Handbook sull’aborto
L'ABORTO E L'OPINIONE PUBBLICA
Nel corso degli ultimi anni sono stati effettuati numerosi sondaggi dell'opinione pubblica, dai quali sembra emergere un lento rafforzamento della tendenza in favore dell'aborto.
Recentemente, tuttavia, si sono avuti due riscontri che, per il numero elevato di persone coinvolte, hanno tolto ogni significato a quanti li hanno preceduti. I cittadini degli stati del North Dakota e del Michigan sono andati infatti alle urne nel novembre del 1972 per votare sulla proposta di introduzione dell'aborto libero fino alla ventesima settimana di gravidanza.
Le forze abortiste avevano scelto accuratamente entrambi gli stati: il North Dakota contava soltanto il 12% di cattolici, mentre il Michigan, uno stato eterogeneo, aveva una popolazione che per il 51 % non seguiva alcuna religione. I sondaggi preliminari indicavano una maggioranza di oltre il 60% a favore dell'aborto.
I maggiori quotidiani, specialmente nel Michigan, avevano condotto una massiccia campagna di propaganda a favore dell' aborto. Le forze abortiste, largamente finanziate, hanno acquistato intere pagine di giornale ed un gran numero di shorts radio-televisivi. Alcune stazioni radio e televisive erano fortemente pro-aborto, mentre altre hanno concesso un ugual spazio alle due fazioni. Senza poter contare su simili controlli e finanziamenti, i sostenitori della vita si sono avvalsi della loro maggior risorsa: volontari estremamente impegnati, che hanno condotto la loro campagna educativa di porta in porta in entrambi gli stati.
Il giorno delle elezioni uno sforzo educativo a saturazione era stato portato a termine da entrambe le parti: una novità assoluta nella storia recente del nostro Paese.
I risultati? Nel Michigan i voti contrari all'aborto hanno raggiunto il 62%, mentre nel North Dakota si sono aggirati attorno al 78%.
Due mesi più tardi, questa chiara espressione della volontà del popolo americano veniva totalmente ignorata ed annullata dai suoi rappresentanti con una sentenza emessa da sette giudici della Corte Suprema.
UNA NUOVA ETICA?
Stiamo forse assistendo al sorgere di una nuova etica per quanto
riguarda il valore della vita umana?
Alcuni cercano di sostenerlo. Può essere interessante citare un recente editoriale:
«Il rispetto di ogni e di tutte le vite umane è da sempre una pietra miliare della medicina occidentale e rappresenta il principio etico che ha spinto i medici a cercar di conservare, proteggere, curare, prolungare e migliorare ogni singola vita umana.
Poiché la vecchia etica non è stata ancora completamente sostituita, si è reso necessario distinguere il concetto di aborto da quello di uccisione, che continua ad essere socialmente abborrito. Ciò ha portato ad una curiosa tendenza: ad evitare i fatti scientifici; che tutti in realtà conoscono e in base ai quali è noto che la vita umana inizia all'atto del concepimento e continua fino alla morte, indipendentemente dal fatto che l’individuo stia dentro o fuori dell'utero. Il considerevole virtuosismo semantico necessario per razionalizzare l'aborto e presentarlo come qualunque cosa salvo che come soppressione di una vita umana sarebbe ridicolo, se non venisse spesso presentato sotto impeccabili auspici sociali. Si ritiene che questa specie di sotterfugio schizofrenico sia necessario perché, mentre da un lato una nuova etica non è stata ancora accettata, dall’altro la vecchia non è stata ancora definitivamente respinta». JOURNAL California State Medical Assn., settembre 1970
Dr. Jack C. Willke e Barbara Willke
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