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Avola, 14 settembre 2008 - Messaggio di Gesù a Giuseppe Auricchia
Giuseppe Auricchia."Mi trovo in chiesa per la Santa Messa. Dopo la comunione ho visto Gesù e Maria e Gesù così mi parla".
Parla il Signore Cristo Gesù.
"Scrivi figlio Mio, non sei tu che scrivi. Io prendo la tua mano nella Mia e ti accompagno a scrivere la Mia parola.
Voi nuovi Apostoli di Gesù siete pieni di Spirito Santo.
Davanti a voi si apriranno le porte per proclamare la venuta di Dio sulla Terra.
L'uomo crede ancora nella sua forza per trasformare questo mondo già morto.
L'uomo continua ancora a misurarsi col suo Dio, Creatore, Redentore, Purificatore.
Io non vi lascerò seguire questa Nave Terra, sarò Io a insegnarvi come dovete seguire sull'acqua e resistere a tutte le intemperie.
I giovani nati nel Mondo sono alla ricerca per migliorarne l'andamento, incapaci di comprendere la ragione di questa catastrofi, nessuno arriverà a capire che siete davanti alla cascata dell'acqua impetuosa che ha trascinato la Nave Terra sull'orlo della cascata, al salto vertiginoso.
Figlio, ti avevo mostrato questa vaschetta mal sostenuta che è trattenuta ancora dalle Mie mani.
Il mondo ha voluto ignorarmi e non ha fatto altro che anticipare la sua ora.
Perché mi fuggite? Perché mi ignorate ?
Io voglio salvarvi, fate ancora uno sforzo, venite verso di Me, rimanete pazienti, fiduciosi della Mia Santa Misericordia.
Pregate col cuore, siate umili, umili di cuore, perché ancora devo guidarvi per salvare più anime possibili prima che venga l'angoscia sulla Terra.
Deve arrivare la Grande Angoscia, le anime cosi vedranno la terra tremare ma col vostro pentimento sincero Io potrò salvarvi.
Pentitevi dei vostri peccati, convertitevi perché Io sto per ritornare, presto.
Credete alle profezie che sono state annunziate dai nuovi messaggeri.
I Miei chiamati non hanno mentito, sono veri, sono stati inviati da Me.
Devo assistere che i Miei sacerdoti, i vescovi, non credono alla Mia presenza sulla Terra.
Non credono che in questi ultimi tempi, Io unito con la Mia Santissima Madre stiamo operando per la salvezza del Mondo.
Questo mondo che ha le orecchie otturate per ascoltare la Mia voce!
Benedicendovi Io Gesù Cristo e Lei, la Mia Santissima Madre dei dolori".
LA BIBBIA
***
Sappiamo che Dio è molto più grande e non lascerà l'umanità indifesa. Alla fine dei tempi lo Spirito Santo riverserà la sua saggezza su molti affinché tutti quelli di buona volontà comprendano e siano salvati. Ma, attenzione...! dobbiamo stare molto attenti, perché per caso, falsi profeti inviati da Satana approfittano di queste promesse bibliche per confondere e condurre il popolo di Dio lontano da Lui.
"Fate attenzione che nessuno vi inganni. Perché molti verranno fingendo di essere me... e inganneranno molte persone. Sentirete parlare di guerre qua e là; ma non abbiate paura, perché è così che deve accadere". (Matteo. 24,5)
Inoltre, ci sono molte persone che credono che la Bibbia sia una compilazione di eventi passati, che possono servire come storie fantastiche da raccontare ai bambini; altri la trovano noiosa e persino priva di significato; ma queste persone non vedono la verità, perché guardano nella direzione opposta a quella che dovrebbero; guardano dalla prospettiva di uno storico che dirige il suo sguardo solo verso il passato; ma la Bibbia non è passata, è futura, ed è per questo che la stragrande maggioranza delle persone non si rende conto del messaggio che il Libro Sacro contiene.
D'altra parte, la Bibbia è un "Mistero", anche se ci presenta un messaggio, non tutti possono capirlo, per questo è necessaria l'assistenza del Magistero della Chiesa, senza essere confusi con gli insegnamenti di alcuni teologi infiltrati, che si atteggiano a maestri ma alla fine negano verità fondamentali che confondono e perdono molti. "Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci" (Mt. 7:15).
Allo stesso modo, di fronte a tante manifestazioni e avvertimenti della fine di questo sistema fatti dalla Vergine Maria e da molti santi e profeti, tutti i cristiani credenti dovrebbero cambiare la loro vita, avvicinarsi a Dio e leggere le Sacre Scritture, per cercare almeno di capire cosa dicono le profezie sulla fine, che certamente non sarà la fine della Terra in forma fisica, ma sarà la fine del sistema mondiale in cui viviamo, relativo all'aspetto spirituale, sociale ed economico; producendo un cambiamento totale nel modo di vivere, pensare, agire e persino nella natura stessa cambierà dall'attuale stato inospitale, malsano e insalubre di sofferenza e distruzione al suo stato originale di armonia, giustizia, amore e bellezza; perché saremo sotto il comando e la direzione del Messia stesso, e naturalmente non avremo più la cattiva influenza del nemico. Solo allora sperimenteremo la vera liberazione dal male che molti oggi confondono con una superficiale e malintesa liberazione politica.
Tuttavia, sono pochi quelli che sentono quell'incoraggiamento e quella gioia mista a un certo timore per gli eventi che verranno.
Pochi leggono la Bibbia per curiosità, curiosità che potremmo anche chiamare santa, perché se cercassimo di conoscere la verità attraverso le Sacre Scritture, la fonte di ispirazione divina, molti si salverebbero.
Purtroppo, coloro che cercano di conoscere il futuro, lo fanno con altri mezzi, dalla parte delle tenebre, attraverso oroscopi, streghe, indovini e stregoni che non possono dire la verità perché in loro non può abitare la luce, e di conseguenza diffondono confusione e male tra gli abitanti di questo mondo.
"La Bibbia ha molti scrittori, ma uno solo è il suo autore. Al momento della sua formazione, questo Libro aveva molto poco del passato, un po' del presente, ma quasi tutto del futuro". (Armageddon, Arthur E. Bloomfield)
Se vogliamo capire la Bibbia è necessario rendersi conto che il suo Autore ha un piano per l'umanità, che inizia con la Genesi e finisce con il libro dell'Apocalisse.
Lo scopo della Bibbia è come una mappa che ci mostra la via e la fine del nostro destino. Sia che ci siamo persi in un deserto dove non si vede altro che sabbia o in una foresta dove il sottobosco e gli alberi sono tutti confusi, ne usciremo, purché ci sia qualcosa che ci guidi, la Bibbia è la nostra mappa e la nostra guida.
La Bibbia è la nostra mappa e la nostra bussola, con essa usciremo dalle foreste, dai deserti che abbiamo nella vita, dagli oceani tempestosi della nostra esistenza.
***
Scritto da padre Ernest Ben Odevecq
Mentre ci sono molti pericoli e tentazioni nel matrimonio, ci sono anche cose buone, come la fedeltà, la prole e il sacramento: "Ora questo è triplice: fedeltà, prole, e il sacramento. Per la fedeltà, si osserva che non si menta con un altro uomo o donna, al di fuori del vincolo del matrimonio; per la prole, che sia amorevolmente accolta, gentilmente nutrita, religiosamente educata; per il sacramento, che il matrimonio non sia reciso, e che l'uomo o la donna divorziata non si unisca ad un altro anche per il bene della prole. Questa è come la regola dei matrimoni, con la quale o la fecondità è resa apparente, o la perversità dell'incontinenza è messa in ordine". (Sant'Agostino, Sulla Genesi, libro 9, capitolo 7) Tuttavia, anche se il matrimonio è buono, l'atto coniugale è ancora inebriante e vergognoso, che sono veramente difetti malvagi che gli uomini devono sopportare, e questo ci mostra che i figli "sono il solo frutto degno... del rapporto sessuale". Così, il motivo dei "figli, che è l'unico frutto degno, non dell'unione di maschio e femmina, ma del rapporto sessuale" deve giustificare l'atto coniugale. (Sant'Agostino, Sul bene del matrimonio, sezione 1) Nel 191 d.C. San Clemente di Alessandria (un teologo greco di notevole influenza nella Chiesa primitiva) si riferiva all'atto malvagio di Onan con queste parole: "Ha infranto la legge del coito". (San Clemente di Alessandria, Commenti su Genesi 6, PG 69:309) Egli continuò a spiegare che "A causa della sua istituzione divina per la propagazione dell'uomo, il seme non deve essere eiaculato invano, non deve essere danneggiato, né deve essere sprecato." (San Clemente di Alessandria, Pedagogus, "L'educatore", 2.10.91.2)
San Clemente di Alessandria (150-215 circa) è d'accordo con i Papi e i Santi della Chiesa a questo proposito riguardo alla procreazione e all'educazione dei bambini, insegnandoci che: "ci rimane ora da considerare la restrizione del rapporto sessuale a coloro che sono uniti in matrimonio. Generare figli è il fine di coloro che si sposano, e il compimento di questo fine è una famiglia numerosa, proprio come la speranza di un raccolto spinge il contadino a seminare il suo seme, mentre il compimento della sua speranza è la raccolta effettiva del raccolto. Ma colui che semina in una terra viva è di gran lunga superiore, perché l'uno coltiva la terra per fornire cibo solo per una stagione, l'altro per assicurare la conservazione dell'intero genere umano; l'uno coltiva il suo raccolto per se stesso, l'altro, per Dio. Abbiamo ricevuto il comando: "Siate fecondi" [Gen. 1:28], e dobbiamo obbedire. In questo ruolo l'uomo diventa come Dio, perché coopera, nel suo modo umano, alla nascita di un altro uomo". (Il Pedagogo o L'Istruttore, Libro II, Capitolo X) E così, dovrebbe essere assolutamente chiaro a tutti i puri servitori di Cristo che "Il matrimonio è la prima congiunzione dell'uomo e della donna per la procreazione di figli legittimi. Perciò il poeta comico Menandro dice: "Per la generazione di figli legittimi, io ti do mia figlia"" (San Clemente di Alessandria, "Sul matrimonio", Gli Stromata o Miscellanee, Libro II, Capitolo XXIII)
Origene (un teologo della Chiesa alessandrina dell'inizio del III secolo, considerato da molti come il più compiuto studioso biblico della Chiesa primitiva) confutò gli insegnamenti del filosofo pagano Celso facendo riferimento al filosofo pagano Celso facendo riferimento al popolo di Dio nell'Antico Testamento: "né c'erano tra loro donne che vendevano la loro bellezza a chiunque volesse avere rapporti sessuali senza prole, e per gettare disprezzo sulla natura della generazione umana." (Origene, Contra Celsum, libro 5, capitolo 42) Nella Chiesa primitiva era chiaro che avere rapporti sessuali senza voler generare prole era commettere un atto malvagio.
O eterno Amore, fa’ ciò che facesti nel Cenacolo: vieni, vieni, vieni! Prendi possesso delle potenze della mia anima e guidami a quel santo vivere che è effetto della Tua dimora in noi.
Amen
Come è pericoloso il tralasciar di adempire la volontà divina, anche in cose piccole.
Non solo dobbiamo considerare e temere i giusti giudizi di Dio, per conformarci con tutto quello che Dio farà, ma anche per adempire ed eseguire in tutte le nostre opere la sua santissima volontà, benché sia minima la nostra azione; sicché non ci pigliamo ardire di muoverci, neppure un tantino, se non è per dar gusto a lui in tutto. Per il che si deve grandemente avvertire che l'infinita sapienza di Dio ha disposto grandi beni, così temporali come eterni, dipendenti tutti dall'adempire noi la Sua volontà in cose piccole. Il che è un meraviglioso e secreto giudizio della divina provvidenza. Alle volte non castiga Dio in questa vita molti che commisero peccati gravi, e castiga altri santi, e alle volte, severissimamente, anche i medesimi peccatori, di qualche leggera trascuraggine che hanno commessa. Altre volte lasciando di premiare in questa vita opere grandi di virtù, suole per un piccolo servizio fare segnalatissime grazie e rimunerarle con maggiori dimostrazioni e con altre opere maggiori. Di modo che ci sono alcune azioni virtuose, nella esecuzione delle quali od omissione, ancorché sia molto leggera, per giusti e altissimi giudizi, fa Dio dimostrazioni notabili, concedendo grazie grandi, se si adempie in esse la sua volontà, o mandando castighi grandi se si ci passa sopra. Non conoscendo dunque quali siano queste opere, dobbiamo stare molto attenti e solleciti a non mancare in cosa alcuna, per minima che sia, all'intero adempimento del suo santissimo gusto, perché non sappiamo se quello che ci pare meno importante, sia quello per il quale abbiamo ad essere più castigati.
Chi avrebbe detto che per tanto gravi peccati di Davide, per tanto gravi ingiustizie, quanto l'adulterio di Bersabea e l'omicidio di Uria, la divina giustizia si avesse di presente a contentare con la morte di una creatura? E che il numerare il popolo, nel che Davide non fece ingiustizia ad alcuno, anzi pareva buon governo, fosse castigato da Dio con la morte di settantamila uomini? Al sacerdote Aronne, per peccato sì enorme, come il lasciar che il popolo adorasse il vitello d'oro, non toccò Dio un capello della testa. E invece perché egli e il suo santo fratello, nel percuotere una pietra perché scaturisse acqua, non si diportarono del tutto come Dio voleva, che fu colpa solamente veniale, li castigò molto rigorosamente, negando loro la cosa che più desideravano in questa vita, che fu l'entrata nella Terra promessa, e non contentandosi di questo solamente, levò loro la medesima vita.
Per certo l'infinita bontà del nostro Dio ha ordinato tutto questo con divina sapienza, perché non solo adempissimo la sua volontà nel più, ma anche nel meno, non solo nel molto, ma anche nel poco, e però ha castigato molto fortemente il mancare, in cose piccole, al suo gusto. Veramente fu altissimo giudizio di Dio la morte infelice del santo re Giosia, per la poca considerazione con la quale non volle credere a quello che da parte di Dio gli significò un re barbaro. E chi non stupisce di Oza, che per toccar l'Arca del Testamento, quando stava per cadere, Iddio l'avesse a castigare con tanto subitaneo e terribile castigo, quanto il restar morto all'improvviso, percosso dalla mano di Dio? Si racconta nella Sacra Scrittura di altri due, i quali, perché mancarono leggermente a quello che Dio ordinò loro, furono infelicissimamente uccisi dai leoni, Grande castigo fu quello della moglie di Lot, che non per altro che per essersi voltata indietro (il che le era stato proibito), fu convertita in statua di sale. Aggiungo di più: la caduta di S. Pietro nel negare il Salvatore, fu pena di un poco di presunzione. La caduta di Davide fu un poco di amar proprio e una immodestia d'occhio. Quella di Salomone ancora fu per qualche vanagloria. E la eterna perdizione di Saul, non v' ha dubbio che fu cagionata da poca cosa, donde si ridusse a non far la volontà divina in cosa grave: dal che venne la sua riprovazione, la morte infelice, la tragica fine della sua famiglia e la sua eterna condanna.
Per il contrario Iddio ha rimunerato opere di piccole virtù con abbondantissime grazie: Abigaille, per alcune buone parole e per la liberalità che usò con Davide, fu innalzata da Dio ad essere moglie di un re. Rebecca, perché fu cortese col servo di Abramo, meritò di accasarsi con Isacco; e fu della progenie del Messia. Per una limosina che fece S. Gregorio, Iddio lo fece pontefice della sua Chiesa, e gli concesse grandi doni spirituali. Di modo che l'opera buona che uno meno pensa, può essere causa di grandissimi beni e della propria salvezza e santità, e il mancamento e la trascuratezza di cui fa meno conto, può essere principio di grandi mali e della morte temporale ed eterna.
Che cosa dunque dobbiamo imparare da ciò, se non che dobbiamo vigilare in tutte le nostre opere e azioni per non mancare in cosa alcuna all'adempimento del gusto divino? Quanto avrebbe perso Abigaille se avesse lasciato di essere cortese, con Davide? E da quanto gran male si sarebbero liberati Salomone e Saul, se in tutto avessero adempito il divino beneplacito? Dovremmo tremare di lasciar un' opera di virtù e di mancare un poco al gusto di Dio, perché non sappiamo quanto ciò sia per costarci, né conosciamo che può importarci molto quello che ci par poco.
Vorrei che ponderassimo questo, come io giudico essere necessario, e che ci facesse quella forza che ha questa ragione, perché corre rischi grandi chi va mancando all'adempimento della volontà divina; e ancorché l'adempisca in alcune cose, se non l'adempie con lealtà, se ne lascia alcune, benché piccole, può correre gran pericolo d'incontrare il principio della sua perdizione, o di lasciar l'occasione della sua ventura e perfezione. Sono grandi e altissimi i giudizi di Dio, ed è dovere che li teniamo sempre davanti agli occhi e ce ne ricordiamo spesso quando ci si offre alcuna opera di virtù, ancorché ci paia di poca importanza. Che so io quello che me ne va in questo? perché ci può andare la mia perdizione o la mia salvezza: ne possono seguire grandi mali o beni; i giudizi di Dio sono secreti: non voglio per poca cosa pormi a rischio di cose tanto grandi.
Se ad uno fosse posta davanti una quantità di bicchieri pieni, alcuni grandi ed altri piccoli, e gli fosse detto che in uno di essi è il veleno, avrebbe per avventura ardire di berne alcuno, per piccolo che fosse? No, per certo, ancorché gli fosse promesso di farlo re. Possiamo dunque far questo conto per non mancare in nulla all'adempimento della volontà di Dio; perché non sappiamo se in alcuna di queste omissioni e negligenze sta nascosto il veleno della nostra perdizione.
Per il contrario se uno fosse messo in un luogo, dove fossero molte casse, alcune grandi, altre mezzane, altre piccole, e fosse avvertito che in una di esse v'ha una perla di inestimabile valore, che sarà sua, se saprà trovarla, lascerebbe egli forse di cercare in tutte le casse? Non sarebbe grande sciocchezza se ne lasciasse alcuna, ancorché piccola? Non dovrebbe egli fare questo conto: che so io se sta qui la perla? E pertanto poca diligenza non voglio già perderla. Il medesimo conto dobbiamo far noi circa l'opere di virtù e di gusto di Dio. Non voglio lasciarne nemmeno una: io non so se sta qui la sicurezza della mia salute; per piccola che sia, non deve restar indietro, anzi per essere piccola, la devo lasciar meno. Forse di qui dipende l'essere santo; forse questo m'importa per acquistar grazie grandi da Dio. Dimodoché così nel molto, come nel poco, ci obbligano i giusti giudizi di Dio a fare in tutto la sua santissima volontà e a non tralasciarla mai.
P. EUSEBIO NIEREMBERG, S. J.
Non facciamo confusione! Occorre saper distinguere con chiarezza le cose, perché nella nebbia, nell’ambiguità, nell’oscurità c’è l’inganno e l’insidia del nemigo della Verità.
“Dio creò l’uomo a Sua immagine e a Sua somiglianza”.
Una cosa è l’immagine, un’altra è la somiglianza.
La prima è nell’essere, nella natura umana, fatta secondo il modello di come è Dio stesso.
La seconda è nel vivere: l’uomo doveva vivere a somiglianza di Dio, pensare come Dio pensa, vedere tutto come Dio lo vede, amare con lo stesso Amore eterno e infinito di Dio, avere gli stessi gusti, la stessa felicità, gli stessi diritti divini (altro che umani!), lo stesso modo di agire, lo stesso cuore, la stessa Vita della Stma. Trinità, la stessa loro adorabile Volontà, sorgente della loro Vita, delle loro opere, di tutti i loro attributi divini, del loro Volere, della loro felicità!
Sì, perché una cosa è la volontà, un’altra è il volere, come una cosa è il cuore (la volontà), un’altra è il battito del cuore (il volere), e un’altra ancora è la vita che questo battito manifesta e al tempo stesso produce (l’amore). Se la sorgente indica la volontà, il fiume che vi nasce è il volere, ma di che è questo fiume? Di amore.
D’altronde, una cosa era l’albero del paradiso, un’altra era il frutto dell’albero e un’altra ancora era ciò che il mangiare avrebbe causato. Anzi, siccome due erano gli alberi, l’albero “della Vita” e l’albero “della conoscenza del bene e del male”, ed era di quest’ultimo che Dio aveva detto di non mangiare, mangiare di quest’ultimo non avrebbe causato la vita, ma la morte.
Una cosa è la vita naturale umana e un’altra è la Vita soprannaturale divina.
Nella prima, Dio ha messo l’immagine della sua stessa Vita; nella seconda (non per natura, ma per grazia, la Grazia) Dio concede una partecipazione della sua Vita, a somiglianza della sua Vita.
L’uomo, creato ad immagine di Dio e quindi responsabile della propria vita e del proprio destino, dotato perciò di volontà libera (…una cosa è il libero arbitrio e un’altra è la libertà), fu messo da Dio di fronte a questo bivio: decidersi per Dio o per il proprio “io”, decidere se dar vita in sé alla Volontà divina o dar vita alla propria volontà umana, decidere se accogliere come vita il Volere stesso di Dio o preferire il proprio volere umano.
Questa era la prova necessaria voluta da Dio per promuoverlo. Ma nella prova s’inserisce la tentazione, lanciata dal diavolo per rovinarlo.
Questa decisione non era, non è propriamente una “scelta”: Dio non disse all’uomo di “scegliere” –non è giusto scegliere tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra la verità e la menzogna, come non lo è scegliere tra Cristo e Barabba!– ma di decidersi per il bene, per la verità, per la vita, per Dio, per la Volontà Divina, non per una qualunque delle due cose! Si sceglie tra due o più cose che in partenza di pensano paragonabili, quindi si sceglie quando si ignora il vero valore e significato delle cose, ma quando esso si conosce non si sceglie; la scelta implica ignoranza. “Scegliere” tra il bene e il male, una volta che Dio ci ha manifestato qual è il bene, non è ammissibile, è già offendere; perciò, Dio chiede all’uomo non una scelta, ma una decisione.
Questa decisione si manifestava nell’ubbidire al comando divino di non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Se l’albero della Vita era l’immagine della Volontà Divina, l’albero della conoscenza del bene e del male (di una conoscenza che non è vita) era l’immagine della volontà umana. Del primo, l’uomo poteva mangiare, del secondo non doveva farlo. Mangiare il frutto del secondo (assaggiare il proprio volere umano, contro il Volere Divino) avrebbe causato, non la vita, ma la morte.
Questi due alberi, a differenza di tutti gli altri alberi del paradiso e della Creazione, erano perciò come una specie di “sacramenti”, poiché, istituiti da Dio Padre Creatore, nella loro materialità significano una realtà spirituale e al tempo stesso la conferiscono. Dovevano avere perciò una realtà materiale, per poter esprimere un significato spirituale.
I rispettivi frutti, dell’uno e dell’altro, dovevano essere per tanto veri frutti materiali (in nessuna parte è detto che fosse la famosa “mela”), ma con un preciso significato: il “frutto divino” oppure il “frutto umano”, comunque il frutto del grembo, della procreazione. Frutto benedetto e divino, quello di Maria; frutto privo di benedizione e umano, quello di Eva, anzi, il suo primogenito, Caino, “era del maligno”, ci dice la Scrittura.
L’uomo, peccando, ferì e deformò, profanò l’immagine divina che porta nella propria natura umana, e perdette la somiglianza divina; da essere figlio di Dio per grazia divenne ribelle e, pentito, potè essere ammesso soltanto come servo, in attesa della Redenzione.
L’uomo perdette la Vita soprannaturale divina, perché preferì il proprio volere contro il Volere di Dio. Peccò e, perdendo la Vita soprannaturale (la Grazia), perdette di conseguenza anche la vita naturale. La sua volontà umana si separò dalla Volontà Divina; quindi l’anima si separa dal corpo.
Muore l’anima spirituale ed immortale (nel senso che rimane priva della Vita Divina) e quindi muore anche il corpo (privo dell’anima). Così, è doppia la morte: quella dell’anima e quella del corpo.
Il peccato è morte dell’anima; la morte –conseguenza del peccato– è morte del corpo.
Perciò la Redenzione operata da Nostro Signore Gesù Cristo ha comportato che Lui ha assunto la nostra doppia morte nella sua Vita e Passione: la Passione della sua Anima e quella del suo Corpo.
Il peccato è rifiuto della Volontà di Dio e Gesù lo ha annientato con l’adesione perfetta alla Volontà del Padre; invece la conseguenza del peccato –la perdita di tutti i beni soprannaturali, preternaturali e naturali, che culmina nella morte– Gesù l’annientata con la sua Passione e Morte, in un crescendo fin da quando s’incarnò.
Esiste una doppia morte, che corrisponde anche alle due dimensioni dell’esistenza dell’uomo: una è nel tempo della prova, l’altra è per sempre, oltre questa vita. Quindi morte temporale e morte eterna.
Dalla prima morte, che è universale (conseguenza del peccato originale) “nessun uomo vivente può scappare”, ma ci sarà alla fine della storia (alla fine del mondo) la resurrezione universale dei corpi, perché ogni uomo andrà –corpo e anima– al suo destino definitivo, da lui scelto.
Dalla seconda, che è separazione da Dio, c’è possibilità di liberarsi fin che si è in questa vita, mediante il vero pentimento, la riconciliazione con Dio, il perdono divino (attraverso la Chiesa). Ma se termina il tempo della prova e l’uomo muore senza la Grazia e senza invocare la Misericordia Divina, lo scontro con la Giustizia si traduce in morte eterna, rifiuto di Dio per sempre. Questa è la seconda morte, senza più rimedio. E come c’è una doppia morte, vi è anche una doppia resurrezione. Quella spirituale non è solo il ritorno alla Grazia, ma più ancora il ritorno dell’uomo “nell’ordine primordiale della Creazione”, ad avere come vita la Divina Volontà. La seconda, quella corporale, sarà alla fine del mondo.
Due sono le Venute del Signore: la prima, come Redentore; la seconda, come Re.
ella sua prima venuta, come Redentore, riparò l’immagine divina, deformata e quasi irriconoscibile nell’uomo; nella seconda venuta, come Re, ridà la perduta somiglianza divina, riportando l’uomo che lo accoglie nell’ordine, al suo posto assegnato da Dio e nello scopo per cui fu creato.
La prima venuta del Signore fu per salvare l’uomo, riaprendo le porte del Cielo, perché chi vuole vi entri. La seconda venuta è per salvare il Decreto eterno del suo Regno, facendo scendere il Cielo e rinnovando così la faccia della terra.
Frutto della sua prima venuta è ridare la vita divina della Grazia, facendo diventare l’uomo figlio di Dio (la prima resurrezione); frutto invece della sua seconda venuta è dare a quest’uomo in Grazia il possesso del suo Regno, la pienezza dei beni della Creazione, della Redenzione e della Santificazione.
La prima venuta (o “Avvento”) del Signore fu nella “Pienezza dei tempi”. La sua seconda venuta (o “Parusìa”) è alla “fine dei tempi”, fine dei tempi d’attesa e arrivo del tempo tanto atteso, fine dei tempi d’angoscia e arrivo del tempo della consolazione, il tempo “della restaurazione di tutte le cose”.
Quindi, è necessario distinguere i tempi della storia:
-l’inizio dei tempi o inizio del mondo;
-la pienezza dei tempi;
-la fine dei tempi, e
-la fine del mondo (o della storia)
Tra queste due ultime c’è in mezzo un tempo glorioso, lunghissimo, di compimento del Regno di Dio promesso nel Padrenostro, il Regno della sua Volontà “sulla terra come in Cielo”. E’ quello che l’Apocalisse chiama “il Millennio”. Immagine di esso furono i quaranta giorni che Gesù Risorto volle, ormai glorioso, restare sulla terra prima della sua Ascensione in Cielo.
P. Pablo Martín
“Figli, Satana sta ora (raccogliendo tutte le sue forze) per agguantare il maggior numero possibile di anime prima che il suo tempo si esaurisca. La maggior parte delle anime non si rende conto che ogni momento presente è una guerra spirituale. Pertanto, esse non guardano al modo in cui Satana cerca di insinuarsi nei loro cuori. Se non vedete la guerra o le armi da guerra, come potete vincere?”“Il Maligno s’inorgoglisce per il modo in cui vi inganna, figli Miei, nell’uso improprio delle grazie che vi sono state concesse. Molti beni – (quale la) tecnologia, l’intrattenimento, gli stili dell’abbigliamento, persino il linguaggio stesso – sono caduti nella sua stretta.”
“Uscite dalle tenebre (per essere) nella Luce della Sapienza – la Santa Sapienza. Usate tutte le vostre risorse umane per costruire il Mio Regno sulla terra. Sarà grande La vostra ricompensa in Cielo. Il Mio Regno è nei cuori.”
“Il regno dell’immoralità di Satana sta per implodere. Ha usato forme moderne di tecnologia, intrattenimento, trasporto e intelletto distorto per anteporre il piacere e il denaro ai Miei Comandamenti*. Ciò cambierà, poiché sempre più persone si rivolgeranno a Me quando le loro le soluzioni superficiali falliranno. Attraverso molti errori verrà fatto vedere ad essi il sentiero della Luce e della Verità. Con difficoltà, il peccatore si pentirà. Più traviato è il peccatore, maggiore sarà la sua conversione.“Gli eventi nel mondo cambieranno i cuori. Coloro che sono contro il Santo Amore nei cuori faranno grandi sforzi verso la ricompensa. Mi riferisco ai tempi a venire – quando i pericoli del peccato diventeranno la Luce che attirerà i Miei figli a Me. Questo sarà un risveglio spirituale – una Sodoma e Gomorra spirituale.”
Dio assiste ciascuno dei Suoi figli tutto il tempo, ma affinché questo aiuto sia veramente efficace dobbiamo avvicinarci a Lui con molta fede e amore sincero.
Dio, Padre amorevole, non può resistere quando uno dei suoi figli gli chiede qualcosa, e se lo considera per il suo bene lo concederà, ma ahimè a chi vuole ingannarlo con un falso sentimento. Egli penetra nel profondo i cuori: "Conosco anche i vostri pensieri più nascosti", perciò ciò che viene chiesto è l'amore sincero, e chi ama vuole compiacere l'amato, in questo caso un figlio deve fare la volontà del padre e quindi acconsentire a lui.
Dio protegge, quasi miracolosamente, chi lo ama sinceramente, e questo può essere visto quasi quotidianamente nei piccoli dettagli, ma quello a cui vogliamo arrivare è che quando si verifica un evento importante, Dio agisce con tutta velocità, specialmente quando suo figlio glielo chiede, ma può farlo anche di sua iniziativa. È che non può trattenersi, deve proteggere i suoi amati figli.
Dobbiamo anche capire che molte delle malattie che abbiamo sono dovute alla vita di peccato che conduciamo, quindi una vita armoniosa tra corpo e anima è incompatibile e una vita lontana da Dio.
Nostro Padre ce lo spiega:
"Voi sapete che molte malattie del corpo sono causate dal disastro spirituale che avete. Sì, miei piccoli, se volete avere una salute totale, dovete avvicinarvi a Me, dovete contare sulle Mie Forze, con le Mie Capacità, con la Mia Onnipotenza, perché se vi allontanate da Me e volete fare la vostra vita con le vostre capacità, non raggiungerete mai la perfezione a cui siete chiamati e, inoltre, vi allontanerete sempre di più da essa, perché tu non ti stai avvicinando alla fonte di tutto il Bene, che sono io."
Questa protezione da Dio, l'amorevole Padre dei Suoi figli, raggiunge livelli immaginabili. Non solo agisce impercettibilmente verso i suoi figli, cioè crediamo che i problemi siano stati risolti dalla sua mano, perché lo richiediamo, ma senza percepire nulla, ma può intervenire direttamente, attraverso inviati dal cielo, di solito spiriti angelici.
Questi angeli si incarnano, cioè si fanno carne e si mostrano come un altro abitante della terra, impossibile da identificare, perché hanno l'aspetto di qualsiasi persona. Hanno un corpo palpabile, possiamo toccarli e parlare con loro. Portano sempre un messaggio per la persona che è oggetto di aiuto, un messaggio divino, insieme a queste visite verrà prodotto l'emendamento alla contrarietà, causa della richiesta. È più spesso dato che è uno, ma possono essere di più.
Il problema può non essere sempre materiale, migliorare la salute, gravi problemi economici, perdita di un figlio, insomma sono tanti i problemi che ci affliggono, ma anche di natura spirituale.
Nostro Padre può considerare che siamo molto vulnerabili agli attacchi demoniaci, e che possiamo essere in serio pericolo, per fare un esempio, e che non basta confessare i nostri peccati direttamente a Lui, anche se Lui ci ha già perdonato, ma è necessario e fondamentale andare al sacramento della confessione, è necessario essere assolti da un sacerdote. Primo, perché un atto di umiltà ci fa bene e in secondo luogo perché Egli lo ha determinato.
Una volta che una persona cambia la sua vita e compie la volontà di Dio, allora sì, opererà tutta la protezione necessaria contro gli attacchi del diavolo. Questa può essere una grande preoccupazione per Lui, quindi Egli manda un messaggero che Glielo dirà o Glielo darà. Gli spiriti angelici si incarnano. Potrebbe farlo perfettamente attraverso l'ispirazione divina, ma Egli è così, puro amore, e dà questi doni ai Suoi amati figli, mostrando loro preoccupazione.
Queste visite possono avvenire in qualsiasi luogo pubblico, in un ospedale, in una chiesa, anche per strada.
Per quanto riguarda il paragrafo precedente, ascoltiamo nostro Padre:
"Certamente coloro che Mi hanno cercato e sono con Me (nella Grazia di Dio o camminando verso la conversione che deve finire per confessare i peccati davanti a un sacerdote), non permetterò a Satana di attaccarvi e distruggervi, coloro che lasciano che Satana entri nei loro cuori e nella loro vita soffriranno. Hai avuto molte opportunità di imparare e di scegliere. Godrai bene di quelli che hai scelto e soffrirai quelli che hai scelto male, è la cosa giusta da fare e così sarà. Io veglierò sulla Mia".
Se Mi lasci vivere pienamente in te, avrai una comunicazione continua e ti avvertirò di tutto ciò che può accadere intorno a te e ti guiderò su sentieri sicuri, oppure posso mandarti uno dei Miei angeli per condurti lungo i sentieri che voglio che tu vada, in modo che tu possa proteggere la tua vita, umano e spirituale.
Parliamo di "risvegliare il cielo", quando chiediamo qualcosa di specifico e preghiamo Dio, e il cielo risponde. C'è un'intera organizzazione e la risposta arriva abbastanza rapidamente, a seconda di ciò che ci affligge.
Quante volte l'Angelo Custode ci ha aiutato, ci sveglia quando un bambino nella stanza continua è in pericolo, un incendio, la vicinanza di un terremoto insomma sono tanti i casi che si verificano quotidianamente in tutto il mondo. Molti dei nostri pensieri o idee che ci aggrediscono sono di origine divina, ciò che accade è che non siamo in grado di identificarli.
Basta guardare nostro Padre e chiedere il suo aiuto, e noi lo otterremo. Per Lui non ci sono impossibili. Ha un amore folle.
Ma la chiave, ripetendo le parole di Dio Padre:
"Dovete avvicinarvi a Me, dovete contare sulla Mia forza, con le Mie capacità, con la Mia onnipotenza."
IL CIELO COMUNICA
21 febbraio 2015
Il Padre ha parlato così:
"Stanno arrivando tempi difficili, figliolo.
Dovete vivere in costante preghiera e digiuno".
-Ma Padre, in questi tempi non ho pregato convenientemente (volendo dirgli che l'ho mancato nelle preghiere, novena e Getsemani giovedì scorso, che mi sono addormentato e non l'ho fatto).
Poi mi disse questo:
"Io sono nel tuo cuore. Dovete pregare ogni momento, è un esercizio che in poco tempo potrete realizzare".
-Ho molte cose in mente, padre, molte richieste....
"Lo so. Tutto a tempo debito..."
-Mentre scrivo, lo sento, nella mia mente e nel mio cuore.
Si avvicinano tempi di grande agitazione, ed è per questo che sottolineo la necessità dell'unione con Me; attraverso la preghiera costante!
Questa preghiera è un dialogo costante da cuore a cuore.
Dovete trovare il tempo per iniziare a farlo.
All'inizio vi sembrerà di parlare con voi stessi. Penserete che sia un'invenzione delle vostre menti.
Ma questo dialogo farà vibrare il vostro cuore nel tempo.
Perché io vi tengo tutti nel Sacratissimo Cuore del mio amato Figlio.
Vivere in uno stato di Grazia costante e permanente.
Vi amo con un Amore incommensurabile e aumenterò l'Amore nei vostri cuori. Perché è attraverso l'amore che tutto funziona. L'amore è servizio, l'amore è carità, l'amore è preghiera, l'amore è unione con Me". ....
Sarete luce in mezzo alle tenebre che già incombono sulla terra.
Siate fiduciosi e sicuri che io sarò sempre in mezzo a voi. E io sarò il motore che vi condurrà alla salvezza eterna. La Mia Amata Piccola Figlia Maria sarà la Guida, ed è per mano Sua e per la Sua Mano che verrete a Me.
Voglio sottolineare la PREEMINENZA DELL'AMORE (questo mi ha portato a leggere, più tardi, la Prima Lettera ai Corinzi, capitolo 13) che deve prevalere in voi.
Qualunque cosa tu abbia da vivere e da soffrire, offrila con amore a Me. Non brontolare per nulla, non lamentarti di nulla....
Mi disse: "Non lamentarti di nulla!
"Accetta tutto come una Grazia che ti mando, perché ti amo e voglio che tu ti salvi e stia al mio fianco".
"IO SARÒ CON VOI FINO ALLA FINE DEI TEMPI".
Io vivrò nei vostri cuori e voi vivrete in Me.
Il Padre mi ha chiesto di guardare la nostra vita alla luce del Vangelo e di leggere i capitoli 13, 14 e 15 del Vangelo di Giovanni.
Lo Spirito Santo era accompagnato da San Michele Arcangelo, che sorvegliava il nostro dialogo in ogni momento, annuendo con un "AMEN" e un "CHI COME DIO, NESSUNO COME DIO!
Lo Spirito Santo mi ha detto che era qui perché glielo chiedessi.
Gli ho chiesto dell'esorcismo di Papa Leone XIII, e mi ha detto quanto segue:
"È conveniente che tu lo preghi frequentemente (quotidianamente). Satana si aggira come un leone ruggente, come un drago a caccia. Ora tutto è scuro.....
Tieni presente che in questo tempo non c'è protezione più grande del PRECISO SANGUE DI GESÙ!!!! Copritevi e sigillatevi con esso in ogni momento. È la più grande protezione che il Santo Cielo ha fornito per questi, i "Tempi Finali".
Dite loro di diffondere questo esorcismo, ma non con più forza del Prezioso Sangue di Gesù. Dovete essere "i devoti" della "Grande Devozione", fino alla Fine.
Ora il Santo Padre mi dice:
"Ora, figlio mio, me ne vado e ti lascio in compagnia di Maria Santissima".
Gli chiedo di permettere a San Michele Arcangelo di stare con me e lui mi risponde:
E così sia!
Madre?
"Sì, bambina".
"Voglio lasciarvi un messaggio: ho bisogno che voi tutti rafforziate e aumentate il vostro legame d'amore con il vostro angelo custode.
Ora vedo e sento....
Vedo Maria, la mia amata Madre, insieme a San Michele Arcangelo, vestita con armatura, scudo e lancia e sento il suono delle Anime Celesti (la Legione Angelica di Maria). Tutti in tenuta da battaglia.
Il suono che sento è quello di una legione infinita!!! armata (spade e scudi), ma il suono è inconfondibile.
La Madre mi dice:
"Figlio la guerra è imminente! Ma la guerra che state vivendo è altrettanto grande o molto più grande di quella delle armi. È una guerra spirituale senza precedenti.
Ecco perché vi dico di invocare il vostro ANGELO CUSTODE, di amarlo e di imparare ad ascoltare la sua voce. Fatevi guidare da lui.
Invocatelo in ogni momento, così, in questo modo:
"Angelo mio", "Angelo custode", AIUTAMI, GUARDAMI E PROTEGGIMI, GUIDAMI SUL MIO CAMMINO. SII LA MIA LUCE.
Dategli le vostre richieste. Essi vedono costantemente il Santo Volto di mio Padre. Siate portatori dell'Amore del Mio Figlio prediletto. Porta Gesù ovunque tu vada.
Io sono " vostra Madre", e sono io che vi condurrò alla Casa del Padre.
Chiedetemi costantemente la virtù della purezza di pensiero, di corpo e di spirito. Te lo darò!
E con il suono di una spada o di una lancia conficcata nella terra da San Michele Arcangelo, sento:
"Amen!
Chi come Dio, nessuno come Dio!
Ave Maria purissima, concepita senza peccato!
Ora sento una voce maschile, con molta Pace, e identifico San Giuseppe dalla voce che ho sentito l'ultima volta. Comunque, gli chiedo: "San Giuseppe? e lui mi risponde: "Sì, figlio mio:
"Sì, figliolo. Camminiamo un po'... (invitandomi a camminare nel giardino dove stavo facendo il ritiro. Mentre camminavo ho sentito la Sua voce nel mio cuore e nella mia anima).
Mi ha detto che Lui è sempre al mio fianco e che il Cielo è contento che abbiamo cominciato a leggere Maria Valtorta ("Il Vangelo come mi è stato rivelato", cerca La nostra Biblioteca, parte 1 e 2).
Che il suo lavoro è un immenso dono all'umanità, che pochi apprezzano. Racconta la storia come è avvenuta nel Vangelo, con un amore che è unicamente ispirato dallo Spirito Santo. Mi ha incoraggiato a continuare a leggere.
Quando gli ho chiesto di Anne Catherine Emmerick, l'unica cosa che mi è rimasta è che anche lei è vera, ma che l'opera della Valtorta rivela molti dettagli pieni dell'amore di Dio.
Qui finisce l'udienza del Santo Cielo.
Voce fuori campo privata per Carlos S.
Dio Padre
HAI ABBANDONATO E IGNORATO I MIEI FIGLI
(DIO PADRE PARLA)
PICCOLO, VIENI, VOGLIO PARLARE CON TE. QUESTO È PRECISAMENTE IL MOTIVO PER CUI SONO ARRABBIATO. I MIEI FIGLI SONO ABBANDONATI E IGNORATI.
NON È UNO IOTA, NON È UNO IOTA DIVERSO DA QUANDO IL MIO GESÙ CRISTO È SCESO SULLA TERRA. Era mia premura che in duemila anni l'uomo imparasse qualcosa, anche se fosse il rispetto di uno per l'altro, ma i migliori tra voi, con le vostre onorevoli eccezioni, non sono migliori di Simone il Cireneo, di Cefa (*), di quelli che si avvicinarono a Mio Figlio solo per interesse e che, una volta risolta la questione o il problema per cui erano venuti da Lui, scapparono quasi terrorizzati.
Quasi nessuno è tornato nemmeno per RINGRAZIARE. Finché la loro questione personale, individuale, era risolta e questo era tutto ciò che ricordavano di Mio Figlio. I rozzi pescatori che Mio Figlio scelse come apostoli Lo amavano e Lo seguivano... Gli altri non Lo amavano, non Lo seguivano, Lo avvicinavano solo per convenienza. Il meglio di voi è quello che fanno.
Ecco perché, Piccola, non credo che sia giusto che tu continui ad andare in giro con i lupi. Ve l'ho detto mille volte e non ci credete: è il momento di separare la zizzania dal buon grano; le pecore dai capri; i miei da quelli del maligno.
Tu continui a credere, nella tua deliziosa ingenuità, che i lupi siano pecore travestite, ma non lo sono: i lupi sono lupi, Piccola. Sono animali carnivori e mangiatori di carogne, con un po' di avvoltoio dentro. Non sono fatti per stare con le Mie pecore.
Ieri hai subito una caduta, andavi veloce, pensando a come portarmi al loro cuore indurito e hai ricevuto solo scherno e una totale mancanza di misericordia. A volte permetto, per il bene delle anime, che una delle mie pecorelle più amate si faccia male alla gamba per dare loro la possibilità di commuoversi, di vederla con affetto, con tenerezza, ma, come vedi, questo non succede più. I tempi della Mia Giustizia si avvicinano rapidamente. Non è la Mia Volontà che nessuno si perda, nemmeno uno; ma non hanno un grammo di carne rosa nel loro cuore, che è già di un nero spaventoso.
Hanno scelto il male: l'indifferenza al dolore degli altri è un male come il male attivo e attivo. Non pensate che perché non rubano o uccidono siano buoni; sono lontani da questo (vedo una strada molto lunga e tortuosa tra le montagne). La strada che bisogna percorrere per tornare a Me, al Padre, è lunga e tortuosa. Ce l'hai fatta, contro ogni aspettativa, come si dice sulle coste, contro ogni aspettativa. La Buona Opera è l'inizio del cammino di ritorno al Padre, ma voi non volete nemmeno questo. Do loro la mia pecorella ferita per vedere se si commuovono un po', e loro non fanno altro che ridere e deridere.
No, piccola, non c'è più misericordia tra gli uomini e mi rifiuto di lasciare che continuino a divorare le mie amate creature. Tu, purtroppo, ti sei abituato al fatto che è così, non ti stupisci più che ti lascino leccare le tue ferite da solo, non ti fa più arrabbiare, ma vedo che piangi il tuo deserto. (Mettilo, Piccolo) e il tuo dolore ferisce profondamente il Mio Sacratissimo Cuore.
So che non desideri essere qui, ma non lo dici perché vuoi finire la tua Missione "qualunque essa sia" e ti ringrazio. Mi fa piacere che tu dica di voler fare quello che i miei santi vorrebbero fare se fossero sulla terra. Mi commuove molto, mi commuove che, piccolo come sei ancora, sei così disposto a fare e a dare così tanto. Ricorda che Dio non sbaglia, non sbaglia mai, che se ho scelto te, piccola "Y Maria", per questa Missione, è perché il Mio Sacratissimo Cuore ha piena fiducia nella tua decisione. Non nel tuo fragile e fallibile lato umano. Contiamo sulla vostra lealtà e sulla vostra resa quasi totale, - sapete cosa intendo, quello che ancora vi manca, ma non dubitiamo che anche voi lo raggiungerete.
(Silenzio...) Esatto, Nenita.
(*) Pedro. Non sapevo chi fosse Cefas e l'ho cercato. Intende Pedro.
(1 marzo 2012)
E Maria del Getsemani