Morto di fame in mezzo ai tesori.
Adad Califfo di Bagdad, che opprimeva gli egiziani colla sua insaziabile avarizia, accumulando tesori, sopra tesori, essendo minacciato di una invasione da parte dell'annata vittoriosa di Federico, ricorse per aiuto a Noradino Sultano di Siria, impegnandosi di corrispondergli una grossa contribuzione di denaro, se lo soccorresse per trarlo da tanto pericolo. Il Sultano mandò un famoso generale Saladino, il quale coi suoi valorosi soldati arrestò subito i progressi dell'armata di Federico, e lo costrinse a ritirarsi. Adad, vistosi sicuro, vinto dall’avarizia, rifiutò sotto vani pretesti di pagare al suo liberatore la somma pattuita. Saladino indignato per tanta slealtà rivolse allora le armi contro di Adad medesimo, e strinse d'assedio Bagdad. dove il Califfo si era ritirato.
Ma gli abitanti, irritati dall'avarizia e dalla mala fede di Adad, consegnarono la città a Saladino a condizione che non fosse saccheggiata. Saladino mantenne la parola, e, impadronitosi del castello dove Adad si era rinchiuso coi suoi immensi tesori, lo fece incatenare, e ordinò che gli manifestasse il luogo ove li teneva nascosti. Ma né minacce di Saladino, né il timore della morte poterono indurlo a palesarlo. Scortosi nonostante il sotterraneo dove quelli erano sepolti, Saladino restò stupito al mirare un cumulo sì smisurato di ricchezze.
Fece trascinare in quel sotterraneo il Califfo, e a lui rivolto sdegnosamente: - Tiranno più spietato delle tigri, gli disse, se non fossi schiavo della tua infame avarizia, avresti qui trovato il modo facile di mantener la tua promessa a Noradino, e risparmiar così l'assedio della tua città, e l'oppressione del tuo popolo. Tu resterai dunque in questo luogo a contemplare a tuo piacimento i tesori ammassati dalla tua avarizia; bevi mangia e saziati con quelli; la fame divorante che ti consumerà, serva a farti comprendere, che invece di accumularli per te solo, dovevi impiegarli per spargere l'abbondanza in mezzo al tuo popolo, e sollevar le miserie di tanti infelici che languono.
Ciò detto si ritirò facendo chiudere la porta del sotterraneo, nel quale rimase confinato lo sciagurato Adad. Egli in breve spirò fra i supplizi orribili della fame e fra gli orrori della disperazione, in mezzo a cumuli di oro e di pietre preziose, che non gli valsero se non a rendere più atroci e tormentose le sue esterne agonie.
DON ANTONIO ZACCARIA
Nessun commento:
Posta un commento