venerdì 7 febbraio 2020

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )


ISTRUZIONI PER LE DIMORE DEI FRATI

14. In altro tempo, trovandosi presso Siena per farsi curare gli occhi, sostava in una  cella, dove, dopo la sua morte, fu edificato in sua venerazione un oratorio. Messer  Bonaventura, che aveva donato ai frati il terreno su cui era stato costruito il convento,  disse al Santo: «Cosa ti sembra di questo luogo?». Rispose Francesco: «Vuoi che ti dica  come devono essere fatti i luoghi dei frati?». E Bonaventura: «Volentieri, padre». Il  Santo prese a dire: «Quando i frati arrivano in una città dove non hanno un luogo per  loro, trovando un benefattore disposto ad assegnare ad essi un terreno sufficiente per  costruirvi il convento con l’orto e le altre cose indispensabili, i frati devono innanzi tutto  determinare quanta terra basterà, senza mai perdere di vista la santa povertà che  abbiamo promesso di osservare e il buon esempio che siamo tenuti a dare al prossimo in  ogni cosa».

Parlava così il padre santo, perché era sua volontà che sotto nessun pretesto i frati  violassero la povertà nelle case e chiese, negli orti e altre cose a loro uso. Non voleva  che possedessero luogo alcuno con diritto di proprietà, e anzi vi abitassero sempre come pellegrini e forestieri.

A tal fine, voleva che nei vari luoghi i frati non fossero numerosi, poiché gli sembrava  difficile osservare la povertà quando si è in tanti. Fu questa la sua volontà, dal momento  della conversione fino al giorno della morte che la santa povertà fosse osservata perfettamente.
15. 
Il Santo proseguì: «Poi, si rechino dal vescovo della città e gli dicano: “ Messere, un  benefattore, per amore di Dio e per la salvezza della sua anima, ha intenzione di offrirci  il terreno bastante per costruire un luogo. Ricorriamo a voi per primo, poiché siete padre  e signore delle anime di tutto il gregge affidato a voi, e anche nostro e degli altri frati  che risiederanno in questo luogo. Vorremmo edificare una casa con la benedizione del  Signore Dio e vostra».

Francesco diceva questo perché il bene delle anime, che i frati vogliono realizzare tra il  popolo, sarà maggiore se, vivendo in concordia con i prelati e il clero, essi guadagnano  a Dio e popolo e clero, che se convertissero solo il popolo scandalizzando prelati e  chierici. Diceva: «Il Signore ci ha chiamati a rianimare la fede, inviandoci in aiuto ai  prelati e chierici della santa madre Chiesa. Siamo quindi tenuti ad amarli, onorarli e  venerarli sempre, in quanto ci è possibile. Per questo motivo sono detti a frati minori “,  perché devono essere i più piccoli di tutti gli uomini del mondo, sia nel nome, sia  nell’esempio e nel comportamento.

Agli inizi della mia nuova vita, quando mi separai dal mondo e dal mio padre terreno, il  Signore pose la sua parola sulle labbra del vescovo di Assisi, affinché mi consigliasse  saggiamente nel servizio del Cristo e mi donasse conforto Per questa ragione e per le  altre eminenti qualità che riconosco nei prelati, io voglio amare, venerare e considerare  miei signori non soltanto i vescovi, ma anche gli umili sacerdoti».

16. «E dopo aver ricevuto la benedizione del vescovo, vadano e facciano scavare un  gran fossato tutto intorno al terreno ricevuto, e vi piantino a guisa di muraglia una  spessa siepe, in segno di santa povertà e umiltà. Poi si facciano apprestare delle case  poverelle, costruite con fango e legname, e alcune cellette separate, dove i frati possano  raccogliersi a pregare e lavorare con più devozione e lontano da discorsi oziosi.

Facciano costruire anche la chiesa. Però i frati non devono far erigere grandi chiese, al  fine di predicare al popolo o sotto altro pretesto. C’è maggiore umiltà e migliore  esempio quando vanno a predicare in altre chiese, osservando la santa povertà e  mantenendosi umili e rispettosi. Se talora venissero da loro prelati o chierici, religiosi o  secolari, le povere case, le cellette e le chiese dei frati dimoranti nel luogo saranno per  gli ospiti una predica, e ne trarranno edificazione».

Aggiunse: «Molto spesso i fratelli si fanno fabbricare grandi costruzioni, violando la  nostra santa povertà, provocando nel prossimo malesempio e mormorazione. Poi, sotto  pretesto di un luogo più comodo o più santo abbandonano il luogo primitivo e i suoi  edifici. Allora quelli che diedero elemosine e la gente, vedendo e udendo ciò, ne restano  molto scandalizzati e urtati.

È più conveniente che i frati abbiano luoghi e edifici poveri, restando fedeli al loro  ideale e dando buon esempio al prossimo, anziché fare del bene in contrasto con la loro  professione religiosa e dando malesempio al popolo. Allora sì, se accadesse ai frati di  abbandonare i luoghi modesti e le abitazioni poverelle in vista di un’abitazione più  adatta, il malesempio e lo scandalo sarebbero meno grandi».

VERGILIO GAMBOSO

L E 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO



La Serva di Dio Luisa Piccarreta scrive „Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.’ contemplando il suo Sposo Crocifisso e condividendone le pene Leggiamo nell’epistolario di Luisa: 


TERZA ORA 
Dalle 7 alle 8 della sera 
La Cena Legale 

O Gesù, già arrivi al Cenacolo insieme con gli amati discepoli e Ti metti a cena con loro. Quanta dolcezza, quanta affabilità non mostri in tutta la tua Persona, nell’abbassarti a prendere l’ultima volta il cibo materiale! Tutto è amore in Te. Anche in questo Tu non ripari solo i peccati di gola, ma impetri anche la santificazione del cibo, e come questo si converte in forza, così impetri per noi la santità anche nelle cose più basse e più comuni. 

Gesù, mia Vita, il tuo sguardo dolce e penetrante pare che 
 scruti tutti gli Apostoli, ed anche in quell ’atto di prendere il cibo, il tuo Cuore rimane trafitto nel 
 vedere i tuoi cari Apostoli deboli e fiacchi ancora, specie il perfido Giuda, che già ha messo piede nell’inferno. E Tu, dal fondo del Cuore, amaramente dici: “ Qual’é l’utilità del mio Sangue? Ecco un’anima da Me tanto beneficata, è perduta!”. 
E con i tuoi occhi sfavillanti di luce e di amore lo guardi, come a volergli far comprendere il gran male che si accinge a fare. Ma la tua suprema carità Ti fa sopportare questo dolore e non lo fai manifesto neppure ai tuoi amati discepoli. E mentre Ti addolori per Giuda, il tuo Cuore si riempie di gioia nel vederti alla sinistra il tuo amato discepolo Giovanni, tanto che, non potendo più contenere l’amore, dolcemente attirandolo a Te, fai a lui posare il capo sul tuo Cuore, facendogli provare il paradiso anticipato. Ed è in quest’ora solenne che nei due discepoli vengono raffigurati i due popoli, il reprobo e l’eletto: il reprobo in Giuda, che sente già l’inferno nel cuore; l’eletto in Giovanni, che in Te riposa e gode. 

O dolce mio Bene, anch ’io mi metto a te vicino, e insieme al tuo amato discepolo voglio poggiare il mio capo stanco sul tuo Cuore adorabile, e Ti prego di far sentire a me, anche su questa terra, le delizie del Cielo, onde la terra non sia per me più terra, ma Cielo, rapita dalle dolci armonie del tuo Cuore. Ma in quelle armonie dolcissime e divine, sento che Ti sfuggono dolorosi palpiti; sono per le anime perdute! O Gesù, deh, non permettere che nuove anime si perdano! Fa’ che il tuo palpito, scorrendo nel loro, faccia sentire i palpiti della vita del Cielo, come li sentì il tuo amato discepolo Giovanni e, attratte esse dalla soavità e dolcezza del tuo amore, possano tutte arrendersi a Te. 
O Gesù, mentre rimango nel tuo Cuore, dà anche a me il cibo, come lo desti agli apostoli: il cibo dell’amore, il cibo della tua divina parola, il cibo della tua Divina Volontà. O mio Gesù, non mi negare mai questo cibo che tanto Tu stesso desideri darmi, perché si formi in me la tua stessa vita. Dolce mio Bene, mentre me ne sto a Te vicino, vedo che il cibo che Tu prendi insieme ai tuoi cari discepoli, non è altro che un agnello. 

E ’ questo l’agnello figurativo; e come in questo agnello non rimane umore vitale per la forza del fuoco, così Tu, Agnello mistico, che tutto devi consumarti per le creature per forza d’amore, neppure una goccia di Sangue serberai per Te, versandolo tutto per amore nostro. 
Sicché, o Gesù, niente Tu fai che non raffiguri al vivo la tua dolorosissima Passione, che hai sempre presente nella mente, nel Cuore, in tutto; e ciò m’insegna che, se anch’io avessi innanzi alla mente e nel cuore il pensiero della tua Passione, mai mi negheresti il cibo dell’amor tuo. Quanto Te ne ringrazio! 
O mio Gesù, nessun atto Ti sfugge che non abbia me presente e che non intenda farmi un bene speciale. Perciò ti prego che la tua Passione sia sempre nella mia mente, nel mio cuore, nei miei sguardi, nei miei passi, nelle mie pene, affinché dovunque mi volga dentro e fuori di me, trovi Te sempre a me presente; e Tu fammi la grazia che mai io dimentichi ciò che hai fatto e patito per me. Questa sia la mia calamita, che attirando tutto il mio essere in Te, non mi faccia più allontanare da Te. 

Riflessioni e Pratiche 
Prima di prendere il cibo, uniamo le nostre intenzioni a quelle del nostro amabile e buon Gesù, immaginandoci di avere nella nostra bocca, la bocca di Gesù, e muoviamo la nostra lingua e le nostre guance insieme con le sue. Così facendo, non solo attireremo in noi la vita di Gesù Cristo, ma ci uniremo con Lui, per dare al Padre la gloria, la lode, l’amore, il ringraziamento, la riparazione completa dovuta dalle creature, e che il buon Gesù faceva 
in quest ’atto di prendere il cibo. 
Immaginiamoci anche di stare a tavola vicino a Gesù Cristo, ed ora di dargli uno sguardo, ora di pregarlo a dividere con noi un boccone, ora di baciare un lembo del suo manto, ora di contemplare il muoversi delle sue labbra, dei suoi celesti occhi, ora di notare il subitaneo annuvolarsi del suo amabilissimo Volto, quando prevede tante umane ingratitudini. 
Come l ’amante Gesù durante la cena parlava della sua Passione, così noi, prendendo il cibo, faremo qualche riflessione sul modo come abbiamo fatto Le Ore della Passione. Gli Angeli pendono dalle nostre labbra per raccogliere le nostre preghiere, le nostre riparazioni, e portarle innanzi al Padre per mitigare, in qualche modo, il suo giusto sdegno per le tante offese che riceve dalle creature, come le portavano quando il nostro Gesù stava sulla terra. E noi, quando preghiamo, possiamo dire che gli Angeli sono stati contenti, che siamo stati raccolti, riverenti, in modo da poter essi portare in Cielo con gioia, le nostre preghiere come portavano quelle del nostro Gesù, ovvero ne sono stati contristati?

Mentre l ’afflitto Gesù prendeva il cibo, restava trafitto alla vista della perdita di Giuda, e in Giuda, vedeva tutte le anime che dovevano andare perdute; ed essendo la perdita delle anime il più grande dei suoi dolori, non potendo contenerlo, tirò a Sé Giovanni per averne ristoro. Così noi Gli staremo come Giovanni, sempre d’appresso, compatendolo nei suoi dolori, sollevandolo e dandogli riposo nel nostro cuore. Faremo nostra la sua pena, c’immedesimeremo in Lui, e così sentiremo i palpiti di quel Cuore Divino, trafitto dalla perdita delle anime. 
E noi Gli daremo i nostri palpiti per togliere quelle trafitture, e al posto di quelle trafitture Gli metteremo le anime che vogliono andare perdute, perché si convertano e si salvino. 
 Ogni palpito del Cuore di Gesù è un ti amo, che si ripercuote in tutti i palpiti delle creature, che vorrebbe racchiudere tutte nel suo Cuore, per avere in ricambio il palpito di esse; ma l’amante Gesù, da molti non lo ha, e perciò il suo palpito resta come soffocato ed amareggiato. E noi, preghiamo Gesù che segni il nostro palpito col suo ti amo, affinché anche il nostro cuore possa fare la vita del suo Cuore che, ripercuotendosi nel palpito delle creature, 
 le costringa a dire Ti amo, Gesù! Anzi ci fonderemo in Lui, e l’amabile Gesù ci farà sentire il suo ti amo. E’ tanto immenso questo ti amo, che riempie Cielo e terra, circola nei Santi, scende in Purgatorio. Tutti i cuori delle creature sono toccati da questo ti amo; gli stessi elementi sentono nuova vita, in modo che tutti ne provano gli effetti. 

Gesù, anche nel suo respiro, Si sente come soffocare per la perdita delle anime; e noi Gli 
 daremo il nostro respiro d ’amore a suo sollievo; e prendendo il suo respiro toccheremo le anime 
 che si distaccano dalle sue braccia per dar loro vita del respiro divino, affinché invece di 
fuggire, possano ritornargli, e stringersi di più a Lui. E quando ci troviamo in pena e sentiamo 
 che quasi il nostro respiro non esce libero, pensiamo allora a Gesù che nel suo respiro 
 contiene il respiro delle creature. Anch ’egli, come le anime vanno perdute, Si sente togliere un 
 respiro; e noi mettiamo allora il nostro respiro dolente e affannato nel respiro di Gesù per 
sollevarlo, e con la nostra pena corriamo appresso al peccatore per costringerlo 
 a rinchiudersi nel Cuore di Gesù. 
 Amato mio Bene, il mio respiro sia grido continuo ad ogni respiro di creatura, che la costringa a 
 rinchiudersi nel tuo respiro. La prima parola che l ’amante Gesù disse sulla croce, fu la parola del perdono, per scusare innanzi al Padre tutte le anime e cambiar la Giustizia in Misericordia. E noi Gli daremo i nostri atti come scusare il peccatore, affinché intenerito dalle nostre scuse, nessun’anima possa andare all’inferno. 
Ci uniremo con Lui per fare la sentinella ai cuori delle creature, affinché nessuna l ’offenda. Lo faremo sfogare nell’amore, accettando di buon animo tutto ciò che disporrà di noi: freddezze, durezze, oscurità, oppressioni, tentazioni, distrazioni, calunnie, malattie ed altro, per rinfrancarlo di ciò che riceve dalle creature.

Non è col solo amore che Gesù Si sfoga con le anime, ma molte volte, quando sente il freddo delle creature, se ne va dall’anima e le fa sentire il suo freddo per sfogare con lei; e se l’anima l’accetta, Gesù Si sentirà rinfrancato di tutte le freddezze delle creature, e questo freddo sarà di sentinella al cuore altrui per fare amare l’amante Gesù. Altre volte, Gesù sente la durezza dei cuori nel suo, e non potendola contenere, vuole sfogare e viene da noi. 
Fa toccare il suo Cuore al nostro, facendoci parte della sua pena; e noi facendo 
 nostra la sua pena, la metteremo intorno al cuore del peccatore per sciogliere la sua durezza e 
ricondurlo a Lui. Amato mio Bene, tu soffri tanto per la perdita delle anime, ed io per 
 compassione, metto a tua disposizione l ’essere mio; prenderò su di me le tue pene e le pene dei 
 peccatori, e lascerò Te sollevato, e il peccatore avvinto a Te. 
O mio Gesù, deh! Fa ’ che tutto il mio essere si sciolga in 
amore, affinché possa essere di continuo sollievo per raddolcire 
 tutte le tue amarezze. 
( Preghiera di Ringraziamento, pagina 19 ) 


Gesù comunicò Se stesso 
Dal Volume 11 del 8 Settembre 1916 
[ Luisa dice:] 
Questa mattina, dopo la Comunione, sentivo che il mio amabile Gesù in modo speciale mi assorbiva tutta nel suo Volere, ed io nuotavo dentro di Esso. Ma chi può dire ciò che provavo? Non ho parole per esprimermi. E Gesù mi ha detto: 
 “ Figlia mia, per quanto tempo l‟ anima sta nella mia Volontà, tanto di vita divina può dire che fa sulla terra. Come Mi piace quando vedo che l‟anima entra nella 
 mia Volontà per farvi vita divina! Molto Mi piace vedere le anime che ripetono nella mia Volontà ciò che faceva la mia Umanità in Essa. 
 Quando Io istituii il Sacramento Eucaristico e comunicai gli Apostoli, Io comunicai Me stesso nella Volontà del Padre; e con ciò non solo riparavo tutto, ma trovando nella Divina Volontà l’immensità, l’onniveggenza di tutto e di tutti, quindi abbracciavo tutti, comunicavo tutti. E vedendo che molti non avrebbero preso parte 
 al Sacramento, ed il Padre offeso che non volevano ricevere la vita, Io davo al Padre 
 la soddisfazione, la gloria, come se tutti avessero fatto la santa Comunione, dando al Padre per ciascuno la soddisfazione e la gloria di una vita divina. 
 Anche tu, fa ‟ la Comunione nella mia Volontà, ripeti ciò che feci Io, e così non solo riparerai tutto, ma darai Me stesso a tutti com‟Io intendevo di darmi a tutti, e Mi darai gloria come se tutti si fossero comunicati. 
 Il mio Cuore si sente intenerito nel vedere che la creatura, non potendo darmi nulla da sé che sia degno di Me, prende le cose mie, le fa sue, imita come l‟ho fatto Io, e, per piacermi Me le dà. Ed Io, nel mio compiacimento, vo ripetendo: Brava alla figlia mia, hai fatto proprio ciò che facevo Io ”. 

Le spose di Gesù



Gradi di preghiera

La preghiera orale di solito viene considerata come il primo grado di preghiera. Molti cristiani recitano soltanto preghiere imparate a memoria senza spontaneità e forse senza rendersi nemmeno conto di quello che dicono. In molti casi il rapporto personale con Dio si riduce a questo. Ma la preghiera orale ben fatta può costituire il tuo cammino verso la contemplazione e puoi usarla per tutta la vita, anche negli stadi più avanzati di orazione.
In certe occasioni sarà l’unica preghiera possibile, quando ti sentirai stanca, distratta o incapace di concentrarti. Ripetere una breve frase, lentamente, con amore, può essere una bellissima preghiera e far diventare tutte le attività una lode a Dio. Perciò ogni volta che c’è uno spazio vuoto nella tua vita, riempilo d’amore. Ripeti ad esempio: «Gesù, Maria, vi amo, salvate anime». 
In questo modo, santificando tutto ciò che fai, puoi rendere la tua vita una continua preghiera.
Quando la preghiera orale passerà dalle tue labbra al tuo cuore, diventerà orazione affettiva e potrà costituire l’inizio della contemplazione, soprattutto quando reciterai tutti i giorni il Rosario e l’Ufficio divino.

Padre Angel Peña

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE



DOTTRINA E MISSIONE DI S. GELTRUDE
***
Studiando la sua religione profonda, forte, affettuosa, è impossibile non notare lo stridente contrasto con l'errore gelido e tenebroso che doveva nascere e svilupparsi, due. secoli dopo, proprio nei luoghi ove Geltrude era vissuta. Tale coincidenza è troppo rilevante per passarla sotto silenzio: « Nel 1483 - dice il continuatore dell'Anno liturgico - Lutero nasceva ad Eisleben e la sua mente disordinata gettava le basi dell'odioso sistema che doveva fare del Dio infinitamente buono che i nostri padri avevano conosciuto, l'autore diretto dei male e della dannazione, che crea il peccatore per il delitto e per l'eterno supplizio, affine di proclamare la sua onnipotente autocrazia » (Anno liturgico, tempo dopo la Pentecoste: libro I - Festa del Sacro Cuore).

La migliore risposta a quell'eresia, che aveva per pretesto la negazione delle indulgenze, e per fine quella della grazia, non era forse la rivelazione dei tesori d'amore e di misericordia racchiusi nel sacratissimo Cuore di Gesù? Fu appunto questa la divina risposta rivelata dal Salvatore alle vergini di Helfta, due secoli prima che nascesse l'errore: essa però restò per lungo tempo dominio privato. Siamo quasi tentati di pensare che Dio aspettasse per manifestarla, che il protestantesimo avesse prodotto i suoi peggiori effetti: ma, ohimè, il divino pensiero non fu corrisposto, e neppure ai nostri giorni si è saputo trarne logiche conseguenze. Dio attese per altro l'ora sua, ora che non lasciò ignorare alla diletta Sposa, S. Geltrude. Un giorno essa chiese al Discepolo prediletto come mai non avesse rivelato i misteri del Cuore di Gesù, che pur aveva così bene conosciuto, riposando sul suo petto. Rispose Giovanni: « La mia missione, in quei primi tempi della Chiesa, doveva limitarsi a dire sul Verbo divino, Figlio eterno del Padre, poche, altissime parole che l'intelligenza umana potesse sempre meditare, senza mai esaurirne la ricchezza: agli ultimi tempi era riservata la grazia di sentire il grido eloquente del Cuore di Gesù. A questo grido il mondo invecchiato ringiovanirà, si scuoterà dal torpore e l'infiammerà ancora il fuoco del divino amore » (Libr. IV, cap. IV).
Giunta la pienezza di questi ultimi tempi, Nostro Signore intervenne direttamente, e, mediante il concorso di S. Margherita Maria Alacoque, nonchè dei Padri della Compagnia di Gesù, rivelò al mondo i misteri ineffabili del suo divin Cuore.
L'inferno fremette e i Giansenisti vomitarono la loro bava su quella « novità indecente ».
Però nessuno dei santi, che in questi ultimi secoli furono chiamati da Nostro Signore a diffondere il culto pubblico del suo sacratissimo Cuore, ne ha esposti i misteri con la precisione e l'insistenza della nostra cara Santa, dalla quale non si può separare S. Matilde.
L'intuizione profonda ch'Ella ebbe dei misteri del Cuore di Gesù sorprende, se non si considera come la prova più convincente della verità della sua ispirazione. Essa venne eletta per accogliere questa rivelazione. Ora il divin Cuore le appare come un forziere che racchiude tutti i tesori: ora è una lira arpeggiata dallo Spirito Santo, le cui melodie rapiscono la SS. Trinità e tutta la Corte celeste. Poi appare come una sorgente freschissima, che, con un triplice getto, reca ristoro alle anime purganti, fortezza alla Chiesa militante e torrenti di delizie alla Chiesa trionfante. Altrove il divin Cuore è rappresentato da un incensiere d'oro da cui s'innalzano tante onde di profumo quanti sono í popoli, per i quali il Salvatore è morto in Croce. Altra volta è un altare sul quale i cristiani depongono le loro offerte, gli eletti i loro omaggi, gli angeli le loro adorazioni, e su cui l'eterno Sacerdote immola Se stesso. Il divin Cuore è anche rappresentato da una lampada sospesa fra cielo e terra, da una coppa alla quale si dissetano i Santi, non però gli Angeli, i quali vi attingono anch'essi delizie ineffabili.
La preghiera del Signore, il Pater Noster è un frutto squisito del Sacro Cuore di Gesù.
Inoltre l'adorabile Cuore è il divino supplemento per riparare le negligenze nel servizio di Dio: Eglii si fa nostra servo, nostro pegno per aiutarci ad adempiere i nostri obblighi: soltanto, in Esso le opere possono rivestirsi di quella perfezione e nobiltà che le rendono gradite allo sguardo del Padre: dal Cuore di Gesù passano tutte le grazie che discendono a ristorare la terra. Infine, è il benedetto santuario ove le anime dei morenti possono trovare sicuro rifugio, in attesa di essere la loro delizia per tutta l'eternità.
All'indomani di un secolo che ha visto i progressi e gli sviluppi del culto al Sacro Cuore, nel secolo attuale che può notare nei suoi fasti la solenne consacrazione del genere umano al divin Cuore, pare che non ci sia libro migliore da raccomandare utilmente alle anime delle Rivelazioni di S. Geltrude. Esso le aiuterà a penetrare nei segreti ineffabili dell'amore incomprensibile che ha prodotto il mistero dell'Incarnazione, affinchè loro sia dato di proclamare con fierezza soprannaturale: a Et nos cognovimug et credidimus caritati quam habet Deus in nobis. E noi pure abbiamo capito qual'è l'amore di Dio per noi e vi abbiamo creduto » (Giov, IV, 16).

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Falsi cristi e falsi profeti



Guardatevi da falsi cristi e falsi profeti. Da questi vi ho avvertiti quando camminavo sulla  Terra, perché sapevo dell’agire del Mio avversario, dei suoi cappi e macchinazioni senza scrupoli, con cui cerca di tirare voi uomini nella rovina. Impiega tutti i mezzi e questo del  tutto particolarmente nel tempo della fine, per raddensare l’oscurità nella quale l’umanità langue. Ci  saranno ovunque degli uomini, che si spacciano come sapienti ed iniziati nei Segreti della  Creazione, che pretendo il riconoscimento dagli uomini e pretendono la fede nelle loro vicissitudini  spirituali e che sono soltanto degli strumenti del Mio avversario, perché rappresentano del  patrimonio spirituale e lo diffondono, che contraddice totalmente la Verità. Sorgeranno in gran  numero falsi cristi e falsi profeti.

Tutti si metteranno sulle spalle il mantello di inviati divini, tutti affermeranno di sapere e di stare  in contatto con degli inviati più alti. Si spacceranno come messaggeri di Luce e loro stessi  cammineranno nella più profonda oscurità e perciò diffonderanno anche soltanto oscurità fra i  prossimi. Non possono irradiare nessuna Luce, perché loro stessi non ne possiedono, ma appaiono  così sicuri di sé, perché gli uomini non osano di dubitare nella missione divina di coloro che in  Verità lavorano comunque per il Mio avversario. Ma riconoscere questi saranno in grado soltanto  quegli uomini, che si muovono loro stessi nella Verità e costoro verranno nuovamente descritti  come falsi profeti dagli altri. E sarà difficile convincersi della missione divina dei veri profeti, ma  non è impossibile, perché che esistano dei veri profeti, lo dimostra il Mio Avvertimento dai falsi  profeti.

Ma voi dovete soltanto seriamente volere di non diventare vittime degli ultimi, ed in Verità, allora  saprete anche a chi vi rivolgete, perché i Miei messaggeri vi portano un messaggio che tocca la  vostra anima in modo confortante e guaritore, che viene percepito da voi anche davvero come Cibo  fortificante e Bevanda rinfrescante, di cui avrete poi sempre di nuovo il desiderio e ne troverete  visibile fortificazione per la via della vostra vita terrena, mentre invece degli insegnamenti falsi vi  trasmetteranno un apparente sapere, che non può convincervi come Verità e che non significa  nessuna edificazione o ristorazione per la vostra anima. E’ e rimane un sapere vuoto, che vi appare  poco credibile e con cui potete fare poco, che fa piuttosto scaturire in voi paura e spavento e non  siete in grado di riconoscere nessun Dio amorevole, il quale agisce come un Padre sui Suoi figli. 

Dei falsi profeti non potranno mai portare la pura Verità agli uomini e l’avversario ha anche  soltanto l’intenzione di minare la Verità, di ingarbugliare gli uomini nell’errore ed il suo più  fervente tendere è di nascondere agli uomini la Verità su Gesù Cristo e la sua Opera di Redenzione,  sulla Divenuta Uomo di Dio in Gesù, oppure di confondere il loro pensare talmente, affinché non  prendano la via verso la Croce e così la loro via terrena rimanga senza successo per le loro anime.  Per questo non gli è mai troppo cattivo nessun mezzo, perché Gesù lo ha vinto attraverso la Sua  morte sulla Croce e lui cerca di nuovo di svincolarGli i Frutti della Sua Vittoria. Lui perde le anime  che si rivolgono a Gesù, di conseguenza egli cerca di dare agli uomini una Immagine totalmente  falsa su Gesù, in modo che non vedano nessun motivo di prendere la via verso la Croce. La  rappresentazione secondo la Verità dell’Opera di Redenzione ha anche un Effetto salvifico e questo  significa per il Mio avversario, che perde il suo seguito, cosa che cerca di impedire con tutte le  astuzie e perfidie.

Voi uomini stessi potete facilmente riconoscere i falsi profeti nel fatto, che egli vi nasconde il  sapere sulla Redenzione tramite Gesù Cristo, quindi lo potete rifiutare giustificati come “falso  profeta”. Proprio nel tempo della fine potrete constatare sempre più sovente, che in campo spirituale  vengono date le più differenti rappresentazioni da parte di coloro, che si presentano come profeti  della Verità, ma che sono unanime in questo punto, che la Redenzione tramite Gesù Cristo, il  Sacrificio della Croce dell’Uomo Gesù come estinzione della grande colpa di peccato, viene  discusso, perché la fede in questo significa per il Mio avversario la perdita del suo seguito, che lui  non lo vuole perdere.

Già attraverso dei secoli Gesù Cristo viene conteso, perché sorgevano sempre di nuovo falsi  profeti, che erano influenzati dal Mio avversario di comparire contro Gesù e già solamente questo  dimostrava la loro appartenenza a lui. Certo, a loro non era possibile di rinnegare totalmente il  Cammino terreno dell’Uomo Gesù e quindi estirpare totalmente il sapere su di Lui, ma il vero scopo  della Sua Esistenza terrena – la Sua Missione salvifica – veniva sempre di nuovo descritta come  Dottrina d’errore e con ciò veniva tolta ogni speranza agli uomini, di venir liberati dalla loro colpa  di peccato, se questa non venisse espiata da loro stessi, appena credevano quindi a quei falsi profeti.  Ma l’uomo non sarà mai in grado di liberare sé stesso senza l’Aiuto di Gesù Cristo dalla sua grande  colpa di peccato; un uomo non sarà mai capace, di perfezionare sè stesso con la propria forza senza  Gesù Cristo, perché la colpa primordiale lo esclude totalmente, per cui non è nemmeno possibile  nessuna “auto redenzione” per quanto uno vi tendesse seriamente, perché la volontà dell’uomo è  troppo debole e fallirebbe sempre di nuovo.

E comunque ora gli uomini vengono istruiti, Gesù Cristo non viene rappresentato come il Figlio  di Dio e Redentore del mondo, nel Quale Io Stesso Mi Sono incorporato, allora non siete istruiti  nella piena Verità e non vi libererete eternamente perché la Verità soltanto vi rende liberi. Ed Io  Stesso vi trasmetto questa Verità, Io Stesso, vostro Dio e Creatore dall’Eternità, il più grande e più  perfetto Spirito dell’Infinito. Vi guido direttamente le Rivelazioni e vi guido nella Verità, perché  vorrei di nuovo donarvi la Luce della conoscenza, a cui una volta avete rinunciato liberamente e che  riotterrete, se soltanto l’accogliete liberamente, quando vi lasciate istruire da Me Stesso e vi date a  Me nell’amore, quindi compiete anche la Mia Volontà, se ora trasformate voi stessi nell’amore ed  assumete il vostro essere Ur, nel quale eravate inesprimibilmente beati. Solo Uno vi può promettere  tutto questo, ed Uno Solo può aiutarvi, e quest’Uno E’ Gesù, il quale E’ totalmente fuso con Me,  quindi Egli ed Io E’ Uno, Dio dall’Eternità in Eternità.

Amen.

Bertha Dudde 4 maggio 1963

Giurare fedeltà al magistero di Bergoglio?



SATANA IN VATICANO

Per dare inizio al regno dell’Anticristo si dovevano, prima, realizzare le parole della Madonna de La Salette:
«Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo», e quelle della Madonna di Fatima: 
«Satana effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa». Questo avvenne il 29 giugno 1963, otto giorni dopo l’elezione di Paolo VI, con una doppia messa nera, celebrata simultaneamente a Roma e a Charleston (USA) con la quale Satana fu intronizzato nella Cappella Paolina, luogo in cui il Papa ricopre il ruolo di “Custode dell’Eucarestia”.

LA NASCITA DELLA “NUOVA CHIESA”

Fu a conclusione di quella doppia messa nera che il Delegato Internazionale Prussiano lesse la Legge di Autorizzazione davanti ai presenti di Roma: «Chiunque, attraverso questa Cappella Interna, fosse designato e scelto come successore finale dell’Ufficio Papale, dovrà giurare lui stesso, e tutti coloro che egli comanderà, di essere il volonteroso strumento e collaboratore dei Fondatori della “Casa dell’Uomo sulla Terra” ... Così sarà modellata la “Nuova Era dell’Uomo”».
Il 29 giugno 1963, quindi, nasceva la “Nuova Chiesa Universale dell’uomo” di ispirazione satanica che aveva il compito di sopprimere la Chiesa di Cristo, ma in modo particolare, doveva eliminare dalla faccia della terra la Redenzione del Sacrificio di Cristo sulla Croce, e sostituirla con la redenzione blasfema e satanica della Triplice Trinità massonica, di cui mons. Montini ben conosceva la rappresentazione geometrico-simbolica, per averla personalmente progettata e fatta scolpire, nel 1943, sul tombale della madre, Giuditta Alghisi, nel cimitero di Verolavecchia (Brescia).
Poche ore dopo l’evento della doppia messa nera, Paolo VI fece il giuramento da Papa. Quel “giuramento” fu uno “spergiuro” perché, de facto, Paolo VI lo annullò in tutto con la sua “rivoluzione” che non salvò alcun aspetto del Dogma, della Morale, della Liturgia, della stessa Disciplina.
I quindici anni di pontificato di Paolo VI videro la nascita e lo sviluppo della “Casa dell’uomo sulla Terra” o meglio della “Nuova Chiesa Universale dell’Uomo” d’ispirazione satanica. Questa fu la “nuova chiesa di Paolo VI” che, secondo le parole della Madonna de La Salette, avrebbe “eclissato la Chiesa di Cristo” come un corpo nero eclissa un corpo lucente.

del dott. Franco Adessa

La grande guerra è quasi alle porte! Solo la vostra preghiera sarà in grado di fermarla!



La vostra vita è fugace e soltanto i vostri valori interiori contano. Nell’Eternità non resterà nulla di chi si perde seguendo il diavolo, si abbandona a lui, si bea nell’esteriorità, non si prepara, non si purifica e non sviluppa il suo potenziale spirituale, perché si è rallegrato per tutta la vita dei beni del diavolo e non ha preparato la sua anima per l’Eternità.

Figli Miei. Svegliatevi, lo scintillio e l’apparenza non vi portano a Me, al vostro Salvatore, ma vi conducono nelle braccia del diavolo che vi calpesterà non appena lascerete questa terra!

Venite a Me, figli Miei e preparatevi finalmente per il Mio ritorno! Io, il vostro Santo Gesù, salverò e riscatterò ciascuno di voi! Io vi libererò da tutte le insidie del male e Mi prenderò cura di voi! Voi però dovete dornarMi il vostro Sì e incominciare a riconoscere la Verità! Luccichio, apparenza, patrimoni e bellezza non sono beni, che vi apriranno le porte del Cielo, invece amore, umiltà, purezza e fede, vi porteranno prima da Me e poi al Padre.

Figli Miei. Siate pronti per Me, perché molto presto starò davanti a voi! Non abbiate paura, ma correteMi incontro! Venite a Me e inchinatevi davanti a Me, così potrò benedire ciascuno di voi e il Mio amore fluirà attraverso di voi. Sarete pronti per Me senza paura, senza esitazione, senza dubbi, ma in profonda fede e fiducia!

Figli Miei. Il tempo stringe molto. Sempre più guerre minacciano di intensificarsi, per questo contrapponetevi con la vostra preghiera! Pregate molto e pregate profondamente! Pregate in ogni minuto libero! Pregate non importa, dove vi trovate!

Ascolterò ogni preghiera e prometto, che se abbastanza figli pregano per la pace sulla terra, Io manderò benevolenza su di essa, in modo che i cuori di quelli che sono indignati e litigiosi, assetati di potere e violenti si calmino e si ammorbidiscano.

Illuminerò con la Mia Luce quelli che prendono le decisioni riguardo alla guerra o alla pace e in questo modo terrò lontano da voi molto male.

Pregate, figli Miei, pregate perché la grande guerra è quasi alle vostre porte! Soltanto la vostra preghiera è in grado di fermarla! Unicamente la vostra preghiera ha il potere di evitarla! Pregate quindi, Figli Miei, pregate perché non è ancora cominciata la sofferenza più grande.

In profondo amore,

Il vostro Gesù che vi ama tanto.

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



Il 9 aprile 1929 mentre pregava in una chiesa gli rubarono i suoi documenti. Gli avevano rubato il permesso per viaggiare gratis in treno e dovette andare al relativo ministero per chiedere un nuovo permesso. Dopo un po’ di attesa e dopo aver sbrigato le pratiche, il capo ufficio rimase così ammirato dal suo comportamento e dalle sue parole che gli chiese di confessarsi, e subito dopo lo fece anche un secondo impiegato. 
Don Orione disse: “Dio permette il male per tirare fuori il bene. Dio permise che mi derubassero per darmi l’occasione di salvare anime. Che se ne vada il denaro e che vengano le anime!”(42)
Un giorno in cui aveva grossi debiti, andò a visitare un milionario, noto per la vita scandalosa. Don Orione gli parlò delle sue opere e delle sue necessità. Quell’uomo gli dette 200.000 lire e lui disse: “La provvidenza si serve anche dei peccatori che vogliono convertirsi”.
Giovanni Paolo II lo canonizzò nel 2004.
Il beato Giovanni Calabria († 1954) è stato anche lui uno dei santi più convinti nella provvidenza di Dio. Racconta che un giorno, giovane sacerdote, non riuscendo a dormire si mise a leggere il Vangelo e lo lesse tutto in una notte. Provò un’emozione straordinaria, come se non l’avesse mai letto prima. Iniziò a scoprire l’amore di Dio in ogni pagina del Vangelo, soprattutto quando Gesù parla del Padre che si prende cura degli uccelli e dei fiori; e scoprì la grande verità dell’amore provvidente di Dio per tutte le sue creature. A partire da quel mo-mento, decise di mettere in pratica questa grande verità. Accoglieva tutti i bambini poveri che incontrava e Dio non gli faceva mancare il cibo tramite benefattori ed a volte toccava anche con mano l’aiuto di Dio manifestato da miracoli speciali.
Per esempio, una volta volle comperare una casa più grande, perché quella che aveva era troppo piccola per accogliere tutti i suoi bambini. Alla fine, ne trovò una adatta e firmò il contratto. Non aveva il denaro ma confidava nella provvidenza, e questa non venne meno e la comprò. Per continuare la sua opera, cercò persone disponibili e fondò la Congregazione dei Servi dei Poveri della divina provvidenza e le Serve dei Poveri della divina provvidenza. Molte volte, meditava le parole di Gesù: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Si commuoveva nel verificare che era così e poteva garantirlo con la propria esperienza. Diceva: “O si crede o non si crede nel Vangelo. Se si crede in esso, dobbiamo credere nell’amore di Dio e nella sua amorosa provvidenza”. Un giorno aveva bisogno di denaro per pagare i debiti. Andò alla posta, sperando in qualche buona notizia, ma trovò solo cinquanta lire. Allora cercò alcuni poveri nelle vicinanze per distribuire questa piccola somma, convinto che in questo modo la provvidenza l’avrebbe aiutato, poiché Gesù disse: “Date e vi sarà dato” (Lc 6, 38) e così accadde. 
Diceva ai religiosi della sua congregazione: “Il fine della Congregazione è ravvivare nel mondo la fede e la fede in Dio Padre mediante il totale abbandono nelle mani della sua divina provvidenza, secondo l’insegnamento di Gesù: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”.
Il servo di Dio Fulton Sheen, arcivescovo di New York, racconta: “Stavo studiando all’Università di Lovaine (Belgio) e, desiderando celebrare il quinto anniversario della mia ordinazione sacerdotale, decisi di andare a Lourdes. Avevo abbastanza denaro per andare a Lourdes, ma non sufficiente per vivere lì, una volta arrivato. Decisi che se avessi avuto abbastanza fede per andare a Lourdes, sarebbe spettato alla Madonna trovarmi da alloggiare. Arrivai a Lourdes senza un centesimo, alloggiai in uno dei migliori hotel, il che non era una bella cosa. Avevo deciso che se la Santissima Vergine mi avesse pagato il conto dell’hotel, sarebbe stato per lei lo stesso pagarne uno grande o uno piccolo. 
Il mio proposito era rimanere nove giorni e fare una novena di supplica. Il quinto giorno, ricevetti il conto dell’hotel: era veramente terrificante. Ebbi visioni di gendarmi, carceri francesi, avvocati americani... Così arrivò il nono giorno. Al mattino non accadde nulla, la cosa si fece seria. Decisi di dare un’altra opportunità alla Madonna. Perciò alle dieci di sera mi diressi alla grotta e mi inginocchiai per fare un’ultima supplica. Mentre ero inginocchiato, un signore mi toccò la spalla e disse: 
- è americano? - 
- Sì. Parla francese? - 
- Sì. 
E mi propose di andare con la sua famiglia a Parigi per fare da interprete. Poi mi chiese qualcosa di veramente interessante: “Ha pagato il conto dell’hotel? 
Io gli diedi il conto. Andammo a Parigi, dove rimasi con lui una settimana. Al termine mi chiese: Le dispiacerebbe prendere il mio indirizzo al fondo di un assegno?
- No, gli risposi. Ritornai a Lovanio con molto più denaro di quello che avevo alla partenza... L’insegnamento è che i miracoli iniziati a Cana di Galilea per intercessione di Maria, non sono ancora terminati”(43). 

giovedì 6 febbraio 2020

Regina della Famiglia



La Madonna modello di educatrice 

La Vergine Maria dice ad Adelaide: devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo, sincera. Con parole semplici  e allo stesso tempo essenziali dà un programma di vita valido per  Adelaide e per tutti. 
Invita la piccola veggente ad essere buona. Chi è buono?  Nessuno è buono, se non Dio solo, come leggiamo nel Vangelo.  La bontà ha la sua fonte in Dio, anzi è Dio stesso, colui che solo  è degno di essere amato con tutto il nostro essere: cuore, anima,  mente, corpo; lui che è la sorgente della felicità dell'uomo. 
Gesù ci insegna che per essere buoni dobbiamo riconoscere, imitare Dio affinché risplenda in noi la sua perfezione, la sua bontà. 
La Vergine chiede alla bambina di essere ubbidiente.  L'obbedienza è una virtù ed è anche uno dei doveri che i figli  hanno verso i genitori. Si parla spesso dei doveri dei genitori  verso i figli, meno dei doveri dei figli verso i genitori. A volte pare che i ruoli siano invertiti e perciò sono i figli che comandano nella famiglia, mentre occorre che ognuno stia al proprio  posto e compia il suo dovere, altrimenti la famiglia va in rovina  con danno di tutti i suoi membri. Gesù ci dà l'esempio. Egli  venne nel mondo per fare la volontà del Padre e fu obbediente  fino alla morte di Croce. Così nella sua vita a Nazareth Gesù fu  obbediente a Maria e a Giuseppe. Solo una volta, a Gerusalemme, si fermò nel tempio obbligando i genitori a tornare a Gerusalemme per cercarlo e al lamento della madre per quanto  aveva fatto, rispose che doveva attendere alle cose del Padre suo  che è nei cieli, rivendicando la priorità dei diritti di Dio su ogni  altro diritto. 
La Vergine Maria raccomanda ad Adelaide il rispetto  verso il prossimo e quindi il rispetto per i genitori. Questo è un dovere di riconoscenza verso coloro, che con il dono della vita, il  loro amore e il loro lavoro, hanno messo al mondo i loro figli e  hanno reso possibile a loro di giungere alla maturità. 
Nella Bibbia leggiamo: "Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore  tuo Dio" (Es 20,12). Il quarto comandamento è l'unico a cui si  lega subito una promessa. Il bene sociale e anche quello personale, dipende dal bene di questo primo rapporto fondamentale  per tutte le relazioni nella vita dell'uomo. Perché il quarto  comandamento parla solo del dovere dei figli rispetto ai genitori? La Sacra Scrittura vuole insegnare che ognuno di noi è  prima di tutto figlio di Dio e figlio dei suoi genitori. L'essere  figli viene prima dell'essere genitori, i quali non devono dimenticare i loro doveri davanti a Dio e ai loro stessi genitori. Il  quarto comandamento è quindi fondamentale per mettere in pratica l'amore del prossimo. 
La Vergine dice ad Adelaide di essere sincera. La sincerità è una virtù naturale di straordinaria importanza. È la verità con  se stessi e con gli altri. Senza di essa sono impossibili i rapporti umani, perché non ci si può fidare di chi è bugiardo, ipocrita,  opportunista. La sincerità si manifesta nella rettitudine delle  intenzioni, nella fuga dall'ipocrisia, dall'inganno, soprattutto ai  danni dei più deboli, degli anziani, dei malati. Chi è sincero  rifiuta di prestarsi, in qualunque modo, alle manipolazioni dell'opinione pubblica attuate con i potenti mezzi della comunicazione sociale per interessi di chi comanda o di gruppi di potere.  La prima apparizione parla dei diritti e dei doveri dei figli e dei genitori e di quello che gli uni e gli altri devono fare perché la  famiglia sia unita, benedetta da Dio e quindi sia felice. E insegnando le verità fondamentali alla bambina Adelaide, la  Madonna mostra ai genitori quale sia il loro ruolo, la loro missione più importante. 

Severino Bortolan

La Stolta Superbia e Soave Umiltà



L’ANTICRISTO

Nell’avvenire, l’orgoglio proseguirà la sua marcia tionfale, infettando l’Umanità con un crescendo di malizia che raggiungerà il parossismo con l’Anticristo. Sarà il regno di Satana. La superbia è totalitaria: vuole sempre di più, vuole tutto...

Prodromi

“Il mondo ripete se stesso negli errori e nei ravvedimenti, con questa differenza che gli errori si sono sempre più moltiplicati con l’evoluzione della razza verso la così detta “civiltà”, mentre i ravvedimenti sono sempre più diminuiti. Col passare dell’Umanità dall’età fanciulla alla età adulta, sono cresciute la sua malizia e superbia. Ora siete al culmine dell’età del mondo e avete anche raggiunto il culmine della superbia e della malizia. Siete al culmine, ma ciò non significa che avete ancora altrettanto da vivere quanto siete già vissuti. La parabola discendente del mondo verso la fine non sarà lunga quanto quella ascendente: sarà un precipitare nella fine. Vi faranno precipitare appunto superbia e malizia, due pesi che vi trascinano nel baratro finale, al tremendo Giudizio. Inoltre vi ottundono talmente lo spirito da rendervi sempre più incapaci di fermare la discesa con un sincero ravvedimento. Ma se voi avete proceduto a ritroso nel bene e a capofitto verso il male, Io, l’Eterno, sono rimasto nella mia esatta, immutabile posizione rispetto al bene e al male. L’unico cambiamento sta nel fatto che prima dovevate regolarvi sulla Legge  e i Profeti, mentre dopo, avete avuto Me per ammaestrarvi con la mia Parola, per purificarvi col mio Sangue, per fortificarvi con lo Spirito Santo, mediante i Sacramenti. Cosa ne avete fatto? Nuova responsabilità!”
(Quad. ‘43, p. 226)
“L’Umanità si scinde sempre di più. La parte spirituale, esigua al sommo, sale. La parte carnale scende a una profondità di vizio spaventosa. Quando sarà venuto il tempo dell’ira, il mondo avrà raggiunto la perfezione del vizio. Non sono Io che faccio la selezione, siete voi che vi selezionate spontaneamente: gli uni salgono incontro alla Luce, gli altri precipitano nelle Tenebre e continueranno a precipitare, a compiere alleanze col male, preparando così la strada al Figlio del Male, all’Anticristo” (Quad. ‘43, p. 151, 84).
“Poiché i tempi stringono, uso talvolta dei mezzi speciali per accelerare la pienezza dell’ammaestramento e della formazione dei veri miei discepoli. L’uomo procedendo verso l’ultima ora, deve raggiungere la spiritualità. Dio è spirito, Satana è spirito, ma il primo è spirito di perfezione, l’altro è spirito di perversione. La massa umana scissa in due parti per volontà propria che Dio rispetta, segue ognuna la parte prescelta. I figli dell’Altissimo e fratelli miei scelgono la parte di Dio e per amore suo, spiritualizzano la carne. I servi di Satana e figli della Bestia, per schiavitù da loro voluta, uccidono lo spirito sotto la carnalità e fanno della loro anima una natura corrotta e ripugnante”, materializzando, si potrebbe dire, lo spirito.
“E’ avvenuto dell’Umanità come di un liquore che si depura: ciò che è pesante è precipitato nel fondo, mentre le parti pure sono salite e hanno galleggiato. Così è avvenuto delle anime nel corso dei secoli. Chi ha voluto rimanere carne è precipitato sempre più in basso. Chi invece ha preferito vivere nello spirito è diventato sempre più spirituale. In mezzo, i tiepidi senza numero. Sono i due moti opposti della massa. Una parte, sventuratamente la più vasta, sempre più assorbe Satana e scende sotto il livello dei bruti. L’altra parte, quella più esigua, assorbe Cristo, nutrendosi della sua Parola che non tace da venti secoli, e diventa sempre più capace di accogliere lo Spirito: è la parte eletta dl mio gregge” (Quad. ‘43, p. 139).
“L’uomo è partito da una tenebra fonda e da un peso immane di fango, dopo avere liberamente perduto la Luce divina, ubbedendo alla seduzione nemica adombrata nel frutto del bene e del male, svelando all’uomo quanto, per suo bene, Dio aveva nascosto alla carne, alla mente e al cuore umano. Come puri e sereni saremmo stati se non avessimo morso la triplice concupiscenza così dolce alla bocca e così amara all’anima.
Piombato dal Paradiso sulla Terra, schiacciato dalla scoperta della sua carne profanata dalla lussuria, torturato dal rimorso di avere causato il suo male, angosciato dalla persuasione di avere provocato l’ira di Dio Creatore, l’uomo non era più che un povero essere quasi animale in cui lievitavano e si affrontavano tutte le forze inferiori. I precetti di Mosè erano nella loro urtante crudità, necessari per frenare le tendenze dell’uomo, pezzo di carne in cui era appena infuso un moto spirituale dato da un’anima ferita a morte e tramortita in un coma spirituale. Il ricordo della luce perduta, persistente nel fondo dell’anima spingeva i cuori verso l’alto, cammino molto faticoso, perché la materia pesa più dello spirito e trascina verso il basso. Ogni tanto l’eterna Bontà dava all’Umanità come dei fari per la sua tempestosa traversata verso la Luce vera: i Patriarchi e i Profeti, fiaccole dell’Umanità che cerca il porto della Verità. Finalmente giunse Colui che Giovanni chiamò: “La luce vera che illumina ogni uomo” (Gv. 1,9). Sono Io che ho raccolto nella mia Persona tutta la Luce della Trinità per portarvela e riannodarvi a Dio col mio sacrificio. Con la mia morte vi ho ottenuto la venuta dello Spirito Divino, ma l’Umanità lo ha sempre più respinto, come ha respinto Me, il Figlio, e come aveva respinto il Padre” (Quad. ‘43, p. 136).
“Una prima volta, mio Padre ha mandato un lavacro di acqua per purificare la Terra. La seconda voltà, mandò un lavacro di Sangue, e che Sangue! Né il primo, né il secondo lavacro sono valsi a fare degli uomini dei figli di Dio. Ora il Padre è stanco, e a fare perire la razza umana, lascia che si scatenino i castighi dell’Inferno, poiché gli uomini hanno preferito l’Inferno al Cielo. Lucifero, il loro dominatore, li tortura e li spinge a bestemmiare Dio per farli completamente suoi. Verrei una seconda volta a morire per salvarli da una morte più atroce ancora, quella eterna, ma il Padre non lo permette. Il mio Amore lo permetterebbe, la Divina Giustizia, no. Sa che sarebbe inutile! Perciò verrò solo all’ultima ora, ma guai a coloro che in quell’ora mi vedranno, avendo preferito Lucifero per loro Padrone. Oh, se gli uomini volessero volgersi a Me che sono la salvezza! Piango perché vedo che nulla è capace di fare loro alzare il capo verso il Cielo da dove loro tendo le braccia. Dite ai buoni di sopperire a quel mio secondo martirio che il Padre non mi permette. Ad ogni persona che si immola, è concesso di salvare qualche anima” (Quad. ‘43, p. 84).
“Nell’attuale tragedia sono già in moto le forze di Satana, il quale ha mandato i suoi neri angeli a muovere i Regni della Terra l’uno contro l’altro. La battaglia soprannaturale è già iniziata dietro le quinte delle piccole battaglie umane. Non è il misero motivo umano la loro origine. E’ un’altro, il vero motivo che dei fratelli fa tante belve omicide che si mnordono e uccidono a vicenda. Vi battete con i vostri corpi, ma in realtà, sono le anime che si battono. Credete di battervi per quattro o cinque potenti, ma non è così! Uno è l’autore di questa carneficina, uno che è sulla Terra, perché voi lo volete, ma non è di questa Terra. E’ Satana che tiene i fili di questa carneficina nella quale sono più le anime che muoiono che non i corpi. L’Anticristo ha bisogno di un cemento fatto di sangue e di odio per consolidare il suo regno. Coloro che non sanno più amare, lo servono a dovere e si scannano a vicenda, mentre Dio lotta con i suoi Angeli per tutelare ciò che è suo: la fede e la bontà nel cuore dei suoi figli” (Quad. ‘43, p. 151).
E’ il caso di ripetere: “Satana ha chiesto di vagliarvi” (Lc. 22,31). Dal vaglio risulta che la corruzione è come nel tempo del Diluvio, aggravata dal fatto che voi avete avuto Cristo e la sua Chiesa. Quella attuale, è lotta fra Cielo e Inferno. Voi non siete che un bugiardo paravento. Dietro le vostre schiere battagliano Angeli e Demoni. Dietro i vostri pretesti, vi è la ragione vera: la lotta di Satana contro Cristo. Questa è una delle prime selezioni dell’Umanità che si avvicina alla sua ora ultima, per separare la messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Purtroppo la messe degli eletti è piccola rispetto all’altra. Quando Cristo verrà per vincere l’eterno suo Antagonista nell’Anticristo, suo profeta,troverà pochi segnati nell’anima dalla Croce” (Quad. ‘43, p. 183).
“Lucifero nelle sue manifestazioni; ha sempre cercato d’imitare Dio. Dio ha dato ad ogni nazione il suo Angelo Custode, così Satana le dà un demonio (pervertitore). Come i diversi Angeli delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Lucifero. L’ordine dato da Lucifero nella presente congiuntura ai diversi demoni, non è diverso per i diversi stati: è un ordine unico per tutti. Donde si capisce che il regno di Lucifero non è diviso, perciò dura. Questo ordine può essere espresso così: “Seminate orrori, disperazione, errori, di modo che i popoli si stacchino da Dio, maledicendolo”.
I demoni ubbidiscono e seminano orrore e disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità. Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo, seminano l’inferno e riescono, perché trovano terreno propizio. Anche i miei Angeli lottano a difesa della Nazione a loro affidata, ma non trovano terreno propizio, collaborazione, perciò né rimangono soccombenti rispetto ai nemici infernali. Per vincere, i miei Angeli dovrebbero essere aiutati da anime viventi in Me. Ne trovano, ma troppo poche in confronto di coloro che non credono né amano, non perdonano né sanno soffrire”.
“Satana si chiamava “Lucifero” o Portaluce, e odia la luce! Cerca l’oscurità per agire. Oggi intensifica i suoi sforzi perché sa che è la sua ora, la sua festa. Sa pure che si avvicina anche la mia ora in cui verrà vinto in eterno. Perciò la sua infernale intelligenza e astuzia sono un continuo operare il male per aumentare la sua preda. Sa che troppe cose mancano oggi all’uomo per opporsi a lui. Ormai agisce apertamente” (Quad. ‘43, p. 183), da padrone!
“La luce sembra oscurarsi e la morte venire. La corruzione dilaga e sale con le sue pesanti onde. Non temete, è quello che ci vuole per scuotere gli assopiti e farli desiderosi di voci dall’alto. La lotta è utile per mantenere in forma l’atleta. La nausea della corruzione fa desiderare ciò che è puro. Le tenebre spingono a cercare la luce. Il materialismo spinto a limiti paurosi genera spinta verso lo spirituale. L’umanità, afferrata come una palla da Satana, perché si era addormentata nella nebbia di epoche senza lotte religiose, e gettata con scherno nel fango. Per reazione alla percossa, rimbalzerà verso l’alto. L’era dello spirito verrà dopo questa della materia. L’era della Luce ritornerà dopo l’attuale oscurità. L’era della vita succederà alla quasi mortale agonia. L’era di Dio trionferà su quella di Satana. In piedi, cristiani, nella pienezza della vostra carità verso Dio, la Chiesa e voi stessi” (Libro di Azaria, p. 373).

René Vuilleumier

RINGRAZIAMENTO ALLA SACRA FAMIGLIA



Siate benedetta, o Famiglia Santissima, dalle lingue di tutti gli Angeli, di tutti i Santi, di tutti gli uomini, dai presenti e dai futuri per la misericordia che avete usato con me, concedendomi la tanto sospirata grazia. Risuonino pure i vostri nomi grandi e gloriosi per ogni parte del mondo, vi predichino i vergini, i padri, le spose, le madri, i giovani, i vecchi, il popolo, il Clero; l'universo intero sia una voce per rendervi il dovuto ringraziamento. Perché io non ho cento bocche e cento lingue? Perché non possiedo i cuori di tutte le creature per amarvi e per farvi amare?
Perché non posso vedere compiuta la vostra piena glorificazione in tutta la terra? Sì, o Famiglia Santissima, per quanto so e posso, vi ringrazio, ed in segno di riconoscenza vi offro il mio povero cuore: unitelo in un santo nodo ai vostri cuori purissimi; legatemi a voi con un vincolo indissolubile per cui, con i vostri tre sacri nomi sulle labbra io viva, con questi tre sacri nomi sulla bocca io muoia, e questi tre sacri nomi io venga a glorificare eternamente in cielo, per passare così tutti i secoli nell'interminabile ringraziamento alla Trinità divina, Padre e Figlio e Spirito Santo, e a Voi potentissimi Protettori Gesù, Maria, Giuseppe. Così sia. Tre Pater, Ave, Gloria.

La chiamata (il rimpatrio) di operai della Vigna - Continua fervente attività



E se ora i Miei Piani sono orientati diversamente, dovete anche adeguarvi e sapere che non  può essere altro che bene. Perché non potete non vedere ciò che serve a tutta l’umanità, e per Me non ha importanza, se voi agite sugli uomini dall’aldilà oppure siete ancora attivi  sulla Terra, perché nel Mio Piano di Salvezza tutto è da tempo contenuto, ed è importante sempre  soltanto la libera volontà, come questa si decide. Vi potete quindi affidare tranquillamente a Me ed  alla Mia Guida, finché voi stessi lo volete, che Mi serviate e vi diate senza ostacoli a Me, perché  allora Io Stesso agisco in voi.

Più si va ora verso la fine, più evidente agirò Io in voi, che Mi rimaniate fedeli e non vi perdiate in  colui che è il Mio avversario e che vi vuole anche riconquistare. Ma questo non lo permetterò mai,  perché possiedo totalmente la vostra volontà e soltanto questa Mi conferisce il diritto di procedere  contro di lui.

Ma l’Angelo della morte terrà il raccolto anche fra i Miei. Però pure allora sappiate, che è la Mia  Volontà, che Io proteggerò ognuno che ha ancora il compito di servire Me fino alla fine. Continuate  a non preoccuparvi e dedicatevi più che mai al lavoro per il Mio Regno e siate ferventi nella vostra  attività, perché tutti voi non sapete chi Io richiamo prima del tempo, e non dovete nemmeno  scervellarvi su questo, ma entrare in ogni giorno con cuore lieto, perché tutto ciò che viene su di  voi, è bene e destinato dal Mio Amore.

Chi Io intendo per “i Miei”, anche questo vi voglio spiegare, affinché non vi inquietiate, perché  alcuni Mi sono già così vicini, che possono abbandonare il corpo terreno con tutto il diritto, per  entrare nel Regno della Luce e della Beatitudine. Ma questo lo so soltanto Io, ed a questi voglio  risparmiare il tempo dell’ultima lotta sulla Terra. Li porto qui da Me, da dove possono anche agire  sugli abitanti della Terra.

Ma non dovete temere quest’ultimo tempo, perché Io vi provvedo con la Forza ultranaturale,  affinché conduciate con successo l’opera fino alla fine, per il quale vi impegnate coscientemente e  perciò Mi siete diventati un grande aiuto.

Così accogliete tutto come viene e non pensate, che il Padre vi abbia abbandonato, perché Io  conosco una via d’uscita per tutto, e sono veramente pronto a farvi trovare questa via d’uscita,  anche se temporaneamente vi sentite impediti nel vostro lavoro. Perché Io so allacciare tutti i fili, Io  conosco i Miei e li guiderò insieme ed assegnerò il loro lavoro. Ma credete sempre che ho il Mio  Compiacimento nella vostra attività, che una volta vi ricompenserò, o nel Paradiso della nuova  Terra oppure anche nel Regno dell’aldilà.

Amen.

Bertha Dudde 10 agosto 1965

LA VITA DI SAN BENEDETTO



La profezia per Totila

Totila allora si avviò in persona verso l'uomo di Dio. Quando da lontano lo vide  seduto, non ebbe l'ardire di avvicinarsi: si prosternò a terra. Il servo di Dio per due volte gli gridò: "Alzati!", ma quello non osava rialzarsi davanti a lui. Benedetto  allora, questo servo del Signore Gesù Cristo, spontaneamente si degnò  avvicinarsi al re e lui stesso lo sollevò da terra. Dopo però lo rimproverò della sua  cattiva condotta e in poche parole gli predisse quanto gli sarebbe accaduto. "Tu  hai fatto molto male - gli disse - e molto- ne vai facendo ancora; sarebbe ora che  una buona volta mettessi fine alle tue malvagità. Tu adesso entrerai in Roma,  passerai il mare, regnerai nove anni, al decimo morirai". Lo atterrirono  profondamente queste parole, chiese al santo che pregasse per lui, poi partì. Da  quel giorno diminuì di molto la sua crudeltà.

Non molto tempo dopo andò a Roma, poi ritornò verso la Sicilia; nel decimo  anno del suo regno, per volontà del Dio onnipotente, perdette il regno e la vita. 

Veniva spesso a trovare il servo di Dio il vescovo di Canosa, e Benedetto lo  amava molto per la sua degnissima vita. Un giorno discorreva con lui dell'entrata  di Totila in Roma e della distruzione della città che per opera di quel re sarebbe  stata distrutta e resa inabitabile. Il servo di Dio gli rispose: "Roma non verrà  distrutta dai barbari; ma colpita dalle tempeste, uragani, fulmini e terremoti, cadrà  da se stessa in rovina".

Il mistero di questa profezia lo vediamo chiaramente manifesto sotto i nostri  occhi, perché vediamo abbattute le mura, diroccate le case, distrutte le chiese dal  turbine e gli edifici già fatiscenti per lunga vecchiaia cadere a terra in sempre  crescenti rovine.

Questa profezia me l'ha riferita il suo discepolo Onorato: egli però attestava di  non averla mai udita dalla sua bocca ma era stata riferita a lui dai fratelli che  l'avevano ascoltato parlare così.

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno