giovedì 25 aprile 2019

La nube della non-conoscenza



O Dio, che vedi i segreti dei cuori
e conosci i nostri pensieri,
infondi in noi il tuo Spirito santo,
perché purificati nell’intimo,
possiamo amarti con tutta l’anima 
e celebrare degnamente la tua lode.

Amen.


Alla contemplazione non si giunge né attraverso la speculazione razionale né attraverso l’immaginazione


Per far sì che tu non commetta errori e non fraintenda questa attività, lascia che te ne parli ancora un poco secondo il mio punto di vista.

Al contrario di quanto pensano alcuni, non ci vuole molto tempo per portare a termine questo lavoro. In realtà, è il lavoro più breve che si possa mai immaginare. Non è né più lungo né più corto di un atomo. Ora l’atomo, secondo la definizione degli stessi studiosi di astronomia, è la più piccola frazione di tempo. È così piccolo che, per via della sua piccolezza, non lo si può dividere ulteriormente, e quasi quasi non lo si può immaginare. È proprio questo il tempo di cui è stato scritto: «di tutto il tempo che ti è dato, ti verrà chiesto come l’hai speso». Ed è giustissimo che tu debba renderne conto. Questo tempo non è né più go né più corto ma corrisponde esattamente a un semplice impulso della tua volontà, che è la principale facoltà dell’anima in ordine all’agire. Infatti, nello spazio di un’ora ci possono essere e ci sono tanti impulsi o desideri della volontà, quanti sono gli atomi in quello stesso arco di tempo.
Orbene, se la grazia dovesse rendere la tua anima come quella di Adamo prima del peccato originale, tu saresti padrone, per via della stessa grazia, di tutti i tuoi impulsi. Allora nessuno di questi andrebbe per conto suo, ma tutti convergerebbero su Dio, somma di ogni desiderio e bene supremo. Egli scende al nostro livello, adattando la sua divinità alla nostra capacità di comprensione. D’altra parte, la nostra anima presenta qualche affinità con lui, dal momento che siamo stati creati a sua immagine e somiglianza. E lui solo, e nient’altro che lui, basta ad appagare in maniera piena e sovrabbondante la brama del nostro cuore. E in virtù di questa grazia risanatrice, l’anima è resa capace di comprenderlo pienamente attraverso l’amore. Dio resta incomprensibile a ogni essere razionale, uomo o angelo che sia, almeno per quanto riguarda la conoscenza intellettuale. Infatti con l’intelletto non lo si può conoscere, ma con l’amore sì.
Tutti gli esseri razionali, uomini e angeli, possiedono dentro di sé, ciascuno per proprio conto, due facoltà operative principali: la capacità di conoscere e quella di amare. Dio, che le ha fatte entrambe, resta per sempre incomprensibile alla prima facoltà, l’intelletto, mentre per la seconda, l’amore, è conoscibile appieno, anche se in maniera diversa a seconda dei singoli individui. Capita così che una semplice anima ricca d’amore riesce da sola, in virtù di questo stesso amore, a comprendere dentro di sé colui che basta ad appagare in maniera incomprensibile e sovrabbondante tutte le anime e gli angeli che ci possono essere. Questo è il meraviglioso miracolo dell’amore, miracolo che non avrà mai fine, poiché per sempre Dio lo farà e non smetterà mai di farlo. Prendi in considerazione quanto detto, se la grazia di Dio te lo concede: in questa conoscenza d’amore consiste la beatitudine eterna; senza tale conoscenza non c’è che la pena eterna.
Perciò chiunque fosse rinnovato dalla grazia di Dio così da badare continuamente a ogni impulso della volontà — dal momento che, per natura, non gli possono mancare questi impulsi —, costui pregusterebbe già in questa vita la dolcezza eterna, anche se il pieno godimento si ha solo nella beatitudine celeste. Non meravigliarti, dunque, se ti stimolo con insistenza a fare questo lavoro.
Se l’uomo non avesse commesso il peccato originale, starebbe facendo ancor oggi questo stesso lavoro, come dirò più innanzi. Ed è per questo lavoro che l’uomo fu fatto, e ogni altra cosa ha il compito di aiutarlo a raggiungere questo scopo. E grazie a questo lavoro, infine, l’uomo può sperare di tornare allo stato primitivo di grazia. Ma se vien meno a questo lavoro, l’uomo cade sempre più giù nel peccato e si allontana sempre più da Dio. Al contrario, se vi si applica con diligenza e costanza, trascurando il resto, allora si rialza sempre più dal peccato e si avvicina sempre più a Dio. Perciò sta’ ben attento a come usi il tempo: infatti non c’è niente di più prezioso del tempo. Basta un attimo, una minima frazione di tempo per guadagnare o perdere il paradiso.
A riprova che il tempo è prezioso, Dio, che ne è il dispensatore, non dà mai due momenti di tempo in una sola volta, ma sempre in successione. Diversamente, dovrebbe cambiare tutto l’ordine e il corso regolare della creazione. Il tempo è fatto per l’uomo, non l’uomo per il tempo. E Dio, che fissa le leggi di natura, ha voluto adattare il tempo alla natura dell’anima umana: infatti, gli impulsi naturali dell’uomo sorgono proprio uno alla volta. Perciò l’uomo non avrà scuse quando, nel giorno del giudizio, dovrà rendere conto a Dio di come avrà speso il suo tempo. Non potrà certo dire: «Tu mi dai due momenti in una volta sola, mentre io non ho che un solo impulso alla volta».
Ma ora sei tutto preoccupato e pensi: «Che debbo fare? Se quello che stai dicendo è vero, come farò a rendere conto di ogni momento della mia vita? Eccomi qui a ventiquattro anni, senza aver mai dato peso al tempo. Anche se volessi cambiare rotta d’ora innanzi, sai perfettamente in base alle giuste parole che hai appena scritto, che non mi è più concesso alcun momento di tempo, né secondo il corso naturale, né ricorrendo alla grazia comune, per poter rimediare al mio passato mal speso. Posso solo contare su quei momenti di tempo che ho ancora davanti a me. Ma come se non bastasse, so benissimo che anche per questo tempo futuro, a causa della mia eccessiva fragilità e della mia pigrizia spirituale, non riuscirei a prestare attenzione che a un impulso su cento. Eccomi qui completamente disorientato di fronte a questi ragionamenti. Aiutami dunque, per amore di Gesù!».
Come hai fatto bene a dire «per amore di Gesù!». Infatti è proprio nell’amore di Gesù che puoi trovare aiuto. L’amore è per sua natura condivisione. Ama Gesù, e tutto ciò che ha sarà tuo. Essendo Dio, egli ha fatto il tempo e ce l’ha donato. Essendo uomo, ha attribuito il giusto valore al tempo. Essendo sia Dio che uomo, è il miglior giudice dell’uso del tempo. Unisciti a lui con fede e amore: grazie a questa unione entrerai a far parte della comunità di vita che si stabilisce tra lui e tutti coloro che come te sono uniti a lui dall’amore. Sarai così in comunione con Maria santissima, che, piena di grazia, prestò attenzione a ogni momento della sua vita; con tutti gli angeli del cielo che non possono mai perdere tempo; con tutti i santi in cielo e in terra che con il loro amore, e per grazia di Gesù, tengono in giusto conto ogni momento. Tutto ciò è di grande conforto. Cerca di capirlo correttamente e di trarne adeguato profitto.
Ma una cosa mi preme sottolineare: nessuno può rivendicare una vera comunione con Gesù, con Maria, sua vera madre, con i suoi angeli e con i suoi santi, se non fa di tutto, con l’aiuto della grazia, per badare a ogni momento di tempo. Solo così può venire in aiuto alla comunità, facendo anch’egli, al pari degli altri membri, la sua parte, per quanto piccola possa essere.
Presta dunque attenzione a questo meraviglioso lavoro della grazia nella tua anima. Per chi lo capisce bene, non è altro che un impulso improvviso che sorge senza alcun preavviso e punta direttamente a Dio come una scintilla che si sprigiona dal fuoco. È incredibile il numero degli impulsi che sorgono nel breve spazio di un’ora nell’anima di chi è disposto a fare questo lavoro. E tuttavia basta una sola di queste fiammate per dimenticare completamente, e all’istante, il mondo esterno. Ma subito dopo ogni impulso, l’anima può ricadere, a causa della corruzione della carne, nei pensieri precedenti e nel ricordo delle cose fatte e non fatte. Ma non è finita ancora: in un batter d’occhio può riaccendersi di nuovo come prima.
Questo è, in breve, il procedimento del nostro lavoro. Come si vede, è ben lontano da ogni visione ò falsa immaginazione o stranezza di pensiero. Tutto ciò non sarebbe certo frutto di un nudo slancio d’amore umile e devoto, ma di un’intelligenza orgogliosa, avida di sapere e ricca di immaginativa. E questo spirito d’orgoglio e di curiosità va sempre soffocato e calpestato senza pietà: a questo prezzo si può intendere il significato genuino della contemplazione.
Chiunque, avendone letto o sentito parlare, pensa che il lavoro contemplativo consista in una attività mentale, e continua quindi a operare in questa direzione, è completamente fuori strada.
Si inventa, infatti, un’esperienza che non è né materiale né spirituale, e corre il rischio di prendere lucciole per lanterne. Chi cade in questo abbaglio è in così grave pericolo, che se Dio nella sua grande bontà non interviene con un miracolo di misericordia per farlo smettere di colpo e indurlo ad ascoltare i consigli di contemplativi di grande esperienza, diventerà matto o comunque soffrirà qualche altra terribile forma di male spirituale o qualche inganno diabolico. In verità, può facilmente perdersi per sempre, anima e corpo. Quindi, per amore di Dio, fa’ attenzione e non cercare in alcun modo di compiere questo lavoro con le facoltà intellettuali, e tanto meno con l’immaginazione. Te lo dico con tutta sincerità: non riusciresti a combinare un bel niente! Smettila, dunque, di far uso delle tue facoltà.
Quando parlo di «oscurità» o di «nube» non pensare ch’io voglia intendere quelle masse di vapori che vagano nel cielo o quell’oscurità che regna nella tua casa di notte quando la candela è spenta. Questo: tipo di oscurità e di nube te li puoi benissimo immaginare con gli occhi della tua mente anche nel più radioso meriggio d’estate, così come nella più buia notte invernale puoi figurarti una luce vivida e splendente. Non è certamente a questo che io faccio riferimento. Per «Oscurità» io intendo una mancanza di conoscenza, proprio come una cosa che non conosci o non ricordi è «oscura» per te, dal momento che non riesci a vederla con l’occhio del tuo spirito. Per questo motivo la chiamo «nube della non-conoscenza», e non nube del cielo: nube della non-conoscenza che si frappone tra te e il tuo Dio.


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