, episodi, lezioni, di questi tre anni di vita evangelica, contemplate come dall'alto della vetta del monte della mia opera di Maestro, servono a dare la visione esatta di quel complesso politico, religioso, sociale, collettivo, spirituale, egoistico sino al delitto o altruistico sino al sacrificio, in cui Io fui Maestro e nel quale divenni Redentore. La grandiosità del dramma non si vede in una scena ma in tutte le parti di esso. La figura del protagonista emerge dalle luci diverse con cui lo illuminano le parti secondarie.  

Ormai presso la vetta, e la vetta era il Sacrificio per cui mi ero incarnato, svelate tutte le riposte pieghe dei cuori e tutte le mene delle sette, non c'è che da fare come il viandante giunto presso la cima. Guardare, guardare tutto e tutti. Conoscere il mondo ebraico. Conoscere ciò che Io ero: l'Uomo al di sopra del senso, dell'egoismo, del rancore, l'Uomo che ha dovuto essere tentato, da tutto un mondo, alla vendetta, al potere, alle gioie anche oneste delle nozze e della casa, che ha dovuto tutto sopportare vivendo a contatto del mondo e soffrirne perché infinita era la distanza fra l'imperfezione e il peccato del mondo e la mia Perfezione, e che a tutte le voci, a tutte le seduzioni, a tutte le reazioni del mondo, di Satana e dell'io ha saputo rispondere: 'No', e rimanere puro, mite, fedele, misericordioso, umile, ubbidiente, sino alla morte di Croce. 

Comprenderà tutto ciò la società di ora alla quale Io dono questa conoscenza di Me per farla forte contro gli assalti sempre più forti di Satana e del mondo? 

Anche oggi come venti secoli or sono la contraddizione sarà fra quelli per i quali Io mi rivelo. Io sono segno di contraddizione ancora una volta. Ma non Io, per Me stesso, sibbene Io rispetto a ciò che suscito in essi. I buoni, quelli di buona volontà, avranno le reazioni buone dei pastori e degli umili. Gli altri avranno reazioni malvagie come gli scribi, farisei, sadducei e sacerdoti di quel tempo. Ognuno dà ciò che ha. Il buono che viene a contatto dei malvagi scatena un ribollire di maggior malvagità in essi. E giudizio sarà fatto sugli uomini, come lo fu nel Venerdì di Parasceve, a seconda di come avranno giudicato, accettato e seguito il Maestro che, con un nuovo tentativo di infinita misericordia, si è fatto conoscere una volta ancora. 

A quanti si apriranno gli occhi e mi riconosceranno e diranno: 'É Lui. Per questo il nostro cuore ci ardeva in petto mentre ci parlava e ci spiegava le Scritture'? 

La mia pace a questi e a te, piccolo, fedele, amoroso Giovanni. 3  


Dunque la Valtorta fu una mistica e, al pari di altri mistici ebbe visioni, rivelazioni, dettati o, come è più prudente dire, 'locuzioni interiori'. 

Vi è però un aspetto che mi ha lasciato perplesso relativamente alle visioni o locuzioni interiori di questi mistici, ed è stato il raffronto analitico che ho fatto fra alcune visioni da lei avute ed altre di contenuto analogo ma con 'forme' diverse avute da altri mistici, indiscutibilmente 'santi' e 'famosi'. Chi vede Gesù biondo e con gli occhi azzurri, chi moro e con gli occhi neri o castani, chi rivive i particolari della 'Passione' in un modo e chi nell'altro, chi vede materialmente la sua croce nella sua forma classica, chi la vede fatta a 'T' e chi a 'Y'. Chi vede la resurrezione con certe modalità e chi secondo altre, e così via. 

Una spiegazione di ciò in chiave 'psicologica' è già stata ipotizzata. Il 'mistico' riceverebbe da Dio una illuminazione che riguarda la 'sostanza', la 'sostanza ideale', l'idea di un certo fatto, ed egli può a seconda dei casi riprodurla 'fedelmente' oppure - dopo averla filtrata per mezzo del suo cervello nella sua psiche inconscia e fatta riemergere attraverso la mente conscia - riprodurla arricchita o modificata a seconda delle 'opinioni' inconsce, dei 'vissuti interiori', del suo stesso subconscio più o meno... 'creativo'. 

Il mio linguaggio non ha la pretesa di essere corretto dal punto di vista psicanalitico ma spero sia servito almeno a rendere l'idea. 

Lo stesso procedimento di 'ricezione' e possibile 'rielaborazione' può valere per le 'locuzioni interiori' e per i famosi 'dettati'.  

San Giovanni della Croce e Santa Teresa d'Avila, 'Dottori' della Chiesa vissuti nel '600, hanno scritto pagine di grande acutezza psicologica e spirituale - anche perché basate su esperienze mistiche dirette - sulle visioni e sulle locuzioni dettando i criteri per distinguere - con il discernimento - fra quanto viene da Dio, dal proprio 'io', dal subconscio se non addirittura da Satana che, tutte le volte che può ci mette lo 'zampino', anche coi Santi... 

Per parte mia - vista la loro esperienza ed autorevolezza, anche dal punto di vista dottrinario - sto dalla loro parte. 

Ma, riflettendo, mi sono poi dato anche una 'mia' personale spiegazione aggiuntiva su questi fenomeni e su certe differenze che si notano fra santo e santo, mistico e mistica, veggente e veggente. Parlo ovviamente di quei casi che non siano dovuti a mistificazioni, o a malattie mentali, allucinazioni, suggestioni o simili. Più in particolare a mio avviso, Dio - il cui giudizio è libero e ovviamente insindacabile per definizione - sceglie 'Lui' le circostanze e gli stessi 'strumenti' ai quali si rivela, stabilendo 'Lui' il quando, il come e il dove, secondo quello che giudica 'Lui' e non come preferiremmo noi seguendo il nostro modo umano di ragionare. 

Il 'mistico', oppure quello 'strumento' che senza essere mistico riceve - anche temporaneamente - questo 'dono' o - per dirla come S. Paolo - questi particolari 'carismi', è semplicemente un 'veicolo', un 'canale', un 'utensile' in un certo senso 'stupido' che deve limitarsi a farsi utilizzare senza metterci niente di 'suo'. Lo potremmo allora 'immaginare' come una persona immersa in piena notte nel buio. Ad un certo punto la notte viene squarciata da un lampo di luce, lo strumento 'vede' e descriverà poi quello che è riuscito, più che veramente a vedere, a intravvedere, se non intuire della realtà che aveva davanti. Nulla vieta che, nel descriverla, sovente anche a posteriori, egli la 'corredi' inconsciamente di particolari che non vi erano ma che servono a dare un senso compiuto al quadro che altrimenti non sembrerebbe sufficientemente completo secondo l'interiore inconscio canone estetico e di giudizio del veggente. 

Se poi la stessa persona ricevesse poco dopo un secondo 'lampo di illuminazione', di durata un po' più lunga, questa volta il suo 'quadro' si potrebbe arricchire di molti particolari in più, mentre altri particolari - prima appena intravisti di sfuggita e neanche messi a fuoco - acquisterebbero corpo, come invece altre precedenti 'ombre' interpretate in un certo modo si rivelerebbero nient'altro che 'ombre' alle quali era stato dato erroneamente corpo. 

Se infine il 'lampo' non fosse più un semplice lampo ma un potente riflettore, una 'illuminazione' costante e potente (e chi può impedirlo a Dio?), allora lo 'strumento' potrà descrivere con grande calma e precisione tutto quello che vede, con dovizia di particolari e sfumature. 

Credo io - per inciso - che in questo ultimo caso rientri appunto l'esperienza mistica di Maria Valtorta, tanto è eccezionale ed incredibilmente... credibile la natura della sua Opera. 

Infine, mi dico che la potenza dell'illuminazione e la sua durata non è poi detto debbano neanche dipendere dalla 'santità' di uno strumento (La Madonna – a Guadalupe,  Lourdes, La Salette, Fatima, per non dire anche a Medjugorje - non si è rivelata a 'santi' o personaggi illustri ma a persone umili, semplici, specie fanciulli e ragazzi) bensì dalla 'volontà' e dal 'fine' che si propone Dio. 

Quanto alle particolarità, divergenti nei contenuti, di certe visioni di taluni mistici o strumenti, mi dico che - senza andare ora a cercare persone che provino a individuare al buio dei 'particolari' illuminati da lampi di luce - basta riflettere su certe 'testimonianze' che rendono su uno stesso fatto dei testimoni oculari diversi, per accorgersi di quante cose non noti uno, quante invece ne noti un altro e di quante volte lo stesso episodio o fatto viene da ciascuno descritto - se non con modalità proprio diverse - quanto meno da angolazioni diverse che, pur lasciando inalterata la sostanza, ne cambiano la 'prospettiva', sovente arricchendola dei propri contenuti emotivi inconsci. 

Nel nostro subconscio, insieme alla sua enorme memoria storica (dove tanti particolari - come illustra la letteratura sull'ipnosi - vengono meticolosamente memorizzati e poi archiviati, pronti per essere richiamati fuori da qualche misterioso 'comando' quasi fosse il tasto che batte sulla tastiera di un enorme computer) sembra quasi risiedere una non ben identificata capacità 'creativa', basti pensare ai nostri sogni. Ma non per questo si deve a mio avviso necessariamente giungere alla affermazione 'scettica' che tutto è sempre frutto della 'capacità creativa' del 'subconscio'.  

O meglio, se ciò non si può escludere non lo si può nemmeno 'provare', perché ci muoviamo infatti su di un terreno, quello spirituale, che non adotta le stesse 'leggi' di quello naturale e non è quindi conoscibile e 'sperimentabile' con le stesse tecniche e metodologie.  

Guido Landolina 

L E 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


QUINDICESIMA ORA 


Dalle 7 alle 8 del mattino Gesù innanzi a Pilato. 

Pilato lo manda da Erode 

Legato mio Bene, i tuoi nemici uniti ai sacerdoti Ti presentano a Pilato e, affettando santità e scrupolosità, dovendo festeggiare la Pasqua, restano fuori nell’atrio. E Tu, mio Amore, vedendo il fondo della loro malizia, ripari tutte le ipocrisie del corpo religioso. Anch’io riparo insieme con Te. Ma mentre Tu Ti occupi per il loro bene, essi invece incominciano ad accusarti presso Pilato, vomitando tutto il veleno che hanno contro di Te. Pilato, mostrandosi non soddisfatto delle accuse che Ti fanno, per poterti con ragione condannare, Ti chiama in disparte e, da solo, Ti esamina e Ti domanda: “Sei Tu il Re dei giudei?”. 

E Tu, vero mio Re Gesù, rispondi: 

“ Il mio regno non è di questo mondo, altrimenti, migliaia di legioni di Angeli Mi difenderebbero”. E Pilato, commosso dalla soavità e dignità del tuo dire, sorpreso, Ti dice: “Come, re sei Tu?”. E Tu: 

“ Tu lo dici. Io lo sono, e son venuto nel mondo ad insegnare la verità”. 


Pilato, senza voler sa pere altro, convinto della tua innocenza, esce alla terrazza e dice: “Io non trovo colpa alcuna in quest’uomo”. I giudei, arrabbiati, Ti accusano di tante altre cose, e Tu taci e non Ti difendi, e ripari le debolezze dei giudici, quando si trovano di fronte ai prepotenti e le loro ingiustizie, e preghi per gli innocenti, oppressi ed abbandonati. Onde Pilato, vedendo il furore dei tuoi nemici e per sbarazzarsi di Te, T’invia da Erode. 


[ Gesù innanzi ad Erode

Mio Re divino, voglio ripetere le tue preghiere e riparazioni, e accompagnarti fino ad Erode. Vedo che i nemici, infuriati, vorrebbero divorarti, e Ti conducono tra insulti, scherni e derisioni, e così Ti fanno giungere innanzi ad Erode, il quale, gonfiandosi, Ti fa molte domande. Tu non rispondi e nemmeno lo guardi. Ed Erode, irritato perché non si vede soddisfatto nelle sue curiosità, e sentendosi umiliato dal tuo lungo silenzio, proclama a tutti che sei pazzo e senza senno, e come tale ordina che sia trattato. E, per burlarti, Ti fa vestire di bianca veste e Ti consegna in mano ai soldati, affinché Ti facciano il peggio che possano. 

 Mio innocente Gesù, nessuno trova colpa in Te, solo i giudei, perché la loro affettata religiosità non merita che splenda nelle loro menti la luce della verità. 


Mio Gesù, Sapienza infinita, quanto Ti costa l ’essere stato dichiarato pazzo! I soldati, abusando di Te, Ti gettano per terra, Ti calpestano, T’imbrattano di sputi, Ti vilipendono, Ti battono con bastoni, e sono tanti i colpi, che Ti senti morire. Sono tali e tante le pene, gli obbrobri, le umiliazioni che Ti fanno, che gli Angeli piangono e si coprono il volto con le loro ali per non vederle. 


Mio pazzo Gesù, anch ’io voglio chiamarti pazzo, ma pazzo d’amore. Ed è tanta la tua pazzia d’amore, che, invece di adontarti, Tu preghi e ripari per le ambizioni dei re, che ambiscono regni per la rovina dei popoli, per tante stragi che fanno, per tanto sangue che fanno spargere per loro capriccio, per tutti i peccati di curiosità e per le colpe commesse nelle corti e nelle milizie. 

Mio Gesù, com ’è tenero vederti in mezzo a tanti oltraggi pregare e riparare. Le tue voci si ripercuotono nel mio cuore, e seguo ciò che fai Tu. Ed ora lascia che mi metta a Te vicino, prenda parte alle tue pene e Ti consoli col mio amore, ed allontanandoti i nemici, Ti prenda fra le mie braccia per ristorarti e baciarti la fronte. 

 Dolce mio Amore, vedo che non Ti danno pace, ed Erode T ’invia a Pilato. Se doloroso è stato il venire, più tragico sarà il ritorno, perché vedo che i giudei sono più arrabbiati di prima, ed a qualunque costo sono risoluti a farti morire.  

Perciò, prima che Tu esca dal palazzo di Erode, voglio baciarti per attestarti il mio amore in mezzo a tante pene. E Tu, fortificami col tuo bacio e con la tua benedizione, ed io Ti seguirò dinanzi a Pilato. 


Riflessioni e Pratiche 

Gesù presentato a Pilato, in mezzo a tanti insulti e disprezzi, è sempre dolce, non disdegna nessuno, e in tutti cerca di far splendere la luce della verità. E noi, ci sentiamo uguali con tutti? 

Cerchiamo di vincere il nostro cattivo naturale se qualche persona non ci simpatizza? Trattando con le creature, cerchiamo sempre di far conoscere Gesù e far risplendere in loro la luce della verità? *  

O Gesù, dolce mia Vita, metti sulle mie labbra la tua parola e fa ’ che parli sempre con la tua lingua. 


Gesù innanzi ad Erode tace vestito da pazzo e soffre pene inaudite. E noi, quando siamo calunniati, scherniti, insultati, derisi, pensiamo che il Signore vuol darci una somiglianza divina?  

Nelle nostre pene, nei disprezzi e in tutto ciò che il nostro povero cuore potrà sentire, pensiamo che è Gesù che col suo tocco ci dà dolore, che col suo tocco ci trasforma in Sé e ci dà la sua somiglianza? E tornando a noi il patire, pensiamo che Gesù, rimirandoci, non è contento di noi, e quindi ci dà un ’altra stretta per poterci del tutto rassomigliare a Lui? 


Ad esempio di Gesù, possiamo dire che abbiamo il dominio di noi stessi, che invece di rispondere nelle contrarietà, preferiamo tacere? Ci facciamo mai vincere dalle curiosità? 


In ogni pena che si può soffrire, bisogna mettere l ’intenzione che essa è una vita che si dà a Gesù, per impetrare anime; e mettendo le anime nella Volontà di Dio, il nostro dolore fa cerchio, e racchiudiamo in esso Dio e le anime per congiungerle a Gesù. *  

Amor mio e mio Tutto, prendi Tu solo il dominio di questo mio cuore e tienilo nelle tue mani, affinché negl’incontri possa ricopiare in me la tua grande pazienza. 


Gesù nel palazzo d ’Erode, vestito da pazzo e burlato 

( Dal Volume 13 - 16 Settembre 1921 ) 

[ Scrive Luisa:] 

Stavo facendo l ‟Ora della Passione quando il mio dolce Gesù si trovava nel palazzo d ‟Erode, vestito da pazzo e burlato. Il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere, mi ha detto:  

“Figlia mia, non fui solo allora vestito da pazzo, schernito e burlato, ma le creature continuano a darmi queste pene, anzi, sono in continue burle da tutte le specie di persone. Se una persona si confessa e non mantiene i suoi propositi di non offendermi, è una burla che Mi fa. Se un sacerdote confessa, predica, amministra Sacramenti, e la sua vita non corrisponde alle parole che dice e alla dignità dei Sacramenti che amministra, tante burle Mi fa per quante parole dice, per quanti Sacramenti amministra. E mentre Io nei Sacramenti ridavo loro la vita novella, loro Mi danno scherni, burle, e col profanarli Mi preparano la veste per vestirmi da pazzo. Se i superiori comandano il sacrifizio ai sudditi, le virtù, la preghiera, il disinteresse, e loro menano la vita comoda, viziosa, interessata, sono tante burle che Mi fanno. Se i capi civili ed ecclesiastici vogliono l ’osservanza delle leggi, e loro sono i primi trasgressori, sono burle che Mi fanno .  

Oh, quante burle Mi fanno! Sono tante che ne sono stanco, specie quando sotto il bene vi mettono il veleno del male. Oh, come si prendono giuoco di Me, come se Io fossi il loro trastullo ed il loro passatempo! Ma la mia Giustizia presto o tardi si burlerà di loro col punirli severamente. Tu prega e riparami queste burle che tanto Mi addolorano, che sono causa di non farmi conoscere chi Io sia”. 


Dopo, essendo ritornato di nuovo [Gesù], siccome io stavo tutta fondendomi nel Divino Volere, mi ha detto: “Figlia carissima del mio Volere, Io sto con ansia aspettando queste tue fusioni nella mia Volontà. Tu devi sapere che come Io pensavo nella mia Volontà, così venivo informando i tuoi pensieri nella mia Volontà, preparandone il posto; come operavo, [venivo] informando le tue opere nel mio Volere, e così di tutto il resto. Ora, ciò che facevo non lo facevo per Me, che non avevo bisogno, ma per te; perciò ti aspetto nella mia Volontà, che venga a prendere i posti che ti preparò la mia Umanità, e sopra le mie informazioni venga a fare le tue; allora sono contento e ne ricevo completa gloria, quando ti veggo fare ciò che feci Io”. 


Gesù innanzi ad Erode 

( Dal Volume 14 - 24 Novembre 1922 ) 

[ Scrive Luisa:]  

Stavo pensando al mio dolce Gesù quando fu presentato ad Erode, e dicevo tra me: “Com‟è possibile che Gesù, tanto buono, non si benignò di dirgli una parola e dargli uno sguardo? Chi sa se quel perfido cuore, alla potenza del suo sguardo non si fosse convertito?”. E Gesù, facendosi vedere, mi ha detto: 

Figlia mia, era tanta la sua perversità ed indisposizione d’animo che non meritò che lo guardassi e gli dicessi neppure una parola ; se ciò avessi fatto l ’avrei reso maggiormente colpevole, perché ogni mia parola o sguardo sono vincoli di più che si formano tra Me e la creatura. Ogni parola è un’unione maggiore, una strettezza di più; e come l’anima si sente guardata, la grazia incomincia il suo lavorio”. 


Le riparazioni di Gesù flagellato 

( Dal Volume 17 - 1 Luglio 1924 ) 

[ Scrive Luisa:] 

Stavo accompagnando Gesù nel doloroso mistero della flagellazione. Si faceva vedere diluviante Sangu e e sentivo che diceva: “Padre mio, Ti offro questo mio Sangue. Deh, fa’ che copra tutte le intelligenze delle creature e renda vani tutti i loro cattivi pensieri, attutisca il fuoco delle loro passioni e faccia risorgere intelligenze sante. Questo Sangue copra i loro occhi e faccia velo alla loro vista, affinché non vi entri il gusto dei piaceri cattivi e non s’insozzino del fango della terra. Questo mio Sangue copra e riempia la bocca e renda morte le loro labbra alle bestemmie, alle imprecazioni, a tutte le loro parole cattive. Padre mio, questo mio Sangue copra le loro mani e gli dia il terrore delle tante azioni nefande. Questo Sangue circoli nella nostra Volontà Eterna per coprire tutti, per difendere e per essere arma difenditrice a pro delle creature presso i diritti della nostra Giustizia”. 


IL PERDONO

 


IL PERDONO 

“ Ma a voi che ascoltate io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, pregate per quelli che vi oltraggiano... Perché se amate quelli che vi amano quale grazia ve ne viene? “ (Luca 6, 27). 

“ Bisognerebbe evitare di pensare alle persone verso cui si provano odio o rancore. Esse, se non le perdoniamo, diventano i nostri padroni, ci vengono in mente quando mangiamo, rovinandoci il pasto; quando siamo a letto guastandoci il sonno; quando ci rilassiamo, riportandoci ansia ed agitazione “. 

“ Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro lo riporta sulla giusta strada, sappiate quel che vi dico: chi aiuta un peccatore ad abbandonare la strada sbagliata, salverà la sua anima ed otterrà il perdono di molti peccati “ (Giacomo 5, 19- 20). 

 “ Se il tuo nemico ha fame dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, così facendo, radunerai dei carboni accesi sul suo capo” (Prov. 25, 21). 

Tutto verrà molto rapidamente, dovete ascoltare la Mia chiamata

 


Messaggio ricevuto il 10 ottobre 2021

(Tutto verrà molto rapidamente, dovete ascoltare la Mia chiamata)

Mia cara figlia scrivi: Io Sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore Paterno per darvi un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al vostro. Sono venuto a dirti tutto, perché meriti la tua ricompensa e ti do la Mia benedizione figlia perché fai la Mia volontà, non dimenticare mai questo. Chiunque fa la Mia volontà, rimane in Me e Io in loro. Sì, non voglio che tu sia triste per la vita che hai, so che sta diventando difficile per te perché sei sola Figlia Mia, ma Io Sono sempre con te e anche con la Mia Beata Madre, non ti succederà nulla perché fai la Mia volontà. Tutti sono chiamati, ma pochi sono scelti.

Invito tutti attraverso l'Amore e l'Obbedienza, e per voi, figli Miei, che siete con Me, non abbiate paura ma pregate, molti hanno bisogno delle vostre preghiere perché non fanno nulla per la loro salvezza. Sarà così difficile per queste anime tristi, perché molto presto vedranno come i loro peccati dalla disobbedienza a Dio e agli altri peseranno sulla bilancia. Tutti sono chiamati, ma pochi sono scelti. Ho un posto per tutti, perché come Padre, voglio ciò che è meglio per tutti voi, sto aspettando ciascuno di voi. Sì, figli Miei, sono qui per invocarvi perché vi amo, e voglio che mi dia AMORE e PACE. Voglio che ogni cuore sia pronto a venire a vivere nella Mia casa, perché Io sto chiamando tutti, ma molti non Mi ascolteranno.

Siate attenti, perché tutto verrà molto rapidamente, dovete ascoltare la Mia chiamata perché Io Sono in ogni cuore, ma molti non sono nel Mio. Mi disprezzano e non Mi accettano, quindi state attenti e assicuratevi che mi stiate prestando attenzione, perché molto presto verrò a darvi l'ultima chiamata, perché ho tutto pronto per rapirvi e portarvi nel Mio Regno. Io Sono la Luce del mondo, voglio darvi tutto, perché il Mio Regno vi sta aspettando. Io sono il Padre, vi amo e voglio darvi tutto perché vi amo tutti con lo stesso amore.

Io Sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

Primo, secondo e terzo calice.

 


Dice Gesù: 

«Il Padre sà ed Io so. Ma Egli mi lascia andare. Ed Io vado. Perché per questo sono venuto. Ma ancora  le messi matureranno e saranno seminate una e una volta prima che il Pane e il Vino siano dati in cibo  agli uomini».  

«Si farà banchetto di giubilo e di pace, allora!».  

«Di pace? Sì. Di giubilo? Anche. Ma... oh, Pietro! oh, amici! Quante lacrime saranno fra il primo ed il  secondo calice! E solo dopo aver bevuto l'ultima goccia del terzo calice, il giubilo sarà grande fra i giusti,  e sicura la pace agli uomini di retta volontà». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

La sapienza non entra in un’anima che compie il male né abita in un corpo oppresso dal peccato.

 


LIBRO DELLA SAPIENZA 


3 I ragionamenti distorti separano da Dio; ma la potenza, messa alla prova, spiazza gli stolti. 

Quando una mente diviene distorta, non è più semplice, essa attesta che già si è separata da Dio.  Le manca la semplicità, la bontà, la purezza. 

Gli stolti però mai potranno pensare di vincere il Signore, di annientarlo, metterlo da parte, usurpare il suo posto.  

La potenza divina, l’onnipotenza di sapienza, intelligenza, forza, luce, verità, se viene messa alla prova, spiazza gli stolti. Rivela cioè la loro stoltezza. 

Nessuno pensi di ingannare il Signore, né oggi, nel tempo, né domani, nell’eternità, quando si è chiamati a rendere conto di ogni giustizia.  

Oggi l’uomo si pensa signore, autonomo, potente, onnipotente, legifera e crea lui le regole della giustizia spesso contro la giustizia vera del suo Dio. 

Quest’uomo stolto deve sapere che tutte le sue regole di giustizia non sono approvate dal Signore. Da Lui sono contrastate. Non potrà avere successo. 

La storia sempre spiazza lo stolto, l’insipiente, l’empio che pensa di poter prendere il posto di Dio e giudicare da se ciò che è bene e ciò che è male. 

Il bene e il male non sono stati affidati alla mente dell’uomo, perché sia essa a stabilirli. Bene e male solo il Signore li stabilisce.  

Ogni giudice non è servo di quanto stabilisce l’uomo, bensì è servo di quanto ha stabilito, stabilisce il Signore. Questo vale in ogni ambito, anche nella Chiesa. 

Anche la religione deve porre ogni attenzione a non sostituirsi al suo Dio e Signore. Se lo facesse, sappia che anch’essa verrà spiazzata. 

4 La sapienza non entra in un’anima che compie il male né abita in un corpo oppresso dal peccato. 

Non vi è amministrazione della giustizia se non si è pieni della sapienza di Dio. Sapienza e male, sapienza e peccato non possono vivere nello stesso cuore. 

Chi vuole che la sapienza abiti nel suo cuore deve stare lontano dal male. Il male scaccia la sapienza. La sapienza scaccia il male. 

Chi vuole che la sapienza ricolmi il suo spirito deve liberarsi dal suo corpo oppresso dal peccato. Deve allontanarsi dai vizi e conquistare le virtù. 

Un uomo che vive nel male, che coltiva vizi, che non vive di solo bene, mai potrà dirsi sapiente. Mai potrà amministrare la vera giustizia tra gli uomini. 

L’amministrazione della giustizia non è quella che si svolge nei tribunali. È anche quella che si compie nelle aule dove si legifera. 

Quando gli uomini che legiferano hanno un corpo oppresso dai vizi e dal peccato non possono amministrare la giustizia legiferante. 

Essi mancano della sapienza. Sono privi di ogni intelligenza. Manca Dio nel loro cuore. Non c’è luce di verità in essi. Dio non può essere cancellato. 

Chi cancella Dio dal suo corpo, da Dio sarà cancellato come sapienza, luce, intelligenza. Manca delle qualità divine per legiferare sulla sua giustizia. 

Questa verità vale in ogni ambito, anche in quello ecclesiale, delle religioni. La virtù rende sapienti. Il vizio porta nella stoltezza e nell’empietà.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

IL REGNO DEI GIORNI FELICI

 


Luisa Piccarreta: ritornare al Divin Volere (rinunciando a quello umano, il nostro). 


L’ideale che Luisa Piccarreta ci propone è molto elevato, benché  semplice da praticarsi. Secondo questo ideale non si tratta solo di fare la  Volontà di Dio, ma di vivere nella Volontà di Dio, come ha fatto la Madonna,  e come Luisa Piccarreta si è sempre sforzata di fare. 121 


Per vivere nel Divin Volere l’uomo deve rimpiazzare la sua volontà  umana con quella divina. Questo lo può fare se accetta di offrire a Dio la  propria volontà in cambio di quella divina. La persona offre a Dio la sua  volontà umana in sacrificio di olocausto, ed il resto lo fa il Signore. Quello  che il Signore fa è come un innesto, ma innesto di natura spirituale, e  quindi mistico. In altre parole, se una persona vuole che l’“innesto” si operi  in lei, essa prende l’iniziativa di rinunciare alla sua volontà umana, che è  come un ramo “selvatico”, e di offrirla a Dio in cambio della Volontà divina,  che è un ramo preziosissimo. 122 Allora Dio, come un buon Vignaiolo, rimpiazza il ramo da noi reciso. Lo rimpiazza con un innesto nuovo, la cui  linfa è di natura divina, perché è la sua, cioè la sua Volontà. Ma attenzione,  quello che Dio vuol fare in noi come Vignaiolo non lo farà senza il nostro  consenso. Egli agisce in noi, ma solo quando gliene diamo il permesso, perché siamo “viti” vive, intelligenti, e libere. Agisce in risposta alle nostre preghiere, alle nostre suppliche, perché non vuole forzare nessuno, ma  rispettare in tutto, e sempre, la libertà che ci ha data. Nei nostri confronti 
Dio si è dato una legge, basata sull’amore, che Gli dice di non intervenire in noi – nemmeno per guarirci! – se prima non Gli abbiamo dato il nostro consenso, se non è sicuro al 100% che questo consenso glielo abbiamo dato  liberamente, e per amore.  
Ma è proprio vero che c’è un vantaggio a chiedere a Dio di realizzare in noi questo “innesto mistico” ? Certo! Un vantaggio immenso! Le anime “innestate” finiscono per sentirsi in Paradiso. Quando un’anima accoglie in sè la Divina Volontà, e lo fa con amore, per amore, al punto che la suddetta  Volontà può fissarvi liberamente la sua dimora, in modo stabile e sicuro, quell’anima diventa Paradiso, non può rimanere più a lungo quello che è. Se  già non è Paradiso, lo diventa, ed è cosa normale, perché la linfa di Dio, che  è la sua Divina Volontà, trasforma in Paradiso il posto dove risiede, sia che si tratti dell’anima di un individuo, oppure dell’anima di una collettività. Le  persone e le comunità che accettano l’innesto mistico finiscono per abbandonare l’orgoglio, la ribellione, l’egoismo, tutti quei “virus” che il Peccato originale ha generato in noi, esseri umani. Li abbandonano per forza  di cose, come fanno quei rami innestati che inevitabilmente finiscono per  produrre la qualità dei frutti del nuovo innesto. 
Per noi che viviamo in questo tempo di transizione purificatrice, è un  conforto il sapere che nel corso del millennio che è appena iniziato, questo  ideale di vita santa sarà adottato dalla quasi totalità degli esseri umani, e farà nascere sulla nostra terra l’Era nuova, il Millennio felice, l’Era dello Spirito Santo. 123 Questo è quanto ci lasciano intravedere i messaggi dei  Profeti cristiani contemporanei, compresi quelli di Luisa Piccarreta. 

Parvulis


 


Se amati i vostri cari non negate loro la chance! Chi non è pronto non comprenderà l’inganno e la perfidia che comincerà dopo l’Avvertimento!

 


Figlia Mia. Ora vengono alla luce molte verità ma comunque molti figli continuano a dormire. Sono troppo pigri per convertirsi e finché le cose per loro vanno (ancora) bene, non temono nulla. Preferiscono cedere piuttosto che perdere la loro comodità. Pregate per loro in modo che si convertano e affinché la loro indolenza non costi loro l’eternità.

Cari figli. Il tempo è poco e sarete travolti colpo su colpo dal maligno e dalle sue macchinazioni. Non temete, perché il Padre ascolta la vostra preghiera. EGLI che È onnipotente, interviene, ma prima ogni figlio, ogni essere umano, ogni anima riceverà una chance per convertirsi. Per chi allora non sarà ben vigile per chi allora non si è dichiarato per Me, il suo Gesù, per lui Io in verità non potrò più fare nulla.

Amati figli dell’armata rimanente. Il momento è vicino e voi dovete resistere. Restate forti e fedeli a Me, al vostro Gesù e pregate, pregate, pregateI rosari della Mia Mamma compiono molti, molti miracoli. Pregateli ogni giorno, per rimanere saldi e per la conversione di ancora molte anime. Vi ringrazio per questo. Mia Madre è con voi, con chiunque La preghi sinceramente. Lei è corredentrice e responsabile di questa meravigliosa missione. Molti figli si sono già convertitevi, ma molti sono ancora rimasti muti, a voi sia detto:

Annunciate la Mia Parola e preparate i vostri cari, gli amici e la famiglia agli avvenimenti. Chi non si sarà convertito grazie all’ Avvertimento, andrà perduto, e il momento è vicino, è così vicino. Se dunque amati i vostri cari, allora non negate loro questa chance di vivere l’Avvertimento per l’avvenimento che è: un grande atto della Mia misericordia per tutti i figli del mondo e la vostra ultima chance di trovare la via verso di Me, al vostro Gesù. Chi non accoglie questa chance si gioca l’eternità e chi ne è al corrente e tace PECCA(fa del male) CONTRO IL SUO PROSSIMO! Ascoltate dunque la Mia Parola e preparate voi stessi e i vostri cari.

Attraverserete tempi difficili, ma chi è veramente con Me li supererà. Non chiudetevi davanti alla verità perché se lo fate, vi precludete la via per l’eternità nella gloriaDate ascolto alla Mia Parola perché tutto accade colpo su colpo. Quando le vostre chiese saranno chiuse, beato chi, è già con Me, il suo Gesù, e resiste a questo triste tempo. Siate pronti, perché il maligno è pronto e presto, molto presto, vi sarà presentato per quello CHE EGLI NON È.

Siate dunque preparati, amati figli, siate pronti. Il gioco malvagio è cominciato da tempo e non ci sarà nessun ritorno alla normalitàIl maligno combatte ognuno di voi e tutti i vostri cari. Perché allora invece di “combattere” per voi e i vostri cari vi abbandonate semplicemente a lui? La vostra preghiera è e resta l’arma più potente che avete a disposizione.

Pregate dunque e supplicate il Padre, perché EGLI mitigherà, EGLI interverrà ma solo i Suoi veri figli saranno elevati. IO, il vostro Gesù, SONO la via per l’eternità. IO SONO la chiave per il Nuovo Regno e questo Giorno è vicino, è molto vicino.

Convertitevi, voi che ancora non siete con Me, svegliatevi, voi che non volete riconoscere la verità, non auto ingannatevi, dicendovi che tutto va bene. NULLA VA BENE, figli Miei, nulla va bene perché il maligno vi combatterà fino alla fine e questa battaglia la potete vincere solo se siete sinceramente e completamente con Me, il vostro Gesù.

Figli Miei. Miei amatissimi figli. Alzatevi e riconoscete, a che punto vi trovate, perché il maligno vi travolgerà e tutto verrà colpo su colpo. Chi non è pronto, amati figli, non riconoscerà la perfidia e l’inganno che cominceranno dopo l’Avvertimento. Vi avviso perché colui che verrà è il maligno stesso. Egli si stabilirà nella Mia Santa Chiesa si farà celebrare come salvatore e pacere e se ora non vi svegliate voi sarete ai suoi piedi.

Con profondo amore e con cuore addolorato oggi Mi accomiato da voi.

Il vostro Gesù. Io soffro molto. Per voi, figli Miei. Per voi. Amen.

Dio Padre, la Madre di Dio, Gesù, i Santi e gli Angeli sono molto addolorati.

Si, figlia Mia. La fine è vicina e i figli ora devono svegliarsi. Amen. Ora vai. La tua Mamma Celeste. Amen.

 


ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO  


L’Autore è un convertito. Convertito a 53 anni. Egli, razionalista, ma non di per sé negatore, dubbioso più che negatore, dubbioso molto sulla dottrina cristiana, nel corso di una conversazione esprime i suoi dubbi e confessa anche la sua ignoranza in materia. Gli viene consigliata allora la lettura dell'Opera di Maria Valtorta, grande mistica moderna, "Il Poema dell'Uomo-Dio". 1 

L'impatto con l'Opera è 'shoccante'. Prima ancora del 'Poema' l'uomo legge i ‘Quaderni’ di M. Valtorta, degno corollario al Poema. 

La grande mistica, mistica e carismatica, vittima votata alla sofferenza per partecipare al processo corredentivo instaurato dal Cristo, 'vede' Gesù, 'parla' con Gesù, ne viene 'ammaestrata' con i 'dettati' che alla fine verranno 'composti' per costituire la grande opera del Poema: una sorta di 'Vangelo' vero e proprio, 'Vangelo' di vita vissuta del Cristo, vissuto dalla Valtorta in 'visione' e commentato, nelle sue parti più salienti, dal 'Cristo' stesso. 

I Quaderni sono un'opera di rifinitura, rifinitura spirituale dello strumento e per chi legge. Ma l'impatto è forte: l'uomo viene messo per la prima volta di fronte al proprio ‘sé’. 

Si apre un esame critico interiore che si sviluppa con il progredire dell'opera, perché' l'opera della Valtorta è stata scritta per i 'razionalisti' di quest'epoca moderna che non credono più in niente, figuriamoci in Dio. 

E alla fine l'uomo si 'converte'. 

Dirigente d'azienda, in un certo senso abituato all'azione, decisionista, 'decide' che quello che ha appreso non ha senso se non viene utilizzato soprattutto per aiutare gli altri, i razionalisti come lui che non hanno mai avuto la fortuna di trovare qualcuno che spiegasse loro l'essenza della Dottrina e dell'essere cristiani. Ed allora nell'uomo germoglia, quasi inconsciamente, l'idea che una versione 'ridotta' della monumentale opera della Valtorta, monumentale e quindi tale da scoraggiare il lettore, potrebbe ottenere un certo risultato nei confronti di persone non altrimenti motivate. L'idea - inizialmente - è semplicemente quella di comporre un 'collage' dei 'dettati' più significativi. 

Ma rimane solo un'idea, un abbozzo di idea neanche messa bene a fuoco. 

Poi la decisione. La decisione di utilizzare quanto ha appreso dalla meditazione sull'opera della mistica per comporre un libro, destinato appunto a quelli come lui, la decisione di lasciare la propria attività professionale per dedicarsi a tempo pieno a questo 'hobby', unito a quello dell'agricoltura. L' autore vive infatti in una casa di campagna. 

L'idea originaria prende forma, l'abbozzo si delinea meglio, si concretizza: immaginare un piccolo lavoro, un solo volume, che narri la storia di una conversione che si snoda in una serie di dialoghi 'immaginari' fra una 'Luce' e l'uomo. 

La ‘Luce’, il Maestro, utilizza per ammaestrare letture in genere - nonché i 'dettati' più significativi, ai fini di sintetizzare l'essenza della dottrina cristiana, dell'Opera della Valtorta - che quindi commenta per l'allievo, per il 'catecumeno', integrandoli con annotazioni di carattere personale. 

Dialogo immaginario, frutto di fantasia? 

Però ammaestramento di sogno. 



Luce: 

"Alla Ricerca del Paradiso perduto" è la storia, che potrebbe essere di tanti, di un uomo che, avendo Fede senza sapere di averla, la cerca nei posti sbagliati senza saper neanche con precisione cosa cercare. 

La ricerca del Paradiso perduto è in realtà la ricerca affannosa, inquieta, di Dio. 

L'uomo è un uomo dei nostri tempi, moderatamente colto, normalmente colto. Egli ha però approfondito quei settori dello scibile razionalista che cercano di dare una risposta ai problemi di questa esistenza, e dell'altra. E allora (lui crede) la curiosità (ma in realtà è l'anelito interiore) lo spinge allo studio della psicanalisi (per cercare di comprendere se inconscio, subconscio o anima siano la stessa cosa o qualcosa di simile), delle tecniche di meditazione e concentrazione del "training autogeno" (per capire se, rivolgendo l'attenzione verso la propria interiorità, egli riesca a scoprire qualcosa di trascendentale che possa chiamarsi anima), allo studio dei fenomeni spiritici, studio in chiave parapsicologica (per capire se questi siano la rivelazione di un mondo spirituale che esiste, o frutto di macchinazioni truffaldine, o fenomeni di tipo ESP-extrasensoriale ma non attribuibili al mondo dello Spirito ), allo studio della "dottrina" spiritistica elaborata nell'opera di Allan Kardec, padre dello spiritismo moderno (per raffrontarla con le dottrine sulla reincarnazione di tipo orientale), allo studio di quei filosofi - come Pitagora - che avevano elaborato dottrine in questa direzione, allo studio delle religioni e delle filosofie orientali (per analizzare come queste abbiano affrontato il problema di Dio e dell'anima), infine allo studio dell'evoluzionismo darwiniano (per comprendere se l'uomo possa o meno essere il prodotto di una evoluzione da forme di vita inferiore) e, per terminare, a quello della fisica moderna (per comprendere quale risposta essa possa dare al problema dell'origine dell'universo). 

Come si vede questa è una ricerca culturale penosa, ammantata sotto il pretesto della curiosità intellettuale, ma che è volta alla ricerca disperata del senso della vita: Dio. 

Dio, questo sconosciuto, a troppi ‘Dio ignoto’, come per i Greci che però almeno gli elevavano un altare. 

Dio, questo sconosciuto, anche se tutta la natura, tutta la Creazione grida di Lui. 

I 'dolori' non sono estranei a questa ricerca, sono i dolori che accompagnano la vita di ogni uomo, che lo mettono di fronte al problema della Morte e quindi dell'esistenza o meno dell'altra vita. 

Ma alla fine la ricerca ha termine. 

La ricerca sui problemi della vita, la ricerca sulle risposte in merito a Dio, alla sua esistenza, ai suoi fini creativi, allo scopo della esistenza dell'uomo, si conclude alla fine proprio nella dottrina cristiana che, adeguatamente approfondita in chiave razionalista, ha dimostrato di saper dare anche all'uomo moderno la risposta ai problemi che si poneva anche l'uomo antico. 

Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, chi è Dio, perché ha creato l'uomo, perché esistono l'odio, l'ingiustizia, il dolore. Quale è il senso della nostra vita, quale quello della nostra morte. 

In queste domande e nelle relative risposte si sviluppa la piccola ‘opera’ dove, alla ricerca appunto del 'Paradiso perduto', l'uomo immagina di ‘sognare’. 

Egli sogna di partire per il Tibet, come molti fanno, per andare a cercare nelle foreste e sui monti, in un monastero tibetano, le risposte spirituali ai quesiti che la convulsa vita moderna non lascia neanche porre. 

Durante il percorso, durante la sosta in una caverna, durante il sonno , una 'Luce' appare in sogno e parla all'uomo. 

 

Luce Chi sei?! 

Uomo Uno che cerca la Verità. 

Luce Perché rifiuti la mia? 

Uomo Perché non sa darmi risposte che convincano  la mia ragione. 

Luce Ma conosci tu veramente la mia dottrina? 

Uomo Veramente no, ma quel poco che so non mi ha mai convinto... (incerto) 

Luce E se Io ti convincessi, mi seguiresti e ti presteresti a convincere quelli come te? 

Uomo Sì! 

Luce Bene. Da adesso tu sarai il Catecumeno ed Io sarò il tuo Maestro. 

 

Il sogno si dipana e, attraverso i "dialoghi" fra la Luce ed il catecumeno, inizia la spiegazione del Progetto creativo di Dio, che "dimostra" se stesso, la verità della propria Dottrina, spiegata in termini semplici e razionali, le risposte ai problemi esistenziali della vita. 

E attraverso i "dialoghi" l'uomo si converte, prima in termini intellettuali e poi spirituali, perché la conversione intellettuale passa attraverso la conversione del proprio "Io naturale", con i suoi istinti: conversione dolorosa, giornaliera, fatta di battaglie e sconfitte, dove non si è veramente mai vincitori perché anche dopo una vittoria vi è ancora un'altra prova, ma dove alla fine, martiri del proprio "Io", si perviene alla scoperta del Paradiso perduto  

Guido Landolina