lunedì 30 agosto 2021

TEMPO ED ETERNITÀ

 


Questa è una terribile imprudenza. 

Apriamo gli occhi e consideriamo il pericolo nel quale ci troviamo; guardiamo dove si pone il piede, perché non ci perdiamo, essendo lo stato di questa vita molto pericoloso. Con ragione Isidoro Clario lo paragonò a un ponte tanto stretto che appena vi stanno due piedi e sotto il quale si trova un lago di acque nere piene di serpenti, di fiere e di animali velenosi, i quali si nutrono di coloro che cadono dal ponte; da un lato e dall'altro vi sono giardini, prati, fontane ed edifici bellissimi. Come sarebbe grande pazzia di colui che passasse il ponte guardando prati ed edifici senza badare dove mette i piedi, così è grande pazzia quella che commette chi passa per questa vita guardando solo ai beni terreni e tenendo in non cale i suoi passi e le sue opere. Aggiunse Cesario Arelatense che questo ponte ha il più gran pericolo nel suo termine, dove è più stretto; ivi è il vero pericolo, perché è il passaggio strettissimo della morte. Guardiamo dunque in vita dove mettiamo il piede con sicurezza per il cielo, perché non abbiamo a metterlo nel vuoto e perdere con ciò l'eternità a cui tende la nostra vita. 

O eternità, o eternità, quanto pochi sono quelli che si preoccupano di te! O eternità, pericolo dei pericoli, rischio di tutti i rischi, se si sbaglia il passo! Come non si preparano ad essa i mortali e come non la temono? Non v'è pericolo maggiore che quello dell'eternità, né rischio più certo che quello della morte. Perché non ci prepariamo e ci armiamo per essa? Perché non ci preoccupiamo di ciò che sarà di noi? Questa vita dovrà durare ben poco, le forze ci verranno a mancare, i sensi si turberanno, le ricchezze ci verranno tolte, le comodità finiranno ed il mondo ci scaccerà. Perché allora non consideriamo ciò che dopo sarà di noi? In altra regione saremo mandati per sempre; perché non pensiamo che cosa dovremo fare colà? 

Acciocché dunque conosciamo questa nostra sorte e perché sappiamo essere prudenti, racconterò un'altra parabola del medesimo San Giovanni Damasceno. V'era una città molto grande e popolatissima, i cui abitanti avevano l'usanza di eleggere per loro re uno straniero, che non avesse conoscenza alcuna del loro regno o stato. Per un anno gli lasciavano fare liberamente tutto ciò che voleva. Ma dopo, quando egli se ne stava sicuro e senza sospetto, pensando di poter regnare per tutta la vita, essi arrivavano improvvisamente, lo spogliavano delle sue vesti regali e trascinandolo nudo per la città lo portavano ad un'isola molto lontana, dove aveva da soffrire estrema povertà, senza aver di che mangiare, né di che vestirsi. Così impensatamente si cambiava la sua fortuna in tutto l'opposto: le sue ricchezze in povertà, la sua gioia in tristezza, i suoi diletti in fame, la sua porpora in nudità. 

Avvenne però una volta che fu eletto re un uomo molto prudente ed astuto. Questi, avendo sentito da uno dei suoi consiglieri di quella usanza dei cittadini e della loro notoria incostanza, non s'inorgoglì della sua dignità del regno che gli avevano affidato, soltanto curava come doveva pensare per sé, affinché, nel temuto prossimo esilio, privo del regno e relegato in quella isola, non dovesse  perire di povertà e di fame. Il divisamento che attuò fu questo: mentre durava il regno fece passare con gran segreto, tutti i tesori di quella città, che erano molto grandi, a quella isola dove doveva poi andare a finire. Fatto questo, vennero alla fine dell'anno con grande tumulto i cittadini per deporlo dalla sua dignità e dal suo ufficio di re, come avevano fatto coi suoi predecessori, e mandarlo in esilio. Egli partì per quella destinazione senza pena alcuna, perché aveva mandato avanti grandi tesori, con i quali visse in abbondanza e splendore mentre gli altri re vi perivano di fame. 

Questo è ciò che avviene nel mondo e ciò che deve fare colui che vuole essere prudente. Quella città infatti significa questo mondo pazzo, vano ed incostante, nel quale, mentre uno pensa di poter regnare, in un momento viene spogliato di tutto e nudo va a finire nel sepolcro, proprio quando meno lo aspettava e più era intento a godere dei suoi beni passeggeri e caduchi, come se fossero immortali e perpetui; senza rammentarsi affatto dell'eternità, dove in breve sarà esiliato; regione tanto lontana ed estranea al suo pensiero, dove va senza pensarci, nudo e solo, per perdersi nella morte eterna; solo vive per andare a penare in quella terra di morti scura e tenebrosa, dove non entra luce, ma orrore e tenebre sempiterne. 

Il prudente invece è colui che, considerando ciò che ha da accadergli tra breve, di uscire cioè spogliato di tutto da questo mondo, si prepara per l'altro, utilizzando il tempo di questa vita per trovarlo nell'eternità. Con opere sante di penitenza, di carità e di elemosine fa passare i suoi tesori a quella regione dove ha da abitare per sempre, ordinando qui bene tutta la vita. Pensiamo dunque all'eterno, perché ordinando bene qui le cose temporali, acquistiamo là quelle temporali e quelle eterne. 

San Gregorio (S. GREG., in Cant.. 2.) riteneva che la considerazione dell'eternità era raffigurata in quella dispensa ben provvista di vino prezioso, nella quale la sposa dice di essere stata introdotta dallo sposo e di aver quivi dato ordine alla carità. Dice infatti che chiunque consideri nell'animo suo con attenzione alquanto profonda l'eternità, potrà gloriarsi dicendo: ordinò in me la carità: perché amerà meno se stesso e più Dio e per Dio, e solo per l'eternità farà uso delle cose temporali anche le più necessarie. 

P. Gian Eusebio NIEREMBERG S. J. 

Porta al mondo ancora questa Mia Lettera d’Amore e d’avvertimento. Ognuno sia pronto ad accogliere la Mia Volontà e ad entrare nella Mia Logica Divina.

 


Gesù 30-01-2002

Porta al mondo ancora questa Mia Lettera d’Amore e d’avvertimento.

Ognuno sia pronto ad accogliere la Mia Volontà e ad entrare nella Mia Logica Divina.


Gesù 10-12-2001

Amata, chi rifiuta la Mia Misericordia dovrebbe essere presto sottoposto alla Perfetta Giustizia ma, le preghiere e le suppliche delle anime tutte a Me donate ottengono Grazia su Grazia.    

La prima è quella del tempo, la dilazione serva ad utilizzare bene ciò che viene concesso per la conversione.    

Amata, vedi quanti camminano nel tunnel tenebroso eppure ancora non sono stati fermati?   Perché possono procedere ed ottengono la Mia Misericordia mentre già dovrebbero essere colpiti dalla Mia Perfetta Giustizia? Perché, sposa amata?    Sale a Me una continua preghiera, un’ardente preghiera; vedo cuori uniti che supplicano insieme, vedo i cuori tutti intorno a quello della Madre Mia Santissima.  

È un coro dolce, supplichevole che chiede ancora Grazie per i peccatori ostinati.    Amata, se tali suppliche cessassero perché venissero a mancare le anime imploranti, subito la Mia Giustizia colpirebbe perché il mondo ha stancato la Mia Pazienza….

Amata, le suppliche ottengono Grazie nuove e briciole di tempo ma se Queste vengono ignorate ed il tempo disperso, piomberà improvvisa la Mia Giustizia e colpirà gli insensati.

Mi dici: “Adorato Signore, questi insensati sono presenti in gran numero nella società, nella famiglia, colpendo costoro vengono, indirettamente, colpite anche le anime che Ti appartengono legate affettivamente a loro.”  

Amata sposa, certo che è così.   Rifletti sulle Mie Parole:  verrà un tempo nel quale i familiari di una stessa famiglia saranno divisi: uno preso, uno lasciato. Due persone che riposano nello stesso letto: una sarà presa ed una lasciata; due donne alla mola: una resterà ed una sarà presa via.

Amata sposa, parlavo proprio di questi tempi.

Vedi come in una famiglia c’è un’anima luminosa in mezzo ad altre senza Luce?

Ella deve dare aiuto con la sua presenza, deve dare Luce e Fuoco: Luce della Mia Luce e Fuoco del Mio Fuoco.

I familiari che vedono la Luce splendere devono capire e liberarsi dalle tenebre, sentono il Calore del Fuoco e devono lasciare scaldare il proprio cuore.

Tutto ciò deve avvenire in un tempo da Me stabilito e fissato.  L’anima bella può molto per la Mia Grazia ma non può nulla se non viene capita, né seguita, né ascoltata.

A che serve la musica soave ad un sordo? A che serve una scena sublime ad un cieco?

Guai, sposa amata, guai alle anime che si sono fatte cieche e sorde per amore del peccato,  chi non coglie le opportunità che concedo in questi giorni grandiosi, non potrà più farlo.                                                                                               

Mi dici: “Adorato, quando la Tua Giustizia piomberà sugli insipienti dentro una stessa famiglia legata da profondi vincoli affettivi, che accadrà all’anima tutta Tua?

Certo il dolore sarà tale da sconvolgerla. Si può dire ad una madre: “Non amare il figlio, cessa di amarlo”?

Può accadere ciò?  Si può dire ad un padre “Ignora tuo figlio” come se tale non fosse? Amata, capisco bene ciò che vuoi dirMi col tuo discorso.   Pensi che il dolore per le anime belle sia molto forte quando piomberà la Mia Giustizia come folgore dal Cielo. Amata, questo dolore sarà sempre contenuto nella sopportabilità, quando l’anima dovesse essere troppo sconvolta allora, allora donerò l’oblio.      Non temere nulla, amata sposa, nessuno sarà provato oltre le sue forze, darò un peso sempre adeguato da sopportare….

Ognuno seguirà la sua sorte: il giusto quella dei giusti, lo stolto quella degli stolti.

 

IMPARIAMO A COMBATTERE SATANA

 


RIPIEGARSI SU SE STESSI

Colui che è curvo nei ceppi sarà presto liberato: non morirà nella fossa, non gli mancherà il pane. (Isaia 51:14) 

  

Nelle nostre predicazioni mettiamo continuamente in evidenza tutte le cose belle e piacevoli del Signore e questo è giusto, ma dovremmo anche istruire i nostri giovani a combattere. Il Signore non ci ha mai nascosto che nella vita avremmo trovato ostacoli e persecuzioni e grandi tentazioni da forze oscure.

Di fronte al nemico possiamo avere tre comportamenti: la fuga, la lotta, il ripiegamento. Nella realtà questi tre comportamenti possono alternarsi o sommarsi, ma ve ne è sempre uno dominante.  

Il ripiegamento: Un esercito attaccato non sempre ce la fa a contrattaccare e non è detto che subito si metta a fuggire disordinatamente; a volte le avanguardie arretrano sempre più sotto i colpi del nemico e “ripiegano”, affondano nella parte centrale del corpo dell’esercito che, momentaneamente sopraffatto, cerca disperatamente di riorganizzarsi guadagnando tempo. 

La persona ripiegata su se stessa a vederla dal di fuori sembra passiva e alienata da tutto ciò che la circonda ed in parte è così, ma dentro ha una attività fortissima: forze spirituali enormi, di diversa natura, si affrontano in un viavai di sentimenti contrastanti e devastanti. Sotto l’attacco nemico il cuore della persona ricurva subisce ma non vorrebbe subire, cerca disperatamente una via d’uscita.. vorrebbe combattere ma non trova le forze… le energie che possiede sembra che gli si rivoltino contro. Parte del suo esercito interiore si ribella al suo capo e lo accusa di non aver valutato il pericolo, di aver permesso tanto sfacelo, lo accusa insistentemente… il cuore è in pezzi. Non c’è chi comandi e la ragione, cioè il capo dell’esercito interiore, non riesce a ricompattare le sue forze tanto agitate.  

Il tutto si traduce in una sensazione di dolore fortissimo che avvolge ogni cosa. La persona sotto questo attacco nemico, si ripiega su se stessa, ma è attaccata anche da dentro ed è divisa in se stessa; cerca con tutte le forze una via d’uscita che non sa trovare e tutto le appare come sofferenza indicibile.   

Questo stato d’animo è come l’agitarsi delle nuvole tempestose che potrebbero scaricare la loro terribile energia distruttiva sulla terra. La persona che voi vedete apatica, depressa, chiusa in se stessa, è sconvolta da emozioni, paure, desideri, dolori che nessuno può immaginare se non il Signore Gesù avendolo provato nel Getsemani in misura molto più ampia e profonda. 

Il nemico, vedendo questo stato di confusione nell’esercito che ripiega, non gli dà tregua e cerca di approfittare rapidamente della situazione distruggendo ogni resistenza e uccidendo le piccole eroiche resistenze.  

La situazione di chi si ripiega su se stesso è molto, molto instabile e da un momento all’altro può migliorare decidendo di lottare apertamente orientando e coordinando tutte le sue forze, oppure degenerare causando la perdita di tutto il corpo in una resa parziale (dandosi alla fuga) o completa (esponendosi alla volontà del nemico, sperando in un atto di misericordia, che non ci sarà).  

Se tra le terribili forze interiori contrastanti nel ripiegamento prenderanno il sopravvento quelle disordinate e cieche che vogliono distruggere, si può arrivare al pervertimento dei valori dell’equilibrio, con forme estreme quali l’omicidio (se identifichiamo il nemico in qualcuno fuori di noi) o il suicidio (quando lo identifichiamo dentro di noi). 

Il suicidio purtroppo è spesso la più struggente e penosa conseguenza dell’inganno di Satana, il quale, immettendo nel corpo una ragione perversa, sospinge le guardie del nostro corpo, l’esercito interiore che lo dovrebbe difendere, contro il corpo stesso, contro il capo del corpo, cioè contro la nostra ragione, contro il nostro pensare razionale. Non è mai una vittoria il suicidio, ma solo una sconfitta basata su un inganno di nozioni perverse e violente che arrivano al cervello. 

Questa rivolta interiore è capeggiata dal falso principio che l’attacco del nemico (e dunque il dolore) finirà nel momento in cui ci si arrenderà al nemico, senza più resistere, lasciandoci morire. “Tutto”, dice la mente ingannata, “è meglio di questo dolore, anche morire”. Ma chi ha detto che questo sia vero? Pensi che la tua anima, privata della speranza di Dio potrà davvero riposare in pace, senza Dio? E se fosse peggio?   

A chi non cede a questo tragico inganno e si lascia aiutare da un barlume di speranza, ecco che invece che la resistenza decisa al nemico appare come una riorganizzazione possibile.  

***

di Renzo Ronca


 Efesini 6:12 - il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.

Signore, non lasciarci, ché siamo deboli e fallaci.

 


"La vita eterna é che conoscano Te, Padre, e Colui che Tu hai mandato"... 

"Mostraci il Padre e ci basta"...

"Filippo, chi vede me, vede anche il Padre"


10 gennaio 1945, San Guglielmo

Gesù entra nell'orto del Getsemani coi suoi discepoli. Vi andava spesso a pregare con loro, non era dunque una cosa strana. Tuttavia oggi manca un apostolo; è in ritardo; verrà fra poco: neanche questo è tanto strano. Ecco che Gesù, invece di pregare con i suoi discepoli, li divide in due gruppi distinti a cui raccomanda di pregare separatamente mentre lui andrà a pregare più lontano. Ma pur separandosi da loro, li previene che, se non pregano, entreranno in tentazione. Se non pregano, che faranno? Parleranno, diranno futilità, faranno supposizioni vane, si scoraggeranno reciprocamente... Che altro faranno?... Rifletteranno, saranno vittima dei loro pensieri vacui ed erronei. Cosa faranno infine? Dormiranno e allora saranno preda di tutte le sorprese. Mentre, se pregano, chiederanno la forza a Dio, l'otterranno, e saranno in guardia contro i nemici. Ma non appena Gesù non è più con loro, lasciati a se stessi, dimenticano di pregare. 

Signore, non lasciarci, ché siamo deboli e fallaci. 

Resta con noi, che si è fatto tardi... Ma, questa sera, Gesù ha altro da fare che restare con i suoi apostoli... con noi: deve soffrire per noi; i ruoli sono rovesciati; dovremmo noi essere con Lui..., tutto è anomalo questa sera. E noi siamo assenti, e non preghiamo, e non piangiamo con Gesù. Non comprendiamo il Suo dolore. Anche San Giovanni non lo intuisce. É talmente fuori dalle idèe giudaiche! Chi allora può concepire il problema della Redenzione? Si vede, senza rendersene conto, l'enormità dei crimini drizzati contro Dio. Come comprenderemo il problema della riparazione? Per i Giudei, loro sono gli eletti, che bisogno hanno di perdono? Quanto ai Gentili, sono condannati, il perdono non potrà raggiungerli. Ci vorrà la luce dello Spirito Santo per comprendere la somma di indulgenza di cui Dio ha dovuto dar prova anche verso i giusti, e a maggior ragione gli orgogliosi, gli avari, gli impudichi, gli increduli, del popolo giudeo: perché si comprenda che i giudei non sono stati che il bozzolo destinato a garantire la venuta di Gesù ma chiamato ad essere rotto perché Gesù prenda il Suo volo nel mondo intero e vada a raccogliere non più solo i giusti e gli eletti, ma i pagani e i più grandi criminali; che Egli deve, pertanto, prendere su di sè la massa dei peccati passati, presenti e futuri affinché il mondo sia salvato, e ciò suppone una somma inconcepibile di dolori e umiliazioni. 

Gli apostoli non hanno capito tutto ciò che questa notte aveva di strano: hanno dormito... La notte, non è fatta per dormire?.. Sì... salvo quando Cristo ci chiama nella notte; allora bisogna essere pronti a rispondere come Samuele: "eccomi, Signore!"; salvo quando il nostro cuore amante sente bisogno di rivolgersi a Dio, come la sposa del cantico: "Io dormo, ma il mio cuore veglia!", salvo quando la tentazione ci assale: allora bisogna pregare come Gesù al Getsemani per essere più forti della carne, più forti di Satana.

meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette 

PREGHIERA DI LIBERAZIONE ALLE SANTISSIME PIAGHE DI GESÙ

 


Eterno Padre Santo, siamo qui alla tua presenza, davanti al tuo trono a te l'onore la gloria  nei secoli, ci mettiamo dinanzi all'agnello senza macchia che si è donato e immolato per la  salvezza e la redenzione di tutto il genere umano. Grazie per il suo sangue prezioso.  Infondi il tuo Spirito d'amore su di noi figli, siamo a tua immagine, eredi e coeredi del tuo  Figlio Gesù Cristo. Gesù, per il tuo cuore squarciato, invochiamo la tua misericordia, la tua  luce, la tua potenza nello Spirito Santo, coprici con le tue mani amorose. Il tuo cuore si  commuove davanti alla nostra sofferenza e ai nostri peccati, noi fiduciosi della tua santa  misericordia ti invochiamo, pietà di noi. 

Padre Onnipotente, ci mettiamo sotto la santissima croce del tuo Figlio Gesù, possa Lui  legare, inchiodare il nostro peccato, il male, la sofferenza alla tua santa croce e inchinati  sotto di essa, scenda come effusione il tuo preziosissimo sangue, ci hai comprato a caro  prezzo, grazie ad esso e alle tue santissime piaghe siamo stati guariti. Gesù, vogliamo  contemplare la piaga della tua mano destra inchiodata, trafitta da questo chiodo fino al  legno della croce, da dove sgorga sangue fino a noi e tu ci parli dicendo: mi sono lasciato  inchiodare per amor tuo, mettiti dentro questa piaga, affidati ad essa perché con essa ti ho  creato e che mi procura tanto dolore, ti voglio guarire. Contempla la mia mano sinistra  inchiodata fino al legno della croce gronda di sangue per la tua salvezza, affidati a questa  mano, per essere guidato e perché essa sia sempre sopra di te per proteggerti. Contempla i  miei piedi inchiodati da questo unico chiodo, mi fa un male terribile, guarda il mio piede  destro forato, sanguinante, affidati a questo mio piede, chi cammina con me, cammina  nella luce e non inciamperà mai, io ti sostengo quando vacilli. Guarda il mio piede sinistro  attraversato da questo chiodo, il mio sangue cade su di te, affidati a questa piaga del mio  piede, Io sono la via che conduce al Padre, Io sono la verità che ti illumina, Io sono la vita  che si dona per te. Contempla il mio costato squarciato dalla lancia, esce sangue e acqua,  questo sangue che ti salva dalla morte donandoti la vita, dalle tenebre donandoti la luce,  dall'odio donandoti l'amore. L'acqua che sgorga dal mio costato ti lava da tutti i tuoi  peccati anche se i tuoi peccati sono rosso come scarlatto io li farò diventare bianchi come  lana. Contempla il mio capo trafitto da questa corona di spine, esso è uno dei dolori più  atroci del mio corpo, tutto il mio volto è sanguinante, ti voglio coprire con questo sangue e  questo mio dolore perché i miei pensieri siano i tuoi pensieri, il mio amore sia il tuo amore  perché tu abbia pensieri di giustizia e rettitudine. Tutto il mio corpo è dolorante e sanguina  in continuazione per la salvezza dell'umanità, così io ho preso tutti i vostri peccati e li ho  inchiodati a questa croce vittoriosa. 

A te ho gridato, Signore, e tu mi hai guarito; ti loderò per sempre. Perché nel nome di  Cristo Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo in terra e sotto terra e ogni lingua proclami  che Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre. 

Chi è come Dio? Nessuno è come Dio! 

Chi è come Dio? Nessuno è come Dio! 

Chi è come Dio? Nessuno è come Dio! 

Fuggite potenze nemiche! Gesù Cristo ha vinto! 

Fuggite potenze nemiche! Gesù Cristo ha vinto!

Fuggite potenze nemiche! Gesù Cristo ha vinto! 

Per intercessione del grande Principe Arcangelo delle milizie celesti San Michele, difendici  nella battaglia contro le potenze malefiche, distruggi il potere delle tenebre e incatena gli  spiriti immondi. Amen. 

Per intercessione del grande Principe Arcangelo Gabriele, potenza e forza di Dio, donaci la  potenza di combattere il male, la forza della fede, la forza della speranza, la forza della  costanza, la forza della temperanza e reca il lieto annuncio della pace, serenità e gioia nel  cuore. Amen. 

Per intercessione del grande Principe Arcangelo Raffaele, medicina e guarigione di Dio,  guarisci tutte le nostre infermità del corpo e dell'anima, liberaci dai mali che ci  assoggettano nel tempo presente. Amen. 

Per intercessione di tutta la corte celeste angeli e santi di Dio pregate per noi. 

Per intercessione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Grazia e di misericordia,  coprici col tuo manto materno, proteggici in tutti i nostri passi, prendici per mano e portaci  al tuo Figlio Gesù. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio, non  disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo oh Vergine  gloriosa e benedetta. Amen.

La persecuzione sarà grande, soprattutto quando le chiese verranno distrutte da esseri immondi, ma siate uniti, perché Io vi proteggerò.

 


Trevignano Romano, 28 agosto

Figli miei amati dal cielo, grazie per aver risposto alla mia chiamata nel vostro cuore. Figli miei, sento la vostra paura e la vostra sofferenza, ma sulle sacre scritture non era stato già predetto tutto? Figli miei, Gesù vi ha preparati da tempo, eppure, voi che non siete stati saldi nella fede adesso avete paura. Ricordate sempre che Io vi ho chiamati uno per uno e sto preparando il mio popolo affinché tanti miei figli, formino delle famiglie con madri, padri e fratelli. La persecuzione sarà grande, soprattutto quando le chiese verranno distrutte da esseri immondi, ma siate uniti, perché Io vi proteggerò. Ormai il peccato è grande, ma così grande che solo la preghiera e l’affidamento potrà salvarvi. Ora vi lascio con la mia benedizione materna, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen.

L'UOMO E LE SUE TRE ETA’

 


SECONDA ETA’


Caratteristiche

In questa seconda età si ama Dio per sé stesso e per noi. Lo si ama, cioè, per essere felici, ma felici in lui. Questo desiderio della nostra felicità non solo non è immorale, ma neppure è imperfetto e egoista.

Così non è egoista, anzi è un ottimo sposo, colui che ama la sposa, cerca di non dispiacerla mai, le è fedele e vuole essere felice con lei. Sarebbe cattivo se la offendesse; sarebbe egoista se pensasse solo a sé, ai suoi piaceri e divertimenti, senza curarsi dei desideri e delle sofferenze della sposa.

In questa seconda età comincia l'amore perfetto verso Dio; si comincia a cercare decisamente di piacergli, di dargli gloria e a desiderare il Paradiso per quello che veramente è, cioè l'amore ed il godimento eterno di Dio e del Corpo Mistico di Gesù.

I. UMILTA’: NASCONDIMENTO

Volendo crescere nella perfezione è necessario progredire nella verità, ossia nella conoscenza di noi. Si comincia ora a capire che noi siamo proprio nulla, anzi peggio del nulla, perché il nulla non pecca e noi pecchiamo.

Ci andiamo accorgendo quanto siamo deboli, quanto facilmente cadiamo in peccati veniali, quanta propensione abbiamo per il peccato mortale: andiamo sempre più scorgendo in noi rigurgiti di sensualità, tentazioni, irritazioni, insincerità, disobbedienza e insipienze di comando, mancanze di carità, di retta intenzione, superbia, indifferenza alla gloria di Dio e al bene del prossimo, ecc.

Molte volte sono vere mancanze, ma il più spesso sono moti: in ogni caso ci fanno constatare quale abisso di miseria noi siamo e ci fanno sinceramente dispiacere quando altri manifestano un più alto concetto di noi.

Con ragione De Mestre disse: « Il cuore di un galantuomo è un abisso di mostruosità ».

Cominciamo parimenti a conoscere meglio le nostre buone qualità: desiderio di bene, onestà e amore verso Dio e il prossimo, ripugnanza al male, ecc.; ci accorgiamo però quanto esse dipendano da naturale inclinazione, buona educazione ricevuta, ambiente frequentato, ispirazione, ecc.

Questo riconoscimento della miseria nostra e di tutte le cose umane di contro all'unica realtà dell'essenza di Dio e dei valori soprannaturali genera in noi:

a) Basso, cioè giusto concetto dello stato nostro. - Sarebbe un'insigne stoltezza insuperbirci. Infatti perché insuperbirci? Per i nostri peccati? Per le nostre virtù? E che meraviglia c'è se ne abbiamo qualcuna, dopo che siamo stati innestati in Gesù! La meraviglia sarebbe che l'innesto non facesse frutto. Allora sarebbe tagliato, come il fico sterile, e gettato nel fuoco.

Invece di fermarci a considerare le nostre virtù, piccole, difettose e misere rispetto a quelle dei santi, dobbiamo preferire di considerare la nostra miseria. « Chi crede di stare in piedi, ci avverte S. Paolo, veda di non cadere » (1 Cor. 10,12).

Non c'è peccato che fa un uomo, che non possa fare un altro uomo. Chi presume delle sue forze è prossimo a cadere come S. Pietro. L'umiltà scongiura i pericoli. Infatti Dio preserva dalle cadute coloro che a lui ricorrono per essere preservati.

b) Ripugnanza a riflettere su di noi perché il bene che andiamo facendo è da Dio. È quanto mai pericoloso riflettere sul filo del nostro discorso, sulla bontà di una nostra preghiera e azione e contemporaneamente compiacercene. Simile sguardo ci fa venire le vertigini, ci toglie il sostegno di Dio e ci fa affondare come S. Pietro sulle acque.

c) Rettitudine d'intenzione. - Non c'è cosa più stolta che pregare, far opere di carità, di penitenza e d'apostolato per farsi ammirare; non si ha nulla dagli uomini, né da Dio.

Almeno gli stolti che fanno altri peccati hanno qualche cosa: i lussuriosi hanno i piaceri della carne, i golosi quelli del palato, gli avari hanno i denari, ecc. I superbi, invece, non hanno nulla, proprio nulla; parole di lode che si perdono al vento, sguardi sterili di ammirazione, ricordo che svanisce subito. Quand'anche si lascia un nome celebre a che vale?

Che se ne fanno le anime di Cicerone, di Omero, di Virgilio, di Tacito del ricordo degli studenti? Che se ne fanno le anime di Augusto, di Dante, di Goethe delle loro statue?

Il sapiente fa tutto per Dio che tutto vede e di tutto ricompenserà. Lo stolto fa le cose per gli uomini e praticamente perde interamente energie e sacrifici di tutta una vita.

Se, pregando e facendo un'opera buona, ti sopraggiunge un pensiero di vanità e di superbia scacciale subito e rettifica l'intenzione, senza però tralasciare l'azione. « O Signore, è solo per te che faccio questo ».

d) Nascondimento. - Le anime, come le boccette delle essenze, mantengono il loro profumo solo se stanno chiuse. Il silenzio, il raccoglimento, il nascondimento sono le doti principali di un'anima perfetta.

Qualche volta qualcuna di esse ci passa vicina o forse anche ci vive vicina per lunghi anni senza accorgercene; ci accorgiamo di essa solo dopo che è morta. Tanti santi non vengono conosciuti neppur dopo la morte.

La maggior parte degli uomini, invece, strombazzano o almeno cantano in sordina il bene che fanno, come le galline dopo aver fatto l'uovo; qualcuno allora porta via il merito.

Gesù ci avverte: « Guardatevi di fare la vostra elemosina al cospetto degli uomini per essere da loro ammirati; altrimenti non avrete premio dal Padre mio che è nei cieli. Quando tu dunque fai l'elemosina non far suonare la tromba dinanzi a te, come fanno gl'ipocriti nelle sinagoghe e nelle piazze per essere onorati dagli uomini: in verità vi dico che essi hanno ricevuto la loro ricompensa. Ma quando tu fai l'elemosina la tua sinistra non sappia quello che fa la tua destra; affinché la tua elemosina si faccia in segreto ed il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando pregate non fate come gl'ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini; in verità vi dico: hanno ricevuto la loro ricompensa.

Tu invece, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, prega il tuo Padre in segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate non fatevi tristi, come gl'ipocriti: essi si sformano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano; in verità vi dico che essi hanno ricevuto la loro ricompensa.

Tu invece quando digiuni ungiti il capo e lavati la faccia affinché non apparisca agli uomini che digiuni, ma solo al Padre tuo che vede nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà » (Mt. 6).

ILDEBRANDO A. SAN-ANGELO


 


La battaglia continua 5 - ANTISEMITISMO

 


ANTISEMITISMO 

Parlare di ebrei, oggi, vuol dire esporsi agli improperi che ti polverizzano. Perché sono ormai assordanti i “lamenti” degli ebrei per l’ultimo genocidio del loro popolo massacrato dal satanismo hitleriano. Vorrebbero che si facesse coro con loro per piangere sopra le vittime dell’antisemitismo, come se noi non sapessimo, invece, che anche quell’eccidio non fu che un altro gioco del Potere Segreto mondialista, diretto dalla Diaspora. Stalin, con le sue purghe fece un cumulo di vittime ebree, che ave vano imposto alla santa Russia “la dittatura del Proletariato giudaico”; e Hitler, con la “soluzione finale” tentò di liquidare la XIII tribù dei “cazari-babilonesi”, venuti in Europa dal Caucaso e dal Medioriente islamizzato. Ma chi conosce i “documenti” irrefutabili sul fenomeno nazista? Su “Epoca” l’ebreo Riciardetto aveva affermato che «Gli ebrei convertiti diventano persecutori dei loro fratelli, e militano accanitamente nei partiti antisemiti». Le “Histoires Juives”, scritte da ebrei spagnoli, battono incessantemente sull’avarizia degli ebrei e raccontano che i “conversi” si specializzavano nella denuncia all’Inquisizione degli ex correligionari. Lo zio di Torquemada, il cardinale Giovanni Ferdinando il Cattolico e Carlo V, erano tutti nella stessa situazione razziale. B. Lazare, nel suo libro “Antisemitismo”, scrive: «Lo spirito giudeo trionfò col luteranesimo». Il “Bollettino della comunità israelitica” di Milano, del febbraio I964, affermava: «Lutero era considerato il simbolo della simbiosi ebreo-tedesca». E come figlio della giudea, Lindermann, incitava: «È ora di incendiare le sinagoghe, distruggere le loro case, ridurli un una stalla con gli zingari». Anche la Rivista “L’ebreo americano” del 10 settembre 1920, confermava: «La Rivoluzione bolscevica fu opera esclusiva della riflessione e dello scontento ebreo». Lo stesso fu del Nazional-socialismo! La sua matrice risale al paganesimo yiddish, iniziato come ideologia da Ritter, propagandato, poi, da vari suoi correligionari, come Frisch, Fisher, Fulda, Oppenheimer, Taumann, Schmit, Zim - mermann, Auerbach... Una cricca di gente che mirava al Governo mondiale, insatanati dalla mania talmudica della razza sul sangue e sul valore teu tonico. Ed ecco la tempesta hitleriana. L’ideologo sarà l’ebreo baltico Rosenberg col suo anticristiano “Mito del XX secolo”. Seguirà subito Hitler con “La mia lotta”, che aveva dettato, in prigione, all’ebreo Hess, che poi sarà il suo luogotenente. Nessun dubbio sulla ascendenza genealogica del Fuhrer. Tutti i giornali hanno riportato quello che già si leggeva sul settimanale “Jsrael” del 23 aprile 1973, e cioè che: «Il colonnello Gheddafi, come il caporale Hitler, è figlio di una ebrea». Anche su “Epoca” dell’aprile-maggio I969, Ricciardetto aveva ammesso che Hitler «era, come dicono gli spagnoli, un quarterone». Anche l’organizzatore della “soluzione finale”, Héydrich, capo della Poli zia di Sicurezza del Reich, di tutti i servizi di spionaggio e poi del R.S.H.A., aveva la nonna ebrea, suo pa dre e lui ne avevano sposate altre. Reitlinlger, nella sua “Storia delle S.S.”, a pagina: 48-49, scrive: «Himmler aveva preso l’abitudine di scegliere uomini che poteva ricattare o elimi nare con facilità, per affidare a loro incarichi orribili, connessi con la politica razzista sua e di Hitler, e questo fu il caso di Heydrich. Anche Hitler aveva visto in lui, essendo Heydrich dotato di qualità molto pericolose, uno strumento particolarmente adatto per l’azione contro gli ebrei a motivo dell’odio accanito che portava al proprio sangue. Pure conosceva come tanti altri nutrivano la stessa avversione per la propria razza. Li scovò con il suo infallibile fiuto: i vari Globocnik, Eichmann, Knochen, Dannacker, Brunner, Kaltembrunner, Hoss, direttore del campo di concentramento di Auschwitz». Il paranoico Rosenberg aveva creato “Lo Stato Maggiore del razzismo”, riempiendolo di ebrei assimilati, come il Baumler, Gross, Fischer, Múller, Krauss. Da sapere anche che Rosenberg fu, poi, nominato Ministro dei Territori occupati all’Est, dove egli c’era già stato con Lenin, il fondatore del Partito comunista. Allora, i poveri russi si accorsero che erano caduti dal la pentola nelle brace di un regime uguale a quello di Stalin. Difatti, Rosenberg, con il Fischer e l’Abel, aveva programmato la eliminazione di ben 50 milioni di uomini! Da qui la reazione terribile di quel popolo slavo, ormai terrorizzato dalle formazioni partigiane sovietiche, dirette dall’ebreo Andropov, che sarà, poi, lo stroncatore della insurrezione ungherese e Capo del Cremlino. Né va sottaciuto il mostro Hans Frank, sterminatore in Polonia, gran amico dei collaboratori Capi del Consiglio dei Ghetti ebrei, quale l’Adam Scherniakov, Governatore Generale della Polonia, che, a Varsavia, banchettava orgiasticamente, mentre i suoi correligionari ebrei erano denutriti da morire. Leggere Poliakov nel suo “Il Nazismo e lo sterminio degli ebrei” fa accapponare la pelle! E che dire di Goebbels, di Gôering, di Warburg, dei Rothschild, dei Krupp, del maresciallo Mannstein, dell’altro maresciallo Rommel, dell’ispettore generale della Luftwaffe, Milch, ecc. ecc.?.. I reali dittatori delle manovre occulte del Potere Segreto Internazionale, dunque, sono sempre i figli o i messi della Sinagoga: Stalin, pseudonimo di Giugascvili; Roosevelt, marrano olandese, agli ordini di Baruch, capo del gran Kahal di New York; Chamberlain e poi Churchill, entrambi “conversi”, esecutori della Massoneria mondiale, con sede a Londra. Dei vari Governi francesi, basti ricordare Blum e la Scarfatti, proconsoli della Sinagoga. Chiaro, poi, è il “disegno” in atto, ormai, della centrale massonica; ossia: 1) distruzione dell’Europa cristiana; 2) genocidio della “massa panebrea” occidentale; 3) chiudere la bocca a tutti sugli ebrei. Infatti, i risultati sono più che noti. Churchill, il 5 marzo 1946, a Fulton scriveva: «L’Europa è ridotta a un cimitero fumante, recintato da filo spinato, mentre all’Est giacciono in schiavitù tutte le gloriose capi tali degli antichi Stati». A Yalta, Stalin e Roosevelt stabilirono la spartizione dell’impero del mondo, che potrà anche finire con l’olocausto atomico. La “massa pan-ebrea russo polacca”, il 15 maggio 1948, ebbe la proclamazione dello Stato d’Israele, riconosciuto immediatamente (cinque minuti dopo!) dall’USA. Così, il Serpente giudaico Oriente-Occidente congiunse testa e coda nella Gerusalemme dell’Anticristo! Per questo, lo Schlamm, nel suo libro: “Chi è ebreo?”, scrive: «Hannah Arendt ha accusato i capi del Giudaismo europeo di aver collaborato al sistematico massacro degli ebrei». E il motivo? Lo spiega l’altro ebreo, M. Buber, il quale nel 1944, da Gerusalemme lancia questa terribile accusa: «Vi sono Partiti nel Sionismo che hanno bisogno che la situazione sia “radicalizzata” anche con le atrocità di Auschwitz, Pere questo significa la migliore opportunità per la crescita della immigrazione in Palestina». Persino il Presidente delle Comunità Israelitiche, N. Goldmann, dopo un contrasto con i sionisti, disse:«Ieri, li abbiamo inviati nei campi di concentramento, oggi li mandiamo nel ricovero per i pazzi, in Israele»! Purtroppo, tra i pazzi fanatici arabi e i pazzi fanatici israeliani, ci stanno portando all’Apocalisse! Il già rabbino-capo Toaff ha voluto dire: «Noi ebrei siamo cambiati e non accettiamo più passivamente un altro Olocausto»! Certamente, ma l’hanno inflitto a noi cattolici attraverso l’America giudaizzata!..

sac. dott. Luigi Villa

 


DIO PROVVEDERÀ PER IL SUO NUOVO POPOLO CHE METTERÀ A GODERE NEL SUO TUTTO.

 


Carbonia 29.08.2021  –  ore 00.17

Fonte di vita Io sono! Amatemi o uomini, tornate al vostro Dio Creatore, tornate in fretta prima che l’orologio batta l’ultimo suo gong.

Materialmente siete nel mondo, …non volete udire il richiamo di Dio che vi chiede di tornare a Lui.

Oh, uomini! …volete sempre di più, non vi accontentate mai, arrivate allo sfinimento pur di ottenere ulteriormente le cose di questo mondo! …Sbagliate figli miei, voi non siete di questo mondo e non dovete operare per le cose di questo mondo ma bensì per le Cose di Dio, dovete tornare a Lui perché la vostra vita abbia la vita oltre questa vita.

Amati figli, siete giunti alla fine di questa storia, il nuovo tempo sta per iniziare, non perdetevi in cose effimere ma provvedete a crescere spiritualmente per avere la nuova vita in Me.

Sorgerà una Terra nuova e sarà benedetta dal Creatore, essa donerà frutti buoni e succulenti, si aprirà nella sua bellezza al nuovo popolo che l’abiterà.

La purezza regnerà sulla Terra nuova, e il tempo non sarà tempo perché sarà eterno. Vivrete in condizioni di sapienza e intelligenza, la vostra capacità di conoscenza non avrà limiti, vedrete con gli Occhi del vostro Dio Creatore, sarete simili a Lui, mai più la sofferenza e l’affanno vi accompagneranno perché Dio provvederà per il suo nuovo popolo che metterà a godere nel suo Tutto.

Gli Angeli del Cielo, accompagneranno la vostra nuova vita e il canto sarà eterno. Cherubini, Serafini, Troni e Dinastie celesti abbracceranno con voi un canto nuovo e lo innalzeranno al Trono dell’Agnello, …con ghirlande, petali di rose e infiniti profumi di un nuovo mondo fatto di cose buone e pure.

Dio sarà Colui che gestirà il suo nuovo popolo nella misura della perfezione, in quanto esso entrerà ad abitare il Perfetto.

Amore, amore, amore infinito e gioia immensa per i figli del Re!

Sto per chiamare per nome i miei figli,
tenetevi pronti, con il cuore puro e il desiderio ardente di Me.

Vi benedico!        Vostro Unico e Vero Dio, …l’Amore Perfetto!

 


METTETE NEL VOSTRO GOVERNO UOMINI TIMORATI DI DIO

 


"Devi informare i Miei figli nel tuo paese che devono mettere nel tuo governo uomini timorati di Dio che seguono le regole del Padre. Se mettete in casa assassini, ladri e rapinatori, essi vi deruberanno fino a quando non rimarrà più nulla. Sarete spogliati di tutte le ricchezze terrene e questa ricchezza sarà consegnata ad un piccolo gruppo per governare la vita di molti!". - La Madonna, 1 novembre 1974


COLORO CHE HANNO IL PIÙ GRANDE POTERE

"Lo spirito di malvagità è entrato nelle alte sfere. Coloro che hanno il più grande potere di provocare la caduta dell'umanità stanno usando questo potere.

     "L'idolo che viene usato nel vostro mondo per provocare la sua distruzione ha un fondamento basato sui guadagni mondani, l'idolo è il denaro. Per le monete molti venderanno le loro anime!". - Nostra Signora, 6 dicembre 1974


NON C'È ALTRO RICORSO AL CIELO

"Il vostro paese, gli Stati Uniti, e la maggior parte dei paesi del vostro mondo hanno permesso a satana di entrare nelle più alte posizioni del vostro governo, nei vostri mezzi di comunicazione e persino nella mia casa, la mia Chiesa sulla terra. Perciò, non resta altro ricorso al Cielo che ripulirvi dai vostri errori.

     "Come in passato, abbiamo mandato a voi delle voci che gridano in questo deserto del male: Raddrizzatevi; fate largo al Signore, perché la mano del castigo verrà su di voi! Come in passato continuate tutti nelle vostre vite di piacere, senza curarvi né cercare la verità. Perciò vi dico come vostro Dio: molti moriranno. Solo pochi si salveranno". - Gesù, 18 giugno 1980

I suddetti messaggi di Nostro Signore e della Nostra Signora sono stati dati a Veronica Lueken a Bayside, New York. 

Il Discorso della Montagna

 


Parte 1

Dopo aver scelto i suoi apostoli, Gesù si trovava in una pianura con i discepoli e una grande moltitudine di persone che erano venute per ascoltarlo e per essere guarite dalle loro infermità. Gli evangelisti non si stancano di ripetere che i malati si sforzavano di toccare Gesù, sia per mostrarci con quale familiare condiscendenza permetteva loro di avvicinarlo, sia per designare nel suo sacro corpo il rimedio per eccellenza a tutti i malanni dell'anima e del corpo.

  La folla era enorme, Gesù salì su un monte e si sedette; e fissando con compiacenza gli occhi sui suoi discepoli, disse:

 "O poveri, beati voi, perché a voi appartiene il regno dei cieli! Per meritare la promessa divina che Gesù fa loro: "Non abbiate nulla, né desiderate più del necessario", dice San Bernardo. Ma dove fissare il limite del necessario? Più vuoi assomigliare al povero Gesù, meno cose troverai necessarie alla tua posizione.

"Questa beatitudine ha una stretta connessione con la precedente, perché i poveri devono necessariamente essere miti per sopportare la povertà e il disprezzo che essa può causare loro. La vera mitezza reprime nel profondo dell'anima tutti gli impulsi di ira e di rabbia, ed esteriormente tutti i segni di impazienza quando il cuore soffre o quando il nostro amor proprio è stato risentito. "Imparate da me che sono mite".

"Beati quelli che piangono, perché saranno consolati". Quando un'anima è giunta al disprezzo del mondo, nello spirito di povertà, alla quiete con mitezza, vedendo che sulla terra tutto è vanità e afflizione di spirito, piange per il suo allontanamento e le sue colpe. Le nostre lacrime attirano la misericordia divina verso di noi... Qui una lacrima unita al sangue di Gesù spegne le fiamme dell'inferno, mentre nell'eternità, un intero oceano di lacrime non spegnerà una sola scintilla (dell'inferno). Accetta con spirito di penitenza le pene che spesso ti fanno versare lacrime, e lascia a Gesù Cristo, che ti ama, la consolazione, più dolce per il suo cuore, di asciugarle.

"Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché ne avranno in abbondanza". Il desiderio di rettitudine è il primo passo sulla strada della perfezione. La rettitudine consiste nel compiere i propri doveri verso Dio, verso il prossimo e verso se stessi. Verità e rettitudine, questo è il pane che devi dare alla tua anima conducendo una vita seria e abbondante di opere buone. Ma anche questo pane scende dal cielo: al mattino mettiti davanti a Dio nell'atteggiamento del mendicante che chiede il cibo necessario per la sua vita. Guarda alla tua debolezza per chiedere con fervore. Ognuno riceve il pane spirituale secondo la misura dei suoi desideri; e se tu provi una grande fame di esso, questo ti disporrà a mangiare più santo il pane sacro dell'Eucaristia. Abbiate, dunque, questa fame e sete di giustizia che un vero cristiano deve sentire, perché la carità non ha limiti e solo Gesù Cristo può soddisfare completamente il nostro cuore, desideroso del bene infinito.

"Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia". Questa parola è in tutto e per tutto conforme al Cuore di Gesù, così compassionevole nelle nostre miserie e così indulgente nei nostri difetti. La pratica di questa parola riempie di fascino i rapporti con il prossimo. Siete disposti a rendere servizio a coloro di cui abbiamo una lamentela e a riceverli con gentilezza. Considera se davvero cerchi questa carità piena di semplicità, che lascia le nostre opere libere da ogni egoismo e risentimento. Ricordate che Nostro Signore dice: "Io desidero la misericordia piuttosto che il sacrificio". Ogni volta che riuscite a superare un'antipatia naturale o a perdonare un torto, farete un atto molto più meritorio dell'elemosina materiale.

"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". Un cuore puro è quello che assomiglia più perfettamente a Dio, quindi è anche promessa la visione divina. Quanto più pura è un'anima, tanto più strettamente Nostro Signore si unisce ad essa da questa vita, e in cielo conoscerà più chiaramente l'Essenza Divina. Teme tutto ciò che può offuscare la purezza del cuore, specialmente il peccato e quegli hobby imperfetti che lo riempiono di polvere. Guarda la purezza dell'intelligenza che è lo sguardo del cuore. Ama tutto ciò che mantiene la purezza interiore; la preghiera, il distacco dal mondo, la presenza di Dio. Così, il vostro cuore sarà per Gesù Cristo, un cielo, in cui Egli dimorerà per sua grazia e più direttamente nella Santa Cena.

"Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio". La pace preservata dalla rettitudine della volontà è la compagna della purezza; questa si ottiene solo con il perdono dei peccati, perché è una conseguenza della rettitudine. Il grande segreto per godere della pace è non separare la propria volontà da quella di Dio e compiacersi di ciò che Lui permette (sia fatta la sua volontà). Pratica le virtù che conservano la pace (umiltà, mitezza, dolcezza, abnegazione, silenzio), ricordando che dobbiamo preferire il bene del nostro prossimo al nostro piacere. "Coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio", dice San Paolo, perché lo Spirito Santo, che è amore, è il legame di unione e di pace tra gli uomini. Il tuo cuore sarà il suo asilo se vi inciderai i sentimenti di Nostro Signore, che è "la pace stessa", dice l'Apostolo. Il diavolo si sforza in mille modi di privarci della pace, perché ne conosce i vantaggi meglio di noi.

"Beati quelli che sono perseguitati per amore della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli". Non basta cercare di fare bene, ma dobbiamo soffrire bene per assomigliare a Gesù crocifisso. Ricorda che all'anima non provata manca il sigillo della predestinazione, che è la pazienza e la perseveranza. Diffidate degli applausi e dubitate del merito delle vostre virtù. Pensa che tutte le tue tribolazioni sono passate prima attraverso il cuore di Gesù Cristo. Ogni prova è una piccola parte della Sua croce che Nostro Signore ti dà da portare e che Lui stesso ti aiuta a sostenere. Non cercare di alleggerire il suo peso, e pensare che se questo prezioso albero non ti santifica sotto la sua ombra in questa vita, nella prossima servirà a bruciare la tua anima e quindi a purificarla. Chiedete a Nostro Signore di fare un uso santo delle vostre croci quotidiane.

  "Fate risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone". Questo precetto di edificare il prossimo con una vita veramente cristiana ci lega tutti. La vostra condotta deve servire da modello per gli altri. Non basta che tu faccia il bene; devi anche condurre gli altri alla virtù per contribuire con tutte le tue forze alla gloria e al regno di Dio sulla terra.

"Guardatevi dal fare le vostre azioni per essere visti dagli uomini, altrimenti il Padre vostro celeste non vi ricompenserà". Gesù ci proibisce di cercare la stima e l'approvazione degli uomini, perché è un'usurpazione della gloria che appartiene a Dio. Guardatevi dalla vanità, perché l'opera più eccellente in sé che fareste per essere stimati vi sarebbe eternamente perduta. Colui che in ogni cosa mira a piacere a Dio, non può, per un eccessivo timore della vanità, astenersi dal dare l'esempio; per quanto possa fare, non può sottrarsi completamente allo sguardo degli uomini. Sarebbe un prezzo alto da pagare per il piacere di sentire le proprie lodi, se dovesse essere comprato al prezzo della ricompensa eterna.

 "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Il cristiano è vincolato dal battesimo a mirare alla perfezione, e ancor più in virtù del sacramento della confermazione. Prescrivendo di alzare gli occhi a Dio stesso, Gesù Cristo non vuole che ci accontentiamo di una santità media. Primo, fuggi da ogni peccato mortale e anche da ogni peccato veniale involontario, per quanto piccolo e insignificante possa sembrare; secondo, rendi perfetta ogni tua azione con purezza di intenzione e persevera fermamente nelle tue sante risoluzioni; infine, sforzati per fede e amore di elevarti al di sopra di tutte le cose create. E quale obbligo abbiamo di tendere alla perfezione, quando riceviamo nell'ostia sacra, la perfezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Dal profondo del tuo cuore ti ripete come dal suo trono eucaristico: "Sii perfetto come è perfetto il Padre mio celeste". Adorare nell'Eucaristia Gesù, modello di tutte le virtù. Chiedetegli di non contare mai i sacrifici che gli fate, perché egli moltiplica i suoi sacrifici per procurarvi la gioia della comunione.

"Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. La rettitudine è una virtù completa, che consiste nel dare a Dio e agli uomini ciò che appartiene loro. La sua mancanza ti esclude dal paradiso. Esaminate le vostre intenzioni, che sono l'anima delle vostre azioni. Piccole o grandi che siano, le nostre azioni non hanno alcun valore davanti a Dio; solo le nostre intenzioni le rendono buone o cattive. Quanto è spaventoso, quindi, che molte delle nostre azioni, anche se buone in apparenza, non siano giuste agli occhi di Dio che legge le profondità del nostro cuore. Ognuno di noi deve raggiungere la giustizia propria del suo stato, che non è altro che il grado di perfezione conforme alla vocazione a cui siamo stati chiamati. Prega per la grazia di acquisirla. Per elevare la giustizia cristiana, molto al di sopra della giustizia naturale che l'uomo può raggiungere con la ragione, Gesù vuole che siamo giusti verso Dio, verso il prossimo e verso noi stessi. Ogni nostra azione deve esprimere la nostra intera sottomissione di cuore, mente e volontà a Dio nostro Signore.

Questa sottomissione deve essere così completa che in ogni cosa o evento che accade la accettiamo come l'espressione visibile del Suo diritto su di noi. Saremo giusti verso il nostro vicino. Desideriamo e facciamo agli altri il bene che vorremmo fosse fatto a noi. Siamo giusti verso noi stessi, sottomettendo i nostri sensi allo spirito e facendo sottomettere le nostre potenze alla volontà di Dio. Solo Gesù Cristo può essere la nostra giustizia e compensare l'inadeguatezza e l'imperfezione delle nostre azioni.

La giustizia esige che tu, essendo il nulla stesso, sia sempre diminuito e sottomesso davanti alla Maestà Divina: nell'Eucaristia, Gesù Cristo, continuamente annientato nel tuo nome davanti al Padre suo, e nella comunione, uniti a Gesù Cristo annientato, rendiamo a Dio l'omaggio che necessariamente gli dobbiamo come sue creature. Inoltre, poiché siamo peccatori, in espiazione delle nostre colpe tutto ciò che è giusto deve essere immolato in noi (Gesù Cristo si immola ogni giorno al nostro posto). La gratitudine perfeziona la giustizia, perché è giusto dare gloria a Dio per il bene che riceviamo da Lui.

Questo dono di valore infinito, il cui possesso abbiamo e che offriamo a Dio, costituisce un diritto ad ogni grazia; Dio è in un certo senso obbligato dalla giustizia ad ascoltare le nostre suppliche. Così, nel nome di Gesù Cristo vivente in noi, abbiamo diritto per la sua santità e per i suoi meriti di reclamare il cielo; e Dio, vedendo Gesù Cristo in noi, è obbligato a darci ciò che suo Figlio ha meritato per noi. Chiedete a Nostro Signore di capire sempre di più quanto vale l'Eucaristia per noi, e cercate con ogni diligenza di raccogliere le sue preziose grazie.

"Ma io vi dico: non resistete al male, ma se qualcuno vi percuote sulla guancia destra, porgete anche l'altra". Chi fa un torto a se stesso fa un torto a se stesso, mentre con la vendetta faresti un torto molto più grande alla tua anima. Nostro Signore si dichiara il difensore di ogni causa che viene messa nelle sue mani.

"Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per coloro che vi perseguitano e vi calunniano". Queste parole non sono un semplice consiglio, ma un comandamento indispensabile che Gesù ci impone sotto pena di incorrere nella sua disgrazia. Essendo sceso dal cielo sulla terra per lavare con il suo sangue le ferite che aveva ricevuto da noi. Nostro Signore ha il diritto di comandarci di andare incontro alla persona che ci ha offeso e di rendergli dei servizi. Esige che, lungi dall'augurargli del male, noi gli auguriamo tutto il bene. Niente calma il risentimento come pregare per coloro che lo causano.

L'odio è un sentimento infernale, che appartiene a coloro che appartengono al diavolo. Non lasciare che il risentimento entri nel tuo cuore. Prega quando senti qualche turbamento in te, e non lasciare mai che le tue labbra esprimano avversione o amarezza verso il tuo prossimo. Perciò, se vai a offrire il tuo dono all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il dono e vai prima a riconciliarti con tuo fratello. Se hai macchiato la sua reputazione con parole maliziose, con giudizi avventati, con insinuazioni maligne, se hai addolorato qualche persona con parole mordaci, sei obbligato a riparare queste colpe prima della Comunione. Gesù richiede di rompere con lo spirito del mondo.

Che non ci siano nubi contro di voi nello spirito del vostro prossimo, sia a ragione che a torto; sforzatevi di ristabilire l'armonia cristiana tra le vostre anime. Chiedete a Nostro Signore di fare pronta riparazione delle vostre colpe contro la carità, anche a costo del vostro amor proprio.


domenica 29 agosto 2021

L'AMORE DI DIO IN MARIA - Parte prima

 


GESÙ - L'UNIVERSITÀ DEL MIO SACRO CUORE LEZIONI D'AMORE


L'AMORE DI DIO IN MARIA

Parte prima


La pace sia con tutti voi, miei amati figli, miei preziosissimi studenti, che presto sarete pronti a mettere in pratica ciò che avete imparato non solo nella vostra vita quotidiana ma su una scala più grande, al di là di ciò che potete immaginare.

Oggi parleremo, come dice il titolo di questo insegnamento, dell'AMORE DI DIO IN MIA MADRE, Maria.

Ho dotato ognuno di voi di un'anima intelligente per conoscere la mia bontà e di un cuore per amare quella bontà che ama tutto ciò che la comprensione gli presenta come buono. È mio desiderio che la creatura più amata partecipi della mia Vita, che io sia la sua Vita, che sia fondata in essa, e che una volta immersa in essa, tu sia posta al centro dei miei tesori, come la pietra preziosa da me più amata, quella che brilla e spicca sulle altre. E sai la ragione? Perché tu sei il frutto del mio amore.

Questo amore è stato posto come precetto e posto a capo dei Comandamenti, dove tutto il resto si riassume in esso. E chi vive questo comandamento e mi ama, osserva tutti i comandamenti (Giovanni 14:23). Nell'amore c'è tutta la legge e tutto quello che hanno detto i Profeti.

E pensate, figli Miei, che l'umanità è determinata a non accettare il Mio amore, secoli e secoli rifiutandolo, ma sarebbe stato facile darvi un comandamento ai sensi, affinché possiate vedere e sentire, ma non l'ho fatto perché gli organi di senso compiono la loro funzione naturale secondo la Mia Divina Volontà.

D'altra parte, quando ho visto il tuo cuore, ho visto la tua esitazione, anche se era fatto per amare il grande, il puro, l'unico vero bene. Ho dovuto mettere un comandamento per ricordarvi costantemente chi dovete amare (Geremia 17:9-10). Tante volte i santi si sono lamentati di aver perso l'opportunità di amare!

Era più doloroso per loro scoprire che ogni momento della loro vita erano momenti d'amore che sprecavano per amore dei beni mondani. I loro cuori erano trafitti da un pugnale affilato di amarezza e in un grande pianto mettevano la faccia a terra e dopo che li avevo consolati e asciugato le loro lacrime, si alzavano con grande entusiasmo per dare tutto se stessi per ottenere quanto più possibile del mio Amore, per compensare il tempo dissipato negli affari del mondo.

Ma in Mia Madre, il Mio Amore non era un precetto ma un atto di vita, dolce e naturale, fino a condividere con Me la Passione, tutto per amore. Era impossibile per lei vivere senza il mio amore, anche solo per un momento. Era così intenso e incomprensibile per la mente umana che amava Dio con tutto il suo CUORE, tutta la sua ANIMA e tutte le sue FORZE (San Giovanni 12, 30).

Oh, sì, i miei figli. Mia madre mi ha amato con tutto il suo CUORE (Proverbi 3, 5-6). Nulla fu riservato per Lei o per qualsiasi altra creatura, nemmeno la più piccola particella, senza limitazioni o esitazioni, il suo purissimo Cuore fu dato completamente a Dio solo.

Come mia madre, desidero che il vostro cuore sia indiviso. Perché quando lo dividi, uccidi quell'amore che Dio ti ha affidato, dividi il tuo cuore tra Dio e il mondo, dando maggiore preferenza a quest'ultimo e quello che rimane in quel cuore, lo dai a me, le briciole d'amore per il tuo Dio d'Amore che ti ha creato e ha dato la Sua stessa Vita sulla Croce.

Maria mi ha amato con tutta la sua anima (Deuteronomio 6, 5). Con tutti i suoi poteri. Si preoccupava solo del suo Dio e non di altro. La sua mente era solo per Me, ovunque andasse, i suoi pensieri erano con Me. Ogni ricordo di lei le ricordava i beni e le grazie che il Signore aveva messo in lei. La sua volontà non era più sua ma Mia nella sua vita, aspirava non solo a realizzare i Miei desideri divini ma a viverli e a farne parte, ad essere parte attiva della Mia Divina Volontà.

In Maria tutto era un piacere di fare la Volontà Divina, la manifestazione di tutta la sua esistenza riposta in Me erano le sue parole espresse sulle sue labbra purissime: LA MIA ANIMA PREGA E PRETENDE IL SIGNORE (Luca 1, 46). Queste parole, manifestazione di un cuore pieno d'amore, scossero tutta la Nostra Divinità, facendoci vedere che l'umanità non era perduta, che finché ci fossero state anime che imitavano e vivevano come Mia Madre, l'umanità avrebbe avuto speranza.

Mia Madre mi ha amato con tutte le sue FORZE (Isaia 40:31), il frutto del CUORE E dell'ANIMA che ama solo Dio. In lei, l'intensità di questo amore non si ritirava né vacillava di fronte a nulla, era sempre pronta a fare qualsiasi cosa e se necessario a dare la vita per questo amore puro. Nonostante sia stata sottoposta a grandi sacrifici, dolore e sofferenza, non si è mai arresa. Maria non si lamentava mai di nulla, era sempre pronta e generosa alla Volontà di Dio, ma affinché questa forza non venisse dalla forza umana, che è debole, la chiedeva a Noi, la Divinità Trinitaria.

Ora, ti faccio una domanda, mia amata, e perché tu la mediti per tutta la vita: vuoi amarmi come Mia Madre, pienamente, con tutto il tuo cuore? Esamina davanti all'esempio di Mia Madre se mi ami come Lei, secondo quanto è scritto nel primo comandamento (Proverbi 3, 1-2).

Avete bisogno di conoscere voi stessi e lo fate guardando Maria, lo specchio perfetto che vi mostra, come sono i suoi figli e la Dolce Maestra vi insegna ad essere a mia immagine e somiglianza.

Nella prossima lezione continueremo a parlare dell'Amore di Maria. Ora chinate il capo e vi darò una benedizione: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 Insegnamenti del Signore Gesù, le qualità di Maria, pietre preziose della Divina Volontà che adornano la Santa Madre di Dio.

Dettato a Gustavo 

Buenos Aires, 26 agosto 2020.