domenica 2 giugno 2019

QUANDO COMINCIA LA VITA UMANA?



Handbook sull’aborto 

Questo è il problema. Tutto dipende dalla risposta che diamo a questo interrogativo. Una madre, che ha sfidato le leggi allora in vigore nell'Illinois, parlando dell'embrione disse: "Non credo sia un essere umano, è troppo piccolo". 

Il suo punto di vista è forse altrettanto valido quanto quello di un qualsiasi Giuseppe o di una qualsiasi Maria che possiamo incontrare per la strada. Molti saranno d'accordo con lei e molti no. La nostra sola reazione consisterebbe nel chieder loro la fonte di conoscenza su cui sia i sostenitori dell'aborto sia i loro avversari basano le rispettive risposte.  

«Gli abortisti hanno organizzato una campagna su scala mondiale per modificare drasticamente leggi e pratiche in materia di aborto. Le conoscenze dell'opinione pubblica media, dell'uomo della strada, derivano da una presentazione unilaterale e parziale dei fatti, compreso un certo numero di grossolani e ripetuti errori sull'aborto. Non sorprende che l'opinione pubblica stia gradualmente allentando la propria opposizione all'aborto. Pochi sono coloro che vogliono  

essere personalmente coinvolti in questo pasticcio, ma il canto della sirena di una facile soluzione sembra più accettabile se sono gli "altri" a sporcarsi le mani. 

Ma torniamo alla questione di fondo.  

Qual è l'opinione degli studiosi di scienze naturali?  

Il congresso scientifico più qualificato che abbia finora trattato a fondo questo problema nel corso degli ultimi dieci anni è stata la prima Conferenza Internazionale sull'Aborto, svoltasi a Washington nell'ottobre del 1967, che ha visto riuniti esponenti autorevolissimi dei campi della medicina, della legge, della morale e delle scienze sociali provenienti da ogni parte del mondo.  

Per molti giorni i congressisti si sono incontrati confrontando i loro pensieri e le loro idee. Il problema di maggior rilievo trattato dal gruppo medico è stato il seguente: quando inizia la vita umana?  

Il gruppo medico era composto da biochimici, ostetrici e ginecologi, genetisti; ogni disciplina accademica, ogni razza ed ogni religione era rappresentata in misura proporzionale (ad esempio il 20% era costituito da cattolici). La quasi unanime conclusione (19 contro 1) è stata la seguente:  

"La maggioranza dei membri di questa commissione non ha potuto individuare un momento tra l'incontro dello sperma con l'ovulo (o almeno dalla fase blastocistica) e la nascita del bambino in cui si potesse affermare che il concepito non aveva vita umana". (La fase blastocistica si verifica immediatamente dopo la fecondazione ed a tale livello si originano alcune delle gravidanze gemellari.) Il documento proseguiva:  

"I cambiamenti che intervengono fra il momento dell'annidamento, il momento in cui l'embrione ha 6 settimane, il feto ha 6 mesi ed il neonato ha una settimana o raggiunge l'età adulta non sono che i diversi stadi di un processo di sviluppo e di maturazione". 

Non si è mai avuto, né prima, né dopo, un gruppo altrettanto qualificato ed importante di esperti di scienze naturali che, a livello collettivo, abbia discusso a fondo e sia giunto ad una conclusione in proposito. Fino a quando un altro gruppo di esperti di pari importanza scientifica non si sarà riunito per giungere a conclusioni forse diverse, riteniamo che il dibattito sull'aborto, dal punto di vista scientifico, debba partire dal presupposto che in qualunque momento prima della nascita si tratta di vita umana.  

Quali sono le basi delle loro conclusioni scientifiche?  

Nell'ultimo decennio la scienza moderna ci ha fornito una gamma senza precedenti di dati sulla fecondazione e gli sviluppi iniziali di tutti gli esseri. Oggi sappiamo che lo spermatozoo contribuisce alla nuova vita per il 50 per cento e l'ovocita per l'altro 50 per cento. Lo spermatozoo contiene il codice genetico del padre e non ha vita o funzione continuativa al di là dell'unico scopo della sua esistenza, cioè la fecondazione. L'ovocita contiene il codice genetico della madre ed è indiscutibilmente parte del suo corpo. L'unica sua funzione è quella di essere fecondato e, ove non lo sia, muore.  

Quando al momento della fecondazione i 23 cromosomi contenuti nello spermatozoo si uniscono ai 23 cromosomi presenti nell'ovocita, si crea un nuovo essere. Mai prima d'ora si è avuto ed in futuro mai si avrà un essere identico ad un altro. Si tratta di un essere unico, completamente diverso, dal punto di vista genetico, dal corpo del padre e della madre, indipendente, programmato dall'interno, sviluppantesi in un continuo processo di crescita e sviluppo e sostituzione delle proprie cellule morte.  

Questo essere vivente, cui viene assicurato un ambiente protettivo, è completamente indipendente fin dall'inizio della sua vita, dal momento della fecondazione, e dopo soli dieci giorni di vita assume il pieno controllo fisiologico del corpo della madre, dando luogo all'interruzione dei suoi cicli mestruali.  

Il fatto scientifico definitivo, di cui tutti devono tener conto è che ...  
Nulla si aggiungerà  
a questo essere vivente,  
vivente dalla fecondazione al momento  
della morte dell'adulto, nulla  
salvo il nutrimento.  

Ognuno di noi esiste "in toto" a partire da quel momento; successivamente non facciamo altro che maturare.  

Il concepito, come può essere umano già da quel momento? Non diviene umano successivamente?  

Derivate da un neonato? No. Voi siete stati un neonato, che si è sviluppato ed è cresciuto fino a divenire il ragazzo o l'adulto che oggi siete. Nulla è stato aggiunto a quel neonato, salvo il nutrimento.  

Derivate da un ovocita fecondato? No. In passato siete stati un ovocita fecondato, che si è sviluppato ed è cresciuto fino a divenire il ragazzo e l'adulto che oggi siete. Nulla è stato aggiunto all'ovocita fecondato che eravate, salvo il nutrimento.  

Oggi siete più sviluppati, più grandi, più maturi, ma esistete interamente fin dall'inizio.   

Ho sentito paragonare l'ovulo fecondato ad un progetto. Che valore ha questo paragone?  

Il progetto di casa vostra è semplicemente un disegno che, una volta utilizzato, può essere cestinato: non è divenuto la casa. L’ovocita fecondato non è il progetto, ma la casa in miniatura: col tempo è destinato a crescere, ma fin dall'inizio è la casa nella sua interezza. La vostra casa è stata costruita pezzo per pezzo, assumendo alla fine la forma di una casa. Il piccolo essere umano che eravate una volta, si è sviluppato nell'adulto di oggi, ma fin dal concepimento esistevate nella vostra interezza. Ciò che vi occorreva per divenire l'adulto di oggi era il nutrimento, l'ossigeno ed il tempo.  

La donna della citazione precedente ha detto che non pensava trattarsi di un essere umano perché era troppo piccolo. Come può un essere umano non avere un aspetto umano?  

Se l'unico strumento scientifico utilizzato è l'occhio nudo, la conclusione cui si può giungere è che non si tratta di un essere umano finché non assume un aspetto umano.  

Oggi però disponiamo di microscopi, di stetoscopi a ultra suoni e di conoscenze genetiche che vanno ben al di là delle limitate informazioni ottenibili con il solo occhio nudo. Basare il proprio punto di vista esclusivamente su ciò che si vede, piuttosto che su ciò che la scienza è in grado di dirci, non è molto razionale. 
Ciò vale nel determinare tanto se un paziente soffre di un'affezione cardiaca quanto se un feto è un essere umano.  

Possiamo considerare l'embrione che si sviluppa una forma di vita vegetale o animale che diviene umana soltanto in una fase successiva?  

Decisamente no! Il seme o l'ovocita fecondato di una pianta, di un animale o di un essere umano è, fin dal momento della fecondazione e dell'inizio dello sviluppo, quella pianta nella sua totalità, quell'animale o quell'essere umano. Sulla base delle nostre attuali conoscenze della struttura cromosomica e genica e della complessa programmazione genetica sappiamo che una pianta può svilupparsi soltanto in ciò che è già, cioè una pianta; un animale, ad esempio un cane, può svilupparsi soltanto in un cane di quel tipo specifico. Tutto ciò è determinato ed esiste già nella sua totalità al momento della fecondazione. Lo stesso vale per l'uomo. 

Perché allora gli scienziati dicono "almeno allo stadio blastocistico"? (cfr. pag. 11)  

L'ovocita fecondato è una monocellula, detta anche zigote, e le sue fasi successive di sviluppo vengono denominate in modo diverso. Lo zigote si annida nella parete dell'utero, dopo di che viene chiamato blastocisti. Gli scienziati hanno citato questa fase in modo da poter sgombrare il campo dal fatto che talvolta si possono verificare concepimenti gemellari. Due gemelli non identici sono due soggetti separati, generati dall'unione di due ovociti con due spermi. Vi sono però anche gemelli identici, quando un ovocita fecondato o zigote si divide apparentemente in due, dopo di che ognuna delle due parti, che è ora uno zigote a sé, cresce indipendentemente verso il pieno sviluppo e la maturità in modo identico allo zigote singolo. Questo avviene talvolta nella fase intercorrente tra la fecondazione e l'annidamento nella parete dell'utero, ma mai dopo l'annidamento.  

Qual è la posizione della World Medical Association?  

“Io mi impegno solennemente a consacrare la mai vita al servizio della umanità ... Io eserciterò la mia professione con coscienza e dignità; la salute del mio paziente sarà la mia prima preoccupazione ... Io manterrò con tutti i mezzi a mia disposizione l'onore e le nobili tradizioni della professione medica ... Io non consentirò che considerazioni di religione, nazionalità, razza, partito politico o classe sociale interferiscano con i miei doveri verso i miei pazienti. Io manterrò il più alto rispetto per la vita umana a partire dal momento del concepimento, anche in caso di pericolo, non userò le mie conoscenze mediche in modo contrario alle leggi dell'umanità. Io faccio queste promesse solennemente, liberamente e sul mio onore”.  

Dichiarazione di Ginevra Associazione Medica Mondiale  

Possiamo dunque dire che un essere umano vivente (lo zigote) può suddividersi in due esseri umani viventi (i gemelli identici)?  

Su questo punto i pareri degli esperti sono tutt'altro che unanimi. Un modo di affrontarlo consiste nel considerare lo zigote umano originario, che libera una sua cellula o metà di se stesso (non sappiamo esattamente ciò che avviene), il genitore del nuovo essere umano. Questo potrebbe essere una forma di partenogenesi o di riproduzione per via non sessuale. Sappiamo che ciò avviene in talune forme di vita vegetale o animale. Possiamo solo immaginare questo tipo di processo per spiegare lo sviluppo di gemelli identici in un essere umano.  

La possibile alternativa è che l'essere umano esistente, dividendosi, muoia, dando così origine a due nuovi esseri umani identici, uguali a sé.  

Il punto cruciale in entrambi questi casi è che, nel momento in cui un essere umano completo esiste, a questo dovrebbero essere riconosciuti e attribuiti tutti i diritti spettanti agli altri esseri umani viventi.  

Ma cosa fare se una persona dubita sinceramente che si tratti di vita umana intrauterina?  

Anche qualora una persona dubiti della presenza di una vera e propria vita umana nell'utero in un determinato momento della, gravidanza, quale sarebbe l'atteggiamento veramente umano da assumere? Una guida può forse essere rappresentata dal modo in cui trattiamo da sempre la vita umana altrui in caso di dubbio della sua esistenza'. In caso di dubbio non prendiamo forse posizione in favore della vita? Noi non seppelliamo coloro della cui morte dubitiamo, ci adoperiamo freneticamente per aiutare a salvare dei minatori rimasti bloccati sotto terra, un bambino sperso in montagna, una persona rimasta sotto le macerie di un edificio, Spara forse un cacciatore prima di essersi accertato trattarsi effettivamente di un animale e non di un altro uomo? Riteniamo dunque che l'atteggiamento veramente umano consista nel garantire alla vita il beneficio del dubbio.  

Dr. Jack C. Willke e Barbara Willke 

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