mercoledì 27 luglio 2022

Cammino di perfezione

 


Vorrei ora parlare un po’, secondo la mia elementare capacità, di come debba essere  questo amore reciproco, in che consista l’amore virtuoso – quello che io desidero veder  regnare qui – e da quali segni riconosceremo di possedere questa virtù, che è ben grande, se nostro Signore l’ha raccomandata e con tanta insistenza a tutti, specialmente ai  suoi Apostoli. Ma se voi lo troverete minuziosamente spiegato in altri libri, non date importanza a quanto scrivo, perché forse non so quello che dico.

12. L’amore di cui intendo parlare è di due specie: una del tutto spirituale, perché nulla  in esso sembra aver rapporto con la sensitività o tenerezza naturale che gli faccia perdere la sua purezza; l’altra, spirituale anch’essa, in cui, allo stesso tempo, l’amore è congiunto alla nostra sensitività e alla nostra debolezza, ma è un amore che sembra lecito e  buono, come quello che si nutre tra parenti e amici, di cui ho già detto qualcosa.

13. Voglio ora parlare dell’amore spirituale, in cui la passione non ha parte alcuna, perché se interviene la passione, tutta l’armonia dell’anima resta turbata; ma se, trattando  con persone virtuose, specialmente con i confessori, ci regoliamo con moderazione e  prudenza, è molto utile. Se, poi, nel confessore si scorgesse qualcosa che inclina alla vanità, si abbia tutto per sospetto, e in nessun modo si tengano conversazioni con lui, anche se sono sante, ma si faccia una breve confessione, per concluderla presto. Anzi, il  meglio da farsi sarebbe dire alla priora che la vostra anima non si trova bene con quel  confessore e cambiarlo. Questa sarebbe la soluzione più opportuna, se si può farlo senza  danno della sua reputazione.

S. Teresa d’Avila

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