giovedì 20 giugno 2019

LA VITA DELLA MADONNA



Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick


Nascita di Maria Santissima 

Giunse il momento del parto, vidi Anna mentre lo annunciava a Gioacchino. Quindi la santa Donna inviò alcuni messi ad invitare le parenti a recarsi da lei: a Sephoris presso sua sorella minore Maraha, nella valle di Zabulon dalla vedova Enue e dalla sorella Elisabetta, ed infine anche a Betsaida dalla nipote Maria Salome. Vidi queste donne mettersi in viaggio: la vedova Enue fu accompagnata da due servi mentre le altre due 30 dai rispettivi mariti, che le accompagnarono fino alle porte di Nazareth. Il giorno prima del parto di Anna, Gioacchino mandò i suoi servi a pascolare il gregge. Egli stesso se ne andò al pascolo più vicino mentre a casa restarono solo le ancelle. Maria Heli si assunse la cura delle cose domestiche; allora aveva diciannove anni ed era sposata con Cleofa, il capo dei pastori di Gioacchino. Maria di Cleofa, di quattro anni, era la loro figlioletta. Gioacchino scelse i migliori agnelli, capretti e buoi per offrirli a Dio come dono di ringraziamento; li fece quindi condurre al tempio dai pastori. Egli ritornò a casa a notte inoltrata. Quella stessa sera giunsero da Anna le tre congiunte: entrate nella stanza da letto dietro al focolare, abbracciarono la santa Donna. Anna disse loro che il momento del parto era vicino, allora tutte insieme intonarono il salmo: "Lodate Dio, il Signore, poiché ebbe pietà del suo popolo, ha redento Israele ed ha compiuto la promessa fatta nel paradiso ad Abramo; il seme della donna schiaccerà la testa al serpente...". Vidi Anna che, rapita in questa preghiera, iniziò ad esaltare la Vergine con simpatiche espressioni: "In me è maturato il seme dato dal Signore ad Abramo". Poi parlò della promessa fatta ad Isacco e Sara: "Il fiore dello scettro d'Aronne è nato in me". Mentre Anna innalzava questi canti di lode, vidi la stanza illuminarsi intensamente di una luce meravigliosa e apparirle vicino la Scala di Giacobbe; credo che anche le altre donne avessero avuto quest'apparizione perché le vidi intimamente rapite in estasi profonda. Dopo le preghiere, seguì un pasto frugale consistente in pane, frutta e aromi. Le donne mangiarono in piedi, poi andarono a riposarsi e dormirono fino a mezzanotte, momento in cui Anna le destò. Si alzarono e si recarono in un luogo chiuso da una tenda dove la Santa era solita ritirarsi in meditazione. Vidi Anna accostarsi vicino ad un piccolo armadio infisso nella parete che conteneva alcune reliquie chiuse in un'urna con due candele ai lati. Nel reliquiario, posto su una specie di sedia a due braccioli, vidi una ciocca di capelli di Sara, per i quali Anna coltivava una devozione particolare, inoltre c'erano le ossa di Giuseppe, che Mosè aveva recato con sé dall'Egitto, e alcune reliquie di Tobia, consistenti in brandelli di una sua veste; vidi pure quel piccolo bicchiere scintillante a forma di pera in cui aveva bevuto Abramo quando fu benedetto dall'Angelo. Questo bicchiere fu poi tolto dall'Arca e dato a Gioacchino quando gli fu impartita la grazia. Adesso comprendo che la grazia gli fu donata nel pane e nel vino, il cibo e ristoro. Dopo aver aperto l'armadio, Anna s'inginocchiò e iniziò a cantare un salmo nel quale mi sembrò si accennasse al roveto ardente di Mosè. Frattanto due delle parenti si posero ai lati della santa madre, l'una a destra e l'altra a sinistra, la terza si mise dietro a lei. Allora vidi una luce soprannaturale invadere nuovamente la stanza, poi, agitandosi vicino al corpo di Anna, si condensò intorno a lei. Le parenti, frattanto, si erano genuflesse a terra in contemplazione profonda e il fascio di luce, che avvolgeva intensamente Anna, aveva assunto una forma simile a quella del roveto ardente veduto da Mosè. Così fu che Anna accolse tra le proprie mani quella luce fatta di forme umane, la bambina Maria intrisa di splendore. La Santa Madre l'avvolse subito nel proprio mantello e se la strinse al seno, poi continuando a pregare, la depose nuda dinanzi al reliquiario sulla sedia. Appena la Neonata iniziò a piangere, Anna l'avvolse nei pannolini color rosso e bruno che aveva estratto dall'ampio mantello. Le lasciò scoperto solo il petto, le braccia e la testa. Frattanto il roveto ardente che la circondava era scomparso. Le donne, invase dalla gioia e dalla magnificenza del momento miracoloso, presero tra le braccia la Neonata intonando un nuovo canto di lode. Infine Anna protese in alto Maria Santissima, in atto di offerta al Creatore per la salvezza del mondo e dell'umanità. A quel gésto vidi la stanza invasa dai raggi del sole, affollarsi di numerose figure angeliche che intonavano il Gloria e l'Alleluia. Gli Angeli comunicarono ad Anna che trascorsi venti giorni la Neonata avrebbe dovuto ricevere il nome "Maria". Quindi la Santa Madre si recò nella sua camera e si coricò. Le donne frattanto bagnarono Maria, la fasciarono e la posero dentro una piccola cesta di vimini vicino a sua madre. Appena le tre donne annunciarono a Gioacchino l'evento, questi entrò nella stanza e, avvicinandosi al letto di Anna, s'inginocchiò e pianse commosso contemplando la Neonata. Poi la prese tra le braccia e l'offri anch'egli al Cielo in segno di offerta devozionale, mentre intonava un canto di lode simile a quello di Zaccaria quando nascerà Giovanni. Nell'inno di lode di Gioacchino si celebrava il salmo del seme posto da Dio in Abramo. Il seme che si era conservato nell'Alleanza suggellata dalla circoncisione e aveva reso possibile quella nascita benedetta. Si compiva così anche l'Oracolo del profeta: "Nascerà un ramo dalla radice di lesse". 
Gioacchino esclamò con profonda umiltà che in quel momento di radiosa letizia avrebbe voluto morire. Durante la notte molti avevano visto la casa di Anna stranamente illuminata. Fin dal primo mattino servi, ancelle e gente del popolo furono richiamati dalla notizia del lieto evento. Numerosi, invasero l'alloggio della pia famiglia. Dopo aver atteso, a poco a poco vennero introdotti nella stanza di Anna e videro la Neonata. Non pochi si sentirono intimamente convinti che quella nascita fosse miracolosa, essendo stata Anna per molto tempo sterile. Alcuni si sentirono profondamente commossi e, toccati nella coscienza, si dedicarono alla vita devota. 
Sebbene Maria Heli fosse madre di Maria di Cleofa, non le fu consentito di assistere alla nascita della Santa Vergine, forse in osservanza alla legislazione religiosa ebraica. 

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