domenica 5 gennaio 2025

Gesù a Cafarnao - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)


Gesù a Cafarnao


Quando Gesù andò da Cana a Cafarnao con i discepoli, anche Natanaele lo seguì. Sua moglie, la sua tfa e altri erano già partiti per Cafarnao. La strada, a circa sette ore di distanza, procede in linea retta e conduce a un piccolo Iago come quello di Ainon, circondato da piccole case e giardini. Qui inizia la fertile valle del Gennesaret. Si vedono torrette e guardie a guardia dei frutteti. Quando Gesù si avvicinò a Cafarnao, alcuni indemoniati cominciarono ad inveire davanti alla porta: “Viene il Profeta, cosa vuole, cosa vuole da noi? Quando Gesù entrò in città, gli indemoniati fuggirono. Avevano piantato una tenda davanti alla città.

Il centurione di Caperamo e il messaggero gli andarono incontro, portando il bambino in mezzo a loro, seguiti da tutta la famiglia, dai parenti, dai servi e dagli schiavi. Erano pagani, inviati da Erode. Sembrava una processione. Tutti si inginocchiarono davanti a Gesù e lo ringraziarono; poi gli lavarono i piedi e gli diedero da mangiare e da bere. Gesù impose le mani sul capo del bambino, inginocchiato davanti a lui, ed egli ricevette il nome di Iesse, perché prima di lui si chiamava Gioele. Il centenario fu chiamato Serobabele. Lo pregò vivamente di venire a casa sua per mangiare. Gesù rifiutò, rimproverandolo per la sua smania di vedere prodigi per prendersi gioco degli altri, e disse: “Non avrei guarito il bambino, se la fede del messaggero non fosse stata con la sua insistente richiesta”. Poi proseguì per la sua strada. Serobabele aveva preparato un grande banchetto; erano stati invitati i servi e i lavoratori dei suoi campi e frutteti. A tutti era stato raccontato il miracolo. Tutti erano commossi di fronte a Gesù. Gli ospiti e molti dei poveri intonarono un canto di lode nella sala. I poveri ricevettero generosamente dei doni. La notizia del miracolo si era diffusa fin dal mattino. Serobabele mandò la notizia alla Madre di Gesù e agli apostoli, che vidi di nuovo impegnati nel loro lavoro di pesca. Vidi anche che la notizia giunse alla suocera di Pietro, che era malata. A Caperamaum Gesù si recò a casa di sua madre, dove erano riunite cinque donne con Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Andarono incontro a Gesù e lì regnava una grande gioia per la sua venuta e per il miracolo a favore del cieco. Egli consumò qui un pasto e si recò quasi subito a Caperamaum per la festa del sabato. Le donne rimasero in casa. A Cafamaum si era radunata molta gente e molti malati. Gli indemoniati correvano per la città gridando quando arrivò Gesù. Gli ordinarono di fare silenzio e, attraverso di loro, si recò alla sinagoga. Dopo la preghiera, un fariseo incallito di nome Manasse fu chiamato a fare la lettura.

Gesù chiese i rotoli delle Scritture e disse che voleva fare lui la lettura. Gli diedero i rotoli e Gesù cominciò a leggere dall'inizio del quinto libro di Mosè fino alla mormorazione dei figli d'Israele, e insegnò l'ingratitudine dei loro antenati e la misericordia di Dio verso di loro e la vicinanza del regno di Dio, e che ora dovevano guardarsi dal fare come i loro antenati. Spiegò quelle peregrinazioni nel deserto come figura dei loro errori attuali e paragonò la terra promessa con il regno di Dio ora promesso a tutti. Poi lesse il primo capitolo dei profeti. Lo spiegò applicandolo a questi tempi: parlò di peccati e punizioni, e di come, dopo aver aspettato a lungo un profeta, ora che ne avevano uno, lo avrebbero poi maltrattato. Ha parlato degli animali che conoscono i loro padroni e non conosceranno il loro che è venuto. Parlò anche di come Colui che era venuto ad aiutarli sarebbe stato ridotto a causa del loro cattivo trattamento, e di come Gerusalemme sarebbe stata punita, e la loro comunità sarebbe stata molto ridotta; ma il Signore l'avrebbe resa grande, mentre le altre sarebbero state sterminate. Comandò loro di voltarsi; che anche se si fossero macchiati di sangue, avrebbero dovuto gridare a Dio e pentirsi, e sarebbero stati purificati. Parlò anche del re Manasse, che aveva bestemmiato Dio e aveva peccato tanto, e per questo era stato punito e portato in schiavitù a Babilonia; e di come lì si fosse rivolto, avesse pregato Dio e avesse trovato misericordia e perdono. Poi ha aperto, come per caso, una pagina e ha letto il versetto di Isaia 7-14: “Ecco, una vergine partorirà”. E spiegò questo punto riferendosi a se stesso e alla venuta del Messia. Questa stessa cosa l'aveva spiegata quando era a Nazareth, prima del battesimo, e l'aveva commentata, ed essi, schernendosi, dicevano tra loro: “Burro e miele non l'abbiamo visto mangiare molto nella casa di suo padre, il povero falegname”.


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