giovedì 3 febbraio 2022

Il furto delle ostie consacrate cresce! Come risponde Dio?

 


Mentre la maggior parte degli occidentali considera l'ostia consacrata che i cattolici credono di tenere il corpo e il sangue di Cristo come pura superstizione, il furto di ostie per profanarle cresce.

Inoltre, i ladri spesso entrano nei templi, violano il tabernacolo, prendono il calice con la riserva delle ostie consacrate e non prendono altre cose di valore come calici, osterie, dipinti, microfoni, console, ecc.

Ma prendono le chiavi del tabernacolo e altri oggetti che indicano che il ladro ha portato fuori l'ostia da lì.

E questo perché c'è un mercato nero per loro.

L'esorcista padre Aldo Buonaiuto dice che il prezzo di ogni ospite può variare da 80 a 500 o 1.000 euro in Europa.

Il prezzo dipende dalle dimensioni dell'ostia, dall'importanza della chiesa da cui proviene e dal sacerdote che l'ha consacrata.

Ottenere un'ostia consacrata dal Papa non ha prezzo e, se proviene dalla Basilica di San Pietro, anche se è stata consacrata da qualsiasi cardinale, ha il prezzo massimo più alto.

E valgono anche di più, più la chiesa è conosciuta, più famoso è il sacerdote che la consacra o più fama di santità ha.

La maggior parte delle rapine rimangono in ambito domestico, i parroci non le pubblicizzano, ma in generale si preoccupano di recuperarle mobilitando i loro parrocchiani.

E in generale allora un atto di riparazione sarà fatto con una massa di riparazione.

E più il furto è stato reso pubblico, più importante sarà la Messa e chi presiederà l'Eucaristia.

ci sono molti casi registrati nella storia di miracoli eucaristici certificati con ostie rubate.

Un modo per il Signore di mostrare ciò che è stato offeso, che gli è stato fatto un torto.

Ad esempio in un caso del 1345 a Wawel, in Polonia, gli ospiti rubati furono trovati in una palude intatta e irradiante luce.

Nel 1370 a Bruxelles, in Belgio, accoltellarono un'ostia consacrata rubata e sanguinò.

Nel 1772 a Patierno, in Italia, furono trovati intatti sotto letame un mese dopo la rapina, con un piccione che sorvolava dove si trovavano e irradiava anche luce.

E possiamo continuare a menzionare i casi.

Anche in molti casi gli ospiti recuperati rimangono incorrotti, senza disintegrarsi, per decenni.

Come nel caso del 1969 a San Mauro La Bruca, in Italia, in cui vengono trovati da un bambino, il giorno dopo la rapina in un vicolo e si conservano miracolosamente nel corso degli anni

I casi più noti sono il furto dell'intera coppa con gli osti, sottraendola direttamente dal tabernacolo.

Ma il più comune e ciò che è più facile, è andare alla comunione in mano e tenere l'ostia in tasca invece di mangiarla.

Questo è un motivo in più per chiedere la Comunione in bocca.

E va chiarito che chi ruba gli host viene automaticamente scomunicato.

Gli host rubati vengono profanati in vari modi.

Un modo è attraverso le masse nere.

Che sono liturgie sataniche che copiano la liturgia cattolica ma la invertono.

Il rito imita, più o meno, quello della Messa cattolica, con preghiere recitate in latino e in altre lingue.

Naturalmente, invece di invocare il nome di Dio, si invoca il nome di Satana.

Vengono invocati i nomi di vari demoni.

Il Padre Nostro è recitato in senso opposto e negativo, si dice che sei all'inferno.

E le invettive vengono lanciate anche contro Gesù Cristo.

E l'ostia consacrata è usata in vari modi: nelle pratiche sessuali, calpestandola ripetutamente con odio, sputandola, maledicendola.

Ma anche i padroni di casa sono utilizzati per particolari rituali magici.

In uno di questi casi, ad esempio, si è verificato un miracolo eucaristico.

Nel 1273, a Offida, in Italia, una donna, seguendo la direzione di una maga, rubò un'ostia consacrata in comunione, la portò a casa sua e la mise sul fuoco con l'intenzione di polverizzarla e metterla sul piatto del marito per fare una stregoneria per riconquistarlo.

In quel momento, l'ostia si trasformò in carne che versava sangue e, terrorizzata da ciò che stava accadendo, avvolse l'ospite intriso di sangue in un lino e lo seppellì sotto il letame della stalla.

Ma ogni volta che il mulo entrava, si inginocchiava di fronte al luogo in cui era sepolto il Santissimo Sacramento.

E 7 anni dopo, la donna confessò con terrore ciò che aveva fatto.

E c'è un caso che è stato recentemente rivelato dall'esorcista padre Stephen Rossetti.

Un diacono permanente, che lavorava anche come poliziotto, entrò nel tempio 40 minuti prima che la Messa delle 17.m iniziasse a prepararlo.

Ed entrando in chiesa incontrò una giovane donna che si trovava inspiegabilmente nel corridoio.

Era vestita male e si avvicinò a lei sorridendo.

Il diacono osservò un tatuaggio satanico alla base del collo, una croce rovesciata.

E quando venne di lato pronunciò alcune bestemmie contro Dio e Gesù.

Guardò l'altare per vedere se il tabernacolo era stato disturbato o se c'era stato qualche sacrilegio sull'altare, ma non era successo nulla di grave.

La giovane donna portava un bicchiere in mano con un giglio dentro e il diacono le chiese " Cosa hai nel bicchiere?"

Teneva in mano una tazza per bambini piena di liquido trasparente e un giglio bianco che proveniva dalla disposizione dell'altare.

E lui disse: "È solo un po' di acqua santa" e disse bestemmia.

"Perché lo vuoi?" chiese il diacono.

E lui disse: "Ne ho bisogno per gli esorcismi. Sono una strega. Adoro Satana".

Il diacono raggiunse il mucchio di acqua santa e benedisse se stesso.

E lei lo insultò e gli disse di non bagnarla con l'acqua santa.

Dal resto della conversazione emerse che cercò di accedere al Santissimo Sacramento e si accontentò dell'acqua santa.

Il diacono gli chiese il bicchiere nella sua qualità di poliziotto, e gli disse di andarsene e di non tornare.

E lei rimase scioccata e immediatamente obbedì.

Ma ha scritto nel quaderno della Preghiera dei fedeli all'ingresso della chiesa, un invito a pregare Satana e "godersi la vita".

E scarabocchiò bestemmie, un invito a bruciare la Bibbia, "salva Satana" e "Satana ti ama, un po'".

Allora il diacono diceva che la donna non era pazza, era allegra e sorridente.

Ma si poteva dire che aveva una missione.

la sua presenza gli fece sentire la totale assenza di amore e gentilezza. Aveva un'aura di malevolenza.

E ha confessato che era la prima volta che sentiva che qualcuno ne era assolutamente felice.

Poi informò il parroco di quanto accaduto.

E gli raccontò di un suo amico sacerdote il cui segretario parrocchiale si rivelò essere una sacerdotessa satanica, che aveva preso il lavoro solo per avere accesso al Santissimo Sacramento.

In breve, come si dice smettono di credere in Dio, crescono anche il satanismo e la stregoneria, che non è incredulità nell'esistenza di Dio, ma una ribellione contro di Lui.

E quella ribellione comporta la bestemmia delle manifestazioni di potere di Dio attraverso Messe sataniche, dove le ostie consacrate sono usate per profanarle, sapendo che Gesù Cristo è presente lì.

E lo fanno per predicare che Satana è più potente.

E d'altra parte altri usano il potere delle ostie consacrate per fare incantesimi e stregoneria.

Nel tentativo di predicare che le forze del male possono usare a volontà, la più grande forza dell'universo che è Dio.

Per entrambe le cose hanno bisogno di ottenere ostie consacrate, che si fa rubando il calice del tabernacolo o comunicando in mano e tenendo l'ostia.

E questo ha generato un mercato nero di ostie, il cui valore dipende da chi lo ha consacrato e dove.

Ma Dio ha mostrato il suo malcontento per questo e ha prodotto miracoli eucaristici per mostrare coloro che si sono profanati.

Mentre la Chiesa scomunica automaticamente coloro che rubano ostie e di solito compie masse di riparazione di fronte alle rapine.

Anche se è sempre meno favorevole alla comunione dei fedeli in bocca, per evitare il pericolo di rubare ostie.

Ebbene, fin qui quello che volevamo parlare è quello che sta esprimendo il furto delle ostie consacrate, una ribellione contro Dio per metterlo al secondo posto dopo le forze del male.

Mentre Dio mostra loro chi è, con miracoli eucaristici.

Che a un certo punto li riempie di terrore, quando si rendono conto della perversità del maligno, che inizia a ritenerli responsabili.

SULL'ORLO DELLA NUOVA GERUSALEMME - Voglio pulire le vostre coscienze, riempili del mio amore

 


Voglio pulire le vostre coscienze, riempili del mio amore 


27/09 novembre 

Gesù dice: 

Figli miei, sono sceso dal cielo per coprirvi con il mio sguardo. Sono sceso dal Cielo per scrutare i vostri cuori, per infiammarli con il mio Amore Divino. 

Sono sceso dal Cielo per sussurrarvi tutte le parole d'amore che ho racchiuso nel mio Sacratissimo Cuore. 

Sono sceso dal cielo perché voglio abbracciarvi, voglio avvicinarvi al mio seno paterno. 

Sono sceso dal cielo per mostrarvi la via diritta, la via della giustizia, la via della verità. 

Sono sceso dal cielo per alleggerire il tuo viaggio, per alleggerire un po' la tua croce. 

Sono sceso dal cielo per illuminare la vostra coscienza, per mostrarvi il vostro peccato, per mostrarvi le vostre colpe, per mostrarvi le vostre debolezze e per concedervi la grazia del pentimento. Ti conceda la grazia di una conversione perfetta ma trasformante. Ti conceda la grazia di desiderare di abitare in una delle dimore del mio cielo. Ti conceda la grazia di voler passare lunghe ore nel Tabernacolo del mio Divino Amore dove soffro la solitudine, dove soffro l'irriverenza, dove soffro la mancanza di rispetto, perché molti dei miei figli passano davanti alla mia presenza eucaristica. Molti dei miei figli non hanno tenuto conto che sono io, l'Uomo-Dio, che sono rimasto presente nella Sacra Ostia fino alla consumazione dei secoli per amore di tutta l'umanità. 

Figli miei: venite a Me; dal momento in cui vi vedrò entrare nelle porte del Mio Palazzo Reale, profumerò i vostri cuori; dal momento in cui vi vedrò entrare nelle porte del Mio Palazzo Reale, vi abbellirò interiormente, farò piovere benedizioni su ognuno di voi. Un'anima che viene con il cuore aperto davanti al Tabernacolo, predisposta a darmi l'adorazione, la gloria e l'onore che merito come Dio, uscirà con un cuore trasformato e rinnovato. Io faccio meraviglie d'amore, anche se l'anima non lo sente, anche se l'anima non percepisce la mia fragranza del più puro nardo del profumo celeste; anche se l'anima non ha aperto la sua comprensione, non ha prostrato la sua immaginazione e i suoi pensieri ai piedi del mio Tabernacolo. Quando venite, figli miei, all'adorazione eucaristica: venite con il cuore aperto perché Io vi possegga, aperto perché Io lo prenda come Mia dimora,  aperto perché Io strappi le erbacce, perché Io getti i semi; semi di santità, semi di rinuncia, semi di volersi staccare dalle cose del mondo e di desiderare di unirvi alle cose celesti. 

Come vi amo, miei piccoli! 

Come palpita il Mio Sacratissimo Cuore quando vieni a Me per diminuire la mia solitudine! 

Come palpita il mio Sacratissimo Cuore quando venite desiderosi di un dialogo cuore a cuore con Me! 

Figli miei: nel linguaggio degli amanti, le parole sono superflue, gli sguardi sono l'intreccio dell'amore, gli sguardi sono il linguaggio degli amanti, il più espressivo, il più sottile, il più delicato. 

I miei figli: sentono la nostalgia del cielo, ma provano noia per il mondo. È giunto il momento di riconoscere che il mondo vi presenta degli dei fallaci; il mondo vi presenta delle teorie che non sono in accordo con il Magistero della Chiesa o con le Sacre Scritture. Il mondo distorce il cuore di molti dei miei figli. Il mondo vi allontana dalla mia presenza, mette un limite, mette un recinto, mette un ostacolo tra gli uomini e il vero Dio, presente in tutti i Tabernacoli della terra. 

Sono qui in mezzo a voi, voglio avvolgervi nel mio sguardo di purezza. Eccomi qui in mezzo a voi a voler effondere quell'unzione, quella grazia di cui avete bisogno; unzione perché possiate gustare la preghiera; unzione perché possiate gustare la mia presenza eucaristica. 

Come vorrei che tutta l'umanità mi riconoscesse come il vero Dio, come il Dio Uno e Trino, presente nel Sacramento del mio Divino Amore. 

Come vorrei che tutta l'umanità venisse a Me per adorarmi, per glorificarmi, per darmi le sue croci, i suoi problemi, le sue difficoltà, le sue malattie. Il mondo è in un letargo spirituale, in una crisi di valori. 

Guardate dunque il Disprezzato, il Mendicante d'Amore, l'Assetato di anime, il Dio che abbellisce, adorna tutti i Tabernacoli della terra. 

I miei piccoli: Approfittate di Me, ora che potete godere della Mia presenza, riceveteMi tutte le volte che potete; ma avvicinatevi a Me con il vostro cuore puro, avvicinatevi a Me con il vostro cuore diafano andando al Sacramento dei Fiumi di Grazia, avvicinatevi a Me che ho tanto amore per ognuno di voi, che dal Mio Cuore Divino distillano gocce d'Amore, che dal Mio Cuore Divino distillano gocce di misericordia; che dal Mio Cuore Divino distillano gocce di bontà, gocce di perdono per tutta l'umanità. Anche il peccatore più incallito trova misericordia in Me. Anche il peccatore più incallito troverà la grazia; il suo cuore marcio, il suo cuore marcio e nauseabondo sarà profumato con l'olio benedetto della Mia Divinità. Anche il peccatore più incallito, se apre il suo cuore e se si riconosce come un nulla davanti alla mia grandezza, lo scioglierò dalla sua schiavitù, taglierò i suoi vizi, pulirò la sua coscienza, offuscata dalle sue debolezze e dal suo peccato, e gli concederò il dono della mortificazione, il dono dell'emendamento, il dono della santità. 

Vi amo miei piccoli, vi benedico in questo giorno, in questa notte di festa in cielo; festa perché le anime adoranti della mia invenzione d'amore sono come angeli sulla terra: . Amen. 


Dio non è chi pensi

 


Marco Mallett

 Per molti anni, da giovane, ho lottato con scrupolosità. Per qualsiasi motivo, dubitavo che Dio mi amasse, a meno che non fossi perfettoLa confessione divenne meno un momento di conversione e più un modo per rendermi più accettabile per il Padre Celeste. L'idea che Egli potesse amarmi, così come sono, era molto, molto difficile da accettare per me. Scritture come "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste",[1] o "Siate santi perché io sono santo"[2] serviva solo a farmi sentire ancora peggio. Non sono perfetto. Io non sono santo. Pertanto, devo dispiacere a Dio.

Al contrario, ciò che in realtà dispiace a Dio è la mancanza di fiducia nella Sua bontà. San Paolo ha scritto:

Senza fede è impossibile compiacerlo, perché chiunque si avvicini a Dio deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano. (Ebrei 11:6)

Gesù disse a Santa Faustina:

Le fiamme della misericordia Mi stanno bruciando, chiedendo a gran voce di essere spese; Voglio continuare a riversarli sulle anime; le anime semplicemente non vogliono credere nella Mia bontà. —Gesù a Santa Faustina, Divina Misericordia nell'anima mia, Diario, n. 177

La fede non è un esercizio intellettuale in cui si ammette l'esistenza di Dio. Anche il diavolo crede in Dio, che non si compiace di Satana. Piuttosto, la fede è una fiducia e una sottomissione infantili alla bontà di Dio e al Suo piano di salvezza. Questa fede è accresciuta e ampliata, semplicemente, dall'amore... il modo in cui un figlio o una figlia amerebbe il loro papà. E quindi, se la nostra fede in Dio è imperfetta, è comunque portata dal nostro desiderio, cioè dai nostri sforzi di amare Dio in cambio.

... l'amore copre una moltitudine di peccati. (1 Animale domestico 4:8)

Ma che dire del peccato? Dio non odia il peccato? Sì, assolutamente e senza riserve. Ma questo non significa che Egli odi il peccatore. Piuttosto, Dio detesta il peccato proprio perché deturpa la Sua creazione. Il peccato distorce l'immagine di Dio in cui siamo creati e equivale a miseria, tristezza e sconforto per la razza umana. Non ho bisogno di dirtelo. Entrambi conosciamo gli effetti del peccato nelle nostre vite per sapere che questo è vero. Ecco perché Dio ci dà i suoi comandamenti, le sue leggi e richieste divine: è nella sua divina volontà e armonia con essa che lo spirito umano trova il suo riposo e la sua pace. Penso che queste siano le mie parole preferite di tutti i tempi da San Giovanni Paolo II:

Gesù è esigente perché desidera la nostra vera felicità. —PAPA GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2005, Città del Vaticano, 27 agosto 2004, Zenit

In realtà è bello sacrificarsi, essere disciplinati, rifiutare cose che sono dannose. Ci sentiamo dignitosi quando lo facciamo, e questo perché corrispondiamo a chi siamo veramente fatti per essere. E Dio non ha fatto le cose meravigliose nella creazione per non goderne. Il frutto della vite, il cibo delizioso, i rapporti coniugali, gli odori della natura, la purezza dell'acqua, la tela di un tramonto... tutto questo è il modo in cui Dio dice: "Ti ho creato per questi beni". È solo quando abusiamo di queste cose che diventano un veleno per l'anima. Anche bere troppa acqua può ucciderti o respirare troppa aria troppo velocemente può farti svenire. Quindi, è utile sapere che non dovresti sentirti in colpa per goderti la vita e goderti la creazione. Eppure, se la nostra natura decaduta lotta con certe cose, allora a volte è meglio lasciare da parte questi beni per il bene superiore della pace e dell'armonia di rimanere in amicizia con Dio.

E a proposito di amicizia con Dio, uno dei passi più salutari che ho letto nel Catechismo – che è un dono agli scrupolosi – è l'insegnamento sul peccato veniale. Ti sei mai confessato, torni a casa e perdi la pazienza o cada in una vecchia abitudine quasi senza pensarci? Satana è proprio lì (non è lui) dicendo: "Ah, ora non sei più puro, non sei più puro, non sei più santo. L'hai soffiato di nuovo, tu peccatore..." Ma ecco cosa dice il Catechismo, che mentre il peccato veniale indebolisce la carità e le potenze dell'anima...

... il peccato veniale non rompe l'alleanza con Dio. Con la grazia di Dio è umanamente riparabile. "Il peccato veniale non priva il peccatore della grazia santificante, dell'amicizia con Dio, della carità e, di conseguenza, della felicità eterna". — Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1863

Quanto ero felice di leggere che Dio è ancora mio amico, anche se ho mangiato troppo cioccolato o ho perso la calma. Certo, è triste per me perché vede ancora che sono schiavo.

Amen, amen, ti dico, chiunque commette peccato è schiavo del peccato. (Giovanni 8:34)

Ma poi, sono proprio i deboli e i peccatori che Gesù è venuto a liberare:

Il peccatore che sente in sé una totale privazione di tutto ciò che è santo, puro e solenne a causa del peccato, il peccatore che ai suoi occhi è nelle tenebre più oscure, separato dalla speranza della salvezza, dalla luce della vita e dalla comunione dei santi, è lui stesso l'amico che Gesù ha invitato a cena, colui a cui è stato chiesto di uscire da dietro le siepi, colui a cui è stato chiesto di essere un partner nel suo matrimonio e un erede di Dio... Chi è povero, affamato, peccatore, caduto o ignorante è ospite di Cristo. —Matteo il Povero, La comunione d'amore, p.93

A tale, Gesù stesso dice:

O anima immersa nelle tenebre, non disperare. Non tutto è ancora perduto. Venite a confidare nel vostro Dio, che è amore e misericordia... Che nessuna anima abbia paura di avvicinarsi a Me, anche se i suoi peccati sono come lo scarlatto... Non posso punire nemmeno il più grande peccatore se fa appello alla Mia compassione, ma al contrario, lo giustifico nella Mia insondabile e imperscrutabile misericordia. —Gesù a Santa Faustina, Divina Misericordia nell'anima mia, Diario, n. 1486, 699, 1146

In chiusura, poi, spero per quelli di voi che stanno davvero lottando per pensare che Gesù possa amare qualcuno come voi, in fondo, c'è una canzone che ho scritto appositamente per voi. Ma prima, nelle parole stesse di Gesù, questo è il modo in cui Egli guarda a questa povera umanità decaduta – anche ora...

Non voglio punire l'umanità dolorante, ma desidero guarirla, spingendola al Mio Cuore Misericordioso. Io uso la punizione quando loro stessi Mi costringono a farlo; La mia mano è riluttante a prendere in mano la spada della giustizia. Prima del Giorno della Giustizia invio il Giorno della Misericordia. —Gesù a Santa Faustina, Divina Misericordia nell'anima mia, Diario, n. 1588

Mi sento triste quando pensano che io sia severo e che faccio più uso della Giustizia che della Misericordia. Sono con Me come se Io li colpissi in ogni cosa. Oh, quanto mi sento disonorato da questi! In realtà, questo li porta a rimanere alla dovuta distanza da Me, e chi è lontano non può ricevere tutta la fusione del Mio Amore. E mentre sono quelli che non Mi amano, pensano che Io sia severo e quasi un Essere che incute paura; mentre semplicemente dando un'occhiata alla Mia vita possono solo notare che ho fatto un solo atto di Giustizia – quando, per difendere la casa di Mio Padre, ho preso le corde e le ho spezzate a destra e a sinistra, per scacciare i profanatori. Tutto il resto era solo Misericordia: Misericordia Il Mio concepimento, la Mia nascita, le Mie parole, le Mie opere, i Miei passi, il Sangue che ho versato, i Miei dolori – tutto in Me era Amore Misericordioso. Eppure, essi Mi temono, mentre dovrebbero temere se stessi più di Me. —Gesù alla Serva di Dio Luisa Piccarreta, 9 giugno 1922; Volume 14

GESÙ E SATANA

 


GESÙ 


CELLA DELLA MORTE 

Nel 1941, nel campo di concentramento di Oswiecim, in Polonia, avveniva un fatto edificante. 

I tedeschi maltrattavano i prigionieri e non pochi ne uccidevano. Ogni giorno c'era l'appello. Guai se qualcuno fosse stato assente! Il comando militare supremo aveva stabilito: Se qualche prigioniero non risponde all'appello, perché è riuscito a scappare, in punizione saranno uccisi dieci uomini del suo reparto. 

Alla fine di luglio nel reparto 14 mancava un prigioniero. Il capo Fritsch, irritato, disse: Dieci uomini. morranno; saranno chiusi nella cella della morte e vi resteranno senza mangiare e senza bere sino all'ultimo respiro! 

L'indomani fece disporre in fila il plotone e scelse dieci. Gl'infelici, singhiozzando, si staccarono dalla fila, dovevano rassegnarsi a quella triste fine. 

Uno dei condannati cominciò a gridare disperatamente: povera moglie mia! ... Poveri miei bambini! ... Non vi vedrò mai più!... - 

Tra i prigionieri di quel plotone c'era un Sacerdote, che non era stato scelto tra i dieci. Di vita esemplare, forte nel dolore, ardente di carità, si commosse alle grida di quel padre. Conosceva bene gl'insegnamenti di Gesù: Ama il prossimo tuo come te stesso! ... Ciò che avrete fatto all'ultimo dei miei fratelli, l'avrete fatto a me! ... 

Uscì dalla fila, risoluto e sereno, e disse al capo: Poiché devono morire dieci, domando di essere condannato io a posto di quell'uomo! - 

Intanto i suoi occhi lampeggianti di santa carità fissarono il capo. Uno degli agenti esclamò: Abbassa quegli occhi! 

- Morire l'uno o l'altro, disse Fritsch, è la stessa cosa, purché siano dieci. - Padre Massimiliano Kolbe, oggi già Beato, lietamente entrò nella cella della morte, pensando: Per amore di Gesù ho salvato la vita ad un mio fratello. - 

 

RICAMBIA L'INSULTO 

Una sera, in mezzo alla via, era avvenuto un diverbio tra due uomini. Uno rimase offeso nell'amor proprio. Satana, esempio tipico di superbia, tentò di sobillare quel cuore: Ti ha offeso! ... Questo è troppo! . . . Ricambia l'insulto, anzi da' il doppio, il triplo e più ancora! - 

Guai se si dà retta al maligno! Quell'uomo andò a casa; la moglie ed i figli si accorsero che era turbato, ma conoscendone il carattere e non immaginando il suo fosco disegno, non gli dissero parola. 

Prese il coltello ed uscì di casa; rintracciò l'offensore e gli conficcò il coltello nel petto. Mi diceva la Superiora dell'ospedale: Il medico stentò poi ad estrarre l'arma dal petto, tanto il coltello era penetrato! - 

Un padre di famiglia ucciso, una donna vedova ed i figli orfani; un altro padre di famiglia nella galera, la moglie ed i figli nel dolore e nell'umiliazione, ... senza contare i danni spirituali! 

Quale differenza tra la condotta di Padre Massimiliano, animato dallo spirito di Gesù Cristo, e la condotta di un assassino, guidato dallo spirito satanico! 

 

BUONI E CATTIVI 

Il mondo è così: 

Chi dà la vita per il prossimo e chi gliela toglie; chi prega e chi bestemmia; chi dà buon esempio e chi semina scandalo; chi vive nell'umiltà, pur avendo grandi talenti, e chi smania di comparire e di primeggiare; chi dà del suo al bisognoso e chi ruba; chi si rassegna nel dolore e chi si dispera. 

Nel mondo ci sono i buoni e ci sono i cattivi; i figli di Dio e gli schiavi di Satana si riconoscono dalle opere. 

Per divina disposizione devono stare assieme buoni e cattivi; hanno forse da cibarsi alla stessa tavola, lavorare nello stesso ufficio e dormire sotto lo stesso tetto. Gesù narrò a proposito una parabola. 

Un uomo seminò del buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, il suo nemico andò a seminare il loglio nel suo campo e se n'andò. 

Come poi il seminato germogliò ed ingrani, allora apparve anche il loglio. 

I servi del padrone di casa andarono a dirgli: Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai dunque c'è il loglio? 

Ed egli rispose: L'uomo nemico ha fatto questo. - Ed i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a sradicarlo? - Ma egli soggiunse: No, perché togliendo il loglio non abbiate a sradicare anche il grano. Lasciate che l'uno e l'altro crescano sino alla mietitura; al tempo della messe dirò ai mietitori: 

Raccogliete prima il loglio e legatelo in fasci per bruciarlo; il grano invece riponetelo nel mio granaio (S. Matteo, XIII-24). 

Il grano rappresenta i buoni ed il loglio i cattivi; su questa terra hanno da stare assieme gli uni e gli altri. 

 

CON DIO E SENZA DIO 

La Sacra Scrittura è parola divina. Attraverso le istruzioni che ci dà il Libro dell'Ecclesiastico, procuriamo di conoscere cosa siamo noi con il timore di Dio e senza il timore di Dio, e poiché è la donna che influisce tanto sulla vita dell'uomo, consideriamo principalmente la donna (Ecclesiastico, XXV-17 ... XXVI-1). 

« Felice il marito della donna virtuosa, poiché sarà doppio il numero dei suoi giorni. La donna forte è la gioia del marito e riempirà di pace gli anni della sua vita. 

« Una donna virtuosa è una fortuna e toccherà a chi teme Dio; sarà data all'uomo per le buone azioni. L'uomo, sia ricco sia povero,, avrà il cuore contento ed il volto sarà allegro. `;« La donna gelosa è per l'uomo dolore e strazio del cuore; ha il flagello della lingua e lo fa sentire a tutti. 

« Come giogo di buoi che si muove, .così è la donna cattiva. Chi la prende, è. come chi prende uno scorpione. 

« L'immoralità della donna si riconosce dallo sguardo sfacciato e dalle sue palpebre. « Veglia attentamente, o uomo, sopra la figliuola immodesta, se non vuoi che essa, trovata l'occasione, si rovini. Ti faccia sospettare l'immodestia dei suoi occhi e non ti meravigliare se essa non si cura di te. Come viandante assetato, vicino alla fonte apre la bocca e berrà dell'acqua più vicina, comunque sia. 

« La grazia della donna diligente rallegrerà il marito e ne impolperà le ossa; la sua buona condotta è dono di Dio. 

« Se la donna è di buon senso ed amante del silenzio, nulla può paragonarsi alla sua anima educata. Grazia sopra grazia è la donna santa e modesta. Non c'è prezzo che uguagli un'anima pura. Come il sole che s'innalza al mondo nell'altissima dimora di Dio, tosi la bellezza della donna virtuosa è l'ornamento della casa. 

« Colonne d'oro su basi d'argento sono i piedi che posano sopra le piante di donna incrollabile. Fondamenti eterni gettati sopra salda pietra sono i comandamenti di Dio nel cuore di una donna santa. 

« La più grande piaga \ è la tristezza del cuore; la più grande malizia è quella della donna. L'uomo sopporterà qualunque piaga, ma non la piaga del cuore, e qualunque malizia, ma non la malizia della donna ... 

« Non c'è veleno peggiore del veleno del serpente e non c'è sdegno peggiore dello sdegno della donna. Meglio stare con un serpente e con un dragone, che con una donna malvagia. 

« La malvagità della donna ne cambia il volto. In mezzo ai vicini il suo marito geme ... Ogni malizia è piccola in paragone di quella di una donna. Come è una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, così è la donna linguacciuta per l'uomo tranquillo ... 

« E’ grande l'ira della donna, la sua spudoratezza e la sua vergogna . 

« La donna, se ha il comando, è contraria al marito. 

« Animo abbattuto, volto triste, cuore piagato; ecco la donna cattiva! ... 

« Dalla donna ebbe principio il peccato e per la donna viene la morte ». 

 

IL GIORNO DEL GIUDIZIO 

Questi brani della Sacra Scrittura mettono in evidenza il bene ed il male della donna. Ma quanto si è detto, per analogia, si deve applicare anche all'uomo. In tal modo si comprende che nel mondo c'è il buon grano e c'è anche l'erba cattiva; hanno da crescere assieme. Si faccia attenzione affinché il loglio non soffochi il buon grano. 

I buoni, che vivono alla luce degl'insegnamenti di Gesù, non si lascino influenzare dalla condotta dei cattivi, per non fare poi come loro la triste fine. 

Al tempo della mietitura, cioè nel giorno del Giudizio, quando saranno raccolti in due schiere i seguaci di Gesù e quelli di Satana si assisterà ad una scena, che è bene meditare. La descrive Dio stesso nel Libro della Sapienza. 

« Allora i giusti staranno con grande baldanza contro coloro che li oppressero e rapirono le loro fatiche. 

« I cattivi a tal vista saranno agitati da orribile spavento e resteranno meravigliati dall'inaspettata e repentina salvezza; e diranno tra sé, tocchi da pentimento e gementi per l'affanno del loro spirito: 

- Ecco quelli che una volta erano l'oggetto delle nostre derisioni, l'esempio dell'ignominia! Noi insensati, stimavamo la loro vita una pazzia e la loro fine senza onore ed ora ecco che sono annoverati tra i figli di Dio ed hanno il loro posto tra i Santi! Dunque, siamo stati noi che abbiamo sbagliate, lungi dalla via della verità; per noi noti brillò la luce della giustizia e non sorse il sole dell'intelligenza. 

« Ci stancammo nella via dell'iniquità e della perdizione; camminammo per vie difficili e non arrivammo a conoscere la via del Signore. 

« A che cosa ci è servita la superbia? Quale utile ci ha apportato la boria delle ricchezze? Tutte queste cose sono passate come un'ombra ... Noi restammo consumati dalla nostra malvagità » (Sapienza, V-l).  

 

CHI È ENTRATO? 

Era ebreo ed abbondava di ricchezze. La sua spiccata intelligenza gli permetteva di comporre molti libri, che purtroppo erano immorali. Tutto ciò che la vita gli presentava di piacere, era suo; poté appagare anche la voglia dei lunghi viaggi. 

Cercava la felicità e non poteva trovarla; ricchezza, gloria e spassi momentaneamente gli apportavano piacere, ma subito sottentrava in lui l'agonia dello spirito. Tutto cercava, tranne che Dio; ma Dio guardava lui con occhio di compassione e voleva tirarlo a sé. Il pescatore prende i pesci con l'amo e Dio prende le anime con il dolore. 

Mentre l'ebreo si trovava in Cina, avvertì i sintomi del cancro. 

Andò a Roma per curarsi nella primaria clinica, la « Sanatrix ». 

Un grande e notorio peccatore gravemente infermo! Quale caso più pietoso! Il Gesuita Padre Cappello, molto rinomato per la sua virtù e per la sua scienza, brigò per entrare in intimità con il celebre scrittore. Riuscì a convertirlo ed a fargli ritrattare i libri immorali già pubblicati. 

A sessantadue anni quell'ebreo ricevette il Battesimo e la Prima Comunione. 

La malattia faceva il suo corso e l'infermo giunse agli estremi. Un giorno sembrava entrato nello stato comatoso; stava sul letto quasi immobile e gli occhi socchiusi. Nel frattempo entrò nella camera Padre Cappello, desideroso di assistere al trapasso della sua preda spirituale. Una Suora, che stava al capezzale, dubitando che l'infermo avesse ancora la conoscenza, gli chiese: Professore, ha visto chi è entrato? 

- Sì; è entrato chi mi ha aperto la porta della felicità! - 

Queste parole di Curzio Malaparte sono una prova che se nella vita c'è felicità, questa è riservata solo a chi vive con Gesù, facendo parte del suo regno spirituale. 

 

UNA SCRITTRICE 

Stando lontano da Gesù, la vita è malinconia, amarezza e spesso tormento. 

Una giovane francese, Françoise Sagan, a diciotto anni ha pubblicato un libro, che subito ha fatto il giro del mondo. Descrive la sua vita gaudente, svolta nelle spiagge e nelle città; parla anche dei corteggiamenti goduti. Chiude il libro con questo pensiero: 

« Dopo una notte di buio, la mia stanza s'illumina lentamente. È la prima luce del giorno. Io dò il saluto alla nuova giornata: Buon giorno, «tristezza!». Sì, ogni nuovo giorno è una nuova tristezza! ». 

 

INFELICE UOMO! 

Non c'è pace per gli empi! 

Chi sta sotto Satana, deve confessare la sua infelicità. 

Gabriele D'Annunzio, empio, blasfemo ed immorale, dotato da Dio di un pennino d'oro, che bagnava nel fango, poté avere nella vita i piaceri più agognati dell'uomo. Chiude il suo ultimo libro con questi versi: « Tutta la vita è senza mutamento; Ha un solo volto: la malinconia. L'amore è legato al tradimento. Ed il pensier per cima ha la follia! - ».  

Dunque per D'Annunzio, che spese la vita a servizio di Satana, la vita fu malinconia e non di raro orribile rimorso. Chi visita la sua villa a Gardone Riviera, vi scorge una statua di San Rocco. Pittori e scultori sogliono raffigurare questo Santo con un cane. 

D'Annunzio fece scrivere alla base della statua: 

« Rocco, tu per divina misericordia avesti un cane, che ti lambiva le piaghe. Fa' tacere questo cane ... che mi rimorde la coscienza e non mi dà pace, né dì né notte! ». 


IL RE DEI RE 

Gli episodi narrati fanno rilevare che chi sta vicino a Gesù trascorre felicemente la vita; chi sta invece alla dipendenza di Satana, vive nell'agonia dello spirito. 

Conviene dunque considerare il regno di Gesù Cristo per apprezzarlo e per gioire di appartenervi. È bene pure considerare il regno di Satana, per sentire orrore di appartenervi e per essere invogliati a liberarne gli schiavi. 

 

REGALITA 

Gesù fu accusato dai Giudei presso l'autorità romana quale nemico dell'imperatore, quasi volesse divenire re. Difatti il pretore Ponzio Pilato così l'interrogò: - Sei tu il Re dei Giudei? - 

Gesù rispose: Questo lo dici da te stesso o altri te l'hanno detto di me? 

- Sono forse Giudeo? - soggiunse Pilato. - La tua nazione ed i capi dei Sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani. Cosa hai fatto? - Gesù allora rispose: Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo, i miei soldati certamente lotterebbero perché io non fossi dato in mano dei Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù. - Dunque, sei Re? 

- Tu lo dici! Io sono Re. Sono nato per questo e per questo son venuto al mondo a rendere testimonianza alla verità. Chi è per la verità, ascolta la mia voce - (S. Giovanni, VIII-33). 

Gesù dichiara di essere Re. Ed a chi meglio di Lui compete questo titolo? Egli è il Figlio di Dio, è lo splendore della Corte Celeste, è il Redentore del genere umano. È il Re dei Re. La Santa Chiesa onora la sua regalità con una festa particolare, fissata all'ultima domenica dell'anno liturgico. 

In detta festa la Sacra Liturgia innalza a Gesù un inno di gloria, attribuendogli i titoli più eccelsi. Lo chiama: Re Pacifico, il cui Regno sarà fermissimo in eterno. Dice anche: Egli domina tutto e porta la pace ai popoli. E’ nostro Padrone e nostro Giudice. E’ nostro Re e ci salverà. Ha ogni potere in cielo e in terra. Regnerà in eterno e il suo Regno non avrà mai fine. Sulle sue vesti è scritto: Rei dei Re e Dominante dei Dominanti. A Lui la gloria e l'impero per tutti i secoli. Egli è il Re della gloria e tutto gli sta soggetto. Tutti i popoli si piegheranno davanti alla sua potenza. Il suo trono è come un sole splendente. 

L'Apostolo San Paolo dice: Fratelli, ringraziamo Dio Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei Santi nella luce, e, liberandoci dall'impero delle tenebre (da Satana), ci ha trasformati nel regno del suo diletto Figlio. - (Colossesi, I-12). 


SACRIFICIO 

Gesù durante la vita terrena volle costituire il suo regno nel mondo e nelle singole anime. Operò miracoli, fece bene a tutti, annunziò la buona novella ed invitò tutti a seguirlo: Venite a me tutti! - (S. Matteo, XI-28) - Chi viene a me, non avrà più fame; e chi crede in me, non avrà più sete ... Tutto quanto il Padre mi dà verrà a me, né io scaccerò chi viene a me - (S. Giovanni, VI-35 ... ). 

- In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede in Colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non incorre nella condanna, ma passa da morte a vita - (S. Giovanni, V-24). Chi segue me, non cammina nelle tenebre - (S. Giovanni, VIII-12). - Il mio giogo è soave ed il mio peso è leggero - (S. Matteo, XI-30). 

Gesù è Verità Eterna; invitando le anime a seguirlo, non vuole illuderle. Presenta loro il piano della Redenzione: Dio Padre non ha mandato il suo Figlio al mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui - (S. Giovanni, III-17). 

Gesù come ha salvato l'umanità? Con la sofferenza; difatti, dopo risorto da morte, lo confermò ai discepoli di Emmaus: Non doveva forse il Cristo patire tali cose (passione e morte) e così entrare nella sua gloria? - (S. Luca, XXIV-26). 

Come ha sofferto il capo, Gesù, così devono soffrire le membra, cioè i suoi seguaci, se vogliono far parte del suo regno sulla terra e poi far parte del suo regno in Cielo. 

Per la qual cosa Gesù dice: Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua! - (S. Luca, IX,23). 

Dunque la sorte riservata ai seguaci di Gesù è il patire? ... La vita su questa terra sarà per gli amanti di Gesù una continua amarezza, una specie di agonia o di Purgatorio anticipato? ... Tutt'altro! ... 

 

FREDDO E CALDO 

Nel cuore dell'inverno, in gennaio, molte macchine si dirigono verso l'Etna. 

Man mano che la strada sale, il percorso si fa più difficile per l'abbondanza della neve; l'opera dello spazzaneve è indispensabile. Andando su, scendono dalle macchine i numerosi sportmans, uomini e donne. E’ necessario affrontare una rapida salita, o a piedi o sul carrello della filovia. Si giunge a circa tremila metri di altezza; tutto lassù è neve; il freddo è intensissimo. Sul così detto « piano del lago » gli sciatori, spesso internazionali, danno inizio alle gare di corsa. Domandiamo agli sciatori: - Sentite freddo? 

- No! - rispondono. 

- Ma data l'altezza, il rigido inverno e l'abbondanza della neve, non può non sentire il freddo! 

- Noi invece sentiamo calore. L'aria fredda è per noi come una brezza fresca gradevole. Con il moto e con qualche sorso di liquore si sviluppa nel corpo tanto calore, da non fare avvertire il freddo. Noi sciatori resteremmo intirizziti, se ci fermassimo a lungo accoccolati sulla neve. - 

Sembrerebbe cosa strana, eppure è naturale: può starsi in mezzo alla neve, ad una grande altezza, e non sentire il freddo! 

Così è nella vita spirituale. 

Gesù dice di seguirlo portando la croce e rinnegando se stessi. Chi lo segue con amore, chi gli domanda il suo aiuto nelle tribolazioni, chi si nutre e si fortifica con il suo Corpo Eucaristico, pur trascorrendo la vita in questa valle di lacrime, prova tanta gioia nel suo spirito da non sentire quasi il peso della croce e più aumenta l'amore per Gesù, più aumenta la felicità dell'anima. 

L'autore di queste pagine ha quasi settant'anni; nella sua vita ha potuto conoscere intimamente molte persone e può affermare che le più felici sono quelle che stanno più vicine a Gesù. Non è vero che la croce è tutta amarezza! La croce è anche fonte di grande gioia, quando si abbraccia per amore di Gesù e con la viva speranza del premio eterno. 

Gesù fa scaturire dalla croce la felicità e non solo nell'altra vita, ma anche in questa. 

Conosco un'anima buona, che da più di ventotto anni è paralizzata e sta sempre a letto; mai in tanti anni è uscita dalla sua cameretta. Oltre alla paralisi ha parecchie altre sofferenze. L'ho esortata a soffrire per Gesù ed è felice. Ecco qualche suo sentimento: 

« Che serenità, che gaudio e pace c'è nell'anima mia! Quale gioia profonda e divina provo in me! Nell'anima mia c'è il Cielo. Signore, Sapienza infinita, ti sento e ti adoro. Tu sei il mio tutto! Dammi sempre la pace e la gioia nel dolore! ». 

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Don Giuseppe Tomaselli

L'Italia sarà umiliata, purificata nel sangue, e dovrà molto soffrire, perché molti sono i peccati in questa nazione prediletta, sede del Vicario di Cristo.

 


L'Italia sarà umiliata, purificata nel sangue, e dovrà molto soffrire, perché molti sono i  peccati in questa nazione prediletta, sede del Vicario di Cristo. Non puoi immaginare quello che  accadrà! Si svilupperà una grande rivoluzione e le vie saranno arrossate di sangue. Il Papa  soffrirà molto e tutto questo soffrire sarà per lui come un'agonia che abbrevierà il suo  pellegrinaggio terreno. Il suo Successore guiderà la nave nella tempesta.

Ma non tarderà la punizione degli empi. Quel giorno sarà spaventoso, nel modo più terribile:  la terra tremerà e scuoterà tutta l'umanità. I malvagi periranno nei tremendi rigori della giustizia  di Dio. Lanciate un messaggio per avvisare subito, possibilmente, tutti gli uomini della terra,  perché ritornino a Dio con preghiere e penitenze. »

«Regna Satana e trionfi sulla terra! Vedi quante anime cadono in Inferno. Vedere come le  fiamme sono alte, e le anime che entrano come fiocchi di neve guardare come se fossero braci  trasparenti! Quante scintille! Quante grida di odio e disperazione! Quanto dolore!

Vedi quante anime dei sacerdoti! Guardate il segno della loro consacrazione nelle loro  mani trasparente!! (Nel palmo delle loro mani, si vede il segno della croce luminosa). Quale  tortura, mia figlia, per il mio cuore materno ! Grande è la mia tristezza di vedere che gli uomini  non cambiano! La giustizia del padre esige riparazione, altrimenti molti uomini si perderanno!» «Vedi come la Russia brucia! Dinanzi ai miei occhi, si erge un campo immenso coperto di  fiamme e di fumo, le anime vi sono immersi, come in un mare di fuoco!»

«E questo fuoco, detto la madonna,  non sarà l'opera degli uomini, ma acceso dagli angeli  (all'epoca della grande punizione o « pulizia » che verrà sulla terra). Di conseguenza, chiedo  preghiera, la penitenza e il sacrificio, in modo che possa agire come mediatrice per Mio Figlio  per salvare le anime.»