mercoledì 22 gennaio 2025

Un assiduo cammino di liberazione

 


Il buon samaritano delle vittime del demonio  


La ragazza Giselle continua ogni settimana, è contenta degli incontri perché almeno può vivere con la pratica religiosa. All’infuori del tempo di preghiera, durante la giornata è pressoché normale, può lavorare, pregare in famiglia, partecipare alla Messa ed accostarsi ai Sacramenti. 

Durante l’incontro di preghiera il demonio si scatena sempre di più, anche perché lo attacco, lo provoco. Lui manifesta tutta la sua rabbia per le preghiere che facciamo, per le benedizioni. Inveisce contro sua madre con pesanti insulti e parolacce, con sputi. Vorrebbe morsicarla, strapparle i vestiti perché l’ha portata da un prete sbagliato, che gli è antipatico. Non lo può vedere perché gli fa del male, distrugge la famiglia. 

Suggerisce alla madre di buttar via tutti i rosari, di abbandonare tutte le Madonne. Ogni discorso del demonio (è lui che parla con la voce della posseduta) è colorito da pesanti bestemmie contro Dio, la Madonna, i Santi che invochiamo, specie S. Pio, S. Leopoldo. S. Romualdo, S. Giovanni Maria Vianney, ecc. 

Dagli insulti con parole molto pesanti non rimane escluso neppure il prete. Di sputi ce n’è per tutti e con una precisione e rapidità da specialista. Cerca di allontanare tutto ciò che è benedetto, che sa di sacro: il Rosario, l’immagine della Madonna, il Crocifisso, l’olio santo, misto l’olio dei Catecumeni. 

Si inviperisce soprattutto per le abbondanti aspersioni di acqua santa, esorcizzata, mista a sale benedetto. Quando gliela versi sulla testa e soprattutto sulle mani, urla disperatamente: “brucio, brucio”. A volte, quando vi riesco, mi tolgo la stola e la metto sulle spalle di Giselle: lei urla disperatamente, fa di tutto per toglierla, per strapparla. Quando gliela tolgo, ha un grande sospiro di sollievo, come l’avessi liberata da un peso tremendo, insopportabile. 

Reagisce violentemente pure all’imposizione della mani sul capo per invocare lo Spirito Santo, alla rinnovazione delle promesse battesimali: ovviamente lui risponde no! Mai! Io gli dico: “So che non puoi rinunciare al demonio, ma a Dio credi, ricordi quando ti ha allontanato dal Paradiso?”. 

All’esposizione del Santissimo mi ripete che sono un idolatra perché adoro le statue e un pezzo di pane. E sghignazza dicendo che sono un prete sbagliato. 

Gli mostro il ritratto di Lucifero mentre viene allontanato con gli angeli cattivi da Paradiso, ma non vuole guardare. Dice che sono tutte invenzioni dei preti, che non esiste l’inferno, né i demoni. Sono le sue verità, meglio falsità, che diffonde anche nel mondo, che suggerisce agli uomini sue vittime o alleati. “Ma come? gli dico, tu mi hai affermato che non vuoi stare all’inferno perché si soffre troppo mentre qui stai meglio; là è troppo caldo e si litiga sempre”. Allora tace, non risponde. 

A volte, nei momenti di minor tensione chiede con dolcezza e bontà alla madre della ragazza di invitare gli zii, i cugini (quelli che le hanno fatto e le fanno del male) per pranzare in sieme. Vedi che ci hanno abbandonati, siamo rimasti soli, io soffro; falli venire”! 

In un incontro di preghiera successivo si lamenta con la mamma perché è stata cattiva con i parenti. erano venuti a casa per salutare e non ha offerto loro il pranzo a mezzogiorno, e neppure un caffè. Fuori dalle preghiere invece, la stessa ragazza non vuole saperne di quei parenti, perché continuano a farle del male e lei lo percepisce. 

Alla fine dell’incontro la ragazza posseduta ritorna in sé, comincia a rispondere alle preghiere. Allora approfitto per darle la Comunione che molto desidera. Mentre mi avvicino il demonio non reagisce, tace. Ma quando gliela poso sulla lingua e la assume, subito il demonio si fa attivo: dice brucio, fa qualche gesto di rabbia, quasi grugnisce, rovescia gli occhi come durante le preghiere, ma poi se ne va presto. 

La madre, nonostante tutti gli insulti, sputi, offese pesanti che riceve dalla figlia posseduta, dal demonio, si comporta sempre come un angelo: tace, sorride, l’accarezza, le sistema i capelli, mai una parola di rabbia. Mostra tanta fede e virtù e comprende che gli insulti le vengono dal demonio. 

Sa che è una prova, si consola perché prima era molto peggio, più uomini dovevano tenerla e aveva attraversato una forte depressione. Ora ha il suo lavoro, può fare del bene, pregare, andare in chiesa. Vive con speranza e abbandono alla volontà di Dio. A questo spirito ha educato i figli. 

All’arrivo prima dell’incontro il demonio ha già preso il comando sulla ragazza e appena mi vede mi manda via, mi dice che gli sono antipatico, che non gli piaccio per niente perché sono un prete sbagliato. Il demonio vuole i preti che pregano poco, niente. Ogni volta dopo l’incontro scambio qualche riflessione, vedo confermata la loro fede, la preghiera insieme in famiglia, anche due rosari, la lettura di un buon libro.

FRATELLO  ESORCISTA


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