LA PRIMA COPPA DELL’IRA DI DIO
«Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette Angeli che avevano sette flagelli, gli ultimi poiché con essi si deve compiere l’ira di Dio» (Ap. 15, 1).
«Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette Angeli: “Andate e versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio”. Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della Bestia e si prostravano davanti alla sua statua» (Ap. 16, 1-2)
Sin dall’inizio della mia collaborazione con Don Luigi Villa, notai la frequenza dei suoi riferimenti all’Apocalisse di S. Giovanni e, quasi sempre, relativamente al periodo delle sette coppe dell’ira di Dio.
Per diversi anni non feci altro che ascoltarlo su questo argomento che terminava quasi sempre con queste parole: «L’Apocalisse è il libro più difficile del Nuovo Testamento, ma che, una volta, era letto e studiato, ma oggi, negletto e divenuto il libro più dimenticato nel mondo della cultura e delle masse scristianizzate. Certo, è un libro difficile, ma oggi, che stiamo vivendo il periodo delle coppe dell’ira di Dio, dovremmo riuscire a comprendere un po’ meglio gli eventi storici che viviamo e quelli che seguiranno».
Data la frequenza e l’insistenza con la quale Don Villa mi parlava di questo argomento, mi sentii in dovere di leggere questo libro del Nuovo Testamento se non altro, per poter entrare nel merito del discorso, perché avevo compreso che questo era l’obiettivo che si poneva don Villa.
Alla successiva occasione, al termine del discorso di Don Villa, feci questa osservazione: «Padre, Lei afferma che noi stiamo già vivendo il periodo delle sette coppe dell’ira di Dio, ma poiché la seconda coppa non è ancora arrivata, perché quando arriverà nessuno potrà dire di non averla vista o udita, per i milioni di morti che si avranno in poche ore, significa che noi stiamo vivendo il periodo della prima coppa».
«Esattamente» fu la risposta.
«Ma gli uomini che recano il marchio della bestia e si prostrano davanti alla sua statua esistono da sempre, mentre la prima coppa dell’ira di Dio si riferisce ad un periodo specifico, relativo al regno dell’Anticristo e della Prostituta di Babilonia, un periodo che non si ripeterà più nella storia dell’umanità. Quindi, questi uomini che hanno la “piaga dolorosa e maligna”, che caratterizza la prima coppa, non sono quelli sempre esistiti, ma possono essere i ministri di Dio che gli avevano giurato fedeltà, ma che poi l’hanno tradito, odiato e che lo combattono. Cioè, si tratta della Massoneria ecclesiastica».
«Esattamente» fu ancora la risposta. «La piaga è una lacerazione della pelle o della mucosa, come avviene anche per l’ulcera che sicuramente è anch’essa “dolorosa e maligna”. E l’ulcera, generalmente, viene quando una persona è sottoposta ad una tensione profonda e continuata, e questo deve essere il caso di tutti i Ministri di Dio, che Lei ha smascherato e che continua a smascherare, additandoli alla riprova zione generale dei membri della Chiesa di Cristo».
«Esattamente» rispose.
«Ma non è proprio questo l’incarico che le ha dato Padre Pio, chiedendole di difendere la Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria ecclesiastica? E non era questo lo scopo del mandato papale che Lei ha ricevuto dal Papa Pio XII?».
Si potrà pensare che, sicuramente, Padre Pio, quando affidò questo incarico a Don Luigi Villa, agisse per volontà di Dio, ma su questo non seppi mai nulla da Don Villa. Mi disse solo che, oltre i tre incontri principali con Padre Pio, ne aveva avuti anche altri, ma molto brevi.
Infatti, dopo la sua morte, in un suo diario, lessi di due visite lampo che don Villa fece a Padre Pio, a San Giovanni Rotondo, perché era disperato: a Brescia lo stavano bloccando, gli impedivano ogni iniziativa, ogni movimento soprattutto all’estero, gli davano imposizioni e sempre con la minaccia di chiudergli l’Istituto.
In entrambe le visite, Don Villa si lamentò: «Padre Pio, non ce la faccio più, mi stanno paralizzando».
E Padre Pio, entrambe le volte, gli disse ad alta voce: «Vai avanti, è la volontà di Dio!».
Con le sette coppe della sua ira, Dio annienterà i nemici della sua Chiesa su tutta la terra. E non era forse più che saggio cominciare dai nemici più pericolosi, e cioè quelli interni alla Chiesa? E questi non sono forse i Ministri che lo hanno tradito, che si sono prostrati davanti a Satana per adorarlo, che si sono prostituiti al potere politico mondiale e che hanno ricevuto l’ordine dei Superiori in Massoneria di distruggere la Chiesa di Cristo dall’interno, impresa realizzabile solo se questa azione satanica fosse partita dal suo vertice?
E come faceva un povero Sacerdote, come Don Luigi Villa a fronteggiare un simile potere mondiale? Come po teva egli “difendere la Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria ecclesiastica” senza sostenitori e collaboratori, senza mezzi finanziari, senza appoggi politici e sempre isolato, ignorato, calunniato, perseguitato, fatto segno anche di ben sette tentativi di assassinio?
Evidentemente, Don Luigi conosceva il segreto di questo suo incarico e mandato papale: egli sapeva che il vero potere dei Capi Incogniti della Massoneria non risiede nella potenza finanziaria, politica, militare o mediatica, ma risiede nel Segreto; un segreto che solo loro conoscevano e che loro stessi hanno riconosciuto e riconoscono essere il loro VERO POTERE.
Quindi, l’incarico e il mandato papale dato a Don Luigi Villa aveva un obiettivo: non solo di smascherare i Ministri traditori nella Chiesa, ma, in modo particolare, quello di smascherare la Seconda Bestia venuta dalla terra, e cioè il presunto Vicario di Cristo, ma in realtà il Vicario di Satana che, dopo aver tradito Nostro Signore, si era persino incorporato all’Anticristo con relativi e dovuti altri titoli massonici: Patriarca del Mondo, Patriarca della Massoneria, Supremo Pontefice della Massoneria Universale, Capo Supremo dell’Ordine degli Illuminati di Baviera.
Ripensando ai libri, ai dossier e ai numeri speciali di “Chiesa viva” su questo argomento, pubblicati da Don Villa, si può dire che egli condusse alla perfezione questa battaglia smascherando, in modo particolare, Paolo VI e poi Benedetto XVI.
Per quanto riguarda Paolo VI, diverse volte Don Villa mi confidò: «Nella mia seconda principale visita a Padre Pio, avvenuta nella seconda metà dell’anno 1963, Padre Pio mi passò il “testimone”, indicandomi l’obiettivo della mia missione: Paolo VI»!
Le parole che Padre Pio gli disse:
«Coraggio, coraggio, coraggio, perché la Chiesa è già invasa dalla Massoneria» e le successive: «La Massoneria è già arrivata alle pantofole del Papa (Paolo VI)» significavano forse che Padre Pio era già a conoscenza, a quel tempo, dell’orrore dell’intronizzazione di Satana nella Cappella Paolina, avvenuta il 29 giugno 1963, con le due messe nere celebrate contemporaneamente a Roma e a Charleston (USA)? Sapeva già che quella data segnava l’inizio del regno dell’Anticristo, e cioè l’inizio del Settimo Sigillo? Conosceva già Padre Pio la vera identità di Paolo VI come Seconda Bestia venuta dalla terra e le sue altre cariche che lo presentavano come vertice supremo della Massoneria mondiale? Sapeva Padre Pio che l’incarico che aveva dato a Don Luigi Villa era quello di essere l’artefice della prima coppa dell’ira di Dio?
E sapeva Don Luigi Villa che l’incarico ricevuto da Padre Pio consisteva proprio in questo? Mi sono fatto questa domanda tante volte, ma la risposta è stata sempre la stessa: anche se l’avesse saputo, non aveva alcun senso comunicarmelo, perché quello che dovevamo fare non era scrivere di essere a conoscenza di un importante segreto, ma dimostrare l’esistenza e la vera realtà di quel segreto!
E, ancora, sapeva Papa Pio XII che il mandato papale che aveva conferito a Don Villa era quello di essere l’artefice della prima coppa dell’ira di Dio?
Don Villa, poco prima di morire, mi raccontò questo fatto: dopo la richiesta di mons. Bosio al Pontefice, tramite il card. Tardini, per far avere un mandato papale a Don Villa e svolgere l’incarico assegnatogli da Padre Pio, Pio XII chiamò il card. Tardini e gli disse: «Dica a Mons. Bosio che accetto (...) e che è la prima volta, nella storia della Chiesa, che viene affidato ad un giovane sacerdote un simile incarico. E gli dica anche che è l’ultima!».
Pio XII, quindi, era cosciente del fatto che il mandato che assegnava a Don Luigi Villa, era unico nel suo genere, nella storia passata, presente e futura della Chiesa!
Ma la prima coppa è silenziosa, non fa rumore, non fa notizia, coinvolge relativamente poche persone, ma è la coppa più sottile, umanamente più laboriosa, foriera di sofferenze e di dolore per il suo artefice, e con una durata che supera quella di tutte le altre coppe. Ma questa coppa, ora giunta quasi al termine, ha assestato un colpo fatale alla Massoneria ecclesiastica e sopratutto ai suoi Capi Incogniti, perché li ha colpiti nel punto più delicato, il più occulto che doveva persino essere sconosciuto anche agli stessi vertici della Massoneria, perché questo costituiva il centro del loro potere che risiede nel SEGRETO. E questo era il segreto più profondo e più gelosamente custodito; un segreto che rappresentava la chiave per svelare i “misteri” ad esso strettamente connessi.
E qual era questo segreto?
Nel febbraio del 2006, poco prima di inviare agli abbonati il Numero Speciale intitolato: “Una nuova chiesa dedicata a San Padre Pio – Tempio massonico?”, Don Luigi Villa mi disse: «Prima di spedire questa Edizione Speciale, la devo informare che questo studio sul Tempio Satanico dedicato a San Padre Pio è l’attacco pubblico più potente che sia mai stato lanciato contro la Massoneria, negli ultimi trecento anni».
La potenza di questo attacco consisteva nella pubblicazione, con tanto di rappresentazione geometrica e relative spiegazioni, della blasfema e satanica Triplice Trinità massonica.
Questo era il segreto più gelosamente custodito dai Capi Incogniti della Massoneria.
La Triplice Trinità massonica rappresenta la Redenzione gnostico-satanico-massonica di Lucifero con la quale i Capi Incogniti della Massoneria vogliono sostituire la Redenzione del Sacrificio di Cristo in croce, e cioè essi vogliono sopprimere l’evento che ha cambiato la storia dell’umanità: col Suo Sacrificio Gesù Cristo aveva strappato a Satana il potere assoluto che aveva sull’uomo, un potere che questo Nemico dell’uomo usava per gettare milioni e milioni di anime all’Inferno!
Pertanto, dovunque si ravvisi la presenza della simbologia occulta della blasfema e satanica Triplice Trinità massonica, si è costretti a riconoscere di essere di fronte al piano di Lucifero di restaurare il suo potere di assassinio e di perdizione di milioni e milioni di anime, anche se la forma esteriore, che cela questa diabolica simbologia occulta, è presentata con l’inganno di espressioni che esaltano la “misericordia”, ma una “misericordia” che non salva le anime, per il loro pentimento, ma che le danna per l’eternità per il sol fatto che, con satanica astuzia, viene eliminata la ragione stessa del pentimento: il peccato!
La conoscenza del segreto della Triplice Trinità ha consentito una chiara e immediata “lettura” della realtà misteriosa sulla vera identità della Seconda Bestia venuta dalla terra, chiamata anche Patriarca della Massoneria, Supremo Pontefice della Massoneria Universale, Capo Supremo dell’Ordine degli Illuminati di Baviera e Patriarca del Mondo.
È stato proprio questo segreto a costituire la chiave che ha permesso a Don Luigi Villa di smascherare Paolo VI, e poi Benedetto XVI, come la Seconda Bestia venuta dalla terra e, nello stesso tempo, il Capo della Prostituta di Babilonia, cui spettavano anche gli altri titoli del grado supremo e mondiale della Massoneria Universale.
Fu proprio lo scoprire la simbologia della satanica Triplice Trinità massonica sul tombale della madre di Paolo VI, da lui stesso progettata, e la stessa simbologia sullo stemma papale di Benedetto XVI che, a conclusione dei prolungati attacchi teologici di Don Villa contro queste due Alte Autorità alla sommità della Chiesa, a smascherare definitivamente la loro vera identità di Seconda Bestia venuta dalla terra dell’Apocalisse di S. Giovanni, senza più alcuna ombra di dubbio!
A La Salette, la Madonna ci aveva avvertito: dopo aver parlato della corruzione di certa parte del clero, chiamandola: “cloache di impurità” e “adoratori di se stessi che dominano con orgoglio”, disse: «Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell’Anticristo».
A Fatima, la Madonna completò il discorso su questa corruzione, con le parole: «Satana effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa».
Negli ultimi mesi della sua vita, Don Luigi Villa completò una monumentale edizione speciale di 128 pagine su Benedetto XVI, che fu distribuita il 25 gennaio 2013. Dopo due settimane, Benedetto XVI dava, invalidamente, le sue dimissioni.
Poco prima di morire, Don Villa pronunciò ripetutamente queste frasi:
«Benedetto XVI è l’ultimo della serie...». Si tenga presente che Francesco è solo un Antipapa, perché le dimissioni di Benedetto XVI sono invalide.
«Loro temono solo i tribunali e i giudici...». Don Villa non era a conoscenza del processo in atto contro Benedetto XVI e la cui condanna giunse in Vaticano il 25 febbraio 2013, ma sapeva che il colpo decisivo poteva venir solo da un Tribunale.
«Siamo arrivati... siamo arrivati... siamo arrivati...». Con queste parole, Don Villa intendeva dire che eravamo arrivati... alla seconda coppa dell’ira di Dio!
a cura del dott. Franco Adessa