Iddio custode dell'innocenza.
Una onorata fanciulla, vedendosi lungamente perseguitata da un giovane disonesto, tentò tutte le arti per rigettarlo: usò preghiere, adoperò ammonizioni e minacce, ma tutto fu invano. Lo sfacciato giovane, avendo un dì osservato che era rimasta sola in casa la donzella, ebbe ardire di aprire la porta, salir le scale, e arrivare alla camera della fanciulla. Questa al vedersi comparire davanti quel giovane indegno, impallidì e prese timore, come alla vista di un orribile serpente; e non sapendo in quello sbigottimento d'animo, in quella confusione di pensieri come difendersi, nel cercare che voleva scampo e nell'alzare che fece gli occhi per domandare aiuto al cielo, vide il Crocifisso che teneva appeso nella sua stanza, e presolo, corse frettolosa alla porta della camera, e lo pose sulla soglia: indi con volto acceso, e con voce ferma gridò: Vieni pure, o scellerato, ma ti converrà prima calpestare questo Cristo. Restò il giovane a tale atto e a tali parole non so se più stupito per la novità, o se confuso per la vergogna: cambiò il sembiante in mille colori, e prostrato ai piedi di quel Cristo, parlò assai più cogli occhi che colla lingua, si disfece in pianto, si dolse dell'ardire, e ne propose l'emendazione.
Ecco come Gesù fedele nelle sue promesse ha custodito la purità di questa fanciulla, la quale a noi insegna come dobbiamo avere in orrore il peccato.
DON ANTONIO ZACCARIA
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