Il permissivismo
[31]Non invidiare l'uomo violento e non imitare affatto la sua condotta,
[32]perché il Signore ha in abominio il malvagio, mentre la sua amicizia è per i giusti
(Pr. 3,31)
[19]Il violento deve essere punito, se lo risparmi, lo diventerà ancora di più
(Pr. 19,19)
[15]La stoltezza è legata al cuore del fanciullo, ma il bastone della correzione l'allontanerà da lui
(Pr. 22,15)
[13]Non risparmiare al giovane la correzione, anche se tu lo batti con la verga, non morirà;
[14]anzi, se lo batti con la verga, lo salverai dagli inferi
(Pr. 23,13)
[15]La verga e la correzione danno sapienza, ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre
(Pr. 29,15)
[6]Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo, ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza (Sir. 22,6)
La Parola eterna di Dio ci edifica sulla necessità della correzione per schivare l’infer no (Pr. 23,13) e per impedire l’escalation della violenza (Pr. 19,19) con grave turbamento della pacifica convivenza.
Tale insegnamento ha quindi una duplice valenza: escatologica e sociale. Dio, che è Padre e non nonno, invita fermamente (soprattutto mediante i libri sapienziali) a non essere permissivisti. Cominciando con i figli, per proseguire all’interno delle varie categorie sociali, siamo chiamati ad essere da un lato misericordiosi, ma dall’altro lato giusti e correttivi. A tale compito sono particolarmente chiamati i genitori, gli insegnanti, i giudici e gli educatori in generale.
Se osserviamo però quanto accade nella nostra epoca, pare che il comportamento umano vada in tutt’altro senso: delinquenti che, nonostante numerose denunce che ne dimostrano la recidiva, non sono in carcere con grave scandalo per quanti amano la giustizia; giovani violenti che lo diventano sempre più ecc.
La famiglia, la scuola, la parrocchia e l’amministrazione della giustizia sono diventate istituzioni quasi esclusivamente "dialoganti"; ed in nome di questo dialogo gli empi (che non vengono più considerati tali, ma solo persone bisognose di comprensione) continuano nella loro opera senza più alcun timore (con la comoda e difficilmente contestabile giustificazione - data la parentesi temporale collocata nel passato - che "in quel momento non erano in grado di intendere e volere", anche dei mostri - veri e propri empi - riescono a schivare delle condanne esemplari). Di conseguenza la violenza negli stadi e quella urbana, gli stupri, le rapine, la pedofilia ecc. sono ormai all’ordine del giorno con grave danno sociale, morale ed economico (continui processi per i recidivi ed assistenza sanitaria a spese della collettività per i delinquenti che restano feriti a causa del loro comportamento). Leggi sempre più permissive non consentono l’esercizio di una giusta pena nei confronti di quanti, violando il codice penale, peccano contro il secondo comandamento per ordine d’importanza: l’amore verso il prossimo!
Sicuramente questo risultato non è certo ad immagine della giustizia divina che, in ultima analisi, non risparmia l’ inferno per quanti, fino alla fine, rifiutano l’eterna misericordia di Dio.
Questo mondo che "giace sotto il potere del maligno..." e che rifiuta a suo danno gli insegnamenti della Parola di Dio sta compiendo diabolicamente un’opera di disgregazione del senso della giustizia divina. Mi spiego meglio. Molte persone si lamentano sovente dell’assenza della giustizia umana e poi proiettano tale sfiducia anche in quella divina che, a torto, ritengono assente, dimentichi dell’importanza della preghiera dei salmi che anche molti preti non raccomandano più come preghiera per ottenere l’intervento di Dio teso a convertire, proteggere, punire gli empi e salvare. Dimentichi altresì che: "....Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa" (Rm. 1,28 seg..
Molte persone sono infine portate ad eliminare, per logica conseguenza, ogni timore nella giustizia di Dio e quindi nel castigo eterno: l’inferno.
E la sfiducia nella giustizia divina provoca, di conseguenza, un aumento di atteggiamenti arroganti, ribelli, violenti ecc. causati dalla convinzione che la giustizia umana non commina sentenze esemplari e quella divina non esiste. Il risultato, ovviamente, è sotto gli occhi di tutti!
Arrigo Muscio
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