lunedì 10 febbraio 2020

LA GRAN MADRE CHE NON MUORE





Maria! Maria Santissima!
  
Non sei tu "il secondo nome"?
  
E vi è nome più soave e più invocato, dopo il nome del Signore?
  
Vi è umana creatura, vi è donna, vi è madre più grande, più santa, più pietosa?
  
Le nostre madri passano, muoiono: Maria, Madre delle madri nostre, è la gran Madre che non muore. Sono passati 20 secoli, ed è più viva oggi di quando cantò il Magnificat e profetizzò che tutte le generazioni l'avrebbero chiamata beata.
  
Maria resta, vive e resta, perché Dio vuole che tutte le generazioni la sentano e la abbiano per Madre.
  
Maria è la gran Madre che splende di gloria e di amore sull'orizzonte del cristianesimo, è guida e conforto a ciascuno di noi: è potente e misericordiosissima Madre per tutti che la chiamano e la invocano.

È la misericordiosa e la santissima Madre che sempre ascolta i gemiti di chi soffre, che subito corre ad esaudire le nostre suppliche.
  
Il Dio che la fece tanto grande: "fecit mihi magna qui potens est" e la fece grande perché la vide umilissima, "quia respexit humilitatem ancillae suae", e la fece grande, piena di grazia, benedetta sovra tutte le donne, tutta pura e immacolata, perché la scelse per Madre, e, perché tale, la vuole sommamente onorata sovra ogni creatura.
  
E l'onore dato a Lei sale al Figlio suo, all'uomo-Dio, a Gesù Cristo Signore Nostro.
  
Questa è la nostra fede in Maria, il nostro culto e il nostro dolcissimo amore aria Santa Madonna, alla Mater Dei.
  
E noi andiamo a Gesù per Maria. I pastori cercarono Gesù, e lo trovarono nelle braccia di Maria. I Re Magi vennero da regione lontana per cercare il Messia, e lo adorarono nelle braccia di Maria. E noi, o miei figli, noi, poveri peccatori, dove troveremo noi ancora e sempre Gesù? Lo ritroveremo e lo adoreremo, tra le braccia e sul cuore di Maria!

S. Luigi Orione

ETERNO DIO



O eterno Dio, compiaciti ora
Di ardere di quell’amore
Che ci renda come le membra
Che tu nel medesimo amore creasti
Quando, nella prima aurora del mondo,
generasti il tuo Figlio,
prima di ogni altra creatura.
Volgi lo sguardo sulla miseria che ci sovrasta, allontanala da noi in nome di tuo Figlio
e guidaci alla felicità della salvezza.

Santa Ildegarda di Bingen

La falsificazione della Verità



Vi devo sempre di nuovo dire che nulla rimane conservato così puro come procede da Me,  quando si tratta dell’apporto della Mia Parola, perché gli uomini sono ancora imperfetti e perciò non custodiscono abbastanza con cura ciò che è oltremodo prezioso. Ed è proprio  questo che Mi induce di guidare sempre nuovamente la pura Verità sulla Terra come Agire opposto  allo sforzo del Mio avversario, che minerà sempre di nuovo la pura Verità. Ma voi uomini siete  liberi quale patrimonio spirituale accettate, non siete per nulla esposti a nessuna costrizione, né da  Parte Mia né da parte del Mio avversario, ma il vostro proprio desiderio decide per la Verità. Non  sapete quale Dono di Grazia ricevete, quando Io vi parlo sempre di nuovo direttamente e quando  cerco sempre di nuovo di purificare ciò che è diventato inutile tramite l’influenza del Mio  avversario, perché viene sostenuto l’errore, perché la Verità è stata mescolata con l’errore e perciò il  Cibo spirituale per voi è diventato impuro e nocivo. Vi chiederete come ha potuto succedere. Se  tutti gli uomini, che ascoltano la Mia Parola oppure ne prendono conoscenza, fossero dello stesso spirito, sarebbe anche impossibile che vi si insinui del patrimonio spirituale non vero.

Ma proprio il differente stato spirituale degli uomini permette che i pensieri errati degli uomini  vengano portati dentro alla pura Verità che irradia dall’Alto giù sulla Terra. Si esamina troppo poco  da parte di coloro che cercano ora di diffondere il patrimonio spirituale. Io Stesso non posso sfiorare  la libera volontà degli uomini, posso fare soltanto una cosa: lasciar irradiare la pura Verità sulla  Terra, che viene anche riconosciuta come tale da coloro che sono di seria volontà di stare loro stessi  nella Verità e di diffondere soltanto la pura Verità. Dovete ascoltare costoro, perché allora sentite  Me Stesso. Non posso contraddire a Me Stesso, non posso insegnare qui una cosa e là il contrario, perché la Mia Verità è eternamente immutabile, quindi a voi spetta soltanto l’esame di ciò che  volete accettare come Verità. Vi posso sempre di nuovo soltanto indicare alla pietra d’esame: se e  che cosa vi viene insegnato sull’Opera di Redenzione di Gesù Cristo. Posso sempre soltanto spiegarvi il motivo del vostro essere uomo, sulla Missione dell’Uomo Gesù e sul Suo  riconoscimento come Redentore del mondo. Se prendete conoscenza di questo chiarimento, allora  per voi si spiega da sé la domanda, che cosa potete riconoscere come Verità e che cosa dovete  rifiutare come errore.

Non pretendo nessuna fede cieca, vi sottopongo un profondo sapere, affinché riconosciate  chiaramente tutti i collegamenti. Non viene preteso da voi nessun riconoscimento incondizionato,  ma dovete riflettere e chiederMi in questo l’illuminazione del vostro spirito ed in Verità, tutto vi  sarà chiaro e comprensibile, comprenderete il Mio Piano di Salvezza, ed allora saprete anche, che  può essere soltanto così e non diversamente, perché quando vi istruisco, avviene davvero in un  modo che è comprensibile per voi, che non vi rimangano aperte delle lacune, che potrebbero di  nuovo indurvi d’intrecciare del patrimonio mentale errato. Allora potete eseguire in ogni momento  un esame, perché ogni Rivelazione divina deve avere lo stesso contenuto, non possono contraddirsi,  altrimenti dev’essere messo in dubbio l’Origine divina. E quello che vi è ora credibile, lo  determinerà di nuovo il vostro desiderio per la Verità, perché se non siete in grado di liberarvi  totalmente dall’errore, allora non siete nemmeno idonei per l’accoglienza della pura Verità. Allora  verranno sempre di nuovo diffuse delle dottrine d’errore, ma allora non potete più affermare, che  queste siano procedute da Me.

Vi trasmetto la pura Verità. La pura Verità non si contraddice e questa pura Verità vi giunge  attraverso lo spirito. vi istruisce la scintilla spirituale in voi, che è in collegamento con lo Spirito del  Padre dall’Eternità ed il Quale conosce tutto e perciò vi darà soltanto la pura Verità. Dovete  accuratamente esaminare l’Origine di ogni patrimonio spirituale, il genere dell’apporto. Non dovete accogliere e diffondere qualcosa senza averlo esaminato, quando non siete del tutto sicuri che vi  veniva offerto il patrimonio spirituale più puro, per cui vi adoperate ora. Esaminate tutto e  conservate il meglio. Accettate così sempre la Mia divina Dottrina dell’Amore, perché questa non  sarà mai errata, vivetela fino in fondo, amate Me ed il vostro prossimo come voi stessi e sforzatevi  di condurre una vita secondo la Mia Volontà ed in Verità, voi stessi presto sarete di spirito  risvegliato e riconoscete, se e quando vi viene offerta la Verità, perché questa vi renderà felci,  mentre dottrine errate verranno sempre soltanto volentieri ascoltate da tali uomini che sono ancora  molto immaturi e che l’avversario può ancora influenzare. Voi uomini dovete emettere la decisione,  ed il vostro desiderio per la Verità deve predominare, allora non correrete nemmeno nessun pericolo  di cadere nell’errore e riconoscerete chi vi parla. Ma gli errori diventeranno sempre più forti, più si  avvicina la fine, perché il Mio avversario sa che non ha più molto tempo.

Amen.

Bertha Dudde  27 aprile 1963

Ritorno a casa



I convertiti dal Protestantesimo


Sigrid Undset (1883-1949)

Norvegese, grande scrittrice, ricevette il premio Nobel per la letteratura nel 1928. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue. 
Nel suo racconto Ma conversion au catholicisme (La mia conversione al cattolicesimo), tradotto dal norvegese al francese da padre Bechaux, per la rivista Estudios, così scrive: nel protestantesimo, così come imparai a conoscerlo, la disgrazia è che ciascuno ha la sua personale convinzione e la sua fede individuale... Io non dubitai mai che la Chiesa cattolica si identificasse con la Chiesa fondata da Cristo. Per me la questione dell’autorità della Chiesa cattolica era solamente relativa all’autorità di Cristo. Avevo sempre considerato la Riforma protestante come la storia di una ribellione contro il cristianesimo, benché fosse una ribellione di credenti e di cristiani animati da un’intenzione non malvagia... Neppure mi avevano fatto grande impressione le usuali obiezioni che udivo rivolgere contro il cattolicesimo come lo scandalo dei cattivi cattolici... Il culto dei santi, che esiste nella Chiesa dalle sue origini, risponde ad una esigenza, che sembra interna alla nostra natura. Vogliamo onorare i nostri eroi... E il culto di Maria? Ho sempre pensato che fosse logico e naturale. Se crediamo che Dio ci abbia salvato, prendendo il nostro sangue e la nostra carne, dobbiamo avere verso l’Urna, dalla quale Egli prese il suo corpo di uomo, sentimenti che non assomigliano a nessuno di quelli da noi provati: rispetto, tenerezza, un cuore compassionevole... Se è vero che il figlio di Maria è il vero Dio e il vero uomo, allora il figlio è Figlio e la madre è Madre per tutta l’eternità, essendo Egli il Creatore e lei la sua creatura... è difficile esprimere a parole ciò che Dio mi ha dato attraverso la sua Chiesa. Egli stesso ha detto che ci dà la sua pace, ma questa pace non è quella del mondo. è di altra natura. Si può paragonare forse alla pace che regna negli abissi dell’oceano. 

Sigrid Undset fu istruita da monsignor Kjelstrup e fu accolta nella Chiesa il 1° novembre 1924. Lei trovò nella Chiesa cattolica una sicurezza per la sua fede che non poteva trovare nelle chiese sorte con la riforma.

Padre ángel Peña


RIMANETE NEL MIO AMORE



Colloquio interiore

«E' in Te la sorgente della vita: alla Tua luce vediamo la luce». SALMO 36, 10
   «L'orazione è un respirare Dio e un aspirare Dio; l'anima che è in orazione è come in un ambiente saturo di Dio. Dio la nutre, si comunica a lei, la istruisce, la possiede.
   L'orazione è l'elemento dell'anima interiore, come l'acqua è l'elemento in cui vive il pesce; togli un pesce dall'acqua, muore; togli l'orazione e lo spirito di orazione a un'anima: a poco a poco la sua vita interiore viene meno e quell'anima diventa dissipata.
   Un'anima raccolta vede le grazie di Dio; un'anima fedele le coglie e nel bisogno ne fa uso.
   Più tu vivi di orazione e più vivi di Dio.
Per poter vivere di orazione, bisogna prima vivere di mortificazione. La mortificazione è la base su cui elevo l'edificio dell'orazione, e più l'anima desidera che io lo elevi alto, e tanto più deve scavare profondo nella mortificazione.
   Un'anima interiore è sempre in orazione. 
   Quando lo giungo a mettere in un'anima l'amore dell'orazione, quell'anima diventa un'anima interiore e poi giunge all'unione con me.
   Sai perchè a volte sei tormentata all'orazione? Perchè l'orazione è un arsenale, è una scuola di guerra, è una piazza d'armi, è lo studio dove il re fa vedere al generale i piani di guerra. E' un arsenale dove si fabbricano le armi per combattere il tuo nemico, e una scuola dove tu impari come combatterlo; è una piazza d'armi nella quale tu fai le prove, e difatti nell'orazione tu combatti con più calma; è lo studio del re, nel quale ti spiego il modo di vincere più facilmente il nemico.
   L'orazione è un'elevazione della mente a Dio, è una cosa che sale dalla terra al cielo, e un'anima d'orazione è un'anima sempre in ascesa verso il cielo.
   L'anima è composta di tre potenze: la memoria, l'intelletto, la volontà: bisogna che tutte e tre queste potenze siano piene di orazione. Che tutto ciò che fai, ti porti all'orazione.
   L'orazione è come una mensa alla quale il Signore ci invita.
E' un trattare del finito con l'infinito, della creatura con il Creatore, del niente con il tutto.
   L'orazione è come un attingere l'acqua che scaturisce dal sasso e che si beve volontieri perchè è molto pura. Dio è l'infinito e l'anima è limitata: l'orazione è come il ponte su cui l'anima passa per giungere a Lui.
   Lo stare raccolti è come un preparare il recipiente nel quale metterò più o meno, secondo il posto che trovo.
   Più un'anima è raccolta e più Dio le dà, perchè non perde ciò che da lui riceve. La tua volontà l'ecciterai ad amarmi tanto, anche con queste semplici parole: «T'amo, Gesù, voglio far tutto per darti gusto».
   Nell'orazione bisogna che ci sia il contatto con Dio. In essa tu ricorri a me per le grazie di cui hai bisogno, oppure ti manifesto i miei desideri, ma conviene che tu stia molto attenta.
   Le meditazioni sono riposi in Dio. s
   Pregare non è solo fare orazione, dire preghiere vocali con l'attenzione della mente e la devozione del cuore, ma il trattenersi familiarmente con me; e questo lo puoi fare sempre, perchè lo sono sempre con te. Vi sono due preparazioni all'orazione: la remota e la prossima; la remota consiste nel raccoglimento abituale.
I due nemici più grandi del raccoglimento sono la lingua e gli occhi. Meno tu parli con le creature e più sei disposta a parlare con me; Io amo trattenermi con il cuore silenzioso.
Domandami la grazia di giungere all'unione più perfetta possibile; l'amore è la consumazione dell'unione.
   E' facile, all'anima, fare orazione quando è nella gioia, ma quando è come oppressa, schiacciata, amareggiata dalle pene, allora ha bisogno di un modello. Io, nell'orto, ho sofferto tutte le pene che avrebbero patito le mie creature, per modo che quando tu adesso hai qualche pena, puoi pensare che lo l'ho già patita; e una spina che entra nel tuo cuore, è una spina tinta prima nel mio Sangue.
   Ci vuole una disposizione di pace, per far bene l'orazione.
Quando, nell'orazione, tu godi, sono Io che do a te, e quando soffri, sei tu che dai a me».

PREGHIERA

«Signore, nelle tue mani, nel tuo Cuore depongo la mia memoria e il mio modo di pensare, perchè tutto serva alla tua gloria: che la mia memoria non ricordi che ciò che tu vuoi e che io non pensi che come tu vuoi».

Suor Benigna Consolato Ferrero

GUARIGIONE DELLE MALATTIE EREDITARIE: FISICHE, MENTALI, PSICHICHE



Gesù, guariscici da tutte le malattie che sono giunte a noi attraverso la generazione.  Guariscici dalle malattie fisiche: del cuore, del sangue, dei polmoni, dell'intestino, delle  ossa, della vista e dell'udito, dai tumori e da ogni malattia strana, dalla frigidità e dalla  sterilità, dall'impotenza e dalle malattie veneree. Guariscici da tutti i casi di malattie  mentali che ci sono stati nella nostra storia familiare: forme di paranoia, schizofrenia,  comportamenti depressivi e autodistruttivi. Guariscici da tutte le malattie psichiche: ansie,  affanni, depressioni, insicurezze, paure, complessi, tristezze, pensieri di suicidio, tedio  della vita, squilibri. Interrompi la trasmissione di tutte queste malattie. Togli queste tare  ereditarie. Fa' che nella nostra generazione ci siano sempre salute fisica, integrità mentale,  equilibrio emozionale, sane relazioni, bontà e amore per trasmettere questi tuoi doni alle  generazioni successive. 
Gesù, guariscici da tutte le malattie ereditarie.

Don Leonardo Maria Pompei

Lotte corporee ed animiche - Gli abbagliati



Il Signore che vi ha creati, E’ Grande e Potente, ma piccolo ed impotente è colui che non Lo  vuole riconoscere. E perciò potete sempre confidare nel Signore, che Lui nella Sua Potenza e Magnificenza porterà l’Aiuto a voi, Suoi figli, contro ciò che non proviene da Lui, se soltanto  Gli giunge una chiamata, un pensiero supplicando l’Aiuto. Perché quello che Lui ha creato, deve  sussistere secondo la Sua Volontà, e dovete rinunciare a quello che è attaccato a voi in beni terreni,  se scegliete il Regno di Dio, perché viene valutato solo l’uomo, non il suo possesso, ma dove Dio  guarda nei cuori, non rimarrà nascosto nulla ai Suoi Occhi Paterni. E seguite volenterosi là dove vi  guida il Padre celeste, perché Lui guida bene coloro che confidano in Lui. Perciò glorificate il  Signore, il Quale nell’Amore divino assegna il posto sulla Terra ad ognuno che Gli serve per la sua  salvezza. Chi tende alla perfezione, deve servire ed essere sempre disposto a tollerare tutto per il  Signore. E’ indicibilmente amaro per coloro che vogliono prepararsi da sé la loro vita, di essere esclusi dalla Sua Benedizione di Padre. Coloro che credono di non aver bisogno dell’Amore di Dio,  che credono di tenere nelle mani unicamente loro sé stessi ed il loro destino, a costoro il Padre Sarà  lontano finché anche loro in questa conoscenza non chiedono alla Divinità l’Amore del Padre. Solo  allora viene rivolto a loro l’Amore per poi far scaturire la Grazia, grazie della quale soltanto riesce  all’uomo la lotta per giungere sempre più in Alto.
A questi poveri abbagliati spettano ancora grandi lotte di genere corporeo ed animico, perché solo  con queste può essere indicato a loro il Creatore, solo con ciò aprono gli occhi ed orecchie ai loro  amici spirituali, per essere guidati finalmente sulla retta via tramite loro. Senza la sofferenza, quasi  nessuno di loro si avvicina al Padre celeste. A te, figlia mia, è data la Grazia di sapere vicino a te il  tuo Salvatore, ma rinuncia per Lui a tutto ciò che ti è caro e prezioso, e la tua vita sarà sempre più  ricca, perché allora ti splenderà il Sole di Grazia nell’Eternità.

Amen

Bertha Dudde 16 novembre 1937

Sant’Agostino



Tutto il tempo in cui si corrompe l'uomo esterno, perché si rinnovi di giorno in giorno quello interiore, è il tempo della croce. (Ep. 55, 14, 24)

“IL VICARIO” “ DI HOCHHUTH E IL VERO PIO XII



LA “ACCUSE” DI HOCHHUTH E LE “RISPOSTE” DELLA STORIA


Il “carteggio Tittman-Dipartimento di Stato”

In questo “carteggio”, si trovano pressanti richieste da parte di Governi delle Nazioni Alleate (luglio-settembre 1942) per ottenere da Pio XII “una pubblica protesta contro le atrocità naziste”. Oltre quelle osservazioni che ho già fatto più sopra, va osservato che se il Papa si fosse associato a tali proteste, avrebbe dato un valore politico che sarebbe stato subito ampiamente sfruttato dalla propaganda nazista; sarebbe stato compromesso e messo in condizioni di non avere più possibilità né efficacia nel suo movimento di carità e di diplomazia.  Lo stesso C. Barlas, rappresentante dell’Agenzia ebraica per la Palestina, scriveva, il 20 gennaio 1943, da Istanbul, al Delegato Apostolico per l’Egitto e Palestina: «L’atteggiamento, altamente umanitario, di Sua Santità che ha espresso la sua indignazione contro le persecuzioni razziali, fu una sorgente di conforto notevole per i nostri fratelli. Potrei avventurarmi a suggerire di cercare un’occasione per dichiarare, con la radio o altro mezzo utile, che l’aiutare gli Ebrei perseguitati è considerato dalla Chiesa come opera buona? Certamente, questo rafforzerebbe i sentimenti di quei cattolici, i quali, come noi sappiamo e apprezziamo, aiutano gli ebrei destinati allo sterminio nei territori occupati d’Europa. Per questo, non sottovalutiamo le difficoltà più che evidenti».
Gli Ebrei stessi sapevano quanto fosse pericoloso, per loro, il ricorrere a pubbliche minacce e proteste, appunto perché causavano altre rappresaglie più violente e feroci. 
Nella conferenza straordinaria del Congresso ebraico mondiale, tenuta ad Atlantic City, il 26-30 novembre 1944, A. Leone Kubowitzki, parlando delle dichiarazioni di Roosevelt e di Churchill, dell’estate 1942, («che si sarebbe chiesto conto ai responsabili di tale crudeltà»), pur riconoscendone l’alto valore, soggiungeva: «Noi sappiamo, però, che i tedeschi non si lasciarono distogliere dai loro scopi. Convinti che la loro marcia verso il dominio del mondo non potrebbe essere fermata da alcuna potenza, essi accelerarono persino il ritmo dei loro massacri».
Lo stesso Rabbino-Capo di Gerusalemme, Herzoq, in un appello-radio lanciato a tutto il mondo, il 2 dicembre 1942, disse: «Ricordate, tuttavia, che proteste ed ammonimenti, per quanto possano essere importanti, non sono sufficienti. Con questi, occorre che giungano aiuti tempestivi ed efficaci. Create, finalmente, un corpo internazionale, incaricato di trovare vie e mezzi di pratico aiuto. Aprite le porte, anche quelle delle terre dei nostri padri, a tutti quelli che cercano rifugio dalla tirannia nazista». 
Gli stessi Ebrei di Roma, dopo la razzìa, in lettere inviate a Pio XII nell’ottobre-novembre 1943, non Gli chiesero gesti spettacolari, ma di far loro avere notizie dei razziati e deportati, e di far loro giungere dei soccorsi. 
Una intelligenza superiore, come quella di Pio XII pur provando il naturale desiderio di alzare, pubblicamente, voci di protesta, si rendeva, tuttavia, conto che il nazismo avrebbe risposto solo con più violenti forme di rappresaglia 7.
Contro la facile “accusa” di Hochhuth, dunque, va lodata invece la geniale illuminata saggezza di Pio XII e il suo sapiente tatto politico. 
In una lettera al Vescovo di Berlino, von Preysing, del 30 aprile 1943, Pio XII approvava tutte le iniziative (e furono molte e coraggiose!) che quel Vescovo aveva suscitato nella sua diocesi; e rendendo omaggio alla memoria di Mons. Lichtenberberg, vittima del suo zelo per i non-ariani, così si esprimeva: «Lasciamo ai competenti Pastori delle Diocesi valutare se, e fino a che punto, il periodo di rappresaglie e misure repressive... non facciano apparire più consigliabile, nonostante i motivi addotti, un prudente “riserbo” “ad maiora mala vitanda”. Sta qui uno dei motivi per cui Noi stessi, nelle nostre dichiarazioni, Ci imponiamo dei limiti; l’esperienza che nel 1942 abbiamo fatto, trattandosi di scritti pontifici, messi da noi a disposizione perché fossero trasmessi ai fedeli, per quanto Ci è dato di giudicare, legittima la nostra condotta». 
«Per i non-ariani cattolici, come pure per quelli di religione israelita, la Santa Sede ha fatto quanto era in Suo potere di opera caritativa, sia finanziaria che morale... Quanto a ciò che si compie al presente, in territorio tedesco, contro i non-ariani, abbiamo detto una parola nel Nostro radio-messaggio natalizio. Il cenno fu breve, ma è stato ben capito! Né Ci occorre assicurare i cattolici non-ariani o semi-ariani, tanto i figli della Chiesa che gli altri tutti, che nella rovina della loro esistenza esteriore e nelle loro necessità spirituali, il Nostro paterno affetto e interesse è cresciuto per essi di misura. Nella situazione attuale non possiamo far pervenire loro altro soccorso attivo che quello della preghiera. Ma siamo risoluti, non appena le circostanze lo richiederanno o permetteranno, di alzare nuovamente la voce a loro favore».
Risulta chiara, perciò, l’azione concreta e la linea politica di Pio XII così attento all’evolversi delle situazioni, e così consapevole delle Sue responsabilità, davanti a Dio e davanti alla Storia; più pronto ad aiutare i perseguitati che ad aizzare i persecutori. 
Sul piano diplomatico, l’azione della Santa Sede fu duplice: con le Nazioni con le quali era in relazioni diplomatiche, esercitò un’azione costante e forte. 8
Per tutto il periodo bellico, in Vaticano, fu un lavoro immane di pratiche d’ufficio, di dispacci, di rapporti, di note diplomatiche; fu tutto un cumulo di lavoro diuturno, di perseveranti fatiche, di lunghe notti insonni, per alleviare sofferenze, sollecitare aiuti, invocare comprensione e umanità, richiamare al proprio dovere chiunque, in qualsiasi modo, mostrasse di esorbitare o trascendere o calpestare i diritti umano-divini. 
Nessuno saprà mai quante vite abbia salvato Pio XII, nonostante che il Governo nazista fosse inaccessibile a qualsiasi intervento diretto, e ostinato a perseguire, con una politica pazza, i suoi infernali disegni di distruzione. 
Anche solo la presenza e il sovrano atteggiamento di Pio XII era un continuo monito e una scottante condanna a tutto quel mondo, così lordo di sangue e di crimini! 
Alla clamorosa denuncia, di momentaneo successo, di clamore giornalistico, Pio XII preferì l’umile silenziosa opera cristiana, fondando - come vedremo - tante preziose iniziative che partirono dal Suo cuore, buono e grande!
Questo, tutto il mondo lo sapeva, lo intuiva, ne era commosso. 
Il 2 gennaio 1940, la “United Jewsh Appeal for Refugees and Oversees Needs”, con sede a Chicago, offrì a Pio XII la somma di 125.000 dollari, per la sua opera di soccorso ai perseguitati, per religione e razza. 
Erano, quindi, gli stessi circoli responsabili ebraici che si fidavano dell’opera caritatevole e disinteressata del Pontefice di Roma!
Il 21 aprile 1944, l’Ufficio del Presidente degli Stati Uniti, domandava se il Santo Padre poteva trasmettere aiuti in danaro a ebrei polacchi, rifugiati in Roma e alla or ganizzazione di assistenza a bambini ebrei, in Roma. La Santa Sede, il 25 aprile, rispondeva che, come in passato, anche in avvenire, era suo dovere di continuare le opere di carità. 
A una lettera scrittaGli dal Vescovo di Berlino, il 30 aprile 1943, Pio XII rispondeva: «... quello che ancora più af fligge è tutto quel seguito di dolori e di colpe che accompagnano la guerra. La fredda ferocia della tecnica guerresca, che senza contrasto va crescendo, rende insopportabile il pensiero che la vicendevole strage abbia a durare a lungo ancora...». 
Se avesse fatto, dunque, un “atto solenne di protesta”,9 avrebbe provocato la chiusura dei conventi e degli Istituti religiosi, nei quali trovarono rifugio e scampo decine di migliaia di ebrei; sarebbe stato come un attrarre l’attenzione verso loro della furia pazzesca nazista; e Hitler avrebbe incluso certamente, nella feroce carneficina, anche tutti quei cristiani che erano diventati la salvezza degli ebrei.


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7 Ne era stato un caso la Polonia. Quando il Vescovo esiliato di Vladislavia, Mons. Radonski, presentò, come modello di intrepida resistenza all’oppressore, l’Arcivescovo di Cracovia, Mons. Sapieha, il Papa gli chiese se riteneva “opportuna” la pubblicazione di alcune Sue lettere. Mons. Radonski, il 23 marzo 1943, rispose di “no”, ma di scriverne un’altra, in latino, e solo sugli “Acta Apostolicae Sedis”; appunto perché, come Gli aveva scritto fin dal 28 agosto 1942, «già abbiamo vittime per i sospettati contatti con Roma». E questo avveniva dappertutto, dove era entrato il nazismo. In Olanda, per esempio, i Vescovi, assieme ai dirigenti di alcune Chiese riformate, il sabato 1 1 luglio 1942, avevano indirizzato un telegramma di protesta contro la minacciata deportazione degli ebrei, al Reichskommissar Seyss-Inquart. Il 20 luglio, inclusero il telegramma in una “Lettera Pastorale”, che doveva essere letta, ai fedeli, la domenica successiva, 26 luglio. La risposta nazista non si fece attendere. Il 2 agosto, la rappresaglia era già stata fatta, e il Generalkommissar Schimdt accusò i Vescovi per aver pubblicato il telegramma, contrariamente a quanto avevano promesso. L’accusa all’episcopato olandese naturalmente fu solo un pretesto e una evidente calunnia. I vescovi olandesi, infatti, non erano mai stati interpellati, né mai avevano dato una qualsiasi promessa!
8 Si leggano, al proposito, le ampie documentazioni sul lavoro di Pio XII, perseverante ed ef ficace, sui governi di Slovacchia e Romania. L ’effetto decisivo sul Reggente d’Ungheria, Horty , per salvare gli ebrei ungheresi, lo si deve solo a Pio XII. 
Lo stesso dicasi per gli ebrei rifugiatisi nel sud della Francia e sulla costa
e sulle isole della Dalmazia. Garanzia, per loro, era la presenza dell’esercito italiano; ma era Pio XII e il Cardinal Maglione che tenevano, di continuo, vivi i sentimenti umani; che ottenevano impegni; che ricordavano promesse, per impedire ingiustizie e delitti. Prova ne sono le innumerevoli pratiche, concluse dal Nunzio Apostolico, Mons. Bor goncini, e dal gesuita P. Tacchi Venturi. 
Il Cardinal Maglione, nel gennaio 1942, otteneva impegno da Buf farini Guidi che non ci sarebbero state altre repressioni contro gli ebrei, e che tutta la legislazione sarebbe stata riveduta. 
Il 22 gennaio 1943, ottenne preciso impegno che gli ebrei non sarebbero stati consegnati né alla polizia francese né a quella tedesca. 
Il 18 marzo 1943, avuto sentore di pericolo per gli ebrei, ordinò al Nunzio di “parlare alto e forte”. L ’indomani, il pericolo era scongiurato. 
A Zagabria, il Visitatore Apostolico Mons. Marcone, già nel 1941, aveva ricevuto espresso incarico da Pio XII perché si interessasse e aiutasse gli ebrei. 
9dotto Hitler a più miti consigli. Secondo Hochhuth una denuncia pubblica da parte di Pio XII avrebbe inMa è un ragionare da demagogo; e la “prova” che porta, citando il Vescosultato, quando si oppose, pubblicamente, all’eutanasia; e citando il re divo di Muenter, Mons. von Galen, poi Cardinale, che ottenne qualche rinon conosce, o vuole artefare la Storia. Infatti: il Danimarca, che protesse gli Ebrei nel suo Stato, dice solo che HochhuthVescovo di Muenter ave 

sac. Luigi Villa

SULLA PREGHIERA



LA PREGHIERA VOCALE 
  

Ora, ci sono due generi, o espressioni di preghiera: la preghiera vocale e la preghiera mentale. 

Innanzitutto parliamo della preghiera vocale. 


La preghiera vocale è il genere di preghiera che si esprime in parole: o parlate o pensate. Se ne distinguono quattro tipi: l’adorazione (o lode), la petizione, il ringraziamento, e l’espiazione. 

A questo punto aggiungiamo ai motivi generali appena evocati, vari motivi particolari per esercitare la preghiera vocale. 

Ora, come la giustizia stessa (ossia più precisamente la virtù della religione) richiede la preghiera in genere, così essa richiede anche la preghiera vocale in particolare. Il primo dovere deriva dal comandamento di Dio di pregare sempre; il secondo, invece, deriva dalla natura stessa delle cose, ossia dalla perfezione infinita di Dio e dal nulla dell’uomo, poiché Se Dio è la Maestà Infinita, bisogna adorarLo; se Lui è Onnipotente, bisogna chiedere favori da Lui; se Lui ci dà tutto ciò che abbiamo, dobbiamo ringraziarLo; se noi siamo peccatori, dobbiamo offrirGli un’espiazione per i nostri peccati.  

Questi quattro tipi di preghiera vocale si trovano insieme in quell’atto supremo della Chiesa che è la Santa Messa, che si può chiamare dunque una preghiera di per sé stessa: ossia la Preghiera la più perfetta che ci sia, perché non è niente di meno che il Santo Sacrificio del Calvario. Tutti questi quattro tipi di preghiera si trovano già in quella preghiera della Santa Messa che è il ‘Gloria in excelsis Deo’. L’adorazione e le lodi si esprimono nella frase: ‘Adoramus Te, glorificamus Te’; il ringraziamento nella frase: ‘Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam’; la petizione e l’espiazione: ‘Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram; Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis’. 

Per concludere queste brevi considerazioni iniziali, volgiamo adesso uno sguardo alle varie preghiere vocali che ad ogni fedele occorre compiere. Prima di tutto vi sono le preghiere della Santa Messa. La Messa domenicale è un obbligo grave e l’assistere alla Messa anche durante la settimana è un grande aiuto sul cammino della santità. Il ringraziamento dopo la Santa Comunione, almeno fino alla fine della Messa, ma ancor meglio per 10 minuti dopo o più, è un altro grande aiuto, ma anche un dovere perché, se la Santa Comunione è Nostro Signore Gesù Cristo Stesso, Che viene a visitarci sotto il tetto della nostra anima – e Lo è –, non possiamo trascurarLo subito né ignorarLo, bensì secondo ogni giustizia dobbiamo lodarLo, adorarLo, e ringraziarLo.  

Poi c’è la preghiera de lla mattina, in cui si chiede l’aiuto del Signore e Gli si offre la giornata; e quella della sera, in cui Lo si ringrazia per tutto, le gioie e le pene, e si esamina la nostra coscienza con un atto di dolore e un proponimento di correggere ciò che abbiamo fatto di male. C’è altresì la preghiera prima e dopo i pasti. La devozione fiduciosa alla Santissima Vergine Maria ed al nostro angelo custode è essenziale, come anche il Santo Rosario quotidiano e la Salutazione angelica al tempo opportuno. Aggiungiamo che i genitori hanno la grave responsabilità di inculcare ai loro figli il dovere e la pratica della preghiera. 
  
Sant’Alfonso de’ Liguori nella sua Regola di Vita menziona non solo la preghiera vocale ma anche quella mentale. Più avanti esporremo il senso di questo termine; per adesso basterà raccomandare la meditazione quotidiana sui misteri della nostra Fede contenuti nella Sacra Scrittura e, soprattutto, sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. 
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Padre Konrad zu Loewenstein

OPERA DEI "TABERNACOLI VIVENTI"



Il grande dono di Gesù agli uomini d'oggi tramite Vera Grita

10-I-1968 Gesù.
Voglio che tu legga, che ti istruisca nella mia Dottrina, nella mia Misericordia, nelle mie Opere. Ti darò i libri che devi leggere e consultare. Questo sacrificio ti è necessario, e ne comprenderai dopo i motivi. il tuo lavoro deve indirizzarsi sempre più a Me, perché tu, nella tua pochezza servi alla gloria dei Padre mio. Devi preoccuparti per ora di ubbidere a Me, alla mia Voce. Quanto ti preoccupa, sarà risolto dalla mia Misericordia. Voglio che tu faccia un atto di fede sempre crescente perché la tua vita deve essere fondata sulla Fede. E per la fede che Io ti ho donato in più di essere stata chiamata a lavorare alla mia Opera d'Amore. Tieniti salda a Me perché Io non ti abbandono e mantengo le mie promesse. Sii umile sempre; e questa virtù ti sarà data dalla Mamma mia: chiedigliela sempre, con frequenza. Non guardare il mondo, perché a te non deve interessare che come "anime". Non ti lasciare prendere dalla sfiducia perché non sai fare. Questa tua nullità fa parte del mio disegno d'amore, poiché lo me ne servo per attirare domani altre anime. Non ti basto Io? Sì, sono Gesù; Gesù che ti ricorda che è anche su te. Sono "Uno" in tante Particole: sono Uno, in una sola Particola. Avvertirai Me. Figlia mia, sapessi dove desidero condurti! Ma non posso, se tu non aderisci completamente alla mia Volontà. Ho bisogno del tuo Fiat. Io ti dono in modo specialissimo la mia Mamma, perché, per suo mezzo, tu venga a Me, per la via da Me voluta. Da figlia umile e devota della Madre mia, fin da ora dì a Lei che tu desideri metterti fra le sua braccia dille che ti prenda presto, dille che lo desidera il suo Gesù. Invoca così: "Madre di Gesù, Madre del bell'Amore, dà amore al mio povero cuore; dà purezza e santità alla mia anima; dà volontà al mio carattere; dà lumi santi alla mia mente; dammi Gesù, dammi il tuo Gesu' per sempre". Vai a Lei in nome mio, e presentati a Lei nel mio Amore, e poi rimani in Lei perché Ella fissi i suoi occhi Santi sulla tua anima, e attraverso Me, per Me che sto su te, Ella non li distolga più. Copia su un altro foglio questa invocazione mia, e recitala molte-volte in un giorno e ne sentirai una santa efficacia. 

Annunciate, senza paura, che la verità è mantenuta integra solo nella Chiesa Cattolica nella quale Mio Figlio Gesù è presente con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità nell'Eucaristia.




Cari figli, Io vi amo e vengo dal Cielo per aiutarvi. Vengo per chiamarvi alla fedeltà all'unica e vera Chiesa di Mio Figlio Gesù. Il demonio ha diviso i miei poveri figli, causando cecità spirituale in molte anime. Annunciate, senza paura, che la verità è mantenuta integra solo nella Chiesa Cattolica nella quale Mio Figlio Gesù è presente con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità nell'Eucaristia. Siate fedeli al Vangelo. Non permettete che la verità sia strappata dai vostri cuori. Siete del Signore e solamente Lui dovete seguire e servire. Verrà il giorno in cui gli uomini cammineranno confusi e molti non sapranno dov’è la Chiesa del Mio Gesù. La confusione sarà grande. Qualunque cosa accada, rimanete fedeli al vero Magistero della Chiesa di Mio Figlio Gesù. La Chiesa del Mio Gesù resterà viva per mezzo della fedeltà di quelli che amano e difendono la verità. Fate attenzione a non essere ingannati dai lupi travestiti da agnelli. Pregate. Solamente con la forza della preghiera potete sopportare il peso delle prove che verranno. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Il Legame del Cielo …. con la Terra



Una soave Poesia

     Ora voi pure offrite in sacrificio a Me



 “PERCHE’ IO HO VINTO LA MORTE!”

1. Si, o figlioli Miei, Io ho vinto la morte del peccato e del vizio, la morte della perdizione eterna, e vi ho redenti dal peccato che gravava come un incubo su di voi fino a tanto che Io stesso sono divenuto carne come qualsiasi altro uomo sul vostro mondo. Io, il Padre, il Signore, il Creatore, il Quale tutto ma proprio tutto ha fatto e creato dal nulla, ed al Quale nessun altro materiale stava a disposizione se non lacrime soltanto, lacrime versate da spiriti pietosi. Pensate a ciò che significa: «Io ho vinto la morte, ho salvato a voi la Vita e vi ho aperto il Cielo con le sue beatitudini».

2. Il Mio Regno, la Mia Dimora Io la divido con voi. Non c’è più nulla che Io vi tenga nascosto. Io, il Padre, divido volentieri con voi ciò che possiedo, per dimostrarvi quanto Io vi ami e come vorrei rendervi partecipi della Grazia che Io tanto di buon grado accordo a chiunque Mi riconosca come Padre, come Padre Mi ami e Mi onori, e non rifiuti a Me una obbedienza filiale. La morte è vinta, la morte dello spirito non è più!

3. Innalzate i vostri cuori al Donatore di ogni cosa buona, al Padre di verità. Non lasciateveLo sfuggir più. Il tempo della sofferenza si avvia esso pure verso la fine, ed il Padre vittorioso condurrà i figlioli oltre tutta la molestia che il male ha gettato dinanzi ai loro piedi. O Miei cari figlioli, benedetto sia il tempo nel quale Io vi faccio entrare nel Regno della benedizione da Me promesso a coloro i quali Mi amano ora, e sempre Mi ameranno. - Amen!

Un dettato ricevuto a mezzo di M. Sp. a G. nell’anno 1886

San Bernardo di Chiaravalle.



Non lasciarti attrarre dalle lusinghe, non lasciarti sedurre dalle cose fallaci, non lasciarti scuotere dalle ingiurie, questo è amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze.


La nube della non-conoscenza



La bontà di Dio onnipotente che risponde per conto di tutti quelli che, piuttosto che difendersi dalle accuse, non smettono di amarlo

Penso, dunque, che quanti intendono diventare contemplativi non solo dovrebbero scusare gli altri per le loro parole di rimprovero, ma dovrebbero altresì essere così occupati spiritualmente da prestare poca o addirittura nessuna attenzione a ciò che si va dicendo o facendo nei loro confronti. È quel che fece Maria, nostro esempio in tutto questo, quando sua sorella Marta si lamentò di lei con nostro Signore. E se noi faremo altrettanto, nostro Signore non mancherà di fare per noi oggi quel che fece allora per Maria.

Ecco quanto fece, nella sua bontà, nostro Signore Gesù Cristo, a cui non può sfuggire nessun segreto. Quando Marta gli chiese di far da giudice e di dire a Maria di alzarsi per aiutarla a servire, siccome vedeva che Maria era tutta spiritualmente intenta ad amare la sua divinità, con grande cortesia e correttezza rispose lui al suo posto. Ella, infatti, non se la sentiva di lasciar da parte il suo amore per lui, per poter così discolparsi. E come rispose nostro Signore? Certo non come, giudice, secondo quanto aveva invocato Marta; ma come avvocato prese legittimamente le difese di colei che lo amava e disse: «Marta, Marta!». Per ben due volte pronunciò il suo nome, e questo fece per il suo bene, perché voleva che ella lo sentisse e prestasse attenzione alle sue parole. «Tu ti preoccupi — le disse — e ti affanni per molte cose». Gli attivi, infatti, devono sempre occuparsi e interessarsi di una gran varietà di cose, dapprima per provvedere ai loro bisogni, e poi per fare delle opere di misericordia verso il prossimo, come richiede la carità cristiana. Così disse a Marta perché voleva farle comprendere che il suo affanno era cosa buona e utile alla salute dell’anima. Ma perché non pensasse che il suo lavoro fosse il migliore che si potesse fare, aggiunse: «Ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno».
Qual è dunque questa cosa? Certamente che si ami e lodi Dio per se stesso, al di sopra di ogni altra attività, materiale o spirituale, che l’uomo possa fare. E affinché Marta non pensasse di poter amare e lodare Dio al di sopra di ogni altra attività materiale o spirituale, e contemporaneamente occuparsi delle necessità di questa vita, per liberarla dunque dal dubbio di poter servire Dio in maniera perfetta attraverso le attività materiali e spirituali nello stesso tempo — poteva sì farlo, ma in maniera imperfetta aggiunse che Maria aveva scelto «l’ottima parte» che non le sarebbe mai stata tolta.
Infatti, quel perfetto slancio d’amore che inizia qui sulla terra è ancora lo stesso che durerà per sempre nella beatitudine del cielo: l’uno e l’altro sono una sola cosa.