domenica 28 aprile 2019

Grande litania di ringraziamento



Alleluia.
Lodate il Signore perché è buono:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Lodate il Dio degli dèi:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Lodate il Signore dei signori:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Egli solo ha compiuto meraviglie:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Ha creato i cieli con sapienza:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Ha stabilito la terra sulle acque:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Ha fatto i grandi luminari:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Il sole per regolare il giorno:
perché eterna è la Sua Misericordia.
La luna e le stelle per regolare la notte:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Da loro liberò Israele:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Con mano potente e braccio teso:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Divise il mar Rosso in due parti:
perché eterna è la Sua Misericordia.
In mezzo fece passare Israele:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Guidò il suo popolo nel deserto:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Percosse grandi sovrani
perché eterna è la Sua Misericordia.
Uccise re potenti:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Seon, re degli Amorrei:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Og, re di Basan:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Diede in eredità il loro paese;
perché eterna è la Sua Misericordia.
In eredità a Israele suo servo:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Ci ha liberati dai nostri nemici:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Egli dà il cibo ad ogni vivente:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Lodate il Dio del cielo:
perché eterna è la Sua Misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Preghiamo: O Dio che hai guidato il tuo popolo dall'Egitto alla terra promessa, ricordati di noi che siamo stati redenti dal tuo Figlio; liberaci dai nemici e nutrici con il pane della vita, affinché possiamo raggiungere la vera terra promessa, il paradiso. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera di guarigione



Gesù il Tuo Sangue puro e sano circoli nel mio organismo malato, ed il Tuo Corpo puro e sano trasformi il mio corpo malato e pulsi in me una vita sana e forte. 

PENSIERI SULLA FEDE



Il troppo e il troppo poco

Si manca contro la Fede quando si ritiene per verità di fede o si propone come tale ciò che non è rivelato da Dio né definito dalla Chiesa, e tanto più quando, per questa temeraria credulità, si finisce con il non accettare quello che invece è veramente rivelato e definito. In tal caso chi crede esageratamente non fa la necessaria distinzione tra quanto è vero e quanto è appena opinabile.
La stessa mancanza avviene se si dà eccessiva importanza a proprie opinioni, per quanto devote, a rivelazioni private e ad atti di culto, che arrivano così ad essere indebiti. Circa quest'ultimo caso, ecco che cosa accadeva nel recente passato in una chiesa italiana: a una statua della Madonna non si poteva alzare il velo che la copriva se prima non si fossero accese, esattamente, quattro candele; quando poi la statua era scoperta, tutti stavano in ginocchio, convinti di fare una profanazione se si fossero alzati. Una volta, perché i fedeli non uscissero di chiesa prima del momento permesso e perché genuflettessero tutti, come prescrive la liturgia, dinanzi al Santissimo solennemente esposto, non fu trovato di meglio che scoprire inaspettatamente quella statua!!!
Un'altra esagerazione, non giustificata neanche quando è dovuta ad ignoranza, è una certa forma di superstizione, per la quale la preghiera viene presentata come una formula magica, il sacrificio come una stregoneria e il simbolo religioso come qualcosa di miracoloso. Eccone alcune espressioni: baciare il calice dopo la consacrazione nella Messa, digiunare il giorno di Natale, vedere un segno di disgrazia in un coltello e in un cucchiaio che si sovrappongono in forma di croce, temere il venerdì, perché in questo giorno avvenne la crocifissione di Gesù e sarebbero avvenute la morte di Abele, la decollazione del Battista, la uccisione degli Innocenti; fare ventiquattro copie di una preghiera a un Santo per spedirle ad amici non parenti in qualunque parte del mondo e attendersi una lieta sorpresa dopo nove giorni, invece aspettarsi un castigo divino se si ferma la catena non moltiplicando e non spedendo quella preghiera!!!
C'è superstizione anche in chi non ha Fede e si verifica quando si attribuiscono poteri propri di Dio alle creature attraverso forme quali la divinazione, la cartomanzia, la spiegazione dei sogni, la cosiddetta lettura scientifica della mano, l'incontro con determinate persone in determinato abbigliamento, l'uso di oggetti portafortuna, la credenza negli oroscopi.
Diceva bene il Gautier: "Lo spirito umano, anche quello più illuminato, ha sempre in sé un cantuccio buio dove si accoccolano le chimere della credulità e si annidano i pipistrelli della superstizione".
Anche il proverbio dice: "Il troppo e il troppo poco rompon la festa e il gioco", e questo vale anche per la Fede che vuole essere così semplice da partire da Dio e a Dio direttamente arrivare, e così equilibrata da evitare due possibili scogli: il credere troppo e il credere tanto che basti.
L'esperienza fa notare che chi non vuol credere a Dio finisce con il credere ai ciarlatani, chi reagisce alla Chiesa cede poi agli occultisti, chi nega il soprannaturale diventa infine ultraterreno. Proprio le persone meno o per nulla religiose sono le più credulone e le più superstiziose, dimostrando così esse stesse come non si possa vivere senza credere in Qualcuno o in Qualcosa che sia al di sopra dei sensi.

Sac. Pasquale Casillo

Le APPARIZIONI di Gesù Risorto



Apparizione a Lazzaro

3 aprile 1945.  
Il sole di un sereno mattino d'aprile empie di brillii i boschetti di rose e gelsomini del giardino di Lazzaro. E le siepi di bosso e d'alloro, il ciuffo di un'alta palma che ondeggia lieve al limite di un viale, il foltissimo lauro presso la peschiera, sembrano lavati da una mano misteriosa, tanto la copiosa rugiada notturna ne ha deterse e irrorate le foglie, che ora paiono coperte di uno smalto nuovo tanto sono lucide e nette. Ma la casa tace come fosse piena di morti.  
Le finestre sono aperte, ma non una voce, non un rumore viene dalle stanze, in penombra per-ché tutte le tende sono calate. Nell'interno, oltre il vestibolo nel quale si aprono molte porte tutte aperte - ed è strano vedere senza nessun apparato le sale solitamente usate per i conviti più o meno numerosi - vi è un ampio cortile lastricato e circondato da un portico sparso di sedili. Su questi, e persino seduti sul suolo, su stuoie, o anche sul marmo stesso, sono numerosi discepoli. E fra essi vedo gli apostoli Matteo, Andrea, Bartolomeo, i fratelli Giacomo e Giuda d'Alfeo, Giacomo di Zebedeo e i discepoli pastori con Mannaen, oltre ad altri che non conosco.  
Non vedo lo Zelote, non Lazzaro, non Massimino. Infine questo entra con dei servi e distribuisce a tutti del pane con cibi diversi, ossia ulive o formaggio, o miele, e anche latte fresco per chi lo vuole. Ma non c'è voglia di mangiare, per quanto Massimino esorti tutti a farlo. L'accasciamento è profondo. I visi si sono in pochi giorni infossati, fatti terrei sotto il rossore del pianto. Specie gli apostoli e quelli fuggiti fin dalle prime ore mostrano un aspetto avvilito, mentre i pastori con Mannaen sono meno accasciati, anzi, meno vergognosi, e Massimino è solo virilmente addolorato. Entra quasi di corsa lo Zelote e chiede: «É qui Lazzaro?». «No, è nella sua stanza. Che vuoi?».  
«Sul limite del sentiero, presso la fontana del Sole, è Filippo. Viene dalla piana di Gerico. É sfinito. E non vuole venire avanti, perché... come tutti, si sente peccatore. Ma Lazzaro lo persuaderà». Si alza Bartolomeo e dice: «Vengo anche io...». Vanno da Lazzaro che, chiamato, esce con un volto straziato dalla stanza semibuia, dove certo ha pianto e pregato. Escono tutti e traversano prima il giardino, poi il paese nella parte che si dirige già verso le pendici del monte 
Uliveto, e poi raggiungono il limite di questo paese dalla parte dove esso termina col terminare del pianoro su cui è costruito, per proseguire unicamente colla via montana che scende e sale a scalinate naturali per le montagne, che degradano verso la pianura a est e salgono verso la città di Gerusalemme a ovest. Qui è una fontana dal largo bacino, dove certo armenti e uomini si dissetano. 
 Il luogo è in quest'ora solitario e fresco, perché molta ombra di alberi folti è intorno alla cisterna piena di un'acqua pura, che sempre si rinnova scendendo da qualche sorgiva montana e trabocca tenendo umido il suolo. Filippo è seduto sull'orlo più alto della fonte, a capo basso, spettinato, polveroso, con i sandali rotti che pendono dal piede scorticato. Lazzaro lo chiama, con pietà: «Filippo, vieni a me! Amiamoci per amor suo. Stiamo uniti nel suo Nome. E amarlo ancora fare questo!». «Oh! Lazzaro! Lazzaro! Io sono fuggito... e ieri, oltre Gerico, ho saputo che è morto!... Io... io non mi posso perdonare di essere fuggito...». 
 «Tutti siamo fuggiti. Meno Giovanni che è rimasto a Lui fedele e Simone che ci ha radunati per ordine suo dopo che da vili fuggimmo. E poi... di noi apostoli, nessuno fu fedele», dice Bartolomeo. «E te lo puoi perdonare?». «No. Ma penso riparare come posso col non cadere nell'abbattimento sterile. Dobbiamo unirci fra noi. Unirci a Giovanni. Sapere le sue ultime ore. Giovanni lo ha sempre seguito», risponde a Filippo il compagno Bartolomeo. «E non fare morire la sua Dottrina. Bisogna predicarla al mondo. Tenere viva quella almeno, posto che, troppo pesanti e tardi, non sapemmo provvedere in tempo a salvarlo dai suoi nemici», dice lo Zelote. 
«Non potevate salvarlo. Nulla lo poteva salvare. Egli me lo ha detto. Lo ridico un'altra volta», dice sicuro Lazzaro. «Tu lo sapevi, Lazzaro?», chiede Filippo. «Lo sapevo. La mia tortura è stata di sapere, dalla sera del sabato, la sua sorte da Lui, e nei particolari, nel sapere come noi avremmo agito...». «No. Tu no. Tu hai solo ubbidito e sofferto. Noi abbiamo agito da vili. Tu e Simone siete i sacrificati all'ubbidienza», prorompe Bartolomeo.  
«Si. All'ubbidienza. Oh! come è pesante fare resistenza all'amore per ubbidienza all'Amato! 
Vieni, Filippo. Nella mia casa sono quasi tutti i discepoli. Vieni tu pure». «Mi vergogno di apparire al mondo, ai compagni...». «Tutti uguali siamo!», geme Bartolomeo. «Si. Ma io ho un cuore che non si perdona». «Ciò è orgoglio, Filippo. Vieni. Egli mi ha detto la sera del sabato: "Essi non si perdoneranno. Di' loro che Io li perdono, perché so che non sono loro che agiscono liberamente. Ma è Satana che li travia". Vieni». Filippo piange più forte, ma cede. E, curvo come fosse divenuto vecchio in pochi giorni, va a fianco di Lazzaro fino al cortile dove tutti lo attendono. E lo sguardo che egli dà ai compagni, e quello che i compagni dànno a lui, è la confessione più chiara del loro accasciamento totale. Lazzaro lo nota e parla: «Una nuova pecora del gregge di Cristo, intimorita dalla venuta dei lupi e fuggita dopo la cattura del Pastore, è stata raccolta dall'amico di Lui.  
A questa dispersa, che ha conosciuto l'amarezza dell'essere sola, senza neppure il conforto di piangere lo stesso errore fra i fratelli, io ripeto il suo testamento di amore. Egli, lo giuro alla presenza dei cori celesti, mi ha detto, con tante altre cose che la vostra umana debolezza presente non può sopportare perché, veramente, sono di una desolazione che mi lacerano da dieci giorni il cuore - e se non sapessi che la mia vita serve al mio Signore, benché così povera e manchevole come è, mi abbandonerei alla ferita di questo dolore di amico e di discepolo che tutto ha perduto, Lui perdendo - mi ha detto: "I miasmi di Gerusalemme corrotta renderanno folli anche i miei discepoli. Essi fuggiranno e verranno da te". Infatti, vedete che tutti siete venuti.  
Tutti, potrei dire. Perché, meno Simon Pietro e l'Iscariota, tutti siete venuti verso la mia casa e il mio cuore di amico. Ha detto: "Tu le radunerai. Le rincuorerai le mie pecore disperse. Dirai loro che Io le perdono. Ti affido il mio perdono per loro. Non si daranno pace di essere fuggiti. 
Di' loro di non cadere nel più grande peccato del disperare del mio perdono Così ha detto. E io, perdono per Lui vi ho dato. E ne ho avuto rossore di darvi in suo Nome questa cosa così santa, così sua, che è il Perdono, ossia l'Amore perfetto, perché perfettamente ama chi al colpevole perdona. Questo ministero ha confortato la mia aspra ubbidienza...  
Perché là avrei voluto essere, come Maria e Marta, le mie dolci sorelle. E se Lui fu crocifisso sul Golgota dagli uomini, io qui, ve lo giuro, sono crocifisso dall'ubbidienza, ed è ben straziante martirio. Ma se serve a dargli conforto allo Spirito, se ciò serve a salvargli i suoi discepoli sino al momento in cui Egli li radunerà per perfezionarli nella fede, ecco, io immolo una volta ancora il mio desiderio di andare almeno a venerarne la salma prima che il terzo giorno muoia. Lo so che dubitate. Non dovete. Io non so le sue parole del banchetto pasquale altro che per quello che voi mi avete detto. Ma più le penso, più alzo uno per uno questi diamanti delle sue verità, e più sento che essi hanno un sicuro riferimento al domani immediato. Egli non può avere detto: "Vado al Padre e poi tornerò" se non avesse veramente a tornare.  
Non può avere detto: "Quando mi rivedrete sarete pieni di gaudio" se fosse scomparso per sempre. Egli lo ha sempre detto: "Io risusciterò". Voi mi avete detto che disse: "Sui semi gettati in voi sta per cadere una rugiada che li farà tutti germogliare, e poi verrà il Paraclito che li farà divenire alberi potenti". Non disse così? Oh! non fate che ciò avvenga solo per l'ultimo dei suoi discepoli, per il povero Lazzaro che non fu con Lui che raramente! Quando Egli tornerà, fate che trovi germogliati i suoi semi sotto la rugiada del suo Sangue. In me è tutta una accensione di luce, è tutto un erompere di forze dall'ora tremenda in cui Egli salì sulla Croce.  
Tutto si illumina, tutto nasce e mette stelo. Non c'è parola che mi resti nel suo povero significato umano. Ma tutto ciò che da Lui o di Lui udii, ecco che ora prende vita, e realmente la mia landa brulla si muta in fertile aiuola dove ogni fiore ha il suo Nome e dove ogni succo trae vita dal suo Cuore benedetto. Io credo, Cristo! Ma perché questi credano in Te, in ogni tua promessa, nel tuo perdono, in tutto quanto è Te, ecco, ti offro la mia vita. Consumala, ma fa' che la tua Dottrina non muoia! Frantuma il povero Lazzaro. Ma riunisci le membra disperse del nucleo apostolico. Tutto ciò che Tu vuoi, ma in cambio sia viva ed eterna la tua Parola, e ad essa ora e sempre vengano coloro che solo per Te possono avere la vita eterna». Lazzaro è realmente ispirato. 
 L'amore lo trasporta ben in alto. Ed è tanto forte il suo trasporto che solleva anche i compagni. Chi lo chiama a destra e chi a sinistra, quasi fosse un confessore, un medico, un padre. Il cortile della ricca casa di Lazzaro, non so perché, mi fa pensare alle dimore dei patrizi cristiani in tempi di persecuzione e di eroica fede... É curvo su Giuda d'Alfeo, che non riesce a trovare una ragione per calmare il suo affanno di avere lasciato il Maestro e cugino, quando qualcosa lo fa rialzare di scatto. Si volge intorno e poi dice netto: «Vengo, Signore».  
La sua parola di pronta adesione di sempre. Ed esce, correndo come dietro a qualcuno che lo chiami e preceda. Tutti si guardano stupiti. Si interrogano. «Che ha visto?». «Ma non c'è nulla!». «Hai udito una voce tu?». «Io no». «E io neppure». «E allora? Lazzaro è forse malato di nuovo?». «Forse... Ha sofferto più di noi, e ha tanto dato di forza a noi, vili! Forse ora lo ha preso il delirio». «Infatti è molto sciupato nel volto». «E il suo occhio nel parlare ardeva». «Sarà Gesù che lo ha chiamato al Cielo». «Infatti Lazzaro gli ha offerto la vita poco fa... Come un fiore lo ha subito colto... Oh! noi miseri! E che faremo ora?». I commenti sono disparati e dolorosi.  
Lazzaro traversa il vestibolo, esce nel giardino, sempre correndo, sorridendo, mormorando, e c'è la sua anima nella sua voce: «Vengo, Signore». Giunge ad un folto di bossi che fanno un recesso verde, noi diremmo un chiosco verde, e cade a ginocchi, col volto al suolo gridando: 
«Oh! mio Signore!». Perché Gesù, nella sua bellezza di Risorto, è sul limitare di questo verde recesso e gli sorride... e gli dice: «Tutto è compiuto, Lazzaro. Sono venuto a dirti grazie, amico fedele. Sono venuto a dirti di dire ai fratelli di venire subito alla casa della Cena. Tu - un altro sacrificio, amico, per amor mio - tu resta, per ora, qui... So che ne soffri. Ma so che sei generoso. Maria, tua sorella, è già consolata, perché l'ho vista e mi ha visto». «Non soffri più, Signore. E questo mi ripaga di ogni sacrificio. Ho... sofferto a saperti nel dolore... e a non esserci...».  
«Oh! c'eri! Il tuo spirito era ai piedi della mia croce ed era nel buio del mio sepolcro. Tu mi hai evocato più presto, come tutti quelli che mi hanno totalmente amato, dal profondo dove ero. 
Ora Io ti ho detto: "Vieni, Lazzaro". Come nel giorno della tua risurrezione. Ma tu da molte ore mi dicevi: "Vieni". Sono venuto. E ti ho chiamato. Per trarti, a mia volta, dal profondo del tuo dolore. Va'. Pace e benedizione a te, Lazzaro! Cresci nell'amore di Me. Tornerò ancora». Lazzaro è sempre rimasto in ginocchio senza osare un gesto. La maestà del Signore, per quanto temperata d'amore, è tale che paralizza il solito modo di fare di Lazzaro.  
Ma Gesù, prima di scomparire in un gorgo di luce che lo assorbe, fa un passo e sfiora con la sua Mano la fronte fedele. É allora che Lazzaro si desta dal suo stupore beato e si alza e, correndo precipitosamente dai compagni, con una luminosità di gioia negli occhi e una luminosità sulla fronte sfiorata dal Cristo, grida: «É risorto, fratelli! Mi ha chiamato. Sono andato. L'ho visto. Mi ha parlato. Mi ha detto di dirvi di andare subito alla casa della Cena. Andate! Andate! Io resto perché Egli lo vuole. Ma il mio giubilo è completo...». E Lazzaro piange nella sua gioia, mentre spinge gli apostoli ad andare per primi dove Egli comanda. «Andate! Andate! Vi vuole! 
Vi ama! Non temete di Lui... Oh! è più che mai il Signore, la Bontà, l'Amore!». Anche i discepoli si alzano... Betania si svuota. Resta Lazzaro col suo grande cuore consolato...  

SUPREMO APPELLO



... Ai miei figli voglio parlare Io - voi non siete che strumenti, mezzi. Lo strumento non ha diritto di rifiutarsi all'Artista che lo maneggia. Fatemi largo, o figli! Avete o no fiducia in Me?

... Ogni giorno di ritardo segna un nuovo spargimento di sangue inutilmente versato; ve ne chiederò conto come se voi stessi ne foste gli autori, come se agiste di concerto con « essi », poiché vi avevo indicato il mezzo di salvezza e procrastinaste nell'esecuzione. Credete che un Padre possa vedere così spargere il sangue dei suoi figli, senza sentirsi commosso fin nelle viscere? Ho viscere di Padre e di fratello, Io che sono il vostro Salvatore e della vostra carne mi sono vestito un giorno perché vi amavo.
Come Medico accetto e impongo questa orribile mutilazione dell'umanità, ma come Padre me ne sento dilaniare ...

La Santa Messa



Quando il celebrante stava per dare la benedizione, la Santissima Vergine parlò di nuovo e disse: «Fai attenzione, osserva bene... Invece di fare il segno della Croce, voi fate un ghirigoro. Ricorda che questa benedizione può essere l’ultima che ricevi nella tua vita dalla mano di un sacerdote. tu non sai se uscendo da qui, morirai o no, e non sai se avrai l’opportunità che un altro sacerdote ti dia una benedizione. quelle mani consacrate ti stanno dando la benedizione nel Nome della Santissima trinità, pertanto, fai il segno della Croce con rispetto e come se fosse l’ultimo della tua vita.»

Quante cose perdiamo non capendole, e quando non partecipiamo tutti i giorni alla Santa messa! Perché non fare uno sforzo e cominciare la giornata mezz’ora prima, per correre alla Santa messa e ricevere tutte le benedizioni che il Signore vuole riversare su di noi? 

Capisco che non tutti, a causa dei loro obblighi, possono farlo ogni giorno, ma almeno due o tre volte per settimana si; indubbiamente, tanti evitano la messa della domenica con il debole pretesto di avere uno o due o dieci bambini piccoli e pertanto non possono assistere alla messa... Come fanno quando hanno altri impegni importanti? Che vadano con tutti i bambini, oppure facciano i turni: il marito ci va in un’ora e la moglie in un’altra ora, ma che adempiano i propri obblighi verso Dio.

Abbiamo tempo per studiare, per lavorare, per divertirci, per riposare, ma NON ABBIAMO TEMPO PER ANDARE ALLA SANTA MESSA ALMENO LA DOMENICA.

Testimonianza di Catalina RIVAS 

Ringraziamento a Dio Padre per la salvezza del genere umano



Noi ti lodiamo e ti ringraziamo. 
O Santo Dio, Onnipotente Creatore del genere umano,  
per l’amore e la compassione che hai per l’umanità. 
Ti ringraziamo per il dono della salvezza  
che conferisci ai Tuoi poveri bambini. 
Ti supplico, o Signore, di salvare coloro che seguono il maligno. 
E che i loro cuori si apriranno alla verità della loro vita eterna. 
Amen. 

O servite Dio, o cedete alla follia degli uomini



Mia amatissima figlia, il tradimento che Io, Gesù Cristo, il Figlio dell‟Uomo, sto subendo, dilaga tra coloro che dicono di servire Me. Anche coloro che dichiarano di essere i Miei fedeli servitori Mi hanno abbandonato mentre la loro fede non é che un barlume di ciò che è stata precedentemente. Ciò che in principio era amore e compassione per Me, si è ridotto ad una frazione di quello che era prima e questo per diverse ragioni. 

Un così grande disprezzo per la Mia Chiesa è sopravvenuto a causa delle anime che sono cadute all‟interno di essa, poiché sono state indotte a peccare gravemente. Molti dei Miei innocenti servitori consacrati hanno sofferto a causa dei peccati altrui e questo ha procurato loro una grande vergogna. Poi, quando le Leggi di Dio sono state accantonate, tanto che ormai di esse raramente si parla, molti di costoro hanno dimenticato che i Comandamenti di Dio dovevano essere difesi a tutti i costi. Se perfino i Miei servitori consacrati hanno smesso di predicare la Verità e rifiutato l‟importanza di parlare dell‟esistenza del peccato, come avrebbero potuto, allora, i figli di Dio agire in maniera più saggia? I Miei servitori consacrati hanno il dovere morale di difendere la Parola di Dio e di mettere in guardia i figli di Dio dai pericoli del peccato. Ma essi hanno deciso di non fare questo. Molti hanno paura di predicare la Verità per timore di essere perseguitati da coloro che li incolperebbero per i peccati degli altri. 

Durante il Mio tempo sulla terra, Io non ho mai esitato a predicare circa la punizione che l‟uomo dovrà affrontare se non cercherà di essere perdonato da Dio per i suoi peccati. La paura della punizione di Dio non dovrebbe essere la sola ragione per la quale evitare il peccato, ma é solo così che voi peccatori potete essere salvati. Il peccato è qualcosa con cui dovete convivere, ma non dovete mai accettarlo; semmai dovete combatterlo poiché Io desidero salvare le vostre anime. Perché non dovrei desiderare di salvare a tutti i costi le anime? Non ho forse sofferto per voi, patendo l‟agonia di una morte sulla Croce perché voi poteste essere riscattati agli Occhi di Dio? Perché allora i Miei servitori consacrati non predicano l‟assoluta necessità di cercare di ottenere la vita eterna? Se non ricercate la Vita Eterna, allora non la troverete mai. 

È dovere di tutti coloro che Mi servono contribuire a salvare l‟uomo dalla dannazione eterna. 
La Verità è stata nascosta per così tanto tempo che molte anime, a causa della loro compiacenza, sono andate perdute, per Me. Sappiate che l‟ultimo giorno Io manderò i Miei Angeli e che l‟umanità sarà divisa in due parti: quelli che hanno commesso delle atrocità e coloro che sono Miei. Io vi chiedo, Miei servitori consacrati, di dire la Verità, poiché se non lo farete, Mi farete perdere molte anime e questo Io non ve lo potrò mai perdonare. 

O servite Dio, o cedete alla follia degli uomini. 

Il vostro Gesù 

1° Ottobre 2014 

sabato 27 aprile 2019

Dio onnipotente ed eterno



Dio onnipotente ed eterno,
mi accosto al sacramento
del tuo unigenito Figlio,
il nostro Signore Gesù Cristo;
mi accosto come un infermo al medico della vita,
un assetato alla fonte della misericordia,
un cieco alla luce dell’eterno splendore,
un povero al padrone del cielo e della terra.
Perciò invoco la tua immensa generosità:
degnati di curare la mia infermità,
di illuminare la mia cecità,
di arricchire la mia povertà,
di rivestire la mia nudità,
affinché riceva il pane degli angeli
per la mia salvezza.

(San Tommaso d’Aquino)

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù  sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione.  


PARLA DIO PADRE 

Vedo, tremante, giù in basso, nella penombra del Getsemani, Mio Figlio che, sceso dal Cielo, ha preso la forma e la sostanza di quella Mia Creatura che crede… adesso, ed ha creduto… allora, di potersi ribellare al Suo Creatore.  
L'Uomo, quell'Uomo solo e turbato, è la vittima designata e, come tale, ha dovuto lavare, con il Suo proprio Sangue, tutta l'Umanità, che Egli rappresenta.  
Trema ed inorridisce nel sentirsi coperto, fino a vedersi sovrastato, dalla inconcepibile massa di peccati, che doveva essere tolta dalla coscienza nera di milioni e milioni di Creature sporche.  
Povero Figlio Mio! 
L'Amore Ti ha portato a questo ed ora sei, per questo, spaventato.  
Chi dovrà glorificarTi, nel Cielo, quando, raggiante, vi farai il Tuo Ingresso?  
Potrà una qualsiasi Creatura darTi una lode degna di Te, un Amore degno di Te?  
E che cosa è la lode e l'amore di un uomo, di milioni di uomini, paragonati all'Amore con il quale Tu hai accettato la più tremenda delle prove che mai potrà esistere sulla terra?  
No, amato Figlio, nessuno potrà uguagliarTi nell'Amore, se non il Padre Tuo, se non Io che, con il Mio Spirito d'Amore, posso lodarTi e amarTi per il Tuo sacrificio di quella notte! 
Hai sopportato, Figlio Mio Amatissimo, nel quale metto tutta la Mia Benevolenza, il parossismo della morte, sopravvivendo all’agonia amarissima dell'Orto.  
Hai raggiunto, nella Tua Umanità vera e totale, il culmine della più grande passione che un cuore umano può sopportare: soffrire per le offese recate a Me, ma soffrire per esse, con l'Amore intenso e purissimo che hai in Te.  
Hai toccato, se pur tremante, il limite per il quale l'Umanità dovrebbe raggiungere la completa Redenzione.  
Tu, Figlio adorato, hai conquistato, con sudore di Sangue, non solo le Anime dei tuoi fratelli, ma, ancora di più, la Tua Gloria, personale, che dovrebbe elevare Te… uomo, al pari di Me… Dio come Te.  
Tu hai preso da Me la più perfetta Giustizia e il più perfetto Amore.  
In quel tempo, essi rappresentavano la “feccia” del Mondo e lo facevi per Tua volontaria e libera accettazione.  
Tu sei, ora, fra tutti, il Mio Onore, la Mia Gloria e la Mia Gioia.  
Non eri Tu il Mio offensore, non Tu!  
Tu sei stato sempre il Mio Amato Figlio, nel Quale ho posto la Mia compiacenza! 
Non eri Tu la “feccia”, poiché, anche allora, Io Ti vedevo come sei stato sempre: la Mia Luce, la Mia Parola, cioè Me Stesso!  
Figlio, che hai trepidato e sei morto per la Mia Gloria, Tu hai meritato che Tuo Padre Ti facesse conoscere al Mondo… a questo Mondo cieco, che Ci offende e che, nonostante tutto, Ci è tanto caro!  
Oh, Figlio amatissimo, Io Ti vedo e Ti vedrò sempre in quella notte del Tuo dolore! 
Ti ho sempre presente!  
Per amore Tuo, Mi sono riconciliato con le Creature.  
E poiché Tu non potevi sollevare verso di Me il Tuo Volto, talmente era coperto dalle loro colpe, ora, per compiacerTi, faccio si che essi alzino il loro viso verso di Noi, così che, scorgendo la Tua Luce, restino imprigionati nel Nostro Amore.  
Ora, Figlio Mio, sempre tanto amato, farò ciò che Ti ho detto, quando stavi nell'ombra del Getsemani e saranno grandi cose, per darTi Gioia ed Onore…  

Messaggi dettati a Catalina RIVAS 

IL SORRISO DI PADRE PIO



LA BELLEZZA DI PADRE PIO

«Dio mi ha fatto bello»
Uno straniero volle conoscere suor Pia, la sorella di Padre Pio che stava a Roma. Quando venne a S. Giovanni Rotondo e s'incontrò con Padre Pio (io ero presente) disse che era stato da suor Pia: «Padre, che bella figura è anche sua sorella!». «Ma va là, non dire sciocchezze», rispose il Padre.
«Padre, è vero, è tanto buona e bella» quello insisteva.
«Senti - tagliò netto il Padre - il più bello della famiglia sono io!».

Ettore Masone - «Casa Sollievo della Sapienza» 

SE MI APRI LA PORTA...



DAL MANOSCRITTO DI UNA PICCOLISSIMA ANIMA

AMORE PER AMORE


Forte come il mare

Il mio amore per l'uomo è forte come un mare in tempesta, che tutto travolge e sommerge, di modo che, appena vedo le vostre anime navigare sul mare del mio amore, Io le purifico; poi le inabisso nelle profondità del mio Cuore, dove sono nascosti i miei tesori divini. Io verso grazie a torrenti: chi più ne vuol prendere, più ne ha.
Fatti bella, o anima, agli occhi miei divini con l'assecondare la mia richiesta di corrispondenza al mio amore, e anche in te si delizierà il mio Cuore.

Non amerai mai troppo, anzi non arriverai mai ad amarmi come lo merito e come desidero essere amato. Dammi un amore generoso, pieno di fermezza, e Io lo accetto.
Tutto quello che faccio per l'uomo dipende dalla mia generosità: non sono obbligato. Voi invece siete così avari! Misurate l'atto di pietà, l'offerta del cuore e, per quel poco che fate, vi sembra di essere già miei creditori. Non date niente e pretendete ancora delle retribuzioni! Cosa dovrei dire Io per quello che ho fatto per voi?...

Credimi: se le creature conoscessero il mio amore, sarebbero innamorate di Me e, per attestarsi un po' di riconoscenza, si immolerebbero per mio amore!
Se, invece di odiarmi, Mi amassero, scorrerebbe nel mondo latte e miele, ossia l'abbondanza dei miei doni.
Se l'amore per Me fosse acceso in tutti i cuori, a quest'ora il mondo materiale sarebbe come scomparso, poiché la terra sarebbe un Paradiso anticipato, la terra dei viventi.
Come il pesce è immerso nell'acqua, così voi dovete essere immersi unicamente nell'amore. Qualunque altra cosa è secondaria; bellezza e ricchezza, forza, cultura, tutto scompare davanti a due cuori che si amano.

Almeno tu amami! Credi al mio amore, cresci nella confidenza e riposati in Me così da non avere più nessuna preoccupazione, ansietà e timore.
Cerca soltanto di amarmi, vivendo le virtù che portano all'amore: la carità, l'umiltà e la purezza. Esse sono i tre petali di uno stesso fiore: e il profumo è l'amore per il tuo Dio, profumo delicato e forte.
Raccomandati a Maria, la mia e tua tenerissima Madre. Essa è la migliore maestra, è la via sicura per giungere al vero e santo amore».

DON RENZO DEL FANTE 

SPIRITO SANTO



Vieni, o Spirito d'Intelletto, Splendore della Divinità, che tutto vedi e tutto sai, e tanto degnati infondere della tua luce nella nostra mente, da farne eletto tempio della divina Verità. 

MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO A LUZ DE MARIA 26 APRILE 2019



Popolo Mio, Popolo amato, vi benedico.

CHI SI ADDENTRA NELLA MIA VOLONTÀ, RIPARANDO ED AMANDO COSTANTEMENTE, SENZA SEPARARSI DA ME E PRENDE LA FERMA DECISIONE DI INIZIARE UNA VITA IN UNIONE CON ME, QUESTO MIO FIGLIO NASCERÀ DI NUOVO…

QUESTO NASCERE DI NUOVO È QUELLO A CUI, IN QUESTA RIVELAZIONE, VI STA CHIAMANDO LA NOSTRA CASA.

Popolo Mio, se volete addentrarvi nella Mia Sapienza, dovete aprire gli occhi dello spirito e per fare in modo che ogni atto ed opera sia nella Mia Volontà, dovete mantenere il vostro pensiero in Me, dovete assoggettare la vostra mente, in Me.

MIA MADRE VI AMA E STA INTERCEDENDO PER VOI DAVANTI ALLA NOSTRA TRINITÀ SACROSANTA. Lei desidera che nessuno dei Suoi figli si perda; per Mia Madre, ciascuno di voi è il Suo stesso Cuore. 

FIGLI, DESIDERATE IRRADIARE IL MIO AMORE? Siate fecondi, attirate anime a Me, irradiatemi, le persone irradiano quello che hanno dentro di loro. 
Ognuno è differente dall’altro, ma i Miei figli hanno qualcosa in comune che li distingue sempre: sono unità, fraternità e si compiacciono del bene comune, in mezzo ad un’umanità che cerca unicamente il bene personale.

Le ideologie vanno e vengono, ma la soddisfazione degli istinti ha portato l’umanità a procurarsi il male e a rifiutare il bene. La morale è stata relegata, in questo momento si va in cerca di una società libera dalle regole e l’obiettivo della maggior parte delle persone è il piacere, il godimento, l’appartenere alla massa, senza che la coscienza faccia da arbitro, una coscienza che il Mio Popolo sta sempre più perdendo.

Figli Miei, non alleatevi con i modernismi, la Legge è una sola e contiene I Comandamenti, che non si possono cambiare.

IMMERGETEVI NEL MIO SACRO CUORE E NELL’IMMACOLATO CUORE DI MIA MADRE, IMMERGETEVI NEL NOSTRO AMORE INFINITO, PER POTER ESSERE A SOMIGLIANZA DEL NOSTRO AMORE NEI CONFRONTI DI CIASCUNO DEI VOSTRI FRATELLI.

Miei amati, il demonio vi inganna di continuo per fare in modo che Mi offendiate, vi presenta astute novità nella religione, per liberarvi dalla colpa quando trasgredite la Legge Divina. Non accogliete le novità per paura di essere ripudiati, ma rimanete invece saldi ed in questo modo avrete la Vita Eterna.

Non datevi tregua, siate assidui nella conversione, preparatevi spiritualmente per poter far fronte a quello che sta per arrivare per il Mio Popolo, soprattutto la persecuzione, che non sarà soltanto da parte di coloro che non credono, ma anche da parte di quei Miei figli che per paura, per mancanza di Fede, vi consegneranno nelle mani di quelli che non Mi amano.

AMATI, PREPARATEVI PER L’AVVERTIMENTO, CHE È LA MIA MISERICORDIA, PALESE E PALPABILE A FAVORE DELL’UMANITÀ, MA NONOSTANTE CIÒ CE NE SARANNO DI QUELLI CHE, DOPO L’AVERTIMENTO, MI BANDIRANNO ANCORA CON PIÙ FORZA. (1)

L’umanità non si sta preparando, non vi state esercitando nelle virtù per agire a Mia Somiglianza (Cfr. Mt 11,29), non vi state mettendo davanti al momento in cui vi troverete di fronte al peso della vostra coscienza, a quello che nel corso della vostra vita non vi siete accorti di aver commesso o non avete riconosciuto come offesa nei Miei confronti.

IO VI HO AVVERTITO, VI HO SUPPLICATO DI INTERVENIRE SU VOI STESSI “IPSO FACTO”, PERCHÈ IL TEMPO NON È PIÙ TEMPO, MA SARÀ SOLO UN “LAMENTO DI DOLORE”!

Le epidemie si moltiplicheranno fino a diventare pandemie, le malattie che erano state debellate si ripresenteranno, allo stesso modo in cui l’uomo ha debellato Me ed ha accolto satana come suo dio.

È per quello che gli elementi si scateneranno, alla ricerca di un uomo che non sta vivendo secondo la Mia Volontà.

Miei amati, non tutto sarà dolore per i Miei figli:

IL MIRACOLO CHE È GIÀ STATO ANNUNCIATO E CHE DOPO L’AVVERTIMENTO AVVERRÀ IN UN PICCOLO PAESE DELL’EUROPA ED IN ALTRI LUOGHI DI APPARIZIONI MARIANE, SARÀ UN SEGNO DEL NOSTRO AMORE DIVINO E UN SEGNO PORTENTOSO PER L’UMANITÀ, CHE AVVERRÀ PERCHÉ ABBIATE LA CERTEZZA CHE IL MIO AMORE E QUELLO DI MIA MADRE NON SI ESAURIRANNO.

 PER DECRETO DIVINO, QUESTO MIRACOLO SI VERIFICHERÀ ANCHE PER I MIEI FIGLI DELLE AMERICHE SULLA COLLINA DEL TEPEYAC, NEL SANTUARIO DI MIA MADRE IN MESSICO, DOVE LEI È VENERATA COME MADONNA DI GUADALUPE, L’IMPERATRICE DELLE AMERICHE, PERCHÉ C’È UN’IMPORTANTE RELAZIONE TRA MIA MADRE, LA SIGNORA DI GUADALUPE E L’ARRIVO DEL MIO ANGELO DI PACE (2) TRA L’UMANITÀ.

I MALATI CHE SARANNO PRESENTI SUL LUOGO DEL MIRACOLO GUARIRANNO E LE ANIME CHE CREDERANNO NELL’ORIGINE DIVINA DI QUESTO MIRACOLO, RICEVERANNO GRANDI BENEDIZIONI.

DI FRONTE A UNA COSÌ GRANDE MANIFESTAZIONE DEL MIO AMORE, IL MIO POPOLO DEVE RADDOPPIARE LE SUE PREGHIERE, LA PRASSI DEL MIO AMORE E LA DIFFUSIONE DEGLI APPELLI DELLA MIA CASA, PERCHÉ IL NEMICO DELL’ANIMA PERSEGUE IL SUO OBIETTIVO: RUBARE LE ANIME.

Amato Popolo Mio, la terra continuerà a tremare e la natura continuerà ad allertarvi, rimanete attenti.

Pregate per gli Stati Uniti, la sofferenza continuerà in questa nazione.

Pregate per il Cile, patirà a causa della forza della natura.

Pregate per l’India, sarà immersa nell’instabilità.

Pregate, i vulcani si sveglieranno.

AMATO POPOLO MIO, MIA MADRE VI PROTEGGE E VI AMA.  
PER AMORE, CONTINUO A TENERE LE MIE LEGIONI CELESTI SULL’UMANITÀ.

La Mia Benedizione è su ciascuno di voi, figli Miei.

Vi amo.

Il vostro Gesù

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Più che dire “GRAZIE” alla TRINITÀ SACROSANTA, più che dire “TI ADORIAMO”, dobbiamo continuare in una costante azione di grazie per l’infinita benedizione, che non ci meritiamo.

Il nostro amato Signore Gesù Cristo, mi ha detto che le medesime condizioni che avverranno durante il “Miracolo” già annunciato da tempo, si verificheranno anche nel Santuario di Guadalupe, affinché il Popolo di Dio ne riconosca l’ORIGINE DIVINA, lo fotografi, lo veda e si renda conto di vivere in quel momento il Paradiso anticipato.

QUESTO MIRACOLO D’AMORE DIVINO CI PORTI A DESIDERARE DI FARE LA VOLONTÀ DIVINA ED A FARE IL PROPOSITO DI ESSERE SEMPRE PIÙ DI DIO IN OGNI ISTANTE DELLA NOSTRA VITA E A MANTENERE UNA FEDE SALDA CON L’AIUTO DELLO SPIRITO SANTO.

Amen.

Don Bosco



Prima carità è quella usata all’anima propria. XVI,316.

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



La quinta arma 

La quinta arma è il non dimenticare mai la nostra morte. Molto giova ricordarsi spesso della morte e stare continuamente preparati a essa, perché non sappiamo in quale ora di quale giorno ce la invierà il severissimo giudice. Dice bene il glorioso apostolo Paolo: «Facciamo il bene, finché abbiamo il tempo».  
Il tempo della nostra vita si chiama tempo di misericordia, perché ci viene concesso per emendarci, passando dal bene al meglio; mentre viviamo l'esistenza terrena, Dio ci aspetta di giorno in giorno e, a Lui, dovremo rendere conto del dono della buona volontà, che ci viene donato per esercitarlo a sua lode, per la salute della nostra anima e per il bene del nostro prossimo; se non lo faremo, non solo dovremo rendere ragione del male commesso ma, anche, del bene non fatto per la nostra negligenza.  
Si guardino bene le novizie dal confidare troppo nelle loro forze, per non oltrepassare la regola imposta dalle loro superiori e maestre e, con tutta la volontà, seguano la strada loro indicata, per la salute dell'anima e del corpo. 
Dico questo perché, a volte, il nemico mette con astuta malizia nelle menti delle novizie, ancora poco agguerrite nella battaglia spirituale, l'idea che debbano morire presto e, così, le induce a fare maggiore penitenza di quella dovuta, convinte, per umiltà, di non aver acquistato sufficienti meriti. Il maligno le studia, e le sollecita a trasgredire la regola della vera obbedienza; ma, senza alcun dubbio, l'obbedienza è più meritoria di qualunque penitenza. 
Quindi, è necessario usare l'arma della memoria della nostra morte con giusta prudenza, perché possa essere esercitata per la salute dell'anima e lode di Cristo. Amen.  

Santa Caterina da Bologna 

Godiamo di Te, Gesù!



Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi 
quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro 
nel cielo; e vieni! Seguimi!” (Mt 19,21).


Tu sei il gioiello prezioso, 
nascosto dentro i nostri cuori. 
Ogni uomo può godere della tua brillantezza, 
della tua luce. 
Godiamo di Te, Gesù! 
Sei Tu la perla colorata dal Sangue; 
la vita pura e calda che bagna 
e lava i cuori degli uomini. 
Godiamo di Te, Gesù! 
Dentro la nostra terra 
ti sei nascosto, perla preziosa.
E noi ti abbiamo trovato, gioiosa scoperta 
che salva la vita. 
Godiamo di Te, Gesù! 
In ogni goccia del tuo Sangue amoroso 
ogni uomo ritrova se stesso. 
Il fiume di vita raggiunga ogni uomo, 
reso prezioso, come il tuo Sangue! 
Godiamo di Te, Gesù! Amen.