Il 9 aprile 1929 mentre pregava in una chiesa gli rubarono i suoi documenti. Gli avevano rubato il permesso per viaggiare gratis in treno e dovette andare al relativo ministero per chiedere un nuovo permesso. Dopo un po’ di attesa e dopo aver sbrigato le pratiche, il capo ufficio rimase così ammirato dal suo comportamento e dalle sue parole che gli chiese di confessarsi, e subito dopo lo fece anche un secondo impiegato.
Don Orione disse: “Dio permette il male per tirare fuori il bene. Dio permise che mi derubassero per darmi l’occasione di salvare anime. Che se ne vada il denaro e che vengano le anime!”(42)
Un giorno in cui aveva grossi debiti, andò a visitare un milionario, noto per la vita scandalosa. Don Orione gli parlò delle sue opere e delle sue necessità. Quell’uomo gli dette 200.000 lire e lui disse: “La provvidenza si serve anche dei peccatori che vogliono convertirsi”.
Giovanni Paolo II lo canonizzò nel 2004.
Il beato Giovanni Calabria († 1954) è stato anche lui uno dei santi più convinti nella provvidenza di Dio. Racconta che un giorno, giovane sacerdote, non riuscendo a dormire si mise a leggere il Vangelo e lo lesse tutto in una notte. Provò un’emozione straordinaria, come se non l’avesse mai letto prima. Iniziò a scoprire l’amore di Dio in ogni pagina del Vangelo, soprattutto quando Gesù parla del Padre che si prende cura degli uccelli e dei fiori; e scoprì la grande verità dell’amore provvidente di Dio per tutte le sue creature. A partire da quel mo-mento, decise di mettere in pratica questa grande verità. Accoglieva tutti i bambini poveri che incontrava e Dio non gli faceva mancare il cibo tramite benefattori ed a volte toccava anche con mano l’aiuto di Dio manifestato da miracoli speciali.
Per esempio, una volta volle comperare una casa più grande, perché quella che aveva era troppo piccola per accogliere tutti i suoi bambini. Alla fine, ne trovò una adatta e firmò il contratto. Non aveva il denaro ma confidava nella provvidenza, e questa non venne meno e la comprò. Per continuare la sua opera, cercò persone disponibili e fondò la Congregazione dei Servi dei Poveri della divina provvidenza e le Serve dei Poveri della divina provvidenza. Molte volte, meditava le parole di Gesù: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Si commuoveva nel verificare che era così e poteva garantirlo con la propria esperienza. Diceva: “O si crede o non si crede nel Vangelo. Se si crede in esso, dobbiamo credere nell’amore di Dio e nella sua amorosa provvidenza”. Un giorno aveva bisogno di denaro per pagare i debiti. Andò alla posta, sperando in qualche buona notizia, ma trovò solo cinquanta lire. Allora cercò alcuni poveri nelle vicinanze per distribuire questa piccola somma, convinto che in questo modo la provvidenza l’avrebbe aiutato, poiché Gesù disse: “Date e vi sarà dato” (Lc 6, 38) e così accadde.
Diceva ai religiosi della sua congregazione: “Il fine della Congregazione è ravvivare nel mondo la fede e la fede in Dio Padre mediante il totale abbandono nelle mani della sua divina provvidenza, secondo l’insegnamento di Gesù: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”.
Il servo di Dio Fulton Sheen, arcivescovo di New York, racconta: “Stavo studiando all’Università di Lovaine (Belgio) e, desiderando celebrare il quinto anniversario della mia ordinazione sacerdotale, decisi di andare a Lourdes. Avevo abbastanza denaro per andare a Lourdes, ma non sufficiente per vivere lì, una volta arrivato. Decisi che se avessi avuto abbastanza fede per andare a Lourdes, sarebbe spettato alla Madonna trovarmi da alloggiare. Arrivai a Lourdes senza un centesimo, alloggiai in uno dei migliori hotel, il che non era una bella cosa. Avevo deciso che se la Santissima Vergine mi avesse pagato il conto dell’hotel, sarebbe stato per lei lo stesso pagarne uno grande o uno piccolo.
Il mio proposito era rimanere nove giorni e fare una novena di supplica. Il quinto giorno, ricevetti il conto dell’hotel: era veramente terrificante. Ebbi visioni di gendarmi, carceri francesi, avvocati americani... Così arrivò il nono giorno. Al mattino non accadde nulla, la cosa si fece seria. Decisi di dare un’altra opportunità alla Madonna. Perciò alle dieci di sera mi diressi alla grotta e mi inginocchiai per fare un’ultima supplica. Mentre ero inginocchiato, un signore mi toccò la spalla e disse:
- è americano? -
- Sì. Parla francese? -
- Sì.
E mi propose di andare con la sua famiglia a Parigi per fare da interprete. Poi mi chiese qualcosa di veramente interessante: “Ha pagato il conto dell’hotel?
Io gli diedi il conto. Andammo a Parigi, dove rimasi con lui una settimana. Al termine mi chiese: Le dispiacerebbe prendere il mio indirizzo al fondo di un assegno?
- No, gli risposi. Ritornai a Lovanio con molto più denaro di quello che avevo alla partenza... L’insegnamento è che i miracoli iniziati a Cana di Galilea per intercessione di Maria, non sono ancora terminati”(43).
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