Nota sul tema: "IL NUMERO DEI DANNATI " trattato a pag. 15 Da come l'Autore tratta l'argomento del numero dei dannati si sente che la situazione, dal tempo suo al nostro, è profondamente cambiata.
L'Autore scriveva in un tempo in cui, in Italia, poco o tanto, quasi tutti avevano un qualche legame con la fede, se non altro sotto forma di lontani ricordi, mai del tutto dimenticati, che affioravano quasi sempre in punto di morte.
Nel nostro tempo, invece, anche in questa povera Italia, un tempo cattolica e che il Papa è arrivato a definire oggi 'terra di missione", troppi, non avendo più nemmeno un pallido ricordo della fede, vivono e muoiono senza alcun riferimento a Dio e senza porsi il problema dell'aldilà. Molti vivono e "muoiono come cani", diceva il Card. Siri, anche perché molti sacerdoti sono sempre meno solleciti nel prendersi cura dei morenti e nel proporre loro la riconciliazione con Dio!
È chiaro che nessuno può dire quanti siano i dannati. Ma considerando il dilagare attuale dell'ateismo... dell'indifferenza... dell'incoscienza... della superficialità... e dell'immoralità... io non sarei così ottimista come l'Autore nel dire che sono pochi quelli che si dannano.
Sentendo che Gesù parlava spesso del paradiso e dell'inferno, gli Apostoli un giorno gli chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". Gesù, non volendo che l'uomo penetrasse in una verità tanto delicata, rispose in modo evasivo: "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt 7, 13-14).
Che significato dare a queste parole di Gesù?
La via del bene è aspra, perché consiste nel dominare la turbolenza delle proprie passioni per vivere in conformità al volere di Gesù: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16, 24).
La via del male, che porta all'inferno, è comoda ed è battuta dai più, perché è molto più facile correre dietro ai piaceri della vita, appagando la superbia, la sensualità, la cupidigia, ecc...
"Dunque, - può concludere qualcuno - dalle parole di Gesù si può pensare che la maggior parte degli uomini andrà all'inferno!". I Santi Padri e, in generale, i moralisti, affermano che i più si salveranno. Ecco le argomentazioni che portano.
Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, a tutti dà i mezzi per raggiungere l'eterna felicità; non tutti però si aggrappano a questi doni e, divenendo deboli, restano schiavi di Satana, nel tempo e per l'eternità.
Tuttavia pare che la maggioranza vada in paradiso.
Ecco alcune confortanti parole che troviamo nella Bibbia: è "grande presso di Lui la redenzione" (Sal 129, 7). E ancora: "Questo è il mio Sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati" (Mt 26, 28). Dunque, sono molti quelli che usufruiscono della Redenzione del Figlio di Dio.
Dando uno sguardo sia pur rapido all'umanità, vediamo che molti muoiono prima di essere arrivati all'uso di ragione, quando non sono ancora in grado di commettere peccati gravi. Costoro certamente non andranno all'inferno.
Moltissimi vivono nell'ignoranza completa della religione cattolica, ma senza propria colpa, trovandosi in paesi nei quali non è ancora giunta la luce del Vangelo. Questi, se osservano la legge naturale, non andranno all'inferno, perché Dio è giusto e non dà un castigo immeritato.
Ci sono poi i nemici della religione, i libertini, i corrotti. Non tutti questi finiranno all'inferno perché in vecchiaia, calando non poco il fuoco delle passioni, facilmente ritorneranno a Dio.
Quante persone mature, dopo le delusioni della vita, riprendono la pratica della vita cristiana!
Molti cattivi si rimettono in grazia di Dio perché provati dal dolore, o per un lutto di famiglia, o perché in pericolo di vita. Quanti muoiono bene negli ospedali, sui campi di battaglia, nelle prigioni o in seno alla famiglia!
Non sono molti quelli che rifiutano i conforti religiosi in fin di vita, perché, davanti alla morte, di solito si aprono gli occhi e svaniscono tanti pregiudizi e spavalderie.
Sul letto di morte la grazia di Dio può essere molto abbondante perché ottenuta dalla preghiera e dai sacrifici dei parenti e di altre persone buone che pregano ogni giorno per gli agonizzanti.
Quantunque molti battano la via del male, tuttavia un buon numero ritorna a Dio prima di entrare nell'eternità.
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