venerdì 29 luglio 2022

Un Mondo secondo il Cuore di Dio

 


LO SPIRITO DEL MONDO 

Come affrontare a fondo una vera purificazione dallo spirito del mondo per restituire la libertà alle anime? È certo che quei generosi tentativi di perfezione per tagliare alla radice i contatti con lo spirito del mondo, anche se provengo- no da una volontà decisa ad unirsi allo spirito di Dio, hanno in sé la vanità di vedersi liberi da certi difetti che si riconosco- no tali proprio per una grazia. Ma questa grazia non è penetra- ta tanto da far scomparire non solo i difetti, ma anche la vanità di essere migliori. 

Esiste una via più umile e più pratica: creare nella nostra anima, con la preghiera e la fiducia in Dio, un atteggiamento di disponibilità. Riconoscere i lacci che ci legano ancora allo spirito del mondo, e chiedere a Dio che venga a tagliarli. Tutto ciò comporta una serietà nella vita: questa serietà la dà la speranza che Egli un giorno arriverà alle nostre anime per spezzare quei lacci, creando in noi una attitudine completa- mente opposta: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete»: è la vera purificazione che solo Lui può realizzare. Rompendo in noi i lacci dello spirito del mondo, Egli crea in noi un’incapacità a gustare le cose del mondo. Questa trasformazione è un vero “dono di Dio”. Ciò è qualcosa di incomprensibile per chi ancora continua ad essere legato allo spirito del mondo in un qualsiasi modo. Quel “dono” Dio lo concede a chi glielo chiede e si dispone sinceramente a riceverlo. Quel “dono di Dio”, all’inizio, non richiede santità - questa è conseguenza di esso - ma umiltà. Umiltà nel ricono- scimento della nostra impotenza a portare ad effetto tale purificazione, e poi essere fedeli alle continue ispirazioni della grazia. 

Esiste un aspetto doloroso in questa purificazione: l’anima che abbia ricevuto questo “dono di Dio”, sentirà attorno a sé la solitudine, perché gli esseri che le stanno attorno continua- no ad essere legati allo spirito del mondo; non vivono di quella “fonte segreta” che la grazia, il “dono di Dio”, ha fatto sgorgare nella sua anima. Una solitudine simile a quella di Gesù in mezzo agli uomini. Questi si muovevano, compresi gli Apostoli, attorno a Gesù, con mire meschine, mentre Egli era assorto nella Volontà del Padre. La solitudine di Gesù nell’umano fu infinita. Così l’anima nella quale Gesù abbia “aperto” la fonte di “acqua viva” sentirà le conseguenze: la gioia di aver trovato il suo centro e, nel contempo, la solitudi- ne, perché gli esseri che le stanno attorno non comprendono la ragione della sua vita. Pertanto non possono comprendere neppure le sue espressioni e rischia sempre di essere male interpretata. In lei il “dono di Dio” ha creato un’incapacità di godere di altre gioie, o di altra “acqua”, che non sia quella che sgorga dalla fonte segreta che Lui ha aperto nel suo cuore; guarda tutto a partire da Lui e con destinazione Lui. 

È questa l’autentica purificazione dallo spirito del mondo, che ci restituisce la perfetta libertà, e che noi non otterremo se non ci disporremo a ricevere il “dono di Dio” che ci trasfor- merà in creature nuove. 

«Se tu conoscessi il dono di Dio!». 

JOSÉ BARRIUSO

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