lunedì 2 agosto 2021

Cristo rivela le cose che stanno per accadere per dire ai suoi discepoli: “Non abbiate paura. Non temete. Io ho vinto il mondo. Chi rimane in me, vincerà il mondo come io l’ho vinto”.

 


SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE

Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata (Gal 3,23).

“Perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui (Ef 1,17).

“Come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente (Ef 3,5).

Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito (Ef 3,5).

Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce (Ef 5,13).

Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione (2Ts 2,3).

Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo (2Ts 2,8).

“Che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e signore dei signori (1Tm 6,15).

“Ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo (2Tm 1,10).

“Che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi (1Pt 1,5).

E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo (1Pt 1,12).

Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare (1Pt 4,13).

Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è (1Gv 3,2).

Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni (Ap 1,1).

Se “Apocalisse” significa rivelazione, perché essa spesso si connota nella mentalità credente come “fatti portentosi, calamitosi, di catastrofe universale”?

La risposta non può essere che una sola: nella Scrittura il Signore rivela anche la storia del male che si avventa contro i figli di Dio per distruggerli. Per molti diviene assai facile identificare questi contenuti di disastro con l’intera  rivelazione e chiamare i disastri rivelazione, o apocalisse. Infatti si dice spesso: “è un’apocalisse”, un vero disastro, una distruzione totale.

Dovremmo invece essere più obiettivi, più esatti nel parlare. Lo richiede la natura stessa della rivelazione.

Dio non rivela il disastro per farci conoscere il disastro. Dio rivela il disastro che le forze del male scatenano sui figli della luce per manifestare, rivelare loro che la vittoria non è delle forze del male, ma dei figli della luce.

Dio rivela la catastrofe che sta per cadere addosso ai discepoli di Gesù, a quanti credono nel suo nome, non per dire la potenza delle forze del male, ma che le forze del male si vincono proprio rimanendo ancorati in Cristo.

Cristo è il vincitore della storia. Questo è l’esatto contenuto della rivelazione.

Cristo è il vincitore perché è più forte di ogni potenza di male.

Cristo è il vincitore perché lui è l’uomo forte, il più forte, semplicemente il forte.

Cristo ha vinto ogni potenza di male, di tenebra, di peccato, di vizio, di stoltezza, di insipienza, di crudeltà, di empietà, di odio, di invidia.

Cristo ha vinto il male in tutte le sue manifestazioni.

Cristo rivela le cose che stanno per accadere per dire ai suoi discepoli: “Non abbiate paura. Non temete. Io ho vinto il mondo. Chi rimane in me, vincerà il mondo come io l’ho vinto”. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


L’FBI non ha motivi di procedere contro bin Laden

L’ex agente della CIA Robert David Steele, specializzato nei casi di  operazioni clandestine, il 20 aprile 2004 alla Butler University affermò  che c’erano prove a sufficienza per accusare Cheney degli attacchi  dell’11 settembre; Rex Tomb, Direttore della Investigative Publicity  Unit dell’FBI, ha affermato che il Dipartimento di Giustizia non ha  emesso alcun accusa formale contro Osama bin Laden, per mancanza  di prove.471 Il governo, tuttavia, continua ostinatamente ad insistere  che Osama bin Laden ha diretto gli attacchi mentre si trovava nascosto  in una grotta in Afghanistan, malgrado il fatto che non vi siano prove  evidenti a suo carico.

La spiegazione più ragionevole, sostenuta da una montagna di  prove irrefutabili, secondo la quale alcuni criminali presenti all’interno  del governo degli Stati Uniti, con l’aiuto di alcuni servizi segreti  stranieri, hanno diretto e portato a compimento quegli attacchi, è  stata immediatamente bollata dal governo e dalla stampa asservita  e compiacente come “spregevole”, come una “oltraggiosa teoria del  complotto”, come il prodotto di menti malate. Al contrario, ad essere  la più oltraggiosa e folle tra le “teorie della cospirazione” è proprio  quella che afferma che sono stati Al-Qaeda e Osama bin Laden ad aver  organizzato gli attacchi dell’11 settembre.472 Per rendersene conto, oltre alla totale assenza di prove a sostegno delle accuse contro di lui, basta  riflettere per un attimo su chi è realmente Osama bin Laden e chi c’è  dietro alla creazione di Al-Qaeda.

Bin Laden – una risorsa della CIA

Osama bin Laden è stato al soldo della CIA fino all’11 settembre.  Sybil Edmonds, un traduttore dell’FBI, ha affermato categoricamente  di aver avuto sulla sua scrivania dei documenti che provavano che  bin Laden stesse ancora lavorando per la CIA, quando avvennero gli  attacchi al World Trade Center. Alcune agenzie stampa occidentali  (come la Agence France Press) riportarono la notizia che Osama bin  Laden era stato curato per un problema di reni all’Ospedale Americano  di Dubai, nell’agosto 2001, dove aveva ricevuto una breve visita da parte  di alcuni funzionari della CIA. Quando doveva viaggiare in America per  affari legati alla CIA, Osama bin Laden usava lo pseudonimo di Tim  Osman. Il governo degli Stati Uniti vorrebbe farci credere che questo  galoppino della CIA fosse in realtà un fanatico estremista mussulmano,  che avrebbe concepito gli attentati dell’11 settembre per motivi religiosi!  Non solo, il governo degli Stati Uniti vorrebbe farci credere che bin  Laden avesse sotto il proprio comando un gruppo di estremisti islamici  militanti, fanaticamente devoti alla causa della Jihad contro gli Stati  Uniti e l’Occidente “infedele”. Ma se vogliamo dirla tutta, Al-Qaeda  andrebbe chiamata Al-CIA-da, visto e considerato che fu proprio la CIA  a fondarla (lo stesso nome “Al-Qaeda” tradisce le sue origini). Robin  Cook, Segretario agli Esteri della Gran Bretagna tra il 1997 ed il 2001,  ha affermato alla BBC che Al-Qaeda, in origine, “era un file contenente  migliaia di profili di altrettanti mujaheddin che erano stati reclutati ed  addestrati grazie alla CIA.”473 In Arabo, il nome “Al-Qaeda” significa “la  base” – cioè il database della CIA di cui parlava Robin Cook. Si tratta  di un’idea concepita da Zbigniew Brzezinski; i suoi “membri” vennero  assoldati sotto la direzione di Robert Gates, una spia della CIA reclutato  quand’era ancora un ufficiale dell’Aeronautica Militare Americana e che  sarebbe diventato successivamente Segretario alla Difesa degli Stati  Uniti. Al-Qaeda è pertanto nient’altro che una risorsa, un database di  jihadisti addestrati dalla CIA e reclutati dagli Stati Uniti. Non si tratta  di un’organizzazione terroristica e non è affatto un gruppo organizzato  o autonomo. 

Gli altri terroristi dell’11 settembre: 

anch’essi risorse della CIA

J. Michael Springmann è stato Console degli Stati Uniti a Gedda, in  Arabia Saudita, ed è stato direttore dell’ufficio consolare per il rilascio  dei visti, tra il novembre 1987 ed il marzo 1989. Springmann spiegò  che la CIA “ha protetto i Jihadisti sin dal 1987”, e che a Gedda era stato  istituito un programma per assegnare un visto ai terroristi Jihadisti  arruolati dalla CIA, affinché potessero disporre di un documento  per entrare liberamente negli Stati Uniti ed essere successivamente  addestrati alle attività terroristiche. Questi individui non avevano alcun  motivo legittimo per entrare negli Stati Uniti, e quindi non avrebbero  mai potuto ricevere un regolare visto; tuttavia, su richiesta della  CIA, quei terroristi ricevettero un visto degli Stati Uniti per ragioni  “di sicurezza nazionale.”474 Springmann spiegò ulteriormente che i  presunti attentatori dell’11 settembre erano elementi della CIA, molti  dei quali avevano chiesto e ottenuto un visto per entrare negli Stati  Uniti, proprio al Consolato Americano di Gedda, dove egli stesso era  stato contattato dalla CIA al fine di fornire visti ai terroristi reclutati  dall’agenzia Americana: “Si tratta delle stesse persone che avevano  ottenuto il visto presso il Consolato Americano di Gedda.”475

Padre Paul Kramer

ANDATE FIERI DI ESSERE STATI CHIAMATI DA DIO. GIUNGE IL MOMENTO DEL VOSTRO RAPIMENTO.

 


Carbonia 31bis-07-2021  –  ore 16.53

(Come mi viene dato a vedere: … disegno la Vergine Santissima che ci porge un bouquet di cuori).

Ecco, il Cielo vi manda un bouquet di cuori, tutto per voi, che ascoltate e seguite con amore la Parola di Gesù.

Amati figli, il Custode della Casa d’Israele è con voi, …chi potrà mai farvi del male?
Se Egli veglia sui suoi figli, …chi potrà mai sorprenderli nella notte?
Mai la morte li toccherà! Mai! …Perché Egli veglia su di essi.

Andate fieri di essere stati chiamati da Dio, di esservi diretti verso Colui che vi ha creati. Avete abbandonato tutto ciò che avevate su questo mondo, avete preferito le Cose di Dio, …ora sarete tra le sue bellezze infinite.

Il Cielo ringrazia il vostro operato e ancora vi chiede obbedienza:
…servite Dio, servite la sua Opera e mettete in pratica le sue Leggi.

Maria Santissima, la Madre mia Adorata, è sempre con voi in questo Colle, con tenerezza e amore vi accompagna a Me suo Figlio Gesù.

L’ora della giustizia Divina è giunta al suo tempo, vedrete ancora orrori su questa Terra ma vedrete anche le meraviglie di Dio sui suoi figli.

Grazia e misericordia a voi che siete belli nella vostra anima: …beati coloro che si adoperano per le Cose del Cielo perché saranno benedetti in eterno.

Vi attendo tutti qui in questo Colle, ancora per poco perché giunge il momento del vostro rapimento: ecco a voi la mia grazia, la mia misericordia per il vostro tutto a Me.

Dio è Padre, Madre, Fratello e Amico sincero e voi avete detto il vostro sì al vostro Salvatore. Amati come mai dal vostro Dio Creatore, state per essere da Lui ricompensati per tutto ciò che per Lui avete fatto e rinunciato per servire il suo Piano di Salvezza.

Peccato per voi che non siete stati ligi al mio volere. Oh voi che avete preteso essere dio sulla Terra! Ecco che per voi non ci sarà un cielo azzurro ma rosso come il fuoco: soffrirete nelle fiamme dell’Inferno.

Carità e amore appartengono a Dio, Dio non si divide con mammona. Io sono Colui che Sono! Io ho creato l’Universo! Io sono il Tutto e tutto Mi appartiene. Vi ho chiesto aiuto, vi ho chiesto obbedienza, vi ho chiesto di aiutarmi in questa mia chiamata ma molti si sono dileguati, altri si sono presi il mio posto, ora è tempo che Dio separi i capri dalle pecore.

Dio vi ama e vi salva, rispondete alla Grazia come la Grazia vi chiede. Amen

LIBERAZIONE - Sulla Confessione

 


III. PROGETTO

Se guardiamo l'universo vediamo come tutto è venuto all'esistenza dietro un progetto: sia un atomo, sia una stella, sia una galassia, sia un fiore, sia un animale. (Leggi il libro Il senso dell'esistenza).

Fermiamoci a considerare un animale, piccolo o grande che sia: vediamo che esso è stato minuziosamente progettato nel DNA della prima cellula, dalla quale si è sviluppato. Sappiamo pure che il DNA di un uomo, invisibile a occhio nudo, è simile a una scala di corda di marinai, ed è lungo un metro e mezzo. In esso c'è il progetto dell'uomo: quanto dovrà essere alto, quanto intelligente, quanto bello, di quale colore saranno i suoi capelli, le sue pupille, la sua pelle, quali saranno le sue inclinazioni...

Dall'eternità Dio ha progettato un altro corpo misterioso, che S. Paolo chiama il Corpo Mistico, o misterioso, di Gesú; di esso ogni uomo è chiamato a divenire un membro. Ogni cristiano al momento del suo battesimo viene progettato per l'eternità: quanto sarà grande, bello, intelligente, potente, felice per sempre. Questo progetto è contenuto nella grazia che egli allora riceve. La grazia è come il DNA dell'uomo nuovo; colla grazia l'uomo diventa figlio adottivo di Dio.

- Cosa è la grazia? Cosa è questa adozione divina?

- Un fatto di cronaca e due immagini ti aiuteranno a comprenderlo.

a) Nel dopoguerra un miliardario americano, visitando Napoli, vede in periferia una bambina di 3 anni vestita di nero, sporca, arruffata, giocare nel fango. Meravigliato s'informa. Viene a sapere che la bambina ha perduto entrambi i genitori e vive con una zia carica di figli. La chiede per figlia adottiva; l'ottiene, fa le pratiche legali, la porta in America. La bambina, naturalmente, non cambiò né occhi, né capelli; ma tutto cambiò in lei, al punto di non riconoscersi piú: istruita, educata, poi laureata, divenne una donna di alta società.

Ciò che avviene nell'uomo mediante la grazia è smisuratamente piú grande: diventa figlio di Dio, addirittura immagine di Dio.

b) Metti un ferro in una forgia: pur restando ferro, se il calore della forgia è fortissimo, diventa incandescente e luminoso. Cosí il cristiano mediante la grazia: pur restando uomo, acquista una luce e una bellezza divina.

c) Una lampada elettrica, sia pure di mille candele, in sé non ha luce. Se per essa passa l'energia elettrica, diventa luminosissima. Se si fonde il suo filo, non serve piú a nulla e si getta nella spazzatura.

Cosí l'uomo: senza la grazia è un povero uomo; colla grazia la vita di Dio passa per lui e lo rende meraviglioso; se col peccato perde la grazia, non vale piú nulla e diventa buono soltanto per essere gettato nella spazzatura dell'umanità, che è l'inferno.

La bellezza che ci dà la grazia è cosí grande che rende il minimo degli eletti piú bello, piú intelligente, piú felice delle persone piú belle, piú intelligenti e piú fortunate della terra.

S. Teresa di Gesti un giorno, in una visione, vide una persona cosí meravigliosamente bella, che si inginocchiò, credendo di trovarsi davanti a Dio.

- Alzati, le disse il suo angelo, non è Dio; è un'anima in grazia di Dio.

Potremmo paragonare questa bellezza iniziale alla luce di una candela. Ogni atto soprannaturale aumenta tale luminosità e tale bellezza. Ogni preghiera, ogni Ave Maria, ogni sacrificio, ogni lavoro, ogni sofferenza offerti a Dio, ogni atto di carità, di pazienza, di apostolato, ogni tentazione vinta fanno crescere tale bellezza e tale felicità eterna proporzionalmente alla loro entità e all'amore con cui sono fatti.

Se vogliamo paragonare le perfezioni fisiche e intellettuali che l'uomo avrà in paradiso alla luce, possiamo dire che:

- Chi muore subito dopo il battesimo o subito dopo aver accettato Gesú è simile a una lampada di una candela;

- Chi muore dopo aver fatto una sola preghiera o una sola opera buona è simile a una lampada di due candele;

- Chi muore dopo aver fatto 3, 4, 5, 10, 100, 1000, 100.000, 1.000.000 di preghiere e di opere buone, è simile a una lampada di 3, 4, 5, 10, 100, 1.000, 100.000, 1.000.000 di candele. Colui che dedica tutta la vita a pregare, a sacrificarsi per amore di Dio in opere di carità o di apostolato o nelle sofferenze diventa cosí luminoso da essere paragonato dalla Bibbia a un sole: « Coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come stelle per tutta l'eternità ». (Dan.12,3). Essi sono i santi, sia oggi conosciuti, sia sconosciuti.

Tutte le gioie del corpo e dello spirito, che hanno gustato tutti gli uomini sulla terra, sono immensamente minori delle gioie che gusta un eletto in un sol minuto, in Paradiso, nella visione di Dio.

Di Padre Ildebrando A. Santangelo


IL CANTO INCESSANTE DI AMORE

 


“ Il diario mistico di Camilla Bravi” 


Camilla non si contenta del proprio atto di amore. Va alla ricerca di tutti gli appigli per dare al suo amore una dilatazione universale: amerà per tutte le creature e si farà eco dell’amore di tutte. Darà il senso dell’amore ad ogni respiro, amerà nel tempo e nell’eternità anche per i dannati. Ma per dare al suo amore una dimensione infinita farà proprio l’amore di Dio per Sé stesso. 

Si può vedere in questo canto incessante di amore il vertice degli anelati di Camilla, il suo testamento spirituale. C'è un artifizio letterario nel suo dire, che si snoda in andirivieni a volte complicati, ma non c'è dubbio che sotto la scorza di espressioni a volte contorte e ripetitive arda una fiamma di amore irresistibile. Un eco del Canto dei Cantaci: 


1 giugno 1950. 

Atto di fede, speranza, abbandono e amore in Gesù e Maria Santissima nel mio cuore, e in tutti i cuori e nel creato. 

Canto incessante d'amore a Gesù e Maria Santissima. 

- O Gesù, o Maria Santissima, desidero morire d'amore per Voi. Protesto di voler vivere un atto continuo e incessante d'amore, di fede, speranza, confidenza e abbandono. Desidero vivere d'amore per tutte le vostre creature che sono e saranno, sino alla consumazione dei secoli. Desidero amarvi per tutti, o Gesù, o Maria, col mio canto continuo d’Amore, e darvi l'amore e l'onore che Voi meritate e che tanti Vi rifiutano, perché non Vi conoscono, o Vi odiano o Vi disprezzano. 

Con questo mio incessante canto d'amore, intendo chiedervi per tutte le creature fede, speranza, confidenza e abbandono in Voi, specialmente per i figli della vostra santa Chiesa, ma anche per tutte le creature che non Vi conoscono, non Vi amano, o Vi odiano e disprezzano. Il mio canto vuol accendere in tutti i cuori quell'amore che Tu portasti sulla terra, o Signore. Perciò Ti chiedo per ogni cuore luce, forza, dolcezza, perdono, clemenza e salvezza. 

Intendo anche ripetere questo mio canto d'amore, di fede, speranza e abbandono in Voi un numero infinito di volte a ogni battito del mio cuore, e ad ogni battito del cuore di tutte le creature vostre, e di continuarlo incessantemente anche nelle aridità, tenebre, distrazioni e azioni in me e in tutti i cuori. Lo immergo continuamente nell'unica fiamma d'Amore che unisce i Vostri due Cuori, perché lo purifichiate continuamente e lo rendiate degno d'essere da Voi ricevuto. 

O mio Dio, io Vi amo, e vorrei amarvi con l'Amore con cui Voi, Tre Divine Persone, vi amate nella Santissima Trinità. Con l'Amore del tuo Cuore, o Gesù, e con quell'Amore con cui Ti amano la Vergine e tutti gli abitatori del cielo e le anime buone della terra. Vorrei, Vergine, amarti come Ti ama la Trinità Augusta e il tuo Figlio Gesù, e come Ti amano gli abitatori del cielo e le anime buone della terra. E amarvi così anche per tutti, estendendo così il mio canto incessante d'Amore in tutti i cuori. 

- O mio Dio, credo in te. Credo che sei l'unico vero Dio, Uno e Trino, eterno, immenso, onnipotente, onnisciente, Amore infinito, Creatore, Redentore, Signore e Padrone di tutti gli esseri e di tutto il creato. Credo che Gesù è il Figlio tuo divino, sceso dal Cielo come Verbo incarnato nel Seno immacolato di Maria, e morto in croce per salvare il genere umano. 

Credo tutto ciò che Tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo che la Vergine Maria è l'Immacolata, tutta bella, tutta santa, la Madre di Gesù Cristo vero Uomo e vero Dio, e perciò vera Madre di Dio, Madre nostra, Corredentrice, Regina dell'universo, Assunta in cielo con l'anima e con il corpo glorioso accanto al suo Figlio Gesù. 

Voglio continuare il mio canto incessante di fede in tutti i cuori, sino alla consumazione dei secoli con la fede della Madonna, quando all'annuncio dell'Angelo credette che, pur rimanendo Vergine, sarebbe diventata Madre. 

- Così vorrei vivere il mio atto di confidenza e speranza con la perfezione dei vostri Cuori, per ottenere speranza e confidenza specialmente alle anime disperate che non confidano o non sperano più in Voi, o confidano freddamente. Così il mio atto di abbandono in Voi e Maria, vorrei viverlo in tutti i cuori, per ottenere a tutti abbandono in Voi, in tutte le prove della loro vita; vorrei viverlo con la perfezione dei vostri Cuori in tutti, ma in modo particolare nel mio cuore, durante la prova che mi avete predetto del vostro abbandono. 

O Gesù, intendo abbandonarmi a Voi, con quell'abbandono, che sulla croce, quando il Padre celeste t'aveva abbandonato, ti ha fatto esclamare: «Mio Dio, in te rimetto lo Spirito mio». E con quell'abbandono con cui la Vergine santa, nelle nozze di Cana, nonostante la tua risposta «Non è ancora venuta l'ora mia», comandò ai servi del convito: «Fate quello che il mio Gesù vi dirà». 

Protesto che voglio abbandonarmi a Voi e credere sempre al vostro Amore per me, anche se mi vedessi da Voi respinta; anche se il demonio volesse farmi credere che per me non c'è più salvezza, e mi portasse, per assurdo, sulla bocca spalancata dell'inferno per precipitarmi e intimorirmi e farmi disperare della mia salvezza. Voglio abbandonarmi a Voi, o Gesù e Maria Santissima, contro ogni speranza, e vivere questo atto di abbandono in Voi in tutte le prove della mia vita che a Voi piacerà mandarmi per purificarmi e santificarmi. Voglio credere sempre al vostro Amore per me, anche per consolare i vostri Cuori che gioiscono e si rallegrano quando si crede al vostro Amore. 

- O Gesù, o Maria, intendo continuare in me, e in tutti i cuori, questo canto di fede, speranza, confidenza, abbandono e amore rinnovandolo tutte le mattine e tutte le volte che lo canterò in questa breve formula: «O Gesù, o Maria, vi amo!». 

- O Gesù, o Maria, desidero anche darvi un atto d’amore a ogni battito del mio cuore e di moltiplicarlo sino al numero dei reprobi dell'inferno, i quali non possono amarvi, per riparare quell'amore ch'essi hanno rifiutato o misconosciuto, e il loro odio, affinché non vada perduto un briciolo solo di quell'amore che Vi dovevano. 

O Gesù, questo mio canto d'amore desidero continuarlo in tutti i cuori e nel creato sino alla fine dei secoli qui sulla terra, e per tutta l'eternità per i reprobi dell'inferno fino a quando, come spero dopo la mia morte, vivrò con Te e la Vergine, nel tuo Regno d'Amore, lassù in Paradiso. 

O Gesù, o Maria, perdonatemi se oso chiedervi di effettuare questo mio canto d'amore. Non è mio, Voi lo sapete. Siete Voi che l'avete messo nel mio cuore, sono i vostri desideri che Voi mi donate. Voi vedete che non poggia su me, povero letamaio, ma poggia sul vostro Amore onnipotente e infinito. Vorrei suggellarlo col mio sangue, ma sono tanto vile che ho paura a pungermi. 

O Gesù, suggellalo Tu col tuo Sangue divino e immacolato. Il tuo Sangue risponda per me, per il mio canto di amore in tutti i cuori e in tutto il creato. Vergine Santissima, custodiscilo, purificalo nella fiamma d'amore che unisce i vostri due Cuori in un solo Cuore, e fa' che io Vi porti tante anime e Vi dia tanta gloria. Così sia. 

Per non esistere più, in Voi tutta m'abbandono, o cara Madre mia, o dolce mio amore Gesù. 


 


IL CIELO È IN ATTESA DI ABBRACCIARE TUTTI I SUOI FIGLI.

 


Carbonia 31-07-2021  –  ore 16.23

Oh voi che siete qui in questo luogo, oh voi che siete assidui alla chiamata del Signore, Io vi accolgo nel mio Cuore, vi poso nel mio Seno e vi porto a mio Figlio Gesù, vi presento quali figli prediletti, vi presento quali perle preziose ai suoi occhi.

Figli miei, siete nella strada giusta, siete già in cammino verso il Cielo, Gesù vi ama infinitamente e vuole donarvi lo Spirito Santo.

Accogliete in voi la sua Parola, donate a Lui obbedienza, siate quei figli che tanto Lui ha desiderato nella vita e mai è riuscito ad avere se non coloro, quei pochi, che sono arrivati alla santità e che oggi vivono nel suo Cielo con Lui.

Questo luogo è stato scelto da Dio Padre per un suo Piano ben preciso, nessun uomo qui potrà scavalcare il Piano di Dio, nessun uomo!

Satana verrà schiacciato dal piede di Maria, unita a tutti i suoi figli, coloro che stanno camminando in obbedienza al volere del Padre per sconfiggerlo.

Avanti figli miei, l’ora è giunta, questo tempo è di grande battaglia, chi avrà disonorato il Padre, chi avrà disobbedito, chi avrà fatto i propri interessi contro di Lui, ecco che per lui ci saranno gravi conseguenze.

Il Cielo è in attesa di abbracciare tutti i suoi figli, di metterli in un luogo tutto santo, in un luogo pieno d’amore e di gioia, in un luogo eterno, dove solo l’amore del Padre sarà, e solo i suoi figli godranno di tutte le sue bellezze.

L’Universo attende tutti voi che camminate verso il Cielo, tutti voi che siete in obbedienza alle leggi di Dio e vivete il santo Vangelo di Gesù Cristo.

Ornatevi d’amore, ornatevi di bellezza in Dio figli miei, voi siete di Dio, nessun uomo sulla Terra potrà togliere questa vostra bellezza perché, ormai voi siete segnati in Dio, camminate in Dio e risusciterete in Dio.

Non abbiate paura di affrontare il nemico infernale, oggi siete nelle mani di Maria SS. e nelle mani di suo Figlio Gesù. Angeli e Arcangeli discenderanno su questo luogo e solleveranno solo coloro che avranno ornato d’amore la Croce di Dio e l’avranno glorificato.

Vi benedico figli miei, congiungo le mie mani alle vostre mani, metto nel vostro cuore l’amore di mio Figlio Gesù e vi porto con Me.

Avanti non abbiate nessun timore il tempo è giunto per la vostra vittoria. Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato

 


domenica 1 agosto 2021

Ma prima devo mandare su questa generazione il Mio Fuoco Purificatore;



Mio amato Javhè,
rendici ancora una volta divini, rinnovaci;
modellaci sulla Tua Immagine Divina;
quella Santa Immagine che noi abbiamo perduto.

Ascolterò la tua supplica, e come ho riversato su di te le Mie Benedizioni, così coprirò questa terra di splendidi abiti, rivestendola con gloriosa perfezione, facendo cadere la sua gente con la faccia a terra in adorazione davanti a Me; ma prima devo mandare su questa generazione il Mio Fuoco Purificatore; devo discendere per estirpare dalle loro tane le volpi che distruggono ogni nuovo vigneto; vi ho detto questo ora, prima che ciò accada, perché quando avverrà, possiate credere; come si risuscita un cadavere dalla morte, Io risusciterò il corpo in stato di decomposizione di questa terra in un corpo glorioso, e vi trasfigurerò, dai preti ai laici, in un popolo divino;

oggi la vostra generazione manca di fede e si rifiuta di credere in Me, e un sempre maggiore numero dei Miei pastori viene reso schiavo dal mondo e dalle lusinghe delle ricchezze; essi scimmiottano la Sapienza, e quando la Grazia viene ad essi, ai loro piedi, essi La rifiutano; non vogliono ricevere la Grazia in cambio della grazia;

nella Mia Chiesa c’è divisione; come tra Caino e Abele, fratelli, ma tuttavia divisi; lo stesso sangue, eppure diversi; Abele era capace, Caino incapace; uno era sincero, l’altro no; uno era ben intenzionato e gradevole, l’altro era male intenzionato e non Mi compiaceva; così oggi i Miei Abele che esercitano funzioni nella Mia Chiesa, soffrono ... soffrono perché vedono che i loro stessi fratelli Mi tradiscono; questo è il flagello che pesa enormemente sui Miei pastori e rende questa fratellanza spezzata e divisa; beato l’uomo che osserva i Miei Comandamenti, poiché sentirà il Mio Amore che dà sicurezza; beati gli operatori di pace quando lavorano per la pace, saranno chiamati figli Miei; presto l’Amore sarà con voi, questa è la ragione per cui ci deve essere costanza nei Miei Abele che osservano i Miei Comandamenti e perseverano nella loro fede in Me;

Consacrazione al Sangue di Gesù Cristo

 


Signore Gesù che ci ami e ci hai liberati dai nostri peccati con il tuo Sangue, Ti adoro, Ti  benedico e mi consacro a Te con viva fede. Con l'aiuto del tuo Spirito m'impegno a dare di  tutta la mia esistenza, animata dalla memoria del tuo Sangue, un servizio fedele alla volontà di Dio per l'avvento del tuo Regno. Per il tuo Sangue versato in remissione dei  peccati, purificami da ogni colpa e rinnovami nel cuore, perché risplenda sempre più in me  l'immagine dell'uomo nuovo creato secondo giustizia e santità. Per il tuo Sangue, segno di  riconciliazione con Dio tra gli uomini, rendimi docile strumento di comunione fraterna. Per  la potenza del tuo Sangue, prova suprema della tua carità, dammi il coraggio di amare Te  e i fratelli fino al dono della vita. O Gesù Redentore, aiutami a portare quotidianamente la  croce, perché la mia goccia di sangue, unita al tuo, giovi alla redenzione del mondo. O  Sangue divino, che vivifichi con la tua grazia il corpo mistico, rendimi pietra viva della  Chiesa. Dammi la passione dell'unità tra i cristiani. Infondimi nel cuore grande zelo per la  salvezza del mio prossimo. Suscita nella Chiesa numerose vocazioni missionarie, perché  a tutti i popoli sia dato di conoscere, amare e di servire il vero Dio. O Sangue  preziosissimo, segno di liberazione e di vita nuova, concedimi di preservare nella fede,  nella speranza e nella carità, perché, da Te segnato, possa uscire da questo esilio ed  entrare nella terra promessa del Paradiso, per cantarti in eterno la mia lode con tutti i  redenti. Amen. 

La concretezza della Parola di Dio

 


Il permissivismo 


[31]Non invidiare l'uomo violento e non imitare affatto la sua condotta,  

[32]perché il Signore ha in abominio il malvagio, mentre la sua amicizia è per i giusti  

(Pr. 3,31) 

[19]Il violento deve essere punito, se lo risparmi, lo diventerà ancora di più  

(Pr. 19,19) 

[15]La stoltezza è legata al cuore del fanciullo, ma il bastone della correzione l'allontanerà da lui  

(Pr. 22,15) 

[13]Non risparmiare al giovane la correzione, anche se tu lo batti con la verga, non morirà;  

[14]anzi, se lo batti con la verga, lo salverai dagli inferi  

(Pr. 23,13) 

[15]La verga e la correzione danno sapienza, ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre 

(Pr. 29,15) 

[6]Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo, ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza (Sir. 22,6) 

La Parola eterna di Dio ci edifica sulla necessità della correzione per schivare l’infer no (Pr. 23,13) e per impedire l’escalation della violenza (Pr. 19,19) con grave turbamento della pacifica convivenza. 

Tale insegnamento ha quindi una duplice valenza: escatologica e sociale. Dio, che è Padre e non nonno, invita fermamente (soprattutto mediante i libri sapienziali) a non essere permissivisti. Cominciando con i figli, per proseguire all’interno delle varie categorie sociali, siamo chiamati ad essere da un lato misericordiosi, ma dall’altro lato giusti e correttivi. A tale compito sono particolarmente chiamati i genitori, gli insegnanti, i giudici e gli educatori in generale. 

Se osserviamo però quanto accade nella nostra epoca, pare che il comportamento umano vada in tutt’altro senso: delinquenti che, nonostante numerose denunce che ne dimostrano la recidiva, non sono in carcere con grave scandalo per quanti amano la giustizia; giovani violenti che lo diventano sempre più ecc.  

La famiglia, la scuola, la parrocchia e l’amministrazione della giustizia sono diventate istituzioni quasi esclusivamente "dialoganti"; ed in nome di questo dialogo gli empi (che non vengono più considerati tali, ma solo persone bisognose di comprensione) continuano nella loro opera senza più alcun timore (con la comoda e difficilmente contestabile giustificazione - data la parentesi temporale collocata nel passato - che "in quel momento non erano in grado di intendere e volere", anche dei mostri - veri e propri empi - riescono a schivare delle condanne esemplari). Di conseguenza la violenza negli stadi e quella urbana, gli stupri, le rapine, la pedofilia ecc. sono ormai all’ordine del giorno con grave danno sociale, morale ed economico (continui processi per i recidivi ed assistenza sanitaria a spese della collettività per i delinquenti che restano feriti a causa del loro comportamento). Leggi sempre più permissive non consentono l’esercizio di una giusta pena nei confronti di quanti, violando il codice penale, peccano contro il secondo comandamento per ordine d’importanza: l’amore verso il prossimo! 

Sicuramente questo risultato non è certo ad immagine della giustizia divina che, in ultima analisi, non risparmia l’ inferno per quanti, fino alla fine, rifiutano l’eterna misericordia di Dio. 

Questo mondo che "giace sotto il potere del maligno..." e che rifiuta a suo danno gli insegnamenti della Parola di Dio sta compiendo diabolicamente un’opera di disgregazione del senso della giustizia divina. Mi spiego meglio. Molte persone si lamentano sovente dell’assenza della giustizia umana e poi proiettano tale sfiducia anche in quella divina che, a torto, ritengono assente, dimentichi dell’importanza della preghiera dei salmi che anche molti preti non raccomandano più come preghiera per ottenere l’intervento di Dio teso a convertire, proteggere, punire gli empi e salvare. Dimentichi altresì che: "....Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa" (Rm. 1,28 seg.. 

Molte persone sono infine portate ad eliminare, per logica conseguenza, ogni timore nella giustizia di Dio e quindi nel castigo eterno: l’inferno.

E la sfiducia nella giustizia divina provoca, di conseguenza, un aumento di atteggiamenti arroganti, ribelli, violenti ecc. causati dalla convinzione che la giustizia umana non commina sentenze esemplari e quella divina non esiste. Il risultato, ovviamente, è sotto gli occhi di tutti! 

Arrigo Muscio

L'ultimo Papa canonizzato

 


I PRODIGI DEL SUO CUORE 

Se a Tombolo la carità di Don Sarto era apparsa meravigliosa, a Salzano  superò ogni umano eroismo. 
 “Il cuore di lui era sempre aperto a tutte le miserie e tutto quello che aveva  non era suo” 149. Il necessario poteva mancare a lui, ma non a chi era nella  povertà e nella indigenza. 
Davanti al bisogno non discuteva: dava fondo a tutto, “si spogliava di tutto”  150. 
I frequenti richiami delle sorelle che vedevano scomparire biancheria ed  indumenti, frumento, farina di granoturco e lo stesso modesto vitto  quotidiano, non contavano, e, se volevano conservare quel poco di roba che  avevano in casa, dovevano nasconderla, perché il futuro Pio X non vi  mettesse su le mani 151. 
Per Don Giuseppe contava una cosa sola: la sua grande fede nella  Provvidenza. 
Per questo non lo turbò mai la tentazione di accumulare danari, né mai pensò  all'oggi per il domani ed anche con un pingue Beneficio non mise mai da  parte un centesimo! 152 

*** 

Aveva una sola preoccupazione: tergere ogni lacrima amara e rendere meno  umiliante la povertà dei suoi Salzanesi: il resto non aveva importanza per lui.  Quando non aveva più nulla da dare, quando non sapeva come aiutare  qualche famiglia colpita dalla sventura, non era contento se non si prestava a  fare cauzioni, anche sapendo che alla loro scadenza avrebbe dovuto pagare di  sua tasca 153. 
Che cosa gli importava se per uscire da certe situazioni angustianti, create  dalla sua inesauribile carità, doveva privarsi di tutto, dare mano perfino al suo  stesso anello parrocchiale e mandarlo segretamente al Monte di Pietà di  Venezia? 154 
Che cosa gli importava se per soccorrere la povertà e sollevare l'indigenza dei  suoi Parrocchiani doveva dimenticare così se stesso da trascurare perfino di  fare le spese necessarie? 155 
Qualche volta le sorelle si lamentavano che non aveva più calze, ed egli  prontamente: “Aggiustate le vecchie, la tonaca copre tutto” 156. 
La sorella Maria un giorno gli fece notare che aveva bisogno di una veste.  Egli rispose: “non ho soldi”! 157 
Non aveva calze, perché pensava più ai poveri che a sé. 
Non aveva soldi, perché per i poveri aveva — come diceva il popolo — le 
“mani bucate” 158. Non aveva vesti, perché “dava via tutto” 159, perché si  privava di tutto, perfino delle sue stesse camicie e delle sue stesse scarpe 160.  A lui bastava la gioia di chi tutto dona e nulla chiede: a lui bastava quietare  angustie, consolare miserie, lenire dolori, sentire i poveri più vicini a sé e più  vicini a Dio, mentre a chi lo consigliava di pensare un po' a se stesso, con la  fede vittoriosa dei Santi, rispondeva, come tante volte aveva risposto a  Tombolo: il Signore provvedeva! 161 

***
 
Il nostro Beato nel fare la carità era insuperabile. 
Una mattina, verso mezzogiorno, la buona sorella Rosa, tutta affaccendata,  era entrata in cucina. Ma quale la sua sorpresa quando non vide più la pentola  che aveva messo al fuoco con un pezzo di carne per la minestra! 
— Povera me! ... cosa farò adesso?! — esclamò con voce di lamento. 
La udì Don Giuseppe, e, per tranquillizzarla, con un dolce sorriso, le disse:  — E' venuto poco fa un pover'uomo che ha la moglie ammalata e quattro  bambini che hanno fame. Non avendo altro da dargli, gli ho dato la pentola e  con il brodo e la carne. 
 “Va là, va là — soggiunse subito — sta quieta, per noaltri el Signor  provvederà”!162 
— Ma cosa mangeremo noi adesso? — insisté la sorella che non sembrava  volersi acquietare. 
— “Polenta e formaggio”! — rispose lui che ordinariamente si contentava di  un uovo o di una semplice minestra di fagioli 163. 
Avevano bisogno di molta virtù le sue buone sorelle, dovendo sempre tacere!  Se avessero osato di dire una sola parola, dal labbro del loro Don Bepi,  avrebbero udito sempre la medesima risposta: “Avete paura di morire di  fame? Non siamo nati per mangiare, ma per lavorare e per patire. Per noi il  Signore provvederà” 164. 

*** 

Il grano del Beneficio della Parrocchia era destinato ai poveri. I Salzanesi  affermavano che il loro Parroco “aveva sempre il granaio vuoto” 165, e, non  senza commozione, ricordavano che in una annata di tremenda carestia egli  aveva distribuito tutto il suo grano al popolo che pativa la fame, riservando  per sé solamente “un mucchietto di fagioli allampanati e mezzo tisici” 166.  Un giorno, un contadino, passando davanti alla Canonica, domandò: 
— Di chi è quel grano messo lì al sole? 
— E' dell'Arciprete! — gli fu risposto. 
— Bisogna dire che il nostro Arciprete sia senza farina per avere tanta fretta  di disseccare quel grano! — riprese il contadino. 
Era proprio così! 
Ogni anno il Parroco di Salzano era sempre il primo a raccogliere il grano,  perché gli premeva di soccorrere i più miserabili della Parrocchia 167. 
E per lui?. . . Per lui la solita mirabile parola: “La Provvidenza non manca  maì”! 

*** 

Ma se la fame, sopportata non solo senza lamento, ma con gioia, non  spaventava il Parroco di Salzano, non poteva fargli paura nemmeno il freddo.  E di freddo ne faceva molto quel Marzo del 1868 e la legna, per il  lunghissimo inverno, era venuta a mancare in tante famiglie. 
In Canonica ce n'era ancora alquanta, ma veniva meno a vista d'occhio da un  giorno all'altro. 
— E' mai possibile che qui si consumi tanta legna? — domandò una sera  meravigliato, al servo di casa il sacerdote chiamato per il Quaresimale a  Salzano. 
— E! ... — rispose il buon uomo — che vuole! ... qui la porta è sempre  aperta! 
Il Quaresimalista capì: era il Parroco che, nel suo gran cuore, si lasciava  derubare per nascondere la sua carità. Ma, volendo avere da lui stesso la  confessione, un giorno, lo interrogò: 
— Come mai la legna nel cortile va scomparendo tanto rapidamente '? 
— Vi è tanta gente, che patisce il freddo! — rispose Don Giuseppe. 
— E tu?... 
— Io posso farne senza! — replicò tranquillamente il Servo di Dio 168.  Risposta eroica! 

*** 

Per i suoi molteplici impegni parrocchiali il Beato aveva un cavallo ed una  carrozzella: ma il cavallo era di tutti e la carrozzella al solo vederla faceva  pietà. 
Un giorno, conversando con quel Don Giuseppe Menegazzi che abbiamo  ricordato come suo contraddittore nei Catechismi Domenicali a dialogo 169,  gli disse: 
— Senti, caro Don Giuseppe, non ho ancora pagato le tasse e sono in  arretrato con la retta del Seminario per un chierico povero della mia  Parrocchia. Non ho un soldo e non so dove battere la testa. Non potresti tu  che hai tante conoscenze farmi vendere il cavallo e la carrozzella? 
— Il cavallo glielo faccio vendere, signor Arciprete — rispose Don  Menegazzi — ma la carrozzella è così sgangherata che non vale la pena di  arrischiarne la vendita. Non la vorrebbe nessuno anche a donargliela. 
Poco dopo il cavallo fu venduto alla chetichella, ma la carrozzella continuò  ad essere l'omnibus di tutti 170. 

***
 
— Oh! Don Carlo! ... Come mai da queste parti! — così un giorno la buona  Rosa — la prima delle sorelle del Servo di Dio — nel vedersi venire incontro  Don Carlo Carminati: il Cappellano sempre allegro di Galliera, collega di  Don Sarto quando questi era a Tombolo. 
— Sono venuto a salutare in fretta l'Arciprete! — rispose Don Carlo. 
— Bravo, bravo! — ripigliò la buona Rosa — E, tirandolo in disparte, gli  disse: — Senta, Don Carlo, in confidenza, una cosa. Questa mattina è arrivato  in paese un merciaio che ha della buona tela. Don Giuseppe ha riscosso ieri  un po' di danaro. Faccia un piacere, Lei che è tanto buono e conosce bene  mio fratello: lo preghi che comperi un po' di tela. Capisce Don Carlo? Don  Giuseppe non ha più biancheria personale. Ha dato via tutto! 
— Ho capito, Rosina: guarderò di fare del mio meglio! — rispose Don Carlo.  Il Cappellano di Galliera che conosceva il cuore del Parroco di Salzano —  manco a dirlo! — si affrettò a fare la sua ambasciata, aggiungedovi da parte  sua le più calde e persuasive ragioni. 
Fiato sprecato, perché Don Giuseppe tronco subito ogni argomento, dicendo:  “Lasciate là, lasciate là .... la tela si provvederà un'altra volta”! 
Visto inutile ogni tentativo di piegare la volontà dell'Arciprete, Don Carlo e  le sorelle ricorsero ad uno stratagemma piuttosto arrischiato. 
Chiamarono il merciaio: scelsero un certo numero di metri della tela  adocchiata; ne contrattarono il prezzo; la fecero 
tagliare dalla pezza, e, rivolgendosi a Don Giuseppe che guardava  impassibile, conchiusero il contratto, dicendogli: 
— Don Giuseppe, tanti metri.... tanto danaro .... ora paga! 
Don Giuseppe capì il tranello affettuoso, diede un'occhiata a Don Carlo,  scosse il capo, e, con un tono di rimprovero, disse: 
— “Anche tu vieni a tradirmi ed a macchinare inganni”? 
Ma, comprendendo il pensiero che si era avuto per lui, tratto fuori il danaro  che fortunatamente non aveva preso ancora altra via, pagò. 
La buona Rosina ebbe un lungo respiro, e, rivolta al Cappellano di Galliera  che se la rideva di gusto, tutta contenta, esclamò: 
— Benedetto il suo arrivo, Don Carlo! Se oggi non c'era qui Lei, domani non  si aveva né tela, né danari! 171 
Ma la sorpresa non si rinnovò più. 


Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c. 

Eletti : ho posto in voi il Mio Sigillo… Gli angeli della purificazione vedranno il Mio Sigillo e passeranno oltre…

 


Gesù 10-10-2001

Sposa amata, voglio porgere il Mio Aiuto a chiunque Lo chieda con cuore sincero, voglio elargire i miei Doni attraverso i Miei strumenti presenti in ogni parte del mondo.        

Andate, Miei amati, andate, anime Mie spose, andate nel mondo lì dove vi mando per aiutare i bisognosi che implorano il Mio Aiuto.

Ricolmo il vostro cuore dei Miei Doni, le menti rischiaro con la Mia Luce: operate, anime belle da Me tanto amate, operate secondo la Mia Volontà, siete le Mie dolci messaggere d’Amore.

Amata, chi avrà il Mio Segno Santo impresso nel suo cuore e sulla sua fronte non subirà danno,  passerà attraverso il fuoco e la fiamma non brucerà, l’acqua non lo sommergerà, l’aria infetta non avrà alcun potere su di lui, nessun contagio avrà effetto sui Miei amati angeli di terra perché Io sono in loro, opero in loro, cammino assieme a loro.


Gesù 18-11-2001

Il vostro cuore che ha conosciuto la Gioia della Mia Presenza non La perderà, la vostra mente che è stata inondata dalla Mia Luce non conoscerà più il buio, l’anima vostra che è piena del Mio Spirito tale resterà per sempre perché vi ho confermato in Me,  eletti :  ho posto in voi il Mio Sigillo.

Gli angeli della purificazione vedranno il Mio Sigillo e passeranno oltreamata sposa, già ho scelto i Miei, tali saranno per sempre, la Mia Luce li illuminerà per sempre perché hanno detto il loro sì, quello che la sposa dice al suo sposo: quello umano cessa con la morte ma quello Divino non conosce fine.


Gesù 03-11-2001

Amata sposa, questo è un tempo grande e tutto speciale, ognuno deve fare bene il compito assegnato, chi non lo vuole svolgere è d’inciampo agli altri che lo svolgono.   

Amata sposa, lascerò tutti gli elementi attivi ed operosi, ma toglierò tutti gli inetti che costituiscono un ostacolo al compimento del Mio grande Piano d’Amore.

Chi ha operato con zelo per Me si troverà rinvigorito proprio in questo tempo, ma chi nulla ha fatto sentirà calare le forze perché l’onda sarà sempre più resistente come il momento del compimento si avvicina.

 Amata, chi ha operato per Me volerà alto senza fatica, col Mio Vigore crescente, chi è restato nell’inerzia non ha ali per volare, che farà?


Dio si vede con la faccia della fede e si abbraccia con la carità”.

 


ILDEGARDA  DI  BINGEN


Per credere, bisogna saper vedere se stessi e il mondo. “’Non abbiamo mai visto Dio’ dicono alcuni, ma Dio si rivela nella grandezza, nell’armonia del creato. Non si vede forse Dio nell’avvicendarsi del giorno e della notte? Non si vede nel seme gettato nel solco ed irrigato dalla pioggia, sicché germini? Perché non cercare Dio nelle Scritture? Dio che è il Creatore. Dio si vede con la faccia della fede e si abbraccia con la carità”.

Ildegarda ritorna più volte sul pensiero come non c’è carità senza umiltà, non c’è neanche fede senza carità. Chi pretende di procedere oltre ai limiti segnati dalla propria natura, non raggiunge la sua meta. Di nuovo una citazione, in cui c’è un’immagine classica: “Alza il dito e tocca le nubi! Ma non è possibile; così pure è impossibile raggiungere quello che all’uomo non è dato di conoscere. Non si arriva a Dio con il solo desiderio; ci vuole il serio impegno della vita, senza pretendere di disporre di lui secondo i propri interessi, ma con il fermo proposito di servirlo”. La fede vuole che l’intelletto giunga a quella chiarezza che gli è resa possibile dalla sua natura. Fede e intelletto collaborano senza mai sostituirsi. Ildegarda dice: “Due occhi ha l’uomo per vedere Dio, la scienza e la fede”. Vedere rappresenta per Ildegarda la prima fase del comprendere. La verità di fede si rende visibile all’occhio interiore e l’intelletto cerca di esporre quanto ne ha visto e di darne la ragione. Nella visione contemplativa che lei è propria, Ildegarda riveste concetti della filosofia in un linguaggio di vita e li esprime appunto per mezzo d’immagini, alle quali premette sempre un “quasi” o “come” ad indicare che quanto è venuta a conoscere nella visione non può essere reso completamente dalla parola.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


Penetrando nella Passione, l'anima si trasforma


Immergimi, o Signore, nella tua infinita carità.

- Tutte le volte che entrerai devotamente nella mia Passione attingerai non solo il senso della carità, ma l'essenza, la vita, la forza della carità. -

La Passione è il compendio di tutti i mali sofferti da Gesù per ottenere all'umanità tutti i beni.

Penetrando con senso cristiano nella Passione l'anima si trasforma a poco a poco perde la vigoria delle passioni, le abitudini della vita umana e acquista le virtù soprannaturali per la vita divina.

Penetrare nella Passione di Gesù vuol dire lasciarsi guidare dalla sua provvidenza attraverso le tenebre, le tentazioni, l'annientamento, la sofferenza e la consumazione, fino a non intendere più nulla della vita, a desiderare soltanto i patimenti, a contemplare gli strazi di Gesù, a vivere nel suo dolore per morire nel suo amore.

Immersa così nella Passione di Gesù, sento l'invito di unirmi ancor più intensamente, con maggior fede, con maggior abbandono.

E trascinata nella profondità del suo Cuore, intendo un invito più delicato, più intimo e più caro, quello di poter partecipare il Sangue, la carità, la misericordia, la dolcezza, la benignità di Gesù alle anime che mi sono care.

Intendo come vivendo nel Cuore di Cristo le anime possono avere, pur vivendo a distanza, un intimo contatto spirituale, mercé il Sangue di Gesù, che scorre in tutte e che le unisce come in una sola vita prodigiosa. Così, amando Gesù, invocando il suo Sangue e la sua grazia a conforto e sostegno delle anime care, vedo che questo desiderio è trasformato misteriosamente in potenza efficace, e mentre vivo in Gesù e mi alimento del suo amore, porto lo stesso amore e la stessa vita alle anime unite a Lui ed a me per il vincolo della grazia. q. 23: 6 settembre

  SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO