sabato 27 aprile 2019

"Distruggerò in pochi minuti questa terra di fango, bestemmia, scandali, infamie, sacrilegi ed insulti. Distruggerò tutto se il mondo non si convertirà".




"Figlia Mia, vengo crocifisso e insultato, bestemmiato e rinnegato, eppure Io continuo ad amare, servire e guarire le Mie povere anime.
In questa immensa sofferenza desidero parlarti e spiegarti alcune cose.
Ti ho aspettata perché tu potessi dividere con Me la Mia angoscia".
"Dopo molti anni di sofferenza il tempo è maturo. 
Ho donato Me Stesso al tuo cuore.
OffriMi tutto continuamente, vivendo con Me nella stessa Ostia!
Vivrai come un tabernacolo a  a disposizione Mia e dell'umanità, in riparazione dei peccati.
Questo Io comando.
Non puoi rifiutare: imparando dal Mio servo, sarai in grado di avvicinare le Mie povere anime anche se questo ti costerà angoscia e le lacrime.
Nel mio viso afflitto ravvisa tutte le persone.
Di a tutti che li amo e li perdono.
Io sono Gesù Crocifisso".


Io li aspetto.
La mia pietà è immensa.
Se essi accettano, è sufficiente il loro pentimento.
Io chiedo la fede, l'intimità e la fiducia.
Racchiudi tutti nel Mio cuore! Voglio che tu sia universale.
Tu sai che cosa voglio; dedica del tempo all'esposizione del Mio corpo divino, fai penitenza e riceviMi nell'espiazione; figlia Mia, l'umanità non vuole ascoltarMi.
Il demonio si è impossessato delle loro anime, instillando nelle loro menti che il Padre Eterno non esiste".


"Non chiedo più nulla, ma pretenderò tutto con la forza del Padre Eterno...non cambiano vita e non vogliono diventare umili e caritatevoli, distaccati dalla vanità del mondo, ma essi periranno nel Mio giudizio divino.
Loro non credono nel mio disperato appello.
Io riverso lacrime e sangue sull'umanità.
Come un mendicante chiedo meditazione e consolazione del male che viene operato in presenza di Dio, Padre Eterno".


"Tutte le regioni d'Italia portano il sigillo del comunismo.
Mia Madre ha dato messaggi continuamente.
Queste non sono solo parole, ma un appello doloroso e afflitto a tutta l'umanità, che Mi tradisce come Giuda e porta le anime ad inseguire amori colpevoli come il denaro fino a giungere alla perdizione; Satana ha annerito gli spiriti che già si erano rivoltati contro se stesso.
Il male si contorce come un terribile serpente mostruoso che inconsciamente avvinghia le anime".


"Figlia Mia, questo momento è solenne.
I Miei avvertimenti non sono stati ascoltati.
È un' angoscia terribile!
Se le genti si pentiranno e pregheranno la collera del Padre Eterno sarà placata".

"Dedica del tempo al Mio amore nel Mio Sacramento.
Sii felice ed espia davanti a Me i crimini commessi, poiché Io amo e aspetto giorno e notte nel Mio tabernacolo di poter abbracciare tutti.
Prega e fai penitenza.
Figlia Mia, lascia che Io ti usi, abbandonati a Me senza pensare a che cosa ti succederà.
Dì all'umanità di abbandonare il male.
Dedicati alla preghiera, medita nel silenzio dei ricordi ed ascolta la voce della Mia pietà e del Mio amore.
Io voglio salvarti.
Ascolta il mio pianto disperato.
Questa è l'ora di Satana!
Con pochi eletti fra i Miei figli, Io costruirò il Mio regno".


"Il demonio ha imprigionato le anime...
Ho visto il Mio Eterno Padre guardare la terra con severità e l' ho sentito pronunciare queste parole:
"Distruggerò in pochi minuti questa terra di fango, bestemmia, scandali, infamie, sacrilegi ed insulti.
Distruggerò tutto se il mondo non si convertirà".


"Rinnega te stessa e fatti forte per essere la serva del Mio amore.
Vivi secondo la Mia volontà e non temere.
I Miei prediletti soffrono molto.
Ti ho offerto una buona opportunità.
Figlia Mia, lascia che Io ti usi senza pensare a cosa ti succederà.
È Mia gioia e Mio volere che tu sia il Mio tabernacolo vivente.".
"Ti benedico. Anna e fa sì che molti preghino".

suor Anna Alì  
8 settembre 1987

venerdì 26 aprile 2019

San Pio da Pietrelcina



"Gesù è sempre con noi anche quando ci sembra di non sentirlo"

Le APPARIZIONI di Gesù Risorto



Considerazioni sulla Risurrezione.  

[21 febbraio 1944) 

Dice Gesù:  
«Le preghiere ardenti di Maria hanno anticipato di qualche tempo la mia Risurrezione. Io avevo detto: "Il Figlio dell'uomo sta per essere ucciso, ma il terzo giorno risorgerà". Ero morto alle tre del pomeriggio di venerdì. Sia che calcoliate i giorni come nome, sia li calcoliate come ore, non era l'alba domenicale quella che doveva vedermi sorgere. Come ore, erano unicamente trentotto ore invece di settantadue quelle che il mio Corpo era rimasto senza vita. Come giorni, doveva almeno giungere la sera di questo terzo giorno per dire che ero stato tre giorni nella tomba. Ma Maria ha anticipato il miracolo.  
Come quando col suo orare ha schiuso i Cieli con anticipo di qualche anno sull'epoca prefissa, per dare al mondo la sua Salvezza, così ora Ella ottiene l'anticipo di qualche ora per dar conforto al suo cuore morente. Ed Io, alla prima alba del terzo giorno, sono sceso come sole che scende e del mio fulgore ho sciolto i sigilli umani così inutili davanti alla potenza di un Dio, della mia forza ho fatto leva per ribaltare l'inutilmente vegliata pietra, del mio apparire ho fatto folgore che ha atterrato le tre volte inutili guardie messe a custodia di una Morte che era Vita, che nessuna forza umana poteva impedire d'esser tale. Ben più potente della vostra corrente elettrica, il mio Spirito è entrato come spada di Fuoco divino a riscaldare le fredde spoglie del mio Cadavere, e al nuovo Adamo lo Spirito di Dio ha alitato la vita, dicendo a Se stesso: "Vivi. 
Lo voglio".  
Io che avevo risuscitato i morti quando non ero che il Figlio dell'uomo, la Vittima designata a portare le colpe del mondo, non dovevo potere risuscitare Me stesso ora che ero il Figlio di Dio, il Primo e l'Ultimo, il Vivente eterno, Colui che ha nelle sue mani le chiavi della Vita e della Morte? Ed il mio Cadavere ha sentito la Vita tornare in Lui. Guarda: come uomo che si sveglia dopo il sonno dato da una enorme fatica, Io ho un profondo respiro. Né ancora apro gli occhi. 
Il sangue torna a circolare nelle vene poco rapido ancora, riporta il pensiero alla mente. Ma vengo da tanto lontano! Guarda: come uomo ferito che una potenza miracolosa risana, il sangue torna nelle vene vuote, empie il Cuore, scalda le membra, le ferite si rimarginano, spariscono lividi e piaghe, la forza torna. Ma ero tanto ferito! Ecco, la Forza opera. Io sono guarito. 
Io sono svegliato. 
Io sono ritornato alla Vita. Fui morto. Ora vivo! Ora sorgo! Scuoto i lini di morte, getto l'involucro degli unguenti. Non ho bisogno di essi per apparire Bellezza eterna, eterna Integrità. Io mi rivesto di veste che non è di questa Terra, ma tessuta da Colui che mi è Padre e che tesse la seta dei gigli verginali. Sono vestito di splendore. Mi orno delle mie Piaghe che non gemono più sangue ma sprigionano luce. Quella luce che sarà la gioia di mia Madre e dei beati e il terrore, la vista insostenibile dei maledetti e dei demoni sulla Terra e nell'ultimo giorno. L'angelo della mia vita d'uomo e l'angelo del mio dolore sono prostrati davanti a Me e adorano la mia Gloria. Ci sono tutti e due i miei angeli.  
L'uno per bearsi della vista del suo Custodito, che ora non ha più bisogno d'angelica difesa. 
L'altro, che ha visto le mie lacrime, per vedere il mio sorriso; che ha visto la mia battaglia, per vedere la mia vittoria; che ha visto il mio dolore, per vedere la mia gioia. Ed esco nell'ortaglia piena di bocci di fiori e di rugiada. E i meli aprono le corolle per fare arco fiorito sul mio capo di Re, e le erbe fanno tappeto di gemme e di corolle al mio piede che torna a calpestare la Terra redenta dopo esser stato innalzato su essa per redimerla. E mi saluta il primo sole, e il vento dolce d'aprile, e la lieve nuvola che passa, rosea come guancia di bambino, e gli uccelli fra le fronde. Sono il loro Dio. Mi adorano. Passo fra le guardie tramortite, simbolo delle anime in colpa mortale che non sentono il passaggio di Dio. É Pasqua, Maria!  
Questo è bene il "Passaggio dell'Angelo di Dio"! Il suo Passaggio da morte a vita. Il suo Passaggio per dare Vita ai credenti nel suo Nome. É Pasqua! É la Pace che passa nel mondo. La Pace non più velata dalla condizione di uomo. Ma libera, completa nella sua tornata efficienza di Dio. E vado dalla Madre. É ben giusto che ci vada. Lo è stato per i miei angeli. Ben di più lo è per quella che, oltre che mia custode e conforto, mi è stata datrice di vita.  
Prima ancora di tornare al Padre nella mia veste d'Uomo glorificata, vado dalla Madre. Vado nel fulgore della mia veste paradisiaca e delle mie Gemme vive. Ella mi può toccare, Ella le può baciare, perché Ella è la Pura, la Bella, l'Amata, la Benedetta, la Santa di Dio. Il nuovo Adamo va all'Eva nuova. Il male è entrato nel mondo per la donna, e dalla Donna fu vinto. Il Frutto della Donna ha disintossicato gli uomini dalla bava di Lucifero. Ora, se essi vogliono, possono esser salvi. Ha salvato la donna rimasta così fragile dopo la ferita mortale. E dopo che alla Pura, alla quale per diritto di santità e di maternità è giusto vada il Figlio-Dio, mi presento alla donna redenta, alla capostipite, alla rappresentante di tutte le creature femminee che sono venuto a liberare dal morso della lussuria. Perché dica ad esse che si accostino a Me per guarire, che abbiano fede in Me, che credano nella mia Misericordia che comprende e perdona, che per vincere Satana, che fruga loro le carni, guardino la mia Carne ornata dalle cinque ferite. Non mi faccio toccare da lei. Ella non è la Pura che può toccare, senza contaminarlo, il Figlio che torna al Padre. Molto ha ancora da purificare con la penitenza. Ma il suo amore merita questo premio.  
Ella ha saputo risorgere per sua volontà dal sepolcro del suo vizio, strozzare Satana che la teneva, sfidare il mondo per amore del suo Salvatore, ha saputo spogliarsi di tutto che non fosse amore, ha saputo non essere più che amore che si consuma per il suo Dio. E Dio la chiama: 
"Maria". Odila rispondere: "Rabboni!". Vi è il suo cuore in quel grido. A lei, che l'ha meritato, do l'incarico di esser messaggera della Risurrezione. E ancora una volta sarà un poco schernita come avesse vaneggiato. Ma non le importa nulla, a Maria di Magdala, a Maria di Gesù, del giudizio degli uomini. Mi ha visto risorto, e ciò le dà una gioia che attutisce ogni altro sentimento.  
Vedi come amo anche chi fu colpevole, ma volle uscire dalla colpa? Neppure a Giovanni Io mi mostro per primo. Ma alla Maddalena. Giovanni aveva già avuto il grado di figlio da Me. Lo poteva avere perché era puro e poteva essere figlio non solo spirituale, ma anche dante e ricevente, alla e dalla Pura di Dio, quei bisogni e quelle cure che sono connesse alla carne. Maddalena, la risorta alla Grazia, ha la prima visione della Grazia Risorta.  
Quando mi amate sino a vincere tutto per Me, Io vi prendo il capo ed il cuore malato fra le mie mani trafitte e vi alito in volto il mio Potere. E vi salvo, vi salvo, figli che amo. Voi tornate belli, sani, liberi, felici. Voi tornate i figli cari del Signore. Faccio di voi i portatori della mia Bontà fra i poveri uomini, coloro che testimoniate della mia Bontà ad essi per farli persuasi di essa e di Me. Abbiate, abbiate, abbiate fede in Me. Abbiate amore. Non temete. Vi faccia sicuri del Cuore del vostro Dio tutto quanto ho patito per salvarvi.  
E tu, piccolo Giovanni, sorridi dopo aver pianto. Il tuo Gesù non soffre più. Non ci sono più né sangue né ferite. Ma luce, luce, luce e gioia e gloria. La mia luce e la mia gioia siano in te sinché verrà l'ora del Cielo».  


Madre Teresa di Calcutta



Quel che Gesù fece quando divenne uomo fu di abbandonarsi totalmente al Padre. Udiamo continuamente la parola « Padre ». Mentre Gesù prega, quando insegna, quando è con la gente, continuamente egli pronuncia la parola « Padre». « Sono venuto a fare la volontà del Padre mio. » « Sono stato mandato dal Padre. » « Mio Padre ed io siamo una cosa sola. » « Vi amo come il Padre ama me »: il Padre ricorre di continuo nelle sue parole. Appartiene talmente al Padre che non vi è separazione, né divisione. Non esiste dubbio. Non si discute. 
Ed ecco come deve essere un Fratello della Parola: un tutto unico con il Cristo, un tutto unico con la Parola di Dio. E questa Parola di Dio, questa gioia che riceviamo nella preghiera, nell' adorazione e nella contemplazione, in quell'isolamento con Dio, quella stessa Parola voi dovete donarla agli altri. 

COME RICONOSCERE LE TRAPPOLE DEL DEMONIO



Presentazione dí Don Gabriele Amorth



COME LIBERARSI DALLE INSIDIE DEL MALIGNO

Dopo un'ampia raffigurazione di varie trappole elencate, che Satana usa nella sua perfida seduzione della gente, ci chiediamo semplicemente: Esiste l'uscita? Di solito lo domandano tutti quelli che una volta entrati, coscientemente o meno, nell'ambito degli spiriti maligni sono stati colpiti dalle forze negative diaboliche. Oggi sono in tanti. 
Sono persone che nel proprio essere sentono di trovarsi in un cerchio incantato battendo con i piedi sempre sullo stesso punto. Qualsiasi cosa facciano non v'è rimedio. Come se fossero comandati da una forza più potente alla quale non riescono né ad opporsi né a liberarsene. Vagando dappertutto cercano aiuto e una via d'uscita. 
Alla  mia  porta,  e  credo  anche  a  quella  dei  miei  colleghi  sacerdoti,  bussano continuamente anime sofferenti e angosciate, che bramano la liberazione. Questo libro è indicato proprio per tutti coloro che sono intrappolati nelle situazioni senza uscita, spesso in uno stato di rassegnazione e di disperazione completa.
Vorrei sottolineare il fatto che il Demonio è più forte dell'uomo. Quando l'uomo gli si avvicina o entra nel suo territorio - l'hanno sperimentato tanti nella propria vita - si sente impotente. Non ha nessuna possibilità di combattere il male con le proprie forze.
È necessario evidenziare e notare un'importantissima verità: Dio è smisuratamente più forte di Satana! Quello è l'unica possibilità e l'unica uscita dal cerchio stregato del male. Lo può vincere soltanto la Forza Divina, solamente la Luce Divina, la luce dello Spirito Santo che ha il potere di svelare i suoi intrighi e complotti. Cosa deve fare la persona che si trova dentro al cerchio del Maligno e non riesce ad uscire?
Il mio consiglio è di cercare un sacerdote esperto che vi aiuterà a liberarvi dalle catene con l'aiuto di Dio: "Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi" (Mc 6, 7). E loro "partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano"  (Mc  6,  12-13).  I  sacerdoti  sono  autorizzati  a  farlo, presupponendo certamente, che un sacerdote creda nel proprio ministero, cioè ai poteri che gli diede il Signore. Non intendo il ministero dell'esorcismo, che è la fase finale che può eseguire solamente un sacerdote con l'espressa autorizzazione dell'Ordinario. Fortunatamente i casi del genere sono rari. Esperti e famosi esorcisti ritengono che tra tutti i casi nei quali  si  evidenzia  la  presenza  degli  spiriti  maligni,  solamente  il  due  per  cento appartiene ai gravissimi esempi della possessione diabolica che richiede l'esorcismo. 
Tutti gli altri un sacerdote li può risolvere facilmente. Il Papa buono Giovanni XXIII sottolineava la figura di S. Giovanni Battista Maria Vianney, il santo curato d'Ars, che strappò tantissime persone dagli artigli diabolici anche se, non essendo esorcista, non aveva  mai  fatto  un  esorcismo.  Ogni  sacerdote  dispone  di  tantissimi  mezzi  che dovrebbe utilizzare per liberare le anime dalle trappole del Demonio.
Occorre la fede, la fiducia in Gesù Cristo che ha vinto Satana, distruggendo il suo impero. Gesù Cristo è identico ieri e oggi. Le potenze nemiche scappano davanti alla sua croce. Con la Forza del suo nome, se abbiamo fede, allontaneremo qualsiasi influsso e presenza diabolica. Abbiamo la Beata Vergine, colei che ha sconfitto il Diavolo ed è sempre pronta a sorvegliare, proteggere e sostenere la battaglia della Terra  contro  qualsiasi  influenza  satanica.  Disponiamo  del  permanente  aiuto  e dell'intercessione degli angeli e dei santi.
Il potere di Satana e la sua azione malefica sulle persone si evidenziano nel momento in cui l'uomo si allontana da Dio. Lo possono testimoniare tanti. Succede che uno comincia  a  trascurare  la  preghiera  quotidiana,  rinuncia  ad  andare  alla messa domenicale, smette di confessarsi regolarmente lasciandosi piano piano attrarre dalle tentazioni  e  dalle  insidie...  D'un  tratto,  senza  accorgersene,  si  trova sedotto  dal Maligno, intrappolato nelle sue reti, con la mente oscurata e la volontà debilitata. In quelle condizioni non è in grado di combattere contro il male. Bisogna iniziare a pregare per lui, che il Signore gli rinforzi la fede e gli apra gli occhi dell'anima permettendogli di capire lo stato in cui si trova.
È importantissima la confessione vitale quando uno nella luce Divina, con l'aiuto di Dio fa una revisione dettagliata delle propria vita. Ciò è possibile soltanto attraverso la preghiera con la luce dello Spirito Santo che svela e smaschera all'uomo tutte le nascoste e camuffate  opere  del  Diavolo.  Questo libro  termina  con un  esame di coscienza che tramite una confessione completa e valida, aiuterà tutti quelli che desiderano conoscere la propria situazione e riconoscere le trappole del Demonio a liberare l'anima dal peccato, a riconciliarsi con Dio e a ricevere la pace interna. In questo caso l'uomo si trova davanti ad un bivio della vita, di fronte ad un punto sul proprio cammino dove deve prendere una decisione. Se desidera uscire liberandosi dal potere malefico, deve dire decisamente e irrevocabilmente NO al Maligno. È tenuto a rinunciare a lui, alle sue seduzioni e alle offerte adulatorie, a qualsiasi tipo di "aiuto" che potrebbe avere mediante  l'azione  diabolica.  Deve dare la  fiducia al Signore confidandogli la propria vita perché Egli la guidi e regoli. Lo spirito maligno userà la titubanza e l'indecisione per ricondurre l'uomo in uno stato peggiore di prima: "Nessuno può servire a due padroni" (Mt 6, 24); "Nessuno che ha messo mano 
all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio" (Lc 9, 62).
Dopo una radicata rinuncia al male e una sospensione definitiva delle pratiche occulte, bisogna passare al sacramento di riconciliazione, perché Dio per mezzo del suo figlio Gesù Cristo distrugga ogni peccato facendo tornare l'uomo in amicizia con sé.
II sacerdote recita le orazioni di esorcismo dal "Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti" (dal numero 113 al 118) pregando che il Signore, per la preghiera della Chiesa, liberi la vittima dall'influenza diabolica, che ebbe effetto su di essa, quasi sempre attraverso le pratiche della magia alle quale ricorreva durante la vita.
Seguono  le  preghiere  di  liberazione  per  rimuovere  lo  spirito  maligno.  Devo sottolineare  una  condizione  che  necessitano  queste  preghiere.  Si  deve  pregare coscientemente nel nome di, Gesù! Si chiede la fede nel potere di Cristo poiché "non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati" (At 4, 12). La liberazione avviene direttamente per mano di Gesù Cristo. Nella preghiera il Signore misura la fede sia di quello che prega quanto di quello per chi si prega, dei parenti e degli amici che pregano per la persona colpita. 
Ricordo  la  guarigione  del  paralitico  che  riporta  il  Vangelo.  Le  persone  che  lo portavano salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole davanti a Gesù che, "veduta la loro fede" fece un miracolo (cfr. Lc 5, 20).
Dopo la liberazione è necessario vivere in grazia. Vivere fedeli a Cristo e combattere continuamente le trappole del Maligno che proverà a tutti costi a imprigionare l'uomo. 
Essere coscienti in ogni momento, con l'aiuto di Dio, di dover rispondere SÌ a Cristo e NO al Diavolo.
Questo è soltanto l'inizio del cammino sul quale non bisogna mai fermarsi poiché: 
"Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: 'Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito'. E tornato, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima" (Mt 12, 43-45). L'anima non si deve lasciare vuota. 
Dopo la confessione essa è pura. Ma quello non basta. Sapendo che da soli non possiamo  fare  nulla  contro  il  Maligno,  dobbiamo  cominciare  a  pregare quotidianamente con perseveranza. Il Signore è la nostra unica forza e la difesa da Satana. Nella preghiera è importante invocare la protezione del Sangue di Gesù dall'influsso negativo diabolico. Abbiamo un grande aiuto e rifugio nel Sacro Cuore della nostra celeste Madre Maria, nemica sempiterna del Diavolo: "Io porrò inimicizia tra te e la donna" (Gn 3, 15). Lei gli schiaccerà la testa e il suo Cuore infine trionferà dopo la vittoria su Satana. Ogni volta che lo spirito maligno ricomincia ad insidiarci, tentando di fermarci, possiamo ricevere un grande sostegno attraverso la preghiera a San Michele Arcangelo, principe delle legioni celesti, che precipitò Lucifero e i suoi servi nell'abisso infernale.
È necessario vivere l'Eucarestia. La Messa è il sacrificio di Cristo per mezzo del quale è vinto Satana. Ricevendo Cristo attraverso la comunione, riceviamo Colui che ha distrutto il potere diabolico, Colui la cui onnipotenza è la nostra unica protezione dagli assalti del Maligno. Di fronte a Lui Satana è impotente. Perciò si consiglia alle persone  che  sono  state  liberate  dal Maligno  di  partecipare  più  volte la settimana attivamente all'Eucarestia e alla comunione.
Lo spirito umano, indebolito dalle pratiche occulte, si deve rinforzare gradualmente con sacrifici, privazione e digiuno. Sono i mezzi che danno tanti frutti nella crescita spirituale. Purtroppo, qualsiasi discorso riguardante le relative realtà è diventato strano e incomprensibile alle menti umane del nostro tempo. La mentalità di godimento, inculcata in tutti noi, ci ha fatti diventare una massa di molluschi che tendono a soddisfare tutti i propri desideri disprezzando qualsiasi tipo di privazione. Il risultato è un'enorme influenza del Maligno sull'umanità. Gesù parla chiaramente delle potenti insidie diaboliche: "Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera" (Mc 9, 29). Quelli che l'hanno capito seriamente adempiendolo, hanno sentito la verità e l'efficacia dei consigli di Cristo.
La  spiritualità  cristiana  conosce  i  voti.  Quando  chiediamo  una  grazia,  Lui  ci rimprovera per vedere la quantità della nostra fede. E la fede si misura attraverso le opere. San Giacomo nella sua Lettera dirà: "Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere?... Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa... Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta" (Gc 2, 14; 17; 26). Dio ci mette continuamente alla prova per vedere cosa siamo pronti a fare. Qualsiasi, anche il più piccolo atto d'amore e della nostra generosa dedizione, è apprezzato molto e ricompensato abbondantemente dal Signore. 
Nessuno è più generoso di Lui. Ogni dono d'amore verso Dio o il prossimo, anche il più modesto, è premiato riccamente: "...date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio" (Lc 6, 38).
Il pellegrinaggio, frequente nella storia del popolo d'Israele, il momento significativo nella vita dei credenti, anche oggi come allora, ha un posto importante nella Chiesa di Cristo. Giovanni Paolo II lo ha ribadito più volte nella Bolla d'indizione "Incarnationis Mysterium" dicendo che "Esso evoca il cammino personale del credente sulle orme del Redentore: è esercizio di ascesi operosa, di pentimento per le umane debolezze, di costante vigilanza sulla propria fragilità, di preparazione interiore alla riforma del cuore. Mediante la veglia, il digiuno e la preghiera il pellegrino avanza sulla strada della perfezione cristiana" (Im, 7).
L'indulgenza è uno degli elementi fondamentali dell'anno giubilare 2000. In essa si manifesta la pienezza della misericordia del Padre che a tutti viene incontro con il suo amore  espresso  in  primo  luogo  nel  perdono  dei  peccati  nel  Sacramento  della Penitenza. Dio si china su ogni umana debolezza per accoglierla nell'abbraccio della sua misericordia. Confessando le proprie colpe, attraverso il Sacrificio di Cristo, il credente riceve il perdono di Dio, e quindi la sua vita cambia. Riceve il perdono della "pena eterna" e gli viene condonata la "pena temporale", la conseguenza del peccato commesso dalla quale si dovrebbe purificare, durante la vita terrena o in purgatorio, per ritrovare comunione con il Padre e con la Chiesa (cfr. Im 9 e 10).
Dio è la fonte di ogni benedizione e la radice di ogni bene. Nei tempi remoti permetteva ai popoli e ad alcuni individui come patriarchi, sacerdoti, leviti e genitori, di benedire gli altri nel suo nome.
La Chiesa di Cristo continua a farlo, quando glorifica e benedice il Signore per le sue opere immense ed il potere che ha sul Maligno. Essa invoca la protezione divina su persone, cose e posti. Le benedizioni sono i riti liturgici mediante i quali, nella fede dei credenti, scende la benedizione per mezzo dell'uomo ma non dall'uomo. Nel libro ufficiale liturgico si trovano numerose preghiere di questo tipo, utili ai ministri della Chiesa quanto  ai laici. Questi sacramentali, diversi dai sacramenti, agiscono più efficacemente quanto più c'è la fede e, senza questa restano inefficaci. Il Concilio Vaticano II e con le stesse parole il "Codice di Diritto Canonico" (can. 1166), li 
definisce "segni sacri con cui, per una qualche imitazione dei sacramenti, vengono significati e ottenuti effetti soprattutto spirituali, per 1'impetrazione della Chiesa". Chi li usa con la fede vede effetti sorprendenti. Tante volte basta solo una benedizione per allontanare le insidie diaboliche o per scoprire le opere sataniche.
È diffusa un'abitudine ammirevole di portare a casa l'acqua benedetta per proteggere la propria dimora e quelli che ci abitano, i luoghi e le attività dei fedeli. Tanti chiedono la benedizione di alcuni oggetti come crocifissi, immagini sacre, candele, coroncine, medagliette...,  credendo  che  attraverso  essi  si  rimanga  protetti  da  ogni  presenza maligna.
Molte volte è necessario benedire luoghi, appartamenti, case... nei quali si facevano i 
riti satanici, le sedute spiritistiche o qualsiasi altro tipo di pratica occulta e magica. Gli oggetti ricevuti dai maghi come "protezione" - amuleti, le statue rappresentanti altre divinità, i libri magici, come tutti gli altri segni di superstizione e portafortuna (i segni zodiacali,  il  ferro  da  cavallo,  il  quadrifoglio...)  si  devono  aspergere  con acqua esorcizzata e bruciare, per distruggere l'influsso diabolico. Durante la procedura è importante pregare avendo fiducia in Dio e nella benedizione, mediante la quale si annullano tutte le forze nocive dell'Immondo.

L'esorcismo
Abbiamo  già  detto  che  esiste  il  caso  dell'influsso  diabolico  che chiamiamo possessione.  L'esorcismo  è  la  preghiera  ufficiale  della  Chiesa,  che può  essere effettuata soltanto dai sacerdoti debitamente ed esplicitamente autorizzati dal loro vescovo, col traguardo di liberare il posseduto. È necessario che egli abbia un grande dono di discernimento degli spiriti che gli permetta di individuare i modi di operare del Demonio, per distinguere se si tratti di oppressione o di possessione diabolica.
Il  Rituale  Romano  riporta  i  tre  segni  della  presenza  diabolica:  parlare  lingue sconosciute, dimostrare di avere forze soprannaturali e conoscere fatti distanti  o nascosti.
La maggioranza degli esorcisti ritiene che i casi di possessione sono fortunatamente rari.
Il rito richiede la fede dell'esorcista e della persona per la quale si prega. Le preghiere della famiglia, delle sorelle che vivono in clausura, della comunità parrocchiale e dei gruppi di preghiera, sono un grande sostegno. È suggerito aggiungere l'uso di altre particolarità - acqua benedetta, olio e sale esorcizzati. Il Rosario e la Parola di Dio hanno  una  forza  incredibile  contro  i  demoni.  Il Sacerdote  che  si  appresta  ad esorcizzare deve essere fornito di umiltà e servirsi continuamente della preghiera e del digiuno.  Ogni  diocesi  avrebbe  necessità  di avere  almeno  un  esorcista  ufficiale. 
Purtroppo, solo poche lo hanno. Uno di loro l'ha notato saggiamente: "Come dice la parabola della zizzania, mentre i servi di Dio dormono, il Diavolo non rinuncia mai alle sue azioni". È necessario svegliare la sensibilità degli ecclesiastici per questo problema sempre più attuale, sulle basi dell'insegnamento  della  Sacra Scrittura, dei Padri della Chiesa e ultimamente, del nostro papa Giovanni Paolo II.
Il ministero sacerdotale ha una missione importantissima nella Chiesa. Mons. Andrea Gemma, Vescovo di Isernia-Venafro, nella sua Lettera pastorale del 29 giugno 1992 scrive: "Credo che faccia parte del ministero sacerdotale ascoltare tutti i fedeli con pazienza grande, grande. Tutto deve essere sottoposto a sano discernimento da parte dei pastori. Ma mai, mai, mai un'anima in pena, magari inconsapevolmente vessata dal maligno  -  non  è  forse  il  suo  mestiere?  può  essere  trattata  con superficialità, minimizzando i suoi problemi o, peggio, rifiutando di ascoltarla. Non faceva così 
Gesù. Non sanno i ministri sacri che proprio la loro indifferenza costringe spesso i semplici e sprovveduti a ricorrere a maghi e fattucchiere, o ad altre pratiche aberranti, che sono, ahimè, lo strumento privilegiato per l'intervento del demonio e il suo trionfo? Non stancatevi di tenerne lontani i nostri fedeli!".
Alcune persone nella Chiesa hanno qualche carisma particolare, mediante i quali il Signore li usa per il bene delle anime nella gloria del Suo nome. Il carisma di liberazione dalle oppressioni o possessioni diaboliche è un dono raro. Ad alcuni dà invece il carisma di discernimento degli spiriti. Chi ha questi doni, ha il diritto e il dovere di usarli. Sarà il compito dell'Ordinario di metterli alla prova e assegnare loro i ministeri. Queste persone si riconoscono per l'ardore nella preghiera, la fede, l'amore, l'equilibrio, per le loro preghiere basate sulla parola di Dio ed il proprio prestarsi alla Chiesa - ai bisognosi - "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!" (Mt 10, 8). 
Inoltre, sono muniti di modestia (chi sottolinea di avere un carisma, sicuramente non ne ha), e vivono secondo il Vangelo: "Dai loro frutti li riconoscerete" (Mt 7, 16).

di Mons. Bolobanic

DARE LA VITA CANTANDO L’AMORE



Lo splendore e l'ardore divino non m'incenerisce, ma mi tempra, mi purifica e sublima e mi dilata il cuore, così che vorrei stringere nelle mie piccole braccia umane tutte le creature per portarle a Dio.

E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi e ai bramosi di maggior luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; vorrei diventare lo stolto di Cristo e vivere e morire della stoltezza della carità per i miei fratelli!

Amare sempre e dare    la vita cantando l'Amore! Spogliarmi di tutto!

Seminare la carità lungo ogni sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi; inabissarmi sempre infinitamente e volare sempre più alto infinitamente, cantando Gesù e la Santa Madonna e non fermarmi mai.

Fare che i solchi diventino luminosi di Dio; diventare un uomo buono tra i miei fratelli; abbassare, stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio.

Gesù è morto con le braccia aperte.

È Dio che si è abbassato e immolato con le braccia aperte.

Carità! Voglio cantare la carità! Avere una gran pietà per tutti!

S. Luigi Orione

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione.  


LA RESURREZIONE DI GESÙ  

Al Venerdì Santo, fece seguito l'Alba Gloriosa della Domenica di Resurrezione…  
Se non ho deciso di distruggere il Mondo, significa che desidero rinnovarlo e ristabilirlo.  
Gli alberi vecchi necessitano di essere potati, perché diano nuovi germogli. E i rami vecchi, le foglie secche, si bruciano.  
Separare i capri dagli agnelli, perché questi possano trovare, in ordine e ben preparati, fertili pascoli dove potersi saziare a piacimento e bere, alle limpide fonti, l'acqua di salvezza… 
È il Mio Sangue redentore che irriga le aride terre, che sono diventate i deserti del mondo delle Anime; e questo Sangue scorrerà sempre sulla Terra, finché ci sarà un uomo da salvare.  
Amata sposa, Io voglio ciò che tu non vuoi, ma voglio ciò che tu non potresti ottenere. 
La tua missione consiste nel farMi amare dalle Anime e ad insegnare loro a vivere con Me.  
Io non sono morto sulla Croce, tra mille tormenti, per popolare di Anime… l'Inferno, ma di Eletti… il Paradiso.  
 
Messaggi dettati a Catalina RIVAS 


Ritorno a Casa



Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica


L’Eucaristia

L’epicentro fondamentale della fede cattolica è Cristo; Cristo vivo e risuscitato, presente tra noi come un amico vicino, che sempre ci attende. Il Vangelo è chiaro. Gesù afferma senza ombra di dubbio: Io sono il pane di vita (Gv 6, 35). Chi si ciba della mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (Gv 6, 54). Alcuni fratelli separati affermano che questa frase debba essere compresa in modo simbolico. In modo simbolico cosa? Mangiare la sua carne e bere il suo sangue? Avere la vita eterna e risuscitare l’ultimo giorno? La vita eterna non ha alcuna valenza simbolica, e non si può dire che il bere e il mangiare hanno valenza simbolica e la vita eterna no. 
Ancor più, nell’ultima cena Gesù dice con gravità: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo (Mt 26, 26). E nel testo originale in greco si dice: Outo estin to soma mou. Pertanto non si può tradurre: Questo simbolizza il mio corpo. Sarebbe andare contro la volontà di Gesù ed offenderla gravemente, distorcendo le sue parole. Outo estin, significa: QUESTO è.
lo stesso san Paolo ce lo spiega con la sua autorità, interpretando autenticamente le parole di Gesù. Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è comunione con il sangue di Cristo? (1 Co 10, 16). è come se noi dicessimo: per caso qualcuno lo mette in dubbio? E per riaffemarlo insiste: Chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore indegnamente, è reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno esamini se stesso, e poi mangi il pane e beva il calice; perché chi mangia e beve senza discernere il corpo, mangia e beve la propria condanna. (1 Co 11, 27-29).
Al fine di riaffermare il nostro credo nell’Eucaristia possiamo leggere gli scritti dei cristiani dei primi secoli e vedremo che la chiesa ha sempre inteso i testi biblici, in questi duemila anni, secondo il principio che realmente nell’Eucaristia, è presente il Corpo e il Sangue di Gesù. Possiamo leggere ad esempio ciò che dice la Didaché o dottrina di dodici apostoli, già nell’anno 70: “Noi ci riuniamo nel giorno del Signore, dividiamo il pane e offriamo l’Eucaristia, dopo aver confessato le nostre colpe, affinché il nostro sacrificio sia puro (c. 14, 1). Che nessuno osi avvicinarsi a mangiare e a bere l’Eucaristia se non è stato prima battezzato (ib. 9, 1-5). Si può anche leggere la prima lettera di papa san Clemente romano ai Corinzi, capitoli 40 e 41, dell’anno 96.
Sant’Ignazio d’Antiochia (morto nel 107) dice che gli eretici: si tengono lontani dall’Eucaristia e dalla preghiera, perché non vogliono ammettere che l’Eucaristia è la carne di nostro Signore Gesù Cristo (Lettera agli abitanti di Smirne 7, 1). 
San Giustino (100-165) nella sua Apologia del secondo secolo, capitoli 66-67 afferma: Chiamiamo questo cibo Eucaristia e possono partecipare all’Eucaristia solo coloro che ammettono come verità i nostri insegnamenti, sono stati lavati col bagno della rigenerazione e vivono secondo l’insegnamento di Cristo. Poiché il pane ed il vino che beviamo, non lo riceviamo come alimento e bevanda comuni, giacché ci hanno insegnato che il pane ed il vino sul quale si impongono le mani è la carne e il sangue di Gesù, il Figlio di Dio incarnato. Tale è la nostra dottrina (c. 66, 1-4). 

Padre ángel Peña

RIMANETE NEL MIO AMORE



«LI AMO' SINO ALLA FINE». Giov. 13, 1 


   «E' per appagare il desiderio di tante, tantissime anime che ho istituito il Sacramento della SS. Eucaristia; queste anime hanno sete di giustizia, di verità, di felicità.
   Io do il mio amore; lo posso dare dando la grazia all'anima, ma nella S. Comunione non solo mi do all'anima come Dio, ma anche come Uomo: mi do tutto.
   Fatti apostola del mio amore; grida forte che ti senta tutto il mondo, che Io ho fame, ho sete di essere ricevuto dalle mie creature. Sono nel Sacramento del mio amore per le mie creature, ed esse ne fanno così poco caso. Tu, almeno, fa più comunioni spirituali che puoi, per supplire a quelli che non le fanno sacramentali.
   Io ardo dal desiderio di darmi alla mia creatura; in questi tempi, tante persone muoiono senza potermi ricevere. Io voglio i piccoli, Io cerco i piccoli. I grandi dicono che non hanno tempo, che hanno le loro faccende, ma i piccoli possono venire. 
   Nella S. Comunione tu ricevi l'amore: ebbene, devi ricevermi per amore, confidare, perderti nell'amore.
Io discendo con tanto amore nelle chiese quando il Sacerdote mi chiama, ma ho tanto desiderio di passare dal tabernacolo nel cuore dell'uomo.
L'anima pura mi è più cara che una pisside d'oro massiccio.
   Dopo la S. Comunione hai una purezza grande: a ogni Comunione questa purezza cresce e l'anima diventa sempre più bella.
   L'infinita mia bontà è poco conosciuta nel mondo; la maggior parte degli uomini ignora i benefizi dell' Eucaristia; pochi li meditano. E pensare che l'Eucaristia avrebbe tanti tesori per tutti, avrebbe tante cose da dire a tutti, e ha una prerogativa speciale per fare i santi. Dammi una persona che sia pur ripiena di doti naturali: saranno sempre doti naturali. Invece, fa' che questa persona frequenti l'Eucaristia: tutto si perfezionerà in lei, tutto si nobiliterà.
   Nel SS. Sacramento, son qui per te come son qui per gli altri, come son qui per tutti: chi è più furbo, mi cerca di più.
Per cercarmi, bisogna procurare di conoscere e di fare sempre la mia volontà. 
   Io dimoro non solo in cielo, ma anche nel SS. Sacramento e qui in terra voglio avere una corte formata da anime che siano come tanti Angeli, Cherubini e Serafini: una corte eucaristica.
   Studiami nella natura, vedimi in tutti, ma in particolare studiami nel Vangelo e nella mia vita eucaristica.
   Più l'anima desidera Dio e più partecipa di questo divin Sacramento.
Nella S. Comunione, viene a cogliere i frutti delle virtù che ha praticato lungo il giorno.
   Anche la sola presenza davanti al SS. Sacramento giova all'anima.
   La mia vita eucaristica è una vita d'amore, è una vita di continua immolazione, di continua impetrazione, di continua offerta. Per imitarla, bisogna che tu faccia una vita di silenzio, di raccoglimento, di unione con me.
   L'Ostia contiene un incendio di carità, perchè contiene il Dio d'amore. Oh, quanto ardo d'amore per gli uomini!
Vieni in spirito a trovarmi nel Sacramento del mio amore; io lo so che hai tanto da fare, che non puoi venire con il corpo, ma le mura non trattengono lo spirito: fammi compagnia. Ci sono certe chiese di montagna nelle quali sono quasi sempre solo; è vero che ho gli Angeli, ma Io ci sto per gli uomini. Se ti fa più devozione, tienimi compagnia in certi cuori dove Io entro al mattino nella S. Comunione, ma poi sono lasciato tutto il giorno in un canto come uno straccio. Non pensano più a me; è vero che non mi offendono, ma sono tutti immersi nelle cose esteriori. Vedi la gente che passa per le strade: si ferma a guardare nelle vetrine, ma passa davanti alle chiese come se non ci fossero e Io nel mio tabernacolo vedo tutto: se almeno entrassero un momento...
Quanto mi fanno piacere quelle persone che ogni giorno fanno la visita al SS. Sacramento; quelle sì, che mi consolano. Prendi anche tu quest'abitudine e quando non puoi venire in chiesa perchè non sei libera, fammi visita da casa tua.
Una Comunione vale più di tutto il mondo, perchè tutto il mondo non fu che l'opera di un «fiat»: invece nella Comunione tu possiedi un Dio.
La SS. Eucaristia è un sacramento d'amore, e la migliore disposizione è l'amore. La carità è indispensabile, e più si fanno atti di amore, più si partecipa ai frutti del Sacramento. Nel mondo vi sono delle anime che sono serafini d'amore, vi sono delle anime che fanno dei sacrifici eroici, in vista della Comunione che devono fare o di quella che hanno fatto.
La mia vita eucaristica è una vita di silenzio, di perpetua obbedienza, di ardentissimo amore. Io osservo un silenzio continuo di giorno e di notte: più ti inoltrerai nella mia intimità, più ti unirai a me, e più osserverai il silenzio: non per forza, ma per amore. Un'anima silenziosa conserva la forza della grazia.
Quanto meglio l'anima si dispone a ricevere la S. Comunione, tanto più ne cava profitto. La principale disposizione che Io ricerco è la carità. Cerco anche l'umiltà, e più il vuoto è profondo e più riempio l'anima di me: occorre anche l'obbedienza, anche l'abbandono.
Entrando in te con la S. Comunione, Io faccio scomparire tutte le imperfezioni e l'anima tua diventa più bianca della neve.
Io mi do tutto a te nella S. Comunione: ti do tutti i miei meriti, le mie grazie, le mie virtù, tutto; ma voglio che anche tu mi dia tutto, che non lasci indietro niente. Voglio le tue miserie, le tue debolezze, le tue imperfezioni, voglio il tuo bene e il tuo male: il tuo bene per purificarlo, abbellirlo, perfezionarlo, e il tuo male per consumarlo.
Un'anima che non avesse fatto che una sola Comunione in tutta la sua vita, risplenderebbe tuttavia più di un sole in paradiso; che cosa sarà di quelle che mi ricevono tutti i giorni?
   Vieni con pace a ricevere il Dio della pace; vieni con amore a ricevere la sorgente dell'amore. Un ruscello non forma l'acqua, ma la riceve dalla sorgente; l'amore tu l'hai già nel cuore, ma ti si accresce sempre più.
   Gesù è infinito, e quindi una S. Comunione ha un valore infinito.
   Come per venire a te ho nascosto la mia immensità sotto questa piccola Ostia che contiene tutto un Dio, così tu fatti più piccola che puoi: più ti fai piccola, più Gesù ti guarda con amore e con attenzione.
   Tutte le tue risoluzioni devono aggirarsi sulla mia vita eucaristica: l'altare, il tabernacolo, l'ostensorio.
Il tuo cuore sarà il mio altare, sul quale Io mi immolerò tutti i giorni nella tua persona, e i fini di questa immolazione saranno: la gloria di Dio, che tu cercherai in tutte le tue azioni, anche nelle più piccole; la salvezza delle anime, che procurerai con tutte le tue forze, a costo di qualunque sacrificio; la tua propria santificazione, in vista della mia gloria eterna.
II tabernacolo richiama alla vita interiore che dev'essere intensa. Quando in una macchina il vapore sta chiuso, la pressione cresce e la macchina va più veloce. Il tuo cuore deve essere chiuso alla dissipazione, all'occupazione di te stessa.
L'ostensorio serve per espormi. Io devo vivere nella tua persona come se vivessi ancora visibilmente sulla terra. Devi farmi vedere nel tuo modo di camminare, di stare, di operare, di parlare: non per essere veduta, ma per fare ciò che è detto nel Vangelo: «Affinchè gli uomini, vedendo le vostre opere buone, glorifichino Dio».
   Nel mondo c'è poca fede, c'è poca riverenza, c'è poco amore per questo Sacramento d'amore. Gesù è un tesoro nascosto: sii sempre vicina in spirito al tabernacolo e, come accanto all'Eucaristia deve esserci sempre la lampada, così il tuo cuore sia sempre una lampada accesa vicino al SS. Sacramento».

Suor Benigna Consolato Ferrero