martedì 3 settembre 2019

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



In che consiste l'inferno 

Una volta affermata l'esistenza dell'inferno, si vuol sapere naturalmente in che cosa esso consista realmente. Già da quanto detto viene fuori una immagine abbastanza realistica dell'inferno. Trattandosi però di un argomento che, almeno in parte, sfugge alla ragione umana, è bene scendere a maggiori dettagli, sulla scorta sempre dei dati rivelati. Da non dimenticare però che il linguaggio umano, per quanto si voglia, -soprattutto per alcune verità di fede, e tra queste certamente l'inferno - resta sempre assolutamente inadatto alla bisogna, ben lontano cioè dalla realtà. Un punto, questo, sottolineato - come vedremo - da quasi tutti i Santi che, avendo visto l'inferno, ce lo hanno descritto. 

LUOGO E/O STATO? 

Prima di addentrarci nell'argomento è opportuno chiedersi se l'inferno è uno stato e/o un luogo. Il quesito è di non lieve importanza, perché, tra l'altro, se l'inferno fosse solo un luogo, i diavoli o le anime dannate che, per qualsiasi ragione, ne uscissero fuori, sarebbero, almeno in queste ipotizzate parentesi, libere dai loro tremendi supplizi. 
Un'interruzione quindi o almeno una attenuazione delle terribili pene a cui sono essi assoggettati. 
L'inferno, per prima cosa, è certamente uno stato, più che un luogo. Lo stato si confonde con l'essere stesso, implicando esso qualcosa che è nello stesso proprio essere e che, quindi, lo si porta con sé ovunque si vada e comunque si viva. Chi è in stato di malattia, ovunque egli si trovi - o all'ospedale o a casa sua, o a Roma o a Parigi - è sempre malato. 
Essendo uno stato, perciò, è chiaro che il dannato l'inferno, per così dire, lo porta con sé e in sé, ovunque possa trovarsi. Si può capire così come il diavolo, pur scorrazzando - Dio permettendolo per il mondo, è sempre nell'infelicissimo stato di dannazione eterna: e cioè ovunque va e comunque si trova, egli è sempre a bruciare nell'inferno. 
Lo stato del demonio e del dannato è uno stato spaventoso di sofferenza inesprimibile, di disperazione totale, di solitudine inguaribile, di odio che rode e scarnifica, per così dire, tutto l'essere. 
Non importa - o meglio - importa poco se tutto questo è sofferto anche in un luogo tenebroso che accresce la sofferenza: lo stato di dannazione, sostanzialmente, resta quello che è. 
Detto questo e fatta chiarezza su alcun punti essenziali, niente impedisce di ritenere - anzi di dover ritenere - l'inferno anche un luogo. La parola stessa "inferno" dice qualcosa o una realtà "che è sotto". Da dire anzi che alcuni dati biblici sembrano favorire questa opinione. La rivelazione, infatti, parla di "tenebre esteriori"; al ricco epulone che, dall'inferno, chiede il refrigerio di una stilla d'acqua, Abramo risponde, tra l'altro: "tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi" (Lc 16,26); al giudizio finale Dio dirà a quelli della sinistra, i dannati in pratica: "Via da me, maledetti, al fuoco eterno ...e andranno al castigo eterno" (Mt 25,41.46). 
In merito però a questa questione non esistono - né nella S. Scrittura né nel Magistero della Chiesa - affermazioni esplicite e dogmatiche. La Chiesa non si è pronunziata mai in maniera infallibile, anche se tutto lascia pensare - visioni di inferno e apparizioni di dannati - che l'inferno sia - oltre che stato - anche un luogo spaventoso. Senza escludere del tutto l'ipotesi che, trattandosi di apparizioni avute da creature umane e a creature umane destinate, lo stato di dannazione potrebbe essere stato, per così dire, come materializzato anche in un luogo per farne meglio risaltare l'orrenda realtà. Anche i Padri della Chiesa, però, e i teologi più quotati, generalmente, ritengono che l'inferno sia pure un luogo di pena e di sofferenza inimmaginabile che si troverebbe sulla terra o sotto terra. 
Ma se si parla dell'inferno che è anche un luogo, perché esso è sito o immaginato sotto terra? La distanza anche materiale o spaziale, anzi lo sprofondamento nell'abisso non vorrà significare anche e soprattutto lo stato di maledizione e di lontananza da Dio? 

Padre Antonio Maria Di Monda

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