L’odio che il demonio da sempre porta all’uomo può essere definito classico. L’odio forma la sindrome del demonio, il complesso delle sue deficienze, debolezze, infermità, passioni, aspirazioni estreme. Dopo Dio è l’uomo l’oggetto di questo odio. Sant’Agostino afferma: «Se il diavolo di sua iniziativa potesse fare qualche cosa, non resterebbe un uomo sulla terra». E san Bonaventura aggiunge:
«Tanta è la crudeltà del demonio che ci divorerebbe a ogni ora se la divina protezione non ci custodisse».
Egli lavora a danno dell’uomo, ma solo entro i limiti che gli sono stati accordati da Dio, ai quali non può sfuggire e che non può oltrepassare. Un antico teologo tedesco del Seicento, Pietro Tireo, dice:
«Il diavolo potendo molestare moltissimo e desiderando ardentemente di farlo, non gli è permesso.
Dipende totalmente dalla volontà e dalla permissione di Colui che egli odia in sommo grado, e quel poco che gli è concesso di fare è sempre da Dio orientato al bene, con suo sommo dispetto e confusione».
La tentazione del maligno non è volta soltanto all’individuo singolo ma a tutta l’umanità in generale, a tutto il mondo nel suo complesso. Non è quindi fuori luogo, o esagerazione retorica, parlare di un mondo insatanato, infestato dal maligno, in aperto contrasto non solo a Dio, ma anche all’uomo, al suo benessere, alla sua pace, al suo progresso. Già san Giovanni apostolo diceva che tutto ciò che nel mondo esiste è racchiuso nelle tre concupiscenze che rovinano l’uomo (1 Gv 2,16) e che il mondo stesso è posto tutto nel maligno (ivi, 5,19).
Sarebbe errato certamente attribuire al solo demonio tutto il male che oggi esiste e si fa pesantemente sentire in noi e intorno a noi. E l’uomo stesso il primo «tormentatore di se stesso», come l’aveva definito l’antico poeta greco. Tutte le volte che l’uomo si ribella alle norme dell’ordine stabilito, alla legge superiore che non si trasgredisce mai impunemente, tutte le volte chenega il vero e afferma il falso, che sopravaluta se stesso fino a erigersi e a proclamarsi dio, fino a ritenersi arbitro del bene e del male, giudice assoluto della moralità o immoralità dei suoi atti, che trasforma in violenza il potere, in menzogna l’informazione, in strumento di morte i mezzi che devono servire solamente alla difesa della vita, ecco, è egli stesso che cerca il suo male, è egli stessocolui al quale si adattano in pieno le severe parole di Virgilio all’empio Capaneo della mitologia:
Nullo martiro fuor che la tua rabbia
sarebbe al tuo furor dolor compito.
Inferno 14, 65-66.
Ma sarebbe nello stesso tempo errato attribuire tutto all’uomo escludendo il demonio, non tenendo conto dell’occulta regia che egli conduce nelle vicissitudini fortunose della storia umana. Al più si potrà dire — e purtroppo quasi sempre a ragione — che l’uomo si fa collaboratore e alleato di satana a danno di se stesso e dei suoi simili entrando al suo servizio..
Non è sempre facile definire che cosa possa favorire questa apertura a satana e fino a qual punto essa si possa spingere. Tuttavia certa è una cosa: che in questi ultimi anni e decenni, prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, sono accaduti nel mondo, e specialmente in Europa, fatti ditale raffinata malvagità e perversità — deportazioni in massa, eccidi collettivi, genocidi, campi di concentramento, arcipelaghi gulag — che a stento si può escludere una presenza diabolica. Homo homini lupus, ma in molti casi la crudeltà e la ferocia del lupo impallidisce al confronto di quella dell’uomo inferocito contro l’uomo.
Gli anni della seconda guerra mondiale, 1940-1945, sono apparsi ai più come lo scatenamento di satana nel mondo. Sociologi, filosofi, storici hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno. Volendo trovare una risposta plausibile hanno tentato di risalire alle cause e la principale l’hanno trovata nella presenza e nell’influsso di questa potenza infernale.30
Nel 1937 il papa Pio XI scriveva due celebri encicliche, una a condanna del nazismo hitleriano, Mit brennender Sorge del 14 marzo 1937, e una a condanna del marxismo comunista, Divini Redemptoris del 19 marzo 1937. In tutti e due quei movimenti sovversivi, caratterizzati da un rifiuto sistematico di Dio, anzi da un odio a Dio spinto fino alla pazzia, egli ravvisava e denunciava una chiara invasione satanica. Uno studioso, che a suo tempo aveva analizzato il fenomeno nazista, Alois Mayer, ha scritto:
«Nel nazionalsocialismo il demonismo s’impadronisce di tutta la società col proposito ben definito di assimilare tutta la nazione e poi tutto il mondo. Il demonismo diventa un fenomeno generale, nonsolo, ma addirittura una forma di vita e di attività per l’individuo e per la società, una nuova organizzazione del mondo e dell’umanità». Mettendo al posto della parola «nazionalsocialismo» quella di comunismo ateo si può dire la stessa cosa senza cambiare una virgola.
Konrad Algermissen, già da noi citato, non ha difficoltà a vedere in tutto il movimento del bolscevismo una chiara impronta demoniaca:
«La caratteristica russo — scrive egli — è di spingere ogni cosa agli estremi, e l’ateismo stesso, per il fondo intimamente religioso della sua anima, si trasforma in attiva milizia contro Dio. Questa spiegazione fondamentale non basta tuttavia da sola: possiamo a buon diritto sostenere di avere innanzi a noi, in questo movimento ateistico, le ultime escrescenze dell’umano errore unite alla malvagità demoniaca. Nello spirito diabolico riconosciamo un’ultima causa del moderno movimento ateistico organizzato dal bolscevismo».31
Il carattere satanico del bolscevismo ateo era già stato, per così dire, profetizzato dal genio di Fjodor Dostojewski che mezzo secolo prima ne aveva tracciato le linee con una precisione di termini impressionante.
Quando si pensa alla penetrazione capillare del pensiero marxista in tutto il mondo, non escluse quelle parti e quegli ambienti che a parole si dichiarano antimarxisti, si può meglio comprendere quanto sia esteso il potere del demonio: potere non limitato a un paese solo, o a un solo partito, o a una sola corrente ideologica, ma veramente e- steso a tutto il mondo. La storia ricorda i grandi imperi che hanno allargato il loro dominio su vastissime parti dell’umanità, Alessandro Magno che congiunge il Mediterraneo con l’Indo, Giulio Cesare che si impone a tutta l’Europa e a tutto il bacino del Mediterraneo, gli imperi degli spagnoli e dei portoghesi nel Quattro e Cinquecento che si erano divisi il mondo, Carlo Quinto sui cui domini non tramontava mai il sole, Napoleone che ha fatto tremare e caracollare tutti i troni d’Europa, il vasto impero inglese fino alla seconda guerra mondiale. Ma nessuno di questi enormi complessi politici e militari aveva mai raggiunto l’estensione del marxismo, penetrato in tutti gli angoli e accettato da milioni e da miliardi di uomini: il vero governo mondiale sognato dai rivoluzionari di tutti i tempi.
L’influsso delle potenze demoniache diventa in particolar modo efficace dove gli uomini vengono ridotti a massa. L’uomo spersonalizzato è particolarmente debole di fronte alle seduzioni del demonio. Nel processo di spersonalizzazione dell’uomo giocano un ruolo determinante i regimi totalitari, come l’esperienza quotidiana dimostra. Per questo papa Giovanni Paolo II insiste con tanta forza sulla dignità, libertà e diritti della persona umana anche come mezzo di difesa e segno di indipendenza di fronte ai suoi nemici spirituali e politici.
Non è facile elencare e analizzare le forme di influsso satanico nella società moderna. Che siano molte e variegate lo riconoscono tutti, anche se tutti, poi, per conformismo o per falso pudore, non hanno il coraggio di denunciarle quando se ne presenta il momento. La storia umana di tutti i tempi, dai più antichi ai nostri giorni, si presenta scritta come su due filoni distinti e inconfondibili che non s’incontrano mai, che invece si combattono e si ostacolano a vicenda. Questi due filoni sono stati individuati molte volte e definiti con diversi nomi. E merito indiscusso di sant’Agostino, come abbiamo detto in altra parte di questo lavoro, l’aver focalizzato la duplice dimensione della storia umana nelle due città, la città di Dio e la città dell’uomo, o la città di satana. Non si tratta di due luoghi, o di due pòieis, ma di due dimensioni del divenire umano che fluisce nel tempo verso la parusia. Esse s’intrecciano continuamente senza mai confondersi. La storia dell’uomo non è mai lineare e omogenea, ma dialettica, irta di tensioni che non si ripetono ma hanno uno sviluppo teleguidato che sant’Agostino — e non soltanto lui — attribuisce a una regia superiore, stimolante e frenante allo stesso tempo. C’è, in una parola, il filone del bene e il filone del male. Il filone del bene, della verità, della bontà, del progresso umano, che prende il nome di Provvidenza, e il filone del male, della menzogna, dell’odio, del regresso e della morte che prende il nome di satana, il principe di questo mondo.
Per tracciare un quadro anche sommario di questo secondo filone, che per la molteplicità dei suoi aspetti non è facile definire in poche parole, ci fermiamo a vederne, molto brevemente, le espressioni nel campo sociale, nel campo religioso e morale.
Nel campo sociale vediamo la presenza diabolica nelle guerre che travagliano i popoli. Dopo la seconda guerra mondiale, che ha dato un volto nuovo al mondo, quante altre lotte tra i popoli, la guerra fredda e la guerra non fredda con migliaia e milioni di vittime con sempre maggiore numero di esuli senza casa e senza patria, i boat people, la fame, la mortalità infantile e le ingiustizie che portano in misura sempre più sfacciata all’impoverimento del povero e all’arricchimento del ricco; la dissacrazione della famiglia e del matrimonio con l’introduzione del divorzio legalizzato, il calo della natalità per l’uso dei contraccettivi e l’aumento sempre crescente degli aborti, gli atti di violenza, gli attentati, gli omicidi, i sequestri di persona, la delinquenza di tutte le forme; la lotta di classe alimentata dall’invidia per il bene altrui e il desiderio di annientano; la gioventù senza ideali e senza domani che si ubriaca nella droga in cerca di un paradiso falso nella sicurezza di non trovarequello vero. Il demonio non ha risparmiato il mondo dell’arte, la pittura, la scultura, la musica. Il volto dell’uomo, in cui si riflette — dice il salmo — la faccia stessa di Dio, è contraffatto e deturpato in un ghigno orrendo e irriconoscibile.
Nei campo religioso abbiamo una nuova feroce offensiva contro la chiesa cattolica non solo nei paesi per tradizione avversi a qualunque manifestazione della religione cristiana ma anche in paesi tradizionalmente cattolici. La chiesa di Roma è — per essi — il nemico numero uno da combattere e da tenere a bada. Quando non è possibile fermarne il dinamismo sempre crescente si ricorre all’ostruzionismo, al falso legalismo, all’offensiva della stampa e dei mezzi di comunicazione sociale, radio, televisione, cinema. L’operato del papa, le sue parole, i suoi interventi dottrinali e disciplinari, i suoi viaggi apostolici, sono presentati al pubblico in forma faziosa, contraffatta, interessata, così da risultare il contrario della realtà. Sono di ieri i processi a sfondo immorale, come nel regime nazista, o a sfondo politico come nel regime comunista, contro sacerdoti e laici cattolici, condannati alla prigione, al campo di concentramento e alla morte. Sono noti i nomi dei martiri moderni Stepinac, Beran, Mindszenti e moltissimi altri anonimi e ignorati. A questo si aggiungano altri fatti: la proliferazione delle sette anticattoliche, anzi antireligiose, lautamente finanziate dagli alleati occulti e non occulti del potere delle tenebre, i tentativi di costruire il regnum bominis sulle rovine del regnum Dei, l’esplosione dell’occultismo e del satanismo, la società massonica radicata in tutti i gangli della società civile, il potere sempre crescente del così detto laicismo, che Paolo V identificava con l’ateismo, l’apostasia di preti e di religiosi, l’abolizione dei giorni festivi, l’ostruzionismo all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, gli innocenti condannati e i colpevoli liberati.
Nel campo morale e individuale l’offensiva del male e del maligno non è minore. Ne elenchiamo alcuni sintomi più visibili: la perdita della fede in gran parte del popolo, specialmente nel settore intellettuale e nel settore operaio, la perdita della dignità nella donna, la propaganda antireligiosa subdolamente condotta, la propaganda dell’immoralità con la così detta educazione sessuale, la pornografia permessa in pubblico senza nessun intervento governativo, il teatro e il cinema diventati facile scuola di corruzione, i sacrilegi eucaristici, le messe nere, il disprezzo della modestia e della verginità, il libero amore, i matrimoni selvaggi ossia le unioni di fatto senza legalizzazione religiosa o civile, il mondo giovanile avviato sempre più verso un declino che sembra irreversibile. Alcuni scrittori recenti, tra cui il tedesco Anton Bòhm, autore di un libro dal titolo Epoca del diavolo, 1955, e il benedettino francese dom Alois Mayer, con Satan de nos jours, e diversi altri, hanno cercato di spiegare l’enigma di questo tempo satanico, ma non ci sono riusciti e hanno rinunciato all’impresa.
Il diavolo canta vittoria, gli uomini d’oggi hanno perduto il senso del diabolico o hanno paura di parlarne. Così le potenze del male possono scorrazzare per il mondo ben camuffate e indisturbate senza trovare impedimenti che ostacolino la loro opera.
C’è una strana profezia, risalente a quasi 200 anni fa, che oggi si presenta con un tal quale carattere di attualità che talvolta ci lascia perplessi. Si tratta di una predizione dovuta alla veggente e mistica tedesca Serva di Dio Caterina Emmerick (1174-1824), la stigmatizzata di Dùlmen, di cui è stata introdotta la causa di beatificazione. Le sue Visioni e Rivelazioni furono pubblicate dallo scrittore convertito Clemente Brentano (1778-1842), tradotte in diverse lingue e lette avidamente da molti, nel secolo scorso e in questo. In una delle sue visioni la veggente dice testualmente:
«Ho appreso che Lucifero deve essere scatenato per un (certo) tempo, cinquanta o sessant’anni prima dell’anno Duemila, se non mi sbaglio».32
Di questa predizione, oggi, si fa un gran parlare, specialmente nei territori di lingua tedesca, dove ovviamente questo particolare è più conosciuto che altrove.
Che cosa ne dobbiamo dire?
Si tratta, evidentemente, di una rivelazione privata, la quale vale quello che vale, non è oggetto di fede rivelata ma solo di fede umano-storica. Non è perciò in errore chi fa le sue riserve su questa affermazione, come non deve essere considerato temerario chi invece l’accetta e la ritiene autentica.
Sull’autenticità storica delle rivelazioni fatte dalla Emmerick non ci sono dubbi. Il contenuto di esse non è in contrasto con nessuna verità di fede, e la persona a cui furono fatte, la Emmerick, era una vera mistica, non una malata psichica. D’altra parte se si tratta di vera rivelazione — e la chiesa non è contraria ad ammetterla — essa non può venire che da Dio. E sempre Dio che parla attraverso un santo o una santa. Ora, quando Dio «svela», cioè «toglie il velo» al futuro, non lo fa mai per gioco, per divertire o far perdere tempo agli uomini, ma per la salvezza. Dio opera sempre per l’attuazione della salvezza dell’uomo, di colui, o colei, a cui la rivelazione è fatta, e di coloro a cui la rivelazione sarà comunicata.
Perché Dio vuole segnalare a distanza avvenimenti che non interessano direttamente coloro ai quali sono rivelati?
Perché l’uomo si tenga pronto e non sia preso alla sprovvista. Diversa è infatti la posizione di Dio e la posizione dell’uomo di fronte al diavolo: quella di Dio è sempre una posizione di vittoria, quella dell’uomo è invece di continua lotta senza tregua e senza risparmio di colpi. Un nemico previsto è meno pericoloso, è evitato per lo meno un assalto di sorpresa.
«Cinquanta o sessant’anni prima del Duemila». Oggi, nell’anno di grazia 1991, siamo nel bel mezzo della tregenda, di questo insolito sabba diabolico.
Paolo Calliari