L'EPISTOLARIO
Forma stilistica
Le lettere sono scritte in stile piano e semplice, alle volte anche disadorno e non privo di nei grammaticali e lessicali. Padre Pio spesso doveva lottare contro un fattore che gli rendeva non sempre facile e chiara la manifestazione scritta del proprio pensiero: esprimere con vocaboli usuali le sue altissime esperienze spirituali.
Anche se a volte stende la minuta è evidente che non lima letterariamente quanto ha scritto. Però i suoi "scritti sempre scuciti", come li chiama in una lettera a padre Agostino (16 2 1915), non sono privi d'immagini ed espressioni eleganti, poetiche, come queste scelte a caso fra tante: "Ecco una languida figura di ciò che Gesù opera in me. A quella guisa che un torrente trascina seco nella profondità dei mari tutto ciò che incontra nel suo corso, così l'anima mia che si è sprofondata nell'oceano senza rive dell'amore di Gesù, senza alcun mio merito e senza potermene rendere ragione, attira dietro di sé tutti i suoi tesori" (9 8 1912).
"Egli [Dio] per adesso nulla può darti come il raggio d'una stella, il profumo d'un fiore, il gemito d'un'arpa, le carezze del vento" (5 11 1912).
"Le vostre risposte sui tanti problemi, dubbi e difficoltà io le aspetto come luce di paradiso, come rugiada benefica su pianta assetata" (21 4 1915).
"L'amarezza della prova viene addolcita dal balsamo della bontà e della misericordia di Dio. Viva Dio, che sa si meravigliosamente alternare le gioie e le lagrime da condurre l'anima per incognite vie al raggiungimento della perfezione; la perfezione ch'egli sa trarre anche da quello che all'anima sembra e reputa un male; la perfezione, fiore che Iddio pietoso fa sbocciare tra le spine del dolore, innaffiato dalle lagrime dell'anima che pazientemente soffre, che umilmente ai divini voleri si uniforma e che caldamente e fervidamente prega" (20 61915).
"Oh come questa comitiva è santa, è nobile, augusta, pregevole e cara! Oh come in essa la gioia è sincera, la pace profonda, il camminar coraggioso, il vivere perfetto! La fede la anima, la fiducia la sostiene, la carità l'accende, il pudore l'abbellisce, la penitenza l'adorna" (24 6 1915).
"La pace è la semplicità dello spirito, la serenità della mente, la tranquillità dell'anima, il vincolo dell'amore. La pace è l'ordine, è l'armonia in tutti noi; ella è un continuato godimento, che nasce dal testimonio della buona coscienza; è l'allegrezza santa di un cuore, in cui vi regna Iddio. La pace è il cammino alla perfezione, anzi nella pace si trova la perfezione. Ed il demonio, che conosce assai bene tutto questo, fa tutti gli sforzi per farci perdere la pace" (10 7 1915).
"Non vi preoccupi il pensiero che il tempo della prova è lungo ancora; è meglio il purgatorio sofferto per volontà di Dio, che deliziarsi nel chiostro, pallida figura della Gerusalemme celeste. Non si perviene a salvezza senza attraversare il burrascoso mare, sempre minacciante rovina. Il Calvario è il monte dei santi; ma di là si passa ad un altro monte che denominasi Tabor" (10 10 1916).
Ciò premesso, è doveroso aggiungere che nell'epistolario vi è un notevole gruppo di lettere di una straordinaria bellezza letteraria e spirituale, degne di comparire in una antologia di spiritualità, nella quale certamente troveranno un posto preminente. Sono scritte con calore e convinzione, con una logica implacabile e con accenti che toccano soavemente il cuore ed illuminano saggiamente l'intelletto. I più complessi stati della vita mistica sono descritti con meravigliosa limpidezza di linguaggio e con non comune chiarezza
di concetti.
In un periodo reso particolarmente difficile, da continui e violenti assalti di satana, che con le sue insidie si ostinava a rendere impossibile la direzione per iscritto (cf. lett. 31, 82, 102, 103, 104, 107), s'inserisce un episodio alquanto strano e insolito nella pedagogia della direzione spirituale. Per far dispetto a satana, padre Agostino scrive parecchie lettere in latino (4), greco (3), e francese (37). Queste ultime non sono un modello stilistico né grammaticale, noi però le pubblichiamo, con qualche correzione, così come sono uscite dalla sua penna, perché hanno soltanto, almeno per noi, un valore documentario, in quanto trasmettono un insegnamento e svelano un aspetto curioso e forse unico nella corrispondenza spirituale: servirsi, cioè, d'una determinata lingua, il cui uso dispiace a satana!
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