Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione.
PARLA DIO PADRE
Vedo, tremante, giù in basso, nella penombra del Getsemani, Mio Figlio che, sceso dal Cielo, ha preso la forma e la sostanza di quella Mia Creatura che crede… adesso, ed ha creduto… allora, di potersi ribellare al Suo Creatore.
L'Uomo, quell'Uomo solo e turbato, è la vittima designata e, come tale, ha dovuto lavare, con il Suo proprio Sangue, tutta l'Umanità, che Egli rappresenta.
Trema ed inorridisce nel sentirsi coperto, fino a vedersi sovrastato, dalla inconcepibile massa di peccati, che doveva essere tolta dalla coscienza nera di milioni e milioni di Creature sporche.
Povero Figlio Mio!
L'Amore Ti ha portato a questo ed ora sei, per questo, spaventato.
Chi dovrà glorificarTi, nel Cielo, quando, raggiante, vi farai il Tuo Ingresso?
Potrà una qualsiasi Creatura darTi una lode degna di Te, un Amore degno di Te?
E che cosa è la lode e l'amore di un uomo, di milioni di uomini, paragonati all'Amore con il quale Tu hai accettato la più tremenda delle prove che mai potrà esistere sulla terra?
No, amato Figlio, nessuno potrà uguagliarTi nell'Amore, se non il Padre Tuo, se non Io che, con il Mio Spirito d'Amore, posso lodarTi e amarTi per il Tuo sacrificio di quella notte!
Hai sopportato, Figlio Mio Amatissimo, nel quale metto tutta la Mia Benevolenza, il parossismo della morte, sopravvivendo all’agonia amarissima dell'Orto.
Hai raggiunto, nella Tua Umanità vera e totale, il culmine della più grande passione che un cuore umano può sopportare: soffrire per le offese recate a Me, ma soffrire per esse, con l'Amore intenso e purissimo che hai in Te.
Hai toccato, se pur tremante, il limite per il quale l'Umanità dovrebbe raggiungere la completa Redenzione.
Tu, Figlio adorato, hai conquistato, con sudore di Sangue, non solo le Anime dei tuoi fratelli, ma, ancora di più, la Tua Gloria, personale, che dovrebbe elevare Te… uomo, al pari di Me… Dio come Te.
Tu hai preso da Me la più perfetta Giustizia e il più perfetto Amore.
In quel tempo, essi rappresentavano la “feccia” del Mondo e lo facevi per Tua volontaria e libera accettazione.
Tu sei, ora, fra tutti, il Mio Onore, la Mia Gloria e la Mia Gioia.
Non eri Tu il Mio offensore, non Tu!
Tu sei stato sempre il Mio Amato Figlio, nel Quale ho posto la Mia compiacenza!
Non eri Tu la “feccia”, poiché, anche allora, Io Ti vedevo come sei stato sempre: la Mia Luce, la Mia Parola, cioè Me Stesso!
Figlio, che hai trepidato e sei morto per la Mia Gloria, Tu hai meritato che Tuo Padre Ti facesse conoscere al Mondo… a questo Mondo cieco, che Ci offende e che, nonostante tutto, Ci è tanto caro!
Oh, Figlio amatissimo, Io Ti vedo e Ti vedrò sempre in quella notte del Tuo dolore!
Ti ho sempre presente!
Per amore Tuo, Mi sono riconciliato con le Creature.
E poiché Tu non potevi sollevare verso di Me il Tuo Volto, talmente era coperto dalle loro colpe, ora, per compiacerTi, faccio si che essi alzino il loro viso verso di Noi, così che, scorgendo la Tua Luce, restino imprigionati nel Nostro Amore.
Ora, Figlio Mio, sempre tanto amato, farò ciò che Ti ho detto, quando stavi nell'ombra del Getsemani e saranno grandi cose, per darTi Gioia ed Onore…
Messaggi dettati a Catalina RIVAS
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