sabato 31 luglio 2021

QUADERNO DELL'AMORE

 


LA SACRA BIBBIA È IL TESTAMENTO DETTATO DA DIO ALL’UOMO 

  

La Voce di Dio si fece udire attraverso l’orecchio sensibile di uomini scelti per scrivere le Volontà Testamentarie del «PADRE DIO» per il Bene dei figli uomini viventi sulla terra. 

Il Testamento di Dio è la Verità Una e Trina della volontà di giustizia, di misericordia e d’Amore delle tre uguali e distinte persone dell’Uno Dio Creatore e Padre degli uomini. 

La Terza Persona della SS. Trinità - Lo Spirito Santo - è la vita d’Amore del Trino Dio che si fa Voce e Parola di Dio nel cuore dell’uomo, figlio della SS. Trinità di Dio. 

La Voce del Santo Trino Spirito d’Amore di Dio si fa Parola di Giustizia e di Misericordia del Padre e del Figlio, nei palpiti di vita e d’Amore del Cuore di un figlio uomo.  

La Voce del Santo Spirito sceglie il cuore di un uomo per donare le Grazie di Vita nell’Amore, a tutti i cuori dei figli uomini, che accolgono il dono della Sua Viva Voce fatta «Parole». 

Il Trino Santo Spirito vuole donare la Sua Voce a tutti gli uomini di buona volontà, per offrire alle vite mortali l’Eterna Vita di Dio, fatta Voce che può, vuole riunire tutto e tutti in un solo Corpo vivente nella armonica unità della Santissima Trinità. 

Il Testamento di Dio è l’immutabile Parola scritta nella Sacra Bibbia. 

I «Quaderni dell’Amore» sono stati scritti dalla mia mano per Volontà Testamentaria espressami, a nome di Dio, dalla viva voce di Padre Pio. 

Egli mi diceva: «I Quaderni» sono, saranno la Voce di Giustizia e d’Amore della immutabile Volontà di Dio, espressa nel Suo Unico, Eterno Testamento. Sulla terra regna la discordia perché nei cuori degli uomini figli di Dio, non si è fatta UNICA la Voce d’Amore nella Conoscenza della Volontà Testamentaria di Dio (Sacre Scritture). 

Per tale ragione Padre Pio mi assicura che è Volontà di Dio che i «Quaderni dell’Amore» entrino nelle case di tutto il mondo, per aiutare gli uomini ad amare la Verità nella conoscenza delle S. Scritture. 

Le parole dei «Quaderni dell’Amore» saranno la luce che illumina per accrescere la conoscenza della Verità. L'accresciuta conoscenza della Verità di Dio riporterà all’orecchio dei cuori degli uomini LA VOCE DELL’ETERNO AMORE DI DIO. 

L‘Amore di Dio si stabilirà, attraverso la Sua Voce, nel cuore degli uomini, per unirli nella Sua Pace. La Voce di Dio disperderà le «nere nubi» addensate sulle menti degli uomini, che impediscono alla Luce di Vita del Pensiero, SOLE DI DIO, di portare la Sua Vita che è amore, salute, gioia e ricchezza per tutti gli uomini. Se la voce di Padre Pio non mi avesse chiamato, mi domanderei: «Perché sono qui con voi?» 

Lo Spirito Santo mi ha chiamato, per mezzo di Padre Pio, per dirmi della Sua Vita in noi. 

Io devo dirvi tutto ciò che Egli dice a me per voi. 


LO SPIRITO SANTO È UNO E PARLA IN OGNUNO NEL QUALE È IL PADRE. 

 

Il Padre dice le stesse Verità a tutti i veri figli Suoi. Egli parla a me per farvi conoscere il Suo amore per Voi. 

IO SONO COME VOI, EGLI È NOI, IN LUI SIAMO: IO - VOI - LUI. 

Ecco perché dovevo venire a voi, perché voi dovevate avvicinarvi a me; è per meglio conoscere l’Amore di Dio in voi, in me; per riconoscermi in voi, che in Lui siete parte di me, come io sono parte di voi in Lui, che è Noi. È facile conoscere Dio solo quando si riconosce il legame che fa di noi una SOLA VITA UNITA, anche se distinta nelle persone di Lui e di Noi. 

La nostra vita è gioia solo quando amiamo credere che l’Amore che ci unisce è Lui, nell'’UNITÀ DELLO SPIRITO che ci comunica, per fare di noi IL CORPO DEL SANTO SPIRITO. AMARE DIO È AMARE LA NOSTRA VITA. 

 

AMARCI FRA DI NOI È RICEVERE IL DONO DELLA SUA GIOIA: 

A voi tutti, amici e fratelli del mondo, auguro che la VOCE DEL SANTO SPIRITO SI faccia il tuono dell’Amore di Dio, che squarcia le nubi tutte della vostra vita, per entrare a portare ad ognuno di voi LA LUCE DEL SUO SOLE. 

Luigi Gaspari 


Preghiera per l’instabilità:

 


Creatore ineffabile, che dai tesori della tua sapienza hai tratto le tre gerarchie degli Angeli,  le hai collocate con meraviglioso ordine sopra il cielo empireo ed hai disposto con  grandissima precisione tutto l’universo; Tu, che sei celebrato come autentica Fonte della  Luce e della Sapienza, e supremo Principio di ogni cosa, dégnati di infondere sulle  tenebre del mio intelletto il raggio della tua chiarezza, liberandomi dalle due tenebre in cui  sono nato: il peccato e l’ignoranza. 

Tu, che rendi faconde le lingue degl’infanti, istruisci la mia lingua e infondi nelle mie labbra  la grazia della tua benedizione. Dammi l’acutezza dell’intelligenza, la capacità della  memoria, il modo e la facilità dell’apprendere, la perspicacia dell’interpretare, il dono  copioso del parlare. Disponi Tu l’inizio, dirigi lo svolgimento e portami fino al compimento:  Tu che sei vero Dio ed uomo, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 

  

Mio Dio, non dimenticarti di me, 

quando io mi dimentico di te. 

Non abbandonarmi, Signore, 

quando io ti abbandono. 

Non allontanarti da me, 

quando io mi allontano da te. 

Chiamami se ti fuggo, 

attirami se ti resisto, 

rialzami se cado. 

Donami, Signore, Dio mio, 

un cuore vigile 

che nessun vano pensiero porti lontano da te, 

un cuore retto 

che nessuna intenzione perversa possa sviare, 

un cuore fermo 

che resista con coraggio ad ogni avversità, 

un cuore libero 

che nessuna torbida passione possa vincere. 

Concedimi, ti prego, una volontà che ti cerchi, 

una sapienza che ti trovi, 

una vita che ti piaccia, 

una perseveranza che ti attenda con fiducia 

e una fiducia che alla fine giunga a possederti. 

 

(San Tommaso d'Aquino) 

Tutto il popolo di Dio ha bisogno di essere purificato. Le famiglie devono dare lezione di amore, devono illuminare questa terra. La terra è nell’oscurità perché manca la luce della famiglia.

 


Madre della Pietà a Piedade dos Gerais (MG – Brasile)


25.07.2021

Cari figli,
innanzitutto voglio ringraziare Dio per questo momento di grazia, per questo momento di benedizioni, per la presenza delle famiglie qui presenti. Tutti abbiamo una famiglia, tutti siamo una famiglia e tutti dobbiamo essere famiglia. La comunità, la Chiesa, la famiglia sono veramente un dono di Dio per il mondo. E oggi stiamo riflettendo sulla misericordia di Dio nella famiglia, sulla misericordia di Dio nella comunità, sulla misericordia di Dio dentro la Santa Chiesa. Ecco perché questa Valle è ricolma della misericordia divina, il Sangue e l’Acqua che sgorgano dal Cuore Misericordioso di Gesù, salvezza per il mondo.

Allora vogliamo mettere i nostri cuori nel Cuore di Gesù Misericordioso e chiedere la guarigione. Il mondo ha molto bisogno di guarigione. Le famiglie, le comunità, tutto il popolo di Dio hanno bisogno di guarigione e liberazione; hanno bisogno di aprire gli occhi alla pienezza di San Giuseppe: la pienezza del suo abbandono, della sua fedeltà, del suo amore, della sua onestà come servo del Signore. Apriamo i nostri cuori come si sono aperti il cuore di Sant’Anna e San Gioacchino, apriamoli per accogliere tutte le famiglie, amate dal Cuore Misericordioso di Gesù.

Allora oggi vogliamo riflettere sulla misericordia, in questi tempi difficili. Questo tempo di sofferenza nella carne provoca anche sofferenza nell’anima e nel cuore. Le persone stanno sperimentando angoscia e tristezza, ma è necessario cercare la guarigione nel Cuore di Gesù, è necessario lavarsi, purificarsi. Dove finirà questo mondo se non si rifugerà nelle profondità di questo Cuore? Dove finiranno le comunità, la Santa Chiesa, le famiglie, se non si rifugeranno nelle profondità del Cuore di Gesù?

È necessario immergersi in questo Cuore grandioso, in questo Cuore Misericordioso, perché la sofferenza è chiarissima, è nitidissima. È evidente sulla Terra, nella vita delle persone, la mancanza di pace, la mancanza di tranquillità. Quanto Dio deve avere compassione, pietà e misericordia delle famiglie! Quanto stanno soffrendo i bambini! Ai giovani manca una direzione spirituale sapiente, corretta, vera.

L’esempio della famiglia è tutto. Oggi la famiglia è dispersa, disunita, manca la sapienza, il momento della preghiera, principalmente la preghiera nelle case. È necessario riscattare questo grande appello di Gesù alle famiglie, che è la preghiera. La famiglia che prega unita sarà sempre unita. La famiglia che prega sarà sempre vittoriosa. Questo tempo che state attraversando è un tempo in cui stare di più in preghiera, ma le famiglie non stanno approfittando di questo tempo per vivere la preghiera. Per questo c’è grande disuguaglianza, discordia e disunione dentro le comunità, dentro le famiglie. Perché la famiglia è la formazione del mondo. È la tua famiglia che costituisce questo mondo. Allora, se la tua famiglia non è di esempio, come potrà raccogliere felicità sulla Terra? Come potrà raccogliere frutti buoni?

Allora questo è l’appello che faccio oggi a voi che avete vissuto questo ritiro. Questo incontro è più di un incontro delle famiglie, è un incontro con Gesù, con la Misericordia, con il Sangue dell’Agnello di Dio, per lavare e purificare le famiglie della Terra, le comunità, la Santa Chiesa. Tutto il popolo di Dio ha bisogno di essere purificato. Le famiglie devono dare lezione di amore, devono illuminare questa terra. La terra è nell’oscurità perché manca la luce della famiglia.

Non ci può essere divisione, figli. Dobbiamo fare la divisione dei pani, ma l’unione della famiglia. L’unica divisione che dovete fare sulla Terra è quella del pane: seminare questo pane, portare questo pane, ma stando uniti, in comunione con Dio.

In quest’anno dedicato a San Giuseppe, voi famiglie vi ricorderete che San Giuseppe è il padre della famiglia, è il grande patrono della famiglia maggiore, che è la Santa Chiesa. Allora chiederete a San Giuseppe, padre di Gesù – colui che venne scelto dallo stesso Padre Eterno per guidare Gesù nella sua bellissima missione di Salvatore – di intercedere affinché i padri siano di esempio, affinché guidino i loro figli sul cammino dell’amore. Perché nel mondo manca molto la partecipazione dei padri. San Giuseppe ebbe un ruolo importantissimo come protettore e padre di Gesù.

Allora voi padri dovete assumere questo impegno, che spesso lasciate interamente nelle mani delle madri, e le madri da sole non riescono a trasmettere ai figli tutto ciò di cui essi hanno bisogno: la moltiplicazione nel dono, nel lavoro, nel rispetto, nella dignità, nella santità, lo scudo forte che il padre riflette nella famiglia.

Dunque chiediamo a San Giuseppe di proteggere i padri, di portare questo amore ai padri. I padri oggi abbandonano molto facilmente i figli, spesso anche per il fatto di non conoscere cosa significhi generare vita, ma essi sono essenza di ciò che la madre genera. Allora i padri devono assumere di più questo impegno paterno. È questo che San Giuseppe ci insegna, come padre e protettore di tutte le famiglie.

E le donne hanno bisogno di avere santità nella maternità. La dissolutezza che oggi c’è nel mondo porta le madri a non impegnarsi nella fedeltà a Dio come madri benedette. Perché una madre è benedetta. La madre può benedire i suoi figli, così come il padre può benedire i suoi figli, perché i figli sono una benedizione di Dio. Non dovete guardare questo mondo solo con gli occhi della carne, perché questo porta l’uomo all’immondizia del peccato. L’uomo deve vedere che il corpo è anche un tempio di grazia dello Spirito Santo. È li che entra la luce dello Spirito Santo. Quest’anno è dedicato all’invocazione dello Spirito Santo. Quando ti ricorderai che il tuo corpo è tempio di grazia, allora lo rispetterai. Rispetterai le tue mani, i tuoi piedi, tutto il tuo essere.

Allora oggi manca questo rispetto nel cuore dei padri e delle madri, ed essi vogliono che i loro figli siano riflesso di luce. Se i padri e le madri non riflettono questa luce, come potranno i figli essere riflesso di questa luce?
Voi vedrete oggi, nel mondo, bambini che rifletteranno questa luce:
1-l’unione delle famiglie farà sì che i bambini riflettano questa luce;
2-l’affetto dei genitori farà sì che i bambini riflettano questa luce;
3-l’amore a Dio, allo Spirito Santo di Dio, farà sì che i bambini riflettano questa luce.

Allora, molto più che riunirvi qui e meditare su questo incontro delle famiglie, è necessario che meditiate sull’incontro della famiglia con Gesù Cristo. Questo è l’incontro che oggi sei venuto a cercare. Perché oggi l’umanità è lontana, spesso l’uomo partecipa a una S. Messa ma non vive la S. Messa, non porta Gesù nella sua casa, non porta Gesù alla sua famiglia.

Il mondo riceverà molte grazie, perché Dio è grazia e ama darci grazie. Il Padre è pieno di grazie da darci. Ecco perché i figli sono benedetti, noi siamo benedetti. Io Maria mi sento piena di grazia e anche voi lo siete. Il mondo riceverà molte grazie, perché attraverserà l’abisso della sofferenza e l’umanità avrà bisogno di questa grazia. In tutto avremo bisogno di vedere questa presenza di Dio, questa presenza della misericordia.

Ecco perché questo nostro incontro, nel quale ringraziamo Dio per la famiglia, ci invita ad essere comunità unite. Perché la divisione, se Dio è unione? Perché la discordia, se Dio è amore e pace? Sto parlando per ogni figlio qui presente, ogni figlio deve ascoltare la Madre. La Madre che ama, la Madre che – se necessario – mette i figli sotto il suo manto per difenderli da tutta la sofferenza causata dal peccato, che è quello che offende il Cuore di Dio e causa la sofferenza per la vostra vita.

Sii curato dal Sangue di Gesù. Sii curato! Che il Sangue di Gesù ti guarisca, ti porti la mitezza che ti manca, l’umiltà che ti manca, la certezza che hai bisogno dell’altro, la certezza che da solo non costruirai il regno di Dio qui sulla Terra. Abbiamo bisogno delle famiglie, abbiamo bisogno del popolo di Dio, abbiamo bisogno di famiglie che preghino, di famiglie che si mettano in ginocchio, di famiglie che abbiano la gioia di dire “Io sono figlio di Dio”.

Perché oggi le persone stanno dimenticando di essere figlie di Dio. Quante persone, in questo tempo di sofferenza, non hanno avuto la felicità di dire: “Io sono figlio di Dio, sono di Dio!”. Quando avete avuto delle perdite, ciò che ha portato tranquillità al vostro cuore è stato sapere che noi siamo di Dio, che un giorno ci incontreremo tutti davanti a Dio.

E mentre camminate alla presenza di Dio sulla Terra, dovete essere figli che illuminano questo mondo. Perché il mondo è nelle tenebre, figli! Per questo abbiamo bisogno di Gesù, per questo Gesù è qui, per questo abbiamo bisogno della misericordia, per questo abbiamo bisogno dell’unione. Lavorare per il regno di Dio non si fa così come state facendo: ognuno vuole fare la sua parte da solo. Lavorare per il regno di Dio si fa tutti insieme, collaborando alla costruzione di questo regno di Dio, essendo mattoni, essendo pasta che si lega ad altra pasta, unite dal lievito che è Gesù. Il lievito della Santa Chiesa è Gesù. Allora dobbiamo unirci di più, avere più gioia nella partecipazione.

È così bello quando una famiglia è unita ed è così triste quando una famiglia è disunita. E oggi state vedendo le famiglie in discordia, in distruzione. Dobbiamo accendere questa fiamma. Dio ci ha dato una missione, questa Valle ha la grazia di essere più che un santuario della Madre della Pietà, è un santuario della famiglia, perché in pochi luoghi della Terra esiste oggi una comunità fraterna, una famiglia fraterna.
Molti di voi si chiedono: “Perché Dio permette che in una terra così buona arrivino anche le erbacce e le distruzioni della tempesta?”. Perché Dio ci mostra che la strada per il Cielo non è una strada facile e chi ha bisogno di arrivare in Cielo sono i figli di Dio: figli peccatori, umani, erranti. Ed è necessario conoscere il dolore di chi vive in questa sofferenza, affinché egli possa veramente essere guarito.

Allora oggi l’impegno della famiglia è pregare per la conversione della propria famiglia, l’impegno di una comunità è pregare per la conversione della propria comunità e l’impegno della Santa Chiesa – che siamo tutti noi – è supplicare Dio per la conversione della Santa Chiesa. Questa è la missione della famiglia. Per questo vedo qui la misericordia di Dio che scende su questo giardino di Dio, portandovi la fonte della salvezza. Allora aggrappiamoci a questa salvezza.

Voglio che siate famiglie unite, ricolme di Spirito Santo, e so che lo volete anche voi, figli. Per questo ci vuole più perdono, più amore, più fede. E quando pensate: chi è il più importante della famiglia? Ci avete mai pensato? Chi è il più importante nella famiglia? La famiglia è costituita da varie persone, la famiglia è costituita da vari figli. Abbiamo diversi colori, etnie, lingue, popoli. Chi è il più importante della famiglia? Rispondo: è colui che fa la volontà di Dio. Questa è la cosa più importante nella famiglia. Mettere la volontà di Dio al di sopra della propria. Questa è la cosa più importante nella famiglia! San Giuseppe ed io abbiamo fatto la volontà di Dio, ed è questo che la famiglia deve fare.
Allora vogliamo dire insieme: SIA FATTA LA VOLONTÁ DI DIO NELLE NOSTRE VITE.
In questo momento vi benedico, affinché otteniate questa grazia.

in questo momento la Madonna benedice tutti

Cari figli,
vi ho benedetti con molto affetto. Che la volontà di Dio sia fatta nelle vostre vite, che voi cresciate nella fede. Approfittate di questo tempo di grazia che state vivendo. Anche nei momenti di dolore, noi incontriamo il nostro Salvatore bellissimo, Gesù Misericordioso, che ci benedice, che ci fortifica, che ci ricolma di benedizioni.

Quando pensi al peso della battaglia, pensa che il Cielo è molto maggiore, che Dio è molto maggiore, che l’amore di Dio è molto maggiore, che l’amore della Santissima Trinità è molto maggiore. Ed è per questo che abbiamo questa missione di andare avanti, di non fermarci mai, di non arrenderci mai. Gli uomini deboli si arrendono, i forti vanno avanti, saldi nella fede. Questa è la missione della famiglia, del bambino, del giovane. Non tiratevi indietro! Il demonio vuole farvi arrendere, perché non vuole che il cuore della famiglia raccolga frutti buoni, ma è necessario avere fede, è necessario avere forza, andare avanti, perché c’è qualcosa di molto più grande delle pietre, esiste il Cielo, la Casa di Dio. E noi possiamo fare questo Cielo anche nelle nostre case. Nei nostri momenti difficili, possiamo vivere questo Cielo di grazia, ringraziando Dio che ci dà il coraggio per andare sempre avanti.

Per questo Gesù ha detto che il più grande di tutti, nella famiglia, è colui che fa la volontà di Dio e non si arrende mai. Perché la volontà di Dio non è la volontà umana, la volontà di Dio è il bene di tutta l’umanità: è la pace in Brasile, è la pace nel mondo, è l’unione delle famiglie, è la fortezza della Santa Chiesa, è vocazioni sante, è giovani che lottano per il matrimonio con la sete di essere padri buoni, madri bellissime, figli veri.

Allora nella vita è felice chi fa la volontà di Dio. Ecco perché Gesù ci affida questa missione bellissima. Diciamo tutti i giorni: “Sia fatta la volontà di Dio nella mia vita”. E la volontà di Dio sarà fatta nella tua vita, sempre.

Per questo oggi chiedo a Gesù che per la sua santa e grandiosa misericordia benedica questi fiori per la guarigione e liberazione di tutti i malati nel corpo e nell’anima. Siate fortificati nella fede.

Faccio gli auguri a chi oggi compie gli anni, faccio gli auguri alle famiglie qui presenti, a te che sei venuto portando la tua famiglia nel cuore per chiedere a Gesù – che è qui nella brezza leggera – di accogliere la tua famiglia e di riversare molte benedizioni sul Brasile, sulle famiglie del Brasile e del mondo intero.

Pace a tutti i cuori! È questo il desiderio di Gesù, il desiderio di San Giuseppe e il desiderio della Madre di Gesù, che ama tanto l’umanità. Per questo desidero che rimaniate nella pace che è Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo.

Ecco la Serva di Dio, Maria l’Immacolata Concezione. Il Signore mi chiama.

Quando non si è dal Signore muore l’uomo, il suo spirito, la sua anima, il suo corpo, la società, la terra. Se non si è del Signore, si è dalla morte.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE

Questa verità è tutta racchiusa nella parabola del Figliol prodigo. Non si è del Signore. Non si è dal Signore. Si è del Signore, si è dal Signore. 

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: 

«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. 

Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». 

Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. 

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. 

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”» (Lc 15,1-32).  

Oggi l’uomo ha scelto di non essere del Signore. Ma potrà essere dal Signore. Si incammina su una via di morte sia fisica che spirituale. Tutto è morte. 

Quando non si è dal Signore muore l’uomo, il suo spirito, la sua anima, il suo corpo, la società, la terra. Se non si è del Signore, si è dalla morte.  

Se il cristiano comprendesse questa verità, saprebbe anche che molte sue preghiere sono inutili e vane. Non è del Signore, non potrà essere dal Signore.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


La tua Croce sia piantata sul mio cuore

Se Tu ti avvicini con la prova, è misericordia; se mi porti accanto alla tua croce, è privilegio; se mi stringi al tuo Cuore squarciato, se m'immergi nella tua Passione e mi fai gustare, come oggi, la profondità delle tue sofferenze, la solitudine del cuore, l'isolamento e l'abbandono, è predilezione, è carità, è amore infinito.

Che importa se in questa vita umana sono così oppressa, dal momento che ho tutta l'eternità per dilatarmi e che la dilatazione gaudiosa è in proporzione del patimento sofferto quaggiù?

Tu mi hai chiesto stamane che io celebrassi la festa della tua Passione: comprendo ora, mio Gesù, che non si può rimanere al tuo banchetto, né seguirti al Calvario senza riflettere le stigmate del tuo dolore. Accetto, o Signore, che la tua croce sia piantata sul mio cuore e accetto di consumarmi per sostenerla. Ripeto la preghiera che tu stesso mi hai insegnato:

«Dilata la tua Passione nella mia anima e la mia anima nella tua Passione». Questa preghiera che non comprendevo se non per l'efficacia della tua grazia, ora la ripeto per la virtù del dolore, partecipando con lo spirito ai Misteri profondi della tua Passione. Se non si patisce come Te, se l'umiliazione non ci prostra fino a sentirsi schiacciati, se il pianto non affoga l'anima, se il cuore non è straziato dalle iniquità della terra, se non si è gustato il fiele della calunnia, l'abbandono dei beneficati, il tradimento dei buoni, non si può comprendere la tua misteriosa Passione, o dolcissimo, amabilissimo Gesù. q. 23 : 3 settembre

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


 


Importante Messaggio di Gesù Sacramentato all'umanità e a tutti i vaccinati

 


28 luglio 2021 - Appello urgente di Gesù Sacramentato ai suoi Figli fedeli. Messaggio a Enoc.


“La mia Pace sia con voi, miei Amati figli.

Figli miei, si avvicinano giorni di angustia, desolazione e carestia; Questa umanità si rifiuta di ascoltarmi, per quanto la chiami attraverso i miei strumenti affinché si converta, continua a voltarmi le spalle e non la faccia. Il Mio Avvertimento coglierà la stragrande maggioranza senza che sia preparata; tutto quanto descritto nella Santa Parola per questo tempo si sta compiendo nella sua interezza; il tempo della mia Misericordia è al conto alla rovescia; manca solo l'arrivo dell'Avvertimento e del Miracolo, per dar passo alla mia Giustizia.

I segni del cielo si sono intensificati, la trasformazione della creazione è in aumento, le apparizioni e le manifestazioni celesti vengono date come mai prima si sono viste sulla terra; segni e manifestazioni del Cielo che chiamano l'umanità alla conversione, ma essa rimane spiritualmente addormentata. Povere anime tiepide e peccatrici, saranno colte dal mio ‘risveglio delle coscienze’ nella tiepidezza e nel peccato, e non avranno tempo di convertirsi!

Amati figli, mi sento sempre più solo nei miei Tabernacoli, sono pochissimi quelli che vengono a trovarmi, gli stessi di sempre. L'Amore degli Amori sta per partire, e che ne sarà di voi, umanità peccatrice, quando arriveranno i giorni della desolazione e dell'abominio dei miei Templi? Quando verrò profanato ed espulso dalle mie Case e il mio culto quotidiano sospeso, per la desolazione e l’abominio? Vi dico, già non mi troverete più nei miei tabernacoli per consolarvi; La disperazione s’impossesserà di voi, umanità ingrata e peccatrice, e il signore delle tenebre vi ruberà l'anima!

Conversione, conversione, conversione urgente, ti chiedo umanità peccatrice; svegliati dal tuo letargo spirituale, perché i giorni della mia Misericordia sono al conto alla rovescia! Ricordate; non voglio la vostra morte né mi compiaccio della vostra sofferenza; il mio desiderio è che vi pentiate e vi convertiate di cuore, così che domani possiate godere della vita eterna. Venite a trovarmi figlioli ingrati, non passate distanti dai miei tabernacoli, mi resta già pochissimo tempo di permanenza con voi. Quando i miei Templi saranno definitivamente chiusi con il pretesto delle pandemie, i figli delle tenebre al servizio del mio avversario, distruggeranno le mie Case e profaneranno i miei Tabernacoli; si compirà allora la profezia di Daniele, che parla di questo triste evento (Daniele 12, 11).

Per tre tempi e metà di un tempo, non sarò più con voi figli ingrati, ma il mio Popolo fedele potrà incontrarmi nella Madre mia, Ella sarà il Tabernacolo dove rimarrò in quei giorni di desolazione. Correte, dunque, a bagnarvi, umanità peccatrice, nella piscina del perdono e della Misericordia; cercate al più presto uno dei miei sacerdoti e fate una buona confessione di vita; nutritevi più che potete del mio Corpo e del mio Sangue; Convertitevi di cuore ai piedi del mio Tabernacolo e vi assicuro che come al figliol prodigo, anch'io farò festa per il vostro ritorno.

Figli miei, prestate tutta la vostra attenzione a ciò che sto per dirvi attraverso il mio profeta Enoc: tutti quelli che per mancanza di conoscenza, fede o paura, si sono vaccinati e sono pecore del mio gregge, vi dico, non temete; perché c'è una speranza per voi: se reciterete il mio Rosario del Preziosissimo Sangue e delle Piaghe insieme alle Litanie del mio Sangue con fede, come novena e mi chiederete che il mio sangue distrugga l'effetto dannoso del vaccino nel vostro corpo, vi libererò per mia Misericordia dai suoi effetti avversi e vi segnerò con il mio Sangue.

Amati figli, la potenza del mio Glorioso Sangue e Piaghe, è il miglior antidoto contro ogni virus, peste o pandemia; pregate mattina e sera la preghiera del mio Sangue, estendendola ai vostri figli e familiari; Vi assicuro che se lo farete con fede, nessun virus, peste o pandemia potrà arrecarvi danno.

La mia Pace vi lascio, la mia Pace vi do. Pentitevi e convertitevi, perché il Regno di Dio è vicino.

Il vostro Maestro, Gesù Sacramentato, l'Amato che non è Amato.

Fate conoscere, figli miei, i miei messaggi di salvezza a tutta l'umanità.”

 


venerdì 30 luglio 2021

ESERCITO DI GESÙ



Io sono l’amore. Io sono Dio. Sono una sola e stessa cosa. 

Mia amata figlia prediletta, il Mio desiderio di formare il cuore del Mio esercito sulla Terra si sta esaudendo in questo momento. Da un piccolo seme, si diffonderanno e cresceranno spargendosi ovunque.

Figlia Mia , le fondamenta sono la parte importante. Proprio come per un bambino, che si forma nel grembo materno, ci vuole tempo e molta attenzione al fine di garantire il benessere del bambino, che riceve nutrimento dalla placenta. Crescerà lentamente, ma perfettamente, fino a quando finalmente sarà espulso dal grembo materno e sarà pronto a vivere la vita prevista per lui dal Padre Mio. 

La nascita del Mio Esercito Rimanente sarà uguale. Ci vorrà grande preparazione prima che sia pronto a prendere il suo posto nel mondo, ma le sue fondamenta sono solide e le anime, che sono i mattoni, si uniranno insieme per costruire un esercito formidabile. Allora questo esercito si diffonderà e crescerà ovunque, in una sola volta e con tale forza che diventerà difficile ignorarlo. Quelli all’interno del Mio Esercito Rimanente saranno privi di ego, di orgoglio e della necessità di fare affidamento ad una valutazione scientifica della Mia Parola, che saranno richiesti loro per dimostrare la Verità di Dio. 

La scienza è un dono di Dio, ma la scienza non può spiegare il mistero di Dio. Così coloro che hanno bisogno del conforto di spiegazioni logiche, di come ad esempio Io comunico con i figli di Dio sulla Terra in questo momento, saranno delusi. Non c’è nessuna risposta che possa soddisfarli. 

Uno dei più grandi Doni dati all’uomo è l’amore. L’amore non può essere spiegato scientificamente o provato, perché esso viene dallo Spirito di Dio. È presente in ognuno di voi. Lo sentite. È il legame che tiene insieme l’umanità e che il potere del male non riesce a minare. 

Io sono l’Amore. Io sono Dio. Essi sono una sola e stessa cosa. Senza amore, non potreste avere vita. L’amore vi unisce, vi rende saldi,  vi tiene insieme. L’amore vi aiuta a portare le anime a Me. 

Il vostro Gesù. 

19 Giugno 2013

LA VOLONTÀ DI DIO O STRADA REALE E BREVE PER ACQUISTAR LA PERFEZIONE

 


Come per buona regola di prudenza, ancorché Dio non avesse di noi provvidenza  sopranaturale, dobbiamo adempire la sua volontà. 


Sin qui abbiamo inculcato questo sovrano esercizio con ragioni di spirito e sopranaturali, e con  considerazioni per la maggior parte sante: adesso voglio che calchiamo più la mano con ragioni  naturali, dichiarando manifestamente (di modo che non abbia che rispondere la nostra ingratitudine  e mala corrispondenza verso Dio) come per legge, se non fosse altro, di prudenza, dobbiamo star  disposti a quello che vuole e gusta Dio. Ed è chiaro che da quello che si è detto, si raccoglie essere  ciò una sapienza divina ed essere fondato nella cristiana prudenza: e il contrario essere una  sciocchezza e pazzia intollerabile. 

   Poiché quale maggior pazzia che in un colpo gittare a terra tante ragioni, distruggere tanti beni  propri e togliere a sé stesso la vita? Lasciando di soddisfare alle infinite obbligazioni che una  creatura tiene al suo Creatore, lasciando di far quello che gli è di tanto onore, lasciando di gustare  un favo di miele tanto dolce, lasciando di goder tante utilità: lasciando di portar volontieri quello,  che per forza deve sopportare, lasciando di dar gusto a Gesù suo redentore: lasciando di seguitare le  sue pedate tanto piene di sicurezza: lasciando di andar dietro a tanti Santi che tutti hanno tenuto  questa strada. È chiaro che questa è un'imprudenza, una follia, una dannazione. 

   Non parlo ora della prudenza che obbliga per queste ragioni e motivi maggiori; ma lasciando da  parte tutto questo e dato un caso impossibile, che noi non avessimo obbligo alcuno a Dio, né gli  dovessimo dar gusto, né egli dal far noi la sua volontà ricevesse gusto alcuno, né avessimo che  temere nell'altra vita, con tutto ciò. per legge di prudenza naturale e di umana saggezza, dobbiamo  fare quello che gusta a Dio e star del tutto conformati a quello che egli faccia, se non fosse altro, per  vivere e passar contento questa vita temporale. A persuader questo, che in quanto a me è cosa  chiara, si deve supporre che molti mali sono causa e occasioni di grandi beni, e per il contrario molti  beni di questa vita sono occasione di mali molto maggiori. Di modo che accade bene spesso che  quello di che uno si rallegra sia la sua rovina, e quello di che uno si lamenta sia il suo totale aiuto. 

   A quanti la roba che acquistarono, o il tesoro che ritrovarono, è stato occasione che loro fosse  tolta la vita! A quanti l'infermità, nella quale caddero, giovò per liberarsi dalle occasioni nelle quali  si sarebbero perduti se fossero stati sani! Di modo che non sa uno se l'infermità, nella quale incorre,  o la povertà che patisce. gli è male pernicioso; né se la salute che ha, o le ricchezze che gode, gli  tornino in bene; non sa se quelle gli servono per gran beni, né se queste gli servano per grandi mali. 

   Supposto questo, in qual giudizio e in qual legge di prudenza si trova che uno si alteri di alcune  cose più che di altre? Che rifiuti quelle e che desideri queste? Che pianga quelle e che si rallegri di  queste, se non sa che dietro a quelle ne seguiranno beni, e dietro a queste ne verranno mali? Non  sappiamo quello che sta dentro delle cose, e che è in esse nascosto; e però dobbiamo rimaner  indifferenti per quello che verrà e conformati a quello che succederà, senza timore, né desiderio  delle cose di questa vita; e questa è ragione e prudenza naturale. Il che io dichiaro con questi  esempi: se uno entrasse in una camera dove fossero varie casse, alcune piene di oro, altre di  piombo, altre di fango, ma in tal maniera che dal di fuori non si potessero distinguere, e gli fosse  dato di scegliere quella che egli volesse, certo che starebbe indifferente nello scegliere, perché non  avrebbe ragione, né differenza più di una che dell'altra, né potrebbe egli sapere quello che stesse  rinchiuso in quella che scegliesse. Di modo che più si contenterebbe se quegli, che pose quivi le  casse, gliene determinasse una, che se egli la scegliesse di sua mano, perché alla fine se gli riuscisse  male, non darebbe a sé la colpa, e potrebbe dall' altro canto presumere che quell'altro, se gli volesse  bene e sapesse meglio il tutto, non lo ingannerebbe. 

Nella medesima maniera, perché noi non sappiamo quello che portano seco le cose di questa vita,  dobbiamo stare indifferenti e conformati a pigliare tra esse più volontieri quelle che ci verranno e  saranno inviate da Dio. Parimenti se uno si ponesse a sedere a una mensa di varie vivande, la metà  delle quali fossero avvelenate, benché saporite, e l'altra metà fossero molto salutevoli, ma in modo  che non si potessero distinguere, qual prudenza avrebbe egli se cacciasse la mano nel piatto che gli  paresse più buono? Non sarebbe questa una temerità e un'imprudenza grande? Piuttosto dovrebbe  mangiare di quel piatto che la persona che ha fatto l'apparecchio, essendo di buona volontà, gli  porgesse. 

   Come dunque può essere prudenza l'aver uno più gusto delle ricchezze che della povertà, della  sanità più dell'infermità, se non sa che in queste o in quelle sta la morte o la vita? Non sarà meglio  pigliar quello che ci verrà dalle mani di Dio, che sa quello che si ritrova in ciascuna cosa, e ha tanto  buon animo verso le sue creature? Questo pare a me che sia tanto chiaro da conoscersi col solo lume  naturale. E però questa ragione fece tanta forza a molti gentili, che per essa persuadevano la  tranquillità d'animo e la conformità colla quale doveva uno stare in tutti i successi, ancorché non ci  fosse eternità, né in questo si desse gusto a Dio. 

   Un'altra ragione naturale e anche più prudente e nobile della passata, convinse altri intorno a  questa medesima massima: e questa é che nessuno deve affannarsi per quello che non gli tocca, né  sta in suo potere e libertà, poiché nessuno deve rendere conto se Don di sé e del buon uso del suo  libero arbitrio. Il succeder le cose in questa o in quell'altra maniera, che uno sia ingiuriato od  onorato di molte forze o poche, che gli succeda questa disgrazia o quella ventura, non sta nelle  nostre mani, né dipende dalla nostra libertà, e però non appartengono a noi questi successi. Per cui  non deve uno rattristarsi, né rallegrarsi di essi più che se fossero cose straniere. Ma di quello che sta  in sua mano, di questo sì che deve 1'uomo pigliarsi pensiero, e solamente queste sono le opere  buone o cattive, perché questo solo é quello che ad uno tocca, l'operar bene o male: questo é proprio  dell'uomo, a cui deve dispiacere di operar male e premere di operar bene. Del resto non si deve  pigliar alcuna sollecitudine: ma deve stare indifferente e conformato a quello che avverrà. 

   Aggiungevano altri un'altra ragione molto prudente: che di due mali si deve scegliere il minore, e  che maggior male era l'andar angustiandosi con timori, desiderii, sollecitudini, che non il patire i  medesimi mali che si temono. Onde giudicavano essere più prudenza e casa più giusta lo stare  ugualmente ben conformati a quello che succederà, che andar sempre carichi di paure e di  sollecitudini. Dicevano di più che tutte queste sollecitudini erano vane; poiché dalla nostra tristezza  e sentimento non riceve rimedio 1'infermità che ci assale, né la povertà che ci avviene, né la  disgrazia che ci succede; e però, per tutte queste ragioni naturali, dobbiamo star tutti molto quieti e  conformati con tutto quello che Dio ci manda. Tutta questa natural prudenza é per le cose, che non  stanno in nostra mano, ma che noi dobbiamo necessariamente soffrire. Perché, per quelle che stanno  in nostra mano, ci sono altre ragioni naturali, per le quali, secondo la prudenza morale e anche per  la comodità della vita, dobbiamo eleggere quelle, nelle quali più ci conformiamo con la volontà  divina, non in qualsivoglia modo, ma con le difficoltà della dottrina evangelica, la quale, per essere  dottrina divina, non lascia di essere molto conforme alla ragione e alla prudenza naturale. Quale é la  volontà di Dio in quello che egli vuole che noi facciamo? È chiaro che é la imitazione di Gesù  Cristo, il seguir la sua povertà, la sua nudità, il disprezzo del mondo, l'astinenza dai piaceri dunque  queste cose sono tali e tanto fondate nella ragione, che solo per legge di prudenza si devono  adempire, ancorché non vi fosse altra vita che questa. 

   E però i medesimi filosofi, i quali negavano essere l'anima immortale, come gli stoici, e altri che  negavano aver Dio provvidenza degli uomini, con la forza della ragione che loro dettava il lume  della sola natura, insegnavano, e alcuni l'esercitavano, che per passar uno questa vita contento,  doveva essere povero, disprezzare i diletti, fuggire il mondo. E la loro ragione era molto buona e  prudente, perché dicevano: Chi non fa così, sta ripieno di paure, timori, ansie, sollecitudini, con gli  affetti disordinati ed esposto ad altri mali molto maggiori, che seco in gran copia possono portare i  beni del mondo. Le ricchezze sono ripiene di pericoli, timori e sollecitudini nell' acquistarle, nel  distribuirle, nel conservarle; i diletti e gusti cagionano infermità e arrivano a privar del giudizio e dell'intero uso della ragione, e portano seco non minori pericoli gli onori del mondo, causa di grandi  inquietudini, sollecitudini, invidie ed odii. Di modo che per ogni legge di prudenza uno deve fuggire  tutto questo. Il che è conformarsi con la dottrina del nostro Salvatore e con la volontà di Dio.  Aggiungevano che queste erano le regole di vivere: non voler niente del mondo, contentarsi del  poco, cedere agli altri. E per legge di prudenza si dovrebbe far così, anche per vivere temporalmente  con la propria quiete e in pace con gli altri e per essere ben voluto da tutti. In ordine a questo  giudicavano che era prudenza il dare a sé stesso disgusto in molte cose e reprimere gli affetti  disordinati, il che in sostanza non è altro che un continuo esercizio di mortificazione. È cosa  meravigliosa quello che per questo operò Epicuro. Stava egli lottando e affaticandosi con ogni  sforzo per vincere i suoi affetti, e in una infermità che ebbe di acutissimi dolori, si stava facendo  una gran violenza per conformarsi con quel travaglio: il che, mancandogli l'unzione dello Spirito  Santo, riusciva molto difficile e di poco frutto. Ma alfine, perché era convinto che per legge di  prudenza e d'ogni buona ragione si doveva far così, per acquistar la pace del cuore, la quale giudicò  sommo diletto e unica felicita dell'uomo, si faceva in ciò violenza. Dunque noi altri illuminati dalla  fede, aiutati dalla grazia, obbligati con la morte di Gesù, invitati con eterni premi, animati con tanti  esempi, che dobbiamo fare? Facciamo almeno per prudenza quello che dobbiamo per infinite  obbligazioni. Facciamo almeno per cortesia (voglio parlar così) quello che si deve per ogni ragione.  Vergogniamoci perché, obbligati per la passione di Gesù, non arriviamo a quello che i gentili fecero  per sola prudenza. 

   Da tutto ciò dobbiamo cavare una regola di vivere meravigliosa e di natural prudenza, per la quale  si deve sapere che rispetto a ciascuno ci sono due sorta di vicende. Alcune che stanno in mano  altrui, altre che stanno in mano propria. Quelle sono la prosperità, la buona opinione nel mondo, la  salute, l'infermità, la lunga vita, le guerre, i contagi e altre cose di tal natura. Quelle che stanno in  propria mano, sono le opere di ciascuno. Dunque la regola è che solo di queste cose che sono in  propria mano, cioè delle sue opere, deve uno essere sollecito a desiderare e procurare che siano  buone. Ma delle cose che non sono in propria mano, non deve l'uomo pigliar sollecitudine, non  desiderarle, non temerle, non rattristarsene, non rallegrarsene, ma star con l'animo ugualmente  disposto a tutto e conformato con quello che succederà: l'uno perché non può con la sua tristezza  impedirle, anzi è per affliggersene maggiormente, senza profitto; l'altro perché non lo toccano,  perché non stanno in sua mano; e finalmente perché non sa quello che portano seco, né se siano per  recargli tristezza, come perniciose, o allegrezza, come fruttuose. 

P. EUSEBIO NIEREMBERG, S. J.

VOGLIA DI PARADISO

 


IL PARADISO E’ APPAGAMENTO, BEATITUDINE E PREMIO


In virtù della luce che ci è data in Cristo noi sappiamo di non essere capitati a caso nell'avventura enigmatica della vita. Noi sappiamo che il nostro vagare sulla terra ha una meta di felicità, che ci ripagherà di ogni disagio e di ogni sofferenza, quale che sia la nostra missione e la nostra collocazione nel mondo. Card. Giacomo Biffi

Non importa sapere quanti sono i giorni che abbiamo da vivere: l'importante è il modo con cui decidiamo di usarli e di viverli. Pascal

 

Il Paradiso è appagamento, beatitudine e premio

La Beatitudine, propria del Paradiso, è il massimo della felicità, perché appaga in modo sommo tutte le aspirazioni dell'uomo e lo fa pienamente felice per tutta l'eternità.

La Beatitudine, in intensità e durata, supera quindi le singole gioie che possono rallegrare per qualche tempo il cuore umano.

Il Paradiso è la beatitudine massima perché soddisfa le naturali aspirazioni della creatura umana che sono:

• il desiderio di conoscere Dio e la sua natura,

• il desiderio di giungere a una piena comunione con gli altri fratelli e le altre sorelle,

• il desiderio di conoscere e possedere l'universo in cui vive.

Agli inizi della creazione la persona umana ha creduto di appagare queste aspirazioni da solo, senza o contro Dio. Non ha voluto accettare la sua dipendenza da Lui, e si è ritrovata nel disordine e nello smarrimento più assoluto.

L'ha ricuperata Cristo non solo riparando il peccato commesso, ma elevandola al di sopra della sua natura, col dono della Grazia (lumen gratiae) e col dono del Paradiso (lumen gloriae).

La persona che aderisce a Cristo si trova così a godere di beni soprannaturali che non le erano dovuti. È avvenuto pressappoco quello che capiterebbe a un cieco al quale fossero dati non solo degli occhi sani, ma anche un cannocchiale potente per vedere oltre i limiti del normale potere della vista.

Attraverso il lumen gloriae, ogni persona può giungere alla piena comunione con Dio e con i fratelli nella gloria del Paradiso.

La Beatitudine del Paradiso comporta anche un'altra non piccola gioia: quella di poter giungere al possesso dell'universo creato, superando i limiti e le difficoltà di quando era sulla terra.

Don Novello Pederzini


Le donne non si vestiranno da uomini...

 


28 febbraio 1971 - Messaggio per il mondo dato a Veronica da Gesù e dal Padre Eterno


     Gesù - "Rifiuto a qualsiasi anima il privilegio di stare con Mia Madre se non è vestita in modo adeguato. Le donne non si vestiranno come uomini in Sua presenza, né le donne condoneranno l'abbigliamento durante la loro esistenza terrena. Non potete sacrificarvi per Me? Meglio l'abuso della carne che il fuoco dell'anima.

     "Mia Madre è molto addolorata che i Suoi messaggi non siano letti con attenzione. Ascoltate il messaggio del 7 settembre 1970 e di Fatima 1917. Non dispenserò più le mie grazie all'uomo arrogante o superbo che non vuole ascoltare.

     "Sarà tuo dovere, figlia mia, cacciare questi intrusi dal terreno sacro di Mia Madre. Non raccoglierò anime a spese del cuore angosciato o del rispetto di Mia Madre. Ti prego di prestare attenzione a questo avvertimento!".

Padre Eterno - "Pregate! Pregate, figli miei. Molte preghiere sono necessarie. Il nostro Vicario sta soffrendo molto.

     "E' giunto il momento di prendere precauzioni contro la forza del male che ha avvolto la terra, attraverso la preghiera e una costante vigilanza.


Venerdì un giorno di digiuno per sempre


     "Il venerdì deve essere un giorno di abnegazione ora e per sempre! È stato scritto come giorno di digiuno.

     "Guai agli uomini malvagi! La mia mano cadrà pesantemente su di loro. Non consultano più lo Spirito Santo e non si lasciano guidare dalla pura fede. Guai all'uomo che cerca il benessere del corpo! Li colpirò con una spada che li separerà dal Mio Regno! Non raccoglierò le lacrime di Mio Figlio per evitare che cadano su un mondo ingrato. Io ho creato e posso distruggere. Ascoltatemi ora! Il sipario finale è stato calato.

     "Miei amati figlioli che siete rimasti fedeli a Me, non piangete. Vi raccolgo vicino al Mio seno, nella luce del Mio Regno. Non turbate la vostra anima con la discordia dell'uomo ingrato. Io conosco i Miei, ma sono paziente.

     "Mio Figlio ha versato il Suo Sangue su una generazione indegna. Ascolta la Mia parola; tu hai fatto scendere la Mia ira! Vi ho chiamati per l'espiazione, per essere allontanati. Risponderete al Padre vostro, ed Io vi sputerò fuori come veleno dalle fiamme.

     "Sanctus sanctus benedictio!" (Il calice alzato in benedizione).

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


Atto di abbandono a Gesù Crocifisso

O mio Signore Gesù, Maestro divino che espandi la luce della tua sapienza nelle piccole anime, ecco dinanzi a Te la più piccola, la più meschina, la più bisognosa.

Vengo, o Signore Gesù, rapita dal tuo amore generoso, dalla tua misericordia e dalla tua carità a rassegnare nelle tue mani divine il mio povero spirito. Questo atto di confidenza e di abbandono l'ho imparato da Te, meditando i tuoi dolori, le tue piaghe, la tua passione, il tuo Sangue divino.

Ed ora invoco che questo Sangue adorabile, che questa Passione redentrice e questa Redenzione copiosa mi aiutino a riconoscere la mia debolezza e la mia miseria, il bisogno che ho della tua carità e la confidenza per dilatarvi tutto lo spirito.

Signore, non ho nulla di mio, eppure trovo in me delle ricchezze senza numero, dei doni preziosi, dei tesori incalcolabili. Tutto mi venne da Te: la vita, l'intelligenza, il cuore, lo spirito, la fede, la grazia, l'amore; tutti i beni per l'esistenza umana e quelli intimi, eccelsi, innumerabili per la vita immortale. Rassegno tutto, o Gesù, nelle tue mani, rinunziando completamente, spontaneamente a quel diritto di libertà con il quale hai avvalorato i tuoi doni.

Abbandono a Te la mia mente con tutta la verità, le illustrazioni, le comunicazioni che Tu vorrai parteciparle. Abbandono a Te il cuore con tutta la sua sensibilità, potenza e forza, con i suoi palpiti, i suoi respiri, le sue espansioni.

Abbandono l'anima con le sue potenze, con le sue elevazioni, con la sua vita soprannaturale, con le grazie di cui la ricolmi, con le prove nelle quali la cimenti.

Abbandono fra le tue mani il tempo che mi è riserbato, le vicende, i dolori, i sacrifici, il lavoro, le infermità del corpo e le pene del cuore; la preghiera, le speranze, i desideri e i timori, il gaudio e la pace; tutti i respiri della vita, i palpiti, gli affetti, i passi, le azioni. Tutto quello che Tu getti con provvida mano al mio passaggio, sia letizia o dolore, fatica o sollievo, tenebra o luce, tutto raccolgo in ispirito di fede e lo offro a Te ricolmo di amore, di riconoscenza e di abbandono.

Rassegno a te la cura del mio spirito, il profitto nella perfezione, il raggiungimento della santità stabilita dal tuo amore, l'aumento della grazia, la partecipazione alla tua vita. Ignorante e meschina, non so usare né dei beni, né dei mali con quella sapienza celeste che sa ricavare la gloria perfino dalle più umili cose. Abbandonando tra le mani della tua provvidenza tutta la mia vita, confidando nella tua carità, sono certa di raggiungere il fine dell'esistenza, di compiere i tuoi disegni ammirabili, di corrispondere ai ripetuti inviti del tuo Cuore, della tua Passione e del tuo Sangue.

Tu, o Signore, nell'immensa tua misericordia mi suggerisci di rassegnare nelle tue mani anche i peccati, le imperfezioni, le miserie, quello che può adombrare l'anima, rendendola meno pura e meno disposta al lavoro della tua grazia.

Sí, o mio Dio, metto fra le tue mani piagate tutte le debolezze della mia vita, anche quelle che Tu prevedi e giudichi e disapprovi, e confido di ottenere da Te piena misericordia, salvezza, purezza e benedizione.

Abbandonando - con questo voto - alla tua provvidenza amorosa tutta me stessa, perdendomi in essa, intendo di vivere esclusivamente per Te, cercando la tua gloria, compiendo la tua volontà, struggendomi nella tua carità. Intendo di sottomettere al tuo cospetto tutti i tuoi doni, riconoscendoli esclusivamente tuoi, credendo che da tutti Tu vuoi ricavare la mia perfezione e la mia santità. Intendo di vivere spogliata di tutto: della libertà, della volontà, del giudizio, dell'affetto ad ogni cosa, della preoccupazione per ogni dovere, del timore per ogni pena, dell'ansia per la malattia, per l'agonia e per la morte; intendo voler vivere senza consolazione, senza soddisfazione, senza ricerca di beni, né per l'anima, né per la mente, né per il cuore, né per il corpo, per poter ripetere con Te, mio amabilissimo Gesù: «Consummatum est. In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum». q. 22.: 16 settembre

  SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


PAROLA DI DIO

 


L’essenziale non è quello che diciamo, ma quello che ci dice Dio e che egli dice agli altri per mezzo nostro.

Madre Teresa di Calcutta


Preghiera a Maria contro le invadenze diaboliche.

 


O Immacolata Vergine, Madre di Dio e madre nostra, Regina degli Angeli,  accogli le mie  accorate supplice e presentale al trono dell’ Altissimo. Tu hai ricevuto da Dio la missione di   schiacciare, attraverso il tuo divin Figlio, il capo   orgoglioso di Satana. Perciò ti ha reso IMMACOLATA fin dalla tua concezione e ti ha  riempito di grazia.  

Così tu puoi  facilitare in noi l’ azione redentrice del Cristo e la discesa del suo Sangue  prezioso nelle anime nostre. Ti supplichiamo ora che Tu ci ottenga da Dio l’invio dei santi  Angeli perché respingano i démoni tentatori, ne svelino gli inganni, ne reprimano l’audacia  e li ricaccino nell’inferno.  

Ottienici dalla misericordia divina che possiamo sentire nel nostro animo   la risonanza del  grido di adesione al nostro  Dio che segnò il vittorioso intervento di San Michele: “Chi è  come Dio?”. Aiutaci o Madre  amorosa, a diventare più umili al cospetto di Dio e degli  uomini. Aiutaci a divenire sempre più decisi a respingere gli assalti dell’ impurità e della  cupidigia.   

Aiutaci a mantenerci fedeli e solleciti nelle preghiere. Aiutaci ad accrescere il desiderio   alla Santa Messa e Santa Comunione. Aiutaci ad amare il nostro prossimo, a vivere in pace con tutti, a perdonare le offese e le incomprensioni, così da offrire alCuore del Tuo  Gesù la gioia di vederci attuare il suo messaggio evangelico.  

Sotto il tuo manto di misericordia ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio, sicuri di essere da te  difesi dalle molteplici insidie del diavolo. Custodisci in noi la  fede, l’amore di Dio, lo zelo  per la sua gloria, l’osservanza della sua santa Legge e delle direttive evangeliche.   

Infine, o Madre dolcissima, ti supplichiamo di assisterci nel momento estremo della vita,  per difenderci dalle maligne insinuazioni del nemico infernale e farci restare fiduciosi nella  paterna bontà di Dio. Confidiamo di poter entrare nel gaudio eterno in cielo per cantare in  eterno la divina misericordia !  

Amen.