sabato 30 luglio 2022

Rivelazioni dell'amore divino

 


CAPITOLO I

"Una rivelazione d'amore in sedici sguardi".


Questa è una rivelazione dell'amore che Gesù Cristo, la nostra beatitudine senza fine, ha fatto in sedici Apparizioni, o rivelazioni particolari.

Di queste, la prima riguarda la sua preziosa coronazione di spine; con essa è stata compresa e specificata la Trinità, l'Incarnazione e l'unità tra Dio e l'anima dell'uomo; con molte altre belle rivelazioni di infinita saggezza e insegnamenti d'amore, su cui si fondano tutte le dimostrazioni che seguiranno.

Le rivelazioni che seguono sono fondate e consolidate.1

Il secondo è il cambiamento di colore del Suo bel volto in segno della Sua cara Passione.

Il terzo è che il nostro Signore Dio, Sapienza onnipotente, Amore onnipotente, proprio come Egli ha fatto tutto ciò che è, tutto-quanto-è.

Il quarto è la flagellazione del Suo tenero corpo, con abbondante spargimento del Suo sangue.

Il quinto è che il demonio è vinto dalla preziosa Passione di Cristo.

Il sesto è il ringraziamento3 di nostro Signore Dio che ricompensa i suoi servi benedetti in cielo.

Il settimo è il sentimento di salute e di dolore che spesso proviamo (il sentimento di salute è la grazia che ci tocca e ci alleggerisce, con la vera certezza di una gioia senza fine; il sentimento di dolore è la tentazione 1 dalla pesantezza e dall'irritazione del nostro vivere carnale) con la comprensione fantasmatica che siamo tenuti saldamente nell'Amore sia nella sventura che nella prosperità, dalla bontà di Dio.

L'ottava tratta degli ultimi dolori di Cristo e della sua crudele morte.

La nona parla del piacere che si trova nella Trinità beata grazie alla dura Passione di Cristo e la sua dolorosa morte: in questa gioia e in questo piacere Egli vuole che noi siamo solitari e mondati con Lui, fino alla pienezza del Paradiso.

La decima è che nostro Signore Gesù mostra nell'amore il suo cuore beato, addirittura diviso in due, che gioisce.

L'undicesimo è un'alta rappresentazione spettrale della sua cara Madre.

Il dodicesimo è che nostro Signore è un Essere degnissimo.

Il tredicesimo è che il Signore Dio vuole che si tenga conto di tutte le opere che ha fatto.

Egli ha fatto: nella grande nobiltà della creazione di tutte le cose e nell'eccellenza della creazione dell'uomo, che è al di sopra di tutte le sue opere, e nella preziosa riparazione che Egli ha fatto per il peccato dell'uomo, trasformando tutte le nostre colpe in un'adorazione senza fine. 6 In questo modo, anche il nostro Signore dice: Guardate e vedete! Perché per la stessa potenza, saggezza e bontà con cui ho fatto tutto questo, con la stessa potenza, saggezza e bontà farò guarire tutto ciò che non va bene, e tu lo vedrai. E in questo Egli vuole che ci manteniamo nella fede e nella verità della Santa Chiesa, non volendo vedere ora le sue cose segrete, 2 se non per quanto ci compete in questa vita.

La quattordicesima è che nostro Signore è il motivo della nostra preghiera. Qui si sono viste due proprietà: l'una è la giusta preghiera, l'altra è la ferma fiducia, che Egli vuole che siano entrambe ampie; così la nostra preghiera Gli piace ed Egli, per la Sua bontà, la esaudisce.

La quindicesima è che saremo improvvisamente sottratti a tutti i nostri dolori e a tutte le nostre pene, e per la Sua bontà saliremo in alto, dove avremo il Signore Gesù come nostro e saremo appagati dalla gioia e dalla beatitudine in Paradiso.

Il sedicesimo è che la Trinità beata, il nostro Creatore, in Cristo Gesù, il nostro Salvatore, abita senza fine nella nostra anima, governando e proteggendo adorabilmente tutte le cose, noi con forza e saggezza, noi salvando e custodendo, per amore; e non saremo vinti dal nostro nemico.

Giuliana di Norwich, nata nel 1343

Solo la giustizia vera crea vita. La falsa giustizia o l’ingiustizia creano solo morte nel tempo e nell’eternità.

 


LIBRO DELLA SAPIENZA 

15 La giustizia infatti è immortale. 

Quando un uomo consegna la sua vita alla giustizia, essa gode del suo stesso frutto che è l’immortalità. Non vi è morte nella giustizia. 

La giustizia però non la può determinare l’uomo. Essa scaturisce unicamente dal cuore di Dio. È Lui la sola ed unica Legge della giustizia. 

Ad ogni uomo è chiesto di entrare lui stesso nella giustizia di Dio, farsi di natura che non conosce il male, avere un corpo non appesantito dal peccato. 

Dalla giustizia del suo corpo e della sua anima, del suo spirito e del suo cuore, diviene un operatore di vera giustizia, un costruttore di immortalità. 

Ognuno così diviene giudice di vita e di morte per sé e per gli altri. Chi vuole essere giudice di vita, dovrà essere sempre da Dio, vedersi in Lui, da Lui. 

Chi vorrà vedersi solo da se stesso, potrà essere giudice solo di morte. Mai potrà essere giudice di vita, perché non è dal Signore, nel Signore. 

Solo la giustizia vera crea vita. La falsa giustizia o l’ingiustizia creano solo morte nel tempo e nell’eternità.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

GLORIA ALLA SANTA CROCE !!!

 


(Vol. 3°, 2 Dicembre 1899)  

“Fammi sentire la tua voce, che ricrea il mio udito, conversiamo un poco insieme. 

Io ti ho parlato tante volte della Croce; oggi fammi sentire parlare te della Croce”.  

Io mi sentivo tutta confusa, non sapevo che dire, ma mandandomi Lui un raggio di  luce intellettuale, per contentarlo, ho incominciato a dire:  

“Diletto mio, chi ti può dire che cosa è la Croce e che fa la Croce? Solo la tua bocca  può degnamente parlare della sublimità della Croce, ma giacché vuoi che parli io pure,  lo faccio.  

La croce sofferta da Te mi liberò dalla schiavitù del demonio e mi sposò alla  Divinità con nodo indissolubile; la croce è feconda e mi partorisce la grazia; la croce è  luce, mi disinganna del temporale e mi svela l’eterno; la croce è fuoco e mette in cenere  tutto ciò che non è di Dio, fino a svuotarmi il cuore di un minimo filo d’erba che possa  starci. La croce è moneta d’inestimabile prezzo, e se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di  possederla, mi arricchirò di monete eterne, fino a rendermi la più ricca del Paradiso,  perché la moneta che corre in cielo è la croce sofferta in terra.  

La croce non solo mi fa conoscere me stessa, ma mi dà la conoscenza di Dio. La  croce m’innesta tutte le virtù. La croce è la nobile cattedra dell’increata Sapienza, che  m’insegna le dottrine più alte, sottili e sublimi; sicché, la sola croce mi svelerà i misteri  più ascosi, le cose più recondite, la perfezione più perfetta nascosta ai più dotti e  sapienti del mondo. La croce è qual acqua benefica che non solo mi purifica, ma mi  somministra il nutrimento alle virtù, me le fa crescere, ed allora mi lascia quando mi  riconduce all’eterna Vita. La croce è qual rugiada celeste che mi conserva e mi  abbellisce il bel giglio della purità; la croce è l’alimento della speranza; la croce è  fiaccola della fede operante; la croce è quel legno solido che conserva e fa mantenere  sempre acceso il fuoco della carità; la croce è quel legno asciutto che fa svanire e mette  in fuga tutti i fumi di superbia e di vana gloria e produce nell’anima l’umile viola  dell’umiltà; la croce è l’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutti i  loro artigli. Sicché, l’anima che possiede la croce, è d’invidia e d’ammirazione agli  stessi angeli e santi; di rabbia e di sdegno ai demoni. La croce è il mio Paradiso in terra,  di modo che se il Paradiso di là, dei beati, sono i godimenti, il Paradiso di qua sono i  patimenti. La croce è la catena d’oro purissimo che mi congiunge a Te, mio sommo  Bene, e forma l’unione più intima che dar si possa, fino a far scomparire l’essere mio, e  mi trasmuta in Te, mio oggetto amato, tanto da sentirmi perduta in Te e vivere della tua  stessa vita”.  

Dopo che ho detto questo (non so se sono spropositi) l’amabile mio Gesù, nel  sentirmi, tutto si è compiaciuto e, preso da entusiasmo d’amore, tutta mi ha baciata e mi  ha detto: “Brava, brava la mia diletta, hai detto bene! L’amor mio è fuoco, ma non  come il fuoco terreno, che dovunque penetra rende sterile e mette tutto in cenere. Il  mio fuoco è fecondo e solo sterilisce tutto ciò che non è virtù, ma dà vita a tutto il  resto e fa germogliare i bei fiori, fa produrre i più squisiti frutti e rende l’anima il più  delizioso giardino celeste. La Croce è tanto potente e le ho comunicato tanta grazia,  da renderla più efficace degli stessi sacramenti, e questo perché nel ricevere il  sacramento del mio Corpo, ci vogliono le disposizioni e il libero concorso dell’anima  per ricevere le mie grazie, che molte volte possono mancare, ma la croce ha virtù di  disporre l’anima alla grazia.” 

IL CIELO PARLA A COLORO CHE VIVONO UNA TRAGEDIA - 1 -

 


12 dicembre 2006 

Gesù

La vita sulla Terra è piena di cambiamenti. Se si guarda indietro a qualsiasi vita, si possono vedere i punti in cui quella vita è cambiata. A volte il cambiamento avviene in modo prevedibile e atteso, come nel passaggio a una vocazione per la quale una persona si è preparata. A volte il cambiamento avviene in modo brusco, come nelle situazioni in cui una persona viene ferita o muore inaspettatamente. È di questo, del cambiamento visto come una tragedia, che vorrei parlare oggi. Amico mio, in ogni vita ci sono eventi che si distinguono come difficili e che cambiano la vita. Questa tragedia, questo brusco cambiamento di rotta, ti colpirà in modo particolare, lo so. Quando senti un senso di shock, un senso di sconvolgimento nella tua vita, devi cercarmi. Io sono lì. Non resto con i miei figli, giorno dopo giorno, e poi li abbandono quando hanno più bisogno del mio sostegno. Il vostro dolore è comprensibile e vi sosterrò in esso. Non sempre capirete perché ho permesso che certe cose accadessero. Nella vostra prevedibile incapacità di capire, mi sfiderete. Direte: "Dio, come hai potuto permettere tutto questo? Dio, dove sei?  Dio, perché ci hai abbandonato?".

Amici miei, rivolgete queste domande direttamente a me, perché io stesso sono l'ascoltatore più comprensivo quando si tratta di queste accorate grida di angoscia. Vedete, io stesso ho gridato queste grida.  Nella mia umanità, sulla croce, mi sono sentito abbandonato.  Nella mia umanità, sulla croce, ho messo in dubbio il valore del piano di Dio. Dal mio punto di vista, inchiodato su un pezzo di legno e innalzato in alto come soggetto di totale rifiuto e derisione, sembrava che sembrava che io soffrissi più di chiunque altro.  Sembrava che nessuno potesse conoscere l'entità del mio dolore. Mia amata figlia, ti dico questo perché tu capisca che io, il tuo Salvatore, comprendo la profondità del tuo dolore. Ti accompagnerò in ogni momento di angoscia, circondandoti con le grazie del Cielo. Non sarai lasciato solo in questa tragedia.

dato ad Anne

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY

 


Parroco ad Ars (1818-1859).


L'arrivo ad Ars ed il primo contatto.  

Ars ebbe lungo i secoli nomi diversi. Fu chiamata Artis villa, Arte, Arz, ed infine Ars 1. Sembra sia una località di origine molto antica, perché una pietra druidica che si vedeva ancora, non molti anni or sono, a poca distanza dalla borgata, lascia comprendere che da antichissima data vi furono abitanti in questa regione, tuttavia non ci è dato trovare il nome di Ars nei documenti anteriori al secolo X; solo da uno scritto dell'anno 980 sappiamo che ad Ars era stata costruita una chiesa e che la parrocchia era già organizzata 2. Rimase però sempre un villaggio di poca importanza.  

Ars è collocata a 35 km. al nord di Lione 3, nel distretto e nel circondario di Trévoux, sull'altipiano della Dombes. La Dombes, altrove montuosa e folta di alberi, nella regione dell'Ain diventa una pianura argillosa, favorevole alle acque stagnanti, senza foreste, con boschi di betulle o querce, e filari di olmi, allineati ai margini delle vie e dei prati, ed alberi di noci e salici sulle sponde dei ruscelli. 

I monti tranquilli del Beaujolais limitano ad occidente l'orizzonte di Ars; tutta la campagna dà l'aspetto di ondulazioni a larghe pieghe sulle quali si elevano dispersi alcuni boschetti di alberi. Non vi è più il piano ampio e monotono delle acque stagnanti, ma non vi sono ancora i ricchi colli che piegano verso la Saòne.  

Ars sta sul pendio di una valle al cui fondo scorre il fiume Fontblin, piccolo torrente in inverno, e che si cambia in estate in un minuscolo getto d'acqua che si profila tra i ciottoli bruni. L'anno 1818 il villaggio di Ars era meschino e di triste aspetto: contava una quarantina di case basse, costruitte con materiale argilloso e sparse in mezzo ai frutteti; a mezza costa stava, la chiesa, - se con questo nome poteva essere indicata una costruzione dall'aspetto giallastro con finestre comuni, sormontata da quattro travi che dovevano sostenere una campana fessa 4. Secondo l'antica abitudine, le croci del cimitero erano applicate ai muri esterni della chiesa. Di fuori era una piccola piazza sulla quale si elevavano ventidue magnifiche piante di noci. Vicino alla chiesa stava il presbiterio, (allora in affitto ad un contadino), preceduto da una corte di poca superficie.  

In fondo alla valle, solitario in mezzo a grandi alberi, sorgeva il castello dei Garets d'Ars, costruito nel secolo XI, come abitazione feudale, con vicina una torre, circondato da fossi, ed abbellito di merli: al presente tutto questo apparato guerresco era scomparso e l'antica abitazione aveva l'aspetto di una grande casa di campagna, quieta e melanconica, lontana da ogni rumore di caccia e dai divertimenti di altri tempi.  

Le strade erano impraticabili, ed Ars sembrava sperduta  in una solitudine inaccessibile: se ne parlava come di un buco, nel vero senso della parola. Gli abitanti erano contadini e non uscivano quasi mai da Ars.  

Ars è situato a trenta chilometri da Ecully. Il nuovo pastore vi veniva a piedi con minuscolo equipaggio, accompagnato dalla madre Bibost, che aveva avuto cura del suo piccolo corredo di scolaro. A poca distanza, in una carrozza, guidata non si sa da chi, seguivano alcuni utensili, un letto ed i libri ereditati dall'abate Balley.  

Il parroco novello stentò a scorgere la sua parrocchia; nascosta da fitta nebbia, che si spandeva su tutta la campagna, e non trovò nessuno che gli indicasse la via; per cui, passato il villaggio di Toussieux, si smarrì e viaggiò un poco alla ventura. Sulla prateria scorse alcuni fanciulli che custodivano le loro pecore e li avvicinò domandando che gli indicassero la via che conduceva al castello d'Ars, che credeva situato nel villaggio stesso; ma questi pastori, che parlavano solamente il dialetto del loro paese, non riuscendo a capirlo, l'obbligarono a ripetere più volte la medesima interrogazione. 

Finalmente il più intelligente di quei fanciulli, di nome Antonio Givre, poté comprenderlo e riuscì ad indicare agli sconosciuti la via giusta. «Amico mio, - gli disse allora il sacerdote con riconoscenza, - tu mi hai indicato la via per Ars ed io ti indicherò la via per il Paradiso» 5.  

Il giovane pastore spiegò anche al Curato Vianney che là erano i confini della parrocchia di Ars, ed allora il Santo Curato si pose in ginocchio e pregò ... 6.   

 La piccola comitiva si mise in viaggio per il nuovo sentiero indicato, discendendo il pendio che conduce fino al fiume Fontblin. L'abate Vianney scorse presto alcune casupole, riunite attorno ad una piccola cappella 7, e, vedendo al calare della  notte queste case basse, coperte di paglia, pensò: «Come è piccolo!». Ma poi collo sguardo del profeta, con un presentimento soprannaturale, aggiunse: «Questa parrocchia non potrà contenere tutti coloro che più tardi verranno qui!» 8. Si inginocchiò di nuovo ed invocò l'Angelo Custode della sua terra 9, poi fece la sua prima visita alla chiesa.  

 Ars riceveva un buon prete nel senso più esteso della parola 10, un prete santo di cui nessuno forse poteva prevedere nulla, un prete che un giorno sarà onorato sugli altari. Fino a questo momento, il mondo aveva ignorato quasi completamente le sue virtù, ma le alte virtù non sono necessariamente la santità. Quantunque fosse già molto zelante e mortificato, l'abate Vianney non aveva ancora realizzato in sé stesso, a quest'epoca della sua vita, «quell’ineffabile dolcezza» 11, quella meraviglia di penitenza e di abnegazione, che dal 1925 in poi, dovevano collocarlo fra i più grandi ed i più popolari di questi eroi, che noi chiamiamo i Santi.  

Il mattino del 10 febbraio la campana della chiesetta di Ars diede il segnale della Messa, e la popolazione si accorse di avere un pastore. Vi furono delle anime pie che se ne rallegrarono, ma la massa del popolo non ne fece gran caso. «Ci fu meraviglia, quando si sentì suonare per la Messa - ha detto la Contessa di Garets - e si diceva: "Sentite!... è arrivato un parroco nuovo! …» 12  

* * * 

Canonico FRANCESCO TROCHU 

Il regno della Passione è meraviglioso

 


IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

Il regno della Passione è infinito, meraviglioso, adorabile, ineffabile come quello dell'amore; è un regno misterioso, però, e quando Gesù porta l'anima dalla contemplazione dell'agonia, della flagellazione, del Calvario e della croce a quella del Mistero in sé, allora essa deve spogliarsi di ogni immagine, cedere ogni concezione umana, dilatare il cuore, purificare la mente e attendere il verbo del Mistero. Come risuonerà questo verbo se non vi debbono essere più sensi, né voci? Come ridirò l'ampiezza della Passione di Gesù, quale si presenta all'anima? q. 26: ss. esercizi

 SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Provate, venite a Me, lasciate che Io condivida con voi ciò che è Mio e ciò che è vostro, lasciate che Io vi faccia innamorare del Mio Amore.

 


Messaggio unico.

Messaggio di Dio Padre a J. V.


18 giugno 2022

Dio Padre parla.

(Lingue...)


Di quanto amore ha bisogno questa povera umanità, di quanto l'uomo ha bisogno di rendersi conto di quanto vi amo, miei piccoli?

Vi manca la Fede, molta Fede, per poter vedere tutte le Mie Benedizioni su di voi, tutti i Miei doni che continuamente vi faccio, la Mia Divina Provvidenza su di voi, la Mia cura amorevole per proteggervi dal male.

Quanto più l'uomo ha bisogno di capire che Io, il vostro Dio, vi amo di un Amore che certamente non potete capire, e voi non capite, piccoli miei, perché non siete con Me, perché non volete essere in Me. Comprendete, piccoli miei, che quando siete in Me, avete tutto (lingue...) Io sono il Tutto. Io sono il vostro Dio, tutto abita in Me e tutto viene da Me.

Voi mi appartenete, perché vi ho dato la vita, vi ho creato, quello che avete viene da Me, ma non volete entrare in Me, sapere cosa voglio da voi.

Quando imparate ad agire in Me, quando mi prendete come vostra guida, come vostro Maestro, come vostro Creatore, come vostra anima che vi dà la guida per avere una vita in Me, in quel momento siamo Uno. Questo è ciò che voglio da voi, Miei piccoli, che siamo una cosa sola, affinché possiate conoscere e imparare Chi Sono e cosa voglio che facciate con la vostra vita, cosa voglio che facciate con le vostre azioni sulla Terra. Voglio che impariate a fare quello che faccio io. Io vi conosco, vi conosco perfettamente, ma voi non mi conoscete come vorrei che mi conosceste.

I grandi santi sono tali perché hanno impiegato il loro tempo a volermi conoscere, a voler agire secondo la mia volontà, ad agire in me, a vivere per me. L'essere in Me vi porta alla Santità, che Io voglio che voi siate, Miei piccoli. Io voglio il meglio per te, ti ho creato, sono il Perfetto, sono il Bello, il Santo, il Tutto, senza di Me non esiste nulla e in Me puoi avere tutto.

Essere in Me comporta un impegno, che è quello di amarmi nella purezza, nella santità, con un amore, un amore totale.

Certo, voi amate i vostri simili, ma l'Amore che io merito e mi aspetto da voi è di gran lunga superiore. Ma non perché amate Me, non smetterete di amare i vostri, anzi, li amerete come Io vi amo, ed è un Amore che sopporta tutto, che si aspetta tutto, che perdona tutto.

Il mio Amore è vostro ed è a vostra disposizione, ma solo le anime buone, le anime che cercano la loro santificazione, le anime che desiderano compiacermi, sono le anime che beneficiano di ciò che Io sono.

Quando vi ho detto, attraverso Mia Madre sulla Croce: "Ecco tuo figlio", dicendolo a Mia Madre, mi riferivo a San Giovanni, il Mio amato, l'amato del Mio Cuore. Era l'amato del Mio Cuore, perché si avvicinava a Me, era nel Mio Cuore, più degli altri.

Miei piccoli, vi voglio tutti nel Mio Cuore, perché voglio darvi cose immense che, fino ad ora, pochi, molto, molto pochi hanno goduto, perché non vi siete lasciati andare alla Mia Volontà, non avete rifiutato ciò che satana vi dà, non vi siete lasciati andare al Mio Amore.

Quanto avete sprecato della vostra vita, Miei piccoli, quanto avete sprecato! E c'è così tanto che ho da darti e tu non vuoi accettarlo.

L'amore è tutto, comprendetelo, piccoli miei, il mio amore è tutto e voi conoscete solo una minima parte di quello che è il mio amore.

Allontanatevi dal male, crescete nell'amore, vivete il mio amore, amandovi gli uni gli altri come io vi ho amato. Solo il mio amore può condurvi alla realizzazione. Vi ho creati per questo, per realizzarvi nell'Amore, ma dovete fare la vostra parte, piccoli miei, dovete lasciarvi andare alla mia volontà, alla mia volontà, alla mia vita.

Vi ho chiesto tanto di essere altri Cristi, ma voi rifiutate questa parte, sentite che soffrirete essendo altri Cristi ed è satana che vi svia, che vi fa credere che, quando sarete come Me, godrete dei beni del Paradiso qui sulla Terra. Certo, siete perseguitati perché satana non vuole che il mio amore sia impiantato nelle anime, in tutto ciò che è stato creato, in tutto ciò che vi circonda, perché quando tutto sarà trasformato, sarà trasformato nel mio amore e satana non vuole che questo accada, e siete voi a rimetterci, perché non volete capirlo.

Essere trasformati significa pienezza, bellezza, purezza, santità, amore e doni che vi appartengono, ma che non volete prendere perché avete paura dell'ignoto. Vi sembra che io sia un Dio sconosciuto, mentre vi conosco perfettamente, e perché non volete entrare in Me, conoscermi meglio.

Avete sprecato tanto e continuate a sprecare Me. Le vostre opportunità di crescere nel mio amore e di tornare a me si stanno già esaurendo, piccoli miei. Continuerò a insistere perché ritorniate a Me, perché vi dia ciò che meritate, perché non sono un Dio egoista, ciò che ho è vostro, e potete chiedermelo, potete godere di ciò che ho, ma dovete essere i figli che ho creato, e quei figli devono avere Virtù in alto grado, Amore immenso, Purezza e Santità, come Io, il vostro Dio, ho.

Certo, non raggiungerete quei livelli ora, ma se vi avvicinerete a Me, condividerò con voi ciò che è Mio e sarà allora che mi capirete e godrete immensamente di ciò che ho avuto per voi.

Fate la prova, vi chiedo, Miei piccoli, fate la prova, venite a Me, lasciate che Io condivida con voi ciò che è Mio e ciò che è vostro, lasciate che Io vi faccia innamorare del Mio Amore.

Satana vi ha ingannato per tutto il tempo eppure lo seguite, vi promette tanto e non mantiene, e voi soffrite.

Se vi lasciate andare a Me, Miei piccoli, sì, vi farò innamorare, ma il Mio Amore si compie, il Mio Amore si dona in pieno, (Lingue...) il Mio Amore è vostro (Lingue...) vi do il Mio Amore, vi do il Mio Cuore.

Grazie, Miei piccoli, perché siete stati chiamati e grazie perché avete risposto alla Mia chiamata. Le mie benedizioni e il mio amore saranno sempre con voi e con i vostri cari.

Grazie, Miei piccoli.


 


venerdì 29 luglio 2022

Dillo al mio popolo

 


Fiducia in Gesù

Gesù: "Mio amato sacerdote-compagno, dì al mio popolo di fidarsi di me senza riserve. Io sono il Signore e il Maestro. Sono il loro Dio. Molti non si fidano di Me come dovrebbero. Io amo tutto il mio popolo molto, molto più di quanto esso ami se stesso. Questo mio grande amore dovrebbe incoraggiare la massima fiducia. Più ci si rende conto di quanto un amico ci ami, più si ripone fiducia nell'amico. Io sono il vostro Amico perfetto! Vi amo infinitamente di più del vostro migliore amico terreno. Dite al mio popolo di darmi fiducia. Dì loro di dire spesso: "Sacro Cuore di Gesù, ripongo la mia fiducia in Te". Io sono il Signore e il Maestro. Ti prego di fare ciò che ti chiedo".

Riflessione: Come possiamo non fidarci di Gesù, questo Gesù che ha dato la sua vita per ciascuno di noi? Durante la sua passione, conosceva ciascuno di noi per nome. Oggi chiama ciascuno di noi, per nome, al rifugio del suo Sacro Cuore. Oggi chiama ciascuno di noi, per nome, a una maggiore fiducia nel suo Cuore.


LA VITA DELLA MADONNA

 


Secondo le contemplazioni 

della pia Suora STIGMATIZZATA 

Anna Caterina Emmerick 


La Grotta del Presepio

Entrarono quindi a Betlemme attraverso un muro diroccato. Vidi che Maria si era  fermata con l'asino all'inizio della strada mentre Giuseppe cercava alloggio tra le  prime case del luogo, ma anche questa volta senza ottenere alcun risultato. Betlemme  in quei giorni brulicava di stranieri. Andarono verso il centro, per le contrade, e  dall'altra parte del paese, ma ogni sforzo fu vano. Maria attendeva paziente con l'asino  per molto tempo all'angolo delle strade, mentre Giuseppe faceva ritorno da Lei ogni  volta sempre più scoraggiato. Vidi la Santa Vergine che camminava al fianco di  Giuseppe mentre l'asino veniva condotto per la briglia da lui, poi giunti ad un certo  punto si diressero verso il lato sud di Betlemme. La contrada sembrava più una via di  campagna che una strada di città, le case erano costruite sulla sommità delle piccole  colline che costeggiavano la via stessa. Anche in questo luogo periferico la ricerca di  un alloggio fu vana. Tutti i conoscenti, gli amici ed i parenti, sembravano non  riconoscere più Giuseppe. Anzi, quand'egli li implorava chiedendo asilo per Maria,  vidi che questa gente si inaspriva e diventava ancor più dura. Costoro non sapevano  che scacciavano il Redentore, la Grazia dell'umanità! La santa Coppia si mosse allora  verso un altro quartiere, arrivarono in un luogo aperto, un grande piazzale dove le case  erano disseminate dappertutto. Al centro vi si vedeva un albero assai grande, che  simile ad un tiglio diffondeva un'ombra spaziosa. Giuseppe sistemò la Santa Vergine  sotto quest'albero, preparandole con i ramoscelli una specie di sedile. L'asino fu legato  con il capo rivolto al tronco. Così egli continuò la ricerca di ospitalità nelle case dei  dintorni. Maria, rimasta sola, fu presto oggetto di curiosità da parte dei passanti. Molte  persone si erano fermate a guardarla, attratte da quella santa bellezza e dal contegno  umile e fiducioso della Vergine; appariva affaticata, ma tranquilla e paziente. La  Madonna era seduta sulle proprie ginocchia piegate all'insotto, aveva il capo chinato e  teneva le mani congiunte sul petto in attesa della volontà del Signore. La candida e  lunga veste senza legacci o cinture le scendeva libera fin sotto i piedi, un bianco velo  le copriva il capo. Qualcuno, spinto dal forte curiosità, giunse perfino a domandarLe  chi fosse. Giuseppe frattanto era tornato ancora una volta sfinito, addolorato e pallido  in volto: tutti gli avevano negato un alloggio, anche chi lo conosceva e si ricordava di  lui. Vidi il sant'uomo scoppiare in lacrime. Perdute anche le ultime speranze di trovare  una sistemazione a Betlemme, la santa Coppia iniziò a pensare di uscire dalla città.  L'unica soluzione fu quella di cercare alloggio in un ricovero di pastori dove Giuseppe  si era nascosto nella sua gioventù. Si misero quindi di nuovo in cammino, e questa  volta verso oriente. Uscendo da Betlemme presero un sentiero solitario che volgeva a  sinistra. Il sentiero era fiancheggiato da mura, fosse e bastioni diroccati. Dopo essere  saliti su un colle, scesero dal pendio e raggiunsero una prateria amena su cui  crescevano diversi alberi. Questa prateria si trovava appena fuori di Betlemme, dalla  parte di levante, e terminava con una collina circondata da una specie di antica  muraglia. Sul campo verdissimo vi erano abeti, pini, cedri e terebinti, ne vidi anche  altri dalle foglie piccole come il nostro albero cosiddetto "semprevivo". Il paesaggio  era tipico della periferia di un piccolo borgo di campagna. Sul versante meridionale  delle colline, ai piedi di una di esse, si snodava un sentiero tortuoso che conduceva  verso l'alto, qui si trovavano numerose caverne tra cui anche quella che Giuseppe  conosceva e dove aveva pensato di alloggiare con la Santa Vergine. La caverna,  scavata nella parete rocciosa dei monti, era alquanto profonda. Dalla parte  settentrionale iniziava con uno stretto corridoio di pareti rocciose e finiva all'interno in  modo molto irregolare: per una metà con uno spazio mezzo rotondo e per l'altra angolare, le cui estremità mostravano tre angoli che finivano sul versante meridionale.  La caverna era rocciosa ed era rimasta naturale e grezza; solo dalla parte meridionale,  dove la via dava sulla valle dei pastori, alcune parti delle pareti erano state rafforzate o  direi rifinite come un muro rudimentale. Sempre da questo lato vi era un'altra entrata  otturata da grosse pietre. Giuseppe liberò quest'ingresso e lo restituì all'antica  funzione. Sul lato sinistro di quest'accesso, si affacciava un'altra caverna dall'ingresso  più largo della prima, il quale immetteva in un profondo e angusto tugurio, in  posizione sottoelevata a quella del Presepio. L'ingresso settentrionale della Grotta del  Presepio, quello usato normalmente dai pastori nel periodo estivo e primaverile, si  affacciava su alcuni tetti e torri della periferia di Betlemme. Da questo lato, a destra della grotta, si trovava ancora un'altra caverna profonda in cui l'oscurità era  l'assoluta padrona e nella quale vidi una volta la Santa Vergine nascondersi. Dalla  parte meridionale la grotta aveva tre aperture in alto che servivano a dare aria e luce  all'interno. La pianta della Grotta del Presepio potrebbe paragonarsi ad una testa  umana col relativo collo. Vidi una specie di piccolo locale laterale dove Giuseppe  soleva accendere il fuoco per gli usi quotidiani. Verso il lato di settentrione era stato  scavato nella rupe un locale adibito a stalla, largo abbastanza per l'asino; era pieno di  avena, di fieno e di altri foraggi per gli animali. Quando la "Luce dell'universo" fu  partorito dalla Santa Vergine, e giunsero i Magi ad offrirLe i doni, Maria era assisa  davanti al presepe con il bambino Gesù alla parete di mezzogiorno. Giuseppe si era  costruito per sé una piccola stanza con tavole di vimini vicino all'ingresso che aveva  riaperto. Lungo la parte meridionale della grotta, la via volgeva verso la valle dei  pastori e si vedevano numerose case, sparse per le colline e sulla distesa dei campi. La  collina dove si trovava la grotta, era costeggiata da una valle profonda, larga circa un  quarto d'ora di cammino. Sul pendio della medesima vi erano cespugli, alberi, giardini  e immensi prati. Attraversando un ruscello, che scorreva in mezzo all'erba rigogliosa  del prato, e scendendo in direzione sud-est dalla Grotta del Presepio, si arrivava ad  un'altra grotta chiamata comunemente Grotta del Latte o della nutrice, perché vi era  stata sepolta la nutrice di Abramo, Maraha. In questa trovò rifugio in varie occasioni la  Santa Vergine col bambino Gesù. Al disopra vi era un grande albero che dominava  Betlemme. Nell'antica caverna accaddero vari avvenimenti al tempo dell'Antico  Testamento, così vidi che Eva vi concepì e generò Seth, il figlio della promessa, dopo  aver trascorso sette anni in penitenza. Fu in questo medesimo luogo che l'Angelo disse  ad Eva che Dio le accordava Seth, quasi per consolarla del perduto Abele. Fu anche  qui che Seth venne nutrito e allevato, mentre i fratelli lo perseguitavano, come fecero  con Giuseppe gli altri figli di Giacobbe. Ho visto spesso che nei tempi primitivi, qui  intorno gli abitanti delle caverne erano soliti scavare degli spazi appositi in cui  dormivano con i loro fanciulli sull'erba o sulle pelli di animali. Nelle mie meditazioni  vidi Gesù che, subito dopo il battesimo, visitò la Grotta del Presepio dov'era nato. Era  un sabato ed il Signore ne celebrava il ricordo. I pastori l'avevano tramutata in luogo  di preghiera; Egli disse loro che questo santo luogo era stato fissato dal Padre Celeste  quando nacque la Vergine Santissima.


Giovanni Paolo I scoprì il complotto per nominare i vescovi massoni e quella fu la sua fine

 


L'infiltrazione che cercava di cambiare la dottrina della Chiesa.

La morte di Giovanni Paolo I è forse il più grande mistero che ha avvolto la Chiesa nel XX secolo.

Pochi credono nella versione politicamente corretta che sia morto pacificamente nel suo letto di un attacco di cuore.

E i sospetti derivano dalle cose insolite che le autorità vaticane hanno fatto immediatamente, nessuna autopsia e imbalsamazione immediata.

Abbiamo già parlato della teoria, ampiamente diffusa, che Papa Luciani sarebbe morto di avvelenamento, quando stava per indagare su una frode finanziaria compiuta attraverso la Banca Vaticana, dalla loggia propaganda 2 e dalla mafia.

Ma ci sono altre teorie.

Qui parleremo di altre grandi teorie, che è morto quando la nomina di vescovi progressisti all'interno della chiesa stava per fermarsi, che aveva portato avanti una rete di massoni, che avevano raggiunto alte posizioni in Vaticano.

Diremo come è stata gestita questa rete di massoni infiltrati, come Giovanni Paolo I l'ha scoperta e come si relaziona con la sua morte.

Quando Giovanni Paolo I sarà beatificato il 4 settembre 2022, il cerchio di condurre tutti i Papi dopo il Concilio Vaticano II agli altari sarà stato chiuso.

Il miracolo attribuito a Giovanni Paolo I, che ha reso possibile la sua beatificazione, è la guarigione di una ragazza argentina, Candela Giarda, alla quale, all'età di 11 anni, nel luglio 2011, è stata diagnosticata una malattia maligna, senza aspettativa di vita, al punto che i medici hanno detto che non sarebbe andata oltre quella notte.

Il sacerdote della parrocchia a cui apparteneva l'ospedale propose di pregare Giovanni Paolo I, di cui era devoto, per la guarigione della ragazza.

Il recupero è iniziato il giorno dopo, ed è stato lungo, è durato 3 anni, ma alla fine è andato bene.

Albino Luciani aveva 65 anni quando fu eletto Papa il 26 agosto 1978, prendendo il nome di Giovanni Paolo I, fu il primo Papa nato nel XX secolo.

All'epoca era in buona salute generale, anche se aveva avuto problemi cardiaci alcuni anni prima e stava assumendo farmaci per il cuore.

E morì 33 giorni dopo, diventando il Papa che la Vergine di Garabandal non contava, a causa del suo breve pontificato, nella profezia dei Papi.

La sua morte è stata considerata strana, sia all'interno che all'esterno del Vaticano, per il modo in cui è stata gestita.

Il Vaticano ha detto che Giovanni Paolo I è morto di "infarto del miocardio", ma un'autopsia non è mai stata eseguita, come possono esserne sicuri?

Secondo il resoconto ufficiale, il papa è stato trovato seduto sul letto, con ancora in mano il suo materiale di lettura e sfoggiando il suo caratteristico sorriso.

Ed è stato messo in dubbio se quella posa pacifica e serena corrisponda alla descrizione di una persona che ha appena subito un massiccio infarto.

Il corpo di Giovanni Paolo I è stato imbalsamato subito dopo essere stato scoperto, in una deviazione sia dal protocollo vaticano che dalla legge italiana, sollevando sospetti che i funzionari stessero cercando di nascondere possibili prove di avvelenamento del sangue, per esempio.

Tuttavia, ci sono scienziati che dicono che l'imbalsamazione precoce probabilmente non sarebbe stata sufficiente per impedire il rilevamento di veleno nel sangue.

Quindi un'autopsia può ancora essere fatta, dal momento che il corpo deve essere in buone condizioni, anche se la probabilità che venga eseguita è piuttosto scarsa.

C'è una forte tendenza a pensare che la morte di Giovanni Paolo I sia stata in qualche modo provocata.

E ci sono diverse teorie a riguardo.

Alcuni autori hanno indicato la CIA, ipotizzando che il governo degli Stati Uniti fosse desideroso di avere un papa più allineato con gli interessi di politica estera degli Stati Uniti.

I gruppi tradizionalisti hanno usato la teoria che Giovanni Paolo I si stava preparando a ripristinare la Messa tradizionale latina come norma per la Chiesa cattolica, e questo non era accettabile per i modernisti.

Ma le teorie più diffuse puntano alla mafia in congiunzione con la Massoneria, o alla Massoneria ecclesiastica.

Sulla teoria che la mafia e la Massoneria civile fossero responsabili abbiamo realizzato un video https://youtu.be/Z8FunQQL0rQ.

La teoria è che diversi funzionari di alto livello della Chiesa siano stati coinvolti in una frode finanziaria con la Banca Vaticana.

E Giovanni Paolo I stava per ordinare un'indagine, che avrebbe potuto smascherare lo scandalo, coinvolgendo la loggia Propaganda Due e mafiosi italo-americani.

Le due figure centrali di questa teoria sono l'arcivescovo Paul Marcinkus, che era considerato più un gangster che un uomo di Chiesa, e l'allora segretario di Stato vaticano, Jean Villot.

poi c'è la teoria, che la stessa Massoneria ecclesiastica sia stata responsabile della morte di Papa Luciani, in una lotta per cambiare la dottrina della Chiesa, come ha detto padre Charles Murr in un libro intitolato "Omicidio nel 33° grado".

La questione si trascina da Paolo VI, che aveva chiesto all'arcivescovo Edouard Gagnon di indagare sulla Massoneria infiltrata nella Chiesa.

Padre Charles Murr era il segretario di Gagnon, quindi le informazioni contenute nel libro sono di prima mano.

L'arcivescovo Gagnon acconsentì alla richiesta di Paolo VI di fornire un rapporto approfondito su come "il fumo di Satana" era entrato nella Chiesa.

E ha indicato due figure centrali della Massoneria ecclesiastica, una era Annibale Bugnini, l'architetto della Messa Novus Ordo, l'attuale Messa.

Nel 1978 Paolo VI rimosse Bugnini da quella posizione e lo mandò in Iran come nunzio apostolico, dove secondo Murr, si pensava che potesse fare meno male.

Ma Gagnon si è abbattuto quando l'anziano e malato papa Montini ha chiarito che avrebbe passato le ricerche di Gagnon al prossimo papa sull'altra grande figura della Massoneria ecclesiastica, il cardinale Sebastiano Baggio, prefetto della Congregazione per i vescovi, il dicastero che si occupa della selezione dei nuovi vescovi.

Nei suoi 12 anni alla guida della nomina dei vescovi, Baggio ha imposto all'episcopato un'età pensionabile di 75 anni, permettendogli di nominare più rapidamente vescovi di orientamento liberale in tutto il mondo.

Padre Murr sostiene che è stato Baggio a nominare il gran numero di prelati progressisti, a rendere possibile la distruzione dottrinale che si è vista negli ultimi decenni nella Chiesa.

Baggio, sostiene Charles Murr, non era semplicemente un progressista o modernista, ma un massone.

Chi scelse esclusivamente vescovi liberali, e qualsiasi vescovo o arcivescovo ortodosso che riuscì a essere nominato in quegli anni, avvenne solo a causa dei drammatici sforzi dei membri ortodossi della Curia romana per convincere il papa di turno, che fece infuriare Baggio.

Secondo Murr, l'appartenenza di Baggio e Bugnini alla Massoneria è stata confermata da documentazione verificata come autentica dagli agenti speciali dell'Interpol.

All'inizio del nuovo pontificato, l'arcivescovo Gagnon incontrò Giovanni Paolo I il 25 settembre 1978 e discussero la rimozione di Baggio.

E tre giorni dopo, il 28 settembre 1978, lo stesso giorno della sua morte, Giovanni Paolo I convocò Baggio nel suo ufficio, di notte.

L'ora del giorno e l'assenza di altri alla riunione erano insolite.

Baggius entrò nelle camere papali dopo le otto di sera e fu l'ultima persona a parlare con il papa.

Seguendo il consiglio del cardinale Benelli, Papa Giovanni Paolo I stava per informare Baggio che lo stava licenziando dalla Congregazione per i Vescovi.

Nessuno tranne il Papa e Baggio può testimoniare l'accaduto, mentre due guardie svizzere sorvegliavano fuori dalla porta.

L'incontro è durato circa un'ora.

L'unica testimonianza su quell'incontro papale è arrivata pochi giorni dopo da una delle guardie svizzere di turno, che ha detto che la voce arrabbiata di baggio si è sentita urlare attraverso la porta, suggerendo un acceso confronto con il pontefice.

E che Baggio se ne andò furiosamente dopo quell'ora.

Padre Murr ipotizza che il confronto tra il Papa e il cardinale di alto rango, membro sia della Curia Romana che della Loggia Massonica, possa essere stato ciò che ha causato l'infarto del papa poche ore dopo.

Giovanni Paolo I fu trovato morto la mattina dopo alle 4:45 del mattino.

Papa Luciani non fu in grado di documentare l'espulsione del cardinale Baggio dall'incarico a causa della sua morte, così Giovanni Paolo II lo ereditò.

Che poco dopo mise in evidente degrado l'ex incaricato dei vescovi incaricato della stampa e della distribuzione dei francobolli della Città del Vaticano; anche se il danno era già fatto.

Secondo padre Murr, Baggio visse fino al 1993 con Papa Giovanni Paolo II osservando ogni sua mossa.

Intanto Murr ha chiesto al Vaticano di pubblicare il rapporto dell'indagine di Gagnon sulla presenza di massoni all'interno della Curia Romana, compresa la documentazione su Bugnini e Baggio.

Ebbene, fin qui quello che volevamo parlare dell'altra teoria più diffusa sulla morte provocata di Giovanni Paolo I, sulla prima abbiamo già realizzato un video che vi consiglio di guardare.

Sii tu benedetto, o Sangue di Cristo

 


Sii tu benedetto, o Sangue di Cristo, 

luce e calore del mondo. 

Fuoco divorante acceso nella notte 

che brucia le stoppie del cuore umano.

Tu sei forza travolgente, 

che spinge la storia verso il futuro; 

sorgente inesauribile di gioia. 

Tutto ciò che a noi è impossibile,

in te diviene possibile, 

Amore profondo di Dio, 

tu sei la via verso la gloria. 

Riempi di te i nostri cuori

e rendici appassionati 

per la salvezza dell’umanità. 

Fa’ nascere quel mondo nuovo 

che con fatica tentiamo di costruire ogni giorno.  

Ti benediciamo, Sangue di Cristo, 

nostra salvezza; 

ti adoriamo ora e sempre. Amen.

L'orgoglio dell'uomo è arrivato a tal punto da sentirsi sufficiente, da credere di non aver bisogno di Me.

 


Rosario - Messaggio UNICO


Messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo a J. V.


Parla il nostro Signore Gesù Cristo.

Figlioli, pregate per tutti coloro che credono di non avere bisogno di Me. L'orgoglio dell'uomo è arrivato a tal punto da fargli credere di essere sufficiente, di non aver bisogno di Me, di poter avere tutto senza ricorrere a Me.

Certo, l'anima si sente protetta, istintivamente, perché ha quel contatto continuo con Me, anche se è in peccato grave. L'anima è piena di Me, vive di Me, ma verrà il momento in cui mi ritirerò da tutti voi, come il Padre mio e lo Spirito Santo si sono ritirati da Me quando sono stato inchiodato sulla Croce, ed è per questo che ho detto: "Padre, perché mi hai abbandonato?" Non posso rimanere nelle anime che vivono nel peccato grave, e la maggior parte dell'umanità vive così, nel peccato grave.

La Mia Misericordia è stata versata per voi per molto tempo, ma vi ho avvertito diversi mesi fa che la Mia Misericordia è finita e la Mia Giustizia è stata su di voi per molto tempo, ed è per questo che state vedendo tutto ciò che sta accadendo nel mondo, dove i climi sono cambiati, tutti i cambiamenti climatici sono diventati più pronunciati e peggiori, perché Mia Madre vi ha avvertito che la Purificazione sarebbe arrivata, proprio a causa di questi cambiamenti climatici, a causa delle catastrofi naturali, lo state vivendo e anche così non vi inginocchiate? Vi avevo chiesto, se volevate che tutto finisse, di inginocchiarvi e chiedere perdono, ma il vostro orgoglio è troppo grande e non volete capire, non c'è Saggezza né Umiltà in voi, e continuate a fare la vostra volontà.

Come vi ho detto: verrà il momento in cui mi allontanerò da voi e proverete la solitudine che ho provato io, ma io, come Dio, sapevo che questo non sarebbe durato a lungo, perché avrei sconfitto satana, dopo essere sceso all'inferno e averlo sconfitto lì. Ma voi, che non avete quel sostegno spirituale, che non avete quell'autonomia divina, come me, soffrirete, ed è allora che vi ricorderete, nel vuoto spirituale che avrete, che avete bisogno di Me. Sarà l'occasione che vi verrà data per tornare a Me, per capire che senza di Me non potete continuare a vivere, non potete continuare ad avere ciò che avete gratuitamente: quella protezione divina che vi do, ma che voi disprezzate, perché non Mi cercate e non cercate di farmi vivere continuamente in voi.

Quindi, Miei piccoli, preparatevi a questi tempi, che saranno molto difficili per la grande maggioranza dell'umanità. Voi che siete con Me, sapete che mi prenderò cura di voi, ve l'ho promesso, ci saranno anche momenti difficili, ma sapete che sono con voi e sentirete un sollievo in Me, quando arriveranno quei momenti.

Vi benedico, Miei piccoli, e vi chiedo di chiedere, lo ripeto ancora una volta, per coloro che si sentono arroganti e che pensano di possedere tutto, di continuare ad avere una vita facile e una vita regalata.

Grazie, Miei piccoli.