La quinta arma
La quinta arma è il non dimenticare mai la nostra morte. Molto giova ricordarsi spesso della morte e stare continuamente preparati a essa, perché non sappiamo in quale ora di quale giorno ce la invierà il severissimo giudice. Dice bene il glorioso apostolo Paolo: «Facciamo il bene, finché abbiamo il tempo».
Il tempo della nostra vita si chiama tempo di misericordia, perché ci viene concesso per emendarci, passando dal bene al meglio; mentre viviamo l'esistenza terrena, Dio ci aspetta di giorno in giorno e, a Lui, dovremo rendere conto del dono della buona volontà, che ci viene donato per esercitarlo a sua lode, per la salute della nostra anima e per il bene del nostro prossimo; se non lo faremo, non solo dovremo rendere ragione del male commesso ma, anche, del bene non fatto per la nostra negligenza.
Si guardino bene le novizie dal confidare troppo nelle loro forze, per non oltrepassare la regola imposta dalle loro superiori e maestre e, con tutta la volontà, seguano la strada loro indicata, per la salute dell'anima e del corpo.
Dico questo perché, a volte, il nemico mette con astuta malizia nelle menti delle novizie, ancora poco agguerrite nella battaglia spirituale, l'idea che debbano morire presto e, così, le induce a fare maggiore penitenza di quella dovuta, convinte, per umiltà, di non aver acquistato sufficienti meriti. Il maligno le studia, e le sollecita a trasgredire la regola della vera obbedienza; ma, senza alcun dubbio, l'obbedienza è più meritoria di qualunque penitenza.
Quindi, è necessario usare l'arma della memoria della nostra morte con giusta prudenza, perché possa essere esercitata per la salute dell'anima e lode di Cristo. Amen.
Santa Caterina da Bologna
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