mercoledì 19 marzo 2025

CHI È MISERICORDIOSO, RICEVERÀ MISERICORDIA

 


 I FIGLI DI DIO SONO I NOSTRI FIGLI!


Dio Padre parla

Piccoli miei, non siate stolti e non crediate che i vostri Paesi, inviando soldati con armi e sganciando bombe, vi aiutino. È così che vi aiutate a vicenda, bombardando le vostre città? È così che Io, figli miei, vi aiuto?

Se coloro che pretendono di aiutare avessero un buon desiderio, aprirebbero le loro frontiere per ospitare coloro che sono rimasti senza casa e li farebbero sedere alle loro tavole. Dopo averli allontanati dai territori che vogliono, li imprigionano, li imprigionano come animali da allevamento per lasciarli morire di fame, di peste e di guerra.

Non siate ingenui, figli miei, queste sono guerre di sterminio che stanno conducendo contro di voi, e il loro pretesto è assurdo. Nessuno dovrebbe interferire in ciò che questi governi dei tempi finali stanno facendo, perché è iniquità su iniquità, malvagità su malvagità, e intanto voi siete impassibili, abituati ad assistere con indifferenza ai massacri più atroci. Non lo vedete? Non vi preoccupate dei vostri simili, pensate che i vostri figli valgano più di quelli che stanno mutilando e uccidendo per sottrarre loro i territori, pensate che i vostri vecchietti siano più di quelli di questi popoli,  che le loro donne siano meno donne delle vostre?

Non battete ciglio per lo stupore di ciò che il Maligno istiga a fare e rimanete come esseri senz'anima a guardare con uno sguardo vuoto di compassione e di cuore questi genocidi che avvengono in diverse parti del mondo! Non vi commuove, piccoli miei?

Protestate se aumentano il prezzo del latte o se non potete più indebitarvi con le vostre carte di credito e comprare l'ultimo modello di auto; ma se lanciano bombe sulle città e uccidono i Miei figli, questo... questo non vi riguarda, non vi interessa?

Siete idioti con le vostre mode e i vostri programmi televisivi, con le vostre macchine tecnologiche e non vedete ciò che accade intorno a voi!

L'inganno che provo nel vedervi così è così grande, Miei piccoli, così tremendo, che non mi resta altro da dirvi per ora se non che, se continuate sulla strada che avete scelto, non vi lamentate quando vi troverete dove non avreste mai voluto immaginare di andare.

E sappiate, figlioli, che a coloro che sono vittime di questa eccessiva avidità vi avvolgerò nel mio amore e nella mia misericordia, ma guai a coloro per i quali soffrono i miei popoli (che sono tutti i popoli della terra, perché vi ho creati tutti, anche se non mi riconoscete).

Non capiscono, Piccolo, il Mio Popolo non capisce!

(Sento come Dio Padre sia stanco di essere costantemente e sempre più deluso dai figli dell'uomo. È più che rabbia, è noia).

Come quando il padre corregge il figlio, ma il figlio continua nella disobbedienza, sfidando il padre: finché quest'ultimo, stufo e sbattendo la porta dietro di sé, gli dice: Fai quello che vuoi!

Testimonianza di una ragazza sfollata (quando ho trovato questa intervista mi sono riempita di speranza per il futuro). Sta a noi aiutare questi piccoli a sviluppare il seme che hanno già nella loro anima. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Chi salva un'anima salva il mondo”. Cercate un bambino bisognoso e, d'ora in poi, prendetevi cura di lui come se fosse vostro figlio. Non trascurate questa chiamata del Cielo, perché “Solo chi è misericordioso riceverà misericordia”.


Commento all‟Apocalisse

 


SEZIONE PRIMA  SUL CAPITOLO OTTAVO DELL’APOCALISSE 

 I quattro primi Angeli, che suonarono la tromba. 


§. II.  

I primi due angeli, che suonarono la tromba. 

Cap. VIII. v. 7-9  


I. I quattro angeli, che suonano la tromba, e a cui sono dedicati i due seguenti paragrafi, designano quattro eresiarchi che mossero una grave guerra alla Chiesa di Cristo (dopo che questa aveva sconfitto i terribili nemici giudei e pagani) riguardo alla natura della SS. Trinità, della Divinità di Cristo e dello Spirito Santo, l‟Umanità, la Persona e la Natura, la Volontà del Verbo Incarnato ecc. Questi quattro angeli indicano poi il complesso di tutti gli altri eretici che trassero origine da quei caporioni e che si fondarono sui loro errori. Sono quattro a similitudine dei quattro animali, figura degli Evangelisti, in quanto, come la verità del Vangelo è stata diffusa nelle quattro parti del mondo, così anche la zizzania delle eresie, Dio permettendolo, si è sparsa nel mondo. Il demonio, infatti, il serpente antico, è la scimmia e il padre degli eretici e dei mentitori, il quale cerca vanamente di imitare Cristo Signore per distruggere la verità rivelata. Suonar le trombe significa intimar la guerra e chiamare a battaglia, come anche promulgare e render noto qualcosa. Significato che conviene agli ultimi [pessimi] tre angeli, e più tardi ai quattro eretici, che pieni di superbia, sparsero nel mondo al loro tempo i loro falsi dogmi. Quindi dice: 

 Vers. 7. E il primo angelo dié fiato alla tromba. Si allude ad Ario, prete della città di Alessandria, che nell‟anno 315, durante l‟episcopato di Alessandro, essendo Imperatore Costantino il Grande e Sommo Pontefice Silvestro, si levò, insegnando che il Figlio di Dio è simile al Padre soltanto di nome, ma non nella sostanza. Contro tale eresia fu convocato il primo Concilio di Nicea, una dei quattro principali Concili, sottoscritto da 318 vescovi cattolici, che condannò Ario, Fotino, e Sabellio, e benché tali errori siano spuntati prima del regno di Giuliano e dei suoi successori e dell‟avvento al pontificato di S. Damaso, tuttavia, più tardi assurse a grande fama, in quanto ebbe la massima diffusione in tempi successivi e si mantenne a lungo, al punto che – come si legge nel Breviario Romano nella festa di S. Damaso l‟11 dicembre – tutta la Chiesa ne gemette, e il mondo  si accorse con stupore di essere divenuto ariano. E venne grandine e fuoco mescolato con sangue, e furon gettati sulla terra. E la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi furono arsi e ogni erba verde fu arsa. Seguono le calamità, le disgrazie indicibili e i disastri che la Cristianità dovette patire a causa di tal trombettiere. E venne grandine, una grande tempesta, che vien designata volgarmente col nome di „grandine‟, e a causa della quale la Chiesa si trovò divisa, come è narrato al Cap. X della Storia Ecclesiastica. A seguito di tale sconvolgimento il volto della Chiesa  era oltremodo deturpato e sfigurato, essendo devastato, infatti, a differenza di prima in  cui i nemici erano esterni, dai propri e dai  nemici interni. L‟uno cacciava via l‟altro, ed entrambi si dicevano cattolici. Proprio della grandine è distruggere e devastare fiorentissimi pascoli, messi ubertose, vigne, fiori, alberi e frutti. Così fece l‟eresia di Ario, che distrusse e deturpò la Chiesa di Cristo che al tempo di Costantino il Grande era fiorentissima. E fuoco mescolato con sangue delle contese: ovvero che questi due flagelli, grandine e fuoco, provocarono un grande spargimento di sangue, soprattutto al tempo dell‟Imperatore Valente, che caduto in questa eresia, perseguitava i cattolici, gli uni gettandoli alle fiamme, gli altri, facendoli morire di spada, altri affliggendoli con altri generi di supplizi. E fu gettato sulla terra, in quanto questa eresia contaminò quasi tutta la terra, si propagò ovunque, durò a lungo, e fu accettata davvero da tutti. Per cui prosegue: E la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi furono arsi e ogni erba verde fu arsa. Tali parole alludono alla caduta dei Cristiani nell‟eresia di Ario e la diminuzione della Chiesa. Qui S. Giovanni parla della terza parte della Cristianità, di cui un terzo sia di laici sia del popolo, fu corrotto dal fuoco dell‟eresia ariana, qui designati dal termine terra, in quanto si dedicano alle professioni mondane e al commercio. E la terza parte del ceto ecclesiastico, indicata dagli alberi, in quanto per la cognizione delle sacre scritture e delle cose celesti si elevano al di sopra degli altri ecc. e lo stesso dicasi per la vita e i costumi, in quanto a suo tempo devono dare frutti soprannaturali, e spuntino foglie e fiori di buoni esempi. S. Ilario scrive al riguardo che 105 vescovi ai suoi tempi caddero nella perfidia dell‟eresia ariana. Aggiunge significativamente E ogni erba verde. Si allude ai Goti da poco disposti a ricevere il Cristianesimo. Questi chiesero all‟Imperatore Valente che inviasse loro dei sacerdoti Cristiani, perché insegnassero loro la fede cattolica. Valente – che aveva aderito all‟arianesimo – mandò loro dei preti eretici, che corruppero i Goti con l‟eresia. Fu davvero una grande perfidia, che venne ripagata dai medesimi Goti bruciando vivo Valente, nell‟anno 378, in uno squallido tugurio. 

 II. Vers. 8. E il secondo angelo suonò la tromba. Costui è Macedonio, Patriarca di Costantinopoli, che volle trattare dello Spirito Santo e finì col bestemmiarlo, insegnando che era una mera creatura e servo del Figlio. Apparve nell‟anno 360. Contro questo errore si tenne il Secondo Conci-lio Ecumenico, uno dei quattro principali, a Costantinopoli, che fu sottoscritto da 150 vescovi du-rante l‟Impero di Graziano e Teodosio e il Pontificato di Papa Damaso nell‟anno 381. E come una gran montagna ardente per fuoco fu gettata nel mare. Questo eresiarca e la sua eresia sono para-gonati qui ad un gran monte ardente di fuoco per la sua pessima superbia, ambizione e malizia, per cui si gonfiava e ardeva a guisa di un gran vulcano, glorificando se stesso per i suoi errori, con cui negava la comune divinità e consustanzialità col Padre allo Spirito Santo, mentre Ario in preceden-za aveva negato tali attributi al Figlio. Lo si dice ardente di fuoco, poiché, privato dell‟episcopato, bruciava e fiammeggiava d‟invidia, iracondia e livore, per cui, conducendo vita ritirata in un luogo di Costantinopoli detto i Chiostri, diede la stura, senza tener chiusa la bocca, ad ogni genere di be-stemmie contro lo Spirito Santo. Fu gettato nel mare. 1°. Qui il mare indica la SS. Trinità delle Persone e l‟unità della loro essenza divina. Come il mare, infatti, è insondabile, così e molto di più il mistero della SS. Trinità è imperscrutabile. E come dal mare si originano tutti i fiumi, le sorgenti e le acque, e tutte poi a lui tornano. Così da Dio Uno e Trino deriva ogni bene e a Lui poi fa ritorno. 2°. Il mare qui indica anche lo Spirito Santo. Come il mare vivifica e conserva in vita creature di ogni genere, che al di fuori di lui perirebbero; così il mare è lo Spirito Santo, che vivifica, dal quale tutti riceviamo la vita dell‟anima col battesimo e in lui la conserviamo e viviamo, e senza i suoi ri-voli d‟acqua (ossia la Grazia antecedente, susseguente e concomitante) tosto moriamo. 3°. Il mare è anche simbolo della Chiesa, in ragione del Battesimo. Come il mare, infatti, è il contenitore di tutte le acque, così la Chiesa è la riunione dei fedeli per il sacramento del battesimo. 4°. Indica anche il mondo che, come il mare, è scosso dalle onde delle tentazioni, è instabile e mescola in se buoni e malvagi, come il mare ha pesci buoni e cattivi. In tutte queste varie accezioni qui si dice che questa montagna fu gettata nel mare come facilmente comprenderà il lettore. E la terza parte del mare diventò sangue. 1°. Sangue sta qui per la corruzione che da questa eresia si riversò all‟esterno se-condo il suo apparire esteriore a danno dell‟onore dello Spirito Santo e anche rispettivamente della SS. Trinità e della Chiesa. 2°. Va inteso anche in senso proprio, in quanto a causa di questa eresia e di quella ariana molto sangue cristiano fu versato nel mondo, come attesta la storia ecclesiastica. 

Vers. 9. E morì la terza parte delle creature che son nel mare, ossia della Cristianità. Si di-ce che è morta in riferimento alla vita dell‟anima che consiste nella vera fede e nella carità nello Spirito Santo, essendo membri della vera Chiesa cattolica di Cristo, nella quale solo vi è la vita so-prannaturale e separandosi dalla quale per aderire all‟eresia, si trova la morte. Come infatti, i pesci, al di fuori del mare, possono stare in vita per poco, così, a maggior ragione, le anime possono vivere e salvarsi fuori della Chiesa Cattolica. La terza parte: qui il determinato va sempre inteso come in-determinato, ovvero indica un numero grande e notevole. E la terza parte delle navi andò in rovina. Gran parte dei prelati e dei parroci, che avrebbero dovuto condurre gli altri al porto della sal-vezza, erano stai corrotti dagli errori in parola. 

Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser 

SOSTENETEVI A VICENDA IN QUESTI TEMPI COSÌ DIFFICILI!

 


Messaggio dato a MYRIAM e MARIE 

18 marzo 2025


Miei amati, Miei piccoli figli!

Ancora una volta: GRAZIE per “esservi riuniti per pregare il Rosario”!

Sostenetevi l'un l'altro: in questi tempi molto duri, dove c'è molta sofferenza, e ce ne sarà ancora molta, figli Miei!

Rimanete sempre fedeli al vostro amorevole DIO, che vi ama tanto: “Nella preghiera”.

Molti soffriranno per la carestia, per la violenza. Questi ultimi tempi, che sono qui ora, per questa generazione, saranno molto duri: soprattutto per coloro che sono lontani da ME,  "DIO ONNIPOTENTE"!

Ecco perché mando il castigo: “L'ILLUMINAZIONE DELLE COSCIENZE”, affinché molti dei miei figli si convertano e tornino a ME “DIO SALVATORE DEL MONDO”!

Vi rassicuro ancora una volta, Miei amati: non avete nulla da temere se restate fiduciosi in Me e vi affidate completamente a Me per ogni cosa, perché gli eventi stanno andando molto velocemente: Molto, molto, molto velocemente!

satana gioca le sue ultime carte: “Siate molto vigili, miei cari”!

PREGATE MOLTO PER:

- Per il mondo

- Per la FRANCIA

- Per la Chiesa

Molti dei Miei santi sacerdoti saranno martirizzati, quindi Mio amato, prega, prega, prega, prega per i giovani, affinché TUTTI si salvino!

E: pregate per tutti questi giovani cristiani, affinché non rinneghino la fede: “Fede in DIO onnipotente e pieno di misericordia”!

AMEN, AMEN, AMEN,

Ora, figli miei, vi do la MIA Santissima Benedizione, insieme a quella della Beata VERGINE MARIA: che è tutta pura e santa: La Divina Immacolata Concezione e San Giuseppe suo castissimo sposo:

NEL NOME DEL PADRE,

NEL NOME DEL FIGLIO

NEL NOME DELLO SPIRITO SANTO,

AMEN, AMEN, AMEN,

Vi do la MIA PACE Figli miei, vi do la MIA PACE!

IO SONO DIO ONNIPOTENTE “ IL SANTO DEI SANTI: L'ETERNO ”.

IO SONO!

AMEN, AMEN, AMEN,


(Canto in lingua del messaggero MYRIAM)


AMORE, AMORE, AMORE, IO SONO L'AMORE!

IO SONO LA VIA, LA VERITÀ, LA VITA!

Chi cammina con ME “NON HA NULLA DA TEMERE”, è sotto la Mia protezione “La protezione dell'AMORE”!

AMEN, AMEN, AMEN,

Cercate prima il Regno di DIO e : Tutto vi sarà dato IN PIU'!

AMEN ,

(Alla fine delle nostre preghiere, abbiamo cantato)

DIO È AMORE, DIO È LUCE, DIO PADRE NOSTRO!

SALVE REGINA

"La nostra sì cara Corredentrice"

 


San Leopoldo Mandic, il santo Cappuccino, grande apostolo del confessionale, nella prima metà del secolo Ventesimo, nutriva un ardente amore all'Addolorata, alla "Corredentrice del genere umano", come egli amava chiamarla, affermando che l'Addolorata Corredentrice «ci ha misticamente generati ai piedi della croce attraverso il più atroce martirio che cuore di madre abbia mai conosciuto. Noi siamo veramente figli delle sue lacrime».  

San Pio da Pietrelcina, anche lui francescano Cappuccino, morto nel 1968, segnato dalle cinque stimmate sanguinanti di Gesù per cinquant'anni di vita, anch' egli chiamato a "corredimere" (come gli disse il Padre spirituale), è stato innamorato straordinario della divina Madre Corredentrice, della quale ha sperimentato e descritto i dolori con parole ardentissime di fuoco e di sangue su quello che «fu il martirio della nostra dilettissima Madre [...]. Oh, se gli uomini penetrassero questo martirio! Chi riuscirebbe a compatire questa nostra sì cara Corredentrice? Chi le ricuserebbe il bel titolo di "Regina dei martiri?"» (dall'Epistolario I, lett. 136).  

San Pio da Pietrelcina parla della «nostra sì cara Corredentrice» e la definisce "Regina dei martiri", per esprimere la somma della sofferenza patita da Maria Santissima Addolorata soprattutto lungo l'intero triduo sacro della Passione e Morte di Gesù, e in modo speciale stando sul Calvario ai piedi della Croce, là dove Ella «per l'esuberanza del dolore rimase impietrita dinanzi al Figlio crocifisso», particolarmente e precisamente quando Gesù si sentì abbandonato dal Padre: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46): quello fu il colmo dell'«ora delle tenebre» (Lc 22,53) in cui si operò il deicidio del Figlio di Dio, il Verbo Incarnato, e fu l’"ora" in cui la "spada" profetizzata dal santo vecchio Simeone alla Presentazione di Gesù Bambino nel Tempio di Gerusalemme "trapassò l'anima" della Madre e la trapassò fino all'elsa! Qui valgono davvero bene le parole poetiche scritte dal beato Iacopone da Todi nello Stabat Mater, quando descrive quei momenti dell'anima trapassata di Maria Santissima affermando che «Ella vide morire desolato il suo dolce Figlio quando emise il suo spirito». L'intera somma dei dolori di ogni martire, per tutti i luoghi e per tutti i tempi, non potrà mai equivalere al martirio che l'Addolorata, la «nostra sì cara Corredentrice», ha sofferto in unità indivisibile con il Figlio crocifisso, il Redentore universale. La «Regina dei martiri» è, per questo, il sostegno e la forza di tutti i martiri di ogni tempo, di tutte le vittime offerte in sacrificio, di tutti gli olocausti consumati e che si consumeranno sulla terra.

E il segno finale acutissimo del dolore della «Regina dei martiri» fu il colpo di lancia con cui il soldato Longino aprì il costato di Cristo, come riferisce l'evangelista san Giovanni: «Uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua» (Gv.19,34). Sant' Alfonso de' Liguori ha scritto che «al colpo della lancia tremò la croce, e il Cuore di Gesù restò diviso, come fu rivelato a Santa Brigida. Uscì sangue e acqua, perché non vi era più sangue che quelle gocce rimaste, e quelle ancora volle spargere il Salvatore, per farci intendere che egli non aveva più sangue da darci. L'ingiuria di questa lanciata fu di Gesù, ma il dolore fu di Maria».  

San Bernardo Abate, in una delle sue ammirabili pagine, a proposito della lanciata, scrive che essa non poteva più recare alcun danno a Gesù che era già morto, ma alla Madonna sì: «A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio, superò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio».  

A quell'evento finale terribile del Cuore di Gesù spaccato dalla lanciata del soldato Longino, come scrive sant' Alfonso de' Liguori, un angelo rivelò a santa Brigida che «furono tali i dolori di Maria, che per miracolo divino allora non morì. Ma negli altri dolori Ella aveva almeno il Figlio che la compativa; ora non ha nemmeno il Figlio che la compatisca». Aveva ben ragione perciò san Bernardino da Siena di dire che «se il dolore che Maria soffrì sul Calvario fosse stato diviso fra tutti gli uomini allora viventi, la parte ricevuta da ognuno, sarebbe stata bastevole a farli morire tutti sull'istante!».  

Conosciamo tutti il lamento del profeta riferito a Maria Addolorata sul Calvario, ai piedi del Crocifisso: «O voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se vi è dolore simile al mio» (Lam.1,12); e se è giusto che la «nostra sì cara Corredentrice» e «Regina dei martiri» può ben ripetere ad ogni uomo questo suo lamento materno, è ancora più giusto che ognuno di noi, con sant' Alfonso de' Liguori, dica alla «nostra sì cara Corredentrice» e «Regina dei martiri» questa umile preghiera:  

«Non disdegnare, o Madre mia, di tenermi vicino a piangere con te, giacché io ho più ragione di te di piangere per le offese che ho fatte a Gesù. Ah, Madre di misericordia, io, prima per la morte del mio Redentore e poi per i meriti dei tuoi dolori, spero il perdono e la mia eterna salute. Amen».  

Padre Stefano Manelli


IL TEMPO STA PER SCADERE, E CHI NON LO CREDE DOVREBBE DARSI IL TEMPO DI VEDERE COME TUTTO CIÒ CHE È COSTRUITO NELL'AMORE VIENE DISTRUTTO A CAUSA DELLE LORO COLPE

 


IL TEMPO STA PER SCADERE, E CHI NON LO CREDE DOVREBBE DARSI IL TEMPO DI VEDERE COME TUTTO CIÒ CHE È COSTRUITO NELL'AMORE VIENE DISTRUTTO A CAUSA DELLE LORO COLPE, CHE MINACCIANO LA VITA PONENDOVI FINE E PORTANDOLA ALLA MISERIA, RECUPERARE CIÒ CHE È STATO PERDUTO È POSSIBILE SE RIVOLGONO IL LORO CUORE E IL LORO ESSERE AD UNA CHIAMATA CHE ARRIVA NELL'AVVERTIMENTO DELL'UOMO DEL POCO TEMPO CHE GLI RIMANE. GESÙ


18 Marzo 2025

Gesù: Israele, hai infranto la mia alleanza, e hai disprezzato la vita dei suoi abitanti, hai abusato del tuo potere, è per tutto questo che ti mostrerò la mia ira, non puoi fare altro che imparare dalle tue generazioni passate, che l'obbedienza è stata il modo in cui hanno ottenuto i miei favori, oggi la malvagità sale nella mente di pochi ponendo fine alla vita di molti, Gli interessi non passano attraverso il dialogo e il perdono, solo Barabba poteva prendere le armi, io nell'orto del Getsemani, attaccando l'orecchio a un soldato, lì ho insegnato loro che chi uccide con la spada muore, niente da dire, accetta solo quello che hanno causato e che chiama sventura.

Gesù: Con la volontà si può uscire dalla miseria, la povertà interiore nasce nei grandi peccati che si commettono senza provare pentimento, allora si può solo sperare che tutto ciò che marcisce scompaia dalla terra, è così che cresce una nuova generazione che alla luce di una verità viene a riparare ciò che il male ha distrutto. li ha derubati della loro purezza, e si sono lasciati manipolare da atti che nella loro malvagità minacciano l'eternità offerta, posso solo invitarvi a svegliarvi da questo incubo, perché vedete i rumori della guerra, la divisione nelle famiglie, la ribellione della natura, è così che il Mio arrivo si avvicina ogni giorno, che sarà in inverno quando il freddo si intensificherà e l'uomo non avrà nulla con cui coprirsi perché nudo rimarranno alla Mia presenza, solo così apriranno gli occhi e la comprensione affinché pentindosi in tempo recuperino ciò che avevano perso nella loro volontà, Gesù

VITA DI SAN GIUSEPPE

 


Intercessione potente di Maria – Un giorno, più afflitto e angustiato del solito per la lontananza del suo unico bene, gli sembrava di non poter più vivere, e con una gran fede e confidenza se ne tornò al Tempio, e rivolto di nuovo al suo Dio gli porse calde suppliche, e poi gli disse che si degnasse consolarlo per il gusto grande che gli dava la Fanciulla Maria che stava al Tempio, e per i meriti e le virtù della stessa. Nello stesso tempo che Giuseppe faceva questa supplica, la Santissima Fanciulla Maria stava pregando Dio per Giuseppe, mentre in spirito Dio le fece vedere i bisogni e travagli del Santo; così Dio accondiscese alle suppliche della Santa Fanciulla e alle preghiere del suo servo fedele, e gli si manifestò con grande chiarezza, riempiendo la sua mente di lumi, e infiammando il suo cuore d’amore. Gli fece udire la sua voce nel più profondo del cuore, che gli disse: «Giuseppe, mio fedele servo ed amico, non temere perché io sono con te, non ti ho mai abbandonato. Sta’ pur sicuro dell’amore e della mia grazia!». 

Serva di Dio  Maria Cecilia Baij O.S.B. 

Preghiera per il battesimo dei bambini abortiti

 


Preghiere mistiche di Nostro Signore Gesù Cristo


"Oggi, il sangue di bambini innocenti ha riempito il cielo.
Il loro numero è troppo grande, troppo grande; l'ira del Padre Eterno sta per scendere sull'umanità.
Il loro sangue tocca il mio cuore, che sta per essere martirizzato, e aumenta il mio tormento. -
Attraverso questa preghiera, un gran numero di bambini innocenti non nati saranno salvati;

Pregatela ogni giorno e fatela conoscere al mondo.
Chiunque lo insegni non sarà perduto.
Le anime innocenti in cielo non li lasceranno perire.
Li proteggerò dal cadere nel peccato mortale mediante il mio amore e la mia misericordia".



Preghiera

Padre Celeste, il Tuo amore è eterno.
Nel tuo amore, profondo come il mare,
Tu hai redento il mondo per mezzo del Tuo unigenito Figlio, Gesù Cristo.
Guarda ora il tuo unico Figlio sulla croce,
che, per amore del proprio sé, versa incessantemente il suo sangue e perdona la società umana.
Purifica e battezza i bambini abortiti con il prezioso sangue e l'acqua del santo costato di Tuo Figlio,
che è stato appeso morto alla croce per amore della nostra redenzione.
Nel nome del + Padre e del + Figlio e del + Spirito Santo.
Possano essi ottenere la vita eterna attraverso la santità di Gesù Cristo,
essere guarito dalle sue piaghe e liberato dal suo prezioso sangue,
per gioire con i santi lì in cielo.
Amen.


Un’apparente pace risuona sulla Terra … è falso! Gli uomini parlano di pace, ma fomentano la guerra.

 


Carbonia 17.03.2025

La vita sulla Terra in queste condizioni di peccato sta per finire, il Cielo interviene con tutto il Suo Amore a prendere i Suoi figli e ricoverarli in un luogo al sicuro.

La tempesta si abbatterà all’improvviso, un tuono assordante cavalcherà l’Universo, il Basta di Dio è per essere avvertito dagli uomini.

Amati figli, Io sono Colui che Sono! Chi si mette contro di Me segna la propria condanna, mentre chi abbraccerà la Mia voce entrerà a godere del Mio Nuovo Regno sulla Terra.

La Parola di Dio è una e una sarà per sempre!

Un’apparente pace risuona sulla Terra … è falso! Gli uomini parlano di pace, ma fomentano la guerra.

Preparatevi, figli Miei, preparate i vostri cuori, siate fermi nella fede, il Mio braccio ora cadrà sui malfattori, distruggerò il tempio satanico e innalzerò il Mio Nuovo Tempio e sarà glorioso in eterno!

Richiamo a Me i Miei figli, li metterò in Me, mentre allontanerò coloro che Mi hanno tradito, che Mi hanno lusingato con promesse false! Sto per cancellare ogni iniquità, cancellerò dalla faccia della Terra i falsari.

Ahhh!…che dolore! che dolore in Me che vi attendevo al Mio Seno per donarvi la vita nuova in Me, farvi partecipi di un nuovo Paradiso. Poveri figli, siete caduti nella vostra superbia!

Sto per aprire le Mie case nel mondo, degne di ricoverare i Miei figli, nulla mancherà loro perché Io, Dio, li colmerò di ogni Mio bene.

Oh uomini presuntuosi, ora vedrete crollare i vostri castelli, questi saranno sepolti dalle macerie, …resterete nudi, affamati e disperati, urlerete il Mio aiuto, ma Io non vi aprirò il Mio Cuore, non ascolterò il vostro pianto come voi non avete fatto con i vostri fratelli: … le Mie perle sulla Terra!

Cala il sipario su questa Umanità, su questa storia antica, la Nuova Era sarà goduta da chi veramente ha servito Me, il Dio dell’Amore e ha partecipato al Mio Progetto d’amore.

La Luna rossa ha già marcato il tempo!

La grande purificazione è in arrivo!

Riparate ai vostri errori, o uomini, fate in fretta, non c’è più tempo da perdere.

Nessun uomo, nessun prete, nessun vescovo, nessun cardinale, nessun papa, hanno il potere di riscrivere la Parola di Dio.



Nessun uomo, nessun prete, nessun vescovo, nessun cardinale, nessun papa, hanno il potere di riscrivere la Parola di Dio. 


Mia amata figlia prediletta, i Miei poveri servitori sacri, dopo che la Liturgia sarà stata manipolata e profanata davanti a Me, verranno correndo da Me, in grande dolore. Solo quando ciò accadrà, si renderanno conto che la Parola di Dio è resa nota per mezzo del profeta di Dio, e che è la Verità. La Parola di Dio è la Verità. Può essere solo la Verità intera, se le profezie date ai figli di Dio vengono da Lui, altrimenti non lo è per nulla. 

Molti si raduneranno e si uniranno per prepararsi a rendere omaggio a Me, in un modo che Mi onora, perché niente ostacolerà il loro modo di difendere la Mia Santa Parola, i Miei Santi Sacramenti, la Mia Santa Messa e la Santissima Eucaristia. Ma anche allora, molti non vedranno gli errori che stanno per essere presentati alle anime ignare. 

Solo quando verrà affermato che la Chiesa di Dio è in unione con i pagani e le loro ridicole pratiche, un più gran numero di Miei sacri servitori capirà veramente cosa sta succedendo. Solo quando simboli pagani e segni satanici cominceranno ad essere mostrati all‟interno, sopra e fuori dalle porte esterne delle Chiese cristiane, fuggiranno di corsa per le loro vite. Ci sarà una grande paura nei loro cuori perché molti di loro, in quella fase, non avranno un posto dove andare, in quanto non saranno riusciti a prepararsi per questo giorno. Essi saranno quelli che saranno braccati perché non hanno risposto alla Mia Chiamata. Il loro orgoglio e il loro ego ha impedito loro di riconoscere la Mia Voce. Molti dei Miei sacri servitori saranno presi alla sprovvista, e molti saranno impotenti contro il regno del falso profeta e del suo alleato, l‟anticristo. Questi due saranno spietati nel loro tentativo di controllare tutte le nazioni, e tutti coloro che oseranno opporsi ai loro metodi verranno distrutti. 

Mentre quei servitori sacri all‟interno della Mia Chiesa sulla terra saranno intrappolati, a meno che non si siano preparati, sono le anime dei fedeli, i Miei fedeli seguaci, di Me Gesù Cristo, che possono essere indotti nel grave errore che mi fa tanto soffrire. Molti avranno paura di mostrare slealtà verso la Chiesa, anche quando i Miei Insegnamenti, la Mia Santa Dottrina, e tutti i Sacramenti saranno stati alterati. Fate loro sapere ora che nessun uomo, nessun prete, nessun vescovo, nessun cardinale, nessun papa, ha l‟autorità di riscrivere la Parola di Dio. Quando lo fanno, infrangono la legge di Dio. Solo la Chiesa di Dio che resta fedele ai Miei Insegnamenti, è infallibile. Una volta che il vincolo, quel vincolo, in cui la Verità è affermata solo nel Mio Nome, si è spezzato, diventano separati da Me. Io sono la Chiesa. Voi, Miei discepoli, Miei sacri servitori, siete parte di Me quando siete uniti alla Mia Santa Dottrina. 

La Chiesa, la Mia Chiesa, rimarrà intatta, perché la Verità non potrà mai cambiare. Coloro che si separano da Me non possono far parte della Mia Chiesa sulla Terra. 

Il vostro Gesù. 

19 Settembre 2013 

martedì 18 marzo 2025

AMAMI COME SEI

 


Confidenze del Sacro Cuore


Ricorda, Io sono il tuo Dio, il tuo Signore, il tuo Salvatore, il tuo Maestro, il tuo Fratello, il tuo Amico, se credi in Me, Io vivo con te sempre e ti amo. Amami come sei, lascia il resto a Me. Conosco le tue miserie, l'afflizione e la tribolazione della tua anima, la debolezza e la malattia del tuo corpo, la viltà dei tuoi peccati, nonostante tutto ciò che ti dico, dammi il tuo cuore, amami così come sei, se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non mi amerai mai. Anche se siete deboli nell'esercizio del dovere e della virtù, non vi permetto di non amarmi "amatemi come siete". In ogni momento, in qualsiasi situazione ti trovi, nel fervore o nella tiepidezza, nella fedeltà o nell'infedeltà, "amami come sei", voglio il povero amore del tuo cuore, se aspetti di essere perfetto non mi amerai mai, cosa non potrei forse fare di ogni granello di sabbia, un serafino raggiante di purezza, della nobiltà e dell'amore? Non sono io l'Onnipotente, e se mi piace lasciare quegli esseri meravigliosi in formazione, e preferisco il povero amore del tuo cuore al loro? Non sono io il padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che ti ami. Voglio il tuo cuore, voglio certamente trasformarti nel tempo ma per ora ti voglio così come sei e voglio che tu faccia lo stesso. Voglio vedere l'amore emergere dalle profondità della tua miseria. Padrone di te, anche della tua debolezza; Amo il tuo amore, povero e miserabile; Voglio che venga dal profondo del tuo essere, un grido continuo: GESÙ TI AMO. Voglio solo la canzone d'amore del tuo cuore.

Non ho bisogno della tua scienza o del tuo talento, solo una cosa conta, è vederti vivere amorevole. Avrei potuto destinarti a grandi cose, ma no; saresti un servo inutile.

Ti amo anche se sei così piccolo, perché ti ho fatto per amore. Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, dammi l'elemosina del tuo amore. Io, Re dei Re, ti cerco e aspetto, affrettati ad aprirmi, non invocare la tua miseria; Se conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che addolorerebbe il mio cuore sarebbe vederti dubitare di Me e mancare alla fede. Voglio che pensiate a Me ogni ora del giorno e della notte. Voglio che tu faccia, anche l'azione più insignificante, solo per amore. Conto su di te per amarmi e darmi gloria. Quando dovrai soffrire, ti darò forza. Dammi il tuo amore e ti insegnerò ad amare, al di là di quello che hai sempre sognato, ma ricordati, amami come sei. Ti ho dato mia Madre, lascia tutto nel suo Cuore Purissimo, qualunque cosa accada. Non aspettare di essere un santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai, vai ad amarmi così come sei.

27 DICEMBRE 1978

Il giudizio particolare

 


***

Leggiamo in una storia riportata da san Giovanni Climaco, un esempio che ci dimostra, in parte, la severità della giustizia di Dio verso il peccatore. Egli ci narra che un suo amico, di nome Giovanni Sabaita, gli aveva detto che in un monastero dell’Asia, c’era un tale che, notando che il superiore lo trattava con eccessiva bontà e dolcezza, pensava che ciò gli sarebbe stato di danno, e, per questo gli chiese di trasferirsi in un altro monastero. Essendo partito, la prima notte trascorsa lì, vide in sogno una persona che gli domandava conto delle sue azioni. Dopo un esame molto severo, si ritrovò debitore alla giustizia divina di una somma considerevole, e il buon Dio gli faceva notare che ancora egli non aveva fatto nulla per espiare i suoi peccati. Terrorizzato da questa visione, rimase altri tre anni in quel luogo, dove il buon Dio, volendo fargli espiare i suoi peccati, permise che venisse disprezzato e maltrattato da tutti. Sembrava che ognuno si incaricasse di farlo soffrire; ciò nonostante, non si lamentava mai. In un’altra visione, il buon Dio gli fece vedere che ancora non aveva saldato neanche un terzo del debito che aveva contratto verso la sua giustizia. Tutto pieno di spavento, si finse pazzo, e protrasse questo genere di vita per tredici anni; in seguito a ciò il buon Dio gli disse che ancora aveva pagato solo la metà del debito. Non sapendo più cosa fare, il poveretto trascorse il resto della vita implorando Dio perché gli usasse misericordia. Non metteva più né limite né misura alle sue penitenze. “Ah! Signore, diceva, non avrai forse pietà di me? Fammi soffrire tutto ciò che vuoi, ma perdonami!”. E fu così che, prima di morire, il buon Dio gli disse che i suoi peccati erano stati perdonati. Ebbene! Fratelli miei, come oseremo sperare che i nostri peccati siano cancellati, solo perché li abbiamo confessati, e perché abbiamo chiesto perdono al buon Dio solo a parole? (Il santo intende dire che, anche dopo la confessione sacramentale, resta da scontare la pena per i peccati commessi; n.d.t.). Ahimè! Quanti cristiani sono completamente ciechi, pensando di aver fatto tutto, quando ancora non hanno fatto niente, e se ne accorgeranno! Il buon Dio farà loro vedere ciò che i loro peccati meritavano, e le penitenze che per essi hanno fatto. E allora, ahimè! Quanti cristiani perduti! Ma, fratelli miei, il giudizio particolare si svolgerà anche su un altro aspetto della vita cristiana. Sebbene ciò che ho detto finora sembra già essere molto severo, quello che sto per dire non è meno terribile. Voglio dire, che Gesù ci giudicherà su tutto quel bene che avremmo potuto fare, ma che non abbiamo fatto. Gesù metterà davanti agli occhi del peccatore tutte le preghiere che non ha fatto, ma che avrebbe potuto fare, e così pure, tutti i sacramenti che avrebbe potuto ricevere durante la sua vita. Quante volte in più avrebbe potuto ricevere il suo Corpo e il suo Sangue, se gli fosse importato di condurre una vita più santa? Gesù Cristo gli chiederà conto anche di tutte quelle volte che ha avuto l’idea di compiere qualche buona azione, ma poi non l’ha compiuta. Quante preghiere, quante messe, quante confessioni, quante penitenze, quanti doveri di carità avrebbe potuto rendere al prossimo! Quante rinunce durante i pasti o quante visite in meno (ai suoi conoscenti), e quante visite in più al Santissimo Sacramento, nel giorno di domenica! Ahimè! Quante buone opere mancate, sulle quali subiremo il giudizio! Gesù Cristo ci chiederà conto perfino di tutto il bene che gli altri avrebbero potuto fare, se noi avessimo dato loro il buon esempio! Ah! Dio grande, che ne sarà di noi? Ma, voi mi chiederete, cosa dobbiamo fare per rassicurarci, in quel momento così triste per chi è vissuto nel peccato, senza pretendere di piegare la giustizia di Dio che i nostri peccati hanno così grandemente irritato? Vi rispondo subito. Anzitutto dobbiamo rientrare in noi stessi, e pensare seriamente che ancora non abbiamo fatto nulla che ci possa dare speranza in quel momento. Infatti, tutti nostri peccati sono scritti in un libro che il demonio presenterà a Dio per farci giudicare, per far conoscere a Lui i nostri peccati, anche quelli più nascosti (così scrive il santo, ma è un modo di dire, per farsi intendere meglio dai suoi uditori; Dio sa già tutto; n.d.t.). Poi dobbiamo restituire, sull’esempio di Zaccheo, tutto ciò che non è nostro; in caso contrario giammai potremo evitare l’inferno. Occorre nutrire un grande dolore per i nostri peccati, piangere su di essi come fece il santo re Davide, che pianse il suo peccato fino alla morte ed evitò di ricaderci. Bisogna umiliarsi profondamente davanti al buon Dio, accettando tutto ciò che il buon Dio vorrà mandarci, non soltanto con sottomissione, ma con grande gioia. Infatti non c’è via di mezzo: o si piange in questo mondo o si piangerà nell’altro, là dove le lacrime non serviranno più a nulla, e la penitenza non riceverà alcun merito. Occorre, inoltre, non perdere mai di vista il pensiero che non conosciamo il giorno in cui saremo giudicati, e che se disgraziatamente fossimo trovati in stato di peccato, saremmo perduti per tutta l’eternità.

Che concludere da tutto quello che si è detto, fratelli miei? Anzitutto dobbiamo riconoscere di essere veramente ciechi, dal momento che nessuno di noi può dire di essere pronto a comparire davanti a Gesù Cristo, e che, malgrado questa certezza di non essere pronti, nessuno di noi fa un passo avanti verso il buon Dio, per assicurarsi una sentenza favorevole. O mio Dio! Com’è cieco il peccatore! Ahimè! Com’è deplorevole la sorte che lo aspetta! No, no, fratelli miei, non viviamo più come degli insensati, poiché nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, Gesù Cristo busserà alla nostra porta. Beato colui che non ha atteso fino a quel momento per prepararsi! E’ questo che vi auguro…

S. Giovanni Maria Vianney


Non c'è altro cammino se non l'amore, l'amore maturo che Mio Figlio vi insegnò e continua ad insegnarvi,

 


APPARIZIONE STRAORDINARIA DELLA VERGINE MARIA NEL CENTRO MARIANO DI FIGUEIRA, MINAS GERAIS, BRASILE, AL VEGGENTE FRATE ELÍAS DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS, PER L'INCONTRO DI PREGHIERA DI NATALE


Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Anche quando la crosta della Terra sembra essere oscura, la Luce della Stella di Betlemme brilla sull'umanità, portando l'impulso cosmico di Dio alla Creazione e al pianeta.

È verso questo dove oggi voglio portarvi, dove i vostri spiriti necessitano di elevarsi per unirsi all'Essenza della Creazione e dell'Universo; ricordando, in questo tempo ed in quest'ora, che Dio ha un Progetto per questa umanità e per questo pianeta, così come Egli ha scritto la Sua Volontà per ogni cuore umano.

Ricordate che vivere la Volontà di Dio non è impossibile. Ecco la Schiava del Signore, che ascoltò nel Suo interiore la Chiamata di Dio, attraverso la presenza dell'Arcangelo Gabriele.

Oggi, voglio che ricordiate e teniate molto presente che quella Chiamata di Dio continua a risuonare in questo universo e, soprattutto, nei mondi interni che sono aperti per poterLa ascoltare.

Quella chiamata risuona attraverso il vostro angelo della guardia, invisibile ed insondabile Presenza Eterna del Padre, servizio incondizionato ed anonimo che accompagna tutti gli apostoli di Cristo nella loro camminata sulla Terra.

Voglio che oggi non solo contempliate la Nascita di Cristo nel vostro mondo interiore, ma che possiate anche avere coscienza in quest'ora importante del pianeta di ciò che Cristo necessita di costruire attraverso quest'Opera, formata da anime autoconvocate da un tempo.

Così, Mio Figlio potrà intercedere ed intervenire nell'umanità, specialmente nelle cause che sembrano impossibili o difficili da risolvere; e, anche così, Mio Figlio potrà intercedere per mezzo della Sua Grazia e del Suo Amore negli aspetti delle vostre coscienze che non si vogliono ancora trasformare.

Però seguite il cammino che oggi Io vi indico, il cammino verso la purezza e l'innocenza interiore, che ognuna delle vostre anime e ognuna delle anime dei vostri fratelli hanno potuto concepire nel grembo delle vostre madri, durante la vostra gestazione.

Immaginate quanto è meravigliosa la Creazione di Dio; perché, così come Gesù, anche se era un bambino, rifletteva la Purezza e l'Innocenza incarnate di Dio, ognuno di voi e dei vostri fratelli in questo mondo che provengono dalla stessa Fonte Creatrice, dagli stessi spazi di questo Universo Maggiore, conservano quella piccola molecola di Luce che vi ricorda la vostra purezza ed innocenza interiore.

Oggi non vi parlo di infantilità, ma di una purezza e di un'innocenza matura, che sono unite alla Fonte della Creazione ed alla Volontà del Padre. Questo è ciò che l'umanità necessita di recuperare affinché le guerre possano finire, affinché i conflitti possano essere sciolti, affinché le vostre proprie resistenze possano trasformarsi.

Figli amati, non c'è altro cammino se non l'amore, l'amore maturo che Mio Figlio vi insegnò e continua ad insegnarvi, l'amore che accetta e che include, l'amore che si arrende e che si rassegna, l'amore maturo che si umilia davanti al Padre Celeste per vedersi insignificante e piccolo dentro di questo grande universo, così come la vostra Madre Celeste si vide davanti all'Arcangelo Gabriele.

Per questo, oggi colloco a vostra disposizione lo Specchio del Mio Cuore e per mezzo di questo sacro incontro e di questo momento, attraverso il Mio Cuore Immacolato rifletto il principio d'Innocenza e di Purezza di Dio, affinché voi stessi ed i vostri fratelli possiate recuperarLo, e penserete come lo farete?

Tutto comincia, cari figli, attraverso le vostre intenzioni e pensieri, e questo finirà di riflettersi nelle vostre decisioni.

Per questo, Dio è attento a questo momento ed a questa congiuntura spirituale speciale della Nascita di Cristo; perché oggi non celebriamo una data storica, ma il ricordo del sacrificio del Dio Vivo incarnato attraverso il Suo Figlio, che si offrì per amore a voi per potervi consegnare, attraverso Cristo, la vostra salvezza.

E questo non può essere una cosa passeggera. Approfittate di questo momento e di questa congiuntura davanti alla presenza della propria Gerarchia Spirituale, davanti al Regno di Mirna Jad che oggi brilla in modo speciale nei vostri mondi interni affinché voi possiate bere di nuovo dalla fonte e dai suoi principi di cura.

Cos'è che voi non avete ancora potuto curare?

Cos'è che voi non avete ancora potuto perdonare?

Cos'è che voi non avete ancora potuto accettare e riconoscere?

Qual è la barriera che si colloca tra voi e Dio per poter accettare in assoluta consegna la Sua Volontà?

Amati figli, servitevi di questa congiuntura spirituale della Nascita di Cristo.

Tornate da voi per incontrare il vostro bambino interiore, non per ricordare i vostri traumi e le vostre ferite, ma per ricordare e riprendere la vostra innocenza e purezza.

I vostri angeli della guardia aprono questa porta affinché molti altri bambini interni nel mondo possano curarsi; e i cuori non rimangano più induriti, indifferenti alla Chiamata di Dio, indifferenti al cambiamento ed a questo momento che la Gerarchia benedice e consacra per riprendere l'essenza della vostra vita gruppale ed evolutiva.

Quante volte gli apostoli, cari figli, dovettero riprendere il cammino che Cristo gli indicava? Quante volte dovettero rendersi conto che erano sbagliati, che dovevano essere umili e semplici per compiere rettamente la Legge del Signore?

Senza umiltà nulla si può fare, Miei amati figli. Dio non potrebbe essere Dio se non fosse umile. Accettate la scuola della Sua umiltà e sarete liberi da voi stessi.

Il Mio silenzio contempla anche le necessità e le preghiere del mondo in questo giorno in cui tutti hanno la Grazia di riconsacrarsi al Bambino Re affinché le basi della Sua Opera siano rafforzate, affinché i vostri principi spirituali siano adempiuti, affinché la fiamma del Divino Proposito di Dio continui ad illuminare il cammino di tutti i discepoli e discepole di Cristo, in questa notte oscura che ognuno sta apprendendo a vivere e ad attraversare.

Però Io vi chiedo, Miei cari figli, di non fermarvi nella vostra propria oscurità, ma di vedere in fondo al cammino, alla fine del cammino spirituale, come comincia a sorgere la Luce di Dio; perché Cristo si incarnò per far sapere al mondo che Egli è la Luce del mondo, il Signore del mondo, il Re dell'Universo.   

La Sua Luce non può (accedervi,?) perché la Sua Luce viene a guidarvi, a portarvi verso il Regno di Dio, dove Dio Si aspetta di avervi vicini, in coscienza e sapienza.

Oggi Cristo, Mio Figlio, contempla, tra le Sue Mani, il Piano che Dio Gli consegnò per quest'Opera e per tante altre opere di bontà nel mondo. E questo Progetto si compirà unicamente attraverso le anime, di quelli che imitano la rassegnazione di Maria ed il sì a Dio della Madre di Dio, attraverso l'Arcangelo Gabriele.

Contemplate e vivete questo momento spirituale, il sì di Maria. Per questo, oggi è possibile la redenzione del mondo, la liberazione del male, la trasformazione e conversione dei cuori, la consacrazione delle famiglie, la cura dei mondi interni e tutte le Grazie concesse e quelle che possano essere consegnate ai cuori fedeli al Signore.


Oh, sacro popolo d'Israele!,
oggi esteso su tutta la faccia della Terra,
alzati e cammina.

Ascolta la Voce del Signore, tuo Dio,
che fa eco come un grande tuono in questo universo
e che il Suo Amore si rifletta come un grande frutto
nei cuori che confidano in Adonai.

Segui i passi, oh, Israele!,
che il Signore, tuo Dio, ti sta indicando.

Non resistere, non indietreggiare,
ma avanza attraverso la Luce
che benedice il tuo cammino e
ognuno dei tuoi passi.

Oh, Israele!, popolo sacro,
renditi degno davanti a Dio, Nostro Signore.
Sii il riflesso della Sua Volontà eterna,
del Suo Amore e della Sua Unità incommensurabile.

Le chiavi ti furono già consegnate,
apri le porte al nuovo tempo, oh, Israele!
Il Signore sta già tornando.
Il Signore sta già arrivando.
Preparati internamente per riconoscere
la Luce del Suo Volto e la presenza del Suo Cuore.


Discepoli e discepole d'Israele, è giunto il tempo preparatorio del Ritorno di Cristo. Lo accompagnerete?

Per la Luce e la Grazia che benedice questo momento, vi ringrazio per rispondere alla Mia chiamata e per aprire le orecchie del cuore per ascoltare la Sacra Parola di Dio attraverso la Sua Schiava, la Madre del Mondo.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

I FIORETTI DI SAN GASPARE

 


È S. Giorgio, Monsignore

«Siamo in bisogno di molte cose... qui, però, trovo le mie delizie, perché vi è solitudine e campo di far del bene alle anime». Così scriveva da S. Felice D. Gaetano Bonanni, romano, nato il 16.6.1776. Si racconta anche che la mamma, prima di darlo alla luce, avesse visto dalla terrazza un raggio luminoso, come di una stella, venuto a cadere sulla sua casa, e interpretò il fenomeno di lieto auspicio per la futura santità del figliolo. E non si sbagliò.

Per Gaspare il Bonanni, già prima della prigionia, fu come fratello, a lui unito in tutte le opere buone della città di Roma, e poi compagno nel porre la prima pietra spirituale nella fondazione della nuova Congregazione, sorta in S. Felice. Anzi, siccome anch'egli, senza saper nulla di Gaspare, aveva avuto l'idea di riunire volenterosi sacerdoti, che si dedicassero alla predicazione delle Missioni - idea che poi lasciò cadere - Gaspare, nella sua grande umiltà e per la stima che aveva di questo suo fraterno amico, fece del tutto per farlo apparire come fondatore fino al punto da volere che fosse a lui intestato il Re-scritto col quale Pio VII donava a Gaspare quel vecchio Convento.

Il Bonanni da giovane fu guarito miracolosamente da tumore al collo e vide nel prodigio la chiamata di Dio, per cui rinunziò alle ricchezze della famiglia e prese la via del sacerdozio, unendosi a Gaspare «in un solo cuore per lavorare nel campo del Signore». Ospedali, infanzia abbandonata, carceri, ospizio di S. Galla, visite a famiglie povere, li videro sempre assieme. Li separò per qualche anno solo la prigionia di Gaspare. Al Bonanni non fu imposto l'iniquo giuramento e poté restare a Roma. Subito dopo la prigionia si ritrovarono uniti, prima nella Confraternita del Prez.mo Sangue di S. Nicola in Carcere e poi a S. Felice.

Non è davvero facile dire dell' operosità di quest' Uomo di Dio! Nella cronaca di S. Felice è elencato il numero stragrande delle sue predicazioni in Umbria ed in altre parti d'Italia. A tali fatiche, come non bastassero, aggiungeva le più dure mortificazioni, digiuni e discipline. Così anch' egli fu tra quei primi santi missionari, che fecero di S. Felice una Casa di Santi ed attirarono su quel colle un gran numero di anime desiderose di tornare a Dio. «Andiamo al paradiso di S. Felice!» dicevano i fedeli, e accorrevano da ogni dove.

Lo zelo apostolico e la santità attirarono su di lui l'attenzione di Pio VII, che lo volle vescovo di Norcia, nonostante il suo reiterato umile rifiuto. Ma per lui fu solo questione di «cambiar posto», perché anche nel vescovado continuò la sua vita missionaria. In Diocesi e nei dintorni era chiamato il Vescovo Santo, tanta era la sua modestia, il rifiuto di ogni onore e lusso, l'estrema povertà, la dedizione assoluta al bene della Diocesi. Perfino i rivoluzionari e i settari deposero ogni idea di ribellione e rigettarono le loro idee atee in ossequio alla santità del loro Vescovo. Di lui sono rimaste anche numerose testimonianze difatti straordinari.

Mons. Bonanni, com'era naturale, dedicava particolari premure ai giovani seminaristi e si recava spesso a pregare, a studiare e a desinare con loro. Un giorno capitò, inatteso, nello studio dei più grandi, i quali, invece di studiare, stavano giocando a... carte! Furono lesti a nasconderle tra i libri, ma non tanto da non lasciare sul tavolino un cavallo col suo bravo cavaliere. Il buon Vescovo, che non aveva mai giocato a carte in vita sua, chiese: «Che santo è?» Il seminarista accortosi dell'ingenuità del suo Vescovo, s'affrettò a rispondere:

«E S. Giorgio, Monsignore». Il Vescovo santo baciò la carta e soggiunse: «Siategli devoti, fu un gran santo».

Qualcuno sorriderà a quest'episodio e si domanderà: «Un Vescovo di molta dottrina e di tanta esperienza sulla malizia umana e, per giunta, vissuto a Roma, così sempliciotto?» Già S. Gregorio Magno così scriveva: «Quelli del mondo nulla sanno della genuina semplicità dei santi e chiamano stoltezza l'innocenza dei giusti». Il candido cuore del santo Vescovo, come avrebbe potuto pensar male dei suoi giovani, che avevano scelto di dedicarsi a Dio nel sacerdozio? E poi cosa c'era di così grave in quei giovani che, pur trasgredendo la disciplina, volevano solo divertirsi un po'?

Il Vescovo Santo, santamente morì il 17 agosto 1848.


TORNATE A ME NELLE VOSTRE LIBERTÀ, CHIAMO CIASCUNO DI VOI PER NOME, DOVRETE RENDERE CONTO DELLE VOSTRE RIBELLIONI.

 


Chiunque nella sua libertà si avvicini al Dio dell'amore e implori il perdono con vero pentimento, sarà salvato dalle sue aberrazioni. Io, il tuo Dio che ti ha pensato Santo, libererò la tua anima da quell'oppressione, spezzerò le catene che ti tengono prigioniero e restituirò la tua vita, affinché sostenuto dalla mia grazia tu possa uscire e venire vestito delle nozze dell'Agnello.

Beato sulla terra chi si ricorda del suo Dio e osserva i miei comandamenti. A ciascuno ho dato la dignità di figlio dell'Altissimo e tutti sono stati creati nell'amore. Perché lasciar passare il tempo se non conosci il giorno e l'ora in cui sarai in me?

María Rocío. 04/11/ 16