IL TRONO DI DIO
Un giorno del mese di Aprile dell’Anno 2006, sono stata, ancora una volta, favorita dalla Grazia del Signore, il Quale ha voluto che iniziassero gli Insegnamenti su quanto, oggi, condividerò con voi.
Riguardano un’Ora di Adorazione Santa, alla quale sono stata invitata da Gesù che, con dolcezza, mi disse: “Perché possiamo regalare al Mondo una nuova Testimonianza… una Lezione in più che questo Maestro vuole impartire loro su una materia che tu prediligi: la Scuola dell’Amore”.
All’ora accordata, mi sono diretta in una bella Chiesa, vicino a casa, dove si trova una piccola Cappella, in cui c’è l’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento.
Per le persone che non sanno di che cosa si tratta – sia perché vivono in luoghi appartati, sia perché lontane dalle pie pratiche cattoliche – l’Adorazione Perpetua è l’Esposizione permanente del Santissimo Sacramento, di giorno e di notte, in modo che la gente possa fare turni di Adorazione Eucaristica e Gesù non rimanga mai solo.
È una pratica meravigliosa che dovrebbe coinvolgere ogni Parrocchia.
Avvicinandomi alla Cappella, vidi che c’era molta più luce del solito e pensai, sbagliando, che forse sarebbe stato meglio illuminare quel luogo con meno luce o con una luce diffusa, per creare così un ambiente più intimo per adorare il Signore.
C'era anche della musica, l'avevo sentita già prima di arrivare alla Chiesa e, mentre mi avvicinavo, potevo sentire come un coro polifonico di tantissime persone, composto da bambini, donne e uomini.
Intonavano canzoni che mi pareva di aver già sentita.
Quella musica era molto speciale per me e il ricordo di un altro momento vissuto tempo prima, fece trasalire per qualche secondo tutto il mio corpo.
Le voci si mescolavano con suoni come di acqua che cade da una cascata, violini, organi e piano, arpe, flauti e campanelle che, di quando in quando, al cessar delle voci, rintoccavano con un accordo che sembrava la chiamata alla Santa Messa, forse per il ricordo della mia infanzia, nei piccoli paesini della mia Patria, dove si udiva il suono delle campane ad ogni ora della giornata e, in ogni luogo, per la chiamata alla Santa Messa.
Pensai subito che, forse, era la registrazione di un CD che qualcuno aveva portato per accompagnare, con i canti, la sua Adorazione.
Quasi giunta all’ingresso della Cappella, vidi che la luce stava come diminuendo, ma, nello stesso tempo, il luogo si faceva inspiegabilmente più chiaro…
Ora è difficile spiegarlo, ma ritengo che, poi, potrò farmi capire.
Entrando, vidi un uomo di mezza età, inginocchiato davanti all'Ostensorio, che conteneva la Divina Ostia.
La Luce che usciva da quest'Ultima, riempiva tutto il luogo, come se da Essa uscissero raggi che si allargavano, coprendo tutto lo spazio di Luogo Santo.
Mi misi in ginocchio per salutare il Signore, ma poi Egli mi fece capire di stare seduta, per contemplare, silenziosamente, quello che stava accadendo.
Seppi che anche questo sarebbe stato un altro giorno speciale.
Mi ero appena inginocchiata ed ecco che vidi sparire l’Altare e le pareti che lo circondavano e, davanti ai miei occhi, aprirsi il Cielo, per modo di dire, poiché anche questo è, forse, un linguaggio troppo terreno…
Al posto dell’Altare, vidi un immenso Trono.
Ora, non posso precisare se fosse dorato o argentato; so che era pieno di luce e, in esso, riposava il meraviglioso Ostensorio.
Il Trono era tutto incastonato di pietre preziose enormi, che si illuminavano e risplendevano come se avessero luce propria, ossia, come se la luce uscisse da dentro.
Chinai la testa per un attimo e, poi, sollevai lo sguardo.
Riuscii a vedere che c’erano tre posti a sedere, riuniti, che formavano uno stesso Trono e, in ognuno di quegli scanni, era seduto “un Gesù”, ossia, lo stesso Signore, ma come triplicato – se posso usare questo termine al fine di farmi capire – erano, dunque, tre Persone esattamente uguali.
Non c’era differenza alcuna fra i Tre, se non nelle loro vesti: Uno portava una graziosa tunica di colore bianco, l’Altro tutta dorata e il Terzo l'aveva di colore rosso.
È difficile descriverli, ma questi erano i toni che predominavano nelle loro vesti, sebbene tutti e Tre emanassero una Luce splendente.
Sentii la Voce del Signore che mi diceva:
“Dove potrete trovare un aiuto terreno per descrivere Me, l’Indivisibile?
Dove troverete il vostro appoggio, voi, che siete pellegrini sulla terra, per poter scalare la mia Altezza?
Niente e nessuno potrà raggiungere e spiegare tutta la dolce Essenza del Dio Trino e Uno.
Nessuno comprenderà la Vita che anima tutto il mio Essere.
Elevate i vostri cuori e la vostra mente verso l’Alto, poiché desidero correggere la vostra rozza visione e darvi l’incanto del fulgente aspetto anche di Uno solo di Noi.
Oh, vincolo glorioso, dolce Figlio che lasci il Padre e offri l’Amore agli Uomini smarriti che, afflitti, camminano sulla terra!
Figli, Creature mie, poveri Uomini, che non potete andare oltre, non avrà mai fine la vostra ricerca della mia Conoscenza, sempre sarete felici di scoprire infinite e abbaglianti Immagini…
Venite al seno della mia Divinità e rimanetevi come nostri Invitati eterni.
Imparate di più sul Divino Amore e smettete di fare resistenza in voi e fuori di voi, così che la nostra Pace infinita possa entrare nei vostri cuori e darvi la conferma che vi voglio con Me e, con questo, manifestarMi a voi e darvi il mio Amore, darvi la Vita Eterna e la Santità Infinita del mio Essere”.
Rimasi sorpresa perché, perfino adesso, mi è difficile riuscire a pensare che fosse il Padre, attraverso il Verbo, nello Spirito Santo.
Chi mi ha parlato…?
Alla destra del Trono, stava la Santissima Vergine, bellissima come non mai!
Aveva le Mani unite in preghiera e il Volto sereno e raggiante.
Portava un diadema di pietre preziose di vari colori, che mi sembravano più luci colorate, come quelle del Trono.
A fianco della Vergine, stava un Uomo molto prestante e virile, con una piccola barba ed un aspetto che denotava sia umiltà e serenità, che autorità.
Nell’insieme, irradiava una dignità mai vista…
Seppi che era San Giuseppe!
Immediatamente, dietro il Trono, apparvero degli uomini: non riuscivo a contarli e la verità è che non mi serviva farlo.
Poi, molto più indietro, in una specie di dislivello, si vedevano centinaia di persone, come quelle che ho descritto nel Libro sulla Testimonianza della “Santa Messa”.
Di nuovo, davanti a me, stava tutto il Cielo: mille e mille Angeli.
Erano loro che intonavano i cantici che avevo sentito mentre mi avvicinavo alla Cappella!
Era una musica di Lode, che perdurerà nei miei orecchi finché vivrò, ma che, oggi, non potrei ripetere.
E, senza dubbio, da quel giorno, ogni volta che voglio lodare il Signore, sento quelle voci che mi accompagnano per tutto il tempo, finché dura la povera Lode.
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