lunedì 23 dicembre 2024
AVVERTIMENTO
domenica 22 dicembre 2024
L’auto consapevolezza dello spirito primordiale
Il Segreto Uomo
Ogni spirito primordiale diventa di nuovo cosciente del suo io, quando cammina come uomo sulla Terra e riconosce sé stesso come uomo. Allora sono di nuovo raccolte in lui tutte le particelle dell’anima, che un tempo vennero dissolte allo scopo del cammino di ritorno nella Creazione, ed allora l’essere è anche in grado di conquistarsi il grado di maturità che possedeva nell’inizio primordiale come spirito creato, a cui ha rinunciato e che ora deve di nuovo conquistare per poter entrare nel Regno di Luce come spirito perfezionato. E così quindi ogni uomo è uno spirito primordiale incorporato, un essere un tempo caduto, un prodotto della Creazione del Mio infinito Amore, che nella libera volontà soltanto si è allontanato da Me e che però deve anche di nuovo ritornare a Me nella libera volontà. O Ma l’uomo non possiede questo sapere di ciò che era, di ciò che è e che deve di nuovo diventare. Egli ha anche prima bisogno di un certo stato di maturità, prima che gli possa venire apportato questo sapere e che gli sia anche comprensibile. Egli si riconosce bensì come uomo, ma non come un essere spirituale che deve compiere la sua destinazione. E dato che si riconosce soltanto come uomo che si muove nel mondo terreno, i suoi pensieri si muovono anche più in direzione mondana. E questo è quasi sempre un ostacolo per la conoscenza spirituale che avrà soltanto, quando si distoglie dal mondo verso il Regno spirituale. Allora è possibile fargli avere il sapere sulla sua vera destinazione ed allora lo può accogliere nella libera volontà e predisporsi a ciò che avrà con certezza per conseguenza la sua maturazione spirituale. Ma quando l’ha una volta accettato, allora lo rende anche felice il pensiero e la certezza di appartenere agli spiriti primordiali che Io ho esternato come creature e che ritornano a Me come figli e che perciò si trovano come uomo prima della loro perfezione. E la volontà dell’uomo deve essere solo buona, allora questa si rivolge da sé verso di Me, l’uomo chiede del suo Dio e Creatore, e questa volontà è poi già la giusta decisione, è il superamento della prova di volontà, che è stata posta all’uomo sulla Terra come spirito primordiale. L’esistenza su questa Terra non è di lunga durata, ma può assolutamente bastare che l’uomo si spiritualizzi totalmente, che raggiunga un grado che gli procura la figliolanza di Dio, cioè che mette di nuovo lo spirito primordiale nello stato di perfezione, che egli stesso con la sua libera volontà ha portato al massimo grado e che egli ora può sostare nella Mia prossima Vicinanza, dove gli è assicurata la Mia diretta Irradiazione d’Amore, benché ogni altro spirito primordiale potrà salire sempre più in alto, se soltanto ha potuto entrare una volta nel Regno della Luce, che premette appunto quella giusta decisione di volontà sulla Terra. E ultrabeato è ogni essere, quando si rende conto quale cammino infinitamente lungo ha fatto lo spirito primordiale per giungere alla più sublime Pienezza di Luce, per essere incommensurabilmente beato. E Mi canterà lode e ringraziamento e Mi glorificherà per tutte Eternità, egli sarà e rimarrà Mio figlio che mai più andrà via da Me, che creerà ed agirà secondo la Mia Volontà per la propria beatitudine.
Amen
Predisposizione – Istinti dagli stadi antecedenti
L’Amore sensuale – Il matrimonio – La responsabilità
La predisposizione dell’uomo non lo dispensa dal fatto, di dover rendere conto del suo pensare ed agire, perché ad ogni uomo è a disposizione la Forza e la Grazia, di dominare ogni caratteristica cattiva, se soltanto lo vuole. Inoltre l’anima nell’incorporazione come uomo, ha assunto delle caratteristiche, che avrebbe potuto molto facilmente deporre nelle sue formazioni antecedenti. Ed ora come uomo, le è assegnato il compito, di uscire con successo dalla lotta contro questa predisposizione, che rispetto all’attuale predisposizione da all’anima la possibilità. Ma per questo deve sempre essere attiva la libera volontà, ed anche questa viene fortificata da Dio, rispetto alla predisposizione verso di Lui. Se l’uomo ha la volontà di chiedere Assistenza a Dio, nella lotta contro sé stesso, contro le proprie debolezze ed errori, allora affluisce all’uomo anche la Forza di liberarsene. Certo, per questo ci vuole una lotta maggiore, che però all’uomo non può essere risparmiata, perché l’anima nei suoi stadi antecedenti ha infranto i limiti posti. Questo significa che lo spirituale il quale aveva già la sua dimora in una forma più allentata, ha usurpato questo allentamento fino ai limiti estremi, che gli erano posti. Ha in certo qual modo portato degli istinti al massimo sviluppo, che ora nell’incorporazione come uomo deve di nuovo attenuare, che richiede maggiore forza di volontà. Lo spirituale si può anche essere moderato negli stadi antecedenti, cioè non aver impiegato pienamente i limiti posti, che ora ha per conseguenza una lotta meno difficile per lo sviluppo verso l’Alto sulla Terra. Ma è sempre stato tenuto conto della predisposizione attraverso le condizioni di vita, nelle quali l’essere ha anche le possibilità di dominarle nonostante le sue predisposizioni. Ad ogni anima sono ancora attaccate più o meno delle impurità, e più ne può espellere ancora sulla Terra, più felice entra nel Regno dell’aldilà e ringrazia Me, come suo Dio e Pade, per il periodo di prova sulla Terra, per quanto difficile sia stato. Ed ogni giorno nella vita terrena è comunque soltanto un’affermazione, ogni giorno offre all’anima la possibilità di raccogliere delle ricchezze spirituali, ma ogni giorno passa, e la spanna di tempo fino al decedere dalla Terra diventa sempre più corta. Non dura in eterno, ma lo stato dell’anima, quando è imperfetto, può durare in eterno. E se voi uomini consideraste tutta la sofferenza che dovete sopportare, sempre soltanto come mezzo di purificazione, come condizione per la descoriazione della vostra anima da tutte le debolezze ed errori che le sono ancora attaccati, dovreste benedire veramente la sofferenza e rallegrarvene, perché vi porta del successo spirituale. Ed una volta lo riconoscerete pure, perché era necessario durante la vostra esistenza terrena. Dovete imparare a considerare ogni giorno come un gradino sulla scala verso la perfezione, che però dovete anche salire per giungere alla meta. Una volta riconoscerete quanto inutili erano quei giorni, in cui non avevate nulla da sopportare, a meno che non fossero stati colmi con l’agire nell’amore. Ed allora anche la misura della sofferenza diminuirà. Non ci sarebbe davvero così tanta sofferenza e miseria nel mondo, se venisse esercitato più amore, se gli uomini si sforzassero a svolgere delle opere d’amore disinteressato per promuovere con ciò la maturità dell’anima nel modo più naturale. Ma quando dovete soffrire, allora ne siate grati e cercate comunque, di formare il vostro essere nell’amore, perché breve soltanto è la vostra vita terrena, ma è decisiva per tutta l’Eternità.
Amen
Gerusalemme: luogo sacro
Guardando ora la Terra Santa, non vedo più Gerusalemme come l'ho lasciata duemila anni fa. C'erano poche famiglie, ma non avevano il male che quasi tutte hanno oggi. La semplicità era bella da vedere, anche se ero giudicato da molti e persino ucciso, come hanno fatto con me mettendomi in croce. Ma era necessario, per la remissione dei peccati di quel popolo e del resto del mondo.
Oggi Gerusalemme vive in un clima di orrore, di vendetta e di disprezzo per i luoghi che ho lasciato, dove dovrei essere molto più rispettato, perché lì è iniziata tutta la mia storia.
Chi l'ha conosciuta qualche anno fa non dirà lo stesso; che è stata la scena del più grande spettacolo del mondo, perché è stata la Vita del Figlio di Dio, che ha fatto di tutto per riportare i suoi figli al Padre.
Benedetto, figlio mio amato, ciò che i tuoi occhi non possono vedere, io Gesù te lo dico: questa città sta per cadere. Essa, che un tempo era il punto di partenza di tutta la mia storia, ora non ha più nulla se non dolore e sofferenza. I giorni della vendetta stanno arrivando per Gerusalemme; gli avvoltoi sono pronti ad attaccare. Il mio Santuario è quello che attira maggiormente l'attenzione dei mafiosi. Sono loro a pianificare l'attacco.
Figli di Israele, alzate la testa, guardate il cielo e meditate su ciò che ho detto quando ero con voi. Verranno per voi i giorni della vendetta. Non sarà lasciata una pietra su un'altra (Lc 21,6). Se non volete perire insieme al più grande castigo che si abbatterà su di voi, prendete la bandiera bianca tra le mani e chiedete al Padre vostro, che tutto vede, di venire in vostro aiuto in questa sanguinosa battaglia.
Mia cara Gerusalemme, che vergogna! Quanto avrei voluto vederti fuori da quest'ora, ma gli occhi di questa gente sono ciechi. Non riescono a vedere nulla di ciò che ho lasciato scritto dai Profeti. Non si sono persi nulla. Hanno scritto parola per parola tutto ciò che ho comandato.
Ora è giunto il momento che tutto si compia. Il segnale è già acceso, non resta che trasformarlo da verde a rosso, e poi tutto esplode, come un palloncino nel cielo quando prende fuoco. Così sarà per te, Gerusalemme, che non hai voluto accettare il vero Figlio di Dio quasi duemila anni fa. Ciò che ti ha fatto andare avanti fino ad ora è stato il fatto che il tempo delle nazioni doveva finire (Lc 21,24). Ma d'ora in poi il tempo che vi resta è molto poco.
Figli di Israele, unitevi a Papa Giovanni Paolo II, non allontanatevi da lui. È la vostra unica speranza. Il momento è adesso, perché non c'è tempo da perdere, perché ogni minuto che passa, la vostra vita sta per crollare, come un gelso maturo che è caduto tutto a terra per un forte vento. Così è la vita di tutti voi, figli di Israele.
Grazie, figlio mio Benedetto. Tu sei la stella che indicherà il mio ritorno al mondo. Sii con la Mia Pace.
Gesù
27/10/1995
Procura di agire sempre con un principio di fede e non mai a caso o per fini umani.
Dovunque vi troviate, mostratevi sempre buoni cristiani e uomini probi. Amate, rispettate, praticate la nostra Santa Religione; quella religione con la quale io vi ho educati e preservati dai pericoli e dai guasti del mondo; quella religione che ci consola nelle pene della vita, ci conforta nelle angustie della morte, ci schiude le porte di una felicità senza confini. XIV,511.
Don Bosco
"VORREI CHE TUTTI I MIEI APOSTOLI INIZIASSERO A RECITARE LA PREGHIERA DI PACE DI MIA MADRE A PARTIRE DAL 1° GENNAIO E CHE LA RECITASSERO DURANTE TUTTO L'ANNO.
Anna Marie: Grazie Gesù, voglio prepararmi bene per te.
Gesù: Sì, mia cara figlia
Anna Marie: Sì, caro Gesù. Continuerà così per tutto il 2025?
Gesù: Sì, piccolo mio,
Deve essere recitato prima di ogni rosario, durante tutto l'anno
Anna Marie: Sì, caro Gesù.
Gesù: Ora va', mia cara, prepara la tua cena e sii in pace.
PREGHIERA DELL'ANGELO DELLA PACE DI MADRE MARIA (Da Fatima)
"Che questa preghiera sia recitata in tutto il mondo. (La nostra amata madre, 19 marzo 1991)
Dio volle servirsi di Maria nella Redenzione.
Dio volle servirsi di Maria nella Redenzione. - Infatti - a) il PADRE volle dare il suo Unigenito al mondo, ma per mezzo di Maria, perché solo Lei trovò grazia al suo cospetto, - b) il FIGLIO si fece uomo per la nostra salute, ma in Maria e per mezzo di Maria, - c) lo SPIRITO S. formò l'umanità di Cristo, ma da Maria e col suo consenso.
1) DIO PADRE le comunicò la sua fecondità, per quanto ne era capace una semplice creatura onde conferirle il potere di produrre il suo figlio e tutti i membri del di Lui corpo mistico.
2) DIO FIGLIO, novello Adamo, fece del seno di Lei il suo Paradiso terrestre per compiacervisi e operare in segreto meraviglie di grazia. - Egli trovò la sua libertà nel vedersi imprigionato nel di Lei seno; - fece pompa della sua forza nel lasciarsi portare da questa debole fanciulla; - trovò la sua gloria e quella del Padre nel nascondere i suoi splendori a tutte le creature di quaggiù, per non manifestarsi che a Maria; - glorificò la sua indipendenza e maestà nel dipendere da questa amabile Vergine nella sua Concezione, nella sua Nascita, nella sua Presentazione al tempio, nella sua Vita nascosta di 30 anni, anzi nella stessa sua Morte, alla quale la volle presente, avendo stabilito di fare con Lei un medesimo sacrificio e d'essere immolato col suo consenso all'Eterno Padre. È Lei che lo allattò, nutrì, allevò e sacrificò per noi.
O ammirabile e incomprensibile dipendenza d'un Dio, che lo Spirito S., per mostrarcene il pregio e la gloria infinita, non poté passare sotto silenzio nel Vangelo, quantunque ci abbia celato quasi tutte le cose ammirabili operate da questa incarnata Sapienza nella sua vita nascosta!
Gesù rese maggior gloria a Dio suo Padre con la sua sommissione a Maria per 30 anni che non gliene avrebbe data convertendo tutta la terra coi miracoli più strepitosi. Oh, come glorifichiamo altamente Dio quando, per piacergli, ci sottomettiamo a Maria, ad esempio di Gesù Cristo, nostro unico Modello!
Durante il restante della sua vita vediamo che Gesù Cristo volle cominciare i suoi miracoli per mezzo di Maria: il suo primo e più grande miracolo nell'ordine della grazia (santificazione di S. Giov. Batt.) e il suo primo miracolo nell'ordine della natura (nozze di Cana), E come cominciò e continuò i suoi miracoli per mezzo di Maria, pure per suo mezzo li continuerà sino alla fine dei secoli.
3) DIO SPIRITO S., con Lei, in Lei e da Lei produsse il suo capolavoro che è un Dio fatto uomo e produce tutti i giorni i predestinati e i membri del corpo di questo Capo adorabile; perciò quanto più Egli trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un'anima, tanto più diviene operoso e potente per formare Gesù Cristo in quest'anima e quest'anima in Gesù Cristo. O mistero di grazia sconosciuto anche ai più dotti e spirituali fra i cristiani! (14-21).
P. FRANCESCO M. AVIDANO. S. M.
È bene prendere quella decisione che ti darà luce nel momento in cui tutto si sarà spento
I SENSI DATI TI FANNO SPERIMENTARE IN ANTICIPO CIÒ CHE ACCADRÀ, NON HAI BISOGNO DI ESSERE UN MAGO PER SENTIRE IL PROFUMO CHE PORTANO, O CIÒ CHE DEVONO CUCINARE, NON DEVI ESSERE UNO STREGONE PER CONTEMPLARE CON GLI SPECCHI DELL'ANIMA CIÒ CHE È ED È TRASCURATO, NON HAI BISOGNO DI AVERE POTERI PER ASCOLTARE E ANNUIRE NEL CUORE IL BENE, ANCHE SE OCCUPANO I SENSI ORIENTATI SARANNO L'ULTIMO GIORNO, GESÙ
Gesù: Dal cielo viene l'invito, la revisione di ciò che hai fatto sulla terra e di come l'hai fatto, segnerà il tempo del cambiamento, lasciandoti alle spalle il vecchio per pensare al nuovo, è sapere che io vado davanti a te per aprirti la strada, e poiché sono onnipresente, posso anche essere indietro per spingere i ritardatari, È bene prendere quella decisione che ti darà luce nel momento in cui tutto si sarà spento, pace quando tutti saranno in guerra, è così che verrò per coloro che si sono impegnati, hanno saputo aprire la bocca per recitare le lodi che toccano il mio cuore e lo muovono per fare il miracolo di cui hanno bisogno nella loro vita, la storia tende a ripetersi ma a cambiare il significato e non cadere di nuovo è con lo sforzo di chi capisce Quello che succede fa qualcosa per fermare ciò che causa così tanto danno e dolore, non sto dicendo che potete essere salvatori, ma dico che potete intercedere affinché tutto sia diverso in voi,
Gesù: Coloro che chiedono un intervento dal cielo, coloro che vedono come l'aberrazione arriva a sfigurare il volto e a rendervi creature indegne, otterranno tutto il bene che porto sulla terra se farete ciò che vi viene detto, perché io sono colui che vi avverte, che vi risveglia dal letargo, sono io, vi faccio prestare attenzione al pericolo che viene nel troncare le vite e perderle per sempre, Portarvi fuori da ogni distrazione è farvi prestare attenzione a ciò che è importante, non concentratevi poi su ciò che è della carne perché la carne continuerà ad essere, concentratevi sullo Spirito, è quello che riceve tutto il bene o tutto il male che promuovete sulla terra con le vostre azioni, ognuno di voi ha una coscienza ed è quell'allarme che suona per avvertire che avete lasciato la strada stabilita e E' tempo di tornare, chi si ostina e con atteggiamento ribelle vuole continuare, vivrà ciò che non è stato vissuto, e soffrirà ciò che non è stato sofferto, non prenderlo come una minaccia, ma come un monito di colui che con amore ti chiama a cambiare il tuo cuore, e a dare senso alla vita che si è persa, quando i ribelli decidono di vivere nella negazione.
22 Dicembre
La grazia è più elevata del miracolo
Dell’essenza della grazia divina
1. Sarebbe però ben poca cosa il dire soltanto che la grazia sorpassa di gran lunga in elevatezza la natura: essa sorpassa anche tutto ciò che Dio ha operato in modo straordinario. Così interpreta S. Agostino (1) quella notevole promessa del Salvatore, che i fedeli avrebbero fatto miracoli ancor più grandi che Egli stesso aveva compiuto sulla terra. Il Santo dice che si potrebbe interpretare quelle parole anche così: che cioè, per esempio, S. Pietro con la sua sola ombra avrebbe guarito gl’infermi, cosa che non si dice sia avvenuta del Salvatore. Ma ancor meglio, egli continua, intenderemo, sotto questi grandi miracoli, l’opera della Redenzione per la quale i fedeli darebbero per sé e per gli altri la loro cooperazione. Poiché, anche se da noi stessi non possiamo produrre la grazia, essa però non viene in noi senza la nostra cooperazione. Similmente col nostro buon esempio, coi nostri incoraggiamenti e consigli, possiamo far sì che la grazia prenda radice nel nostro prossimo, cresca e produca buon frutto. Ciò vuol dire fare cosa più grande di quel che fece Cristo coi suoi miracoli visibili (1).
2. Il produrre la grazia è cosa in realtà ben più sublime e gloriosa del produrre miracoli, e ciò tanto per Iddio che per gli uomini. Dio non opera ordinariamente il miracolo che per cose sensibili, restituendo ad un uomo in modo soprannaturale la salute o risuscitando alla vita un morto. Con la grazia però Egli opera nell’anima, ed in tal guisa, che Egli, non solo la risveglia da morte a vita, cioè la crea di nuovo, ma mette in essa qualcosa di più elevato di prima innalzandola al disopra della natura, piantando in essa il germe di una vita soprannaturale. Non vi è dunque per parte nostra alcuna esagerazione nell’asserire che la grazia è il più grande miracolo dell’onnipotenza di Dio1 . È più grande della creazione dal nulla delle cose naturali e non ha altro confronto che con quella ineffabile attività del Padre per la quale Egli genera suo Figlio sino dall’eternità e lo unisce, nel tempo, all’umana natura. Tanto soprannaturale, elevata e misteriosa, è la generazione di Cristo, altrettanto è soprannaturale e piena di mistero l’infusione della grazia nell’anima nostra, poiché con essa – secondo le parole di S. Leone – veniamo a partecipare alla generazione di Cristo (3).
3. E noi – e questo è il colmo delle meraviglie – possiamo e dobbiamo cooperare alla grazia più ancora di quel che abbiano potuto cooperare i Santi ai miracoli che Dio operava per loro mezzo. I santi erano solo strumenti per i quali Dio – talvolta a loro insaputa ed anche contro il loro volere – dava al mondo le più meravigliose testimonianze della sua onnipotenza. Ma l’effetto della grazia senza il nostro concorso risulta inefficace, come lo sarebbe stata l’Incarnazione del Divin Figlio in Maria senza il di Lei consenso. I santi potevano benissimo lasciare che Dio operasse per loro tante meraviglie senza che le loro forze vi potessero influire anche menomamente. Per la grazia, però, Dio vuole che noi stessi, col suo aiuto, vi ci prepariamo, che la prendiamo dalle sue mani, che la conserviamo con ogni cura, e ci studiamo più che è possibile di farla sviluppare in noi fino alla piena sua maturità.
4. Ognuno comprende che il richiamare alla vita un’anima ferita a morte è cosa ben più grande che risuscitare un corpo. Nessuno potrà mettere in dubbio se sia più grande prodigio ravvivare la carne per una vita caduca e per il godimento di appetiti dei sensi, terreni e passeggeri, o il condurre l’anima ad una vita eterna ed al godimento di beni celesti, e tanto ad essa, come in un giorno futuro anche alla sua carne, dare una vita eterna e beata. Ma se noi vogliamo da Dio il miracolo della conservazione della nostra vita corporale, perché non desideriamo alcun miracolo per l’anima nostra, o meglio, perché non cooperiamo noi stessi ad ottenere il miracolo che ci sia restituita la vita dell’anima? Se tu sapessi di potere richiamare alla vita il tuo fratello defunto per mezzo del pentimento dei tuoi peccati, saresti tu così ostile verso Dio e tanto crudele verso tuo fratello da non volerlo fare? Eppure tu puoi con un semplicissimo atto di dolore risuscitare te stesso da morte, e neppure da quella del corpo, ma sebbene da quella dell’anima; e da una morte eterna passare ad una vita che sarà eternamente beata. Tuttavia non vai forse procrastinando e negando a te stesso l’aiuto meraviglioso che Dio ti offre per mera sua liberalità,
5. Puoi tu, o uomo, desiderare ed anche cooperare ad un’opera più grandiosa? Quante volte senti in te stesso questa ardente brama di compiere qualcosa di grande, di meraviglioso, per il quale gli uomini – che s’ingannano tanto facilmente e con tanto accecamento mirano stupiti tutto ciò che è singolare, tutto ciò che è follia – possano parlarne per lungo tempo! Vedi, ecco qui appunto un compito che fa stupire gli angeli del cielo, e per il quale tu puoi essere di spettacolo al mondo ed alle schiere angeliche! Lavora dunque con tutta diligenza e con tutto l’entusiasmo all’acquisto ed all’accrescimento della grazia in te stesso e nei tuoi simili; mai potrai compiere cosa più grande e meravigliosa! Oh se gli uomini sapessero la grande opera che compiono quando con una sincera contrizione dei loro peccati la rompono con la loro vita passata e ne cominciano una nuova! Sì, veramente essi compiono cosa ben più grande che se risuscitassero un uomo da morte, o se creassero un uomo dal niente. «Se Dio ti ha creato uomo» dice S. Agostino(1), «tu però – s’intende con l’aiuto di Dio – fai di te stesso un giusto, e allora avrai fatto più di quello che ha fatto Dio», cioè più di quello che Egli abbia fatto col chiamarti dal nulla alla vita naturale.
6. Se dunque la contrizione per la quale risvegliamo l’anima da morte è già qualcosa di così grande, comprenderemo facilmente come ogni azione buona e soprannaturale, che noi possiamo compiere nello stato di grazia, non sarà meno grande e meno capace di sviluppare in noi forze meravigliose. Per ogni nuovo grado di grazia da noi guadagnato veniamo ad essere sollevati ancora di più sopra la nostra natura ed a stringere più intimamente la nostra unione con Dio. Se noi avessimo dunque un adeguato concetto del valore della grazia, se pensassimo quale forza risiede in ogni azione prodotta dalla grazia per aumentare questa in noi, se finalmente ci rendessimo conto del come è facile, coi meriti di queste azioni, aumentare la nostra beatitudine eterna, non lasceremmo allora, senza dubbio, andar perduto nemmeno un istante senza amare Dio e mostrare a Lui il nostro amore con buone opere. E ci sentiremmo altresì ricoperti di confusione e di vergogna al pensiero che per ogni nostro più piccolo sacrifizio ci lamentiamo spesso di Dio, anzi mormoriamo di Lui. Se pensassimo come aumenta la nostra dignità per un solo atto di virtù non ce ne lasceremmo sfuggire ad alcun prezzo l’occasione, per non avere poi da rimpiangere che tra centinaia d’occasioni che ci si sono offerte di sacrificarci per il Signore, ne abbiamo lasciate passare anche una sola. Noi dovremmo piuttosto gioire con l’Apostolo quando abbiamo da soffrire alcuna cosa per amore di Dio (At 5, 41). Nessuno vorrebbe essere così crudele da non risanare con gioia un malato o da non far ricco un povero, se potesse farlo con una piccola elemosina o con una breve preghiera. Ma non siamo noi forse più crudeli verso noi stessi quando non vogliamo aumentare la bellezza celestiale ed i divini tesori dell’anima nostra quando potremmo farlo ad un prezzo così minimo? Perché non cospargiamo tutte le nostre azioni con lo spirito di fede, di amore, di generosità, affinché noi con ogni azione compiuta in tal modo, acquistiamo un nuovo grado di grazia; di quella grazia che è più sublime di ogni cosa naturale creata e più grande ancora del miracolo?
7. L’infusione, l’acquisto e l’aumento della grazia è perciò un prodigio di un ordine più elevato, più grande ancora del miracolo. E perché allora risveglia così poco la nostra ammirazione? Solo perché non è visibile ai nostri occhi corporali, né afferrabile ai nostri sensi ottusi, perché non è come gli altri miracoli, raro ed eccezionale, ma invece procede conforme ad una legge generale e ben regolata. Ma appunto queste circostanze dovrebbero renderla ancora più pregevole agli occhi nostri. La distribuzione delle grazie non è visibile poiché essa è un prodigio che si passa nell’interno dell’anima, a noi nascosto, e perché non possiamo vedere Dio col quale veniamo ad unire per mezzo di essa. Questo appunto mostra l’elevatezza di quella grazia che al nostro spirito, così immerso nel mondo sensibile, resta così difficile di afferrare nella sua vera grandezza. Più un oggetto richiede fatica a penetrarlo e più è facile per noi il persuaderci che esso è profondo ed elevato da meritare le nostre indagini ed i nostri sforzi. Per questo appunto ci attirano misteri del mondo sidereo, per questo sacrifichiamo il nostro tempo e la nostra vita ad investigare le leggi della natura, e per questo ancora l’incomprensibilità di Dio e dell’eternità ci riempie di riverenza e di santo terrore. Come Dio non sarebbe il Dio infinitamente grande, se noi potessimo vederlo coi nostri occhi, così anche la grazia, se fosse facilmente comprensibile, non saprebbe attrarre tanta venerazione e tanto stupore. La grazia ci viene data inoltre secondo una legge comune e regolare. Ciò pure sta a dimostrare l’onnipotenza e l’amore infinito di Dio poiché ci palesa quanto Dio sia liberale, quanto potente e ingegnoso nel suo amore, mentre Egli in questa grande opera non dà a misura, come negli altri miracoli, né in circostanze straordinarie, né servendosi di uno solo dei suoi grandi servi per operarli, ma invece la lega alle nostre azioni le più comuni e lascia che si nasconda nel ciclo della nostra quotidiana attività. Gran Dio! e dovremmo noi apprezzare meno il tuo dono, dovendo tanto più apprezzare Te che sei il donatore? E dovremmo tener meno conto del tuo dono che ci porgi sempre e con tanta facilità, come se Tu ce lo donassi in più scarsa misura e più di rado? Se tu concedessi la tua grazia ad un solo individuo, e anche questa per una sola volta, quanto non faremmo tutti conto di questa grazia! Come ci sarebbe impossibile il concepire come quell’uomo che è stato così beneficato per quella grazia, possa essere disposto a rinunziare al possesso di quel bene così unico! Oh no, benignissimo Iddio! la tua liberalità sconfinata ci deve appunto incitare a ricordarci sempre di Te e ad impiegare tutte le nostre energie per conservare e tenere in alta stima il Tuo dono, o Datore amantissimo!
M.J. SCHEEBEN
Svegliatevi, figli Miei, prima che sia troppo tardi.
Una spada trafiggerà il tuo cuore
Cari amici,
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, i suoi genitori portarono il Bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, proprio come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio che aprirà il grembo materno sarà consacrato al Signore", e per offrire il sacrificio di "un paio di tortore o due giovani piccioni, " secondo il dettato della legge del Signore. C'era a Gerusalemme un uomo che si chiamava Simeone. Quest'uomo era giusto e devoto, aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. … Quando i genitori introdussero il bambino Gesù per eseguire l'usanza della legge riguardo a lui, Simeone lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: "Ora, Signore, lascia andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che tu hai preparato in vista di tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria per il tuo popolo Israele". Il padre e la madre del bambino rimasero stupiti da ciò che si diceva di lui; Simeone li benedisse e disse a Maria, sua madre: «Ecco, questo bambino è destinato alla caduta e alla risurrezione di molti in Israele, e ad essere un segno di contraddizione e a te stesso una spada trafiggerà, affinché siano rivelati i pensieri di molti cuori». (Passaggio dal Vangelo di San Luca 2:22-25, 27b-35)
Questa mattina alle ore 9.30 celebrerò la Santa Messa nel Piccolo Santuario di Nostra Signora dell'Isola del Principe Edoardo per la festa di Nostra Signora del Monte Carmelo. Così la Nostra Beata Madre mi ha dato un messaggio oggi e si riferisce alla profezia di Simeone quando San Giuseppe e la Nostra Beata Madre portarono il Bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme.
Qui sotto c'è il messaggio della Nostra Beata Madre dato a Padre Melvin. Gli disse queste parole:
"Ti benedico, figlio Mio Melvin e tutti i Miei figli e figlie che vivono in tutti i diversi continenti del mondo. Oggi è la Mia Festa sotto il titolo di Nostra Signora del Monte Carmelo. È quindi appropriato che mi riferisca al passaggio della Bibbia in cui Simeone profetizza che una spada avrebbe trafitto il mio cuore. Questa profezia si è avverata quando mi trovavo ai piedi della croce di mio Figlio Gesù e ho subito un martirio spirituale quando ho visto mio Figlio morire in un dolore così orribile per la salvezza di tutti i popoli del mondo.
È stato sulla croce, prima di morire, che Gesù mi ha dato a tutti voi per essere vostra Madre. Come vostra Madre, vi rivolgo tutte queste parole: svegliatevi, figli Miei, prima che sia troppo tardi. Ritorna al tuo Signore e Salvatore con grande fede e pentiti di tutti i tuoi peccati. Venite e siate membri a pieno titolo della Chiesa che il vostro divino Salvatore ha stabilito sugli Apostoli con Pietro come capo. Questa è la vera Chiesa alla quale oggi dovete appartenere. Solo coloro che fanno parte di questa Chiesa saranno in grado di resistere agli attacchi e alle persecuzioni che presto si abbatteranno sui credenti. Ci sarà molta sofferenza a causa degli sconvolgimenti che sono molto vicini. Mio Figlio vi darà la forza di vivere tutto questo. Prego per tutti voi".
Padre Melvin - 16 luglio 2011
Le sofferenze della Madonna
Riflettendo sul mistero delle sofferenze della Madonna nella sua missione materna di Corredentrice e Mediatrice universale, san Bernardino da Siena afferma che non è solo l'intelletto umano a non comprenderne l'immensità e l'acerbità amarissima delle sofferenze, ma nemmeno l'intelletto angelico e anzi, secondo san Bernardino, anche tutti gli angeli assieme non potrebbero comprendere l'immensità e l'acerbità delle sofferenze della Madonna.
In realtà, non è difficile capire che soltanto Gesù, il Verbo Incarnato e Redentore universale, ha potuto misurare tutta l'immensità e l'intera acerbità delle sofferenze della divina Madre sua e Madre nostra: si tratta delle sofferenze da Lei patite in tutto l'arco della sua esistenza terrena messa a servizio del mistero della Redenzione universale, per la salvezza di tutto il genere umano.
Il pio padre Abbatelli, redentorista, nel suo bel libro La Passione della Vergine Addolorata, ha voluto anche stabilire un raffronto suggestivo fra le "sette spade" evangeliche delle sofferenze corredentrici dell'Addolorata, con i biblici "sette giorni" della creazione dell'universo, scrivendo che «le meraviglie operate da Dio nei sette giorni della creazione si dimenticano di fronte ai sette abissi di Dolori, che si accavallano l'uno più sterminato dell'altro sull'anima di Maria nei giorni della redenzione» (p. 74).
D'altra parte, è pur vero che se si vuole avere un'idea in qualche modo adeguata dell'immensità e dell'acerbità delle sofferenze della Madonna, forse si può averla pensando alla possibile proporzione esistente fra le immense gioie di Colei che, nei cieli, è la «Donna vestita di sole, incoronata da dodici stelle, con la luna sotto i piedi» (Ap.12,1), e le immense sofferenze di Colei che, nostra Madre Corredentrice, «stava» ai piedi di Gesù crocifisso sul Calvario (Gv.19,25), con l’"anima trapassata" dalla spada del dolore (cfr. Lc 1,35).
È vero, in ogni caso, che a noi, poveri esseri mortali, è più facile di solito cogliere l'aspetto delle terribili sofferenze della Madonna, più che l'aspetto delle sue gioie e glorie eccelse. Di fatto, appare del tutto ovvio che la Madonna Corredentrice noi la sentiamo tanto più vicina a noi e alle nostre quotidiane sofferenze, rispetto alla Madonna Regina del cielo e della terra, così come la Mamma sofferente noi arriviamo a sentirla molto più "nostra", rispetto alla Mamma che sta bene e gioisce per noi. Per questo, la Madonna in lacrime ai piedi della Croce, sul Calvario, noi la cogliamo e l'avvertiamo sicuramente molto più vicina alle nostre sofferenze, l'avvertiamo, cioè, più "Mamma" di quando la vogliamo contemplare nell'eccelsa beatitudine dei cieli.
E noi tutti si può senz' altro dire che la Madonna stessa, immersa nelle sofferenze della Corredenzione universale, non può non sentirsi "di più nostra" e non può non sentire ciascuno di noi "di più suo", quale figlio da Lei redento in unità di immolazione con Gesù, il Figlio Redentore, che è stato crocifisso per la salvezza di tutti. E proprio perché l'Addolorata ci sente di più" suoi", come assicura sant' Alfonso de' Liguori, sono più numerose le grazie che Ella dona ai devoti delle sue sofferenze.
Prendiamo esempio dalla vita di due grandi sante come santa Chiara da Montefalco e santa Margherita da Cortona, e di due grandi santi come san Paolo della Croce e san Gabriele dell'Addolorata, che furono ricolmati di grazie e meriti speciali per la devozione che coltivavano ai Dolori di Maria Santissima. Ma potremmo ricordare anche i Sette Santi Servi di Maria e molti altri Santi ancora, arricchiti di grazie anche straordinarie dalla loro devozione alla Madonna Addolorata. Gesù stesso, del resto, rivelò alla beata Veronica da Binasco che le lacrime versate sui dolori della Madonna gli erano più gradite di quelle versate al ricordo della sua stessa Crocifissione e Morte. E santa Brigida, in una mirabile visione avuta nella Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, poté comprendere con viva commozione l'altissimo pregio che nei cieli viene riconosciuto alle sofferenze della Madonna.
La conferma ancora più valida, infine, della preziosità inestimabile delle sofferenze della Madonna Addolorata ci viene dai molti Santuari, Chiese, Cappelle, Altari, oltre che dagli Istituti religiosi, dalle Congregazioni e dalle Associazioni dedicate all'Addolorata, presenti in ogni parte del mondo, a segno evidente della ricca fecondità di grazie legate al culto e alla devozione alla Madonna Addolorata.
Qual è, però, la nostra devozione ai dolori di Maria Santissima? Come è possibile che noi siamo così tiepidi, se non addirittura indifferenti e non curanti?...
Prendiamo esempio dal beato Michele Pro, il quale così pregava l'Addolorata: «Lasciami vivere accanto a te, Madre mia, per tener compagnia alla tua solitudine e al tuo profondo dolore; lasciami risentire nella mia anima il lamento doloroso dei tuoi occhi e l'abbandono del tuo cuore ... Ciò che voglio, o Vergine Addolorata, è di stare vicino a Te, in piedi, per fortificare il mio spirito con le tue lacrime, consumare il mio sacrificio col tuo martirio, sostenere il mio cuore con la tua solitudine, amare il mio e tuo Dio con l'immolazione di tutto il mio essere. Amen».
Per carità, guardiamo anche noi la divina Mamma in lacrime di dolore ai piedi della Croce, e supplichiamo la con le parole ardenti del beato Jacopone da Todi: «Orsù. Madre, fonte dell'amore, fammi sentire la forza del dolore e fa' che io pianga con Te!». Quale grazia sarebbe mai questa!
Padre Stefano Manelli
Pregate per le anime consacrate, il mio Cuore le ama tanto, ma loro non corrispondono a questo amore. A quanti, il demonio oscura la mente per farli precipitare nel profondo dell'abisso!
Prado Nuevo (El Escorial)
Nostra Signora:
Figlia mia, mio Figlio disse agli apostoli: “Me ne vado, figlioli, e per ora non mi vedrete più, ma dopo verrò a prendervi”.
Sì, figlia mia, è partito, è andato con il Padre, ma sai perché? Per preparare le dimore. Le dimore sono preparate per tutti coloro che vogliono chiedere perdono dei loro peccati. Ma non sapete, figli miei, che prima di partire mio Figlio ha detto: “Lo Spirito Santo verrà a prepararvi per ottenere quelle dimore”?
Non ci fate caso, figli miei; ma il tempo stringe e voi non cambiate. Se gli uomini non cambiano, sarò costretto a lasciare cadere il pesante braccio di mio Figlio. Perciò vi dico, figlioli: Cristo sta per tornare in una nube, ma circondato da angeli; ma chi non è alla sua destra non entrerà nel Regno dei Cieli.
Non pensate che questa sia politica, figli miei; la destra del Padre significa per tutti gli eletti, non per tutti quelli che sono di destra, come molti di voi pensano. Non mescolate la politica in questo Rosario, figli miei; la politica serve a condannare voi stessi.
Siate umili e osservate i comandamenti, perché Cristo sta scendendo con la sua grande potenza e la sua grande maestà; ma darà a ciascuno secondo le sue opere, figli miei. Ve l'ho detto tante volte: io, quando mio Figlio è salito al cielo, sono rimasta sulla terra sola, molto sola, figli miei; ma sono rimasta per testimoniare alla mia Chiesa; ma, povera la mia Chiesa, cosa ne hanno fatto? Guarda, figlia mia, il mio Cuore è triste.
Ma questa tristezza è sentita dal mio Cuore, perché vedo che i tempi si avvicinano e gli uomini non cessano di offendere Dio. Il castigo sarà orribile.
Luz Amparo:
Date loro tempo, più tempo, più tempo.
Nostra Signora:
Guarda, è molto vicino: grandi città crolleranno, figlia mia; sembrerà, come ho detto prima.... peggio di quaranta terremoti messi insieme. E tutto questo perché gli uomini non smettono di offendere Dio. Non offendetelo più, figlioli, perché Dio Padre sta per scatenare la sua ira da un momento all'altro.
Pregate per le anime consacrate, figli miei; il mio Cuore le ama tanto, ma loro non corrispondono a questo amore. A quanti, figlia mia, il demonio oscura la mente per farli precipitare nel profondo dell'abisso! Siate umili, figli miei, e fate sacrificio, sacrificio, figli miei, e preghiera. Baciate la terra, figlia mia, per le anime consacrate, figlia mia; per quelle anime, che trascinate nell'abisso, pagheranno per il loro peccato e per il peccato di quelle anime. Pregate per loro, figlioli, hanno un grande bisogno di preghiera. Siate umili, perché senza umiltà non potete ottenere il Paradiso.
Togli un'altra spina dal mio Cuore, figlia mia, da un'altra anima consacrata. Il mio Cuore è circondato da spine; anche tutto il centro del mio Cuore è pieno, figlia mia...
Senti il mio Cuore, senti un grande dolore, ma allo stesso tempo senti una grande gioia, solo con un'anima che è stata purificata.
Stai per scrivere un nome nel Libro della Vita, figlia mia; è da molto tempo che non scrivi un nome. Prendi la penna, figlia mia..... C'è già un altro nome nel Libro della Vita, figlia mia; vedi quanto vale il sacrificio, anche se si tratta di una sola anima che viene purificata? Questo nome, figlia mia, l'ho lasciato come ricompensa per la tua sofferenza. C'è già un altro nome. Oggi, figlia mia, ti darò tutte le prove, figlia mia. Prendi il calice del dolore e bevi qualche goccia; quanto poco è rimasto!
Luz Amparo:
Non voglio ancora berlo, perché ci sia più tempo.
Nostra Signora:
Devi bere un'altra goccia, perché gli uomini non hanno dolore per offendere Dio..... L'ultima è molto amara, figlia mia, perché la fine dei tempi è vicina. Vedi come il mondo sarà lasciato come in un deserto, figlia mia; non si vedranno che cadaveri dappertutto; ma tutti coloro che sono stati scelti, saranno lasciati come in un'estasi, figlia mia; assolutamente nulla li colpirà nel loro corpo.
Luz Amparo:
E tutti quelli? Oh, tutti! Oh, non portateli via tutti, no. Oh...!
La Vergine:
Ti ho già detto, figlia mia, che molti saranno chiamati e pochi entreranno da questa porta. Guarda com'è piccola questa porta; pochi entrano da qui, figlia mia; ma guarda questo sentiero, quanto è largo, quanti vanno in fondo al precipizio. Per questo, figlioli, vi do tanti avvertimenti: perché possiate salvarvi. Avete ancora tempo, figli miei; sacrificatevi, sacrificatevi e pregate. Con penitenze, sacrifici e preghiere salverete le vostre anime. Bacia ancora la terra, figlia mia, per la conversione dei poveri peccatori.... Questo atto di umiltà, figlia mia, per la salvezza dei poveri peccatori.
Solleva tutti gli oggetti. È un giorno molto importante, figlia mia. Sto per benedire tutti gli oggetti... Sono già benedetti; con questi oggetti puoi convertire tante anime, figlioli....
Ti darò una ricompensa, figlia mia, ma non perché sei umile, bensì come ricompensa per la tua sofferenza. Bacia il piede... Devi essere più umile; con l'umiltà potrai aiutare molte anime. Umiltà vi chiedo, figlioli
21 aprile 1984
Il Signore non sempre segue i tuoi desideri...
"Miei cari fratelli e sorelle,
In linea di principio vorresti che tutti gli uomini facessero e agissero come te, vorresti che avessero i tuoi stessi orientamenti e quindi fossero a tua immagine. Ma il Signore sta facendo in modo che non diventino come vorreste voi!
I genitori raramente hanno figli come desiderano. Ma Dio non obbedisce ai loro desideri di identità e uniformità. Se il Signore li mette di fronte alla differenza, è per la semplice ragione che essi sono molto più disponibili ad acquisire la vera conoscenza e più saggezza.
Tu non sei paragonabile a quel malato che chiede la salute nel modo seguente: "Se Dio mi guarisce, d'ora in poi crederò in Lui". Non essere quel giovane studente preoccupato per il suo esame che dice: "Se grazie a Dio lo supero, ascolterò i miei genitori e seguirò il loro consiglio". O ancora, il negoziante che pensa: "Se Dio fa sviluppare la mia attività, saprò che Lui esiste"!
Capite che non potete andare da Dio con questo tipo di calcoli e contrattazioni. Il Signore potrebbe facilmente soddisfare tutte le tue speranze, ma se non obbedisce alla tua richiesta, è per il tuo bene. Pensa che ti ha dato Suo Figlio e il dono stupendo della vita eterna. Così avete la pace con Dio e il diritto di essere chiamati Suoi figli, i Suoi cari figli la cui gioia è di confidare in Lui e di obbedirGli.
Il Signore Gesù è sempre disponibile, tutto dipende dall'accoglienza che gli prepari mettendoci tutta la tua buona volontà e quindi tutto il tuo amore. Ciò che è importante per Lui è che tu l'abbia scelto: il centurione ha scelto di venire a implorare il Signore; Zaccheo si sentì così felice e favorito di ricevere il Signore Gesù in mezzo a un'assemblea di uomini disprezzati; Maria, sorella di Marta, che scelse di sedersi con il Signore a scapito della sorella, che fu travolta dal suo buon proposito di ospitalità.
Quando si partecipa alla Santa Messa, si è scelto, proprio come Maria, di trascorrere un'ora intensa con il Signore e la risposta di Gesù è questa: la parte più bella è aver scelto!
Il Signore Gesù ha portato dentro di sé tutte le tue piaghe e tutte le tue debolezze, così che le tue azioni sono azioni d'amore. Ricordate che il Signore vi ha chiamati e vi ha invitato a camminare sulla Sua via.
Andate da Dio solo per chiedere? Da ringraziare? o andate a Lui anche per adorarlo... Pensa a tutto questo!
Con tutta la vostra famiglia in Cielo, sotto la Luce dell'Eterno Padre, tutto l'Amore del Signore Gesù, di Sua Madre, la Beata Vergine Maria, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Giovanni, tuo messaggero di speranza"
27.05.2013
GESÙ, MI SPERDO IN TE
INSEGNAMENTI (E PREGHIERE) DI GESÙ SUL PREGARE NELLA DV
Gesù, mi sperdo in Te: sperdo la mia preghiera nella tua, in modo che la tua e la mia siano una sola preghiera e più non si conosca quale sia la tua e quale la mia; sperdo le mie pene, le mie opere, il mio volere, il mio amore, tutti nelle pene tue, nelle tue opere, nel tuo Volere, nel tuo Amore, in modo che si mescolino le une con le altre da formare una sola cosa, tanto ch’io possa dirti: “Ciò che è tuo, Gesù, è anche mio”. E, con mio guadagno grandissimo e con sommo tuo contento, voglio ripeterti spesso, in tutto ciò che faccio: “Amato mio Gesù, lo verso in Te, per poter fare non la mia volontà, ma la Volontà tua Divina”. E Tu, versa il tuo agire in me. (Cfr. Vol. 12 - 31.1.1918) E così, sperso nella tua Umanità, voglio seguire, o Gesù mio, tutto il tuo operato, e quindi, nel tuo Volere unisco i miei pensieri ai tuoi, e siccome i tuoi pensieri circolano in ogni intelligenza creata, voglio che ogni pensiero di creatura attinga dai tuoi l’amore della tua Intelligenza, per poter mettere nel volo dell’amore ciascun pensiero di creatura; voglio che questo volo giungendo fin su nel Cielo, innanzi alla Suprema Maestà, confondendosi con l’Eterno Amore, attiri in terra su tutte le creature l’Amore increato della Trinità Santissima. (Cfr. Vol 16 - 6.9.1923)