sabato 30 luglio 2022

Rivelazioni dell'amore divino

 


CAPITOLO I

"Una rivelazione d'amore in sedici sguardi".


Questa è una rivelazione dell'amore che Gesù Cristo, la nostra beatitudine senza fine, ha fatto in sedici Apparizioni, o rivelazioni particolari.

Di queste, la prima riguarda la sua preziosa coronazione di spine; con essa è stata compresa e specificata la Trinità, l'Incarnazione e l'unità tra Dio e l'anima dell'uomo; con molte altre belle rivelazioni di infinita saggezza e insegnamenti d'amore, su cui si fondano tutte le dimostrazioni che seguiranno.

Le rivelazioni che seguono sono fondate e consolidate.1

Il secondo è il cambiamento di colore del Suo bel volto in segno della Sua cara Passione.

Il terzo è che il nostro Signore Dio, Sapienza onnipotente, Amore onnipotente, proprio come Egli ha fatto tutto ciò che è, tutto-quanto-è.

Il quarto è la flagellazione del Suo tenero corpo, con abbondante spargimento del Suo sangue.

Il quinto è che il demonio è vinto dalla preziosa Passione di Cristo.

Il sesto è il ringraziamento3 di nostro Signore Dio che ricompensa i suoi servi benedetti in cielo.

Il settimo è il sentimento di salute e di dolore che spesso proviamo (il sentimento di salute è la grazia che ci tocca e ci alleggerisce, con la vera certezza di una gioia senza fine; il sentimento di dolore è la tentazione 1 dalla pesantezza e dall'irritazione del nostro vivere carnale) con la comprensione fantasmatica che siamo tenuti saldamente nell'Amore sia nella sventura che nella prosperità, dalla bontà di Dio.

L'ottava tratta degli ultimi dolori di Cristo e della sua crudele morte.

La nona parla del piacere che si trova nella Trinità beata grazie alla dura Passione di Cristo e la sua dolorosa morte: in questa gioia e in questo piacere Egli vuole che noi siamo solitari e mondati con Lui, fino alla pienezza del Paradiso.

La decima è che nostro Signore Gesù mostra nell'amore il suo cuore beato, addirittura diviso in due, che gioisce.

L'undicesimo è un'alta rappresentazione spettrale della sua cara Madre.

Il dodicesimo è che nostro Signore è un Essere degnissimo.

Il tredicesimo è che il Signore Dio vuole che si tenga conto di tutte le opere che ha fatto.

Egli ha fatto: nella grande nobiltà della creazione di tutte le cose e nell'eccellenza della creazione dell'uomo, che è al di sopra di tutte le sue opere, e nella preziosa riparazione che Egli ha fatto per il peccato dell'uomo, trasformando tutte le nostre colpe in un'adorazione senza fine. 6 In questo modo, anche il nostro Signore dice: Guardate e vedete! Perché per la stessa potenza, saggezza e bontà con cui ho fatto tutto questo, con la stessa potenza, saggezza e bontà farò guarire tutto ciò che non va bene, e tu lo vedrai. E in questo Egli vuole che ci manteniamo nella fede e nella verità della Santa Chiesa, non volendo vedere ora le sue cose segrete, 2 se non per quanto ci compete in questa vita.

La quattordicesima è che nostro Signore è il motivo della nostra preghiera. Qui si sono viste due proprietà: l'una è la giusta preghiera, l'altra è la ferma fiducia, che Egli vuole che siano entrambe ampie; così la nostra preghiera Gli piace ed Egli, per la Sua bontà, la esaudisce.

La quindicesima è che saremo improvvisamente sottratti a tutti i nostri dolori e a tutte le nostre pene, e per la Sua bontà saliremo in alto, dove avremo il Signore Gesù come nostro e saremo appagati dalla gioia e dalla beatitudine in Paradiso.

Il sedicesimo è che la Trinità beata, il nostro Creatore, in Cristo Gesù, il nostro Salvatore, abita senza fine nella nostra anima, governando e proteggendo adorabilmente tutte le cose, noi con forza e saggezza, noi salvando e custodendo, per amore; e non saremo vinti dal nostro nemico.

Giuliana di Norwich, nata nel 1343

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