Parroco ad Ars (1818-1859).
L'arrivo ad Ars ed il primo contatto.
Ars ebbe lungo i secoli nomi diversi. Fu chiamata Artis villa, Arte, Arz, ed infine Ars 1. Sembra sia una località di origine molto antica, perché una pietra druidica che si vedeva ancora, non molti anni or sono, a poca distanza dalla borgata, lascia comprendere che da antichissima data vi furono abitanti in questa regione, tuttavia non ci è dato trovare il nome di Ars nei documenti anteriori al secolo X; solo da uno scritto dell'anno 980 sappiamo che ad Ars era stata costruita una chiesa e che la parrocchia era già organizzata 2. Rimase però sempre un villaggio di poca importanza.
Ars è collocata a 35 km. al nord di Lione 3, nel distretto e nel circondario di Trévoux, sull'altipiano della Dombes. La Dombes, altrove montuosa e folta di alberi, nella regione dell'Ain diventa una pianura argillosa, favorevole alle acque stagnanti, senza foreste, con boschi di betulle o querce, e filari di olmi, allineati ai margini delle vie e dei prati, ed alberi di noci e salici sulle sponde dei ruscelli.
I monti tranquilli del Beaujolais limitano ad occidente l'orizzonte di Ars; tutta la campagna dà l'aspetto di ondulazioni a larghe pieghe sulle quali si elevano dispersi alcuni boschetti di alberi. Non vi è più il piano ampio e monotono delle acque stagnanti, ma non vi sono ancora i ricchi colli che piegano verso la Saòne.
Ars sta sul pendio di una valle al cui fondo scorre il fiume Fontblin, piccolo torrente in inverno, e che si cambia in estate in un minuscolo getto d'acqua che si profila tra i ciottoli bruni. L'anno 1818 il villaggio di Ars era meschino e di triste aspetto: contava una quarantina di case basse, costruitte con materiale argilloso e sparse in mezzo ai frutteti; a mezza costa stava, la chiesa, - se con questo nome poteva essere indicata una costruzione dall'aspetto giallastro con finestre comuni, sormontata da quattro travi che dovevano sostenere una campana fessa 4. Secondo l'antica abitudine, le croci del cimitero erano applicate ai muri esterni della chiesa. Di fuori era una piccola piazza sulla quale si elevavano ventidue magnifiche piante di noci. Vicino alla chiesa stava il presbiterio, (allora in affitto ad un contadino), preceduto da una corte di poca superficie.
In fondo alla valle, solitario in mezzo a grandi alberi, sorgeva il castello dei Garets d'Ars, costruito nel secolo XI, come abitazione feudale, con vicina una torre, circondato da fossi, ed abbellito di merli: al presente tutto questo apparato guerresco era scomparso e l'antica abitazione aveva l'aspetto di una grande casa di campagna, quieta e melanconica, lontana da ogni rumore di caccia e dai divertimenti di altri tempi.
Le strade erano impraticabili, ed Ars sembrava sperduta in una solitudine inaccessibile: se ne parlava come di un buco, nel vero senso della parola. Gli abitanti erano contadini e non uscivano quasi mai da Ars.
Ars è situato a trenta chilometri da Ecully. Il nuovo pastore vi veniva a piedi con minuscolo equipaggio, accompagnato dalla madre Bibost, che aveva avuto cura del suo piccolo corredo di scolaro. A poca distanza, in una carrozza, guidata non si sa da chi, seguivano alcuni utensili, un letto ed i libri ereditati dall'abate Balley.
Il parroco novello stentò a scorgere la sua parrocchia; nascosta da fitta nebbia, che si spandeva su tutta la campagna, e non trovò nessuno che gli indicasse la via; per cui, passato il villaggio di Toussieux, si smarrì e viaggiò un poco alla ventura. Sulla prateria scorse alcuni fanciulli che custodivano le loro pecore e li avvicinò domandando che gli indicassero la via che conduceva al castello d'Ars, che credeva situato nel villaggio stesso; ma questi pastori, che parlavano solamente il dialetto del loro paese, non riuscendo a capirlo, l'obbligarono a ripetere più volte la medesima interrogazione.
Finalmente il più intelligente di quei fanciulli, di nome Antonio Givre, poté comprenderlo e riuscì ad indicare agli sconosciuti la via giusta. «Amico mio, - gli disse allora il sacerdote con riconoscenza, - tu mi hai indicato la via per Ars ed io ti indicherò la via per il Paradiso» 5.
Il giovane pastore spiegò anche al Curato Vianney che là erano i confini della parrocchia di Ars, ed allora il Santo Curato si pose in ginocchio e pregò ... 6.
La piccola comitiva si mise in viaggio per il nuovo sentiero indicato, discendendo il pendio che conduce fino al fiume Fontblin. L'abate Vianney scorse presto alcune casupole, riunite attorno ad una piccola cappella 7, e, vedendo al calare della notte queste case basse, coperte di paglia, pensò: «Come è piccolo!». Ma poi collo sguardo del profeta, con un presentimento soprannaturale, aggiunse: «Questa parrocchia non potrà contenere tutti coloro che più tardi verranno qui!» 8. Si inginocchiò di nuovo ed invocò l'Angelo Custode della sua terra 9, poi fece la sua prima visita alla chiesa.
Ars riceveva un buon prete nel senso più esteso della parola 10, un prete santo di cui nessuno forse poteva prevedere nulla, un prete che un giorno sarà onorato sugli altari. Fino a questo momento, il mondo aveva ignorato quasi completamente le sue virtù, ma le alte virtù non sono necessariamente la santità. Quantunque fosse già molto zelante e mortificato, l'abate Vianney non aveva ancora realizzato in sé stesso, a quest'epoca della sua vita, «quell’ineffabile dolcezza» 11, quella meraviglia di penitenza e di abnegazione, che dal 1925 in poi, dovevano collocarlo fra i più grandi ed i più popolari di questi eroi, che noi chiamiamo i Santi.
Il mattino del 10 febbraio la campana della chiesetta di Ars diede il segnale della Messa, e la popolazione si accorse di avere un pastore. Vi furono delle anime pie che se ne rallegrarono, ma la massa del popolo non ne fece gran caso. «Ci fu meraviglia, quando si sentì suonare per la Messa - ha detto la Contessa di Garets - e si diceva: "Sentite!... è arrivato un parroco nuovo! …» 12
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Canonico FRANCESCO TROCHU
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