domenica 8 settembre 2019

LE GRANDEZZE DI MARIA



IN DIFESA DELLA VERGINE ACCUSATA DI MANCANZA DI FEDE.


I. – È questo il concetto che dobbiamo avere della persona più degna che vi sia sulla terra; Dio ne dirige il pensiero e la lingua; Dio ha formato nel cuore di Lei quel voto segnalato, sino allora sconosciuto; perciò Egli medesimo le mette su le labbra quelle parole che lo manifestano al mondo. Sono queste le prime parole della Vergine che ci vengano riferite nel Vangelo. A Dio non piaccia che le prime parole di Colei che Egli ha scelta per sua Madre siano un linguaggio sconveniente e di incredulità! Chi pensasse a questo modo avrebbe di questo mistero un cattivo concetto; male intenderebbe e male ascolterebbe la Vergine. Se il medesimo Spirito che l'assiste nel parlare ci assisterà nell'ascoltarla, noi avremo ben altra idea di un'anima così degna e di disposizioni così sante, di un mistero così sublime e di una risposta così ponderata.               
Le parole della Vergine sono un vangelo della Verginità, che la terra annuncia al cielo e la Vergine all'Angelo; vangelo che la Vergine e l'Angelo annunciano al mondo. Sono la rivelazione in un medesimo tempo, di due verità intimamente congiunte, assieme: l'Incarnazione del Verbo e alla perpetua verginità di Colei che lo deve generare.
L'Angelo annuncia l'Incarnazione alla terra, e la Vergine annuncia al cielo la verginità del parto. È cosa ben degna e ben conveniente che le prime parole della Vergine delle vergini siano come un vangelo di purità, e che il [41] mondo impari questa virtù e ne riceva il primo profumo per mezzo delle prime parole di Maria.
Per la verginità è una specie di trionfo, l'essere celebrata nelle prime parole del Vangelo, e stabilita, come su un trono al cospetto di Dio e dei suoi angeli, nella persona più degna dell'universo, vale a dire, in quella che Dio medesimo ricerca per farne sua Madre. E in questo trionfo, è un vero trionfo per la verginità Tessere incorporata nello stato di questo inaudito mistero che l'Angelo viene ad annunciare al mondo, e con tale ricchezza incastrata nel mistero medesimo dell'Incarnazione come un prezioso ornamento di questo prezioso mistero. Perciò l'Angelo, amatore della verginità, non corregge la risposta di Maria, ma la onora con grande riverenza, e le dà per risposta le parole più elevate e più degne che abbia ancora proferite.               
E quegli angeli ed apostoli di questo secolo 24, o piuttosto angeli ed apostoli del Principe di questo secolo, quegli spiriti che si sono separati dalla verità di Dio che sta nella sua Chiesa e nella sua parola; per seguire le loro fantasie e le impressioni dello spirito di errore vorrebbero biasimare ciò che dice la Vergine, ciò che l'Angelo onora e che lo Spirito Santo loda come una fede viva, felice e potente per accogliere l'ultimo compimento di quest'opera di Dio; poiché ha pochi giorni, per bocca di santa Elisabetta assorta nel più alto rapimento, lo Spirito Santo dirà ancora: Beata quae credidisti, quoniam perficientur ea quae dicta sunt tibi a Domino (Te beata che hai creduto, perché si adempiranno le cose dette a te dal Signore - Luc., I, 45).
Ma questi perversi spiriti non veggono che dallo spirito del serpente sono accecati e animati contro la Donna [42] che sta per schiacciarne la testa con la potenza di questo mistero? Biasimano ciò che viene lodato dallo Spirito Santo; avviliscono Colei che Dio medesimo onora, e allora appunto ch'Egli la onora e la innalza al colmo della sua dignità; accusano di mancanza di fede Colei che sta per concepire l'Autore medesimo e consumatore della fede; in tal modo fanno getto di tutto quanto vi è di sublime e di divino, e vorrebbero fare alla incredulità l'onore di stabilirla nella nascita stessa del Vangelo; nel più eminente trattato della fede che mai vi sia stato e nella persona più degna che vi sia in cielo e in terra. Nell'ingresso nel mondo di un sì grande mistero, se quello spirito d'incredulità parlasse lui, medesimo nella propria persona, dopo essere stato cacciato dal cielo cosa potrebbe desiderare di meglio per suo vantaggio se non di insediarsi in una dimora così onorevole, vale a dite in quell’anima più degna e più elevata che il cielo? Quale maggior servizio gli si potrebbe rendere che di dargli una parte sì grande là dove non ne può avere e di farlo trionfare precisamente là dove hanno avuto principio la sua sconfitta e la sua completa rovina nell'universo? Sembra che questi maligni vogliano gratificare ancora il serpente di una nuova vittoria nel nuovo Paradiso che Dio ha piantato con la sua mano per il secondo Adamo, vale a dire, nella Vergine.
II. - Ma lasciamo da parte questi spiriti ingannati ed ingannatori che fanno così bene l'interesse dello spirito d'infedeltà, mentre trattano così male la fede e i suoi misteri, intendendo a controsenso la Sacra Scrittura.
Istruiti in una scuola migliore, noi parliamo di quelle parole della Vergine in modo più degno, più angelico e più cristiano.
Diremo dunque che quelle prime parole della Vergine [43] sono parole di fede ammirabile, di purezza verginale e di prudenza celeste, di ispirazione divina e di gloriosa fecondità, perché dall'esempio della Vergine delle vergini hanno fatto germogliare tanti fiori, nel cielo e prodotto tante anime vergini su la terra. Da queste parole venne formato nello Stato di Gesù il più degno esercito del suo regno, il fiorente esercito delle Vergini, il quale non fiorisce che nell'Oriente del mistero dell'Incarnazione, né prende nascita se non alla nascita di Gesù e dalla nascita di Gesù. Un tal glorioso esercito non precede Gesù, ma lo segue e lo segue dappertutto, nella culla e su la Croce, nella vita privata e nella vita apostolica, su la terra e in cielo.
Dappertutto Gesù si trova in mezzo alle Vergini; Egli nasce, vive e muore tra le anime vergini, le quali lo seguono e lo accompagnano in tutti i passi della sua vita onorate, per loro sommo gaudio del privilegio di formare il suo seguito, di possedere il suo amore di godere della sua familiarità. Adducentur regi virgines post eam (Altre vergini dopo di Lei saranno presentate al re? - Ps., XLIV, 15).
Un tale esercito venerabile era ben dovuto alla purezza, alla santità, alla divinità del mistero dell'Incarnazione. Quanto è cara a Gesù una tale compagnia, la quale gode della sua intimità e perciò fruisce dei privilegi del suo amore!... La Madre di Gesù è la prima in quella schiera; e appunto nel mistero dell'Incarnazione, Ella innalza il vessillo della Verginità! Le parole che la Vergine proferisce sono quelle che hanno fondato quella schiera santa e verginale: Colui che con una parola ha fatto l'universo, ha voluto servirsi di poche parole della Madre Sua per formare e stabilire nel mondo quel glorioso e venerabile stuolo delle Vergini.
Con questi pensieri veneriamo, come in un riassunto [44] la condotta della Vergine rispetto all'Angelo, e la troveremo piena di grazia e di virtù ...
La Vergine adunque ascolta in silenzio l'Angelo che le parla; ne accoglie umilmente l'onorifico saluto, ne considera le parole con ammirabile tranquillità. Prestando la massima attenzione al messaggio dell'Angelo, presta fede a ciò ch'egli le annuncia, ma con singolare prudenza domanda il modo in cui ciò si avvererà; questo l'Angelo non l'aveva annunciato, ma l'aveva taciuto, ci sembra, per una divina disposizione, appositamente per dar luogo alla domanda della Vergine e manifestare al mondo, con le parole medesime di quella, il suo voto e il suo stato di verginità.
La Vergine non ha nessun dubbio sul mistero annunciato dall'Angelo; per la luce della fede e la chiarezza della parola angelica, lo ritiene vero; ma dal medesimo Spirito celeste inviatole da Dio per istruirla, Ella desidera sapere quale sia la via da Dio fissata per compiere quest'opera.               
Con questo spirito di umiltà, di fede, di desiderio di essere edotta di questa verità importante per Lei medesima e per il mondo, la Vergine santamente dice all’Angelo: In qual modo ciò si compirà? (Ibid., 34). Che può mai esservi di riprensibile in questa parola e in questa condotta?
Prima della venuta dell'Angelo, la Vergine era già troppo bene istruita su la nascita del Messia il quale era il primo articolo della fede dei Giudei; come su la potenza divina a farlo nascere per il solo mezzo comune ed ordinario della nascita degli altri mortali. Maria godeva di una luce troppo grande ed era animata da una fede troppo elevata, perché cadesse in un errore così grossolano.
Ma pur sapendo tutto quanto conosce, Ella ben sa [45] che nei segreti tesori della potenza divina vi sono altre vie per le quali Dio può compiere quell'opera, e una tale conoscenza è luce; Maria esclude l'unica via che ripugna al suo voto, ed è fedeltà, non apre la sua mente a congetturarne alcuna, e questo è semplicità, non si appropria l'autorità né di volerne, né di sceglierne, né di prescriverne, né di preferirne alcuna: e questo è umiltà. Poiché Dio vuol compiere questo mistero in Lei e con Lei, Ella crede di potere e di dovere ricercare quale sia il mezzo scelto e fissato nel Consiglio di Dio: e questo è verità ed equità 25.
In tali disposizioni oltremodo sante, ragionevoli e divine, la Vergine umilmente e santamente dice all'Angelo: Quomodo fiet istud? Che vi è mai in questo se non da lodar Dio, onorare la Vergine, ammirarne la condotta e riconoscere un cumulo di virtù là dove l'eresia cieca ed empia vuol trovare mancanza di fede? La Vergine considera ciò che l'Angelo le propone, ed è prudenza; si arrende alla prima comunicazione che le viene fatta; ed è docilità; e subito conclude e risponde, ed è obbedienza.
Ripetiamo dunque ancora, ad onore di Dio e della Madre sua, per confusione dell'eresia e in lode del colloquio della Vergine con l'Angelo, che quelle parole dai nemici della fede e della Vergine presuntuosamente censurate, sono, parole, come abbiamo detto; di fede [46] ammirabile, di purezza verginale, di prudenza celeste, di ispirazione divina; anzi se vi riflettiamo bene, sono parole di una autorità eminente di cui Dio vuole insignire la Vergine riguardo all'opera che le viene annunciata, come primizia della grande autorità che tosto Ella riceverà sopra Dio medesimo in qualità di Madre.
Dio, infatti, vuole che, Maria tratti e deliberi sopra quest'opera oltremodo insigne che la mano dell'Onnipotente vuole compiere nel mondo; le manda il suo Angelo non solo per rivelargliela, ma pure per entrare con Lei in trattative sopra questo affare.

Inviandole il suo angelo, Dio le dà diritto di pensare a questa opera, d'informarsene e di deliberare; né vuole compierla in Lei se non dopo che, avendo tutto ben ponderato, Ella avrà giudicato di dare il proprio consenso; tanta è la parte, la potenza e l'autorità che Dio vuole dare alla Vergine sopra quest'opera che è la più eminente fuori di sé medesimo (ad extra).
Potenza veramente insigne! onore, sublime per la Vergine! Ma questo non è ancora che un raggio della potenza e dell'autorità ammirabile ch'Ella sta per ricevere riguardo a Dio medesimo che la costituisce Madre sua. 

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

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