lunedì 29 aprile 2019

"Il diavolo sta facendo di tutto affinché venga abolito il Santo Sacrificio della Messa".



"Figlia Mia, voglio che tu Mi ascolti.
Prega molto per l'umanità; il mondo sta diventando sempre più cattivo.
Il diavolo sta facendo di tutto affinché venga abolito il Santo Sacrificio della Messa.
La giustizia divina si prepara ad agire con gli occhi rivolti verso il cielo".

"La fine del mondo sarà veramente terribile, ma non è ancora giunta.
Figlia Mia, dopo così tanti messaggi che parlano di eventi dolorosi, loro rimangono indifferenti, come se fosse una chiamata vana. Io voglio che la Mia voce afflitta raggiunga un angolo del mondo e ripeta senza sosta:"fate attenzione, è arrivato il momento di pareggiare i conti! Beati coloro che ascoltano la Mia voce".
"Ti benedico".

23 settembre 1987

suor Anna Alì

Sant’Agostino



(I ministri) Siano modello ai credenti con la loro vita pubblica che stimoli ad imitarli. (Confess. 13, 21, 30)

Le APPARIZIONI di Gesù Risorto



Apparizione a Giovanna di Cusa. 

4 aprile 1945.  
In una ricca stanza, dove a mala pena filtra la luce esterna, piange Giovanna tutta abbandonata su un sedile presso il basso letto coperto di splendide coperture. Piange con un braccio appoggiato alla sponda e la fronte sul braccio, tutta scossa dai singhiozzi che le devono rompere il petto. Quando, nell'affanno del piangere, solleva per un momento il viso, cercando aria, si vede una larga macchia d'umido sulla coperta preziosa, ed il suo viso è letteralmente inondato di lacrime. Poi torna a curvarlo sul braccio e torna a vedersi di lei solo il collo sottile e bianchissimo, la massa dei bruni capelli, le spalle e il sommo del tronco molto snelli.  
Il resto si perde nella penombra che annulla il corpo, fasciato nell'abito viola scuro. Senza spostare tenda o socchiudere porta, entra Gesù, e senza rumore le va vicino. Le sfiora i capelli con la Mano e chiede in un sussurro: «Perché piangi, Giovanna?» E Giovanna, che deve credere che sia il suo angelo che l'interroga, e che non vede nulla perché non alza il capo dalla sponda del letto, con un pianto più desolato dice il suo tormento: «Perché non ho più neppure il Sepolcro del Signore per andare a versare il mio pianto e non essere sola...». «Ma è risorto. Non ne sei felice?». «Oh! si! Ma tutte lo hanno visto, meno io e Marta. E Marta certo lo vedrà a Betania... perché là è casa amica. La mia... la mia non è più casa amica... Tutto ho perduto con la sua Passione... E il mio Maestro e l'amore dello sposo... e la sua anima... perché non crede... non crede... e mi deride... e mi impone di non venerare neppure la memoria del mio Salvatore... per non rovinare lui... Per lui è più importante l'interesse umano... Io... io... io non so se continuare ad amarlo o ad averne ribrezzo. 
 Non so se ubbidirlo come moglie o disubbidirlo, come l'anima vorrebbe, per il più grande sponsale dello spirito col Cristo a cui resto fedele... Io... io vorrei sapere... E chi mi dà consiglio se Lui non è più raggiungibile dalla povera Giovanna? Oh!... per il mio Signore la Passione è finita!... Ma per me è cominciata il Venerdì, e dura... Oh! che tanto debole sono e non ho forza di portare questa croce!...» «Ma se Egli ti aiutasse, la vorresti portare per Lui?». «Oh! si! Purché Egli mi aiuti... Egli sa cosa è portare da solo la croce... Oh! pietà della mia sventura!..»  
«Si. Io lo so cosa è portare da solo la croce. Per questo sono venuto e ti sono al fianco. Giovanna, comprendi Chi è che ti parla? La tua casa non è più amica del Cristo? Perché? Se egli, lo sposo terreno, è come astro coperto da una nube di miasmi umani, tu sei sempre Giovanna di Gesù. Non ti ha lasciata il Maestro. Gesù non lascia mai le anime a Lui sposate. É sempre il Maestro, l'Amico, lo Sposo, anche ora che è il Risorto. Alza il capo, Giovanna. Guardami. In quest'ora di ammaestramento segreto, e più dolce che se ti fossi apparso come alle altre, Io ti dico quale deve essere la tua condotta futura. Quella che dovrà essere di tante tue sorelle. 
Ama con pazienza e sommissione il turbato sposo. Aumenta la tua dolcezza più egli fermenta in sé amarezza di umane paure. 
 Aumenta la tua luminosità spirituale più egli genera da sé ombre di terreni interessi. Sii fedele per due. E sii forte nel tuo sponsale dello spirito. Quante, in futuro, dovranno scegliere fra il volere di Dio e quello del consorte! Ma saranno grandi quando, sopra l'amore e la maternità, seguiranno Iddio. La tua passione incomincia. Si. Ma tu vedi che ogni passione termina in una risurrezione...». Giovanna è andata piano piano alzando il capo. I suoi singhiozzi si sono diradati. Ora guarda e vede, e scivola in ginocchio, adorando e mormorando: «Il Signore!».  
«Si. Il Signore. Tu vedi che, come con te, con nessuna Io sono stato. Ma Io vedo le necessità particolari e graduo il soccorso da dare alle anime che da Me aspettano aiuto. Sali il tuo calvario di sposa coll'aiuto della mia carezza e di quella del tuo innocente. É entrato con Me in Cielo e mi ha dato la sua carezza per te. Io ti benedico, Giovanna. Abbi fede. Io ti ho salvata. Tu salverai se avrai fede». Giovanna ora sorride e osa chiedere: «Dai bambini non vai?».  «Li ho baciati all'aurora mentre ancora dormivano nel loro lettino, e mi hanno creduto un angelo del Signore. Gli innocenti li posso baciare quando voglio. Ma non li ho destati per non turbarli troppo. La loro anima conserva il ricordo del mio bacio... e lo trasmetterà, a suo tempo, alla mente. Nulla si perde di quanto è mio. Tu sii sempre una madre per essi. E sempre sii figlia di mia Madre. Non ti staccare mai totalmente da Lei. Ella ti perpetuerà, con soavità materna, ciò che fu la nostra amicizia. E portale i bambini. Ella ha bisogno di bambini per sentirsi meno sola della sua Creatura...». «Cusa non vorrà...» «Cusa ti lascerà fare».  «Mi ripudierà, Signore?», è un grido di nuovo strazio. Un astro offuscato. Riportalo alla luce col tuo eroismo di sposa e di cristiana. Addio. Fuorché alla Madre mia, non dire ad altri questa mia venuta. Anche le rivelazioni vanno dette a chi e quando è giusto farlo». Gesù le sorride sfolgorando, e nel fulgore scompare. Giovanna si alza, trasognata, combattuta fra la gioia e la pena, fra il timore di aver sognato e la certezza di avere visto. Ma quanto sente in sé la rassicura. Va dai piccoli, che giuocano quieti sulla terrazza superiore, e li bacia. 
 «Non piangi più, mamma?», chiede timidamente Maria, non più la povera bambina miserella, ma una gracile e gentile fanciullina dalla veste ben curata ed i capellucci ravviati; e Mattia, bruno e snello con la sua esuberanza di maschietto, dice: «Dimmi chi ti fa piangere ed io lo punirò». Giovanna li raccoglie in un solo abbraccio sul cuore e dice, parlando sulla testolina castana di Maria, sui capelli bruni di Mattia: «Non piango più. Gesù è risorto e ci benedice». «Oh! allora non sanguina più? Non ha più male?», chiede Maria. «Stolta! Di' piuttosto: non è più morto! Ora è felice, allora!... Perché essere morti deve essere brutto...», dice Mattia. «Allora non c'è più da piangere, mamma?», torna a chiedere Maria. «No. Voi innocenti, no. Cogli angeli giubilate». 
 «Gli angeli!... Questa notte, non so che vigilia fosse, ho sentito una carezza e mi sono svegliata dicendo: "Mamma!", ma non chiamavo te. Chiamavo la mamma morta, perché quella carezza era più leggera e più dolce delle tue, e ho aperto un momento gli occhi. Ma ho visto solo una grande luce e ho detto: "Il mio angelo mi ha baciata per consolarmi del gran dolore che ho per la morte del Signore"», dice Maria. «Anche io. Ma io avevo sonno molto e ho detto: "Sei tu?". Pensavo al mio Custode e volevo dirgli: "Va' a baciare Gesù e Giovanna, perché non abbiano più paura", ma non ci sono riuscito. Ho ripreso a dormire e a sognare, e mi pareva di essere in Cielo con te e Maria. Poi è venuto quel terremoto e mi sono svegliato spaventato.  
Ma Ester mi ha detto: "Non avere paura. É già passato", e io ho dormito ancora». Giovanna li bacia di nuovo e poi li lascia ai loro giuochi sereni e va alla casa del Cenacolo. Chiede di Maria. 
Entra da Lei. Chiude l'uscio e dice la sua grande parola: «Io l'ho veduto. A te lo dico. Io sono confortata e felice. Amami, perché Egli lo ha detto che ti devo stare unita». La Madre risponde: 
«Te l'ho già detto, che ti amo, nella giornata del sabato. Ieri.  
Poiché è ieri... E pare tanto lontana, quella giornata di pianto e tenebre, da questa di luce e sorriso!». «Si... Tu hai già detto, ora ricordo, ciò che Egli ora mi ha ripetuto. Tu hai detto: "Noi donne dovremo fare perché noi siamo rimaste e gli uomini sono fuggiti... É sempre la donna la generatrice...". Oh! Madre, aiutami a generare Cusa! Egli è fuggito dalla Fede!...». Giovanna piange di nuovo. Maria la prende fra le braccia: «Più forte della fede è l'amore. E la più attiva virtù. Con essa creerai l'anima novella di Cusa. Non temere. Ma io ti aiuterò». 

LA VITA DELLA MADONNA



 Secondo le contemplazioni 
della pia Suora STIGMATIZZATA 
Anna Caterina Emmerick 


Visione ed interpretazione delle offerte sacrificali dei fanciulli 

Una notte, mentre ero stesa sul mio giaciglio, vidi alla mia destra l'immagine straziante del fanciullo assassinato. Ne fui molto spaventata, mi voltai sul fianco sinistro e mi trovai ancora dinanzi la sanguinosa scena. Pregai ardentemente il Signore che mi liberasse da quell'immagine così orribile. Allora mi svegliai e, mentre udivo battere l'orologio, mi apparve il mio Sposo celeste che indicò col dito lo spazio intorno a sé dicendomi: "Guarda quante offese si commettono ogni giorno nel mondo contro di me!" Si presentò così nella mia anima una visione in cui mi fu concesso di contemplare in modo profondo la crudeltà di quel sacrificio e di tutti i crimini orrendi della cosiddetta umanità. Scorsi Gesù stesso, crudelmente immolato sull'altare sacrificale, celebrato falsamente e spietatamente, così come oggigiorno i Santi Misteri vengono celebrati da alcuni sacerdoti. Vidi il bambino Gesù giacente sull'altare, dinanzi a sacerdoti indegni e degenerati, mutilato con la patena. Vidi i tormenti e le persecuzioni fatte a innumerevoli brave persone ed anche ai buoni sacerdoti veri figli Dio, come se questi tormenti fossero fatti a Gesù Cristo stesso. I nostri tempi sono davvero orribili, nessuno può più sfuggire la nebbia densa della colpa che pesa sull'universo intero. La cosa più tragica è che vedo l'uomo perseverare con fredda indifferenza nelle perversità. Mentre venivo trasportata con l'anima da un luogo all'altro del mondo mi si presentavano numerose visioni, tra queste ancora alcune sulla festa della Concezione di Maria. 

Deponete la vostra armatura, poiché essa sarà frantumata in minuscoli pezzi



Mia amatissima figlia, i Miei nemici possono disprezzare la Mia Parola, “la Verità”, ma verrà il giorno in cui essi si presenteranno davanti a Me e allora saranno sommersi dalla vergogna e dal rimorso. 

Nei giorni di Noè, lui e quelli scelti per aiutarlo a prepararsi in vista della Giustizia di Dio, furono ridicolizzati. Furono scherniti, perseguitati e venne fatto qualsiasi tentativo per screditare le istruzioni impartite a Noè da Dio. Obbediente fino all‟ultimo, Noè implorò pietà per le loro anime. Li esortò a cercare rifugio insieme a lui, ma fu ignorato. E così sarà fino al Grande Giorno del Signore. Solo un piccolo resto sarà pronto ad accoglierMi insieme a tutti coloro che saranno capaci di accettare nei loro cuori la Mia Misericordia, durante l‟Avvertimento. 

Chiedo a tutti coloro che credono in Me e nella Mia Promessa di ritornare in grande gloria, di pregare per coloro che disprezzano questa Missione, poiché è stato dato loro il Dono della Verità ma hanno scelto di rigettarMelo in Faccia. Tutti coloro che possiedono dei cuori generosi, teneri ed un animo mite verranno attirati tra le Mie Braccia, non importa quale fede o credo essi seguano, poiché sono Miei. Coloro che non conoscono la Parola di Dio otterranno una grande Misericordia e coloro che si convertiranno durante l‟Avvertimento staranno anche loro tra le Mie Braccia. Io tenderò le mani a tutte le anime dal cuore ardente e che mostrano amore e misericordia per i loro fratelli e le loro sorelle. 

La più grande lotta avverrà nel momento in cui raggiungerò gli arroganti e gli orgogliosi, che mancano di vero amore e che non possiedono uno spirito generoso. È per queste anime che Io imploro le vostre preghiere, ma sarà per coloro che hanno venduto l‟anima al diavolo, nella piena consapevolezza di quello che facevano, che vi chiedo di supplicare perché la maggior parte di essi ottenga la Mia Misericordia. Essi non verranno mai a Me di propria iniziativa, e quindi sarà solo attraverso la sofferenza delle anime elette che si sono consacrate a Me, e per le vostre offerte, che essi potranno essere salvati. Vi prego di recitare questa preghiera per salvare tutti i peccatori. 

Crociata di Preghiera (169) Per la salvezza di coloro che rifiutano Cristo 

Carissimo Gesù, per mezzo della Tua Compassione e Misericordia, 
io Ti supplico di salvare coloro che Ti hanno rifiutato, 
che negano la Tua Esistenza, 
che si oppongono deliberatamente alla Tua Santa Parola e i cui cuori crudeli hanno 
avvelenato le loro anime contro la Luce e la Verità della Tua Divinità. 
Abbi Pietà di tutti i peccatori.  
Perdona coloro che bestemmiano contro la Santa Trinità ed  
aiutami, con i miei poveri mezzi e attraverso i miei sacrifici personali, a stringere 
nelle Tue Amorevoli Braccia, quei peccatori che hanno più bisogno della Tua 
Misericordia.  
Io Ti prometto, attraverso i miei pensieri, le mie azioni e le mie parole, di servirTi al 
meglio nella Tua Missione di Salvezza.  
Amen.  

Andate, voi tutti, e raccoglietevi in preghiera, poiché la Giustizia di Dio sarà presto visibile, affinchéil mondo ne sia testimone. È a causa della malvagità dell‟uomo, delle sue azioni perverse e del suo odio per il prossimo che Dio lo fermerà per impedirgli la devastazione orchestrata con ogni mezzo contro la razza umana. 

Deponete la vostra armatura, poiché essa sarà frantumata in minuscoli pezzi dalla Mano del Mio Eterno Padre. Se vi opponete a Dio soffrirete per questo. Ma se cercherete di colpire l‟umanità su larga scala, attraverso l‟abuso di potere, sarete fermati bruscamente e non avrete il tempo di cercare la Misericordia di Dio. 

Il vostro Gesù 

2 Ottobre 2014


domenica 28 aprile 2019

IN ADORAZIONE



IL TRONO DI DIO

Un giorno del mese di Aprile dell’Anno 2006, sono stata, ancora una volta, favorita dalla Grazia del Signore, il Quale ha voluto che iniziassero gli Insegnamenti su quanto, oggi, condividerò con voi.
Riguardano un’Ora di Adorazione Santa, alla quale sono stata invitata da Gesù che, con dolcezza, mi disse: “Perché possiamo regalare al Mondo una nuova Testimonianza… una Lezione in più che questo Maestro vuole impartire loro su una materia che tu prediligi: la Scuola dell’Amore”.
All’ora accordata, mi sono diretta in una bella Chiesa, vicino a casa, dove si trova una piccola Cappella, in cui c’è l’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento.
Per le persone che non sanno di che cosa si tratta – sia perché vivono in luoghi appartati, sia perché lontane dalle pie pratiche cattoliche – l’Adorazione Perpetua è l’Esposizione permanente del Santissimo Sacramento, di giorno e di notte, in modo che la gente possa fare turni di Adorazione Eucaristica e Gesù non rimanga mai solo.
È una pratica meravigliosa che dovrebbe coinvolgere ogni Parrocchia.
Avvicinandomi alla Cappella, vidi che c’era molta più luce del solito e pensai, sbagliando, che forse sarebbe stato meglio illuminare quel luogo con meno luce o con una luce diffusa, per creare così un ambiente più intimo per adorare il Signore.
C'era anche della musica, l'avevo sentita già prima di arrivare alla Chiesa e, mentre mi avvicinavo, potevo sentire come un coro polifonico di tantissime persone, composto da bambini, donne e uomini. 
Intonavano canzoni che mi pareva di aver già sentita.
Quella musica era molto speciale per me e il ricordo di un altro momento vissuto tempo prima, fece trasalire per qualche secondo tutto il mio corpo.
Le voci si mescolavano con suoni come di acqua che cade da una cascata, violini, organi e piano, arpe, flauti e campanelle che, di quando in quando, al cessar delle voci, rintoccavano con un accordo che sembrava la chiamata alla Santa Messa, forse per il ricordo della mia infanzia, nei piccoli paesini della mia Patria, dove si udiva il suono delle campane ad ogni ora della giornata e, in ogni luogo, per la chiamata alla Santa Messa.
Pensai subito che, forse, era la registrazione di un CD che qualcuno aveva portato per accompagnare, con i canti, la sua Adorazione.
Quasi giunta all’ingresso della Cappella, vidi che la luce stava come diminuendo, ma, nello stesso tempo, il luogo si faceva inspiegabilmente più chiaro…
Ora è difficile spiegarlo, ma ritengo che, poi, potrò farmi capire.
Entrando, vidi un uomo di mezza età, inginocchiato davanti all'Ostensorio, che conteneva la Divina Ostia.
La Luce che usciva da quest'Ultima, riempiva tutto il luogo, come se da Essa uscissero raggi che si allargavano, coprendo tutto lo spazio di Luogo Santo.
Mi  misi  in  ginocchio  per salutare  il  Signore,  ma  poi  Egli  mi  fece  capire  di  stare  seduta,  per contemplare, silenziosamente, quello che stava accadendo.
Seppi che anche questo sarebbe stato un altro giorno speciale.
Mi ero appena inginocchiata ed ecco che vidi sparire l’Altare e le pareti che lo circondavano e, davanti ai miei occhi, aprirsi il Cielo, per modo di dire, poiché anche questo è, forse, un linguaggio troppo terreno…
Al posto dell’Altare, vidi un immenso Trono.
Ora, non posso precisare se fosse dorato o argentato; so che era pieno di luce e, in esso, riposava il meraviglioso Ostensorio.
Il Trono era tutto incastonato di pietre preziose enormi, che si illuminavano e risplendevano come se avessero luce propria, ossia, come se la luce uscisse da dentro.
Chinai la testa per un attimo e, poi, sollevai lo sguardo.
Riuscii a vedere che c’erano tre posti a sedere, riuniti, che formavano uno stesso Trono e, in ognuno di quegli scanni, era seduto “un Gesù”, ossia, lo stesso Signore, ma come triplicato – se posso usare questo termine al fine di farmi capire – erano, dunque, tre Persone esattamente uguali.
Non c’era differenza alcuna fra i Tre, se non nelle loro vesti: Uno portava una graziosa tunica di colore bianco, l’Altro tutta dorata e il Terzo l'aveva di colore rosso.
È difficile descriverli, ma questi erano i toni che predominavano nelle loro vesti, sebbene tutti e Tre emanassero una Luce splendente.
Sentii la Voce del Signore che mi diceva:
“Dove potrete trovare un aiuto terreno per descrivere Me, l’Indivisibile?
Dove troverete il vostro appoggio, voi, che siete pellegrini sulla terra, per poter scalare la mia Altezza?
Niente e nessuno potrà raggiungere e spiegare tutta la dolce Essenza del Dio Trino e Uno. 
Nessuno comprenderà la Vita che anima tutto il mio Essere.
Elevate i vostri cuori e la vostra mente verso l’Alto, poiché desidero correggere la vostra rozza visione e darvi l’incanto del fulgente aspetto anche di Uno solo di Noi.
Oh, vincolo glorioso, dolce Figlio che lasci il Padre e offri l’Amore agli Uomini smarriti che, afflitti, camminano sulla  terra!
Figli, Creature mie, poveri Uomini, che non potete andare oltre, non avrà mai fine la vostra ricerca della mia Conoscenza, sempre sarete felici di scoprire infinite e abbaglianti Immagini…
Venite al seno della mia Divinità e rimanetevi come nostri Invitati eterni.
Imparate di più sul Divino Amore e smettete di fare resistenza in voi e fuori di voi, così che la nostra Pace infinita possa  entrare nei vostri cuori e darvi la conferma che vi voglio con Me e, con questo, manifestarMi a voi e darvi il mio Amore,  darvi la Vita Eterna e la Santità Infinita del mio Essere”.
Rimasi sorpresa perché, perfino adesso, mi è difficile riuscire a pensare che fosse il Padre, attraverso il Verbo, nello Spirito Santo.
Chi mi ha parlato…?
Alla destra del Trono, stava la Santissima Vergine, bellissima come non mai!
Aveva le Mani unite in preghiera e il Volto sereno e raggiante.
Portava un diadema di pietre preziose di vari colori, che mi sembravano più luci colorate, come quelle del Trono.
A fianco della Vergine, stava un Uomo molto prestante e virile, con una piccola barba ed un aspetto che denotava sia umiltà e serenità, che autorità.
Nell’insieme, irradiava una dignità mai vista…
Seppi che era San Giuseppe!
Immediatamente, dietro il Trono, apparvero degli uomini: non riuscivo a contarli e la verità è che non mi serviva farlo.
Poi, molto più indietro, in una specie di dislivello, si vedevano centinaia di persone, come quelle che ho descritto nel Libro sulla Testimonianza della “Santa Messa”.
Di nuovo, davanti a me, stava tutto il Cielo: mille e mille Angeli.
Erano loro che intonavano i cantici che avevo sentito mentre mi avvicinavo alla Cappella!
Era una musica di Lode, che perdurerà nei miei orecchi finché vivrò, ma che, oggi, non potrei ripetere.
E, senza dubbio, da quel giorno, ogni volta che voglio lodare il Signore, sento quelle voci che mi accompagnano per tutto il tempo, finché dura la povera Lode.

-Testimonianza di Catalina RIVAS-

(Santa Chiara d'Assisi)



“Ama totalmente Colui che totalmente si sottomise per Amor tuo” 

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



 Occhi Profetici di Maria Valtorta.


Circa il futuro imminente, Gesù ci dà le indicazioni seguenti:

Gesù a Maria Valtorta: «L’arcangelo che ha vinto Lucifero, e che sta a guardia del mio Regno e dei figli di esso, sarà quello che sorgerà come segno celeste nel l’ultimo tempo. Sarà questo il tempo in cui Israele sarà ricongiunto alla Roma di Cristo, e non ci saranno più i due rami del popolo di Dio: il benedetto e il maledetto per il suo deicidio, ma un unico tronco detto di Cristo, perché vivente in Me. 

[43] Oh! Luce che sei attributo mio, e che farai rifulgenti come stelle coloro che conobbero la Sapienza, insegnarono la Giustizia e la vissero, come ti effonderai gioiosa quel giorno sui miei beati! L’ultimo tempo di tre anni e sei mesi, tremendo come mai l’uomo conobbe, sarà quello in cui Satana, attraverso il suo figlio [l’antiCristo], arso da supremo livore – perché anche la scissione fra i due rami del popolo di Dio sarà finita, e con essa la causa di tanti mali materiali, morali e spirituali – userà le sue perfette ed ultime astuzie per nuocere, rovina re, uccidere il Cristo nei cuori, e i cuori al Cristo.

 I sapienti comprenderanno il tranello di Satana, gli innumerevoli tranelli di Satana, perché chi possiede la Sapienza vera è illuminato, e per la loro fedeltà alla Grazia diverranno candidi e provati come il fuoco, degni d’essere eletti al Cielo. Gli empi seguiranno il Male e faranno il male non potendo comprendere il Bene, perché di loro spontanea volontà avranno colmato il loro cuore di Male. Allora verrà il tempo in cui, conculcata sino ad un punto mai raggiunto, la Chiesa non sarà più libera di celebrare il Sacrificio perpetuo, e l’abominazione della desolazione sarà innalzata sul Luogo Santo e sui luoghi santi, così come è detto dai Profeti e ripetuto da Me che non erro.

 Gesù a Maria Valtorta: «Daniele dice: “Vi saranno 1290 giorni [di questo conculcamento]. Beato chi aspetta e giunge a 1335”. [44] Ciò vuol dire che nei tre anni e sei mesi che precederanno la fine [la Fine dei Tempi], un piccolo tempo sarà serbato in fine ai fedeli per riunirsi ad ascoltare l’ultima Parola risuonante nei loro spiriti come invito al Cielo, mentre Michele con i suoi angeli vincerà Satana ed i suoi demoni. “Beato chi aspetta e giunge a 1335 giorni” vuol dire: “Beato chi avrà perseverato sino alla fine”, poiché sarà salvo. » 

[45] È forse a questo punto che gli eletti saranno sollevati da terra? È molto probabile, da quanto traspare leggendo i due brani che qui mi permetto di riportare. Il primo è tratto dagli scritti di Maria Valtorta, e il secondo, recentissimo, da gli scritti di una mistica francese il cui nome è Lucie.

 Gesù a Maria Valtorta: «Nessuna forza umana potrà come turbine devastare la mia Chiesa al punto di distruggerla. Io sarò con lei, a far da piolo e da corda. Quando l’ora sarà in cui la terra cesserà d’essere [punto 6 del q. s.] dagli angeli sarà trasportata in Cielo la mia Chiesa, che non può perire perché cementata da l sangue di un Dio e dei suoi santi. » (30 luglio 1943).

 [46] Gesù a Lucie: «Ti ho scelta per aiutare le mie anime a percorrere questo cammino di gloria: dal Golgota al monte Tabor. La nuova Pentecoste sarà un nuovo monte Tabor. Questo cammino lo facciamo insieme, perché il mio amore, la mia presenza, e la mia grazia vi accompagnano. Quando il momento sarà venuto, vi lascerò ai piedi del monte Tabor, il che significa che non vi parlerò più, ma vi chiederò di alzare gli occhi al cielo, scrutandolo, finché vedrete apparire il Figlio dell’ uomo nella gloria del Padre. ... Appena lo vedrete vi alzerete da terra senza nemmeno rendervene conto, e verrete davanti a Me, assieme agli angeli ed ai santi. Il percorso finale fino alla cima [del Tabor], lo farete trasportati dalla mia gloria, che si sarà impadronita di voi! 

Ancora non potete capire tutte queste cose perché ho legato la vostra immaginazione. I miei messaggi conservano un certo mistero, perché non è bene che Dio riveli tutto agli uomini. Vi alzo il velo un po’ alla volta, lasciando che vediate l ’opera di Dio mentre si svolge sotto i vostri occhi. ... Faccio questo per fortificare la vostra fede, la vostra speranza, e la vostra carità, o miei cari. Così vi rendete conto di come vi amo tutti, e di come desidero accogliervi tutti sul la mia alta montagna, nello splendore della mia gloria che vi trasfigurerà. Udirete allora il canto degli angeli, e le vostre voci si uniranno alle loro per cantare: “Santo, santo, santo, Dio dell’universo, i cieli e la terra sono pieni della tua gloria”.

 In quel momento vi accorgerete di essere entrati nella Nuova Gerusalemme. Tu portami molte anime ai piedi della mia montagna gloriosa, e da là le attirerò a Me. » (1998) [47]

di: Johannes De Parvulis

COLLOQUI EUCARISTICI



LA IMMOLAZIONE

A - "Ma tu, Gesù, vedi il disordine che circonda la mia vita?"

R - "Proviene da coloro che non vogliono ascoltarmi. Ascoltano le mille voci che entrano nel loro cuore e nella loro casa, ma non hanno il coraggio di ascoltare Me, perché non Mi amano.
Amano sè stessi, i loro egoismi, i loro interessi, non amano Me, perché per amare Me, ci vuole il coraggio della rinuncia di sè e del mondo, ci vuole l'immolazione, la quale ha bisogno di tanta pazienza.
Capisci ora cos'è l'amore generoso, paziente, coraggioso?
C'è chi si immagina ch'Io sia un padrone, un giustiziere, o un folle che non conosce il proprio patrimonio e lascia che ognuno lo sperperi senza preoccuparsene.
No. Voi siete il patrimonio d'amore ch'Io ho acquistato morendo in croce: non posso spadroneggiare in mezzo a voi annullando la vostra libertà; non posso fare giustizia fino a che siete nel tempo della misericordia. Ma non posso neppur permettere che il Nemico sperperi i tesori di grazia che per voi ho accumulato.
Io sono al vostro servizio perché vi amo, sempre, instancabilmente, attendendo le vostre preghiere, sperando che Mi domandiate i doni migliori. Ma voi non me li domandate perché non avete il coraggio di amarmi con generosità.
Quando Mi chino su di voi, la mia giustizia e la mia santità si nascondono; non rimane che il mio amore illimitato che chiede il vostro amore, confidando in voi, sperando nella vostra generosità, nel vostro coraggio.
Non siate vili con Me che continuo ad amarvi senza misura. Continuate a cercarmi con tanta pazienza verso voi stessi e mi troverete sempre.
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, poiché il servo non sa ciò che fa il padrone. Vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi": (Gv. 15 -13, 15)

Consacrazione a Gesù



Dio eterno, la bontà stessa, la cui Misericordia non può essere compresa da nessuna mente né umana né angelica, aiutami a compiere la Tua santa volontà, come Tu stesso me la fai conoscere. Non desidero altro se non compiere il volere di Dio. Ecco, Signore, hai la mia anima e il mio corpo, la mente e la mia volontà il cuore e tutto il mio amore. Disponi di me secondo i tuoi eterni disegni. O Gesù, luce eterna, illumina il mio intelletto, ed infiamma il mio cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza di Te sono nulla. Tu sai o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia misera. In Te sta tutta la mia forza. Amen. 

S. Faustina

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza  e del valore che ha la Sua Redenzione. 


PARLA LA SANTISSIMA MADRE  


I DOLORI DELLA VERGINE MARIA  

Molti Profeti hanno parlato di Me, hanno visto in anticipo come Io avrei dovuto soffrire, per giungere ad essere degna Madre di Dio.  
Mi fecero conoscere sulla Terra, anticipatamente, ma, come doveva essere, in modo molto velato.  
In seguito, parlarono di Me gli Evangelisti, specialmente Luca, il Mio amato Medico, Medico più di Anime che di corpi.  
Poi, sono nate alcune devozioni che ebbero, come base, le pene e i dolori da Me sofferti. In questo modo, si è creduto e, comunemente, si pensa ai “Sette Dolori” principali da Me vissuti.  
Figli Miei, vostra Madre ha premiato e premierà gli sforzi e l'Amore che avete avuto per Me.  
Ma, come ha fatto Gesù, anche Io voglio parlarvi dei Miei Dolori, in modo più esteso. Poi, voi li riferirete ad altri fratelli, perché Mi possano imitare. Per tutto quanto ho sofferto, sto continuamente lodando Gesù e non cerco niente, solo che Egli sia glorificato in Me.  
Figlioli Miei, è triste parlare di queste cose ai propri figli, poiché ogni madre tiene i suoi dolori solo per sé.  
Questo Io lo feci già in modo totale, durante la Mia Vita mortale e, pertanto, il Mio desiderio di madre è già stato da Dio rispettato.  
Ora, che Mi trovo qui, dove il sorriso è eterno e, avendo già nascosto, come tutte le madri, i dolori che ho provato, devo parlare di essi poiché, come figli Miei, conosciate qualcosa della Mia Vita.  
Conosco i frutti che se ne ricaveranno e come saranno graditi a Gesù, il Mio Figlio adorato; ve ne parlerò nella misura in cui potrete comprenderMi.  
Il Mio Gesù disse:  
“Colui che è primo, si faccia ultimo”… ed Egli veramente così fece: “primo”, nella Casa di Dio, si abbassò all'ultimo gradino.  
Ora, Io non Gli toglierò questo ultimo e primo posto che spetta a Lui, in ragione dell'Amore, ma, piuttosto, Mi sforzerò di farvi comprendere questa verità, e la Mia gioia sarà molto più grande quando accetterete questa convinzione, non per semplice conoscenza, ma per mezzo di una profonda e radicata convinzione.  
Sia Lui il “primo” e noi tutti… i veri ultimi.  
Se Lui era il “primo”, ci doveva essere un secondo nella scala dell'Amore e della Gloria e, pertanto, della bassezza e della umiliazione.  
L'avete già capito: quell'Essere dovevo essere Io.  
Figlioli, lodate Dio che, pur avendo stabilito una distanza immensa tra Gesù e Me, volle immediatamente collocarMi vicino a Lui.  
Figlioli Miei, non è ciò che appare al Mondo che più conta davanti a Dio!  
L'essere stata eletta Madre di Dio, implicò per Me grossi sacrifici e rinunce.  
La prima fu questa: conoscere, attraverso Gabriele, la “elezione” a cui venivo ammessa nell'Intimità di Dio.  
Io avrei preferito rimanere nello stato di umile conoscenza e nascondimento in Dio; desideravo questo più di ogni altra cosa, poiché la Mia gioia era saperMi l'ultima in tutto.  
Nel conoscere la “elezione” di Dio, ho risposto come ben sapete. Ma quanto Mi costò salire alla dignità alla quale ero stata chiamata!  
Figlioli, comprenderete, voi, questa Mia prima pena di cui vi parlo?  
Rifletteteci sopra, date a vostra Madre la grande gioia di apprezzare quella umiltà che Io ho apprezzato molto più della Mia Verginità.  
Si, Io ero e sono la “schiava” alla quale si può chiedere tutto, unicamente perché la Mia Offerta era dello stesso grado del Mio Amore.  
Ti piacque, o Dio, elevarMi a Te e a Me fu gradito accettare, perché Ti era gradita la Mia Obbedienza.  
Ma Tu sai quale pena fu per Me e come quella pena sta ora davanti a Te, bisognosa di luce per questi figli che ami e che amo! 
Io sono la “schiava”, così ora, lasciate, figli Miei, che come si è fatta in Me, si faccia ora in voi tutto ciò che Dio vorrà!  
L'accettazione portò a Dio quella risposta che darà, poi, agli uomini l'accesso alla Redenzione, e in questo si avverò quella mirabile frase:  
“Ecco qui una Vergine che concepirà e darà alla luce un Figlio, che sarà chiamato Emanuele” (Matteo 1,23).  
L'avere accettato di farMi Madre dell'Emanuele, implicava la Mia donazione al Figlio di Dio, di modo che la Madre di Lui si donasse a Lui stesso, prima che l'Umanità di Gesù si formasse in Me.  
Per questo, la Mia donazione fu effetto della Grazia, ma anche causa della Grazia e, benché si debba riconoscere la priorità della causa prima che è Dio, si deve senza dubbio affermare che la Mia accettazione operò nel “Piano della Grazia”, come causa concomitante.  
Mi chiamano Corredentrice per i dolori che ho sofferto, ma Io lo fui ancora prima, per la donazione fatta attraverso Gabriele.  
Oh, Figlio Mio Divino! Quale onore hai voluto dare a Tua Madre, compensandoLa della pena che soffrì nell'assurgere (innalzare) alla dignità di essere la Madre Tua!  
Voi, figlioli, siete nel Mondo… come ciechi, ma quando vedrete delle cose stupende… saranno incentivo al vostro giubilo per Me.  
Vedrete quale unione di gloria e di umiltà esiste qui, dove Gesù è il “Sole” che mai si nasconde.  
Vedrete quale sapiente progetto viene portato a termine attraverso la Mia rinuncia e la bassezza del nascondimento.  
Ma, ora, ascoltateMi: come la Mia Maternità avanzava, ne dovetti parlare con le persone care; lo feci, nascondendo, quanto più potevo, l'onore che avevo ricevuto… 
Mi rammaricai di dover rinunciare al trionfo del Segreto di Dio, perché lo Stesso Dio potesse essere glorificato in Me.  
Allora, ebbi subito la gioia di sapere che ero considerata come una donna fra tante.  
Si rallegrò la Mia Anima, poiché di fronte al Mondo veniva umiliata la “schiava” di Dio, che anelava 
di essere umiliata come solo Io potevo desiderarlo.  
Quando Giuseppe si allontanò, Io non ho sofferto, ma ho veramente gioito; non dite che allora ho sofferto, perché non è vero.  
In questo modo, Dio soddisfece il Mio desiderio di umiliazione. 
È stata questa la contropartita richiesta dal Signore, per essere giunta a diventare la Madre di Dio: essere considerata come una donna caduta!  
Figlia, impara la sapienza dell'Amore, impara a stimare la santa Umiltà e non temere, perché è questa una Virtù che brilla di una splendida luce.  
Dopo che si concluse lo sposalizio, non ci fu alcuna contrarietà, Io sapevo come sarebbero andate le cose e non temevo nulla.  
Infatti, Dio dà, a chi si abbandona interamente a Lui, una perfetta pace nelle situazioni più paradossali, come era la Mia: doverMi sposare, forzata dal compromesso umano, con un uomo, pur sapendo che dovevo appartenere solo a Dio.  
Quanti dolori ho vissuto sulla Terra!  
Non è facile fare la Madre dell'Altissimo, ve lo assicuro.  
Ma nemmeno può dirsi difficile tutto quanto si fa per un fine purissimo e per compiacere a Dio. 
Ricordatelo!  
Avete, qualche volta, pensato che cosa è stato a causarMi il più grande dolore, nella notte Santa di Betlemme?  
Voi andate subito, con la mente, alla stalla, al presepe, alla povertà: Io, invece, vi dico che quella notte Io la passai nella completa estasi di Mio Figlio e, sebbene dovessi occuparMi di tutto ciò che una madre fa per il suo neonato, non Mi distolsi dalla Mia estasi, dal Mio rapimento.  
L'unica cosa che Mi causò dolore, in quella notte d'Amore, è stato il vedere la sofferenza del Mio povero Giuseppe, mentre cercava per Me un luogo qualsiasi per ripararMi.  
Cosciente come era di quanto doveva accadere e di Chi doveva venire al Mondo, il Mio amato Sposo, nel vedere come venivo mortificata, si angustiò, e questo Mi diede molta pena. Poi, la gioia pervase entrambe e dimenticammo ogni altra angoscia.  
Fuggimmo in Egitto, e di questo vi è già stato riferito quanto era possibile: alcuni hanno messo al centro più la fatica del viaggio, che il timore di una Madre che sapeva di possedere il tesoro del Cielo e della Terra.  
Vivemmo, poi, a Nazaret, dove il piccino cresceva vivace e senza causarci, in quel tempo, altro che minime preoccupazioni.  
Ogni madre sa che cosa significa desiderare la salute del proprio figlio e anche la più piccola sciocchezza viene vista come una grande nube nera.  
Il Mio Piccino passò tutte le epidemie e tutti i disturbi infantili, propri di quel periodo. Come tutte le madri, Io non potevo essere preservata da nessuna ansia, proprie del cuore materno.  
Ma giunse, un giorno, in cui la nube nera oscurò la luce festosa della Madre di Dio. 
Quella nube si chiama: Gesù smarrito…  
Nessun poeta, nessun maestro di spirito potrebbe immaginare Maria quando si accorge di avere smarrito il Suo adorato Bene e, per tre giorni, non riesce ad avere Sue notizie… 
Figlioli, non stupitevi delle Mie parole: Io sperimentai il turbamento più grande della Mia vita.  
Non avete sufficientemente riflettuto su quelle Mie parole:  
“Figlio, Io e Tuo Padre, Ti abbiamo cercato, per tre giorni. Perché Ci hai fatto questo?” (Luca 2,48). 
Dio Mio, ora che parlo a questi amati figli, non posso fare a meno di lodare Te, che Ti eri nascosto, per farci provare la delizia di incontrarTi.  
Oh, come si potrebbe, in altro modo, conoscere la dolcezza che mette nell'Anima un vaso pieno di miele, quando la stessa Anima giunge ad abbracciare il Suo Tutto?  
Vedete, Io vi parlo anche delle Mie gioie, ma non senza motivo unisco dolori e gioie.  
Traete profitto da tutto ciò che accadde, nel miglior modo possibile.  
Dio si nasconde per farsi trovare! 
Alcuni, questa verità la conoscono.  
Altri, pensando al terribile dolore di aver perso Gesù, fanno di tutto per trovarLo. Non dovete rimanere inerti e scoraggiati.  
Vostra Madre vorrebbe sottrarsi dal parlare di quanto resta ancora da dire: 
• Primo… perché sono cose mai dette e, dunque, non ancora valutate.  
• Secondo… il conoscerle vi porterebbe a unirvi a Me, nella sofferenza e in dolorose considerazioni.  
Credete che la vita nella famiglia di Nazaret poté svolgersi tranquilla?  
È stata tranquilla in virtù dell'uniformità al Volere di Dio, però, quanta guerra da parte delle creature!… 
Veniva notato il modo singolare di vita che tenevamo e, come risultato, ci furono le pubbliche critiche.  
Mi consideravano eccessiva… per il solo fatto che, tutte le volte che Gesù si allontanava da casa, Io non potevo trattenere le lacrime, e Gesù si allontanava spesso.  
Giuseppe era perseguitato, come se fosse stato uno “schiavo” Mio e di Gesù.  
Che cosa poteva comprendere il Mondo?  
Noi mettevamo ogni attenzione a Colui che viveva con Noi, adorato in ogni Sua manifestazione.  
Che amore di figlio, quel Ragazzetto, più bello del mare, più sapiente di Salomone, più forte di Sansone!  
Tutte le madri Me lo avrebbero rubato, tanto era l'incanto che da Lui emanava.  
Ma, quella povera gente emetteva salaci (volgari – osceni) giudizi su di Me, e non risparmiava critiche all'instancabile padre, ritenuto sottomesso alla Sua Sposa fedele, ma gelosa.  
Tutti conoscevano la Mia integrità, ma la ritenevano una volgare passione egoista.  
Questo, figli Miei, è quello che non si sa!  
Questo accadeva tra il Mondo che non vedeva e non poteva comprendere la Sua purissima Madre.  
Gesù rimaneva nel silenzio, non Mi incoraggiava, poiché la Madre di Dio doveva passare attraverso il crogiolo, una donna come tante, alla quale non vengono risparmiati i giudizi.  
Ammirate, in tutto questo, la Sapienza di Dio e sappiateci trovare quel significato divino che accoppia la più grande sublimità alle prove più dolorose, rapportate a tale sublimità, perché ogni abisso… chiama un altro abisso e ogni profondità… chiama la sua profondità…  
Giunse l'ora della separazione, l'ora della Missione di Gesù.  
Giunse il giorno temuto della partenza da Nazaret.  
Gesù Mi aveva ampiamente parlato della Sua Missione e Me l'aveva fatta amare anticipatamente. 
Mi aveva anche parlato dei frutti che ne avrebbe tratto, per Lui e per tutti, ma fu necessaria la separazione, anche se per brevi periodi… 
Ci siamo salutati, baciati e, poi, Egli partì verso la Sua Missione di Maestro dell'Umanità.  
Ma il fatto non passò inosservato nel piccolo villaggio, dove Gesù era tanto amato.  
Ci furono dimostrazioni di affetto e di benedizioni e, per quanto non sapessero che cosa Gesù andava a fare, era comunque una perdita per quella gente di ristretta mentalità, ma dal cuore generoso.  
Ed Io, fra tante manifestazioni, come Mi sentivo?  
Irrompevano in Me mille sentimenti, ma non ritardai di un minuto la Sua partenza.  
Il Mio Gesù conosceva quello che Lo attendeva dopo la predicazione. Me lo aveva detto tante volte; Mi aveva parlato a profusione della perfidia dei Farisei e degli altri.  
E così, Lo vidi partire, solo, senza di Me, per compiere il Suo “Mandato”… senza di Me, che Lo avevo fatto crescere al calore del Mio Cuore… senza di Me, che Lo adoravo come nessuno mai Lo potrebbe adorare!  
In seguito, L'ho seguito, L'ho incontrato, ma, circondato talmente da tanta gente, che non Mi era possibile vederLo.  
Ed Egli, vero Figlio di Dio, diede a Sua Madre una risposta sublime come la Sua Sapienza, ma che trapassò questo Cuore materno da parte a parte.  
Si, Io Lo capivo, pienamente, ma non per questo ero risparmiata dalle pene.  
Alla umana parentela, Egli contrapponeva la Divina, nella quale Io ero compresa, è vero, ma i commenti degli altri non cessarono di ferirMi.  
Al colpo iniziale, fece seguito la gioia nel vedere la Sua Grandezza, nel vederLo onorato, venerato ed amato dalla gente e, così, anche questa ferita, subito, si cicatrizzò.  
Percorsi le strade con Lui, estasiata della Sua Sapienza, confortata dai Suoi Insegnamenti, senza mai essere sazia di ammirarLo ed amarLo.  
Poi, ci furono i primi attriti con il Sinedrio. 
Accadde il miracolo… che suscitò tanto scalpore nella mente di Giuda e dei superbi Sacerdoti.  
Fu odiato, perseguitato, spiato, istigato.  
Ed Io?  
Io sapevo tutto e, da allora, con le mani tese, ho offerto nelle mani del Padre l'olocausto del Figlio Mio, la Sua consegna, la Sua spaventosa e ignominiosa (infame) Morte.  
Già sapevo di Giuda… conoscevo già l'albero dal quale si sarebbe ricavato il legno per la Croce del Figlio Mio.  
Non potete immaginare l'intima tragedia che ho vissuto insieme al Mio Gesù, perché la Redenzione giungesse a compimento!  
Prima ho detto: “Corredentrice”, perché lo fossi… non bastavano le solite pene. Ci voleva una unione intima alla grande sofferenza di Lui, perché tutti gli uomini fossero redenti. Così, mentre con Lui andavo da un posto all'altro, ero ogni volta di più al corrente del pianto sconsolato che Mio figlio versava, in tante notti insonni, passate in preghiera e meditazione. Si rivelava a Me e metteva, alla Mia presenza, ogni Suo stato d'animo. 
Cominciò, allora, il Mio calvario e la Mia croce.  
Quanti pensieri appesantivano, ogni giorno di più, i Miei dolori di Madre, Madre Sua e Madre vostra!  
Tanti peccati… tutti i peccati! Tanta angoscia… tutte le angosce! Tante spine… tutte le spine!  
Non era solo, Gesù! Egli lo sapeva, lo sentiva: vedeva che Sua Madre era in unione continua con Lui e si affliggeva per questo e ancora di più, perché la Mia sofferenza era per Lui una sofferenza più grande.  
Figlio Mio, Figlio Mio adorato, se questi figli sapessero quel che accadde, allora, fra Te e Me!… 
E giunse l'ora dell'olocausto (sacrificio cruento)… giunse dopo la dolcezza della Cena di Pasqua.  
E da allora, ho dovuto di nuovo mescolarMi alla folla… Io che Lo amavo e Lo adoravo, in un modo unico, ho dovuto essere allontanata da Lui.  
Lo capite questo, figli Miei?…  
Sapevo che Giuda stava facendo i suoi passi da traditore… e Io non potevo farci niente. 
Sapevo che Gesù aveva versato Sangue nell'Orto… e nulla ho potuto fare per Lui.  
E poi, Lo presero, Lo maltrattarono, Lo insultarono e, in un modo iniquo (ingiusto), Lo condannarono!  
Non posso dirvi tutto.  
Vi dirò solo che il Mio Cuore era un tumulto di ansie continue, la sede di continue amarezze e incertezze, un luogo di desolazione, di abbattimento e di sconforto.  
E la Anime che, in seguito, si sarebbero perse?  
E tutte le simonie (commercio dei beni spirituali, come l’acquisto di indulgenze o l’assoluzione dei peccati, o Cariche Ecclesiastiche) e i tradimenti sacrileghi?  
Oh, figli dei Miei dolori! Se oggi vi viene concessa la Grazia di soffrire per Me, benedite con fervore Colui che vi dà questa sofferenza e sacrificatevi senza timore.  
Voi pensate alla Mia grandezza, Miei amati figli!  
Vi aiuta rifletterci, ma, ascoltateMi, non pensate a Me, quanto a Lui.  
Io vorrei, se possibile, essere dimenticata!  
Tutta la vostra compassione datela a Lui, al Mio Gesù, al vostro Gesù, a Gesù, Amore vostro e Mio.  
Così, figlioli, la pena del Mio Cuore fu una continua spada, che trapassava la Mia Anima e la Mia Vita, da parte a parte. L'ho continuata a sentire fino a quando Gesù venne a consolarMi, con la Sua Resurrezione, quando quella Mia immensa gioia venne a cicatrizzare, di colpo, tutte quelle ferite che sanguinavano dentro di Me. 
“Figlio Mio - andavo ripetendo, perché tanta desolazione? Tua Madre è vicino a Te. Non Ti basta neppure il Mio Amore? Quante volte Ti ho consolato in tante Tue afflizioni? Ed ora, perché non può, nemmeno Tua Madre, darTi alcun sollievo?…”. 
Oh, Padre del Mio Gesù, non voglio altro se non ciò che Tu vuoi, e Tu lo sai, ma guarda se tante sofferenze possono ricevere qualche conforto… Te lo chiede la Madre del Figlio Tuo.  
E sul Calvario ho gridato:  
“Mio Dio, restituisci a quegli Occhi che adoro, la luce che in essi hai impresso ,quel giorno, in cui Me Lo hai dato!  
Padre Divino, guarda l'orrore di quel Volto santo!  
Non puoi, Tu, almeno, asciugare tutto quel copioso Sangue?  
Oh, Padre del Figlio Mio!  
Oh, Sposo, Amore Mio!  
Oh, Tu Stesso, Verbo, che hai voluto avere da Me l'Umanità!  
Siano preghiera quelle braccia aperte al Cielo e alla terra, siano la supplica della Sua e Mia accettazione!  
Guarda, o Dio, come si è ridotto Colui che Tu ami!  
È Sua Madre che Ti chiede un conforto, in così grande tristezza.  
Fra poco, Io resterò senza di Lui, così si compirà interamente la Mia promessa, quando, con il cuore, Lo offrii nel Tempio. 
Si, rimarrò sola, ma sarà meno pesante il Suo dolore, se non ascolterò il Mio…”. 
 
Messaggi dettati a Catalina RIVAS 

Gesù



Prega, perché la devozione è ciò che scaturisce principalmente dall’amore; Io, il Signore, ti ho impregnata del Mio Amore; Io chiedo a tutte le anime di venire a gettarsi in questo Oceano d’Amore affinché pure esse ne siano tutte saturate e sentano questo Amore; Io, Gesù, vi amo tutti; entrate nel Mio Sacro Cuore, Io desidero fortemente nasconderti nel più intimo delle Sue Profondità, nascondervi per sempre e conservarvi solo per Me; 

“Gesù, fa’ del mio cuore il Tuo luogo di riposo; vieni e riposati, Signore”;

Gesù



Aggrappati alla Mia Croce e la Mia Croce ti condurrà fino alla Perfezione, vicino a te Io Sono, unito a Te Io Sono

Gesù



La santità non si raggiunge in un giorno, bisogna perseverare su questa strada irta di ostacoli e piccole croci.